Ponti, Pallavicini e Concordia
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Ponti, Pallavicini e Concordia
Nell’ Ottocento molti testi vengono creati appositamente per aumentare il repertorio a causa del sostare degli artisti nella stessa piazza e nello stesso paese, a volte anche per mesi. Se per le compagnie di burattini ciò significa avere almeno una trentina di burattini per mettere in scena 100-150 produzioni, ben diverso è la situazione delle compagnie di marionette, che devono avere una dotazione di almeno 200 marionette, con relative scenografie e costumi per ogni titolo e un vasto contorno di oggetti scenici (armi, mobili, macchine per i rumori, per il fumo…). E' per questo motivo che solo le compagnie di burattinai, mediamente composte da due persone, possono portare gli spettacoli anche nei centri più piccoli. I marionettisti, invece, hanno costi di gestione della compagnia più elevati e operano, perciò, nei centri più popolati, dove spesso hanno bisogno anche di una struttura teatrale (palcoscenico, graticciato, platea…). Le compagnie marionettistiche prediligono quindi la stanzialità nei centri urbani, che consente loro un maggiore bacino di utenza di pubblico e la possibilità di trovare teatri attrezzati. Ciò riduce i costi e la fatica dovuta ai vari spostamenti nell'arco dell'anno. Da qui la crescente presenza delle compagnie di marionettisti nelle città, mentre quelle di burattinai possono ancora permettersi di operare anche nei piccoli centri. Alla luce dei più recenti studi non è più sostenibile la tesi che i burattini si rivolgono a un pubblico popolare mentre le marionette a un pubblico colto. Ritroviamo infatti compagnie marionettistiche, dalla metà del Seicento, che portano i loro spettacoli al più vasto pubblico. La compagnia Briocci, ad esempio, partita da Bologna, si trasferisce a Parigi dove diventa stanziale alla Foire di Saint Germain, andando anche a divertire il figlio del re di Francia. Così Luigi Campogalliani di Carpi, assieme ai figli, porta gli spettacoli nelle piazze e nei teatri di provincia, ma si reca anche nel palazzo estivo del Duca di Modena per divertire i cortigiani. Marionettisti Ugo Ponti Poco si sa ancora di questo marionettista genovese famoso nella seconda metà dell’800, le cui marionette presentano la caratteristica di avere una pettorina in stoffa sulla quale viene fissato l’abito. Molte dei suoi pezzi sono passati alla compagnia Pallavicini. Tra i suoi personaggi troviamo Baciccia Casagrande che diventerà famoso grazie a Raffaele Pallavicini. Raffaele Pallavicini (Genova 1874 - Novi Ligure 1957) Iniziò a recitare come attore di prosa e in seguito lavorò nelle compagnie marionettistiche di Ugo Ponti, di Giovanni Pavero e di Luigi Ajmino, del quale sposò la figlia Clotilde. Si muoveva tra il Piemonte meridionale e la Liguria arrivando anche a Nizza e riscuotendo grandi successi. I personaggi principali del suo teatro oltre a Baciccia (sopra menzionato) erano Gianduia e Facanapa. Tra i suoi spettacoli, che avevano sempre un accompagnamento musicale, ricordiamo: La donna lombarda e il soldato piemontese, con Gianduia veterano invalido; Sansone e le sue prodigiose forze, con Baciccia custode della Torre di forza e Facanapa lottatore contro Sansone; Cristoforo Colombo alla scoperta del Nuovo Mondo con Baciccia marinaio e Facanapa paggio. S2 T3 Gino Pallavicini (Bassigna 1906 - Novi Ligure 1968) Figlio di Raffaele, iniziò a lavorare giovanissimo nella compagnia dei genitori di cui assunse la direzione nel 1928. All’inizio degli anni ’30 collaborò con la compagnia de I Fantocci lirici di Yambo. Ovviamente il suo repertorio era costituito dai copioni della famiglia che univano i repertori di Ponti, Pavero e Ajmino. Spettacolo di marionette Pallavicini Giuseppe Concordia (Asigliano 1882 - Vercelli 1962) Appassionato di teatro di marionette fin da bambino, divenne marionettista di professione dopo il matrimonio con Tersite Benente, figlia del marionettista Romeo che fu maestro di Pio Rame. La sua zona di lavoro comprendeva il nord-ovest della penisola italiana; la maschera principale che usava negli spettacoli era Famiola. Fu contattato da Vittorio Podrecca nel 1923 affinchè si unisse al Teatro dei Piccoli, ma Giuseppe preferì continuare la professione in maniera autonoma. Si ritirò dalle scene negli anni ’50 e i figli, circa dieci anni dopo lasciarono il suo materiale a Giordano Ferrari. Personaggi La Vecchia Personaggio polivalente: può rappresentare sentimenti umani in netto contrasto fra loro. In alcuni casi è benefica, saggia, depositaria di una cultura millenaria e fa sì che gli altri personaggi delle rappresentazione le chiedano consiglio. In altri è una malefica megera invidiosa della giovinezza o del benessere altrui. Attualmente in molte località italiane è stata ripresa quella remota usanza di segare e/o bruciare la Vecchia sulla piazza: per comprendere queste cerimonie bisogna superare la visione nei confronti dei vecchi tipica della Commedia dell’Arte e risalire agli antichi riti propiziatori del rinnovamento. Il teatro dei burattini fece immediatamente suo questo personaggio che si prestava agevolmente ad essere schernito e bastonato. Quanto segue è uno stralcio di uno scenario ottocentesco del burattinaio bolognese Angelo Cuccoli, il Testamento della vecchia Pulidora Beccafichi S2 T3 Vecchia A’m sòn ardotta – al gran mumeint D’prinzipiar – al mi dstamèint Attèint donca – sgneur Duttòur Lo ch’m ha sèimper – avò d’ l’amour Anch’a te – mi Fasulein Av pazeinza – anch pr’un puchtein; Che dispòrr – òura da lètt, A voi bèin – tott al mi stèt…! Ah! ‘l piò grand – ed tott’i affan L’è ‘d murir – ed 102 ann! Mi sono ridotta al grande momento D’iniziare il testamento Attento dunque signor dottore Lei che sempre fu amorevole Anche tu, mio Fagiolino Abbi pazienza un pochettino Ch’io possa esporre adesso da letto Bene a voi tutto il mio stato Ah! il più grande di tutti i miei affanni E’ di morire a 102 anni Dottore Oh! pazienza – Pulidora Rassegnàv – che giunta è l’ora. Oh pazienza Polidora Rassegnatevi che giunta è l’ora Vecchia Acsè dònca a cminzarò… Quèll a tott – av lassarò…. Ech – ech – ech … (tossisce) sé… anca stassira Ven la tòss - …la scaraccira!... Acc – acc …cium (sputa) …al m’è scappà Così dunque comincerò Qualcosa a tutti lascerò (Tossisce) anche stasera vien la tosse … la sputacchiera! (sputa) … mi è scappato. Fagiolino Mazet… veccia! T’m’a stuppè Anch un òcc col tò lumèin Ammazzati… vecchia! Mi hai chiuso Un occhio con il tuo scaracchio