I maltrattamenti sugli anziani
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I maltrattamenti sugli anziani
N. 199/200 La rete degli interventi contro la violenza 15 I maltrattamenti sugli anziani Claudio Pagliara Dirigente medico Abstract Il 16 giugno 2011 sul sito dell’OMS Europa è stato pubblicato l’ultimo rapporto in riferimento ai maltrattamenti subiti dalle persone anziane dove si stima l’abuso fisico di 10.000 persone anziane ogni giorno. Per affrontare il problema con l’impegno che merita, è necessario organizzare in tutti i servizi coinvolti corsi di formazione, in modo che gli operatori dispongano di un protocollo di intervento mirato agli specifici bisogni delle vittime coinvolte negli abusi. I progetti di prevenzione e di assistenza già in atto in vari servizi regionali, specie in Toscana Ogni anno si contano abusi perpetrati ad almeno 4 milioni di individui in età avanzata: schiaffi, pugni, calci, bruciature, ferite da coltello, detenzione forzata nelle camere da letto sono esempi lampanti di come purtroppo tanti, troppi anziani vengono trattati da chi, invece, se ne dovrebbe prendere cura. Sconvolge pure il fatto che dalla ricerca si rilevano almeno 2500 persone in pericolo di morte per mano dei rispettivi familiari. La maggior parte degli abusi ai danni delle persone anziane avviene in ambito domestico. I pochi dati a disposizione indicano che gli agenti dei maltrattamenti sono in primo luogo i figli, poi i coniugi e altri portatori dei compiti di cura. Non meno grave è l’ambito dei maltrattamenti all’interno di strutture e servizi socio assistenziali che si traduce in violenze fisiche, in negligenza o nell’abuso dei mezzi di contenzione. Il rischio maggiore di violenza si registra nelle persone anziane con demenza o morbo di Alzheimer. Non meno gravi sono le violenze attraverso raggiri e truffe, in questo caso gli autori sono persone esterne alla famiglia. Non esistono statistiche riguardanti gli abusi e le violenze ai danni degli anziani. Sono comunque prevalentemente le donne over 65 a es- sere più a rischio di vedere violata la propria integrità fisica e morale. L’importanza della prevenzione attraverso l’informazione - Gli anziani vittime di violenza subiscono danni non solo fisici, ma anche sul piano psicologico, spesso aggravati da condizioni di solitudine e di precarietà economica. Così un episodio criminale può accelerare il processo di perdita di sicurezza (oggettiva e percepita), creando un crescente senso di malessere sia in contesto urbano che in contesti extraurbani di media e piccola estensione. - Le poche ricerche effettuate sul campo rilevano la necessità di intervenire in ambiti diversi a tutela della vittima, perseguendo finalità di prevenzione e riparazione e contenimento del danno, avviando e sostenendo progetti capaci di rispondere alle esigenze di sicurezza sociale e ambientale espresse, in particolare dalle fasce deboli della cittadinanza. - I progetti di aiuto agli anziani vittime di violenza, mirati a svolgere attività di prevenzione, riparazione e contenimento del danno subito dalle persone anziane vittime di reati, si avvalgono della collaborazione di alcune associazioni di volontariato cittadino che da anni operano a favore della popolazione anziana. La definizione elaborata da Action on Elder Abuse nel Regno Unito e adottata dalla Rete internazionale per la pre- 16 La rete degli interventi contro la violenza venzione dell’abuso sugli anziani afferma che: “Per abuso sugli anziani si intende un atto singolo o ripetuto, o la mancanza di un’azione appropriata, che si verifica all’interno di qualsiasi relazione in cui vi sia aspettativa di fiducia che determina danno o sofferenza a una persona anziana”. Tale abuso si divide solitamente nelle seguenti categorie: - abuso fisico: provocare dolori o lesioni, coercizione fisica, o limitazioni fisiche o farmacoindotte; - abuso psicologico o affettivo: infliggere sofferenza emotiva; - abuso economico o materiale: sfruttamento illegale o improprio o utilizzo di fondi o risorse della persona anziana; - abuso sessuale: contatto sessuale non consenziente di qualsiasi genere con la persona anziana; - incuria: rifiuto o mancanza di assolvere all’obbligo di assistenza. Ciò può anche comprendere il tentativo conscio e intenzionale di infliggere sofferenza fisica o emotiva alla persona anziana. Campagne di educazione e sensibilizzazione del pubblico Le campagne di educazione e sensibilizzazione sono state strumenti vitali per informare il pubblico dei paesi industrializzati in merito all’abuso nei confronti degli anziani. L’educazione non riguarda esclusivamente l’insegnamento di nuove informazioni ma anche la modifica degli atteggiamenti e del comportamento, e rappresenta quindi una strategia di prevenzione di fondamentale importanza. Può essere realizzata secondo modalità estremamente diverse – ad esempio con incontri di formazione, seminari, programmi di educazione continua, workshop, nonché meeting scientifici e conferenze. I destinatari saranno non solo gli specialisti delle diverse discipline – medicina, salute mentale, scienze infermieristiche, professioni sociali, giustizia penale e religione – ma anche ricercatori, educatori, politici e responsabili delle decisioni. Un tipico programma di base valido per la maggior parte delle discipline comprende un’introduzione sull’argomento dell’abuso nei confronti degli anziani, l’analisi dei segni e dei sintomi dell’abuso, e informazioni sulle organizzazioni locali che possono fornire assistenza. Corsi di formazione più specialistici si concentreranno sull’acquisizione di abilità relative a interviste e valutazioni dei casi di abuso, e pianificazione dei programmi di assistenza. Per le questioni etiche e legali sarà necessario un insegnamento ancora più dettagliato da parte di specialisti del settore. Corsi sulla collaborazione con altri professionisti e sul lavoro all’interno di gruppi multidisci- N. 199/200 plinari fanno ormai parte dei programmi di formazione avanzati sull’abuso sugli anziani. L’educazione del pubblico e l’aumento della consapevolezza sono elementi di pari importanza nella prevenzione dell’abuso e dell’incuria. Analogamente a ciò che accade nel campo dell’abuso sull’infanzia e della violenza nella coppia, l’obiettivo dell’educazione del pubblico è quello di informare in merito ai diversi tipi di abuso, a come individuarne i segni e ai luoghi in cui si può ottenere aiuto. Le persone che hanno frequenti contatti con gli anziani rappresentano i destinatari privilegiati di questo tipo di educazione. Oltre alla famiglia e agli amici, includono gli impiegati delle poste, i cassieri della banca e i dipendenti dell’azienda elettrica e del gas che si recano nelle abitazioni per la lettura dei contatori. I programmi educativi rivolti agli anziani stessi hanno solitamente maggiori probabilità di successo se le informazioni sull’abuso sono inserite in argomenti di più ampio respiro, quali un buon invecchiamento o l’assistenza sanitaria. Le associazioni degli anziani, i centri della comunità, i programmi di assistenza diurna, le scuole, e i gruppi di autoaiuto e di sostegno possono tutti collaborare in questo impegno educativo. I media rappresentano uno strumento di grandi possibilità per incrementare la consapevolezza del pubblico. Immagini più positive e maggiore importanza agli anziani all’interno dei media possono facilitare un diverso atteggiamento del pubblico e ridurre gli stereotipi relativi agli anziani. I partecipanti allo studio con gruppi di discussione condotto in Sudafrica hanno sottolineato l’importanza dei media per migliorare il grado di consapevolezza generale sul problema dell’abuso nei confronti degli anziani, suggerendo come tale consapevolezza dovrebbe essere promossa anche attraverso workshop di comunità che coinvolgano il governo. In altri paesi in via di sviluppo con risorse limitate, le associazioni locali possono fornire l’educazione di base insieme all’assistenza sanitaria. Fino a oggi sono stati valutati pochi programmi di intervento e non è pertanto possibile dire quale tipo di approccio si sia dimostrato migliore. I tentativi di valutare l’efficacia dei diversi progetti sono stati ostacolati dalla mancanza di definizioni comuni, da una varietà di spiegazioni teoriche, dallo scarso interesse da parte della comunità scientifica e dalla mancanza di finanziamenti adeguati per condurre studi rigorosi. Un’indagine condotta sugli studi relativi all’abuso nei confronti degli anziani ha evidenziato come tra il 1989 e il 1998 fossero stati pubblicati 117 studi, in inglese, su questo argomento (G. Bolen, J. Ploeg e B. Hutchinson, dati non N. 199/200 pubblicati, 1999). Nessuno di essi, tuttavia, comprendeva un gruppo di confronto o rispettava i criteri standard necessari a un serio studio di valutazione. Sulla base di questi risultati, gli autori dell’indagine affermavano che le prove a favore di qualsiasi intervento specifico erano insufficienti. Tra gli studi osservati, sei erano quelli che si avvicinavano maggiormente ai criteri necessari, ma contenevano anch’essi gravi debolezze metodologiche. In questi sei studi, la percentuale di casi risolti positivamente in seguito a un intervento specifico variava dal 22 al 75%. Strategie di prevenzione più efficaci Innanzitutto si dovrebbe dare maggiore importanza alla prevenzione primaria, e questo presuppone una società in cui gli anziani possano vivere la propria vita con dignità, soddisfare i bisogni di base e avere reali opportunità di realizzazione personale. Per le società sopraffatte dalla povertà, la sfida è enorme. La prevenzione inizia con la consapevolezza. Un modo importante per incrementarla – sia nel pubblico sia tra i professionisti coinvolti – riguarda l’educazione e la formazione. Chi si occupa di assistenza sanitaria e di servizi sociali a tutti i livelli, sia nella comunità che in contesti di ricovero, dovrebbe ricevere una formazione di base per l’individuazione dell’abuso sugli anziani. I media rappresentano il secondo strumento in grado di aumentare la consapevolezza del problema e delle sue possibili soluzioni, tra il pubblico generale così come tra le autorità. I programmi domiciliari di prevenzione dell’abuso, in cui gli stessi anziani hanno un ruolo importante, comprendono: - reclutare e formare persone anziane che visitino o facciano compagnia ad altri anziani che vivono isolati; - creare gruppi di supporto per gli anziani vittime di abuso; - elaborare programmi di comunità che stimolino l’interazione sociale e la partecipazione tra gli anziani; - creare reti sociali di anziani nei villaggi, nei quartieri o nei condomini; - collaborare con gli anziani per creare programmi di “autoaiuto” che permettano loro di essere produttivi. Prevenire l’abuso sugli anziani aiutando i responsabili dell’abuso, soprattutto i figli adulti, a risolvere i loro problemi è un compito difficile. Misure che si possono rivelare utili comprendono: - fornire servizi per il trattamento dei problemi di salute mentale e di abuso di sostanze; - rendere disponibili posti di lavoro e istruzione; - trovare nuove modalità di risoluzione dei conflitti, soprattutto nelle situazioni in cui è stato ridotto il ruolo La rete degli interventi contro la violenza 17 tradizionale degli anziani per la soluzione dei conflitti. Esiste ampio margine di intervento per prevenire gli abusi nei confronti degli anziani nei contesti di ricovero. Misure che si possono rivelare utili comprendono: - elaborazione e implementazione di progetti di assistenza globali; - percorsi di formazione per il personale; - politiche e programmi che si occupino dello stress legato al lavoro tra il personale; - elaborazione di politiche e programmi che migliorino l’ambiente fisico e sociale della struttura. Conclusioni L’abuso nei confronti della persona anziana è un problema diffuso ma sottostimato e poco conosciuto. L’entità di tale problema non è del tutto nota in Italia, ma anche a livello mondiale, sia per la mancanza di denuncie sia per l’incapacità degli operatori sanitari di individuarne i segni. È chiaro che il maltrattamento può concretizzarsi non solo con una condotta attiva, ma anche con una condotta omissiva. Attualmente in Italia non è presente una legislazione specifica a difesa dell’anziano, per cui tale reato rientra nei delitti contro la persona, contrariamente a quanto accade per minori a difesa dei quali esistono leggi specifiche. Qualsiasi forma di violenza determina confusione e destabilizzazione della personalità di chi riceve l’abuso producendo con il tempo l’insorgenza di disturbi patologici, per questo è necessario in primo luogo prendere coscienza dell’esistenza del problema e renderlo noto anche attraverso programmi di sensibilizzazione e di formazione per la diagnosi, la riabilitazione e l’assistenza dell’anziano oggetto dell’abuso; in secondo luogo adoperarsi a livello sociale verso le famiglie a rischio offrendo sostegno alle situazioni più vulnerabili sia sul piano sociale (i.e. precarietà economica, livello culturale) sia sul piano psicologico (caregiver). Il problema dell’abuso nei confronti degli anziani non può essere risolto in modo adeguato se non vengono soddisfatti i bisogni essenziali di questo gruppo di popolazione – per quanto riguarda alimentazione, ricovero, sicurezza e accesso all’assistenza sanitaria. Le nazioni del mondo devono creare una società in cui l’invecchiamento sia accettato come fase naturale del ciclo della vita, in cui vengano scoraggiati i pregiudizi nei confronti dell’invecchiamento e alle persone anziane venga garantito il diritto di vivere con dignità – liberi da abuso e da sfruttamento – e vengano fornite opportunità di partecipare attivamente alle attività educative, culturali, spirituali ed economiche.