Fiorino Giovanna I d`Angiò (1343-1381)

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Fiorino Giovanna I d`Angiò (1343-1381)
Fiorino
Il Fiorino, celebre moneta d’oro battuta a Firenze nel 1252, così chiamata dal giglio,
stemma della città, che portava al rovescio.
Da ogni libbra se ne ricavavano 96 in modo tale che ciascuna moneta pesasse 72
grana fiorentine, la sua bontà era di 24 carati.
Sin dal 1269 Carlo I d’Angiò dichiarò che il Fiorino si sarebbe potuto cambiare per
sei tarì d’oro, cioè 12 carlini d’argento.
Da una scrittura del 1368 si evince che ogni Fiorino si ragguaglia a quattro Tarì e 18
grana, mentre in una successiva del 1381 viene ragguagliato a quattro Tarì e 16
grana.
Nel corso degli anni, i Fiorini andarono soggetti a variazione di prezzo, cosa che
peraltro, costantemente si ebbe nelle monete in circolazione in quei periodi.
Giovanna I d’Angiò (1343-1381)
Fiorino > NA1
(Rif. P.R. 2.; Andreani 2; lamoneta GIO 3/1;)
Descrizione > diametro millimetri 21 > grammi 2,99 > Au.;
Rarità: R2
Fonte dell’immagine: Asta Nac 35 del 2/3 dicembre 2006 lotto 155.
D/  IOhANA:DEI:GR:IhR:SICIL:REG;
in un cerchio perlinato stemma a tutto campo,
partito, di Gerusalemme e di Francia;
bordo perlinato;
R/ • S•IOH•A NNES•B•;
nel campo la figura di San Giovanni barbato e
nimbato, stante di fronte, benedicente, con
croce su lunga asta nella sinistra, in alto
a sinistra fiordaliso sormontato da labello;
bordo perlinato.
Nota: la dizione al D/ IOhANNA DEI GR IHR
SICIL REG si traduce in: Giovanna (I d’Angiò) per Grazia di Dio
regina di Gerusalemme e di Sicilia e al R/ S IOH ANNES al D/ si traduce in: San Giovanni Battista.
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Ludovico II d’Angiò (1389-1399)
Fiorino > NA2
(Rif. P.R. 1; Andreani 1; lamoneta LVII 2/1)
Descrizione > diametro millimetri 22 > grammi 2,75 > Au.;
Rarità: R2
Fonte dell’immagine: Asta Nac 53 del 7 novembre 2009 lotto 115.
D/  LVDOV • D • GRA• IhR• E• SICIL• REX•;
in un cerchio perlinato stemma a tutto campo, partito,
di Gerusalemme e di Francia;
bordo perlinato;
R/  • S•IOH•A NNES•B•;
nel campo la figura di San Giovanni barbato e nimbato,
stante di fronte, benedicente, con croce su lunga asta
nella sinistra, in alto a sinistra fiordaliso sormontato da labello;
bordo perlinato.
Nota:
la dizione al D/ LVDOV D GRA IhR E SICIL REX si traduce in Ludovico per Grazia di Dio re di
Gerusalemme e di Sicilia e al R/S IOH A NNES B si traduce in: San Giovanni Battista.
Alfonsino
Alfonso I d’Aragona impossessatosi di Gaeta nel 1435 riprese la coniazione dell’oro
interrotta ai tempi di Pietro d’Aragona e Costanza di Svevia; iniziò a coniare monete
a partire da quella data e fino al 1448 (Alfonsini).
Il conio iniziato a Gaeta, mentre si combatteva ancora con Renato, ebbe artefice un
orafo milanese, Paolo de Roma che lo incise nel 1437.
Venne ripetuto poi nel 1441 dall’orefice napoletano Guido d’Antonio, nominato nello
stesso anno direttore della zecca di Gaeta ed operativo fino al 1448.
la coniazione proseguì poi, dopo la chiusura della zecca di Gaeta esclusivamente a
Napoli, nella zecca Partenopea sita in un edificio posto di fronte alla chiesa di
Sant’Agostino che era stato conquistato da Roberto I d’Angiò nel 1333; dopo di
allora nella zecca di Napoli furono emessi Alfonsini d’oro a partire dal 30 Ottobre
1442.
Il Summonte lasciò memoria di questo tipo monetale e narrò che esso venne coniato
con l’oro tratto dall’immagine dell’Arcangelo posta nel Santuario del Gargano.
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Si dice che a quei tempi Alfonso, guerreggiando con Renato d’Angiò, temendo che
egli s’impossessasse della statua la fece fondere e con l'oro ricavato fece battere tali
monete.
Il peso è di Acini 120 e valeva in commercio Carlini quindici d’argento.
Fabio Giordano in un capitolo dell’inedita sua Storia napoletana, che tratta di questa
moneta da Sesquinducato la chiama (per uguagliare in valore ciascuna) Alfonsina
d’oro a un Ducato e ½.
Delle liberate di queste Alfonsine si trova menzione in un libro dell’archivio del
Regno: Quaternus tocius pecunie facte et liberate nespoli tam aureo quam argento
93 .
Oro = a dì XXX de ottufro fo liberato de Alfonzine doro bonj de piso et de lega pezzi
novecentoquaratatre (943).
Fu coniato sia a Gaeta, dopo il 1435, che a Napoli dal 1442.
Il sistematico uso delle iniziali dei maestri di zecca ivi appare per la prima volta,
mentre la maggior parte degli Alfonsini non riporta lettere nel campo vi sono degli
esemplari rarissimi che ne presentano alcune.
Nota:
collocare il dritto ed il rovescio nelle monete Napoletane durante il periodo Aragonese e Borbonico è un
ragionamento a cui molti studiosi, nel corso degli anni, hanno attribuito dei pareri discordanti, fonte di non pochi
equivoci.
Nell'articolo “Il Dritto ed il Rovescio delle monete Napoletane dagli Aragonesi ai Borbone secondo i documenti
d’epoca”, completo ed esaustivo sull’argomento, apparso nel numero 257 di Dicembre 2010 della rivista “Panorama
Numismatico”, Francesco di Rauso, con la collaborazione dell’Ing. Gionata Barbieri, fornisce chiarimenti e
testimonianze certe, prove inconfutabili (come gli ordini reali impartiti da Alfonso II d’Aragona) sul criterio da
adottare.
Il dritto dovrebbe essere quella parte della moneta in cui è effigiata la rappresentazione più importante, non c’è dubbio
che l’effigie del sovrano, con le relative legende, lo sia più dello stemma; tale tesi, tra gli altri studiosi(Bernareggi) è
confortata anche dai due autori dell’opera del 1984 sulle Monete di Napoli, Pannuti M.e Riccio V.
Alfonso I d’Aragona (1442-1458)
Alfonsino senza sigla > NA1
(Rif. P.R. 1; MIR 52; Andreani 1; lamoneta ALFI 1/1)
Descrizione > diametro millimetri 30 > grammi 5,26 > Au.;
Rarità: R2
Fonte dell’immagine: A. D’Andrea e C. Andreani “ Le monete Napoletane dai Bizantini a Carlo V”
Asta Aureo & Calicò del 3 giugno 2009 lotto 712.
3
D/  : DNS: m: ADIVTO: ET EGO: DESPICI: INIMICO: M ;
in doppio cerchio liscio e perlinato, su un focoso destriero
riccamente bardato le cui narici sembrano sprizzare scintille e al
galoppo verso destra, il sovrano in armatura con la destra portata
all’indietro brandisce la spada e con la sinistra tiene le briglia; la
testa è ricoperta da un elmo coronato ornato da un drago alato;
bordo perlinato;
R/  : ALFONSV:D:G:R:ARAGO:SICILI:CITRA:VLTRA ;
in doppio cerchio liscio e perlinato stemma a tutto campo
inquartato, partito, con le armi di Aragona e Sicilia nel 1° e 4°
quarto e quelle del reame di Napoli, interziate Gerusalemme,
Angiò ed Ungheria nel 2° e 3° ; palato nel 1° e 4° quarto;
bordo perlinato.
Nota: Stemma palato nel 1° e 4° quarto.
Alfonsino sigla B > NA2
(Rif. P.R. 1a; MIR 52/1; Andreani 2; lamoneta ALFI 1/2)
Descrizione > diametro millimetri 30 > grammi 5,30 > Au.;
Rarità: R3
Simila alla (1) ma al D/ sigla B nel campo a sinistra del sovrano e legenda variata:
D/  : DNS: m: ADIVTOR: ET EGO: DESPI: INI: ME: ;
R/  : ALFONSV:D:G:R:ARAGO:S:C:VL: FA ;
Fonte dell’immagine: Asta Nac 35 del 2/3 dicembre 2006 lotto 157.

Iacopo Baboccio da Piperino, maestro dal 1442 – 1444.
Nota: Stemma palato nel 1° e 4° quarto.
Alfonsino sigla M > NA3
(Rif. P.R. 1b; MIR 52/3; Andreani 3; lamoneta ALFI 1/4)
Descrizione > diametro millimetri 30 > grammi 5,30 > Au.;
Rarità: R4
Simila alla (1) ma al D/ sigla M nel campo a sinistra del sovrano;
Fonte dell’immagine: Cronaca Numismatica n.177 settembre 2005 fig. 20.
4

Salvatore Miroballo, maestro dal 1455 – 1458.
Nota: Stemma palato nel 1° e 4° quarto.
Alfonsino sigla S > NA4
(Rif. P.R. 1c; MIR 52/2; Andreani 4; lamoneta ALFI 1/3)
Descrizione > diametro millimetri 30 > grammi 5,30 > Au.;
Rarità: R4
Simila alla (1) ma al D/ sigla S nel campo a sinistra del sovrano;
Fonte dell’immagine: A. D’Andrea e C. Andreani “ Le monete Napoletane dai Bizantini a Carlo V” Asta Nomisma
del 29 febbraio 2004 lotto 224.

Francesco Senier, maestro dal 1444 – 1455.
Nota: Stemma palato nel 1° e 4° quarto.
Alfonsino sigla M ribattuta su S > NA5
Descrizione > diametro millimetri 30 > grammi 5,30 > Au.;
Rarità: U
Simila alla (1) ma al R/ sigla M ribattuta su S nel campo a sinistra del sovrano;
Fonte dell’immagine: Cronaca Numismatica n.177 settembre 2005 fig. 21.
Nota: Stemma palato nel 1° e 4° quarto.
Alfonsino sigla P > NA6
(Rif. MIR 52/4; lamoneta ALFI 1/5)
Descrizione > diametro millimetri 30 > grammi 5,30 > Au.;
Rarità: U
Simila alla (1) ma al D/ sigla P nel campo a sinistra del sovrano.
Attribuzione ancora incerta
Fonte dell’immagine: Cronaca Numismatica n.177 settembre 2005 fig. 22.
Nota: Stemma palato nel 1° e 4° quarto.
5
Nota:
tratto da Cronaca Numismatica n.177 settembre 2005 e MIR: una possibile spiegazione di questo tipo di
Alfonsino, di cui con questa sigla se ne conosce un solo esemplare, potrebbe essere che la moneta fu coniata durante il
regno di Ferrante (1458–1494) e precisamente tra il 1460 e il 1461 quando era maestro di zecca Salvatore de Ponte.
Il dubbio potrebbe essere sciolto dal fatto che la stessa sigla P compare su di un Carlino di Ferrante del 1460 (un solo
esemplare conosciuto ”VI Asta Triton” del gennaio 2003).
Alfonsino senza sigla > NA7
(Rif. P.R. 2; MIR 53; Andreani 5; lamoneta ALFI 2/1)
Descrizione > diametro millimetri 29 > grammi 5,26 > Au.;
Rarità: R2
Fonte dell’immagine: Asta Nac 53 del 7 novembre 2009 lotto 116
D/  DNS: m: ADIVTO: ET EGO: DESPICI: INIMICO: M ;
in doppio cerchio liscio e perlinato, su un focoso destriero
riccamente bardato le cui narici sembrano sprizzare scintille e al
galoppo verso destra, il sovrano in armatura con la destra portata
all’indietro brandisce la spada e con la sinistra tiene le briglia; la
testa è ricoperta da un elmo coronato ornato da un drago alato;
bordo perlinato;
R/  : ALFONSV:D:G:R:ARAGO:SICILI:CITRA:VLTRA ;
in doppio cerchio liscio e perlinato stemma a tutto campo
inquartato, partito, con le armi di Aragona e Sicilia nel 2° e 3°
quarto e quelle del reame di Napoli, interziate Gerusalemme,
Angiò ed Ungheria nel 1° e 4° ; palato nel 2° e 3° quarto;
bordo perlinato.
Nota: Stemma palato nel 2° e 3° quarto.
Alfonsino sigla B > NA8
(Rif. P.R. 2a; MIR 53/1; Andreani 6; lamoneta ALFI 2/2)
Descrizione > diametro millimetri 30 > grammi 5,30 > Au.;
Rarità: R5
Simile all (7) ma al D/ sigla B nel campo a sinistra del sovrano;
Foto: non disponibile.
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Nota: Stemma palato nel 2° e 3° quarto.
Nota: la dizione al D/ DNS M ADIVTOR ET DESPICI
INIMIC M : il Signore (è) il mio aiuto ed io non mi curerò
dei miei nemici mentre ALFONSVS D G R ARAGO SICILI CITRA VLTRA al R/ si traduce in: Alfonso per Grazia di
Dio re di Aragona (e) re della Sicilia Citra ed Ultra.
La dizione del dritto è tratta dal salmo CXVII, versetto 7, Signore dammi aiuto e io disprezzerò i miei nemici;
DOMINVS MIHI ADIVTOR ET EGO DESPICIAM INIMICOS MEOS.
Reale
Nel 1443 Alfonso I d’Aragona concesse a vita la gestione della zecca Aquilana a
Ludovico Camponeschi conte di Montorio, con il diritto di battere tutti i tipi di
monete che venivano battute a Napoli; il 6 ottobre del 1443 all’Aquila, in seguito a
tale concessione, venne emesso il Reale d’argento (denominato anche Aragonese)
pari a ¾ di Carlino che valeva 3 Cinquine ossia sette Grana e ½.
Alfonso I d’Aragona (1442-1458)
Reale > NA1
(Rif. P.R. 6; MIR 56; Andreani 17; lamoneta ALFI 7/1)
Descrizione > diametro millimetri 24 > grammi 2,71> Ag.;
Rarità: R2
Fonte dell’immagine: A. D’Andrea e C. Andreani “ Le monete Napoletane dai Bizantini a Carlo V” Asta Nac del 7
noveembre 2009 lotto 117
D/ :ALFONSVS:D:GRATIA:REX ;
in un doppio cerchio, liscio e perlinato busto di Alfonso I
coronato, visto frontalmente; bordo perlinato;
R/ :SICILIE:CITRA:ET:VLTRA ;
in un doppio cerchio, liscio e perlinato stemma a tutto campo
inquartato, partito, con le armi di Aragona e Sicilia nel 1° e 4°
quarto e quelle del reame di Napoli, interziate Gerusalemme,
Angiò ed Ungheria nel 2° e 3° ; palato nel 1° e 4° quarto;
bordo perlinato.
Nota: Stemma palato nel 1° e 4° quarto.
7
Reale > NA2
(Rif. P.R. 7; MIR 57; Andreani 15; lamoneta ALFI 8/1)
Descrizione > diametro millimetri 23 > grammi 2,71 > Ag.;
Rarità: R
Fonte dell’immagine: Asta Artemide del 2/3/4/5 luglio 2009 lotto 1575
D/ :ALFONSVS:D:GRATIA:REX: ;
in un doppio cerchio, liscio e perlinato busto di Alfonso I
coronato, visto frontalmente; bordo perlinato;
R/ :CICILIE:CITRA:ET:VLTRA: ;
come la (1) ma palato nel 2° e 3° quarto.
Nota: Stemma palato nel 2° e 3° quarto
Reale > NA2a
Descrizione > diametro millimetri 23 > grammi 3,01 > Ag.;
(Rif. MIR 57/2
Simile alla (2) ma variazione nella legenda:
al D/ ALFONSVS: D: GRACIA: REX
al R/ CICILIE:CITRA:ET:VLTRA.
Foto : non disponibile.
Reale > NA2b
Descrizione > diametro millimetri 23 > grammi 3,01 > Ag.;
Rarità: R
Simile alla (2) ma al R/ CICILIE:CITRA:ET:VLTR ;
Fonte dell’immagine: Asta Nac 32 del 23 gennaio 2006 lotto 70
Nota: la dizione ALFONSVS D GRATIA REX CICILIE CITRA ET VLTRA va letta in maniera continua fra il D/ ed
il R/ : Alfonso per Grazia di Dio re della Sicilia Citra ed Ultra.
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Esemplari che meritano conferme
Reale > NA2b
(Rif. P.R. 7a; MIR 57/1; Andreani 16; lamoneta ALFI 8/2)
Descrizione > diametro millimetri 23 > grammi 2,70 > Ag.;
Rarità: R5
Simile alla (2) ma variazione nella legenda:
D/  ALFONSVS:D:GRATIA:REX ;
R/  ALFONSVS:D:GRATIA:REX ;
Foto: non disponibile.
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