Prospettive per il Sito Inquinato I risultati dell`attività presentati all
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Prospettive per il Sito Inquinato I risultati dell`attività presentati all
Spedizione a.p. 70% DR TS In caso di mancato recapito inviare al CMP/CPO di Trieste per la restituzione al mittente previo pagamento resi, contiene I.P. Periodico di informazione economica Anno XIV - n. 76 Gennaio/Febbraio 2009 EDITORIALE Scenari congiunturali e ripresa del territorio INTERVISTA Prospettive per il Sito Inquinato CEAT I risultati dell’attività presentati all’Assemblea FOCUS INNOVAZIONE SOMMARIO 2-3 EDITORIALE 10-11 IMPRESE Scenari congiunturali e ripresa del territorio 4-5 CONFINDUSTRIA 12-13 IMPRESE L’economia italiana nella crisi globale 6-7 INTERVISTA Prospettive per il Sito Inquinato 8-9 VISIONE Iniziative importanti per i cittadini Orion: da Trieste valvole di qualità Masè: l’industria del gusto 14-15 ANCE 17-20 FOCUS INNOVAZIONE Inserto a cura di Nicola Pangher e Domenico Romeo 21 AMBIENTE Imprese, ambiente e normative 22-23 SICUREZZA Sicurezza sul lavoro: l’impegno continua La bilateralità in edilizia 16 PROGETTI 24-25 IMPRESA E BANCA Slimport, trasporti innovativi Restrizione del credito alle imprese 26-27 CEAT I risultati dell’attività presentati all’Assemblea 28 TRIESTE COFFEE CLUSTER Trieste Coffee Cluster muove i primi passi 29 COMMISSIONE INNOVAZIONE Gli Industriali all’AREA Science Park 30 GRUPPO GIOVANI Parco del mare: un acquario ma non solo 31 TURISMO 33 Trieste patria dei congressi ASSINDUSTRIA Nuove imprese associate 34-36 NEWS Direttore responsabile Paolo Battilana Coordinamento editoriale Associazione Industriali Trieste Palazzo Ralli, piazza A. e K. Casali, 1 34134 Trieste telefono 040.3750111 telefax 040.364684 Redazione e Pubblicità APS agenzia promostampa snc di Aldo Poduie e Federica Zar Viale Miramare, 17 - 34135 Trieste telefono 040.410910 - 040.410908 telefax 040.410908 [email protected] - www.apsonline.it Hanno collaborato Giovanni Balbo, Rossana Costa, Sabrina Del Sal, Sonia Lussi, Elisabetta Michieli, Michela Rados, Stefano Silvestri, Federica Zar Progetto grafico e impaginazione Fotografie S. Silvestri, M. Sterle Archivi: APS e Aziende Foto di copertina gentilmente concessa da Marino Sterle Trieste Industria Periodico dell’Associazione Industriali Trieste Registrazione Tribunale Trieste n. 58 del 28.4.1949 Poste Italiane SpA Spedizione in a.p. - 70% DR TS Anno XIV - Numero 76 Gennaio/Febbraio Stampa Graphart Questo numero è stato chiuso in tipografia il 5 Marzo 2009 Editoriale Scenari congiunturali e ripresa del territorio Un’analisi della situazione di Trieste e dei suoi punti critici I periodi di crisi presentano delle opportunità sotto mentite spoglie: vi propongo questa celebre frase di Benjamin Franklin per mettere l’accento sull’importanza di dare un’accelerazione alla ricerca di soluzioni concrete, con tempi di realizzazione brevi, ai problemi che investono l’economia locale, in un quadro congiunturale globale così complesso. In questi momenti bisogna saper privilegiare percorsi fattibili rispetto ad azioni volte alla ricerca di ‘soluzioni ottimali’, ma di difficile realizzazione. Come evidenzia il recente Rapporto Infocamere 2008 sulla natalità e mortalità delle imprese in Italia, stiamo registrando un calo complessivo del numero di imprese attive nel Triveneto, cui contribuisce pesantemente la regione Friuli Venezia Giulia, con un saldo negativo nella provincia di Trieste (il saldo iscrizioni/cessazioni registra 62 imprese in meno). Su questi elementi va fatto un distinguo fra imprese commerciali ed artigianali e quelle del comparto industriale, che sostanzialmente, nonostante alcuni punti di criticità, manifestano una certa tenuta e che, quindi, vanno affiancate con opportuni interventi in campo finanziario e di sostegno con gli ammortizzatori sociali. La situazione in cui ci troviamo, soprattutto in questo periodo, pone in evidenza la necessità, da noi più volte sottolineata, di riflettere sul modello di sviluppo da adottare per costruire il futuro economico del territorio giuliano. È ormai evidente l’esigenza di avere un territorio complessivamente ‘competitivo’ ed ‘attrattivo’, in grado di rispondere alla sfida sempre più impegnativa che le attuali dinamiche dell’economia ci impongono. Nell’attuale situazione è necessario muoversi su due fronti: tutelare le fasce deboli con misure di sostegno (quali ad esempio gli “ammortizzatori in deroga”), e, nel contempo, avviare una programmazione finalizzata a liberare da subito tutti gli investimenti che possono rilanciare il territorio. Il riferimento va alla pronta e definitiva soluzione del problema delle bonifiche, senza ulteriormente penalizzare le imprese che non si sono rese responsabili dell’inquinamento; al rilascio delle concessioni per il Porto Vecchio; all’avvio della piattaforma logistica; all’insediamento del rigassificatore grazie all’investimento di Gas Natural (550 milioni di Euro di cui 40 per il recupero ambientale del sito in cui dovrebbe sorgere l’impianto). Ogni ulteriore ritardo al riguardo rischia infatti di dare campo ad iniziative similari a Capodistria. In una fase congiunturale come quella attuale è inoltre utile dare un’accelerazione agli investimenti infrastrutturali: oltre all’apprezzato avvio dell’iter per la terza corsia dell’A4, risulta quanto mai opportuno dare impulso ad interventi nel settore del trasporto aereo e ferroviario, per ovviare al problema della marginalità, di cui la provincia di Trieste soffre storicamente. Anche il rilancio della funzione di Friulia, a sostegno dei processi di sviluppo (con particolare riguardo al rafforzamento strutturale delle piccole e medie imprese), e il rafforzamento del ruolo dei Congafi possono contribuire a mitigare l’impatto che il sistema bancario attualmente ha sulle imprese. Da rilevare che proprio a supporto delle piccole 3 Scenari congiunturali e ripresa del territorio e medie imprese la Commissione Europea ha definito un quadro di riferimento temporaneo per sostenere l’accesso al finanziamento nell’attuale situazione di crisi finanziaria ed economica. Gli interventi ammessi prevedono la concessione di aiuti pari a 500.000 euro (da concedersi sino al 31 dicembre 2010) attraverso sovvenzione diretta in denaro; garanzie su prestiti agevolati; agevolazioni sui tassi di interesse; sostegno alla realizzazione di prodotti che migliorino considerevolmente la tutela ambientale; rafforzamento degli investimenti in capitale di rischio. Quella offerta dalla Commissione Europea costituisce un’opportunità che la Regione, per le sue competenze in materia di politica industriale e per il ruolo nello sviluppo del sistema delle piccole e medie imprese, non può trascurare. Nonostante il protrarsi dal 2003 di una situazione di sostanziale blocco di nuovi insediamenti produttivi per il problema delle bonifiche, l’andamento dell’industria locale in termini di occupati (compresi i settori dell’edilizia e delle costruzioni), ha segnato un significativo incremento, passando dai 14.000 del 2004 a circa 19.000 di inizio 2008, a fronte delle perdite di posti di lavoro nel settore del commercio e dei servizi. L’attuale crisi economica avrà delle ripercussioni anche sul tessuto produttivo locale. È indubbio che fattori di criticità siano presenti in aziende che operano in settori particolarmente esposti alle turbolenze del mercato, ed è su queste situazioni che anche come Associazione stiamo lavorando al fine di attutire gli effetti della crisi su imprese e lavoratori. Oltre a mettere in atto tutte le azioni utili a consentire l’utilizzo della più ampia gamma di ammortizzatori sociali, con l’obiettivo di tutelare i livelli occupazionali complessivi in un momento di brusco e grave rallentamento delle dinamiche economiche, risulta quanto mai necessario, coinvolgendo le Istituzioni e le parti sociali, mettere in campo tutti gli sforzi utili a definire azioni che consentano di coniugare uno sviluppo ‘qualitativo’ dell’economia, legato alla ricerca e all’innovazione, con uno sviluppo ‘quantitativo’, capace quindi di attivare nuovi insediamenti e conseguentemente di offrire nuove opportunità di sviluppo al territorio. Ritornando all’importante tema delle bonifiche, evidenzio la situazione di inerzia e di blocco che si è generata a sei anni dalla definizione della perimetrazione del Sito inquinato di Trieste. Nessuna possibilità di ottenere una concessione edilizia, nessuna attrattiva per possibili investitori: sono questi gli ostacoli a qualsiasi opportunità di sviluppo in presenza di un quadro congiunturale già scarsamente propizio e della formidabile competizione della vicina Repubblica di Slovenia, anche in termini di intensità di aiuto ammissibile a supporto del sistema economico delle imprese. Preoccupa fortemente, in particolare, che dall’anno della perimetrazione ad oggi, in buona sostanza, non si registrino nuovi insediamenti industriali o significativi ampliamenti delle strutture produttive, salvo rarissime eccezioni. Non possiamo nascondere tutte le perplessità legate all’applicazione dell’Accordo approvato dalla Giunta regionale nella seduta del 30 dicembre scorso, con riferimento in particolare all’insufficiente tutela delle aziende insediate non responsabili del presunto inquinamento, che potrebbero essere chiamate a pagamenti non sostenibili e al risarcimento di danni non procurati. Se queste condizioni rimanessero immutate è chiaro che si aprirebbe una lunga fase di contenziosi che, di fatto, prolungherebbe ancora per anni l’attuale situazione di sostanziale blocco degli investimenti. L’auspicio è quello di pervenire ad una sollecita sottoscrizione di un Accordo di Programma per la bonifica, che porti a conclusione la fase di caratterizzazione delle matrici ambientali e pianifichi gli interventi urgenti di risanamento necessari al completo riutilizzo delle aree. Questa strada è percorribile definendo un iter che consenta di aprire l’Accordo di programma (secondo lo schema del project financing) alla partecipazione di nuovi soggetti imprenditoriali che hanno già manifestato l’intenzione di investire nell’area triestina. Il riferimento va ad esempio alla recente dichiarazione del Gruppo Gavio, che si è dichiarato disponibile ad investire 100 milioni di euro nella piattaforma logistica, e all’impegno di Gas Natural, più sopra ricordato. In conclusione, Trieste è di fronte ad una scelta: o si avvia una celere soluzione del problema bonifiche, oppure il sistema economico, in particolare il comparto manifatturiero, rischia di perdere le opportunità che, nonostante tutto, si presentano per rafforzare un tessuto industriale che sia pronto ad agganciare la ripresa economica, quando essa si verificherà. Corrado Antonini Presidente Associazione Industriali di Trieste Bruno Colombin Aveva 93 anni Bruno Colombin, imprenditore triestino a capo della storica azienda Colombin e Figlio S.p.A., che si è spento per una broncopolmonite il giorno di Natale: una vita dedicata alla sua impresa, leader nella produzione di tappi da sughero. Impresa che ha sempre seguito in prima persona, senza ritirarsi in pensione nonostante l’età avanzata, trascorrendo tutta la sua giornata nella sede di via Cosulich e viaggiando regolarmente per monitorare l’attività degli stabilimenti in Spagna e Marocco. Bruno Colombin ha saputo stabilire un ottimo rapporto professionale e umano con collaboratori e dipendenti, che lo ricordano come una persona gentilissima e ottimista, un vero “padre” per chi ha avuto l’opportunità di lavorare per lui. Oltre a questo, era naturalmente un imprenditore di grande carisma, mosso da un ottimismo incrollabile e da intuizioni importanti, come quelle che negli anni Settanta l’hanno portato a progettare e realizzare le macchine che a tutt’oggi rappresentano la chiave del successo della sua azienda, vere e proprie armi vincenti i cui brevetti hanno permesso alla Colombin di guadagnarsi il vantaggio competitivo sui concorrenti (ne è un esempio l’estrazione del tca, una molecola che danneggia il vino, che consente di eliminare il problema del “gusto di tappo” dal vino imbottigliato). Il segreto del suo successo forse sta proprio nella passione che metteva nel lavoro, in quello che per lui era quasi un divertimento, tanto da portarlo a definire la sua fabbrica “uno splendido giocattolo” e da spingerlo a progettare le proprie macchine anche nei momenti di relax, soprattutto nel mare che amava tanto. Ogni anno l’azienda produce 250 milioni di tappi di sughero, fattura circa 30 milioni di euro e dà lavoro, solo a Trieste, a 135 persone. “Ora - racconta il nipote Michele Verginella, figlio di Roberto, amministratore delegato della SpA - ci troviamo tutti a fare i conti con un immenso vuoto”. Confindustria L’economia italiana nella crisi globale Un estratto della premessa pubblicata dal Centro Studi di Confindustria su “Scenari Economici n° 4” (Dicembre 2008) Q Adalberto Valduga Presidente di Confindustria Friuli Venezia Giulia dal 2007, si è spento lo scorso 14 gennaio dopo una lunga malattia. Bellunese di nascita, si è laureato nel 1965 in ingegneria elettrotecnica presso il Politecnico di Milano, e dopo una prima esperienza lavorativa all’Enel ha intrapreso la libera professione. Nel 1976 entra nell’Acciaieria Fonderia Cividale SpA di Cividale del Friuli (Ud), della quale viene nominato consigliere delegato e in seguito Presidente della Cividale SpA, holding operativa del Gruppo Cividale. Dal 1997 al 2003 è stato Presidente dell’Associazione Industriali della Provincia di Udine, dal 2003 al 2007 Presidente della Camera di Commercio del capoluogo friulano. Adalberto Valduga era inoltre membro del Consiglio di Amministrazione e del Comitato esecutivo dell’Editoriale Friuli-Venezia Giulia, società editrice de “Il Messaggero Veneto” di Udine e “Il Piccolo” di Trieste, di NordEst Merchant (Gruppo Banca Popolare di Vicenza), di Amga Azienda Multiservizi, di Friuli Innovazione e di Udine e Gorizia Fiere. Sessantasette anni, Valduga aveva assunto la carica di leader di Confindustria del Friuli Venezia Giulia dal febbraio 2007. uello che il bruco chiama fine del mondo il resto del mondo chiama farfalla - Lao Tse Economie immerse in una crisi di fiducia. L’evoluzione naturale della congiuntura è stata bruscamente interrotta dal crack di Lehman Brothers il 15 settembre 2008. Una data da ricordare. Prima di quel fallimento la recessione annunciata dal triplice shock immobili-finanza-petrolio avrebbe lasciato il posto alla ripresa nel corso del 2009 grazie al miglioramento dei fondamentali. Dopo e a causa di esso, il panico si è diffuso in ogni angolo, finanziario e reale, del sistema e ha reciso il filo della fede nel futuro su cui cammina da sempre lo sviluppo economico. In questi frangenti scatta l’istinto di sopravvivenza e i singoli attori, famiglie e imprese, assumono decisioni e comportamenti rivolti al risparmio. Scelte razionali per i singoli diventano sequenza autodistruttiva per la collettività perché tutti si adeguano ai timori di minore prosperità e li fanno diventare realtà. Con effetti a catena crescenti e sempre più difficili da arrestare: riduzione di consumi e investimenti, perdite nei bilanci aziendali, tagli di posti di lavoro, minori redditi, nuovo calo della domanda. (…) Eppure i semi della ripresa ci sono. Forze favorevoli sono già in azione, ancora più ampie e potenti di tre mesi fa: la repentina discesa dell’inflazione, i guadagni massicci nella bolletta energetica e alimentare, i drastici tagli nei tassi di interesse, il crollo dei costi delle materie prime per le imprese, l’euro meno sopravvalutato, le misure espansive predisposte in molti paesi. In tempi normali basterebbero a spingere le economie su un sentiero di alta crescita nell’arco di un paio di trimestri. Ciò è possibile anche ora se viene dissolta la nebbia di incertezza che impedisce di vedere le opportunità e coglierle. Perciò la priorità è ristabilire la fiducia. Solo la politica economica può riuscirci. Se i governi creano un ponte che, scavalcando il vuoto di domanda attuale, sorregga la produzione e il consumo, sostenga famiglie e imprese, salvi posti di lavoro e aziende, limitando così i danni e conducendo alla riva dove gli impulsi espansivi saranno a pieno regime. La leva corretta da adoperare è la spesa pubblica in investimenti e ammortizzatori sociali; i tagli di imposte vanno mirati a quella fascia di popolazione pronta a usarli per consumi, altrimenti trasformano debito pubblico in risparmio privato. (…) La fiducia non si rinsalda (…) se chi ha responsabilità di governo, a qualunque livello, e chi contribuisce al formarsi delle opinioni lancia moniti e fa previsioni da tregenda, generando confusione e sconcerto nel proporre paragoni con vicende, quelle del 1929, lontane dalle attuali perché diverse e più stabili sono le strutture delle economie. Tutti i policy maker sono chiamati a una prova molto impegnativa. Sta a loro far scoccare la scintilla dello sviluppo. Passi importanti e Confindustria FVG: Alessandro Calligaris nuovo Presidente Sarà l’esperienza dell’ing. Alessandro Calligaris a guidare gli Industriali regionali dopo la prematura scomparsa dell’ing. Adalberto Valduga. È quanto è stato deciso, all’unanimità, nella riunione del Consiglio Direttivo della Confindustria Friuli Venezia Giulia, tenutasi presso la sede dell’Unione degli Industriali di Pordenone martedì 24 febbraio 2009. Il neo-eletto Presidente della Confindustria regionale è Presidente dell’azienda Calligaris, fondata nel 1923 con sede a Manzano, leader nel settore dei complementi di arredamento. Il Gruppo Calligaris, con un fatturato 2008 che si aggira sui 170 milioni, conta 750 dipendenti, cinque stabilimenti produttivi di cui uno in Croazia, distribuisce i suoi prodotti in oltre 12mila punti vendita in ben 90 Paesi, con filiali in Usa e in Giappone. Nella stessa riunione il Consiglio Direttivo ha nominato, su proposta del Presidente Calligaris, Gianfranco Di Bert (attuale Presidente dell’Unione Industriali di Gorizia) quale Vice Presidente vicario della Confindustria Friuli Venezia Giulia. (Fonte: Confindustria FVG) 5 L’economia italiana nella crisi globale Emma Marcegaglia incontra Alessandro Calligaris coraggiosi sono stati compiuti, con fantasia e spregiudicatezza, avventurandosi in territori inesplorati alla ricerca delle soluzioni migliori. (…) Il rischio più grande dello scenario, forse l’unico a questo punto rimasto giacché gli altri si sono ormai materializzati, è proprio quello di un nuovo fallimento della politica, qualora questa obbedisse a tempi e logiche proprie e non si dimostrasse all’altezza delle formidabili sfide presenti. Per le quali occorre prontezza nelle decisioni. (…) Sono urgenti infrastrutture moderne, amministrazione pubblica efficiente, mercati più liberi, politica meno invasiva, sindacati senza ideologie, istruzione che formi capitale umano anziché essere al servizio dei docenti. (…) Fermo restando il fondamentale obiettivo del risanamento dei conti pubblici e dell’abbattimento del debito, i vantaggi crescenti che queste riforme porteranno domani al bilancio pubblico possono essere scambiati oggi, di fronte ai mercati finanziari e alle autorità europee, con un maggior spazio di manovra nell’uso del deficit pubblico per sostenere la domanda interna puntando anzitutto proprio sugli investimenti in opere pubbliche e sugli ammortizzatori sociali. La fiducia ne sarebbe confortata due volte, per gli effetti nel breve e per quelli nel lungo termine. Il Governo ha già avviato importanti cambiamenti e ha gli strumenti per allargare e approfondire la sua azione, anche grazie al maggior grado di libertà deciso dall’Unione europea nell’interpretazione del Patto di stabilità. (…) Nel caos e nel buio della crisi sta nascendo un mondo più equilibrato: i consumatori americani tornano a risparmiare, le bilance dei pagamenti tendono al pareggio, non ci sono bolle speculative, la finanza sarà meglio regolata e vigilata, le imprese e interi settori industriali vengono ristrutturati (evitando eccessive concentrazioni che ridurrebbero la concorrenza e danneggerebbero il consumatore). Gli investimenti pubblici in infrastrutture, soprattutto in nuove tecnologie e ambiente, aumenteranno benessere e produttività. I commerci saranno resi più liberi da nuovi accordi internazionali. L’Italia è preparata? Un rapido sguardo ai benchmark competitivi dà una risposta negativa. Di nuovo torna impellente la necessità di varare le riforme strutturali. Nelle imprese esposte alla concorrenza la ristrutturazione non si limita a essere auspicata ma semplicemente avviene, come esigenza vitale. La trasformazione del Made in Italy continua e può funzionare da acceleratore per la ripresa. Puntando su innovazione e internazionalizzazione che, come dimostra l’analisi di MET, sono le caratteristiche fondamentali delle imprese di successo. (…) ‘’Serve una politica fiscale più adeguata, che aiuti gli imprenditori. La crisi viene adesso, e quindi è necessario che le decisioni e i loro effetti siano immediati’’. Lo ha sottolineato Emma Marcegaglia, Presidente di Confindustria, a margine della commemorazione di Adalberto Valduga che si è tenuta lo scorso 4 marzo a Cividale. ‘’In questo momento quello che gli imprenditori italiani devono fare è continuare ad investire nelle proprie aziende - ha continuato Emma Marcegaglia - e fare di tutto per mantenere i posti di lavoro, avendo un atteggiamento di solidarietà verso i lavoratori. Chiederemo al governo, alle banche e ai sindacati di fare la loro parte’’. “Bisogna mobilitare le risorse disponibili per favorire il credito alla Pmi - ha detto il Presidente di Confidustria FVG Alessandro Calligaris, che ha incontrato la Marcegaglia a margine della commemorazione - va sostenuta e condivisa la proposta di Confindustria di utilizzare la parte inoptata di Tfr, che finisce nel Fondo Tesoreria, per la costituzione di un fondo di garanzia che consenta alle banche di sentirsi più protette nel momento in cui erogano liquidità”. Numerosi gli spunti emersi dall’incontro: dalla necessità di modernizzare la PA, a quella di pervenire a una sollecita sottoscrizione dell’Accordo di Programma per la bonifica del SIN, a quella di sostenere l’autotrasporto locale per contrastare il vantaggio competitivo delle imprese dell’Est Europa. Intervista Prospettive per il Sito Inquinato Il SIN di Trieste tra Accordo di Programma e rilancio del territorio. Intervista all’On. Roberto Menia A quasi sei anni dalla sua istituzione, il SIN continua a rappresentare il principale freno allo sviluppo economico del tessuto produttivo della provincia. La crisi economica globale che stiamo attraversando impone la ricerca di soluzioni snelle, applicabili, che diano garanzie di equilibrio tra le necessità per gli investitori di avere delle certezze e una reale tutela dell’ambiente. In questo quadro, lo strumento dell’Accordo di Programma rappresenta per tutti i Soggetti Economici del Territorio l’unico mezzo valido con il quale si possa superare l’empasse che dal 2003 ingessa l’intera zona industriale. Da quasi due anni si discute sui contenuti dell’Accordo, sugli interventi previsti e sul grado di coinvolgimento delle aziende insediate nel SIN di Trieste. La Regione FVG ha approvato in via preliminare la bozza di Accordo il 30 dicembre u.s. e siamo in attesa di ulteriori importanti chiarimenti da parte del Ministero. Delle prospettive a breve e medio termine discutiamo con l’on. Roberto Menia, Sottosegretario di Stato al Ministero dell’Ambiente, esponente di punta del mondo politico triestino e profondo conoscitore della realtà locale. Onorevole Menia, siamo finalmente prossimi alla definizione dei contenuti dell’Accordo? Quali sono i tempi, dal Suo punto di vista, e le procedure per l’approvazione finale del documento? Il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare ha completato l’iter interno di approvazione dei contenuti dell’AdP. Siamo quindi in attesa di indicazioni da parte della Regione FVG, impegnata attualmente nell’ottenimento delle approvazioni da parte della Giunta provinciale di Trieste e delle Giunte comunali di Trieste e di Muggia. Il programma degli interventi presenti nella bozza sembra già prevedere quelli che potranno essere i risultati della caratterizzazione e dell’analisi di rischio sitospecifica, fasi di cui (ad oggi) solo la prima risulta parzialmente avviata. Non sarebbe stato più funzionale, anche per comprendere l’effettivo stato di contaminazione, procedere alla sollecita chiusura della fase di indagini/caratterizzazioni e solo in un secondo momento pianificare gli interventi, razionalizzando le risorse disponibili? Lo spirito che ha condotto alla predisposizione dell’AdP è stato quello di non ritardare ulteriormente l’avvio dei necessari interventi di messa in sicurezza e bonifica del SIN, quali condizioni preliminari e necessarie al rilancio economico delle aree, fornendo, al contempo, un chiaro quadro di riferimento per le imprese, in termini di tempistiche e procedure per il riutilizzo delle aree in pendenza dell’intervento di bonifica, ma anche in termini di vantaggi economici per le imprese interessate alla 7 Prospettive per il Sito Inquinato sottoscrizione di specifici atti transattivi con la Pubblica Amministrazione. A tal fine si è voluto, quindi, procedere ad una rapida definizione degli interventi necessari, nonché alla stima dei relativi costi, partendo dai dati ambientali fino a quel momento disponibili, ritenuti comunque sufficienti a definire lo stato di compromissione ambientale del sito. In particolare, la necessità di dare avvio agli interventi di messa in sicurezza e bonifica d’emergenza della falda del SIN di Trieste è stata deliberata dallo stesso MATTM, già nella Conferenza di Servizi Decisoria del 26 luglio 2007, sulla base dei risultati delle caratterizzazioni effettuate dall’ARPA FVG. Nel corso della stessa Conferenza è stato dato mandato alla Direzione competente di predisporre uno specifico Accordo di Programma che definisse tali interventi ritenuti urgenti e necessari. In tale contesto, gli interventi da realizzare, individuati nell’Accordo, sono stati scelti in quanto rappresentano le soluzioni tecnologiche che offrono maggiore garanzia rispetto all’obiettivo di impedire la diffusione/ dispersione incontrollata delle acque di falda contaminate verso il mare; tali soluzione tecnologiche saranno poi oggetto di ulteriori approfondimenti in sede di studio di fattibilità, previsto all’interno dell’Accordo medesimo. Gli aspetti economici sono quelli che, ovviamente, destano maggiore preoccupazione tra le Aziende, con particolare riferimento alle piccole e medie. In un recente incontro, è stato chiarito che gli oneri per la realizzazione del sistema di contenimento della falda previsti nella prima fase saranno ripartiti tra tutti i soggetti insediati, fatte salve le aree cedute da Enti Pubblici, per le quali saranno essi stessi a sostenerne i costi (12 euro/mq, n.d.r.). Emerge invece un discorso differente per quanto attiene al danno ambientale che sarà richiesto una-tantum a tutti gli insediati, prescindendo dalla effettiva responsabilità. Se vale il principio “Chi inquina paga”, non sembra più valere il contrario, ovvero “Chi non ha inquinato, non paga”. Quali rassicurazioni si sente di poter dare a quanti hanno acquistato in buona fede i terreni dai Soggetti Pubblici? La quantificazione della quota di danno ambientale sarà fortemente differenziata in quanto avverrà sulla base: del diverso impatto esercitato sulla aree di propria competenza e sulla falda; delle attività esercitate, degli impianti e delle opere realizzate e/o gestite. Inoltre la suddetta quota dovuta a titolo di danno ambientale potrà essere pagata in 10 anni senza interessi, e potrà essere oggetto di conguaglio con i maggiori oneri sostenuti dalle imprese per realizzare interventi che permettano di ottenere performance ambientali superiore ai limiti previsti dalla normativa vigente, in conformità con le normativa comunitaria sugli aiuti di stato in campo ambientale. Gli interventi previsti nella prima fase sono la realizzazione del sistema di contenimento della falda e del nuovo depuratore di Servola. Come verrà gestito il sistema? L’accordo prevede la realizzazione di un sistema integrato tra l’intervento di barrieramento della falda e l’impianto di depurazione di Servola, potenziato con un impianto di trattamento delle acque di falda, tale da permettere il riutilizzo delle stesse a fini produttivi. La realizzazione dell’intervento relativo al depuratore sarà a cura del Comune di Trieste, in collaborazione, per il modulo funzionale al trattamento delle acque di falda, con il soggetto attuatore individuato dal MATTM nell’Accordo, ai sensi dell’articolo 6 del DM 308/2006. Si discute molto della piattaforma logistica, della riconversione del polo siderurgico di Servola e dell’insediamento del rigassificatore di Gas Natural, solo per citare qualche esempio. Quale futuro vede per la zona industriale della sua Città? Qual è il suo progetto di sviluppo per il territorio giuliano? L’accordo di programma in parola ha come obiettivo quello di creare i presupposti per un rapido sviluppo dell’area sia in termini infrastrutturali sia produttivi, secondo gli orientamenti tracciati dal Governo; con tal spirito si è voluto con forza il coinvolgimento, tra i soggetti sottoscrittori, del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e del Ministero dello Sviluppo Economico e si è “scommesso” su un approccio di sviluppo integrato (ambiente/ imprese/infrastrutture), anche attraverso il contestuale inserimento del SIN di Trieste tra i siti destinatari degli interventi di rilancio produttivo previsti dal Progetto Strategico Speciale (PSS) “Programma straordinario nazionale per il recupero economico produttivo di siti industriali inquinati”, di cui è titolare lo stesso MiSE. Visione Iniziative importanti per i cittadini I Sindaci di San Dorligo della Valle - Dolina e Muggia illustrano le direttive su rifiuti e Sportello Unico T occa a noi Sindaci, come rappresentanti del Territorio, ricoprire un ruolo importante nello sviluppo e nella comunicazione delle tante iniziative nei campi più svariati, come per esempio in campo ambientale, o in quello delle attività produttive che interessano tutta la collettività. Proprio legato alle attività produttive, è stato istituito nel luglio del 2007 lo Sportello Unico per le attività produttive dell’aggregazione “Rosandra”. Contemporaneamente alla firma della convenzione tra il nostro Comune e il Comune di Muggia, come capofila, è stato stipulato un patto d’intesa con la Regione autonoma Friuli Venezia Giulia al fine di aderire al progetto Impresa Futuro e ricevere i contributi necessari all’avvio del nuovo servizio. Fra i partner del progetto ci sono la Camera di Commercio, che cura la promozione, e INSIEL che fornisce, come partner tecnico, il Protocollo on-line. Dopo l’allestimento degli uffici centrali dello Sportello Unico e la composizione della modulistica, è stata organizzata una serie di incontri formativi per il personale che dovrebbe seguire lo sportello. Questo comunque ha iniziato la propria attività nel gennaio dell’anno scorso, con un numero limitato di procedimenti, rivolgendosi ad un’utenza “amica” che è stata invitata ad usare tali strumenti al fine di testarne la funzionalità. In questa fase non sono state riscontrate grosse difficoltà ed il nuovo servizio ha avuto subito riscontri positivi, con l’implementazione delle procedure e anticipando di molto i tempi previsti. Comunque, ci si può servire dello Sportello Unico per una serie di servizi, come ad esempio esercizi di vicinato, commercio, vendita per corrispondenza e a domicilio, manifestazioni di intrattenimento e svago, impianti di distribuzione carburanti, affittacamere, campeggi, alberghi, agriturismi e tante altre cose ancora. Proprio all’inizio di quest’anno è partita la seconda fase, con il coinvolgimento degli uffici per l’edilizia e l’urbanistica, per definire i procedimenti che potrebbero essere inseriti nell’offerta dello Sportello Unico. Il nuovo servizio è rivolto per di più agli imprenditori e permette il conseguimento di grossi vantaggi in termini di risparmio di tempo (è stato calcolato il 50% in meno), ma anche di denaro. Questa amministrazione ha sempre lavorato a salvaguardia e a sostegno dell’ambiente, ed è per questo che ha fatto la scelta forse un po’ impopolare di iniziare con il progetto di raccolta differenziata porta a porta. Oggi stiamo raggiungendo le percentuali richieste dalla normativa vigente grazie alla collaborazione dell’intera comunità, ma il percorso non è stato tra i più facili. Fin da gennaio 2005, il consiglio comunale ha deliberato il passaggio da Tassa per i rifiuti (Tarsu) a tariffa per gli utenti del servizio di gestione dei rifiuti urbani (TIA), determinata e applicata a norma del D.Lgs n. 22/1997 e del D.P.R. n. 158/1999. La tariffa viene calcolata con la somma di due quote: la quota fissa e la quota variabile e viene suddivisa in utenze domestiche e non. Si tiene conto poi della superficie coperta dall’abitazione e del numero degli occupanti, mentre per le quote non domestiche si fa riferimento alla superficie e alle classi di appartenenza. Nel sistema di raccolta porta a porta, ogni utente dispone di diversi bottini per la raccolta di carta, vetro, plastica e lattine che è gratuito, mentre è a pagamento la raccolta indifferenziata. In questo modo, più l’utente conferirà nella differenziata, tanto più ridurrà i rifiuti indifferenziati e in questo modo anche la parte variabile della tariffa che andrà a pagare. Credo che con queste due scelte, sopra descritte, si siano raggiunti dei buoni risultati, tenendo conto dei parametri di efficacia, efficienza ed economicità, dando un aiuto in più alla comunità che amministriamo. Fulvia Premolin Sindaco del Comune di San Dorligo della Valle - Dolina L’ importanza del tessuto economico per il rilancio del territorio sul quale governa il Comune di Muggia è stata ben chiara a questa amministrazione fin dal suo insediamento. Proprio per questo motivo la mia Giunta ed io abbiamo lavorato per porre le basi, nei limiti delle nostre competenze, a nuovi 9 Iniziative importanti per i cittadini insediamenti, alla soluzione di problemi ereditati e più in generale a uno sviluppo economico senza il quale non si possono intravedere miglioramenti sostanziali nella qualità della vita dei nostri cittadini. Obiettivo, quest’ultimo, che ci siamo posti tra quelli da perseguire con maggior vigore nell’espletamento della nostra attività amministrativa. Non è un caso che le linee dettate ai professionisti per il nuovo Piano regolatore prevedano grande attenzione per lo sviluppo e la ricerca, con valutazioni relative alla filiera della cantieristica da diporto, le sinergie con l’Università, la competitività dei settori industriale, artigianale e commerciale. In termini ancor più concreti, subito dopo il nostro insediamento, abbiamo attivato lo Sportello unico per le imprese in collaborazione con il Comune di San Dorligo-Dolina e sotto l’egida della Regione Friuli Venezia Giulia, impegnata a finanziare il progetto per le attività produttive denominato «ImpresaFuturo». La formula di «e-government» con cui gli imprenditori sono messi nelle condizioni di interagire in via informatica e gestire alcune pratiche senza la presenza fisica negli uffici di enti e istituzioni è ormai giunta alla sua seconda fase. Dopo l’avvio dei servizi on-line per i procedimenti commerciali si stanno ora implementando quelli relativi all’ambiente, all’occupazione del suolo pubblico e, entro il 2009, quelli relativi ai procedimenti urbanistici. Il tutto per ridurre i tempi della burocrazia ma anche per fornire una certezza in merito alla stessa tempistica di attuazione delle pratiche. A favore delle imprese, così come di tutti i residenti sul territorio comunale, anche lo sforzo che questa amministrazione intende mettere in atto per l’adeguamento del servizio per la raccolta dei rifiuti. Una volta risolte una serie di problematiche relative agli appalti che non ci hanno ancora permesso di intervenire come desideravamo su altri aspetti del servizio, sarà la volta delle tariffe. Nerio Nesladek Sindaco del Comune di Muggia 2008 T.M. 35.789.535 2008 435 2008 8.123 17.874 36.808 8.832 2.987 74.624 Imprese Orion: da Trieste valvole di qualità L’azienda di Luca Farina rifornisce compagnie petrolifere, oleodotti e rigassificatori di tutto il mondo L eader mondiale nella produzione di valvole d’intercettazione per il settore petrolchimico e derivati, la Orion SpA è oggi un’azienda solida, orientata all’internazionalizzazione e all’innovazione. Acquisita completamente nel 1996 dal Gruppo Farina – che si occupa di componentistica piping, curando la produzione di tubi, flange forgiate, raccordi e valvole – la Orion è stata fondata nel 1951 e ha visto il susseguirsi di persone ed eventi che hanno dato all’azienda una sorta di immortalità. A sottolinearlo è il Presidente e Amministratore Delegato Luca Farina, che trasferitosi una decina d’anni fa a Trieste da Como ha saputo rilanciare la società portandola a livelli di vera eccellenza. “Orion fornisce le più grandi compagnie petrolifere al mondo – sottolinea Farina – che operano in Medio-Oriente (40% della produzione per rispondere alle richieste di Arabia Saudita, Emirati Arabi, Kuwait, Qatar), negli Stati Uniti, in Canada, Giappone, Norvegia e Corea, partecipando alla costruzione di impianti dove la massima parte delle tecnologie utilizzate è occidentale. Ci rivolgiamo anche ai grandi gruppi di ingegneria (come Saipem, Technip, Bechtel, Kellog, Fluor), che realizzano i progetti in base alle esigenze delle compagnie petrolifere”. Producendo in particolare valvole di intercettazione in metallo fuso, di regolazione di flusso e di non ritorno, Orion è orientata al miglioramento continuo dei suoi prodotti per raggiungere i più alti livelli tecnologici e la qualità migliore per fornire ai clienti servizi sempre più efficenti. “Lo studio sui materiali impiegati – spiega Luca Farina – si è molto sviluppato, anche in seguito alla crescita del prezzo del petrolio, una risorsa ovunque ricercata. In Canada, ad esempio, nella zona delle oil sands, il petrolio sta salendo da solo in superficie ed ha impregnato il terreno di una vasta area. Abbiamo dovuto adeguare le nostre valvole in modo da lavare la terra per separarla dal petrolio, utilizzando dei materiali in grado di resistere all’usura del fluido abrasivo. Per creare prodotti di successo – continua il Presidente – abbiamo fortemente investito sulla ricerca, sullo sviluppo tecnologico e soprattutto sulle persone che lavorano in azienda: 120 dipendenti, qualificati e motivati, che costantemente supportano la nostra crescita e l’espansione verso altri mercati. “Per il settore dei rigassificatori – afferma Luca Farina, assicurando la disponibilità della società a collaborare con Gas Natural per la realizzazione dell’impianto a Trieste, considerato un’opportunità per l’azienda ma soprattutto per la città – creiamo valvole per servizi criogenici in grado di resistere a temperature di –196 °C per poter lavorare con i gas liquidi. Tra i lavori che abbiamo contribuito a realizzare per il settore petrolifero nel 2008, da ricordare la “Keystone” pipeline da circa 6000 km, che collega il Mare Artico al Golfo del Messico. Per il teleriscaldamento abbiamo fornito ai gestori di un impianto pilota a Brescia un isolamento 11 Orion: da Trieste valvole di qualità adeguato dei tubi per il trasporto dell’acqua calda, che da una grande centrale viene convogliata nelle case. Così abbiamo costituito una società specializzata (Ecoline SpA) in grado di produrre tubi altamente pre-isolati, capace di garantire una perdita di temperatura massima di 0,6 °C per km”. Se l’innovazione è un valore assoluto per la Orion, l’internazionalizzazione è una scelta obbligata, anche in un periodo congiunturale così difficile, che inizia a pesare pure sul settore petrolifero in quanto molti degli investimenti previsti dalle Compagnie mondiali sono stati pianificati su un prezzo molto elevato del petrolio (fino agli 80/100 dollari al barile di qualche mese fa). “Viviamo la situazione di crisi – conferma Luca Farina – come un’occasione per pensare al futuro: per mantenere la nostra posizione di leader del mercato (i nostri competitor nel mondo sono una decina), stiamo investendo in un nuovo prodotto altamente tecnologico, e valutando una penetrazione in altri Paesi, in particolare in Russia. Sempre puntando su competenza, tecnologia, affidabilità e flessibilità”. Federica Zar Orion Ha inaugurato lo scorso anno il suo nuovo stabilimento in zona industriale (27.000 mq complessivi), nel quale produce valvole in acciaio fuso di dimensioni fino a 12 metri di altezza e del peso di 60 tonnellate, con una capacità produttiva di circa 5.000 tonnellate/anno. Nel 2008 la società ha partecipato alla realizzazione di progetti in Qatar, Arabia Saudita, Polonia, Iran, Finlandia, Oman, Venezuela, Canada/Usa e, in Italia, per il parco serbatoi di Trieste della SIOT – Società Italiana per l’Oleodotto Transalpino. Il Gruppo Farina produce circa 100.000 tonnellate/anno di raccordi, flange e tiranteria, (circa 600 dipendenti, con aziende anche in Germania, Canada e Inghilterra). Fra le attività della famiglia Farina, importante anche quella vinicola, con circa 2.000.000 di bottiglie/anno, la cui qualità è stata nel 2008 premiata con l’inserimento del Barolo Stefano Farina tra i Top 100 del mondo. Imprese Masè: l’industria del gusto Lo storico salumificio triestino ha esportato in tutta Italia i prodotti tipici della nostra zona Q uello della famiglia Masè è sicuramente uno dei nomi più noti dell’industria alimentare e della ristorazione triestina, che vanta una solida tradizione e una rete capillare di punti vendita cittadini. Originari di Strembo, un piccolo paese del Trentino situato nella Val Rendena, Angelo e Miradio Masè emigrano a Trieste - all’epoca fiorente porto dell’Impero Austro Ungarico - attorno al 1870, e avviano la loro attività aprendo un banchetto di salumi e carni in piazza della Legna (l’attuale Piazza Goldoni), prima di trasferirsi nel loro primo negozio nell’attigua via Gallina. Miradio in seguito si staccherà dal fratello ed aprirà un buffet in Via Ghega, che in breve tempo diventerà il maggior rivenditore cittadino di birra Dreher. Nel primo dopoguerra Guerrino (figlio di Miradio) e Cesare (figlio di Angelo) aprono un salumificio a Barcola: per motivi di spazio, si sposteranno poi in via Fabio Severo, alla curva ribattezzata Masè. Nel corso degli anni Guerrino si separa dal cugino e, assieme agli altri fratelli (tra i quali Alfonso, padre di Tullio), torna a gestire il negozio di via Ghega. È all’inizio degli anni ‘50 che Alfonso si trasferisce da solo in via Timeus, dove incomincia a lavorare assieme al figlio Tullio: quest’ultimo nel 1970, in seguito alle conoscenze acquisite durante le frequenti collaborazioni imprenditoriali con i colleghi di San Daniele, decide di dedicarsi alla produzione di salumi cotti. Nel 1996 la produzione si sposta nell’attuale stabilimento sito in Zona Industriale: nasce il Gruppo Masè, composto da due aziende che controllano rispettivamente la produzione e la gestione dei negozi di proprietà: entrambe sono amministrate da Andrea Masè, figlio del Cavalier Tullio attuale Presidente del Gruppo. “Uno dei descrittori del brand Masè (“Lo specialista della salumeria cotta”) indica in modo inequivocabile come l’azienda sia orientata alla produzione di salumeria cotta di qualità - spiega Andrea Masè - un obiettivo perseguito sia in termini di caratteristiche delle materie prime utilizzate che di tipologia di articoli offerti al consumatore finale. Produciamo ancora oggi con metodi artigianali, utilizzando esclusivamente carni fresche accuratamente selezionate, e la gran parte degli articoli non contiene fonti di glutine, polifosfati aggiunti, derivati del latte e glutammato”. Affettati a macchina o tagliati al coltello ancora caldi come da tradizione triestina e mitteleuropea, i prosciutti cotti sono il fiore all’occhiello della produzione Masè e rappresentano un legame indissolubile con gli usi e i costumi propri di queste terre. Oggi la Tipica Salumeria Tullio Masè gestisce direttamente venti punti vendita, dislocati in prevalenza nella provincia di Trieste, ma presenti anche a Udine, Grado e Monfalcone. I negozi si suddividono sostanzialmente in due tipologie: oltre ai punti vendita di tipo tradizionale infatti, l’azienda ha iniziato ad aprire una nuova generazione di locali che uniscono la salumeria alla ristorazione veloce. 13 Masè: l’industria del gusto “Le analisi dei trend di mercato - dice l’Amministratore Delegato - confermano infatti il costante aumento dei pasti di tipo veloce, consumati fuori casa durante tutto l’arco della giornata. Vi è inoltre una tendenza sempre più accentuata a mangiare al di fuori dei luoghi tradizionali (ristoranti, trattorie, pizzerie…): il cliente è attratto e gradisce tipologie di negozio non convenzionali. Il nuovo conceptstore Masè ben si adatta alle mutate esigenze degli stili di vita contemporanei: il visitatore che entra in negozio per fare la spesa può anche mangiare e chi pranza o consuma un aperitivo può anche acquistare salumi o altri prodotti alimentari. Il tutto senza mai rinunciare alla qualità”. Partendo da uno sguardo sugli stili di vita moderni, Masè si avvicina quindi al consumatore d’oggi, adeguandosi ai suoi ritmi, alleviandone lo stress ed esaudendone i piccoli piaceri quotidiani. Il piano di crescita che interessa i negozi di proprietà sta proseguendo con il lancio, già in atto, del sistema di franchising: a dicembre è stato infatti aperto a Roma, presso il Centro Commerciale Porta di Roma, il primo negozio in Distribuzione Selettiva. Il Gruppo Masè ha avviato un piano di crescita che interessa i canali commerciali del Normal Trade, della G.D.O. e dell’HO.RE.CA.: la strategia aziendale prevede un allargamento della presenza della marca Masè sia a livello nazionale che internazionale, attraverso un allargamento delle aree di vendita di tipo concentrico (Friuli Venezia-Giulia; Veneto, Lombardia e Trentino Alto Adige; territorio nazionale; Slovenia, Austria, Francia e Germania). Nel suo piano di crescita, Masè ritiene strategica l’innovazione tecnologica: nel primo trimestre del 2009 l’azienda presenterà ed inizierà la fase di commercializzazione della morsa a riscaldamento ohmico, creata in partnership con l’AREA di Ricerca di Trieste. Questo innovativo brevetto consentirà all’azienda di migliorare sensibilmente il servizio reso al consumatore finale: attraverso un flusso di corrente a bassa tensione che non altera in alcun modo le caratteristiche chimiche ed organolettiche del prodotto, il prosciutto cotto con osso tagliato a mano potrà essere servito caldo a tutte le ore del giorno, come se fosse stato appena sfornato. ANCE La bilateralità in edilizia Incontro con Marcello Dell’Erba, Presidente del locale Comitato Paritetico Territoriale per la prevenzione degli infortuni L a tutela della sicurezza sul lavoro è un principio e un obiettivo di forte valenza culturale ed etica su cui si misura il livello di civiltà e progresso di ogni società. In un settore come quello delle costruzioni, in cui sono presenti rischi professionali legati alle peculiarità del lavoro in cantiere, il fenomeno degli infortuni è tuttora un problema gravissimo, un dramma sociale e umano la cui soluzione rappresenta da sempre una priorità per l’Associazione nazionale dei costruttori edili e per le sue Associazioni provinciali. Comitato Paritetico Territoriale per la prevenzione degli infortuni, l’igiene e l’ambiente di lavoro Cittadella dell’Edilizia Via dei Cosulich, 10 34147 Trieste tel. 0402822403 fax 0402820997 [email protected] www.ediliziaentionline.it Indubbiamente la nostra categoria ha posto da sempre al centro delle proprie politiche associative e contrattuali il trinomio della sicurezza, della regolarità e della formazione, nella convinzione che la diffusione di una vera e profonda cultura della sicurezza, che entri veramente a far parte di un patrimonio condiviso di valori sociali, vada promossa su molti piani e si articoli in una pluralità di strumenti e azioni strategiche innovative. Il nostro comparto ha promosso un sistema di Enti paritetici, costituito da ben 300 strutture presenti in tutte le province italiane, quali le Casse edili, le Scuole edili e i Comitati Paritetici Territoriali per la prevenzione degli infortuni (in breve CPT), tutti finanziati con il contributo diretto delle imprese di costruzione, che svolgono un’efficace azione di contrasto alle forme di lavoro irregolare, di formazione dei soggetti coinvolti nel processo costruttivo e di verifica delle condizioni di sicurezza nei cantieri. Oltre alla capillare attività attraverso il sistema bilaterale, l’azione Ance si è recentemente tradotta in una serie di proposte normative e impegni contrattuali che rappresentano non solo un passo avanti fondamentale per il rafforzamento della sicurezza, ma anche al tempo stesso un significativo contributo al fine di contrastare le irregolarità nel reperimento di nuova manodopera. Infatti dopo l’introduzione del Durc, del tesserino di riconoscimento e della comunicazione anticipata del rapporto di lavoro (che hanno avuto un’applicazione preventiva e generalizzata proprio in edilizia) dal 1° gennaio di quest’anno sono attivi i Corsi preassuntivi delle “16 ore” presso le Scuole edili che, per effetto di una disposizione del nostro contratto nazionale, devono essere obbligatoriamente frequentati dai lavoratori che entrano per la prima volta nel sistema bilaterale delle costruzioni. In questo modo acquisiscono una conoscenza di base delle mansioni che saranno chiamati a svolgere, del cantiere come luogo di lavoro e di produzione, dei rischi che correranno se non applicheranno rigorosamente le norme antinfortunistiche previste. Veniamo più in particolare al Comitato Paritetico Territoriale per la prevenzione degli infortuni, del quale Lei ha recentemente assunto la Presidenza. Dopo il mandato del Presidente Marino Benussi, che ha guidato l’Organismo nel precedente triennio con autorevolezza e competenza, ho assunto la responsabilità del 15 La bilateralità in edilizia CPT dallo scorso mese di ottobre. Le attività istituzionali del Comitato, nel quale sono coinvolte anche le Associazioni artigiane, Confartigianato e CNA, sono compiutamente descritte nello Statuto, dove si precisano i compiti che il CPT è chiamato a svolgere per favorire il miglioramento dell’ambiente di lavoro nei cantieri edili, facendosi attivo promotore delle condizioni di sicurezza. A questo fine i sopralluoghi in cantiere da parte dei tecnici incaricati costituiscono il momento più concreto e la sintesi delle nostre finalità operative. Il nostro gruppo di tecnici professionalmente qualificati è chiamato a interloquire, a coinvolgere e motivare chi opera quotidianamente in cantiere, ricercando la valorizzazione delle reciproche esperienze secondo procedure e modalità operative di effettuazione delle visite predefinite e concordate fra le parti sociali. Come si attiva l’intervento dei tecnici? Su richiesta delle imprese, ma anche per iniziativa diretta del Comitato o delle parti sociali che in esso sono rappresentate. Voglio ricordare a questo proposito che è stata recentemente varata la disciplina operativa del Protocollo d’Intesa sottoscritto tra il Comune di Trieste, l’Ance, le Associazioni artigiane e le sigle sindacali di categoria, finalizzato a rafforzare le verifiche di sicurezza e regolarità nei cantieri, con la collaborazione e il coinvolgimento diretto del Comitato Paritetico Territoriale, fatte salve e impregiudicate le competenze degli organi tecnici di controllo. Si tratta di “visite” effettuate di concerto e per iniziativa del Responsabile del procedimento incaricato dal Comune per ogni singolo appalto, obbligatoriamente entro due mesi dall’avvio del cantiere e successivamente durante l’esecuzione dei lavori, su impulso e intervento autonomo dello stesso CPT, al fine di appurare lo stato effettivo dei cantieri e il rispetto formale e sostanziale della normativa vigente. Ci tengo a sottolineare che si tratta del primo esempio a livello nazionale di collaborazione tra un importante ente appaltante (il primo nella Regione Friuli Venezia Giulia) e un organismo bilaterale. Quindi, supporto tecnico e organizzativo alla corretta attività delle imprese nella gestione della sicurezza ma anche presenza istituzionale… Siamo attivamente presenti e direttamente coinvolti nell’attività del Tavolo di coordinamento permanente in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro istituito dalla locale Prefettura e nella Segreteria Tecnica creata nel suo ambito, che hanno sviluppato interessanti campagne informative, promosso Protocolli d’intesa fra Enti di controllo, stazioni appaltanti e associazioni di categoria, ausili tecnici per l’adempimento degli obblighi in materia, azioni di ricognizione e sensibilizzazione sulla formazione e sullo stato di attuazione di aspetti mirati del Testo Unico della Sicurezza. Su questo Tavolo abbiamo anche sottoscritto nello scorso mese di dicembre un Protocollo, sicuramente innovativo, con l’Azienda per i Servizi Sanitari e la Direzione provinciale del Lavoro, per il miglioramento del coordinamento istituzionale fra gli Enti e l’implementazione dell’attività di prevenzione nei cantieri della nostra provincia, costituendo un “Ufficio di Coordinamento” presso la SCPSAL, che definirà linee guida condivise relative alle modalità di sopralluogo e individuerà le priorità di intervento. Voglio poter affermare che, con concorso operativo di tutti i soggetti coinvolti, nel rispetto dei reciproci ruoli e responsabilità, sia stato intrapreso un percorso sicuramente impegnativo ma, mi auguro, efficace nel perseguimento dell’obiettivo comune di un lavoro qualificato e sicuro. In un momento estremamente difficile per il settore e per tutta l’economia italiana, unitamente all’entrata in vigore del “Testo Unico” in materia di sicurezza (che il comparto sta con fatica metabolizzando), il nostro obiettivo è quello di coadiuvare le imprese nel cantiere sensibilizzando i preposti e le maestranze ad assimilare la cultura della sicurezza non come sacrificio bensì come modus operandi, cercando di instaurare uno spirito di collaborazione tra i Coordinatori per la Sicurezza, gli impresari, le maestranze e gli addetti al controllo dei cantieri (Azienda per i Servizi Sanitari, Direzione Provinciale del Lavoro, INAIL, INPS e Forze dell’Ordine preposte). ANCE FVG: Donato Riccesi è il nuovo Presidente Donato Riccesi è il nuovo Presidente dell’ANCE FVG: succede a Giuliano Vidoni, giunto al termine del suo mandato statutario, e guiderà l’Associazione per il prossimo triennio. ‘’I problemi del comparto - ha osservato Riccesi nel suo discorso di insediamento - sono molti, e trovare le risposte in questo particolare momento congiunturale non è semplice. Il settore si trova, infatti, a dover affrontare una situazione eccezionale che si aggiunge all’eccesso di regolamentazione, in alcuni casi anche contraddittoria, che mortifica l’iniziativa imprenditoriale e riduce l’efficienza dell’intervento pubblico’’. Progetti Slimport, trasporti innovativi Il Sistema rappresenta una nuova frontiera per la logistica portuale e intermodale S limport è un Sistema per la gestione di logistica e sicurezza per l’intermodalità portuale, cioè per il trasporto di persone e merci integrato fra nave, treno e veicoli su gomma. Questo programma, che rientra nel ristretto numero dei progetti finanziati dal Ministero dello Sviluppo Economico, nell’ambito del Programma Industria 2015 - Mobilità Sostenibile, è stato ideato per risolvere, con un’unica filiera tecnologica modulare, numerose problematiche inerenti la movimentazione mercantile in quello che viene definito “ultimo miglio mare - primo miglio terra”. L’innovazione si basa su una piattaforma tecnologica che offre a un operatore logistico o al gestore di un nodo di interscambio tra mezzi un set di componenti che, integrando soluzioni infotelematiche, impianti e sensoristica, consente di intervenire nelle varie fasi del processo operativo di trasporto. Il risultato è minori tempi di transito a minor costo e minor inquinamento ambientale. A sperimentare Slimport saranno innanzitutto le Autorità Portuali, dal momento che i porti sono il principale punto di raccordo tra il trasporto via mare e i trasporti via gomma e ferroviari sulla terra ferma, connessi anche agli altri nodi, quali interporti, piattaforme logistiche, retroporti. La conferma dell’interesse destato dal progetto, che partirà a breve, viene dal coinvolgimento nella sperimentazione di diversi porti italiani, fra cui quello di Trieste. In particolare, Slimport aiuta gli operatori del trasporto e gli enti gestori dei nodi ad affrontare le problematiche di maggior rilievo, migliorando i processi operativi che riguardano la gestione di aree doganali uniche, l’incremento del trasporto ferroviario, la gestione equilibrata ed eco-compatibile del trasporto su gomma, il raccordo con i sistemi di trasporto pubblico locale, l’utilizzo di tecnologie e processi a favore della safety e della security, la mitigazione delle discontinuità tra componente marittima e terrestre nelle attività di carico e scarico. Il tutto salvaguardando quanto già in uso da parte della comunità trasportistica. Sono previsti, infatti, il recupero degli investimenti in tecnologie, reti di trasmissione e informatica già esistenti e l’integrazione con le soluzioni tecnologiche utilizzate dagli operatori logistici. Il progetto nasce da un’idea scaturita dalla stretta collaborazione tra AREA e Autorità Portuale di Trieste, i cui tecnici hanno saputo sviluppare proposte originali e coinvolgere una rete significativa a livello nazionale con partner di tutto rilievo (Elsag Datamat Spa, Consorzio per l’Area di Ricerca di Trieste - AREA Science Park, Telespazio Spa, Ansaldo Segnalamento Ferroviario Spa, Eurotech, Consorzio Milano Ricerche, Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, OTO Melara Spa, solo per citarne alcuni). Slimport è stato validato da Teorema Engineering, società insediata nel parco scientifico. CARGO: scopi e obiettivi del progetto Un altro importante progetto informatico voluto dalla Commissione Europea per migliorare e velocizzare la circolazione delle merci, dal punto di vista doganale, è il progetto CARGO. L’attuazione di questo progetto prevede che, a pieno regime, gli utenti siano in grado di presentare i manifesti delle merci arrivate (MMA) e i manifesti delle merci in partenza (MMP) per via telematica superando le attuali frammentazioni dei processi che sono da imputarsi alla molteciplità degli Enti/Amministrazioni attualmente coinvolte ed accrescendo, nello stesso tempo, il controllo integrato del flusso delle merci. Il progetto si articolerà in più fasi partendo dalla gestione elettronica dei manifesti delle merci sino ad arrivare alla gestione completa della movimentazione tra il soggetto responsabile della presentazione del manifesto-il soggetto responsabile del magazzino-la Dogana-altri Enti ed Amministrazioni. In questo modo la Dogana, grazie ai servizi telematici di cui si sono dotati o dovrebbero dotarsi gli Enti gestori dei servizi portuali ed aeroportuali, sarà in grado di fornire un controllo integrato del flusso delle merci accrescendo quindi l’efficienza dei controlli, riducendo i tempi di effettuazione delle operazioni doganali e mettendo a disposizione a tutti gli operatori del ciclo portuale informazioni di competenza in tempo reale. In tal senso, il Porto di Trieste sarà chiamato a produrre e gestire un sistema informatico atto a far da banca dati neutrale delle informazioni per la movimentazione delle merci nell’ambito del Porto Franco e che dovrà garantire un interfaccia con gli utenti da una parte e con la Dogana dall’altra. 17 innovazione Concludiamo con questo numero di Trieste Industria quella che era ormai diventata una tradizione, vale a dire l’appuntamento con il Focus Innovazione: dato il successo dell’iniziativa, che ha attirato anche interessi esterni, abbiamo pensato di raccogliere tutti i nostri interventi in un unico fascicolo, che verrà pubblicato autonomamente. Le imprese presentano quello che hanno fatto di innovativo per comunicare ai cittadini che c’è voglia di industria, di investire e creare successo sul mercato. Si tratta di dare una spinta in avanti, di affermare “Stiamo innovando, l’industria va avanti, vorremmo che il territorio venisse avanti con noi!”. E in momenti come quello che stiamo vivendo guardare avanti è fondamentale. Non solo a Trieste, ma in molte altre città gli imprenditori vengono attirati dall’esterno. Ma mentre in altri settori il know how che si porta al mercato è più ‘monolitico’, nel settore chimico-farmaceutico le competenze arrivano da esperienze molto diverse: sarei lieto di trovare argomenti condivisi su cui fare gruppo. Il titolo sotto cui accorpare molte esperienze industriali e di ricerca è quello delle scienze della vita: ormai questo settore sta rapidamente raggiungendo i primi posti in classifica come intensità di ricerca di base ed industriale, ma anche come uno dei settori in grado di creare valore economico molto importante. Le aziende del settore hanno tutti i vantaggi e gli svantaggi di trovarsi immediatamente di fronte ad un mercato globale, in cui il prodotto o il servizio per la salute non vede mercati locali o regionali, ma da subito un mercato e dei concorrenti globali. Facilitare la crescita industriale è una sfida che deve coinvolgere le autorità pubbliche: anch’esse devono adottare l’innovazione per rendere un miglior servizio ai cittadini: in questo modo diventano un Lead Market, creando così immediatamente uno sbocco di mercato per le imprese locali ad alto contenuto tecnologico. Il percorso di una PMI che innova deve trovare delle possibilità commerciali vicino a casa, altrimenti dovrà rivolgersi su altri mercati in grado di fare sistema e comunque di favorire le imprese del territorio. Rimane quindi fondamentale comunicare agli esterni che vale la pena investire nella nostra attività: una componente essenziale di questo percorso è il riconoscimento dell’innovazione nei bandi pubblici, facendo comprendere alle istituzioni che è necessario prendere dei rischi per innovare. Per il benessere dei cittadini è importante puntare sulle iniziative e sui prodotti di maggiore qualità, ponendo come elemento di qualità in tutti i bandi pubblici delle amministrazioni locali l’investimento in ricerca e sviluppo sul territorio. Nicola Pangher Il settore farmaceutico, soprattutto per quanto riguarda le grandi multinazionali, non sta vivendo un momento di grande sviluppo, con riferimento alle innovazioni radicali. Ciò è dovuto in gran parte al fatto che gli investimenti necessari per lanciare un farmaco “blockbuster”, a successo rapido e con grandi ritorni di profitto, sono arrivati alle stelle, superando il miliardo di dollari, e perciò non si registrano sostanziali incrementi nel lancio di nuove molecole. Contemporaneamente si indebolisce anche la cosiddetta rendita monopolistica delle imprese farmaceutiche, per il lancio di numerosi prodotti generici sostitutivi alla scadenza del periodo di copertura brevettuale. Secondo uno studio di Moody’s, per questi motivi nei prossimi tre anni la farmaceutica europea perderà circa il 20 per cento del suo fatturato. Parte del proprio futuro le imprese del settore dovranno quindi giocarselo nella messa a punto e nella diffusione di una cultura dell’innovazione continua o incrementale nell’ambito delle funzioni di marketing operativo e vendite, ricavando suggerimenti su come finalizzare gli investimenti di R&S in quelle aree che il mercato considera più interessanti. Resta sempre vivo il sogno di vedere Trieste come polo fondamentale dell’industria scientifica, ma per realizzarlo dobbiamo lavorare tutti assieme: con quest’obiettivo è nata anche la Commissione Innovazione dell’Associazione Industriali di Trieste, che riunisce le principali imprese tecnologiche del tessuto produttivo locale ed è aperta ai rappresentanti dell’Università di Trieste e della SISSA, di AREA Science PARK, BIC Friuli Venezia Giulia ed altre realtà economiche e finanziare. Focus Innovazione Per quanto riguarda l’industria farmaceutica italiana, fino a pochi anni fa la sua crescita economica, le quote di fatturato investito in R&S e il numero di addetti crescevano con indici molto soddisfacenti. Inoltre, le nostre imprese hanno realizzato importanti accordi con partner internazionali, accompagnati da esportazione di tecnologia e innovazioni e, in alcuni casi, hanno effettuato significative acquisizioni di aziende estere. Le aziende del settore, insediate nella provincia di Trieste, dimostrano una grande tendenza all’innovazione con ripetuti interventi sui propri processi o prodotti e su miglioramenti organizzativi. Inoltre, vi è una consolidata apertura ad accordi con partner esteri, che permettono di entrare con successo nei mercati internazionali. Domenico Romeo ACTIMEX Tiziana Canal Direttore Scientifico Actimex, nata nel 2000 in AREA Science Park, si occupa di prodotti innovativi a base naturale per il settore Heatlhcare. Le linee di prodotti a marchio ActiScience attualmente disponibili in farmacia sono dedicate a disturbi dell’inverno e della stagione fredda, alle difese immunitarie, all’umore, alla memoria, ed esiste anche una linea di integratori salini e per lo sport con micronutrienti che facilitano il recupero dallo stress psico-fisico. TC: La nostra azienda è nata nove anni fa da Un’altra mossa strategica sarà quella di puntare sull’impiego di integratori nutrizionali e sostante naturali, spesso estratte da vegetali, che possiedono la capacità di agire sullo stato generale di benessere dell’individuo. Le proprietà di tali sostanze includono un ampio spettro di effetti che si traducono nella protezione da infezioni, nel miglioramento della circolazione, nella riduzione del rischio vascolare, o in aumenti della concentrazione e della memoria a breve termine. una scommessa: migliorare una tecnologia nata in campo farmaceutico, brevettarla ed applicarla a un campo diverso, cioè quello dell’integrazione alimentare. Siamo partiti studiando i problemi di assimilabilità degli ingredienti naturali contenuti in integratori alimentari e abbiamo dimostrato che con la nostra tecnologia possiamo fornire ai micronutrienti un ‘plus’ che consente di migliorare e mantenere un generale status di “benessere”. Tale plus di qualità ed innovazione permette inoltre a noi ed ai nostri clienti di mantenere un profilo di eccellenza in termini sia di prodotti sia di soddisfazione delle richieste del pubblico. Integrando il settore Ricerca&Sviluppo con un reparto produttivo e successivamente entrando nel canale delle farmacie con un prodotto a marchio proprio, l’azienda ha deciso di intraprendere un percorso difficile. TC: Inizialmente abbiamo proposto ingredienti ottimizzati grazie alla nostra tecnologia solo a clienti, tant’è che ad oggi alcuni di essi vengono commercializzati in prodotti a marchio, ad esempio da Bayer o Scharper. Dal 2007 abbiamo deciso di introdurre nel canale farmacia linee a marchio nostro (ActiScience, appunto) grazie anche ad un network di terzisti nazionali ed europei per la produzione dei finiti. Gli integratori basati sui nostri multicompositi sono attualmente distribuiti in una buona percentuale delle farmacie italiane, con una copertura del territorio nazionale pressoché completa e stiamo riscontrando un buon successo in termini di ritorno d’immagine. Stiamo lavorando per dare un ulteriore valore aggiunto ai nostri prodotti, dimostrandone l’efficacia con test e studi clinici. Uno degli ultimi progetti presentati prevede ad esempio il coinvolgimento di specialisti in ambito otorinolaringoiatrico per eseguire con nostri prodotti test in vivo su panel di pazienti. TC: La validità del nostro approccio è stata anche dimostrata dal fatto che una delle linee introdotte nelle farmacie austriache e tedesche è stata giudicata positivamente dalle autorità di quest’ultimo Paese: nonostante iniziali problemi e diffidenze, ad oggi siamo gli unici ad aver superato tutti gli ostacoli legislativi ed a poter vendere questo tipo di prodotto in Germania come integratore nutrizionale. BIOGENETIX Cinzia Battista Responsabile sede di Trieste Biogenetix nasce nel 2008, da un progetto di reingegnerizzazione d’impresa volto ad affrontare un importante momento di crescita dettato dall’apertura di nuovi mercati e dal mutamento del contesto imprenditoriale italiano. Il primo step è stato l’acquisizione della Bioallergy 19 Srl di Roma e successivamente l’acquisizione della Bioallergy International che aveva sede al BIC di Trieste già dal 1991. CB: Il settore ricerca della nostra impresa ha sede a Trieste nel BIC, mentre la sede amministrativa/commerciale e la Direzione Generale sono a Fiumicino. A Trieste produciamo kit immunoenzimatici in vitro per la diagnosi di allergie; negli anni inoltre, abbiamo ottimizzato anche kit per la diagnosi in vitro di malattie autoimmuni e dei ToRCH (test che si effettuano sulle donne in gravidanza per verificare la presenza di patologie come toxoplasmosi e rosolia). I nostri kit vanno utilizzati su un sistema chiuso, l’ENEASYSTEM, che produciamo in outsourcing e che diamo prevalentemente in comodato d’uso ai laboratori analisi degli Ospedali Pubblici. Per la validazione dei nostri kit ci appoggiamo a centri specializzati come gli Ospedali di Padova, Udine, Latisana e Tolmezzo: vengono messi a nostra disposizione i sieri di pazienti ben caratterizzati con i quali verificare il funzionamento dei nostri kit. I nostri prodotti non sono sottoposti ad indagine clinica, ma sono autocertificati o certificati da enti esterni (TUV). I nuovi mercati quali ad esempio quelli dell’America Latina ci vedono leader assieme ai nostri distributori in paesi come Venezuela, Brasile, Colombia, Argentina, Cile. Per quanto riguarda i suddetti mercati, abbiamo constatato che esistono patologie specifiche, quali ad esempio il dengue ed il morbo di chagas, che possiamo definire patologie tropicali. In tal senso stiamo sviluppando dei kit diagnostici in collaborazione con il CNR di Roma. In AREA Science Park è stata avviata una spin off tra la nostra società ed il CNR di Roma per portare avanti una ricerca avanzata nell’ambito della diagnostica immunologica. CB: Stiamo lavorando da due anni ad un nuovo strumento di laboratorio con tecnologia innovativa e maggiori prestazioni. Ci affidiamo all’outsourcing per la parte hardware e software, mentre stiamo dedicando tutte le nostre energie allo sviluppo della biochimica. Speriamo di riuscire a completare il progetto entro il 2009 e di fare i primi trial in due o tre ospedali italiani. SIFRA-EST Gemma Luisa Ravizza Presidente La SIFRA-EST SPA è un’azienda verticalizzata che partendo da materie prime polimeriche di grado medicale produce contenitori per farmaci attraverso processi industriali di granulazione, estrusione e formatura mediante saldatura a Radio-frequenza. GLR: È stata la tradizione familiare (sei generazioni di farmacisti) che ha portato alla realizzazione della SIFRA EST, fabbrica di dispositivi medico-chirurgici, specializzata nella trasformazione di materiali plastici di grado medicale dai quali vengono poi prodotti contenitori per farmaci e/o sistemi per dialisi (anche peritoneale). La SIFRA-EST è dotata di un laboratorio altamente specializzato che ha ottenuto il riconoscimento legale e che pertanto è autorizzato ad eseguire sia le analisi chimico-fisiche dei prodotti che ad effettuare una ricerca applicata specifica al fine di implementare quell’innovazione di prodotto assolutamente necessaria per mantenere un’adeguata competitività sul mercato interno e, soprattutto, sul mercato dei paesi emergenti, che sempre più investono in sanità. Accanto all’innovazione di prodotto la SIFRA-EST si è attualmente molto impegnata in una innovativa ricerca di processo che consenta una crescita dell’efficienza nella produzione e che possa elevare le prestazioni aziendali avvalendosi delle sinergie offerte dall’Information and Communication Technology. GLR: Attualmente la nostra attenzione si è concentrata sulla sostituzione del sistema di stampa dei nostri contenitori. Infatti è stato messo a punto un know-how innovativo che ha consentito di passare dal sistema hot-printing ad un sistema di stampa con inchiostri ad acqua che non necessitano di aggrappanti perché vengono sottoposti ad una asciugatura in linea mediante raggi ultravioletti. Nella nostra regione, il settore farmaceutico, biomedicale, diagnostico e nutraceutico è caratterizzato dalla presenza di una quindicina di aziende, che operano nella ricerca di nuove terapie antitumorali e di sistemi per il rilascio controllato di farmaci, nella ricerca e nella produzione di diagnostici, di integratori nutrizionali e di prodotti naturali per il benessere dell’individuo, nello sviluppo di tecnologie e di nuovi materiali per apparati biomedicali e presidi medico-chirurgici, in particolare biocontenitori da utilizzare per soluzioni perfusionali e dialitiche. Focus Innovazione Questa innovazione consentirà alla SIFRA-EST un salto sostanziale sia in termini di qualità chimica che di margine redittuale. GLR: Tra i mercati esteri attualmente la SIFRAEST sta mettendo a fuoco la possibilità di effettuare una delocalizzazione in Brasile, che è forse il Paese emergente più sensibile ai problemi sanitari, tant’è vero che è il primo Paese ad avere varato una legge che esclude l’utilizzo dei contenitori rigidi per farmaci; infatti, data la loro struttura, detti contenitori necessitano dell’introduzione, per il loro svuotamento, di aria esterna, la quale, provenendo da ambienti ospedalieri, può risultare poco idonea al mantenimento della sterilità del farmaco contenuto. Date queste premesse, l’uso dei contenitori flessibili (sacche) prodotte da SIFRA-EST, diviene assolutamente prioritario ed è quest’ottima opportunità di mercato che ci spinge a delocalizzare la nostra produzione in Brasile, effettuando nel contempo un reale risparmio nel trasporto dei nostri contenitori in tutti i Paesi del Patto Andino. TRANSPHARMA Paolo Collino Amministratore Delegato Michele Carraro Docente di Nefrologia Università di Trieste La commercializzazione e l’esportazione di prodotti medicinali (farmaci ma anche prodotti ospedalieri) sono il core business di Transpharma, azienda attiva dal 1985 come realtà commerciale e dal 2002 come realtà produttiva. PC: Pur continuando nella di- Testi a cura di Sabrina Del Sal Foto Marino Sterle stribuzione di specialità medicinali verso i paesi della Comunità Economica Europea, grazie alla collaborazione del nostro direttore tecnico di stabilimento dott. Angeloro, abbiamo avviato da qualche anno delle linee produttive partendo da alcuni gel diagnostici (ad esempio quelli utilizzati in campo ecografico).In seguito, ci siamo focalizzati verso prodotti di nicchia più specialistici ed abbiamo realizzato per la COLOPLAST (multina ziona le Danese) un gel per l’elettrostimolazione della vescica. Oggi collaboriamo con l’Ordine dei veterinari del Friuli Venezia Giulia, ed abbiamo sviluppato un particolare gel lubrificante per l’inseminazione artificiale animale (nei grandi bovini ed equini). Nel 2008, inoltre, abbiamo aperto un nuovo laboratorio in AREA Science Park, grazie a un finanziamento ottenuto con la legge regionale n. 4. Stiamo quindi effettivamente usando i fondi stanziati per la ricerca. Transpharma svolge anche ricerca in collaborazione con il Dipartimento di Nefrologia dell’Università di Trieste. MC: Il mio studio è concentrato sulla glomerulosclerosi focale segmentale, una patologia renale molto rara che in alcuni casi non guarisce con il trapianto. Attualmente, esiste una diagnostica che consente di prevenire e limitare il ripresentarsi della malattia; siamo gli unici in tutta Europa ad essere in grado di eseguire questo tipo di test, svolgendo un importante sevizio di diagnostica clinica gratuita per i centri trapianto. È nata quindi l’idea di trasformare questo test, complicato e che richiede il sacrificio di animali da laboratorio, in un kit più pratico da produrre su scala industriale. Si è pertanto creata una collaborazione tra l’Università di Trieste e l’industria locale, nella fattispecie Transpharma, che ha portato quest’ultima all’apertura di un laboratorio in AREA Science Park e ad altri contatti, come con il Sincrotrone. Assieme al TASC stiamo infatti lavorando a un progetto legato alla realizzazione di terreni di cultura cellulari utilizzando le na not e c no logie, una scommessa per il futuro. 21 Ambiente Imprese, ambiente e normative Rispetto dell’ambiente e semplificazione burocratica: un connubio irrealizzabile? I A chi di noi non è mai capitato di imbattersi in qualche ufficio pubblico “ostico”? Accelerare i termini per avere un documento, sapere con esattezza a quale ufficio rivolgersi, capire con chiarezza quale sia la documentazione da presentare sono auspici che collidono con la macchina burocratica tanto più quanto i soggetti interessati dal procedimento sono in numero maggiore di uno. Questi problemi si amplificano nel campo ambientale anche per altri motivi: le norme nazionali vengono recepite, e talvolta addirittura interpretate in maniera differente nelle Regioni e nelle Provincie italiane, creando una sorta di “federalismo ambientale” che favorisce maggiormente l’attività imprenditoriale in alcune aree piuttosto che in altre. Il mondo industriale chiede invece semplicità, omogeneità applicative, istruzioni chiare che le diano la certezza di aver correttamente adempiuto ai precetti normativi nella sede autorizzativa e nella successiva gestione. Invece, nella pratica quotidiana, accade di vedere interrotto e non sospeso il termine dell’iter autorizzativo per la richiesta di integrazioni alla documentazione già presentata, può accadere di dover presentare due volte la medesima documentazione allo stesso Ente se un impianto industriale ricade in due campi di applicazione molto simili (è il caso dell’Autorizzazione Integrata Ambientale e Valutazione di Impatto Ambientale), e ciò continua ad essere fatto esclusivamente su supporto cartaceo, quando gli strumenti di comunicazione informatica oggi disponibili consentono trasmissioni più immediate e altrettanto sicure. La conferenza dei servizi, l’Istituto largamente più utilizzato, non sempre si trova nelle condizioni di deliberare perché non sono giunti nei tempi i pareri degli altri Enti coinvolti: si riducono le certezze per gli investitori, spesso legati a scadenze inderogabili. Capita frequentemente che un’azienda possa non saper effettivamente come gestire i rifiuti prodotti da un’attività manutentiva nel caso di microlavori, o di scavo in condizioni emergenziali, trovandosi nella necessità di sgomberare una pubblica strada, ma nell’effettiva impossibilità di conferire a terzi il rifiuto. Parimenti può non essere in grado di gestire le acque meteoriche di dilavamento sul proprio piazzale, nel senso che non vi è chiarezza sul regime autorizzativo dello scarico e sulle conseguenti attività di controllo in relazione alla qualità dello stesso. Le imprese edili lamentano sovente difficoltà operative nella gestione delle terre e rocce da scavo: si arriva a situazioni paradossali per cui si è costretti a smaltire in discarica il materiale scavato anziché poterlo riutilizzare tal quale nel rispetto di determinate condizioni, scoraggiati dall’attesa delle autorizzazioni necessarie che hanno tempi non compatibili con l’attività del cantiere. Tutto questo significa un inutile aggravio di costi e in alcuni casi il rischio di esporsi in maniera consapevole ma involontaria a pesanti sanzioni, tanto amministrative quanto penali, da parte degli Organi di controllo. Quelle più sopra enunciate sono state alcune delle criticità oggetto di un documento comune di Confindustria Friuli Venezia Giulia che è stato presentato nelle scorse settimane all’on. Vanni Lenna, Assessore Regionale all’Ambiente e Lavori Pubblici. La Regione, difatti, intende apportare modifiche alle norme esistenti in una logica di semplificazione che sia rispettosa dell’ambiente ma non penalizzante per l’Impresa e come punto di partenza ha richiesto un contributo concreto a chi quotidianamente opera sul Territorio, di questi tempi un forte segnale di avvicinamento tra la politica ed il mondo reale. Giovanni Balbo Area Economia e Impresa Assindustria Trieste Semplificazione burocratica ambientale: le proposte di Confindustria FVG > Unificazione dei procedimenti AIA e VIA, definizione dei criteri di applicazione delle tariffe di istruttoria per l’AIA > Sospensione e non interruzione dei termini in caso di presentazione di integrazioni alla documentazione > Presentazione della documentazione su supporto digitale > Regolamentazione del deposito dei rifiuti e del trasporto nelle attività di manutenzione e scavo > Disciplina autorizzativa degli scarichi di acque meteoriche > Disciplina delle attività estrattive: modifiche su canoni, lavori di regimazione idraulica, apertura o ampliamento cave in ZPS, garanzie fidejussorie Sicurezza Sicurezza sul lavoro: l’impegno continua Gli aspetti su cui puntare sono formazione e organizzazione dell’attività I due gravi infortuni verificatisi nel mese di gennaio hanno imposto alle Parti Sociali una profonda riflessione in relazione al fenomeno degli infortuni sul lavoro. In termini generali, tuttavia, i dati testimoniano un oggettivo regresso: gli infortuni denunciati in Friuli Venezia Giulia sono scesi dai 30.893 nel 2003 ai 28.055 del 2007. I casi mortali nello stesso periodo sono calati da 37 a 25, dei quali, 14 sono accaduti a causa di incidenti stradali, o in occasione di lavoro o in itinere, comunque fuori dagli ambienti di lavoro intesi in senso stretto. Il supporto dell’Associazione Industriali alle Aziende non è mancato: nel 2008 sono state organizzate 104 ore di formazione per quasi 200 partecipanti, cui si sono aggiunte sei giornate di approfondimento sul nuovo Testo Unico Sicurezza, sulla valutazione dello stress lavoro correlato, sulla certificazione OHSAS 18001 per altri 270 partecipanti, e l’attività del Consorzio Formindustria destinata ai Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS), ai Responsabili del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP) ed agli apprendisti, per ulteriori 100 ore e 112 partecipanti. A livello nazionale, le statistiche ci dicono che un dato non si riesce ad abbattere in maniera significativa: sono i 1.200 infortuni con esito mortale. In un recente incontro al Ministero del Lavoro è emerso come le modalità di accadimento di talune tipologie di infortuni gravi e mortali siano imputabili ad oggettivi errori di comportamento degli operatori al punto che lo stesso Ministero ha in animo di promuovere una campagna straordinaria di Formazione. Ciò che manca è una reale e concreta percezione del rischio, elemento sottovalutato per eccesso di confidenza o per la convinzione che l’attenzione posta sia e sarà comunque sempre sufficiente ad evitare qualunque evento lesivo. Salute e sicurezza sui luoghi di lavoro La II e la III Commissione consiliare della Regione hanno svolto una serie di audizioni in merito alla sicurezza e alla salute sui luoghi di lavoro. Confindustria ha sottolineato che l’infortunio è una tragedia per le conseguenze che trascina, una sconfitta perché evidenzia i limiti e, per converso, le inadeguatezze nella gestione del rischio. È un dovere impegnarsi sempre più quando è in discussione la tutela del bene primario costituito dalla salute. Ha ribadito Confindustria che gli infortuni mantengono un elevato livello di allarme sociale, ma che il fenomeno sta complessivamente rallentando. Abbiamo sottolineato che il triste capitolo delle morti bianche si apre, nel 2007, con un calo dei casi: da notare che 14 dei casi mortali rientrano negli infortuni avvenuti su strada e fra questi 7 sono infortuni stradali in itinere. Il fatto che oltre la metà degli infortuni mortali si sono verificati in seguito ad incidenti stradali evidenzia come, accanto alla questione della sicurezza sul lavoro, si ponga anche una questione di sicurezza stradale la cui specificità viene trascurata. La sicurezza non la “fa” la legge ma si costruisce in azienda attraverso la modernizzazione dei contesti organizzativi, l’efficientamento dei modelli gestionali del lavoro, la continua azione di responsabilizzazione di tutti coloro che operano in azienda a partire dal capo: costituendo insomma un sistema di regole, comportamenti e controlli trasversali, condivisi e controllati. Confindustria regionale ha dato particolare rilevanza alla promozione della cultura e delle azioni di prevenzione attraverso due fasi, quella della programmazione delle iniziative formative e quella dello stimolo alla gestione bilaterale attraverso l’impegno reciproco delle parti sociali. Notevole è l’impegno nel campo della formazione con centinaia di corsi rivolti soprattutto ai responsabili del servizio di prevenzione e protezione ed ai rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza. Un altro filone su cui il sistema, nelle sue articolazioni provinciali, si sta impegnando concerne lo sviluppo di programmi mirati di formazione ed informazione nel campo della sicurezza rivolti alla scuola, in particolare alla scuola media superiore. Il nostro obiettivo è di incidere sul fenomeno infortunistico per accelerarne in modo decisivo il trend discendente attraverso un complesso di azioni mirate a rafforzare tra gli imprenditori la cultura della sicurezza quale fattore etico ed economico di responsabilità sociale, di qualità e di competitività; dall’altro a testimoniare presso l’opinione pubblica e le istituzioni l’impegno dell’industria nella prevenzione dei rischi lavorativi. Claudio Hauser Direttore Confindustria FVG 23 Sicurezza sul lavoro: l’impegno continua Sono almeno due i cardini di un corretto sistema di prevenzione: la formazione dei lavoratori e l’organizzazione del lavoro. La formazione va ulteriormente rafforzata e deve concentrarsi direttamente nei luoghi di lavoro, laddove il rischio è realmente presente. Indubbiamente positive in tal senso sono le previsioni del Testo Unico relativamente all’addestramento specifico per talune mansioni e l’individuazione delle attrezzature per l’uso delle quali sarà richiesta un’abilitazione specifica mediante frequenza a specifici moduli di formazione secondo requisiti e modalità di riconoscimento dei soggetti formatori da stabilirsi in sede di Conferenza Stato Regioni. A tal proposito è da rilevare che, specialmente dopo l’emanazione del Testo Unico, sarà sempre minore lo spazio per poter inserire iniziative formative in materia di sicurezza tra i progetti finanziabili attraverso il Fondo interprofessionale Fondimpresa che, come noto, è ad oggi limitato alla cosiddetta formazione non obbligatoria per Legge. Va pertanto condotta una profonda riflessione congiuntamente alle Parti Sociali sulla possibilità che i crediti maturati dall’impresa aderente al Fondo possano venire proficuamente impiegati anche per percorsi formativi a carattere di obbligatorietà. L’altro aspetto essenziale del sistema di prevenzione è quello dell’organizzazione del lavoro e un ruolo fondamentale è ricoperto dalle figure intermedie, i preposti, quelli che una volta si chiamavano i “capi”. In tal senso valutiamo positivamente la previsione del Testo Unico di prevedere percorsi specifici di formazione ed aggiornamento da compiersi in azienda. Fatte salve le considerazioni generali sul provvedimento che Confindustria ha dato, ed in attesa di procedere alle opportune correzioni (una bozza di Avviso Comune concordata tra le Parti Sociali in tal senso è stata sottoscritta il 15 gennaio u.s.), il Decreto 81 potrà comunque dimostrare tutta la propria efficacia solo dopo che sarà data attuazione alle disposizioni ivi contenute. Sarebbe un errore, tuttavia, attendersi risultati straordinari in pochi mesi: il cambiamento necessario è profondo e riveste aspetti sia di tipo procedurale, tecnico-organizzativo, ma anche di tipo soggettivo e culturale. Giovanni Balbo Impresa e Banca Restrizione del credito alle imprese Assindustria e ABI avviano il tavolo di confronto permanente A lla stregua del tavolo permanente Confindustria - ABI costituitosi a livello nazionale, anche a Trieste è stato attivato il tavolo provinciale per affrontare le questioni del credito e del rapporto bancaimpresa. Alla fine di febbraio, a Palazzo Ralli, la delegazione provinciale dell’Associazione Bancaria Italiana, presieduta da Roberto Dal Mas (Direttore Generale della Cassa di Risparmio del Friuli Venezia Giulia), ha incontrato una rappresentanza dell’Assindustria, guidata da Stefano De Monte in veste di Presidente del Comitato Piccola Industria. La delegazione ABI era composta da Nello Fortran (Responsabile Area Territoriale Triveneto Est di Antonveneta), Alberto Cudiz (Rappresentante territoriale FVG della Banca Popolare di Vicenza) Giancarlo Magoni (Vicedirettore Generale della Banca Popolare Friuladria) Gilberto Noacco (Direttore della Federazione delle Banche di Credito Cooperativo del Friuli Venezia Giulia), oltre al Segretario regionale Dario Barnaba, accompagnato da un funzionario dell’organizzazione nazionale. Per l’Associazione, oltre al Presidente della Piccola Industria Stefano De Monte, erano presenti i Direttori Amministrativi e finanziari di Eurospital Spa, Piero Cavalli, e di Colombin Spa, Stefano Fonda, il Direttore Paolo Battilana ed il Vice Direttore Sonia Lussi. De Monte ha aperto i lavori sintetizzando quanto emerso dall’attività di costante monitoraggio sul rapporto banca-impresa presso le imprese associate, iniziata a ottobre 2008 con un sondaggio e concretizzatasi in due tavoli tecnici convocati presso la sede di Assindustria. Queste le criticità emerse: • Le segnalazioni, che pervengono soprattutto dalle piccole imprese, denunciano il forte rallentamento dell’ammontare del credito erogato. • Il costo del credito resta sostenuto e stenta ad adeguarsi all’andamento dei tassi interbancari, rilevando ancora un’ampia forbice tra l’euribor ed i tassi effettivi applicati ai prestiti. • Mentre nella prima rilevazione condotta da Assindustria tra ottobre e novembre erano soprattutto i costi fissi (spese e commissioni) ad essersi incrementati, le segnalazioni pervenute parlano di significativo incremento degli spread applicati ai tassi, e, in alcuni casi, di raddoppio. A scontare questo fenomeno, anche imprese di medie dimensioni. • Il sensibile peggioramento nei rapporti con gli istituti bancari si registra particolarmente con alcune grandi banche nazionali, molto meno nei riguardi di banche locali o fortemente agganciate al territorio. • La scarsa liquidità nella quale si dibatte attualmente il sistema bancario, è stato rilevato, sta inducendo gli istituti a spostarsi sulla concessione di credito a breve termine, piuttosto che a medio lungo, scoraggiando quest’ultimo con tassi molto più elevati. E questo non favorisce la ricerca o il mantenimento dell’ equilibrio finanziario delle imprese affidate. • Di strategica importanza la sinergia con il Congafi, per favorire l’accessibilità al credito e calmierarne l’onerosità. • Le imprese vorrebbero un maggiore coinvolgimento, in termini informativi, nelle procedure per l’attribuzione dei rating. Lo scopo è di capire dove possono agire, nella gestione aziendale, per migliorare il rapporto. • Molte imprese lamentano ritardi ingiustificabili nelle decisioni e nelle erogazioni. L’ABI, per voce del Presidente Dal Mas, ha fornito puntuali chiarimenti sulle tendenze in atto. Innanzitutto la crisi di liquidità per il 25 Restrizione del credito alle imprese sistema bancario - ed il conseguente incremento del costo del funding - è la prima causa di rallentamento nell’erogazione del credito, un rallentamento che sconta anche altre criticità: il deterioramento della qualità dei crediti detenuti e una minore dinamicità della domanda. È diminuita la domanda di credito a mediolungo termine a sostegno degli investimenti produttivi, mentre si registrano richieste di consolidamento dell’indebitamento a breve termine, a fronte della tendenza in atto presso la clientela all’accumulo di scorte di magazzino. Dai vari rappresentanti delle banche, soprattutto di interesse nazionale, è stato sottolineato come i vincoli posti da Basilea 2, ormai pienamente operativi, siano prociclici ed assecondino senza scampo il peggioramento degli andamenti economici di interi comparti dell’economia. I rappresentanti delle banche hanno concordemente evidenziato la profonda trasformazione dei fondamentali per le istruttorie di finanziabilità, che richiedono analisi più attente e fanno emergere sempre più la necessità di disporre di business plan articolati e completi. In particolare, come conseguenza della crisi sui mercati finanziari, le banche hanno cominciato a ridurre il proprio livello di leva (deleveraging) ed a cautelarsi maggiormente rispetto ai rischi assumibili. La banca, è stato sottolineato, può e deve essere partner dell’impresa nell’individuare le forme tecniche più opportune alla copertura dei fabbisogni finanziari. Ampia disponibilità è stata espressa ad affrontare, anche con appositi incontri formativi, la scarsa conoscenza da parte delle imprese delle procedure per l’attribuzione del rating. Da valutare congiuntamente, infine, l’appetibilità di nuovi strumenti, quali i prestiti partecipativi, e l’adozione di protocolli sui tempi di risposta alle richieste di fido. Toccato anche il tema dei ritardi nei pagamenti della pubblica amministrazione e, più in generale, dei grandi committenti e delle novità normative contenute nei decreti anti-crisi del governo, che non soddisfano pienamente le aspettative dell’ABI. In conclusione dei lavori, le parti hanno concordato sulla consapevolezza di essere protagonisti di un momento difficile, nel quale occorre la massima sinergia ed unità di intenti, finalizzata alla ripresa dello sviluppo complessivo dell’economia del territorio. Il tavolo intende essere una sede permanente di confronto e proseguirà i propri lavori nei prossimi mesi, attraverso l’individuazione di proposte operative, costituendo un valore di segnale verso l’esterno ed in particolare verso il sistema politico-amministrativo regionale, chiamato ad adottare provvedimenti straordinari a sostegno dei comparti produttivi. Elisabetta Michieli Responsabile Area Economia e Impresa Assindustria Trieste CEAT I risultati dell’attività presentati all’Assemblea Nel 2008 il CEAT ha conseguito un risparmio rispetto al mercato di salvaguardia pari al 22,2%, cioè ad oltre 3,2 milioni di euro Servizi di consulenza per tutte le aziende del territorio > Analisi dei contratti di energia elettrica e gas > Studio di fattibilità per impianti solari termici e fotovoltaici > Studio di fattibilità per impianti di cogenerazione > Predisposizione e presentazione delle pratiche per finanziamenti pubblici sul risparmio energetico S ergio Razeto ha aperto la sua prima Assemblea in qualità di Presidente del Consorzio Energia sottolineando che “il 2008 è stato un anno straordinario: il numero dei consorziati è salito da 38 a 46, il consumo totale è passato dai 76 milioni di kilowattora del 2007 ai 138 del 2008 e le previsioni per il 2009 confermano la crescita che porterà il valore ad un complessivo di circa 185 milioni. La scelta di stipulare un contratto per il 2008 a prezzo fisso ha portato a conseguire un risparmio rispetto al mercato di salvaguardia pari al 22,2%, cioè ad oltre 3,2 milioni di euro, un valore che avvicina il totale dei risparmi conseguito nei sette esercizi precedenti, pari a 3,8 milioni di euro”. “La volontà del Consorzio - ha spiegato Sergio Razeto - è di mettere a disposizione le competenze acquisite e di offrire un servizio di consulenza anche a realtà non prettamente industriali, perché l’uso razionale dell’energia rappresenta una priorità di tutti. In questo quadro il Consorzio offrirà anche ad aziende esterne servizi di consulenza, relativamente ai contratti di energia elettrica e gas, agli studi di fattibilità per impianti solari termici e fotovoltaici e per impianti di cogenerazione, alla predisposizione e presentazione delle pratiche per finanziamenti pubblici sul risparmio energetico”. L’Assemblea è stata l’occasione per fare il punto sulla situazione energetica nazionale e non: “Il 2008 - ha illustrato Razeto - ha portato con sé la più straordinaria fluttuazione di prezzi dei prodotti petroliferi che si ricordi, con ripercussioni sul sistema economico nazionale di assoluto rilievo. Il nostro Paese soffre ancora di una forte esposizione all’importazione di idrocarburi (circa l’80% contro una media europea del 50), laddove la produzione elettrica è in gran parte basata sul gas naturale (60%), a fronte di una media europea che si attesta intorno al 20%. Questo porta a una forte dipendenza energetica da fattori esterni”. “L’attuale situazione infrastrutturale del gas e le nuove tensioni russo ucraine riaffermano per il nostro Paese la necessità di sostenere con vigore ogni azione che consenta di accelerare progetti di 27 I risultati dell’attività presentati all’Assemblea sviluppo fra i molti pure avviati o semplicemente avanzati: gasdotti, rigassificatori, stoccaggi (il 94% della capacità è ancora dell’ENI) per superare la situazione attuale che ha ancora tutti i caratteri di un sistema monopolistico. A tal proposito ricordo la posizione già sostenuta dal Consorzio relativamente al progetto per la riqualificazione dell’area dell’ex ESSO e la successiva realizzazione dell’impianto di rigassificazione proposto da GAS NATURAL: è un investimento necessario, soprattutto per contrastare i rischi di alimentazione, visti anche gli attuali elevati standard di sicurezza raggiunti”. “Non posso che esprimere soddisfazione per i risultati conseguiti nel primo anno di Presidenza - ha concluso il Presidente Razeto - un incarico che intendo portare a termine con il massimo impegno per portare risultati economici vantaggiosi alle imprese e per proseguire l’attività di sviluppo e di crescita in termini di interlocuzione e presenza sul territorio”. Sonia Lussi Direttore CEAT Trieste Coffee Cluster Trieste Coffee Cluster muove i primi passi Costituito nel 2008 e riconosciuto dalla Regione quale Agenzia di Sviluppo del Distretto Industriale del Caffè N Trieste Coffee Cluster S.r.l. Piazza Casali, 1 34134 Trieste (Italy) tel. +39 040 3750111 fax +39 040 364684 e-mail [email protected] www.distrettocaffetrieste.com www.triestecoffeecluster.com Per info: dott.ssa Elisabetta Michieli dott.ssa Rossana Costa on c’è tempo da perdere: l’economia legata al caffè è caratterizzata in questo momento sia da elementi di crisi che da nuove opportunità, ed occorre agire con prontezza per contrastare i primi e saper cogliere le seconde. Per questa ragione, il Consiglio di Amministrazione di Trieste Coffee Cluster ha varato a febbraio il Piano di Sviluppo Triennale 20092011, presentandolo quindi alla Regione per la sua approvazione. Contestualmente, con il supporto della Camera di Commercio di Trieste, stiamo portando avanti l’iniziativa di tutela del caffè espresso italiano, su cui stiamo trovando convergenza di interessi e di impegno da parte del Ministero per le Politiche Agricole. Questo si inserisce nella difesa del Made in Italy: negli ultimi cinque anni il caffè espresso ha conosciuto un boom internazionale e ora si pensa alla sua tutela. L’Agenzia intende concentrarsi sulla gestione delle filiere logistiche e sulla certificazione di filiera: per un prodotto di qualità il concetto di tracciamento della filiera è fondamentale. Il mercato dell’espresso italiano nasce dalla conoscenza dei bisogni del consumatore, dalla definizione delle sue funzionalità e dalla determinazione delle sue caratteristiche. Con un approccio multidisciplinare che coinvolga numerose materie di studio (agronomia, botanica, fisica, matematica, biochimica, biologia, statistica e informatica) si può crescere, impegnandosi nella ricerca scientifica e nell’innovazione rivolte al conseguimento dell’eccellenza della qualità, nella prospettiva più ampia di assicurare un’alimentazione sana. In quest’ottica l’ASDI risulta essere l’organismo in grado di meglio compenetrare le competenze delle Università del territorio (Trieste e Udine, nonché la SISSA) e degli Enti pubblici di Ricerca, come AREA Science Park. Un discorso questo che si lega anche con la logistica. Basti pensare che il Porto di Trieste conferma anche nel 2008 appena concluso il trend di crescita, confermandosi il primo scalo del Mediterraneo per il traffico di caffè. Il traffico marittimo al 31 dicembre 2008 era pari a 101.259 tonnellate (il dato precedente era di 85.483 tonnellate), con un incremento di oltre il 18 %. Seguiamo inoltre con interesse il tema della tassazione unitaria di distretto, originariamente contenuta nella Legge Finanziaria 2006 ed ora riproposta in uno dei decreti anti-crisi del governo. Occorrerà chiaramente valutare l’entità dell’effettivo vantaggio per le imprese che costituiscono il distretto produttivo, cui potrà essere riconosciuta la qualifica di autonomo soggetto d’imposta, sulla base di un reddito unitario che potrà essere concordato preventivamente con il Fisco e con gli Enti Locali. Registriamo inoltre l’interesse da parte di nuovi soggetti, sia pubblici che privati, ad entrare nella compagine sociale, attualmente costituita da 24 membri. E chiaramente un distretto è tanto più forte quanto la filiera che rappresenta è più completa. Furio Suggi Liverani Presidente Trieste Coffee Cluster Coordinamento sul territorio Per la più giovane tra le Agenzie riconosciute la collaborazione con gli altri distretti regionali è molto importante: a dicembre 2008 i responsabili del Trieste Coffee Cluster hanno incontrato i segretari provinciali delle tre sigle sindacali, CGIL CISL e UIL, per uno scambio di vedute e per invitarli a designare congiuntamente un rappresentante negli organi dell’Agenzia. Sempre a dicembre si è tenuto anche l’incontro con il Presidente di AREA Science Park, Giancarlo Michellone, per invitare AREA a supportare il Distretto Industriale del Caffè in attività di innovazione tecnologica e a partecipare alla compagine azionaria dell’Agenzia. A gennaio il Trieste Coffee Cluster ha partecipato a Pordenone, presso la sede dell’Agenzia di Sviluppo del Distretto della Meccanica, a una riunione di coordinamento di tutte le ASDI riconosciute dalla Regione. 29 Commissione Innovazione Gli Industriali all’AREA Science Park Incontro operativo tra Nicola Pangher e Giancarlo Michellone per avviare progetti comuni U na delegazione della Commissione Innovazione di Assindustria, presieduta dal Vice Presidente dell’Associazione Industriali di Trieste, Nicola Pangher, si è incontrata con il Presidente di AREA Science Park Giancarlo Michellone, presenti i responsabili dei servizi di trasferimento tecnologico. “La Commissione Innovazione – ha ricordato Nicola Pangher tracciando un breve bilancio dell’attività svolta – si è fortemente impegnata per lanciare a livello regionale il progetto del Lead Market, che si prefigge di far incontrare tra loro realtà economiche pubbliche e private, creando opportunità e vantaggi per entrambi i settori. A tal fine – ha detto il Vice Presidente degli Industriali – sono stati presentati agli assessori, ai direttori regionali di riferimento e al Comune di Trieste le linee guida che muovono le iniziative legate al Lead Market. Ne è emersa la volontà a collaborare con le Autorità competenti su questo tema e sull’impostazione di bandi pubblici, attenendosi alle regole suggerite dalla Commissione Europea. Si è riscontrata – ha spiegato Nicola Pangher – la necessità di costruire dei bandi-tipo, al fine di portare maggiore innovazione nel compartopubblico privato per inserire negli stessi quelle indicazioni volte al coinvolgimento anche delle imprese locali, mutuando quanto è già stato fatto in altri Paesi europei e negli Stati Uniti”. Secondo quanto detto dal Presidente di AREA Science Park Giancarlo Michellone, “occorre incentivare mondo scientifico e imprese a incontrarsi e a coinvolgere, il più presto possibile, i loro clienti potenziali e gli altri stakeholder nel valorizzare i risultati della ricerca che si stanno trasformando in innovazioni. Le ricadute che le innovazioni producono hanno effetto sul territorio, con i suoi enti, comunità, e singoli cittadini. Il territorio è anche l’ambiente in cui l’impresa opera e da cui può trarre supporto per il suo successo. Tale supporto – continua Michellone - è molto importante nelle fasi di sviluppo dell’innovazione, che comprende anche la sperimentazione dei prototipi, la realizzazione delle pre-serie o di impianti dimostrativi, l’industrializzazione e il lancio sul mercato. La ‘leva della domanda pubblica’ territoriale può dare un contributo serio all’utilizzazione e diffusione delle innovazioni, ed è importante che le pubbliche amministrazioni del Friuli Venezia Giulia ne tengano conto”. “L’esperienza di AREA Science Park – conclude il Presidente - indica che tre azioni, prima di altre, siano da intraprendere: focalizzare la ricerca tecnologica sui risultati; anticipare il più possibile i collegamenti della ricerca con l’industria per favorire la trasformazione dei risultati in innovazione ‘in uso’; divulgare i risultati per ottenere il contributo dei soggetti attivi sul territorio. Sarà anche importante, sia da parte degli enti di ricerca che delle imprese, fare un’analisi attenta del proprio potenziale e delle proprie caratteristiche distintive, attraverso strumenti quali il Bilancio del capitale intellettuale e il Profilo dinamico delle attività. Ciò contribuirà anche ad orientare meglio gli investimenti delle pubbliche amministrazioni locali”. Gruppo Giovani Parco del mare: un acquario ma non solo Incontro pubblico del Comitato Pro Parco del Mare a Palazzo Ralli I Salotti del mare Gli incontri pubblici nati per ascoltare i pareri di tutta la cittadinanza su questo importante progetto proseguiranno con altri due appuntamenti: giovedì 26 marzo “Acquari ed etica” giovedì 16 aprile “Modelli di sviluppo turistico-economico” Tutte le informazioni sono disponibili sul sito www.parcodelmare.it. I l Parco del Mare visto dalla prospettiva dell’industria: un’opportunità di sviluppo economico che si riverserà su molteplici settori produttivi. È una delle visioni possibili di questo progetto complesso, “nella cui valutazione non si può prescindere da una visione d’insieme, che sia in grado di tener conto del numero di aziende che saranno coinvolte direttamente nella costruzione. Non si tratta solo di aziende edili, ma anche di società di progettazione, di impiantistica, di servizi alle imprese, di servizi ambientali”. A dirlo è stata Michela Cattaruzza Bellinello, Presidente del Gruppo Giovani Imprenditori di Assindustria Trieste, che ha aperto così il primo appuntamento del ciclo di incontri pubblici “I Salotti del Mare” che il Comitato Pro Parco del Mare ha organizzato con lo scopo di sensibilizzare, coinvolgere ed informare la cittadinanza, le associazioni di categoria e la città tutta sulle opportunità che possono derivare dalla costruzione a Trieste del Parco del Mare. Un incontro che si è tenuto proprio nella sede di Assindustria, a sottolineare la scelta di un tema legato al mondo produttivo. “Io faccio parte del Comitato Pro Parco del Mare – ha spiegato Michela Cattaruzza - ma sono innanzitutto un’imprenditrice, e come tale sono solita analizzare i progetti con occhio pragmatico, valutando costi e benefici: posso dirvi che fin dall’inizio mi sono trovata d’accordo con questo progetto, perché ho visto ciò che il Parco avrebbe portato”. All’incontro erano presenti anche Antonio Paoletti, Presidente della Camera di Commercio di Trieste, Giovanni Battista Ravidà, Assessore delle Risorse Economiche e Finanziarie ed Economato e Pianificazione Strategica del Comune di Trieste, e Giovanni Fraziano, Componente del Comitato scientifico del Parco del Mare. Sono state illustrate le tappe che hanno portato al progetto e la sua peculiarità, oltre alle possibili ricadute sul territorio, di fronte a una gremita platea di giovani e imprenditori. Il Comitato Pro Parco del Mare, nato a marzo 2008, lavora per promuovere i contatti e la conoscenza tra gli operatori economici, gli enti e le istituzioni pubbliche e private, ma anche per presentare a tutti i cittadini quello che può essere un progetto di sviluppo per Trieste. “È importante capire – ha sottolineato Michela Cattaruzza in Assindustria - che le opportunità vanno colte e sfruttate: non dobbiamo però cadere nell’errore di pensare che una volta terminato il Parco del Mare saranno automaticamente risolti tutti i problemi della città. Questo progetto va visto come un tassello di un disegno ancora più ampio di sviluppo cittadino, volto a far crescere finalmente questa città che spesso nel passato si è arenata in non-decisioni che rischiano di portarla ad un pericoloso immobilismo”. L’Imprenditore in classe: visita alla Cittadella dell’Edilizia Ben 80 ragazzi, studenti delle classi IV dell’ITC “Carli” di Trieste, sono stati accompagnati in visita alla Cittadella dell’Edilizia: un’iniziativa che rientra nel progetto “L’Imprenditore in classe 2009”, voluto dal Gruppo Giovani di Assindustria Trieste per avvicinare i ragazzi al mondo del lavoro. Tema centrale dell’incontro è stata la sicurezza sul lavoro: Elisabetta Cividin, coordinatrice del progetto, ha introdotto l’appuntamento, lasciando poi la parola a Marcello Dell’Erba, Presidente del Comitato Paritetico Territoriale per la Prevenzione degli Infortuni, che ha sottolineato nel suo intervento come l’Italia si collochi circa a metà delle classifiche europee sui tassi di infortunio in cantiere, davanti ad Austria e Spagna. In seguito il direttore didattico della scuola edile di Trieste Edilmaster Giampaolo Petrini e l’architetto Paolo Iacobone hanno spiegato le normative sulla sicurezza ai ragazzi, che sono poi stati accompagnati in una visita alle aule didattiche e a tutta la struttura. A chiusura dell’incontro, il Presidente di Edilmaster Marco Savino ha voluto che agli studenti venisse consegnata una guida al D.Lgs 81/08, sulla salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro. 31 Turismo Trieste patria dei congressi Questo particolare segmento del settore turistico potrebbe rivelarsi strategico per la città F ra i punti di forza che possono contribuire al rilancio economico del territorio, sicuramente il turismo costituisce il prodotto trainante di un’attività multisettoriale, il cui coordinamento suggerisce la necessità di adottare strategie “industriali”, mosse da logiche di filiera. Accessibilità, servizi alle persone, tutela e cultura dell’ospitalità non sono appendici dell’offerta turistica di un luogo o di una regione, bensì rappresentano fattori determinanti nella scelta di turismo. A queste caratteristiche risponde perfettamente il comparto congressuale, che è un segmento dell’industria del turismo economicamente valido, e può avere importanti effetti sul territorio in cui si inserisce: miglioramento qualitativo della destinazione, promozione del territorio su fasce alte di turismo, destagionalizzazione, sviluppo dell’indotto diretto e indiretto. Il settore congressuale è da considerare un eccezionale veicolo di promozione del territorio prevalentemente nei segmenti alti della domanda turistica. Va infatti tenuto conto che i congressisti sono considerati big spenders, e il turista d’affari è prevalentemente manager, dirigente e libero professionista. Il segmento dell’industria dell’ospitalità che si rivolge a questo target deve perciò distinguersi per elevato contenuto manageriale e tecnologico, ed essere capace di attrarre una clientela sempre più esigente, che richiede servizi di qualità sia per quanto riguarda gli spazi congressuali che la professionalità degli operatori del settore, ma anche le strutture sul territorio (pernottamento, ristorazione, svago). Se da un lato il congressista seleziona un’offerta per la qualità dei servizi, dall’altro è disposto ad investirvi: si calcola che il turista d’affari spenda sul territorio una media di 250€ al giorno. Le località che ospitano convegni conseguentemente sono tenute ad elevare la qualità dei servizi e da questo trae vantaggio tutto il territorio. In altre parole i convegni generano reddito e posti di lavoro dove si svolgono: un’occupazione spesso nuova, qualificata, impiegata lungo tutto l’arco dell’anno. Trieste, grazie alla sua posizione geografica che la colloca al centro dell’Europa, al territorio e al mare che la circondano, agli Enti di ricerca e all’Università che hanno qui la loro sede, è una città ideale per ospitare congressi ed eventi di rilievo nazionale ed internazionale. L’anno che segna lo sviluppo a Trieste di questo settore trainante per l’economia nazionale è il 1984, quando ospita il Prix Italia della Rai; da quel momento si sono susseguiti numerosi eventi di diverso genere promossi da dipartimenti universitari, società scientifiche, ordini professionali. Negli ultimi anni si sono modificate le caratteristiche della domanda del comparto congressuale: è infatti aumentata la dimensione media degli eventi ospitati, e si è allungata anche la permanenza media degli ospiti, caratterizzazione attribuibile alla crescente domanda di congressi internazionali. E anche in questo periodo di recessione economica le strutture maggiormente professionali come i Palacongressi registrano andamenti positivi. Infatti nel secondo semestre 2007 e nel primo 2008 hanno visto aumentare rispettivamente il numero dei congressisti ospitati del 20% e del 33%, e le giornate di presenza del 4,13 e del 15%. Questo in un quadro che vede ridursi gli eventi ospitati dell’1,13% e le giornate dell’1,94%. La dinamica dell’attività congressuale è differenziata in relazione alla struttura ospitante, e si deve registrare che nel periodo luglio 2007-giugno 2008 sono soprattutto i palacongressi a registrare buone performance in termini di incontri ospitati; nel primo semestre 2008 la situazione si radicalizza ancora di più, e sono i palacongressi le uniche location che registrano un segno positivo, trend che si prevede perdurare anche per il secondo semestre 2008. Michela Rados Area Economia e Impresa Assindustria Trieste Il livello di attività realizzato negli ultimi due semestri (da luglio 2007 a giugno 2008) è stato ancora notevole: il sistema congressuale italiano ha infatti totalizzato 34 milioni e mezzo di presenze congressuali, ospitando 11mila eventi e 20,8 milioni di congressisti. Il secondo semestre 2007 si è chiuso con un incremento del 16,83% di incontri rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, ma gli eventi organizzati nei primi sei mesi del 2008 hanno subito una flessione del 2,89%. Incremento positivo nei due semestri anche per il numero di partecipanti, rispettivamente del 1,57% e del 1,73%; continua invece la flessione delle giornate di presenza, che chiude il primo semestre 2008 con un -3,64%. Fonte: Osservatorio Congressuale Italiano A2A Energie per l’ambiente. Nata in Lombardia. Forte in Italia. Protagonista in Europa. www.a2a.eu 33 Assindustria Nuove imprese associate Alex Trade S.r.l. Alex Trade è una società giovane e dinamica, che dal 1994 esporta dei prodotti italiani sul mercato dell’Europa dell’Est. I principali mercati di riferimento sono la Serbia, il Montenegro, la Russia e le sue ex Repubbliche. L’azienda è specializzata nel settore dell’edilizia e del contract: esporta pavimenti, porte, mobili, ecc. Dal 2004, inoltre, si dedica anche al settore food, per quanto riguarda il pesce fresco ed il vino italiano. Nel 2009 Alex Trade ha ottenuto l’esclusiva per il territorio italiano per la distribuzione di pellets di legno di un grande produttore serbo. Alex Trade S.r.l., via F. Crispi 8 - 34125 Trieste (TS) Tel. 040 3726007 Fax 040 7606486 E-mail [email protected] Ferraiolo S.r.l. Nata a Trieste nel 1924 col nome di I.I.B., la società fornisce consulenza in Proprietà Industriale e Intellettuale. In particolare, con i suoi ingegneri, chimici e architetti, studia e deposita domande di Brevetto, Modello di utilità, Modello industriale, Disegno e Marchio in Italia e nel mondo, e cura tutte le fasi dalle domande alle concessioni e registrazioni. Fornisce consulenza nel campo del diritto d’autore, della protezione di software, delle licenze e cessioni e assistenza tecnico-legale in casi di contraffazione, concorrenza sleale e controversie. Fornisce assistenza nella scelta delle strategie per la difesa della proprietà industriale e svolge ricerche di anteriorità di invenzioni e marchi su scala mondiale nonché la sorveglianza dei depositi di terzi. Ferraiolo S.r.l., via P. Sticotti, 1 - 34143 Trieste Tel. 040 636 878 e-mail: [email protected] www.ferraiolo-srl.com Sysdata Italia S.p.A. Fondata a Bologna nel 1980, Sysdata Italia è un’affermata società di servizi informatici, distribuita sul territorio nazionale con un’esperienza trentennale nel campo dello sviluppo e realizzazione di soluzioni informatiche. Sysdata Italia controlla BitMedia ed Aresoft. Sysdata Italia indirizza la propria offerta di servizi e prodotti software, costantemente aggiornata, sia verso imprese pubbliche che private. Principali linee di business: - progettazione e sviluppo di soluzioni integrate in particolare nel settore della Business Intelligence (Ambienti Oracle Hyperion, Business Object e Dialog); - soluzioni ERP per la PMI con relativi servizi di consulenza e assistenza (Microsoft Dynamics AX ed Oracle); - sviluppo di Software Customizzato in ambienti MF, Microsoft e Java; - progetti di introduzione della tecnologia di Timbro Digitale nei processi di autenticazione nella pubblica amministrazione locale. Sysdata Italia ha sviluppato una propria soluzione di Digital Signage, denominata MediaSpreader, atta a diffondere palinsesti personalizzati all’interno di reti di visualizzazione distribuite geograficamente. Rappresenta lo strumento ideale per le organizzazioni interessate a una comunicazione pervasiva e strutturata delle informazioni. Sysdata Italia SpA Sede di Trieste: Riva Grumula, 2 - 34123 Trieste Tel: 040 314794 Fax 040 306461 Sede Legale: via M. L. King, 38/2 - 40132 Bologna Tel. 051 4144911 Fax 051 4144937 Altre sedi a Roma, Udine, Mestre; www.sysdata.it Persona di riferimento: ing. Andrea Quargnali, E-mail: [email protected] News SIOT: Adriano Del Prete nuovo Amministratore Delegato FINCANTIERI: progetti ecocompatibili Importanti innovazioni per Fincantieri: con il supporto tecnico dell’azienda triestina, l’Autorità Portuale di Civitavecchia-Fiumicino e Gaeta ed Enel hanno redatto il primo progetto che consentirà alle navi da crociera che sostano nel porto di Civitavecchia di spegnere i generatori elettrici di bordo e di utilizzare energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili (High Voltage Shore Connection Technology), in assenza di emissioni gassose. In questo modo, Civitavecchia diventa il primo scalo del Mediterraneo, ed uno dei pochissimi al mondo, a realizzare un progetto di elettrificazione delle banchine. Inoltre, Fincantieri ha studiato un prototipo di vaporetto veneziano ecocompatibile, concepito per abbattere fino ad eliminare l’inquinamento idrodinamico e quello aereo, sviluppando soluzioni tecnologicamente avanzate ed economicamente competitive con lo sfruttamento di energia solare e con l’utilizzo di idrogeno. Il progetto avrà durata triennale: promosso da Confindustria Venezia, è supportato dalla Regione Veneto e prevede un investimento totale di 11.930.503 euro, di cui il 42% sarà coperto da incentivi del Mnistero dello sviluppo economico. GOLDER ASSOCIATES: un ufficio a Trieste Un percorso professionale interamente compiuto all’interno della stessa azienda, la SIOT, dove è entrato nel 1969, alti incarichi in organismi e istituzioni esterne, importanti contributi allo sviluppo dell’industria e dell’economia del territorio: è questo, in estrema sintesi, il curriculum di Adriano Del Prete, già Direttore Generale della Società per l’Oleodotto Transalpino di Trieste, nominato all’unanimità dal Consiglio di amministrazione nuovo Amministratore Delegato. “Mi sento molto onorato – ha dichiarato il neoamministratore subito dopo la nomina ufficiale - innanzitutto per la fiducia nei miei confronti. Sono consapevole di dover dividere i meriti di questo indubbio traguardo professionale con il Presidente ed Amministratore Delegato Sanders Schier, gli altri Membri del Consiglio di Amministrazione, tutti i miei Collaboratori e tutta quella che io chiamo la Famiglia SIOT: senza la loro dedizione non saremmo riusciti in questi anni a raggiungere i risultati che abbiamo conseguito. Questo mi sarà di sprone per consolidare e sviluppare ulteriormente l’operatività della nostra azienda”. Arriva a Trieste Golder Associates, gruppo internazionale di consulenza di ingegneria ambientale fondata nel 1960 in Canada. Di proprietà al 100% dei professionisti che vi lavorano, nel mondo ha uno staff di 7.000 persone in 150 uffici; lo staff Europeo è di 750 persone dislocato in 13 Paesi. In Italia, dove lavorano oltre 220 persone, opera dal 1977 con sedi a Torino, Milano, Roma, Padova, Priolo Gargallo (SR), Aosta, Firenze e Trieste. La capacità di fornire consulenza specializzata nasce dall’esperienza maturata da Golder Associates in quasi cinquant’anni di gestione di progetti complessi in tutti i settori di mercato, offrendo servizi per l’ambiente: indagini, bonifiche, monitoraggi ambientali, progettazione di impianti di smaltimento rifiuti e di impianti per la produzione di energia rinnovabile, progettazione geotecnica e progettazione di infrastrutture. Le attività di bonifica ambientale sono state e sono sviluppate sia su siti contaminati di interesse nazionale, sia su siti di interesse regionale e locale. In tale contesto l’apertura dell’ufficio di Trieste permetterà di offrire i servizi di ingegneria sia sul territorio locale sia sul territorio sovranazionale Alpe Adria o Euroregione. Recentemente Golder Associates ha inoltre acquisito la società di ingegneria Metec & Saggese, ampliando e potenziando l’offerta dei servizi nell’ambito impiantistico ed energetico. 35 News ILLYCAFFÈ: nasce la Fondazione Ernesto Illy Istituita da illycaffè ma aperta all’ingresso di altri soci sostenitori, la Fondazione è presieduta da Anna Rossi Illy, moglie di Ernesto e attuale Presidente onorario dell’azienda, e diretta da Roberto Morelli, direttore Cultura del caffè di illy. Lo scopo è sviluppare e approfondire il patrimonio di idee, attività e spunti che Ernesto Illy ha lasciato come eredità morale: le attività si concentreranno negli ambiti dell’etica, della sostenibilità, della ricerca scientifica, della cultura del caffè e della valorizzazione della figura di Ernesto Illy. Tra i progetti allo studio, un percorso universitario sull’economia e la scienza del caffè e la partecipazione al progetto sulla genetica del gusto in collaborazione con la Sissa. La Fondazione, che opererà in tutto il mondo, ha sede nel comprensorio aziendale nella palazzina intitolata ad Ernesto Illy dove trovano spazio anche le attività di R&I, l’Università del caffè e la nuova biblioteca, arricchita con il patrimonio librario dell’imprenditore e che verrà aperta anche agli ospiti esterni. A dicembre 2008 illycaffè ha inoltre annunciato l’acquisizione del 50% del capitale di Itaca srl, società con sede ad Arluno (Mi) che progetta e produce sistemi a capsule per caffè espresso destinate al settore uffici. SINCROTRONE TRIESTE: visita di Giuliano Amato Importanti innovazioni per Fincantieri: con il supporto tecnico dell’azienda triestina, l’Autorità Portuale di Civitavecchia-Fiumicino e Gaeta ed Enel hanno redatto il primo progetto che consentirà alle navi da crociera che sostano nel porto di Civitavecchia di spegnere i generatori elettrici di bordo e di utilizzare energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili (High Voltage Shore Connection Technology), in assenza di emissioni gassose. In questo modo, Civitavecchia diventa il primo scalo del Mediterraneo, ed uno dei pochissimi al mondo, a realizzare un progetto di elettrificazione delle banchine. Inoltre, Fincantieri ha studiato un prototipo di vaporetto veneziano ecocompatibile, concepito per abbattere fino ad eliminare l’inquinamento idrodinamico e quello aereo, sviluppando soluzioni tecnologicamente avanzate ed economicamente competitive con lo sfruttamento di energia solare e con l’utilizzo di idrogeno. Il progetto avrà durata triennale: promosso da Confindustria Venezia, è supportato dalla Regione Veneto e prevede un investimento totale di 11.930.503 euro, di cui il 42% sarà coperto da incentivi del Ministero dello sviluppo economico. EUFOTON: lanciato LASEmaR 1500 Eufoton ha lanciato il suo ultimo strumento LASEmaR 1500 alle due fiere internazionali dedicate al settore medicale più importanti al mondo (Medica 2008 Duesseldorf in Germania e Arab Health 2009 Dubai negli Emirati Arabi Uniti). Il nuovo laser di ultima generazione permette un range completo di trattamenti innovativi nella medicina estetica, dal fotoringiovanimento del viso al trattamento della cellulite e delle adiposità localizzate. Eufoton, oltre ad essere un’azienda al passo con le innovazioni tecnologiche, dedica anche molto spazio alla soddisfazione dei suoi clienti, e offre ai medici un ventaglio di esclusivi servizi post vendita tra cui il marketing e la promozione dello stesso studio medico ai pazienti. News TELIT: nuovi prodotti short-range e GE Telit, specialista italiana nella tecnologia wireless M2M (machine to machine), propone una gamma di moduli short-range completamente nuova. Con l’integrazione di queste innovazioni, Telit amplia la sua competenza nel mercato M2M e diventa l’unico fornitore ad offrire tutte le più significative soluzioni wireless all’interno del suo portfolio prodotti, come ha spiegato Felix Marchal, Global VP Sales alla Telit Communications PLC. Telit ha anche introdotto il modulo GSM/GPRS GE865, ultima evoluzione nella sua gamma di prodotti GE. Il modulo GSM/GPRS più piccolo al mondo ha una forma estremamente compatta (solo 22 x 22 x 3 mm) ed è, allo stesso tempo, più potente dei dispositivi precedenti e ottimizzato per un basso consumo di energia. I nuovi moduli sono ora disponibili in tutto il mondo e i clienti Telit possono beneficiare delle tecnologie d’avanguardia M2M in cui sono essi incorporati, con costi integrativi minimi. THE OFFICE: Trieste traduce Strasburgo the office srl si è aggiudicato per la seconda volta un importante bando di traduzione indetto dal Parlamento europeo. Tradurrà infatti - in esclusiva per l’Italia - il resoconto integrale dei dibattiti delle sedute del Parlamento europeo a Strasburgo e Bruxelles. Un incarico importante e prestigioso che ripete l’esperienza del quinquennio 1997-2002 e corona una serie di contratti stipulati dal 1994 ad oggi con la Commissione europea, il Centro di traduzione degli organismi UE e il Comitato economico e sociale. La società triestina, fondata 29 anni fa, organizza convegni ed eventi ed è altresì attiva nell’ambito della traduzione e dei servizi linguistici. In un’ottica di costante miglioramento e competitività a livello nazionale e internazionale, dal 2005 è certificata ISO 9001:2000. Le due socie, Cristiana Fiandra Cambissa e Rossella Spangaro, esprimono grande soddisfazione per questo nuovo incarico che avrà anche una buona ricaduta lavorativa per i 30 traduttori professionisti coinvolti nel progetto, parecchi dei quali sono laureati presso la Scuola superiore per interpreti e traduttori (SSLMIT) dell’Università di Trieste. Viaggio nelle aziende al femminile sulle pagine de Il Piccolo Il quotidiano Il Piccolo dedica degli approfondimenti a firma della giornalista Arianna Boria, nelle pagine della cronaca cittadina, ad alcune imprenditrici giuliane, segnalate dall’Ufficio stampa dell’Associazione Industriali: il viaggio, attraverso cifre, ritratti e storie, è iniziato lo scorso 5 marzo, con i ritratti di Aleksandra Pangerc e di Sabrina Strolego, alla guida rispettivamente di Betonfer e di Ergolines. “Guidare un’azienda – sintetizza la Pangerc – può essere uguale per tutti, ma è la vita che non è uguale per uomini e donne. Importante è allora che le amministrazioni varino strumenti per far crescere le iniziative al femminile e progetti per diffondere la cultura d’impresa”. “Molti si spaventano – dice la Strolego – invece è un’esperienza bellissima”. ZUDEK: inaugurati i nuovi magazzini della Terminal Frutta Trieste Taglio del nastro, giovedì 29 gennaio, per la Terminal Frutta Trieste: inaugurato alla presenza delle autorità politiche e portuali, il magazzino 55 del Molo V, rilevato dal Gruppo Gavio (che guida il secondo gruppo autostradale italiano), punta a divenire nel breve periodo un polo d’attrazione per tutto l’Alto Adriatico. Alta tecnologia, elevata efficienza energetica, impatto ambientale zero e nuovi posti di lavoro sono infatti le caratteristiche principali dei nuovi magazzini, destinati a far crescere e a sviluppare l’economia portuale triestina nel settore dell’ortofrutta. A realizzare l’impianto di refrigerazione l’azienda triestina Zudek, leader del settore. “Il nostro impianto - spiega il direttore generale, Alessandro Zudek - utilizza refrigeranti naturali e completamente riciclabili, oltre ad essere gestito a distanza: si tratta di un sistema d’avanguardia, che verrà utilizzato anche nel Porto di Rotterdam”. “Il nostro gruppo - dice il Presidente della Gavio, James Pingani - è approdato qui venti mesi fa e ha deciso di realizzare una serie di investimenti, che sono andati a buon fine anche grazie alla partecipazione di altre imprese e alla manodopera, e che permetteranno a questo sito di essere uno dei più importanti d’Europa negli scali ortofrutticoli”. WÄRTSILÄ® is a registered trademark. EVERY THIRD SHIP YOU SEE IS POWERED BY US. The reason isn’t just our solutions, excellent though they are. Just as important is the around-the-clock lifecycle care offered by 17,000 of us all across the globe. 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