Prospettive per il Sito Inquinato I risultati dell`attività presentati all

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Prospettive per il Sito Inquinato I risultati dell`attività presentati all
Spedizione a.p. 70% DR TS In caso di mancato recapito inviare al CMP/CPO di Trieste per la restituzione al mittente previo pagamento resi, contiene I.P.
Periodico di informazione economica
Anno XIV - n. 76
Gennaio/Febbraio 2009
EDITORIALE
Scenari congiunturali e ripresa del territorio
INTERVISTA
Prospettive per il Sito Inquinato
CEAT
I risultati dell’attività presentati all’Assemblea
FOCUS INNOVAZIONE
SOMMARIO
2-3
EDITORIALE
10-11 IMPRESE
Scenari congiunturali
e ripresa del territorio
4-5
CONFINDUSTRIA
12-13 IMPRESE
L’economia italiana
nella crisi globale
6-7
INTERVISTA
Prospettive
per il Sito Inquinato
8-9
VISIONE
Iniziative importanti
per i cittadini
Orion: da Trieste
valvole di qualità
Masè: l’industria
del gusto
14-15 ANCE
17-20 FOCUS INNOVAZIONE
Inserto
a cura di Nicola Pangher e Domenico Romeo
21
AMBIENTE
Imprese, ambiente
e normative
22-23 SICUREZZA
Sicurezza sul lavoro:
l’impegno continua
La bilateralità
in edilizia
16
PROGETTI
24-25 IMPRESA E BANCA
Slimport,
trasporti innovativi
Restrizione del credito
alle imprese
26-27 CEAT
I risultati dell’attività
presentati all’Assemblea
28
TRIESTE COFFEE CLUSTER
Trieste Coffee Cluster
muove i primi passi
29
COMMISSIONE INNOVAZIONE
Gli Industriali
all’AREA Science Park
30
GRUPPO GIOVANI
Parco del mare:
un acquario ma non solo
31
TURISMO
33
Trieste patria dei congressi
ASSINDUSTRIA
Nuove imprese associate
34-36 NEWS
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gentilmente concessa da
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Trieste Industria
Periodico dell’Associazione
Industriali Trieste
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Tribunale Trieste
n. 58 del 28.4.1949
Poste Italiane SpA
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Anno XIV - Numero 76
Gennaio/Febbraio
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5 Marzo 2009
Editoriale
Scenari congiunturali
e ripresa del territorio
Un’analisi della situazione di Trieste e dei suoi punti critici
I
periodi di crisi presentano delle
opportunità sotto mentite spoglie: vi
propongo questa celebre frase di Benjamin
Franklin per mettere l’accento sull’importanza
di dare un’accelerazione alla ricerca di soluzioni
concrete, con tempi di realizzazione brevi, ai
problemi che investono l’economia locale, in un
quadro congiunturale globale così complesso.
In questi momenti bisogna saper privilegiare
percorsi fattibili rispetto ad azioni volte alla
ricerca di ‘soluzioni ottimali’, ma di difficile
realizzazione.
Come evidenzia il recente Rapporto Infocamere
2008 sulla natalità e mortalità delle imprese in
Italia, stiamo registrando un calo complessivo
del numero di imprese attive nel Triveneto, cui
contribuisce pesantemente la regione Friuli
Venezia Giulia, con un saldo negativo nella
provincia di Trieste (il saldo iscrizioni/cessazioni
registra 62 imprese in meno). Su questi elementi
va fatto un distinguo fra imprese commerciali
ed artigianali e quelle del comparto industriale,
che sostanzialmente, nonostante alcuni punti
di criticità, manifestano una certa tenuta e
che, quindi, vanno affiancate con opportuni
interventi in campo finanziario e di sostegno
con gli ammortizzatori sociali.
La situazione in cui ci troviamo, soprattutto in
questo periodo, pone in evidenza la necessità,
da noi più volte sottolineata, di riflettere sul
modello di sviluppo da adottare per costruire
il futuro economico del territorio giuliano. È
ormai evidente l’esigenza di avere un territorio
complessivamente ‘competitivo’ ed ‘attrattivo’,
in grado di rispondere alla sfida sempre
più impegnativa che le attuali dinamiche
dell’economia ci impongono.
Nell’attuale situazione è necessario muoversi su
due fronti: tutelare le fasce deboli con misure di
sostegno (quali ad esempio gli “ammortizzatori
in deroga”), e, nel contempo, avviare una
programmazione finalizzata a liberare da subito
tutti gli investimenti che possono rilanciare il
territorio.
Il riferimento va alla pronta e definitiva
soluzione del problema delle bonifiche, senza
ulteriormente penalizzare le imprese che non
si sono rese responsabili dell’inquinamento;
al rilascio delle concessioni per il Porto
Vecchio; all’avvio della piattaforma logistica;
all’insediamento del rigassificatore grazie
all’investimento di Gas Natural (550 milioni di
Euro di cui 40 per il recupero ambientale del
sito in cui dovrebbe sorgere l’impianto). Ogni
ulteriore ritardo al riguardo rischia infatti di
dare campo ad iniziative similari a Capodistria.
In una fase congiunturale come quella
attuale è inoltre utile dare un’accelerazione
agli investimenti infrastrutturali: oltre
all’apprezzato avvio dell’iter per la terza corsia
dell’A4, risulta quanto mai opportuno dare
impulso ad interventi nel settore del trasporto
aereo e ferroviario, per ovviare al problema della
marginalità, di cui la provincia di Trieste soffre
storicamente.
Anche il rilancio della funzione di
Friulia, a sostegno dei processi di sviluppo
(con particolare riguardo al rafforzamento
strutturale delle piccole e medie imprese), e il
rafforzamento del ruolo dei Congafi possono
contribuire a mitigare l’impatto che il sistema
bancario attualmente ha sulle imprese.
Da rilevare che proprio a supporto delle piccole
3
Scenari congiunturali e ripresa del territorio
e medie imprese la Commissione Europea ha
definito un quadro di riferimento temporaneo
per sostenere l’accesso al finanziamento
nell’attuale situazione di crisi finanziaria ed
economica. Gli interventi ammessi prevedono
la concessione di aiuti pari a 500.000 euro
(da concedersi sino al 31 dicembre 2010)
attraverso sovvenzione diretta in denaro;
garanzie su prestiti agevolati; agevolazioni sui
tassi di interesse; sostegno alla realizzazione
di prodotti che migliorino considerevolmente
la tutela ambientale; rafforzamento degli
investimenti in capitale di rischio. Quella
offerta dalla Commissione Europea costituisce
un’opportunità che la Regione, per le sue
competenze in materia di politica industriale
e per il ruolo nello sviluppo del sistema delle
piccole e medie imprese, non può trascurare.
Nonostante il protrarsi dal 2003 di una
situazione di sostanziale blocco di nuovi
insediamenti produttivi per il problema delle
bonifiche, l’andamento dell’industria locale
in termini di occupati (compresi i settori
dell’edilizia e delle costruzioni), ha segnato un
significativo incremento, passando dai 14.000
del 2004 a circa 19.000 di inizio 2008, a fronte
delle perdite di posti di lavoro nel settore del
commercio e dei servizi.
L’attuale crisi economica avrà delle
ripercussioni anche sul tessuto produttivo
locale. È indubbio che fattori di criticità siano
presenti in aziende che operano in settori
particolarmente esposti alle turbolenze del
mercato, ed è su queste situazioni che anche
come Associazione stiamo lavorando al fine
di attutire gli effetti della crisi su imprese e
lavoratori.
Oltre a mettere in atto tutte le azioni utili a
consentire l’utilizzo della più ampia gamma
di ammortizzatori sociali, con l’obiettivo di
tutelare i livelli occupazionali complessivi in un
momento di brusco e grave rallentamento delle
dinamiche economiche, risulta quanto mai
necessario, coinvolgendo le Istituzioni e le parti
sociali, mettere in campo tutti gli sforzi utili
a definire azioni che consentano di coniugare
uno sviluppo ‘qualitativo’ dell’economia, legato
alla ricerca e all’innovazione, con uno sviluppo
‘quantitativo’, capace quindi di attivare nuovi
insediamenti e conseguentemente di offrire
nuove opportunità di sviluppo al territorio.
Ritornando all’importante tema delle
bonifiche, evidenzio la situazione di inerzia
e di blocco che si è generata a sei anni dalla
definizione della perimetrazione del Sito
inquinato di Trieste. Nessuna possibilità di
ottenere una concessione edilizia, nessuna
attrattiva per possibili investitori: sono questi
gli ostacoli a qualsiasi opportunità di sviluppo
in presenza di un quadro congiunturale già
scarsamente propizio e della formidabile
competizione della vicina Repubblica di
Slovenia, anche in termini di intensità di aiuto
ammissibile a supporto del sistema economico
delle imprese. Preoccupa fortemente, in
particolare, che dall’anno della perimetrazione
ad oggi, in buona sostanza, non si registrino
nuovi insediamenti industriali o significativi
ampliamenti delle strutture produttive, salvo
rarissime eccezioni.
Non possiamo nascondere tutte le perplessità
legate all’applicazione dell’Accordo approvato
dalla Giunta regionale nella seduta del 30
dicembre scorso, con riferimento in particolare
all’insufficiente tutela delle aziende insediate
non responsabili del presunto inquinamento,
che potrebbero essere chiamate a pagamenti
non sostenibili e al risarcimento di danni non
procurati.
Se queste condizioni rimanessero immutate
è chiaro che si aprirebbe una lunga fase di
contenziosi che, di fatto, prolungherebbe
ancora per anni l’attuale situazione di
sostanziale blocco degli investimenti.
L’auspicio è quello di pervenire ad una sollecita
sottoscrizione di un Accordo di Programma
per la bonifica, che porti a conclusione la fase
di caratterizzazione delle matrici ambientali e
pianifichi gli interventi urgenti di risanamento
necessari al completo riutilizzo delle aree.
Questa strada è percorribile definendo un iter
che consenta di aprire l’Accordo di programma
(secondo lo schema del project financing) alla
partecipazione di nuovi soggetti imprenditoriali
che hanno già manifestato l’intenzione di
investire nell’area triestina. Il riferimento va ad
esempio alla recente dichiarazione del Gruppo
Gavio, che si è dichiarato disponibile ad
investire 100 milioni di euro nella piattaforma
logistica, e all’impegno di Gas Natural, più
sopra ricordato.
In conclusione, Trieste è di fronte ad una scelta:
o si avvia una celere soluzione del problema
bonifiche, oppure il sistema economico, in
particolare il comparto manifatturiero, rischia
di perdere le opportunità che, nonostante
tutto, si presentano per rafforzare un tessuto
industriale che sia pronto ad agganciare la
ripresa economica, quando essa si verificherà.
Corrado Antonini
Presidente
Associazione Industriali di Trieste
Bruno Colombin
Aveva 93 anni Bruno Colombin, imprenditore
triestino a capo della storica azienda
Colombin e Figlio S.p.A., che si è spento per
una broncopolmonite il giorno di Natale: una
vita dedicata alla sua impresa, leader nella
produzione di tappi da sughero. Impresa che
ha sempre seguito in prima persona, senza
ritirarsi in pensione nonostante l’età avanzata,
trascorrendo tutta la sua giornata nella sede
di via Cosulich e viaggiando regolarmente
per monitorare l’attività degli stabilimenti in
Spagna e Marocco. Bruno Colombin ha saputo
stabilire un ottimo rapporto professionale e
umano con collaboratori e dipendenti, che lo
ricordano come una persona gentilissima e
ottimista, un vero “padre” per chi ha avuto
l’opportunità di lavorare per lui. Oltre a
questo, era naturalmente un imprenditore
di grande carisma, mosso da un ottimismo
incrollabile e da intuizioni importanti, come
quelle che negli anni Settanta l’hanno portato
a progettare e realizzare le macchine che a
tutt’oggi rappresentano la chiave del successo
della sua azienda, vere e proprie armi vincenti
i cui brevetti hanno permesso alla Colombin
di guadagnarsi il vantaggio competitivo sui
concorrenti (ne è un esempio l’estrazione del
tca, una molecola che danneggia il vino, che
consente di eliminare il problema del “gusto
di tappo” dal vino imbottigliato). Il segreto del
suo successo forse sta proprio nella passione che
metteva nel lavoro, in quello che per lui era quasi
un divertimento, tanto da portarlo a definire la
sua fabbrica “uno splendido giocattolo” e da
spingerlo a progettare le proprie macchine anche
nei momenti di relax, soprattutto nel mare che
amava tanto. Ogni anno l’azienda produce
250 milioni di tappi di sughero, fattura circa
30 milioni di euro e dà lavoro, solo a Trieste, a
135 persone. “Ora - racconta il nipote Michele
Verginella, figlio di Roberto, amministratore
delegato della SpA - ci troviamo tutti a fare i
conti con un immenso vuoto”.
Confindustria
L’economia italiana
nella crisi globale
Un estratto della premessa pubblicata dal Centro Studi di
Confindustria su “Scenari Economici n° 4” (Dicembre 2008)
Q
Adalberto Valduga
Presidente di Confindustria Friuli Venezia
Giulia dal 2007, si è spento lo scorso 14
gennaio dopo una lunga malattia. Bellunese
di nascita, si è laureato nel 1965 in ingegneria
elettrotecnica presso il Politecnico di Milano, e
dopo una prima esperienza lavorativa all’Enel
ha intrapreso la libera professione. Nel 1976
entra nell’Acciaieria Fonderia Cividale SpA
di Cividale del Friuli (Ud), della quale viene
nominato consigliere delegato e in seguito
Presidente della Cividale SpA, holding operativa
del Gruppo Cividale. Dal 1997 al 2003 è stato
Presidente dell’Associazione Industriali della
Provincia di Udine, dal 2003 al 2007 Presidente
della Camera di Commercio del capoluogo
friulano. Adalberto Valduga era inoltre membro
del Consiglio di Amministrazione e del Comitato
esecutivo dell’Editoriale Friuli-Venezia Giulia,
società editrice de “Il Messaggero Veneto”
di Udine e “Il Piccolo” di Trieste, di NordEst
Merchant (Gruppo Banca Popolare di Vicenza),
di Amga Azienda Multiservizi, di Friuli
Innovazione e di Udine e Gorizia Fiere.
Sessantasette anni, Valduga aveva assunto la
carica di leader di Confindustria del Friuli
Venezia Giulia dal febbraio 2007.
uello che il bruco chiama fine del
mondo il resto del mondo chiama
farfalla - Lao Tse
Economie immerse in una crisi di fiducia.
L’evoluzione naturale della congiuntura è
stata bruscamente interrotta dal crack di
Lehman Brothers il 15 settembre 2008. Una
data da ricordare. Prima di quel fallimento
la recessione annunciata dal triplice shock
immobili-finanza-petrolio avrebbe lasciato il
posto alla ripresa nel corso del 2009 grazie al
miglioramento dei fondamentali.
Dopo e a causa di esso, il panico si è diffuso
in ogni angolo, finanziario e reale, del
sistema e ha reciso il filo della fede nel
futuro su cui cammina da sempre lo sviluppo
economico. In questi frangenti scatta l’istinto
di sopravvivenza e i singoli attori, famiglie e
imprese, assumono decisioni e comportamenti
rivolti al risparmio. Scelte razionali per i
singoli diventano sequenza autodistruttiva
per la collettività perché tutti si adeguano ai
timori di minore prosperità e li fanno diventare
realtà. Con effetti a catena crescenti e sempre
più difficili da arrestare: riduzione di consumi
e investimenti, perdite nei bilanci aziendali,
tagli di posti di lavoro, minori redditi, nuovo
calo della domanda.
(…) Eppure i semi della ripresa ci sono.
Forze favorevoli sono già in azione, ancora
più ampie e potenti di tre mesi fa: la repentina
discesa dell’inflazione, i guadagni massicci
nella bolletta energetica e alimentare, i drastici
tagli nei tassi di interesse, il crollo dei costi
delle materie prime per le imprese, l’euro
meno sopravvalutato, le misure espansive
predisposte in molti paesi. In tempi normali
basterebbero a spingere le economie su un
sentiero di alta crescita nell’arco di un paio di
trimestri.
Ciò è possibile anche ora se viene dissolta la
nebbia di incertezza che impedisce di vedere
le opportunità e coglierle. Perciò la priorità è
ristabilire la fiducia.
Solo la politica economica può riuscirci. Se
i governi creano un ponte che, scavalcando
il vuoto di domanda attuale, sorregga la
produzione e il consumo, sostenga famiglie
e imprese, salvi posti di lavoro e aziende,
limitando così i danni e conducendo alla riva
dove gli impulsi espansivi saranno a pieno
regime.
La leva corretta da adoperare è la spesa
pubblica in investimenti e ammortizzatori
sociali; i tagli di imposte vanno mirati a
quella fascia di popolazione pronta a usarli
per consumi, altrimenti trasformano debito
pubblico in risparmio privato.
(…) La fiducia non si rinsalda (…) se chi ha
responsabilità di governo, a qualunque livello,
e chi contribuisce al formarsi delle opinioni
lancia moniti e fa previsioni da tregenda,
generando confusione e sconcerto nel proporre
paragoni con vicende, quelle del 1929, lontane
dalle attuali perché diverse e più stabili sono le
strutture delle economie.
Tutti i policy maker sono chiamati a una prova
molto impegnativa. Sta a loro far scoccare la
scintilla dello sviluppo. Passi importanti e
Confindustria FVG: Alessandro Calligaris nuovo Presidente
Sarà l’esperienza dell’ing. Alessandro Calligaris a guidare gli Industriali regionali dopo la prematura scomparsa dell’ing. Adalberto Valduga.
È quanto è stato deciso, all’unanimità, nella riunione del Consiglio Direttivo della Confindustria Friuli Venezia Giulia, tenutasi presso la sede
dell’Unione degli Industriali di Pordenone martedì 24 febbraio 2009. Il neo-eletto Presidente della Confindustria regionale è Presidente
dell’azienda Calligaris, fondata nel 1923 con sede a Manzano, leader nel settore dei complementi di arredamento. Il Gruppo Calligaris, con un
fatturato 2008 che si aggira sui 170 milioni, conta 750 dipendenti, cinque stabilimenti produttivi di cui uno in Croazia, distribuisce i suoi prodotti
in oltre 12mila punti vendita in ben 90 Paesi, con filiali in Usa e in Giappone.
Nella stessa riunione il Consiglio Direttivo ha nominato, su proposta del Presidente Calligaris, Gianfranco Di Bert (attuale Presidente dell’Unione
Industriali di Gorizia) quale Vice Presidente vicario della Confindustria Friuli Venezia Giulia. (Fonte: Confindustria FVG)
5
L’economia italiana nella crisi globale
Emma Marcegaglia
incontra Alessandro
Calligaris
coraggiosi sono stati compiuti, con fantasia e
spregiudicatezza, avventurandosi in territori
inesplorati alla ricerca delle soluzioni migliori.
(…) Il rischio più grande dello scenario, forse
l’unico a questo punto rimasto giacché gli
altri si sono ormai materializzati, è proprio
quello di un nuovo fallimento della politica,
qualora questa obbedisse a tempi e logiche
proprie e non si dimostrasse all’altezza delle
formidabili sfide presenti. Per le quali occorre
prontezza nelle decisioni.
(…) Sono urgenti infrastrutture moderne,
amministrazione pubblica efficiente, mercati
più liberi, politica meno invasiva, sindacati
senza ideologie, istruzione che formi capitale
umano anziché essere al servizio dei docenti.
(…) Fermo restando il fondamentale
obiettivo del risanamento dei conti pubblici
e dell’abbattimento del debito, i vantaggi
crescenti che queste riforme porteranno
domani al bilancio pubblico possono essere
scambiati oggi, di fronte ai mercati finanziari
e alle autorità europee, con un maggior spazio
di manovra nell’uso del deficit pubblico per
sostenere la domanda interna puntando
anzitutto proprio sugli investimenti in opere
pubbliche e sugli ammortizzatori sociali.
La fiducia ne sarebbe confortata due volte,
per gli effetti nel breve e per quelli nel lungo
termine. Il Governo ha già avviato importanti
cambiamenti e ha gli strumenti per allargare
e approfondire la sua azione, anche grazie al
maggior grado di libertà deciso dall’Unione
europea nell’interpretazione del Patto di
stabilità.
(…) Nel caos e nel buio della crisi sta nascendo
un mondo più equilibrato: i consumatori
americani tornano a risparmiare, le bilance
dei pagamenti tendono al pareggio, non ci
sono bolle speculative, la finanza sarà meglio
regolata e vigilata, le imprese e interi settori
industriali vengono ristrutturati (evitando
eccessive concentrazioni che ridurrebbero
la concorrenza e danneggerebbero il
consumatore).
Gli investimenti pubblici in infrastrutture,
soprattutto in nuove tecnologie e ambiente,
aumenteranno benessere e produttività. I
commerci saranno resi più liberi da nuovi
accordi internazionali.
L’Italia è preparata? Un rapido sguardo ai
benchmark competitivi dà una risposta
negativa. Di nuovo torna impellente la
necessità di varare le riforme strutturali.
Nelle imprese esposte alla concorrenza
la ristrutturazione non si limita a essere
auspicata ma semplicemente avviene,
come esigenza vitale. La trasformazione del
Made in Italy continua e può funzionare
da acceleratore per la ripresa. Puntando su
innovazione e internazionalizzazione
che, come dimostra l’analisi di MET, sono le
caratteristiche fondamentali delle imprese di
successo. (…)
‘’Serve una politica fiscale più adeguata,
che aiuti gli imprenditori. La crisi viene
adesso, e quindi è necessario che le
decisioni e i loro effetti siano immediati’’.
Lo ha sottolineato Emma Marcegaglia,
Presidente di Confindustria, a margine della
commemorazione di Adalberto Valduga che
si è tenuta lo scorso 4 marzo a Cividale.
‘’In questo momento quello che gli
imprenditori italiani devono fare è
continuare ad investire nelle proprie aziende
- ha continuato Emma Marcegaglia - e fare
di tutto per mantenere i posti di lavoro,
avendo un atteggiamento di solidarietà verso
i lavoratori. Chiederemo al governo, alle
banche e ai sindacati di fare la loro parte’’.
“Bisogna mobilitare le risorse disponibili
per favorire il credito alla Pmi - ha detto il
Presidente di Confidustria FVG Alessandro
Calligaris, che ha incontrato la Marcegaglia
a margine della commemorazione - va
sostenuta e condivisa la proposta di
Confindustria di utilizzare la parte inoptata
di Tfr, che finisce nel Fondo Tesoreria, per
la costituzione di un fondo di garanzia che
consenta alle banche di sentirsi più protette
nel momento in cui erogano liquidità”.
Numerosi gli spunti emersi dall’incontro:
dalla necessità di modernizzare la PA,
a quella di pervenire a una sollecita
sottoscrizione dell’Accordo di Programma
per la bonifica del SIN, a quella di sostenere
l’autotrasporto locale per contrastare il
vantaggio competitivo delle imprese dell’Est
Europa.
Intervista
Prospettive
per il Sito Inquinato
Il SIN di Trieste tra Accordo di Programma e rilancio del
territorio. Intervista all’On. Roberto Menia
A
quasi sei anni dalla sua istituzione,
il SIN continua a rappresentare
il principale freno allo sviluppo
economico del tessuto produttivo della provincia.
La crisi economica globale che stiamo
attraversando impone la ricerca di soluzioni
snelle, applicabili, che diano garanzie di
equilibrio tra le necessità per gli investitori
di avere delle certezze e una reale tutela
dell’ambiente.
In questo quadro, lo strumento dell’Accordo
di Programma rappresenta per tutti i Soggetti
Economici del Territorio l’unico mezzo valido
con il quale si possa superare l’empasse che dal
2003 ingessa l’intera zona industriale.
Da quasi due anni si discute sui contenuti
dell’Accordo, sugli interventi previsti e sul grado
di coinvolgimento delle aziende insediate nel SIN
di Trieste. La Regione FVG ha approvato in via
preliminare la bozza di Accordo il 30 dicembre
u.s. e siamo in attesa di ulteriori importanti
chiarimenti da parte del Ministero.
Delle prospettive a breve e medio termine
discutiamo con l’on. Roberto Menia,
Sottosegretario di Stato al Ministero dell’Ambiente,
esponente di punta del mondo politico triestino e
profondo conoscitore della realtà locale.
Onorevole Menia, siamo finalmente prossimi
alla definizione dei contenuti dell’Accordo?
Quali sono i tempi, dal Suo punto di vista,
e le procedure per l’approvazione finale del
documento?
Il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del
Territorio e del Mare ha completato l’iter
interno di approvazione dei contenuti dell’AdP.
Siamo quindi in attesa di indicazioni da parte
della Regione FVG, impegnata attualmente
nell’ottenimento delle approvazioni da parte
della Giunta provinciale di Trieste e delle Giunte
comunali di Trieste e di Muggia.
Il programma degli interventi presenti
nella bozza sembra già prevedere quelli
che potranno essere i risultati della
caratterizzazione e dell’analisi di rischio sitospecifica, fasi di cui (ad oggi) solo la prima
risulta parzialmente avviata. Non sarebbe
stato più funzionale, anche per comprendere
l’effettivo stato di contaminazione,
procedere alla sollecita chiusura della fase
di indagini/caratterizzazioni e solo in un
secondo momento pianificare gli interventi,
razionalizzando le risorse disponibili?
Lo spirito che ha condotto alla predisposizione
dell’AdP è stato quello di non ritardare
ulteriormente l’avvio dei necessari interventi
di messa in sicurezza e bonifica del SIN, quali
condizioni preliminari e necessarie al rilancio
economico delle aree, fornendo, al contempo,
un chiaro quadro di riferimento per le imprese,
in termini di tempistiche e procedure per il
riutilizzo delle aree in pendenza dell’intervento
di bonifica, ma anche in termini di vantaggi
economici per le imprese interessate alla
7
Prospettive per il Sito Inquinato
sottoscrizione di specifici atti transattivi con la
Pubblica Amministrazione.
A tal fine si è voluto, quindi, procedere ad una
rapida definizione degli interventi necessari,
nonché alla stima dei relativi costi, partendo
dai dati ambientali fino a quel momento
disponibili, ritenuti comunque sufficienti a
definire lo stato di compromissione ambientale
del sito. In particolare, la necessità di dare
avvio agli interventi di messa in sicurezza e
bonifica d’emergenza della falda del SIN di
Trieste è stata deliberata dallo stesso MATTM,
già nella Conferenza di Servizi Decisoria del
26 luglio 2007, sulla base dei risultati delle
caratterizzazioni effettuate dall’ARPA FVG.
Nel corso della stessa Conferenza è stato
dato mandato alla Direzione competente
di predisporre uno specifico Accordo di
Programma che definisse tali interventi ritenuti
urgenti e necessari.
In tale contesto, gli interventi da realizzare,
individuati nell’Accordo, sono stati scelti
in quanto rappresentano le soluzioni
tecnologiche che offrono maggiore garanzia
rispetto all’obiettivo di impedire la diffusione/
dispersione incontrollata delle acque di falda
contaminate verso il mare; tali soluzione
tecnologiche saranno poi oggetto di ulteriori
approfondimenti in sede di studio di fattibilità,
previsto all’interno dell’Accordo medesimo.
Gli aspetti economici sono quelli
che, ovviamente, destano maggiore
preoccupazione tra le Aziende, con
particolare riferimento alle piccole e
medie. In un recente incontro, è stato
chiarito che gli oneri per la realizzazione
del sistema di contenimento della falda
previsti nella prima fase saranno ripartiti
tra tutti i soggetti insediati, fatte salve le
aree cedute da Enti Pubblici, per le quali
saranno essi stessi a sostenerne i costi (12
euro/mq, n.d.r.). Emerge invece un discorso
differente per quanto attiene al danno
ambientale che sarà richiesto una-tantum
a tutti gli insediati, prescindendo dalla
effettiva responsabilità. Se vale il principio
“Chi inquina paga”, non sembra più valere
il contrario, ovvero “Chi non ha inquinato,
non paga”. Quali rassicurazioni si sente di
poter dare a quanti hanno acquistato in
buona fede i terreni dai Soggetti Pubblici?
La quantificazione della quota di danno
ambientale sarà fortemente differenziata in
quanto avverrà sulla base: del diverso impatto
esercitato sulla aree di propria competenza
e sulla falda; delle attività esercitate, degli
impianti e delle opere realizzate e/o gestite.
Inoltre la suddetta quota dovuta a titolo di danno
ambientale potrà essere pagata in 10 anni senza
interessi, e potrà essere oggetto di conguaglio
con i maggiori oneri sostenuti dalle imprese per
realizzare interventi che permettano di ottenere
performance ambientali superiore ai limiti
previsti dalla normativa vigente, in conformità
con le normativa comunitaria sugli aiuti di
stato in campo ambientale.
Gli interventi previsti nella prima fase sono
la realizzazione del sistema di contenimento
della falda e del nuovo depuratore di
Servola. Come verrà gestito il sistema?
L’accordo prevede la realizzazione di un sistema
integrato tra l’intervento di barrieramento della
falda e l’impianto di depurazione di Servola,
potenziato con un impianto di trattamento delle
acque di falda, tale da permettere il riutilizzo
delle stesse a fini produttivi.
La realizzazione dell’intervento relativo al
depuratore sarà a cura del Comune di Trieste,
in collaborazione, per il modulo funzionale al
trattamento delle acque di falda, con il soggetto
attuatore individuato dal MATTM nell’Accordo,
ai sensi dell’articolo 6 del DM 308/2006.
Si discute molto della piattaforma logistica,
della riconversione del polo siderurgico
di Servola e dell’insediamento del
rigassificatore di Gas Natural, solo per
citare qualche esempio. Quale futuro vede
per la zona industriale della sua Città? Qual
è il suo progetto di sviluppo per il territorio
giuliano?
L’accordo di programma in parola ha come
obiettivo quello di creare i presupposti per
un rapido sviluppo dell’area sia in termini
infrastrutturali sia produttivi, secondo gli
orientamenti tracciati dal Governo; con tal
spirito si è voluto con forza il coinvolgimento,
tra i soggetti sottoscrittori, del Ministero delle
Infrastrutture e dei Trasporti e del Ministero
dello Sviluppo Economico e si è “scommesso” su
un approccio di sviluppo integrato (ambiente/
imprese/infrastrutture), anche attraverso il
contestuale inserimento del SIN di Trieste tra
i siti destinatari degli interventi di rilancio
produttivo previsti dal Progetto Strategico
Speciale (PSS) “Programma straordinario
nazionale per il recupero economico produttivo
di siti industriali inquinati”, di cui è titolare lo
stesso MiSE.
Visione
Iniziative importanti
per i cittadini
I Sindaci di San Dorligo della Valle - Dolina e Muggia illustrano le
direttive su rifiuti e Sportello Unico
T
occa a noi Sindaci, come rappresentanti
del Territorio, ricoprire un ruolo
importante nello sviluppo e nella
comunicazione delle tante iniziative nei campi
più svariati, come per esempio in campo
ambientale, o in quello delle attività produttive
che interessano tutta la collettività. Proprio
legato alle attività produttive, è stato istituito
nel luglio del 2007 lo Sportello Unico per le
attività produttive dell’aggregazione “Rosandra”.
Contemporaneamente alla firma della
convenzione tra il nostro Comune e il Comune
di Muggia, come capofila, è stato stipulato un
patto d’intesa con la Regione autonoma Friuli
Venezia Giulia al fine di aderire al progetto
Impresa Futuro e ricevere i contributi necessari
all’avvio del nuovo servizio. Fra i partner del
progetto ci sono la Camera di Commercio, che
cura la promozione, e INSIEL che fornisce, come
partner tecnico, il Protocollo on-line. Dopo
l’allestimento degli uffici centrali dello Sportello
Unico e la composizione della modulistica, è
stata organizzata una serie di incontri formativi
per il personale che dovrebbe seguire lo sportello.
Questo comunque ha iniziato la propria attività
nel gennaio dell’anno scorso, con un numero
limitato di procedimenti, rivolgendosi ad
un’utenza “amica” che è stata invitata ad usare
tali strumenti al fine di testarne la funzionalità.
In questa fase non sono state riscontrate grosse
difficoltà ed il nuovo servizio ha avuto subito
riscontri positivi, con l’implementazione delle
procedure e anticipando di molto i tempi previsti.
Comunque, ci si può servire dello Sportello
Unico per una serie di servizi, come ad esempio
esercizi di vicinato, commercio, vendita per
corrispondenza e a domicilio, manifestazioni di
intrattenimento e svago, impianti di distribuzione
carburanti, affittacamere, campeggi, alberghi,
agriturismi e tante altre cose ancora. Proprio
all’inizio di quest’anno è partita la seconda fase,
con il coinvolgimento degli uffici per l’edilizia
e l’urbanistica, per definire i procedimenti
che potrebbero essere inseriti nell’offerta dello
Sportello Unico.
Il nuovo servizio è rivolto per di più agli
imprenditori e permette il conseguimento di
grossi vantaggi in termini di risparmio di tempo
(è stato calcolato il 50% in meno), ma anche di
denaro.
Questa amministrazione ha sempre lavorato a
salvaguardia e a sostegno dell’ambiente, ed è per
questo che ha fatto la scelta forse un po’ impopolare
di iniziare con il progetto di raccolta differenziata
porta a porta. Oggi stiamo raggiungendo le
percentuali richieste dalla normativa vigente
grazie alla collaborazione dell’intera comunità,
ma il percorso non è stato tra i più facili. Fin da
gennaio 2005, il consiglio comunale ha deliberato
il passaggio da Tassa per i rifiuti (Tarsu) a tariffa
per gli utenti del servizio di gestione dei rifiuti
urbani (TIA), determinata e applicata a norma
del D.Lgs n. 22/1997 e del D.P.R. n. 158/1999.
La tariffa viene calcolata con la somma di due
quote: la quota fissa e la quota variabile e viene
suddivisa in utenze domestiche e non. Si tiene
conto poi della superficie coperta dall’abitazione
e del numero degli occupanti, mentre per le quote
non domestiche si fa riferimento alla superficie e
alle classi di appartenenza. Nel sistema di raccolta
porta a porta, ogni utente dispone di diversi
bottini per la raccolta di carta, vetro, plastica e
lattine che è gratuito, mentre è a pagamento la
raccolta indifferenziata. In questo modo, più
l’utente conferirà nella differenziata, tanto più
ridurrà i rifiuti indifferenziati e in questo modo
anche la parte variabile della tariffa che andrà a
pagare.
Credo che con queste due scelte, sopra descritte,
si siano raggiunti dei buoni risultati, tenendo
conto dei parametri di efficacia, efficienza ed
economicità, dando un aiuto in più alla comunità
che amministriamo.
Fulvia Premolin
Sindaco del Comune
di San Dorligo della Valle - Dolina
L’
importanza del tessuto economico
per il rilancio del territorio sul quale
governa il Comune di Muggia è stata
ben chiara a questa amministrazione fin dal
suo insediamento. Proprio per questo motivo la
mia Giunta ed io abbiamo lavorato per porre le
basi, nei limiti delle nostre competenze, a nuovi
9
Iniziative importanti per i cittadini
insediamenti, alla soluzione di problemi ereditati
e più in generale a uno sviluppo economico
senza il quale non si possono intravedere
miglioramenti sostanziali nella qualità della vita
dei nostri cittadini. Obiettivo, quest’ultimo, che ci
siamo posti tra quelli da perseguire con maggior
vigore nell’espletamento della nostra attività
amministrativa.
Non è un caso che le linee dettate ai professionisti
per il nuovo Piano regolatore prevedano grande
attenzione per lo sviluppo e la ricerca, con
valutazioni relative alla filiera della cantieristica
da diporto, le sinergie con l’Università, la
competitività dei settori industriale, artigianale
e commerciale.
In termini ancor più concreti, subito dopo il nostro
insediamento, abbiamo attivato lo Sportello
unico per le imprese in collaborazione con il
Comune di San Dorligo-Dolina e sotto l’egida
della Regione Friuli Venezia Giulia, impegnata
a finanziare il progetto per le attività produttive
denominato «ImpresaFuturo». La formula
di «e-government» con cui gli imprenditori
sono messi nelle condizioni di interagire in via
informatica e gestire alcune pratiche senza la
presenza fisica negli uffici di enti e istituzioni
è ormai giunta alla sua seconda fase. Dopo
l’avvio dei servizi on-line per i procedimenti
commerciali si stanno ora implementando
quelli relativi all’ambiente, all’occupazione del
suolo pubblico e, entro il 2009, quelli relativi
ai procedimenti urbanistici. Il tutto per ridurre
i tempi della burocrazia ma anche per fornire
una certezza in merito alla stessa tempistica di
attuazione delle pratiche.
A favore delle imprese, così come di tutti i
residenti sul territorio comunale, anche lo sforzo
che questa amministrazione intende mettere
in atto per l’adeguamento del servizio per la
raccolta dei rifiuti. Una volta risolte una serie
di problematiche relative agli appalti che non
ci hanno ancora permesso di intervenire come
desideravamo su altri aspetti del servizio, sarà la
volta delle tariffe.
Nerio Nesladek
Sindaco del Comune
di Muggia
2008
T.M. 35.789.535
2008
435
2008
8.123
17.874
36.808
8.832
2.987
74.624
Imprese
Orion: da Trieste
valvole di qualità
L’azienda di Luca Farina rifornisce compagnie petrolifere,
oleodotti e rigassificatori di tutto il mondo
L
eader mondiale nella produzione di
valvole d’intercettazione per il settore
petrolchimico e derivati, la Orion
SpA è oggi un’azienda solida, orientata
all’internazionalizzazione e all’innovazione.
Acquisita completamente nel 1996 dal Gruppo
Farina – che si occupa di componentistica
piping, curando la produzione di tubi, flange
forgiate, raccordi e valvole – la Orion è stata
fondata nel 1951 e ha visto il susseguirsi di
persone ed eventi che hanno dato all’azienda
una sorta di immortalità. A sottolinearlo è il
Presidente e Amministratore Delegato Luca
Farina, che trasferitosi una decina d’anni fa a
Trieste da Como ha saputo rilanciare la società
portandola a livelli di vera eccellenza.
“Orion fornisce le più grandi compagnie
petrolifere al mondo – sottolinea Farina –
che operano in Medio-Oriente (40% della
produzione per rispondere alle richieste di
Arabia Saudita, Emirati Arabi, Kuwait, Qatar),
negli Stati Uniti, in Canada, Giappone, Norvegia
e Corea, partecipando alla costruzione di
impianti dove la massima parte delle tecnologie
utilizzate è occidentale. Ci rivolgiamo anche
ai grandi gruppi di ingegneria (come Saipem,
Technip, Bechtel, Kellog, Fluor), che realizzano
i progetti in base alle esigenze delle compagnie
petrolifere”.
Producendo in particolare valvole di
intercettazione in metallo fuso, di regolazione
di flusso e di non ritorno, Orion è orientata al
miglioramento continuo dei suoi prodotti per
raggiungere i più alti livelli tecnologici e la
qualità migliore per fornire ai clienti servizi
sempre più efficenti. “Lo studio sui materiali
impiegati – spiega Luca Farina – si è molto
sviluppato, anche in seguito alla crescita
del prezzo del petrolio, una risorsa ovunque
ricercata. In Canada, ad esempio, nella zona
delle oil sands, il petrolio sta salendo da solo in
superficie ed ha impregnato il terreno di una
vasta area. Abbiamo dovuto adeguare le nostre
valvole in modo da lavare la terra per separarla
dal petrolio, utilizzando dei materiali in grado di
resistere all’usura del fluido abrasivo. Per creare
prodotti di successo – continua il Presidente –
abbiamo fortemente investito sulla ricerca, sullo
sviluppo tecnologico e soprattutto sulle persone che
lavorano in azienda: 120 dipendenti, qualificati e
motivati, che costantemente supportano la nostra
crescita e l’espansione verso altri mercati.
“Per il settore dei rigassificatori – afferma
Luca Farina, assicurando la disponibilità della
società a collaborare con Gas Natural per la
realizzazione dell’impianto a Trieste, considerato
un’opportunità per l’azienda ma soprattutto per
la città – creiamo valvole per servizi criogenici
in grado di resistere a temperature di –196
°C per poter lavorare con i gas liquidi. Tra i
lavori che abbiamo contribuito a realizzare
per il settore petrolifero nel 2008, da ricordare
la “Keystone” pipeline da circa 6000 km, che
collega il Mare Artico al Golfo del Messico. Per
il teleriscaldamento abbiamo fornito ai gestori
di un impianto pilota a Brescia un isolamento
11
Orion: da Trieste valvole di qualità
adeguato dei tubi per il trasporto dell’acqua
calda, che da una grande centrale viene
convogliata nelle case. Così abbiamo costituito
una società specializzata (Ecoline SpA) in grado
di produrre tubi altamente pre-isolati, capace di
garantire una perdita di temperatura massima
di 0,6 °C per km”.
Se l’innovazione è un valore assoluto per la Orion,
l’internazionalizzazione è una scelta obbligata,
anche in un periodo congiunturale così difficile,
che inizia a pesare pure sul settore petrolifero
in quanto molti degli investimenti previsti dalle
Compagnie mondiali sono stati pianificati su un
prezzo molto elevato del petrolio (fino agli 80/100
dollari al barile di qualche mese fa). “Viviamo
la situazione di crisi – conferma Luca Farina
– come un’occasione per pensare al futuro:
per mantenere la nostra posizione di leader del
mercato (i nostri competitor nel mondo sono
una decina), stiamo investendo in un nuovo
prodotto altamente tecnologico, e valutando
una penetrazione in altri Paesi, in particolare
in Russia. Sempre puntando su competenza,
tecnologia, affidabilità e flessibilità”.
Federica Zar
Orion
Ha inaugurato lo scorso anno il suo nuovo stabilimento in zona industriale (27.000 mq complessivi), nel quale produce valvole in acciaio fuso di
dimensioni fino a 12 metri di altezza e del peso di 60 tonnellate, con una capacità produttiva di circa 5.000 tonnellate/anno. Nel 2008 la società
ha partecipato alla realizzazione di progetti in Qatar, Arabia Saudita, Polonia, Iran, Finlandia, Oman, Venezuela, Canada/Usa e, in Italia, per il
parco serbatoi di Trieste della SIOT – Società Italiana per l’Oleodotto Transalpino.
Il Gruppo Farina produce circa 100.000 tonnellate/anno di raccordi, flange e tiranteria, (circa 600 dipendenti, con aziende anche in Germania,
Canada e Inghilterra). Fra le attività della famiglia Farina, importante anche quella vinicola, con circa 2.000.000 di bottiglie/anno, la cui qualità è
stata nel 2008 premiata con l’inserimento del Barolo Stefano Farina tra i Top 100 del mondo.
Imprese
Masè: l’industria
del gusto
Lo storico salumificio triestino ha esportato in tutta Italia
i prodotti tipici della nostra zona
Q
uello della famiglia Masè è
sicuramente uno dei nomi più noti
dell’industria alimentare e della
ristorazione triestina, che vanta una solida
tradizione e una rete capillare di punti vendita
cittadini. Originari di Strembo, un piccolo paese
del Trentino situato nella Val Rendena, Angelo
e Miradio Masè emigrano a Trieste - all’epoca
fiorente porto dell’Impero Austro Ungarico
- attorno al 1870, e avviano la loro attività
aprendo un banchetto di salumi e carni in
piazza della Legna (l’attuale Piazza Goldoni),
prima di trasferirsi nel loro primo negozio
nell’attigua via Gallina. Miradio in seguito si
staccherà dal fratello ed aprirà un buffet in Via
Ghega, che in breve tempo diventerà il maggior
rivenditore cittadino di birra Dreher. Nel primo
dopoguerra Guerrino (figlio di Miradio) e
Cesare (figlio di Angelo) aprono un salumificio
a Barcola: per motivi di spazio, si sposteranno
poi in via Fabio Severo, alla curva ribattezzata
Masè. Nel corso degli anni Guerrino si separa
dal cugino e, assieme agli altri fratelli (tra i
quali Alfonso, padre di Tullio), torna a gestire
il negozio di via Ghega.
È all’inizio degli anni ‘50 che Alfonso si
trasferisce da solo in via Timeus, dove
incomincia a lavorare assieme al figlio
Tullio: quest’ultimo nel 1970, in seguito alle
conoscenze acquisite durante le frequenti
collaborazioni imprenditoriali con i colleghi di
San Daniele, decide di dedicarsi alla produzione
di salumi cotti. Nel 1996 la produzione si
sposta nell’attuale stabilimento sito in Zona
Industriale: nasce il Gruppo Masè, composto da
due aziende che controllano rispettivamente la
produzione e la gestione dei negozi di proprietà:
entrambe sono amministrate da Andrea Masè,
figlio del Cavalier Tullio attuale Presidente del
Gruppo.
“Uno dei descrittori del brand Masè (“Lo
specialista della salumeria cotta”) indica
in modo inequivocabile come l’azienda sia
orientata alla produzione di salumeria cotta
di qualità - spiega Andrea Masè - un obiettivo
perseguito sia in termini di caratteristiche
delle materie prime utilizzate che di
tipologia di articoli offerti al consumatore
finale. Produciamo ancora oggi con metodi
artigianali, utilizzando esclusivamente carni
fresche accuratamente selezionate, e la gran
parte degli articoli non contiene fonti di
glutine, polifosfati aggiunti, derivati del latte e
glutammato”.
Affettati a macchina o tagliati al coltello
ancora caldi come da tradizione triestina
e mitteleuropea, i prosciutti cotti sono il
fiore all’occhiello della produzione Masè e
rappresentano un legame indissolubile con gli
usi e i costumi propri di queste terre.
Oggi la Tipica Salumeria Tullio Masè gestisce
direttamente venti punti vendita, dislocati
in prevalenza nella provincia di Trieste, ma
presenti anche a Udine, Grado e Monfalcone.
I negozi si suddividono sostanzialmente in
due tipologie: oltre ai punti vendita di tipo
tradizionale infatti, l’azienda ha iniziato ad
aprire una nuova generazione di locali che
uniscono la salumeria alla ristorazione veloce.
13
Masè: l’industria del gusto
“Le analisi dei trend di mercato - dice
l’Amministratore Delegato - confermano infatti
il costante aumento dei pasti di tipo veloce,
consumati fuori casa durante tutto l’arco della
giornata. Vi è inoltre una tendenza sempre più
accentuata a mangiare al di fuori dei luoghi
tradizionali (ristoranti, trattorie, pizzerie…):
il cliente è attratto e gradisce tipologie di
negozio non convenzionali. Il nuovo conceptstore Masè ben si adatta alle mutate esigenze
degli stili di vita contemporanei: il visitatore
che entra in negozio per fare la spesa può anche
mangiare e chi pranza o consuma un aperitivo
può anche acquistare salumi o altri prodotti
alimentari. Il tutto senza mai rinunciare alla
qualità”. Partendo da uno sguardo sugli stili
di vita moderni, Masè si avvicina quindi al
consumatore d’oggi, adeguandosi ai suoi ritmi,
alleviandone lo stress ed esaudendone i piccoli
piaceri quotidiani.
Il piano di crescita che interessa i negozi di
proprietà sta proseguendo con il lancio, già in
atto, del sistema di franchising: a dicembre è
stato infatti aperto a Roma, presso il Centro
Commerciale Porta di Roma, il primo negozio
in Distribuzione Selettiva. Il Gruppo Masè ha
avviato un piano di crescita che interessa i
canali commerciali del Normal Trade, della
G.D.O. e dell’HO.RE.CA.: la strategia aziendale
prevede un allargamento della presenza
della marca Masè sia a livello nazionale che
internazionale, attraverso un allargamento
delle aree di vendita di tipo concentrico (Friuli
Venezia-Giulia; Veneto, Lombardia e Trentino
Alto Adige; territorio nazionale; Slovenia,
Austria, Francia e Germania).
Nel suo piano di crescita, Masè ritiene strategica
l’innovazione tecnologica: nel primo trimestre
del 2009 l’azienda presenterà ed inizierà la
fase di commercializzazione della morsa a
riscaldamento ohmico, creata in partnership
con l’AREA di Ricerca di Trieste. Questo
innovativo brevetto consentirà all’azienda di
migliorare sensibilmente il servizio reso al
consumatore finale: attraverso un flusso di
corrente a bassa tensione che non altera in
alcun modo le caratteristiche chimiche ed
organolettiche del prodotto, il prosciutto cotto
con osso tagliato a mano potrà essere servito
caldo a tutte le ore del giorno, come se fosse
stato appena sfornato.
ANCE
La bilateralità
in edilizia
Incontro con Marcello Dell’Erba, Presidente del locale Comitato
Paritetico Territoriale per la prevenzione degli infortuni
L
a tutela della sicurezza sul lavoro
è un principio e un obiettivo di
forte valenza culturale ed etica
su cui si misura il livello di civiltà e
progresso di ogni società. In un settore
come quello delle costruzioni, in cui
sono presenti rischi professionali legati
alle peculiarità del lavoro in cantiere,
il fenomeno degli infortuni è tuttora un
problema gravissimo, un dramma sociale
e umano la cui soluzione rappresenta da
sempre una priorità per l’Associazione
nazionale dei costruttori edili e per le sue
Associazioni provinciali.
Comitato Paritetico Territoriale
per la prevenzione degli infortuni,
l’igiene e l’ambiente di lavoro
Cittadella dell’Edilizia
Via dei Cosulich, 10
34147 Trieste
tel. 0402822403
fax 0402820997
[email protected]
www.ediliziaentionline.it
Indubbiamente la nostra categoria ha posto
da sempre al centro delle proprie politiche
associative e contrattuali il trinomio della
sicurezza, della regolarità e della formazione,
nella convinzione che la diffusione di una
vera e profonda cultura della sicurezza, che
entri veramente a far parte di un patrimonio
condiviso di valori sociali, vada promossa su
molti piani e si articoli in una pluralità di
strumenti e azioni strategiche innovative. Il
nostro comparto ha promosso un sistema di
Enti paritetici, costituito da ben 300 strutture
presenti in tutte le province italiane, quali
le Casse edili, le Scuole edili e i Comitati
Paritetici Territoriali per la prevenzione degli
infortuni (in breve CPT), tutti finanziati
con il contributo diretto delle imprese di
costruzione, che svolgono un’efficace azione
di contrasto alle forme di lavoro irregolare, di
formazione dei soggetti coinvolti nel processo
costruttivo e di verifica delle condizioni di
sicurezza nei cantieri.
Oltre alla capillare attività attraverso il sistema
bilaterale, l’azione Ance si è recentemente
tradotta in una serie di proposte normative
e impegni contrattuali che rappresentano
non solo un passo avanti fondamentale per
il rafforzamento della sicurezza, ma anche
al tempo stesso un significativo contributo
al fine di contrastare le irregolarità nel
reperimento di nuova manodopera.
Infatti dopo l’introduzione del Durc,
del tesserino di riconoscimento e della
comunicazione anticipata del rapporto di
lavoro (che hanno avuto un’applicazione
preventiva e generalizzata proprio in
edilizia) dal 1° gennaio di quest’anno sono
attivi i Corsi preassuntivi delle “16 ore”
presso le Scuole edili che, per effetto di una
disposizione del nostro contratto nazionale,
devono essere obbligatoriamente frequentati
dai lavoratori che entrano per la prima volta
nel sistema bilaterale delle costruzioni.
In questo modo acquisiscono una conoscenza
di base delle mansioni che saranno chiamati
a svolgere, del cantiere come luogo di lavoro
e di produzione, dei rischi che correranno se
non applicheranno rigorosamente le norme
antinfortunistiche previste.
Veniamo più in particolare al Comitato
Paritetico Territoriale per la prevenzione
degli infortuni, del quale Lei ha
recentemente assunto la Presidenza.
Dopo il mandato del Presidente Marino
Benussi, che ha guidato l’Organismo nel
precedente triennio con autorevolezza e
competenza, ho assunto la responsabilità del
15
La bilateralità in edilizia
CPT dallo scorso mese di ottobre. Le attività
istituzionali del Comitato, nel quale sono
coinvolte anche le Associazioni artigiane,
Confartigianato e CNA, sono compiutamente
descritte nello Statuto, dove si precisano i
compiti che il CPT è chiamato a svolgere
per favorire il miglioramento dell’ambiente
di lavoro nei cantieri edili, facendosi attivo
promotore delle condizioni di sicurezza.
A questo fine i sopralluoghi in cantiere da
parte dei tecnici incaricati costituiscono
il momento più concreto e la sintesi delle
nostre finalità operative. Il nostro gruppo
di tecnici professionalmente qualificati è
chiamato a interloquire, a coinvolgere e
motivare chi opera quotidianamente in
cantiere, ricercando la valorizzazione delle
reciproche esperienze secondo procedure e
modalità operative di effettuazione delle visite
predefinite e concordate fra le parti sociali.
Come si attiva l’intervento dei tecnici?
Su richiesta delle imprese, ma anche per
iniziativa diretta del Comitato o delle parti
sociali che in esso sono rappresentate. Voglio
ricordare a questo proposito che è stata
recentemente varata la disciplina operativa
del Protocollo d’Intesa sottoscritto tra il
Comune di Trieste, l’Ance, le Associazioni
artigiane e le sigle sindacali di categoria,
finalizzato a rafforzare le verifiche di
sicurezza e regolarità nei cantieri, con la
collaborazione e il coinvolgimento diretto del
Comitato Paritetico Territoriale, fatte salve e
impregiudicate le competenze degli organi
tecnici di controllo.
Si tratta di “visite” effettuate di concerto e per
iniziativa del Responsabile del procedimento
incaricato dal Comune per ogni singolo
appalto, obbligatoriamente entro due mesi
dall’avvio del cantiere e successivamente
durante l’esecuzione dei lavori, su impulso e
intervento autonomo dello stesso CPT, al fine
di appurare lo stato effettivo dei cantieri e il
rispetto formale e sostanziale della normativa
vigente.
Ci tengo a sottolineare che si tratta del primo
esempio a livello nazionale di collaborazione
tra un importante ente appaltante (il primo
nella Regione Friuli Venezia Giulia) e un
organismo bilaterale.
Quindi, supporto tecnico e organizzativo
alla corretta attività delle imprese
nella gestione della sicurezza ma anche
presenza istituzionale…
Siamo attivamente presenti e direttamente
coinvolti nell’attività del Tavolo di
coordinamento permanente in materia
di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro
istituito dalla locale Prefettura e nella
Segreteria Tecnica creata nel suo ambito,
che hanno sviluppato interessanti campagne
informative, promosso Protocolli d’intesa
fra Enti di controllo, stazioni appaltanti e
associazioni di categoria, ausili tecnici per
l’adempimento degli obblighi in materia,
azioni di ricognizione e sensibilizzazione
sulla formazione e sullo stato di attuazione
di aspetti mirati del Testo Unico della
Sicurezza.
Su questo Tavolo abbiamo anche sottoscritto
nello scorso mese di dicembre un Protocollo,
sicuramente innovativo, con l’Azienda
per i Servizi Sanitari e la Direzione
provinciale del Lavoro, per il miglioramento
del coordinamento istituzionale fra gli
Enti e l’implementazione dell’attività
di prevenzione nei cantieri della nostra
provincia, costituendo un “Ufficio di
Coordinamento” presso la SCPSAL, che
definirà linee guida condivise relative alle
modalità di sopralluogo e individuerà le
priorità di intervento.
Voglio poter affermare che, con concorso
operativo di tutti i soggetti coinvolti, nel
rispetto dei reciproci ruoli e responsabilità,
sia stato intrapreso un percorso sicuramente
impegnativo ma, mi auguro, efficace nel
perseguimento dell’obiettivo comune di un
lavoro qualificato e sicuro.
In un momento estremamente difficile per
il settore e per tutta l’economia italiana,
unitamente all’entrata in vigore del “Testo
Unico” in materia di sicurezza (che il
comparto sta con fatica metabolizzando),
il nostro obiettivo è quello di coadiuvare
le imprese nel cantiere sensibilizzando i
preposti e le maestranze ad assimilare la
cultura della sicurezza non come sacrificio
bensì come modus operandi, cercando di
instaurare uno spirito di collaborazione tra i
Coordinatori per la Sicurezza, gli impresari,
le maestranze e gli addetti al controllo dei
cantieri (Azienda per i Servizi Sanitari,
Direzione Provinciale del Lavoro, INAIL,
INPS e Forze dell’Ordine preposte).
ANCE FVG:
Donato Riccesi è il
nuovo Presidente
Donato Riccesi è il nuovo Presidente
dell’ANCE FVG: succede a Giuliano
Vidoni, giunto al termine del suo mandato
statutario, e guiderà l’Associazione per
il prossimo triennio. ‘’I problemi del
comparto - ha osservato Riccesi nel suo
discorso di insediamento - sono molti, e
trovare le risposte in questo particolare
momento congiunturale non è semplice. Il
settore si trova, infatti, a dover affrontare
una situazione eccezionale che si aggiunge
all’eccesso di regolamentazione, in alcuni
casi anche contraddittoria, che mortifica
l’iniziativa imprenditoriale e riduce
l’efficienza dell’intervento pubblico’’.
Progetti
Slimport, trasporti
innovativi
Il Sistema rappresenta una nuova frontiera per la logistica
portuale e intermodale
S
limport è un Sistema per la gestione di
logistica e sicurezza per l’intermodalità
portuale, cioè per il trasporto di persone e
merci integrato fra nave, treno e veicoli su gomma.
Questo programma, che rientra nel ristretto
numero dei progetti finanziati dal Ministero dello
Sviluppo Economico, nell’ambito del Programma
Industria 2015 - Mobilità Sostenibile, è stato ideato
per risolvere, con un’unica filiera tecnologica
modulare, numerose problematiche inerenti la
movimentazione mercantile in quello che viene
definito “ultimo miglio mare - primo miglio
terra”. L’innovazione si basa su una piattaforma
tecnologica che offre a un operatore logistico o al
gestore di un nodo di interscambio tra mezzi un
set di componenti che, integrando soluzioni infotelematiche, impianti e sensoristica, consente di
intervenire nelle varie fasi del processo operativo
di trasporto. Il risultato è minori tempi di transito
a minor costo e minor inquinamento ambientale.
A sperimentare Slimport saranno innanzitutto le
Autorità Portuali, dal momento che i porti sono il
principale punto di raccordo tra il trasporto via
mare e i trasporti via gomma e ferroviari sulla
terra ferma, connessi anche agli altri nodi, quali
interporti, piattaforme logistiche, retroporti. La
conferma dell’interesse destato dal progetto, che
partirà a breve, viene dal coinvolgimento nella
sperimentazione di diversi porti italiani, fra cui
quello di Trieste. In particolare, Slimport aiuta
gli operatori del trasporto e gli enti gestori dei
nodi ad affrontare le problematiche di maggior
rilievo, migliorando i processi operativi che
riguardano la gestione di aree doganali uniche,
l’incremento del trasporto ferroviario, la gestione
equilibrata ed eco-compatibile del trasporto su
gomma, il raccordo con i sistemi di trasporto
pubblico locale, l’utilizzo di tecnologie e
processi a favore della safety e della security, la
mitigazione delle discontinuità tra componente
marittima e terrestre nelle attività di carico e
scarico. Il tutto salvaguardando quanto già in
uso da parte della comunità trasportistica. Sono
previsti, infatti, il recupero degli investimenti
in tecnologie, reti di trasmissione e informatica
già esistenti e l’integrazione con le soluzioni
tecnologiche utilizzate dagli operatori logistici.
Il progetto nasce da un’idea scaturita dalla
stretta collaborazione tra AREA e Autorità
Portuale di Trieste, i cui tecnici hanno saputo
sviluppare proposte originali e coinvolgere una
rete significativa a livello nazionale con partner
di tutto rilievo (Elsag Datamat Spa, Consorzio
per l’Area di Ricerca di Trieste - AREA Science
Park, Telespazio Spa, Ansaldo Segnalamento
Ferroviario Spa, Eurotech, Consorzio Milano
Ricerche, Istituto Nazionale di Fisica Nucleare,
OTO Melara Spa, solo per citarne alcuni). Slimport
è stato validato da Teorema Engineering, società
insediata nel parco scientifico.
CARGO: scopi e obiettivi del progetto
Un altro importante progetto informatico voluto dalla Commissione Europea per migliorare e velocizzare la circolazione delle merci, dal punto di
vista doganale, è il progetto CARGO. L’attuazione di questo progetto prevede che, a pieno regime, gli utenti siano in grado di presentare i manifesti
delle merci arrivate (MMA) e i manifesti delle merci in partenza (MMP) per via telematica superando le attuali frammentazioni dei processi che sono
da imputarsi alla molteciplità degli Enti/Amministrazioni attualmente coinvolte ed accrescendo, nello stesso tempo, il controllo integrato del flusso
delle merci. Il progetto si articolerà in più fasi partendo dalla gestione elettronica dei manifesti delle merci sino ad arrivare alla gestione completa
della movimentazione tra il soggetto responsabile della presentazione del manifesto-il soggetto responsabile del magazzino-la Dogana-altri Enti ed
Amministrazioni. In questo modo la Dogana, grazie ai servizi telematici di cui si sono dotati o dovrebbero dotarsi gli Enti gestori dei servizi portuali
ed aeroportuali, sarà in grado di fornire un controllo integrato del flusso delle merci accrescendo quindi l’efficienza dei controlli, riducendo i tempi
di effettuazione delle operazioni doganali e mettendo a disposizione a tutti gli operatori del ciclo portuale informazioni di competenza in tempo
reale. In tal senso, il Porto di Trieste sarà chiamato a produrre e gestire un sistema informatico atto a far da banca dati neutrale delle informazioni
per la movimentazione delle merci nell’ambito del Porto Franco e che dovrà garantire un interfaccia con gli utenti da una parte e con la Dogana
dall’altra.
17
innovazione
Concludiamo con questo numero di Trieste Industria quella che era ormai
diventata una tradizione, vale a dire l’appuntamento con il Focus Innovazione:
dato il successo dell’iniziativa, che ha attirato anche interessi esterni, abbiamo
pensato di raccogliere tutti i nostri interventi in un unico fascicolo, che verrà
pubblicato autonomamente. Le imprese presentano quello che hanno fatto di
innovativo per comunicare ai cittadini che c’è voglia di industria, di investire e
creare successo sul mercato. Si tratta di dare una spinta in avanti, di affermare
“Stiamo innovando, l’industria va avanti, vorremmo che il territorio venisse
avanti con noi!”. E in momenti come quello che stiamo vivendo guardare avanti è
fondamentale. Non solo a Trieste, ma in molte altre città gli imprenditori vengono attirati
dall’esterno. Ma mentre in altri settori il know how che si porta al mercato è più ‘monolitico’,
nel settore chimico-farmaceutico le competenze arrivano da esperienze molto diverse: sarei lieto di
trovare argomenti condivisi su cui fare gruppo. Il titolo sotto cui accorpare molte esperienze industriali
e di ricerca è quello delle scienze della vita: ormai questo settore sta rapidamente raggiungendo i primi
posti in classifica come intensità di ricerca di base ed industriale, ma anche come uno dei settori in
grado di creare valore economico molto importante. Le aziende del settore hanno tutti i vantaggi e gli
svantaggi di trovarsi immediatamente di fronte ad un mercato globale, in cui il prodotto o il servizio
per la salute non vede mercati locali o regionali, ma da subito un mercato e dei concorrenti globali.
Facilitare la crescita industriale è una sfida che deve coinvolgere le autorità pubbliche: anch’esse
devono adottare l’innovazione per rendere un miglior servizio ai cittadini: in questo modo diventano
un Lead Market, creando così immediatamente uno sbocco di mercato per le imprese locali ad alto
contenuto tecnologico. Il percorso di una PMI che innova deve trovare delle possibilità commerciali
vicino a casa, altrimenti dovrà rivolgersi su altri mercati in grado di fare sistema e comunque di
favorire le imprese del territorio.
Rimane quindi fondamentale comunicare agli esterni che vale la pena investire nella nostra attività:
una componente essenziale di questo percorso è il riconoscimento dell’innovazione nei bandi pubblici,
facendo comprendere alle istituzioni che è necessario prendere dei rischi per innovare. Per il benessere
dei cittadini è importante puntare sulle iniziative e sui prodotti di maggiore qualità, ponendo come
elemento di qualità in tutti i bandi pubblici delle amministrazioni locali l’investimento in ricerca e
sviluppo sul territorio.
Nicola Pangher
Il settore farmaceutico, soprattutto per quanto riguarda le grandi multinazionali, non sta vivendo
un momento di grande sviluppo, con riferimento alle innovazioni radicali. Ciò è dovuto in
gran parte al fatto che gli investimenti necessari per lanciare un farmaco “blockbuster”, a
successo rapido e con grandi ritorni di profitto, sono arrivati alle stelle, superando il miliardo
di dollari, e perciò non si registrano sostanziali incrementi nel lancio di nuove molecole.
Contemporaneamente si indebolisce anche la cosiddetta rendita monopolistica delle imprese
farmaceutiche, per il lancio di numerosi prodotti generici sostitutivi alla scadenza del periodo
di copertura brevettuale. Secondo uno studio di Moody’s, per questi motivi nei prossimi tre anni
la farmaceutica europea perderà circa il 20 per cento del suo fatturato.
Parte del proprio futuro le imprese del settore dovranno quindi giocarselo nella messa a
punto e nella diffusione di una cultura dell’innovazione continua o incrementale nell’ambito
delle funzioni di marketing operativo e vendite, ricavando suggerimenti su come finalizzare gli
investimenti di R&S in quelle aree che il mercato considera più interessanti.
Resta sempre vivo il sogno
di vedere Trieste come polo
fondamentale dell’industria
scientifica, ma per realizzarlo
dobbiamo lavorare tutti assieme:
con quest’obiettivo è nata anche
la Commissione Innovazione
dell’Associazione Industriali di
Trieste, che riunisce le principali
imprese tecnologiche del tessuto
produttivo locale ed è aperta ai
rappresentanti dell’Università
di Trieste e della SISSA, di AREA
Science PARK, BIC Friuli Venezia
Giulia ed altre realtà economiche
e finanziare.
Focus Innovazione
Per quanto riguarda l’industria farmaceutica italiana, fino a pochi anni fa la sua crescita economica,
le quote di fatturato investito in R&S e il numero di addetti crescevano con indici molto soddisfacenti.
Inoltre, le nostre imprese hanno realizzato importanti accordi con partner internazionali, accompagnati
da esportazione di tecnologia e innovazioni e, in alcuni casi, hanno effettuato significative acquisizioni
di aziende estere.
Le aziende del settore, insediate nella provincia di Trieste, dimostrano una grande tendenza
all’innovazione con ripetuti interventi sui propri processi o prodotti e su miglioramenti organizzativi.
Inoltre, vi è una consolidata apertura ad accordi con partner esteri, che permettono di entrare con
successo nei mercati internazionali.
Domenico Romeo
ACTIMEX
Tiziana Canal
Direttore Scientifico
Actimex, nata nel 2000 in AREA Science
Park, si occupa di prodotti innovativi a
base naturale per il settore Heatlhcare. Le
linee di prodotti a marchio ActiScience
attualmente disponibili in farmacia
sono dedicate a disturbi dell’inverno
e della stagione fredda, alle difese
immunitarie, all’umore, alla memoria,
ed esiste anche una linea di integratori
salini e per lo sport con micronutrienti che
facilitano il recupero dallo stress psico-fisico.
TC: La nostra azienda è nata nove anni fa da
Un’altra mossa strategica sarà
quella di puntare sull’impiego
di integratori nutrizionali e
sostante naturali, spesso estratte
da vegetali, che possiedono
la capacità di agire sullo
stato generale di benessere
dell’individuo. Le proprietà di tali
sostanze includono un ampio
spettro di effetti che si traducono
nella protezione da infezioni,
nel miglioramento della
circolazione, nella riduzione del
rischio vascolare, o in aumenti
della concentrazione e della
memoria a breve termine.
una scommessa: migliorare una tecnologia nata
in campo farmaceutico, brevettarla ed applicarla
a un campo diverso, cioè quello dell’integrazione
alimentare. Siamo partiti studiando i problemi di
assimilabilità degli ingredienti naturali contenuti
in integratori alimentari e abbiamo dimostrato
che con la nostra tecnologia possiamo fornire ai
micronutrienti un ‘plus’ che consente di migliorare
e mantenere un generale status di “benessere”.
Tale plus di qualità ed innovazione permette
inoltre a noi ed ai nostri clienti di mantenere un
profilo di eccellenza in termini sia di prodotti sia di
soddisfazione delle richieste del pubblico.
Integrando il settore Ricerca&Sviluppo con un
reparto produttivo e successivamente entrando nel
canale delle farmacie con un prodotto a marchio
proprio, l’azienda ha deciso di intraprendere un
percorso difficile.
TC: Inizialmente abbiamo proposto ingredienti
ottimizzati grazie alla nostra tecnologia solo a
clienti, tant’è che ad oggi alcuni di essi vengono
commercializzati in prodotti a marchio, ad
esempio da Bayer o Scharper. Dal 2007 abbiamo
deciso di introdurre nel canale farmacia linee
a marchio nostro (ActiScience, appunto) grazie
anche ad un network di terzisti nazionali ed
europei per la produzione dei finiti. Gli integratori
basati sui nostri multicompositi sono attualmente
distribuiti in una buona percentuale delle farmacie
italiane, con una copertura del territorio nazionale
pressoché completa e stiamo riscontrando un
buon successo in termini di ritorno d’immagine.
Stiamo lavorando per dare un ulteriore valore
aggiunto ai nostri prodotti, dimostrandone
l’efficacia con test e studi clinici. Uno degli
ultimi progetti presentati prevede ad esempio
il coinvolgimento di specialisti in ambito
otorinolaringoiatrico per eseguire con nostri
prodotti test in vivo su panel di pazienti.
TC:
La validità del nostro approccio è stata
anche dimostrata dal fatto che una delle linee
introdotte nelle farmacie austriache e tedesche
è stata giudicata positivamente dalle autorità di
quest’ultimo Paese: nonostante iniziali problemi
e diffidenze, ad oggi siamo gli unici ad aver
superato tutti gli ostacoli legislativi ed a poter
vendere questo tipo di prodotto in Germania come
integratore nutrizionale.
BIOGENETIX
Cinzia Battista
Responsabile sede di Trieste
Biogenetix nasce nel 2008, da un progetto di reingegnerizzazione d’impresa volto ad affrontare un
importante momento di crescita dettato dall’apertura di nuovi mercati e dal mutamento del contesto imprenditoriale italiano.
Il primo step è stato l’acquisizione della Bioallergy
19
Srl di Roma e successivamente l’acquisizione della
Bioallergy International che aveva sede al BIC di
Trieste già dal 1991.
CB:
Il settore ricerca della nostra impresa ha
sede a Trieste nel BIC, mentre la sede amministrativa/commerciale e la Direzione Generale sono a
Fiumicino. A Trieste produciamo kit immunoenzimatici in vitro per la diagnosi di allergie; negli
anni inoltre, abbiamo ottimizzato anche kit per
la diagnosi in vitro di malattie autoimmuni e dei
ToRCH (test che si effettuano sulle donne in gravidanza per verificare la presenza di patologie come
toxoplasmosi e rosolia). I nostri kit vanno utilizzati su un sistema chiuso, l’ENEASYSTEM, che
produciamo in outsourcing e che diamo prevalentemente in comodato d’uso ai laboratori analisi
degli Ospedali Pubblici.
Per la validazione dei nostri kit ci appoggiamo
a centri specializzati come gli Ospedali di
Padova, Udine, Latisana e Tolmezzo: vengono
messi a nostra disposizione i sieri di pazienti
ben caratterizzati con i quali verificare il
funzionamento dei nostri kit.
I nostri prodotti non sono sottoposti ad indagine
clinica, ma sono autocertificati o certificati da enti
esterni (TUV).
I nuovi mercati quali ad esempio quelli
dell’America Latina ci vedono leader assieme
ai nostri distributori in paesi come Venezuela,
Brasile, Colombia, Argentina, Cile.
Per quanto riguarda i suddetti mercati, abbiamo
constatato che esistono patologie specifiche, quali ad esempio il dengue ed il
morbo di chagas, che
possiamo definire
patologie tropicali. In tal
senso stiamo
sviluppando
dei kit diagnostici in
collaborazione con il
CNR di Roma.
In AREA Science
Park è stata avviata
una spin off tra la nostra
società ed il CNR di Roma per portare
avanti una ricerca avanzata nell’ambito della diagnostica immunologica.
CB:
Stiamo lavorando da due anni ad un
nuovo strumento di laboratorio con tecnologia
innovativa e maggiori prestazioni. Ci affidiamo
all’outsourcing per la parte hardware e software,
mentre stiamo dedicando tutte le nostre energie
allo sviluppo della biochimica. Speriamo di riuscire a completare il progetto entro il 2009 e di fare i
primi trial in due o tre ospedali italiani.
SIFRA-EST
Gemma Luisa Ravizza
Presidente
La SIFRA-EST SPA è un’azienda
verticalizzata che partendo da materie
prime polimeriche di grado medicale produce
contenitori per farmaci attraverso processi
industriali di granulazione, estrusione e formatura
mediante saldatura a Radio-frequenza.
GLR:
È stata la tradizione familiare (sei
generazioni di farmacisti) che ha portato alla
realizzazione della SIFRA EST, fabbrica di
dispositivi medico-chirurgici, specializzata nella
trasformazione di materiali plastici di grado
medicale dai quali vengono poi prodotti contenitori
per farmaci e/o sistemi per dialisi (anche
peritoneale).
La SIFRA-EST è dotata di un laboratorio altamente
specializzato che ha ottenuto il riconoscimento
legale e che pertanto è autorizzato ad eseguire
sia le analisi chimico-fisiche dei prodotti che
ad effettuare una ricerca applicata specifica
al fine di implementare quell’innovazione di
prodotto assolutamente necessaria per mantenere
un’adeguata competitività sul mercato interno e,
soprattutto, sul mercato dei paesi emergenti,
che sempre più investono in sanità.
Accanto all’innovazione di prodotto
la SIFRA-EST si è attualmente
molto impegnata in una innovativa
ricerca di processo che consenta
una crescita dell’efficienza nella
produzione e che possa elevare le
prestazioni aziendali avvalendosi
delle sinergie offerte dall’Information
and Communication Technology.
GLR:
Attualmente la nostra attenzione si è concentrata sulla sostituzione del sistema di stampa dei
nostri contenitori. Infatti è stato messo a punto un
know-how innovativo che ha consentito di passare
dal sistema hot-printing ad un sistema di stampa
con inchiostri ad acqua che non necessitano di aggrappanti perché vengono sottoposti ad una asciugatura in linea mediante raggi ultravioletti.
Nella nostra regione, il settore
farmaceutico, biomedicale,
diagnostico e nutraceutico è
caratterizzato dalla presenza
di una quindicina di aziende,
che operano nella ricerca di
nuove terapie antitumorali e di
sistemi per il rilascio controllato
di farmaci, nella ricerca e nella
produzione di diagnostici, di
integratori nutrizionali e di
prodotti naturali per il benessere
dell’individuo, nello sviluppo di
tecnologie e di nuovi materiali
per apparati biomedicali e presidi
medico-chirurgici, in particolare
biocontenitori da utilizzare per
soluzioni perfusionali e dialitiche.
Focus Innovazione
Questa innovazione consentirà
alla SIFRA-EST un salto
sostanziale sia in termini
di qualità chimica che di
margine redittuale.
GLR:
Tra i mercati esteri
attualmente la SIFRAEST sta mettendo a fuoco
la possibilità di effettuare
una delocalizzazione in Brasile,
che è forse il Paese emergente più
sensibile ai problemi sanitari, tant’è vero
che è il primo Paese ad avere varato una legge
che esclude l’utilizzo dei contenitori rigidi per
farmaci; infatti, data la loro struttura, detti
contenitori necessitano dell’introduzione, per
il loro svuotamento, di aria esterna, la quale,
provenendo da ambienti ospedalieri, può risultare
poco idonea al mantenimento della sterilità del
farmaco contenuto.
Date queste premesse, l’uso dei contenitori
flessibili (sacche) prodotte da SIFRA-EST, diviene
assolutamente prioritario ed è quest’ottima
opportunità di mercato che ci spinge a
delocalizzare la nostra produzione in Brasile,
effettuando nel contempo un reale risparmio nel
trasporto dei nostri contenitori in tutti i Paesi del
Patto Andino.
TRANSPHARMA
Paolo Collino
Amministratore Delegato
Michele Carraro
Docente di Nefrologia
Università di Trieste
La commercializzazione e l’esportazione di
prodotti medicinali (farmaci ma anche prodotti
ospedalieri) sono il core business di Transpharma,
azienda attiva dal 1985 come realtà
commerciale e dal 2002 come realtà
produttiva.
PC: Pur continuando nella di-
Testi a cura di Sabrina Del Sal
Foto Marino Sterle
stribuzione di specialità medicinali verso i paesi della Comunità
Economica Europea, grazie alla
collaborazione del nostro direttore
tecnico di stabilimento dott. Angeloro, abbiamo avviato da qualche
anno delle linee produttive partendo da
alcuni gel diagnostici (ad esempio quelli
utilizzati in campo ecografico).In seguito, ci
siamo focalizzati verso prodotti di nicchia
più specialistici ed
abbiamo realizzato
per la COLOPLAST
(multina ziona le
Danese) un gel per
l’elettrostimolazione
della vescica.
Oggi collaboriamo con l’Ordine dei veterinari del Friuli Venezia
Giulia, ed abbiamo sviluppato un particolare gel
lubrificante per l’inseminazione artificiale animale (nei grandi bovini ed equini). Nel 2008, inoltre,
abbiamo aperto un nuovo laboratorio in AREA
Science Park, grazie a un finanziamento ottenuto
con la legge regionale n. 4. Stiamo quindi effettivamente usando i fondi stanziati per la ricerca.
Transpharma svolge anche ricerca in
collaborazione con il Dipartimento di Nefrologia
dell’Università di Trieste.
MC:
Il mio studio è concentrato sulla glomerulosclerosi focale segmentale, una patologia renale
molto rara che in alcuni casi non guarisce con il
trapianto. Attualmente, esiste una diagnostica che
consente di prevenire e limitare il ripresentarsi
della malattia; siamo gli unici in tutta Europa ad
essere in grado di eseguire questo tipo di test, svolgendo un importante sevizio di diagnostica clinica
gratuita per i centri trapianto. È nata quindi l’idea
di trasformare questo test, complicato e che richiede il sacrificio di animali da laboratorio, in un kit
più pratico da produrre su scala industriale. Si è
pertanto creata una collaborazione tra l’Università
di Trieste e l’industria locale, nella fattispecie Transpharma, che ha portato quest’ultima all’apertura
di un laboratorio in AREA Science Park e ad altri
contatti, come con il Sincrotrone. Assieme al TASC
stiamo infatti lavorando a un progetto legato alla realizzazione di terreni di
cultura cellulari
utilizzando le
na not e c no logie, una
scommessa
per il futuro.
21
Ambiente
Imprese, ambiente
e normative
Rispetto dell’ambiente e semplificazione burocratica:
un connubio irrealizzabile?
I
A chi di noi non è mai capitato di
imbattersi in qualche ufficio pubblico
“ostico”? Accelerare i termini per
avere un documento, sapere con esattezza a
quale ufficio rivolgersi, capire con chiarezza
quale sia la documentazione da presentare
sono auspici che collidono con la macchina
burocratica tanto più quanto i soggetti
interessati dal procedimento sono in numero
maggiore di uno.
Questi problemi si amplificano nel campo
ambientale anche per altri motivi: le
norme nazionali vengono recepite, e
talvolta addirittura interpretate in maniera
differente nelle Regioni e nelle Provincie
italiane, creando una sorta di “federalismo
ambientale” che favorisce maggiormente
l’attività imprenditoriale in alcune aree
piuttosto che in altre.
Il mondo industriale chiede invece semplicità,
omogeneità applicative, istruzioni chiare che
le diano la certezza di aver correttamente
adempiuto ai precetti normativi nella sede
autorizzativa e nella successiva gestione.
Invece, nella pratica quotidiana, accade di
vedere interrotto e non sospeso il termine
dell’iter autorizzativo per la richiesta di
integrazioni alla documentazione già
presentata, può accadere di dover presentare
due volte la medesima documentazione allo
stesso Ente se un impianto industriale ricade
in due campi di applicazione molto simili (è il
caso dell’Autorizzazione Integrata Ambientale
e Valutazione di Impatto Ambientale), e ciò
continua ad essere fatto esclusivamente su
supporto cartaceo, quando gli strumenti di
comunicazione informatica oggi disponibili
consentono trasmissioni più immediate e
altrettanto sicure.
La conferenza dei servizi, l’Istituto
largamente più utilizzato, non sempre si
trova nelle condizioni di deliberare perché
non sono giunti nei tempi i pareri degli
altri Enti coinvolti: si riducono le certezze
per gli investitori, spesso legati a scadenze
inderogabili.
Capita frequentemente che un’azienda possa
non saper effettivamente come gestire i rifiuti
prodotti da un’attività manutentiva nel caso
di microlavori, o di scavo in condizioni
emergenziali, trovandosi nella necessità
di sgomberare una pubblica strada, ma
nell’effettiva impossibilità di conferire a terzi
il rifiuto. Parimenti può non essere in grado
di gestire le acque meteoriche di dilavamento
sul proprio piazzale, nel senso che non vi è
chiarezza sul regime autorizzativo dello
scarico e sulle conseguenti attività di controllo
in relazione alla qualità dello stesso.
Le imprese edili lamentano sovente difficoltà
operative nella gestione delle terre e rocce
da scavo: si arriva a situazioni paradossali
per cui si è costretti a smaltire in discarica il
materiale scavato anziché poterlo riutilizzare
tal quale nel rispetto di determinate
condizioni, scoraggiati dall’attesa delle
autorizzazioni necessarie che hanno tempi
non compatibili con l’attività del cantiere.
Tutto questo significa un inutile aggravio
di costi e in alcuni casi il rischio di esporsi
in maniera consapevole ma involontaria
a pesanti sanzioni, tanto amministrative
quanto penali, da parte degli Organi di
controllo.
Quelle più sopra enunciate sono state alcune
delle criticità oggetto di un documento
comune di Confindustria Friuli Venezia Giulia
che è stato presentato nelle scorse settimane
all’on. Vanni Lenna, Assessore Regionale
all’Ambiente e Lavori Pubblici.
La Regione, difatti, intende apportare
modifiche alle norme esistenti in una
logica di semplificazione che sia rispettosa
dell’ambiente ma non penalizzante per
l’Impresa e come punto di partenza ha
richiesto un contributo concreto a chi
quotidianamente opera sul Territorio, di questi
tempi un forte segnale di avvicinamento tra
la politica ed il mondo reale.
Giovanni Balbo
Area Economia e Impresa
Assindustria Trieste
Semplificazione
burocratica
ambientale:
le proposte di
Confindustria FVG
> Unificazione dei procedimenti AIA e VIA,
definizione dei criteri di applicazione delle
tariffe di istruttoria per l’AIA
> Sospensione e non interruzione dei
termini in caso di presentazione di
integrazioni alla documentazione
> Presentazione della documentazione su
supporto digitale
> Regolamentazione del deposito dei rifiuti
e del trasporto nelle attività di manutenzione
e scavo
> Disciplina autorizzativa degli scarichi di
acque meteoriche
> Disciplina delle attività estrattive:
modifiche su canoni, lavori di regimazione
idraulica, apertura o ampliamento cave in
ZPS, garanzie fidejussorie
Sicurezza
Sicurezza sul lavoro:
l’impegno continua
Gli aspetti su cui puntare sono formazione e organizzazione
dell’attività
I
due gravi infortuni verificatisi nel mese di
gennaio hanno imposto alle Parti Sociali una
profonda riflessione in relazione al fenomeno
degli infortuni sul lavoro.
In termini generali, tuttavia, i dati testimoniano
un oggettivo regresso: gli infortuni denunciati
in Friuli Venezia Giulia sono scesi dai 30.893
nel 2003 ai 28.055 del 2007. I casi mortali nello
stesso periodo sono calati da 37 a 25, dei quali, 14
sono accaduti a causa di incidenti stradali, o in
occasione di lavoro o in itinere, comunque fuori
dagli ambienti di lavoro intesi in senso stretto.
Il supporto dell’Associazione Industriali alle
Aziende non è mancato: nel 2008 sono state
organizzate 104 ore di formazione per quasi 200
partecipanti, cui si sono aggiunte sei giornate
di approfondimento sul nuovo Testo Unico
Sicurezza, sulla valutazione dello stress lavoro
correlato, sulla certificazione OHSAS 18001 per
altri 270 partecipanti, e l’attività del Consorzio
Formindustria destinata ai Rappresentanti dei
Lavoratori per la Sicurezza (RLS), ai Responsabili
del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP)
ed agli apprendisti, per ulteriori 100 ore e 112
partecipanti.
A livello nazionale, le statistiche ci dicono che
un dato non si riesce ad abbattere in maniera
significativa: sono i 1.200 infortuni con esito
mortale. In un recente incontro al Ministero
del Lavoro è emerso come le modalità di
accadimento di talune tipologie di infortuni gravi
e mortali siano imputabili ad oggettivi errori di
comportamento degli operatori al punto che lo
stesso Ministero ha in animo di promuovere una
campagna straordinaria di Formazione.
Ciò che manca è una reale e concreta percezione
del rischio, elemento sottovalutato per eccesso di
confidenza o per la convinzione che l’attenzione
posta sia e sarà comunque sempre sufficiente ad
evitare qualunque evento lesivo.
Salute e sicurezza sui luoghi di lavoro
La II e la III Commissione consiliare della Regione hanno svolto una serie di audizioni in merito alla sicurezza e alla salute sui luoghi di lavoro.
Confindustria ha sottolineato che l’infortunio è una tragedia per le conseguenze che trascina, una sconfitta perché evidenzia i limiti e, per
converso, le inadeguatezze nella gestione del rischio. È un dovere impegnarsi sempre più quando è in discussione la tutela del bene primario
costituito dalla salute.
Ha ribadito Confindustria che gli infortuni mantengono un elevato livello di allarme sociale, ma che il fenomeno sta complessivamente
rallentando. Abbiamo sottolineato che il triste capitolo delle morti bianche si apre, nel 2007, con un calo dei casi: da notare che 14 dei casi
mortali rientrano negli infortuni avvenuti su strada e fra questi 7 sono infortuni stradali in itinere. Il fatto che oltre la metà degli infortuni mortali
si sono verificati in seguito ad incidenti stradali evidenzia come, accanto alla questione della sicurezza sul lavoro, si ponga anche una questione
di sicurezza stradale la cui specificità viene trascurata. La sicurezza non la “fa” la legge ma si costruisce in azienda attraverso la modernizzazione
dei contesti organizzativi, l’efficientamento dei modelli gestionali del lavoro, la continua azione di responsabilizzazione di tutti coloro che
operano in azienda a partire dal capo: costituendo insomma un sistema di regole, comportamenti e controlli trasversali, condivisi e controllati.
Confindustria regionale ha dato particolare rilevanza alla promozione della cultura e delle azioni di prevenzione attraverso due fasi, quella
della programmazione delle iniziative formative e quella dello stimolo alla gestione bilaterale attraverso l’impegno reciproco delle parti sociali.
Notevole è l’impegno nel campo della formazione con centinaia di corsi rivolti soprattutto ai responsabili del servizio di prevenzione e protezione
ed ai rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza. Un altro filone su cui il sistema, nelle sue articolazioni provinciali, si sta impegnando
concerne lo sviluppo di programmi mirati di formazione ed informazione nel campo della sicurezza rivolti alla scuola, in particolare alla scuola
media superiore. Il nostro obiettivo è di incidere sul fenomeno infortunistico per accelerarne in modo decisivo il trend discendente attraverso un
complesso di azioni mirate a rafforzare tra gli imprenditori la cultura della sicurezza quale fattore etico ed economico di responsabilità sociale,
di qualità e di competitività; dall’altro a testimoniare presso l’opinione pubblica e le istituzioni l’impegno dell’industria nella prevenzione dei
rischi lavorativi.
Claudio Hauser
Direttore Confindustria FVG
23
Sicurezza sul lavoro: l’impegno continua
Sono almeno due i cardini di un corretto sistema
di prevenzione: la formazione dei lavoratori e
l’organizzazione del lavoro.
La formazione va ulteriormente rafforzata e
deve concentrarsi direttamente nei luoghi di
lavoro, laddove il rischio è realmente presente.
Indubbiamente positive in tal senso sono le previsioni
del Testo Unico relativamente all’addestramento
specifico per talune mansioni e l’individuazione
delle attrezzature per l’uso delle quali sarà richiesta
un’abilitazione specifica mediante frequenza a
specifici moduli di formazione secondo requisiti e
modalità di riconoscimento dei soggetti formatori
da stabilirsi in sede di Conferenza Stato Regioni.
A tal proposito è da rilevare che, specialmente dopo
l’emanazione del Testo Unico, sarà sempre minore
lo spazio per poter inserire iniziative formative
in materia di sicurezza tra i progetti finanziabili
attraverso il Fondo interprofessionale Fondimpresa
che, come noto, è ad oggi limitato alla cosiddetta
formazione non obbligatoria per Legge.
Va pertanto condotta una profonda riflessione
congiuntamente alle Parti Sociali sulla possibilità
che i crediti maturati dall’impresa aderente al
Fondo possano venire proficuamente impiegati
anche per percorsi formativi a carattere di
obbligatorietà. L’altro aspetto essenziale del sistema
di prevenzione è quello dell’organizzazione del
lavoro e un ruolo fondamentale è ricoperto dalle
figure intermedie, i preposti, quelli che una volta
si chiamavano i “capi”. In tal senso valutiamo
positivamente la previsione del Testo Unico di
prevedere percorsi specifici di formazione ed
aggiornamento da compiersi in azienda.
Fatte salve le considerazioni generali sul
provvedimento che Confindustria ha dato, ed in
attesa di procedere alle opportune correzioni (una
bozza di Avviso Comune concordata tra le Parti
Sociali in tal senso è stata sottoscritta il 15 gennaio
u.s.), il Decreto 81 potrà comunque dimostrare
tutta la propria efficacia solo dopo che sarà data
attuazione alle disposizioni ivi contenute.
Sarebbe un errore, tuttavia, attendersi risultati
straordinari in pochi mesi: il cambiamento
necessario è profondo e riveste aspetti sia di tipo
procedurale, tecnico-organizzativo, ma anche di
tipo soggettivo e culturale.
Giovanni Balbo
Impresa e Banca
Restrizione del credito
alle imprese
Assindustria e ABI avviano il tavolo di confronto permanente
A
lla stregua del tavolo permanente
Confindustria - ABI costituitosi a
livello nazionale, anche a Trieste è
stato attivato il tavolo provinciale per affrontare
le questioni del credito e del rapporto bancaimpresa.
Alla fine di febbraio, a Palazzo Ralli, la
delegazione provinciale dell’Associazione
Bancaria Italiana, presieduta da Roberto Dal
Mas (Direttore Generale della Cassa di Risparmio
del Friuli Venezia Giulia), ha incontrato una
rappresentanza dell’Assindustria, guidata da
Stefano De Monte in veste di Presidente del
Comitato Piccola Industria.
La delegazione ABI era composta da Nello
Fortran (Responsabile Area Territoriale
Triveneto Est di Antonveneta), Alberto Cudiz
(Rappresentante territoriale FVG della Banca
Popolare di Vicenza) Giancarlo Magoni
(Vicedirettore Generale della Banca Popolare
Friuladria) Gilberto Noacco (Direttore della
Federazione delle Banche di Credito Cooperativo
del Friuli Venezia Giulia), oltre al Segretario
regionale Dario Barnaba, accompagnato da un
funzionario dell’organizzazione nazionale.
Per l’Associazione, oltre al Presidente della
Piccola Industria Stefano De Monte, erano
presenti i Direttori Amministrativi e finanziari
di Eurospital Spa, Piero Cavalli, e di Colombin
Spa, Stefano Fonda, il Direttore Paolo Battilana
ed il Vice Direttore Sonia Lussi.
De Monte ha aperto i lavori sintetizzando quanto
emerso dall’attività di costante monitoraggio
sul rapporto banca-impresa presso le imprese
associate, iniziata a ottobre 2008 con un
sondaggio e concretizzatasi in due tavoli tecnici
convocati presso la sede di Assindustria.
Queste le criticità emerse:
• Le segnalazioni, che pervengono soprattutto
dalle piccole imprese, denunciano il forte
rallentamento dell’ammontare del credito
erogato.
• Il costo del credito resta sostenuto e stenta
ad adeguarsi all’andamento dei tassi
interbancari, rilevando ancora un’ampia
forbice tra l’euribor ed i tassi effettivi
applicati ai prestiti.
• Mentre nella prima rilevazione condotta
da Assindustria tra ottobre e novembre
erano soprattutto i costi fissi (spese e
commissioni) ad essersi incrementati,
le segnalazioni pervenute parlano di
significativo incremento degli spread
applicati ai tassi, e, in alcuni casi, di
raddoppio. A scontare questo fenomeno,
anche imprese di medie dimensioni.
• Il sensibile peggioramento nei rapporti
con gli istituti bancari si registra
particolarmente con alcune grandi banche
nazionali, molto meno nei riguardi di
banche locali o fortemente agganciate al
territorio.
• La scarsa liquidità nella quale si dibatte
attualmente il sistema bancario, è stato
rilevato, sta inducendo gli istituti a
spostarsi sulla concessione di credito
a breve termine, piuttosto che a medio
lungo, scoraggiando quest’ultimo con tassi
molto più elevati. E questo non favorisce la
ricerca o il mantenimento dell’ equilibrio
finanziario delle imprese affidate.
• Di strategica importanza la sinergia con
il Congafi, per favorire l’accessibilità al
credito e calmierarne l’onerosità.
• Le imprese vorrebbero un maggiore
coinvolgimento, in termini informativi,
nelle procedure per l’attribuzione dei rating.
Lo scopo è di capire dove possono agire,
nella gestione aziendale, per migliorare il
rapporto.
• Molte imprese lamentano ritardi
ingiustificabili nelle decisioni e nelle
erogazioni.
L’ABI, per voce del Presidente Dal Mas, ha
fornito puntuali chiarimenti sulle tendenze
in atto. Innanzitutto la crisi di liquidità per il
25
Restrizione del credito alle imprese
sistema bancario - ed il conseguente incremento
del costo del funding - è la prima causa di
rallentamento nell’erogazione del credito, un
rallentamento che sconta anche altre criticità: il
deterioramento della qualità dei crediti detenuti
e una minore dinamicità della domanda.
È diminuita la domanda di credito a mediolungo termine a sostegno degli investimenti
produttivi, mentre si registrano richieste di
consolidamento dell’indebitamento a breve
termine, a fronte della tendenza in atto presso la
clientela all’accumulo di scorte di magazzino.
Dai vari rappresentanti delle banche, soprattutto
di interesse nazionale, è stato sottolineato come
i vincoli posti da Basilea 2, ormai pienamente
operativi, siano prociclici ed assecondino senza
scampo il peggioramento degli andamenti
economici di interi comparti dell’economia.
I rappresentanti delle banche hanno
concordemente evidenziato la profonda
trasformazione dei fondamentali per le
istruttorie di finanziabilità, che richiedono
analisi più attente e fanno emergere sempre
più la necessità di disporre di business plan
articolati e completi. In particolare, come
conseguenza della crisi sui mercati finanziari,
le banche hanno cominciato a ridurre il proprio
livello di leva (deleveraging) ed a cautelarsi
maggiormente rispetto ai rischi assumibili.
La banca, è stato sottolineato, può e deve essere
partner dell’impresa nell’individuare le forme
tecniche più opportune alla copertura dei
fabbisogni finanziari.
Ampia disponibilità è stata espressa ad
affrontare, anche con appositi incontri
formativi, la scarsa conoscenza da parte delle
imprese delle procedure per l’attribuzione del
rating.
Da valutare congiuntamente, infine,
l’appetibilità di nuovi strumenti, quali i prestiti
partecipativi, e l’adozione di protocolli sui
tempi di risposta alle richieste di fido.
Toccato anche il tema dei ritardi nei pagamenti
della pubblica amministrazione e, più in
generale, dei grandi committenti e delle novità
normative contenute nei decreti anti-crisi del
governo, che non soddisfano pienamente le
aspettative dell’ABI.
In conclusione dei lavori, le parti hanno
concordato sulla consapevolezza di essere
protagonisti di un momento difficile, nel
quale occorre la massima sinergia ed unità di
intenti, finalizzata alla ripresa dello sviluppo
complessivo dell’economia del territorio.
Il tavolo intende essere una sede permanente
di confronto e proseguirà i propri lavori nei
prossimi mesi, attraverso l’individuazione
di proposte operative, costituendo un valore
di segnale verso l’esterno ed in particolare
verso il sistema politico-amministrativo
regionale, chiamato ad adottare provvedimenti
straordinari a sostegno dei comparti produttivi.
Elisabetta Michieli
Responsabile Area Economia e Impresa
Assindustria Trieste
CEAT
I risultati dell’attività
presentati all’Assemblea
Nel 2008 il CEAT ha conseguito un risparmio rispetto al mercato
di salvaguardia pari al 22,2%, cioè ad oltre 3,2 milioni di euro
Servizi di consulenza
per tutte le aziende
del territorio
> Analisi dei contratti di energia elettrica e gas
> Studio di fattibilità per impianti solari
termici e fotovoltaici
> Studio di fattibilità per impianti di
cogenerazione
> Predisposizione e presentazione delle
pratiche per finanziamenti pubblici
sul risparmio energetico
S
ergio Razeto ha aperto la sua prima
Assemblea in qualità di Presidente del
Consorzio Energia sottolineando che “il
2008 è stato un anno straordinario: il numero
dei consorziati è salito da 38 a 46, il consumo
totale è passato dai 76 milioni di kilowattora del
2007 ai 138 del 2008 e le previsioni per il 2009
confermano la crescita che porterà il valore ad un
complessivo di circa 185 milioni.
La scelta di stipulare un contratto per il 2008 a
prezzo fisso ha portato a conseguire un risparmio
rispetto al mercato di salvaguardia pari al 22,2%,
cioè ad oltre 3,2 milioni di euro, un valore che
avvicina il totale dei risparmi conseguito nei sette
esercizi precedenti, pari a 3,8 milioni di euro”.
“La volontà del Consorzio - ha spiegato
Sergio Razeto - è di mettere a disposizione le
competenze acquisite e di offrire un servizio
di consulenza anche a realtà non prettamente
industriali, perché l’uso razionale dell’energia
rappresenta una priorità di tutti. In questo quadro
il Consorzio offrirà anche ad aziende esterne
servizi di consulenza, relativamente ai contratti
di energia elettrica e gas, agli studi di fattibilità
per impianti solari termici e fotovoltaici e per
impianti di cogenerazione, alla predisposizione
e presentazione delle pratiche per finanziamenti
pubblici sul risparmio energetico”.
L’Assemblea è stata l’occasione per fare il punto
sulla situazione energetica nazionale e non: “Il
2008 - ha illustrato Razeto - ha portato con sé
la più straordinaria fluttuazione di prezzi dei
prodotti petroliferi che si ricordi, con ripercussioni
sul sistema economico nazionale di assoluto
rilievo. Il nostro Paese soffre ancora di una
forte esposizione all’importazione di idrocarburi
(circa l’80% contro una media europea del 50),
laddove la produzione elettrica è in gran parte
basata sul gas naturale (60%), a fronte di una
media europea che si attesta intorno al 20%.
Questo porta a una forte dipendenza energetica
da fattori esterni”.
“L’attuale situazione infrastrutturale del gas e le
nuove tensioni russo ucraine riaffermano per il
nostro Paese la necessità di sostenere con vigore
ogni azione che consenta di accelerare progetti di
27
I risultati dell’attività presentati all’Assemblea
sviluppo fra i molti pure avviati o semplicemente
avanzati: gasdotti, rigassificatori, stoccaggi
(il 94% della capacità è ancora dell’ENI) per
superare la situazione attuale che ha ancora
tutti i caratteri di un sistema monopolistico. A
tal proposito ricordo la posizione già sostenuta
dal Consorzio relativamente al progetto per
la riqualificazione dell’area dell’ex ESSO e
la successiva realizzazione dell’impianto di
rigassificazione proposto da GAS NATURAL:
è un investimento necessario, soprattutto per
contrastare i rischi di alimentazione, visti
anche gli attuali elevati standard di sicurezza
raggiunti”.
“Non posso che esprimere soddisfazione per i
risultati conseguiti nel primo anno di Presidenza
- ha concluso il Presidente Razeto - un incarico
che intendo portare a termine con il massimo
impegno per portare risultati economici
vantaggiosi alle imprese e per proseguire
l’attività di sviluppo e di crescita in termini di
interlocuzione e presenza sul territorio”.
Sonia Lussi
Direttore CEAT
Trieste Coffee Cluster
Trieste Coffee Cluster
muove i primi passi
Costituito nel 2008 e riconosciuto dalla Regione quale
Agenzia di Sviluppo del Distretto Industriale del Caffè
N
Trieste Coffee Cluster S.r.l.
Piazza Casali, 1
34134 Trieste (Italy)
tel. +39 040 3750111
fax +39 040 364684
e-mail [email protected]
www.distrettocaffetrieste.com
www.triestecoffeecluster.com
Per info:
dott.ssa Elisabetta Michieli
dott.ssa Rossana Costa
on c’è tempo da perdere: l’economia legata al caffè è caratterizzata
in questo momento sia da elementi
di crisi che da nuove opportunità, ed occorre
agire con prontezza per contrastare i primi e
saper cogliere le seconde.
Per questa ragione, il Consiglio di Amministrazione di Trieste Coffee Cluster ha varato a
febbraio il Piano di Sviluppo Triennale 20092011, presentandolo quindi alla Regione per la
sua approvazione.
Contestualmente, con il supporto della Camera
di Commercio di Trieste, stiamo portando
avanti l’iniziativa di tutela del caffè espresso
italiano, su cui stiamo trovando convergenza
di interessi e di impegno da parte del Ministero
per le Politiche Agricole. Questo si inserisce
nella difesa del Made in Italy: negli ultimi
cinque anni il caffè espresso ha conosciuto
un boom internazionale e ora si pensa alla
sua tutela. L’Agenzia intende concentrarsi
sulla gestione delle filiere logistiche e sulla
certificazione di filiera: per un prodotto di
qualità il concetto di tracciamento della filiera
è fondamentale.
Il mercato dell’espresso italiano nasce dalla
conoscenza dei bisogni del consumatore,
dalla definizione delle sue funzionalità e dalla
determinazione delle sue caratteristiche. Con
un approccio multidisciplinare che coinvolga
numerose materie di studio (agronomia,
botanica, fisica, matematica, biochimica,
biologia, statistica e informatica) si può
crescere, impegnandosi nella ricerca scientifica
e nell’innovazione rivolte al conseguimento
dell’eccellenza della qualità, nella prospettiva
più ampia di assicurare un’alimentazione
sana. In quest’ottica l’ASDI risulta essere
l’organismo in grado di meglio compenetrare
le competenze delle Università del territorio
(Trieste e Udine, nonché la SISSA) e degli Enti
pubblici di Ricerca, come AREA Science Park.
Un discorso questo che si lega anche con la
logistica. Basti pensare che il Porto di Trieste
conferma anche nel 2008 appena concluso
il trend di crescita, confermandosi il primo
scalo del Mediterraneo per il traffico di caffè.
Il traffico marittimo al 31 dicembre 2008 era
pari a 101.259 tonnellate (il dato precedente
era di 85.483 tonnellate), con un incremento
di oltre il 18 %.
Seguiamo inoltre con interesse il tema
della tassazione unitaria di distretto,
originariamente contenuta nella Legge
Finanziaria 2006 ed ora riproposta in uno
dei decreti anti-crisi del governo. Occorrerà
chiaramente valutare l’entità dell’effettivo
vantaggio per le imprese che costituiscono
il distretto produttivo, cui potrà essere
riconosciuta la qualifica di autonomo soggetto
d’imposta, sulla base di un reddito unitario
che potrà essere concordato preventivamente
con il Fisco e con gli Enti Locali. Registriamo
inoltre l’interesse da parte di nuovi soggetti,
sia pubblici che privati, ad entrare nella
compagine sociale, attualmente costituita da
24 membri. E chiaramente un distretto è tanto
più forte quanto la filiera che rappresenta è
più completa.
Furio Suggi Liverani
Presidente Trieste Coffee Cluster
Coordinamento sul territorio
Per la più giovane tra le Agenzie riconosciute la collaborazione con gli altri distretti regionali è molto importante: a dicembre 2008 i responsabili
del Trieste Coffee Cluster hanno incontrato i segretari provinciali delle tre sigle sindacali, CGIL CISL e UIL, per uno scambio di vedute e per invitarli
a designare congiuntamente un rappresentante negli organi dell’Agenzia. Sempre a dicembre si è tenuto anche l’incontro con il Presidente di
AREA Science Park, Giancarlo Michellone, per invitare AREA a supportare il Distretto Industriale del Caffè in attività di innovazione tecnologica e a
partecipare alla compagine azionaria dell’Agenzia.
A gennaio il Trieste Coffee Cluster ha partecipato a Pordenone, presso la sede dell’Agenzia di Sviluppo del Distretto della Meccanica, a una riunione
di coordinamento di tutte le ASDI riconosciute dalla Regione.
29
Commissione Innovazione
Gli Industriali
all’AREA Science Park
Incontro operativo tra Nicola Pangher e Giancarlo Michellone
per avviare progetti comuni
U
na delegazione della Commissione
Innovazione
di
Assindustria,
presieduta dal Vice Presidente
dell’Associazione Industriali di Trieste, Nicola
Pangher, si è incontrata con il Presidente di
AREA Science Park Giancarlo Michellone,
presenti i responsabili dei servizi di
trasferimento tecnologico.
“La Commissione Innovazione – ha ricordato
Nicola Pangher tracciando un breve bilancio
dell’attività svolta – si è fortemente impegnata
per lanciare a livello regionale il progetto del
Lead Market, che si prefigge di far incontrare
tra loro realtà economiche pubbliche e private,
creando opportunità e vantaggi per entrambi i
settori. A tal fine – ha detto il Vice Presidente
degli Industriali – sono stati presentati agli
assessori, ai direttori regionali di riferimento
e al Comune di Trieste le linee guida che
muovono le iniziative legate al Lead Market. Ne
è emersa la volontà a collaborare con le Autorità
competenti su questo tema e sull’impostazione
di bandi pubblici, attenendosi alle regole
suggerite dalla Commissione Europea. Si è
riscontrata – ha spiegato Nicola Pangher – la
necessità di costruire dei bandi-tipo, al fine di
portare maggiore innovazione nel compartopubblico privato per inserire negli stessi quelle
indicazioni volte al coinvolgimento anche delle
imprese locali, mutuando quanto è già stato
fatto in altri Paesi europei e negli Stati Uniti”.
Secondo quanto detto dal Presidente di
AREA Science Park Giancarlo Michellone,
“occorre incentivare mondo scientifico e
imprese a incontrarsi e a coinvolgere, il più
presto possibile, i loro clienti potenziali e gli
altri stakeholder nel valorizzare i risultati
della ricerca che si stanno trasformando in
innovazioni. Le ricadute che le innovazioni
producono hanno effetto sul territorio, con
i suoi enti, comunità, e singoli cittadini. Il
territorio è anche l’ambiente in cui l’impresa
opera e da cui può trarre supporto per il suo
successo. Tale supporto – continua Michellone
- è molto importante nelle fasi di sviluppo
dell’innovazione, che comprende anche la
sperimentazione dei prototipi, la realizzazione
delle pre-serie o di impianti dimostrativi,
l’industrializzazione e il lancio sul mercato.
La ‘leva della domanda pubblica’ territoriale
può dare un contributo serio all’utilizzazione
e diffusione delle innovazioni, ed è importante
che le pubbliche amministrazioni del Friuli
Venezia Giulia ne tengano conto”.
“L’esperienza di AREA Science Park – conclude
il Presidente - indica che tre azioni, prima di
altre, siano da intraprendere: focalizzare la
ricerca tecnologica sui risultati; anticipare il
più possibile i collegamenti della ricerca con
l’industria per favorire la trasformazione dei
risultati in innovazione ‘in uso’; divulgare i
risultati per ottenere il contributo dei soggetti
attivi sul territorio. Sarà anche importante, sia
da parte degli enti di ricerca che delle imprese,
fare un’analisi attenta del proprio potenziale e
delle proprie caratteristiche distintive, attraverso
strumenti quali il Bilancio del capitale
intellettuale e il Profilo dinamico delle attività.
Ciò contribuirà anche ad orientare meglio gli
investimenti delle pubbliche amministrazioni
locali”.
Gruppo Giovani
Parco del mare:
un acquario ma non solo
Incontro pubblico del Comitato Pro Parco del Mare
a Palazzo Ralli
I Salotti del mare
Gli incontri pubblici nati per ascoltare i
pareri di tutta la cittadinanza
su questo importante progetto
proseguiranno con altri due appuntamenti:
giovedì 26 marzo “Acquari ed etica”
giovedì 16 aprile “Modelli di sviluppo
turistico-economico”
Tutte le informazioni sono disponibili sul
sito www.parcodelmare.it.
I
l Parco del Mare visto dalla prospettiva
dell’industria: un’opportunità di sviluppo
economico che si riverserà su molteplici
settori produttivi. È una delle visioni possibili
di questo progetto complesso, “nella cui
valutazione non si può prescindere da una
visione d’insieme, che sia in grado di tener conto
del numero di aziende che saranno coinvolte
direttamente nella costruzione. Non si tratta
solo di aziende edili, ma anche di società di
progettazione, di impiantistica, di servizi alle
imprese, di servizi ambientali”.
A dirlo è stata Michela Cattaruzza Bellinello,
Presidente del Gruppo Giovani Imprenditori
di Assindustria Trieste, che ha aperto così il
primo appuntamento del ciclo di incontri
pubblici “I Salotti del Mare” che il Comitato
Pro Parco del Mare ha organizzato con lo scopo
di sensibilizzare, coinvolgere ed informare la
cittadinanza, le associazioni di categoria e la
città tutta sulle opportunità che possono derivare
dalla costruzione a Trieste del Parco del Mare.
Un incontro che si è tenuto proprio nella sede di
Assindustria, a sottolineare la scelta di un tema
legato al mondo produttivo. “Io faccio parte
del Comitato Pro Parco del Mare – ha spiegato
Michela Cattaruzza - ma sono innanzitutto
un’imprenditrice, e come tale sono solita
analizzare i progetti con occhio pragmatico,
valutando costi e benefici: posso dirvi che fin
dall’inizio mi sono trovata d’accordo con questo
progetto, perché ho visto ciò che il Parco avrebbe
portato”. All’incontro erano presenti anche
Antonio Paoletti, Presidente della Camera
di Commercio di Trieste, Giovanni Battista
Ravidà, Assessore delle Risorse Economiche
e Finanziarie ed Economato e Pianificazione
Strategica del Comune di Trieste, e Giovanni
Fraziano, Componente del Comitato scientifico
del Parco del Mare. Sono state illustrate le
tappe che hanno portato al progetto e la sua
peculiarità, oltre alle possibili ricadute sul
territorio, di fronte a una gremita platea di
giovani e imprenditori.
Il Comitato Pro Parco del Mare, nato a marzo
2008, lavora per promuovere i contatti e la
conoscenza tra gli operatori economici, gli
enti e le istituzioni pubbliche e private, ma
anche per presentare a tutti i cittadini quello
che può essere un progetto di sviluppo per
Trieste. “È importante capire – ha sottolineato
Michela Cattaruzza in Assindustria - che
le opportunità vanno colte e sfruttate: non
dobbiamo però cadere nell’errore di pensare che
una volta terminato il Parco del Mare saranno
automaticamente risolti tutti i problemi della
città. Questo progetto va visto come un tassello
di un disegno ancora più ampio di sviluppo
cittadino, volto a far crescere finalmente questa
città che spesso nel passato si è arenata in
non-decisioni che rischiano di portarla ad un
pericoloso immobilismo”.
L’Imprenditore in classe: visita alla Cittadella dell’Edilizia
Ben 80 ragazzi, studenti delle classi IV dell’ITC “Carli” di Trieste, sono stati accompagnati in visita alla
Cittadella dell’Edilizia: un’iniziativa che rientra nel progetto “L’Imprenditore in classe 2009”, voluto dal
Gruppo Giovani di Assindustria Trieste per avvicinare i ragazzi al mondo del lavoro.
Tema centrale dell’incontro è stata la sicurezza sul lavoro: Elisabetta Cividin, coordinatrice del progetto, ha
introdotto l’appuntamento, lasciando poi la parola a Marcello Dell’Erba, Presidente del Comitato Paritetico
Territoriale per la Prevenzione degli Infortuni, che ha sottolineato nel suo intervento come l’Italia si collochi
circa a metà delle classifiche europee sui tassi di infortunio in cantiere, davanti ad Austria e Spagna. In
seguito il direttore didattico della scuola edile di Trieste Edilmaster Giampaolo Petrini e l’architetto Paolo
Iacobone hanno spiegato le normative sulla sicurezza ai ragazzi, che sono poi stati accompagnati in una
visita alle aule didattiche e a tutta la struttura. A chiusura dell’incontro, il Presidente di Edilmaster Marco
Savino ha voluto che agli studenti venisse consegnata una guida al D.Lgs 81/08, sulla salute e la sicurezza
sui luoghi di lavoro.
31
Turismo
Trieste patria dei
congressi
Questo particolare segmento del settore turistico potrebbe
rivelarsi strategico per la città
F
ra i punti di forza che possono
contribuire al rilancio economico
del territorio, sicuramente il turismo
costituisce il prodotto trainante di un’attività
multisettoriale, il cui coordinamento
suggerisce la necessità di adottare strategie
“industriali”, mosse da logiche di filiera.
Accessibilità, servizi alle persone, tutela e
cultura dell’ospitalità non sono appendici
dell’offerta turistica di un luogo o di
una regione, bensì rappresentano fattori
determinanti nella scelta di turismo.
A queste caratteristiche risponde perfettamente
il comparto congressuale, che è un segmento
dell’industria del turismo economicamente
valido, e può avere importanti effetti sul
territorio in cui si inserisce: miglioramento
qualitativo della destinazione, promozione
del territorio su fasce alte di turismo,
destagionalizzazione, sviluppo dell’indotto
diretto e indiretto.
Il settore congressuale è da considerare un
eccezionale veicolo di promozione del territorio prevalentemente nei segmenti alti della
domanda turistica. Va infatti tenuto conto che
i congressisti sono considerati big spenders, e
il turista d’affari è prevalentemente manager,
dirigente e libero professionista. Il segmento
dell’industria dell’ospitalità che si rivolge a
questo target deve perciò distinguersi per elevato contenuto manageriale e tecnologico, ed
essere capace di attrarre una clientela sempre
più esigente, che richiede servizi di qualità sia
per quanto riguarda gli spazi congressuali
che la professionalità degli operatori del settore, ma anche le strutture sul territorio (pernottamento, ristorazione, svago). Se da un
lato il congressista seleziona un’offerta per la
qualità dei servizi, dall’altro è disposto ad investirvi: si calcola che il turista d’affari spenda sul territorio una media di 250€ al giorno.
Le località che ospitano convegni conseguentemente sono tenute ad elevare la qualità dei servizi e da questo trae vantaggio tutto il territorio. In
altre parole i convegni generano reddito e posti
di lavoro dove si svolgono: un’occupazione spesso
nuova, qualificata, impiegata lungo tutto l’arco
dell’anno.
Trieste, grazie alla sua posizione geografica
che la colloca al centro dell’Europa, al
territorio e al mare che la circondano, agli
Enti di ricerca e all’Università che hanno qui
la loro sede, è una città ideale per ospitare
congressi ed eventi di rilievo nazionale ed
internazionale. L’anno che segna lo sviluppo
a Trieste di questo settore trainante per
l’economia nazionale è il 1984, quando ospita
il Prix Italia della Rai; da quel momento si
sono susseguiti numerosi eventi di diverso
genere promossi da dipartimenti universitari,
società scientifiche, ordini professionali.
Negli ultimi anni si sono modificate le
caratteristiche della domanda del comparto
congressuale: è infatti aumentata la
dimensione media degli eventi ospitati, e
si è allungata anche la permanenza media
degli ospiti, caratterizzazione attribuibile
alla crescente domanda di congressi
internazionali.
E anche in questo periodo di recessione
economica le strutture maggiormente
professionali come i Palacongressi registrano
andamenti positivi. Infatti nel secondo
semestre 2007 e nel primo 2008 hanno
visto aumentare rispettivamente il numero
dei congressisti ospitati del 20% e del 33%,
e le giornate di presenza del 4,13 e del 15%.
Questo in un quadro che vede ridursi gli eventi
ospitati dell’1,13% e le giornate dell’1,94%.
La dinamica dell’attività congressuale è
differenziata in relazione alla struttura
ospitante, e si deve registrare che nel periodo
luglio 2007-giugno 2008 sono soprattutto i
palacongressi a registrare buone performance
in termini di incontri ospitati; nel primo
semestre 2008 la situazione si radicalizza
ancora di più, e sono i palacongressi le uniche
location che registrano un segno positivo,
trend che si prevede perdurare anche per il
secondo semestre 2008.
Michela Rados
Area Economia e Impresa
Assindustria Trieste
Il livello di attività realizzato negli ultimi
due semestri (da luglio 2007 a giugno
2008) è stato ancora notevole: il sistema
congressuale italiano ha infatti totalizzato 34
milioni e mezzo di presenze congressuali,
ospitando 11mila eventi e 20,8 milioni di
congressisti. Il secondo semestre 2007 si
è chiuso con un incremento del 16,83%
di incontri rispetto allo stesso periodo
dell’anno precedente, ma gli eventi
organizzati nei primi sei mesi del 2008
hanno subito una flessione del 2,89%.
Incremento positivo nei due semestri
anche per il numero di partecipanti,
rispettivamente del 1,57% e del 1,73%;
continua invece la flessione delle giornate
di presenza, che chiude il primo semestre
2008 con un -3,64%.
Fonte: Osservatorio Congressuale Italiano
A2A
Energie
per l’ambiente.
Nata in Lombardia.
Forte in Italia.
Protagonista in Europa.
www.a2a.eu
33
Assindustria
Nuove imprese associate
Alex Trade S.r.l.
Alex Trade è una società giovane e dinamica, che dal 1994 esporta dei prodotti italiani sul mercato dell’Europa dell’Est.
I principali mercati di riferimento sono la Serbia, il Montenegro, la Russia e le sue ex Repubbliche.
L’azienda è specializzata nel settore dell’edilizia e del contract: esporta pavimenti, porte, mobili, ecc. Dal 2004, inoltre, si dedica anche
al settore food, per quanto riguarda il pesce fresco ed il vino italiano.
Nel 2009 Alex Trade ha ottenuto l’esclusiva per il territorio italiano per la distribuzione di pellets di legno di un grande produttore serbo.
Alex Trade S.r.l., via F. Crispi 8 - 34125 Trieste (TS)
Tel. 040 3726007 Fax 040 7606486 E-mail [email protected]
Ferraiolo S.r.l.
Nata a Trieste nel 1924 col nome di I.I.B., la società fornisce consulenza in Proprietà Industriale e Intellettuale. In particolare,
con i suoi ingegneri, chimici e architetti, studia e deposita domande di Brevetto, Modello di utilità, Modello industriale, Disegno
e Marchio in Italia e nel mondo, e cura tutte le fasi dalle domande alle concessioni e registrazioni.
Fornisce consulenza nel campo del diritto d’autore, della protezione di software, delle licenze e cessioni e assistenza tecnico-legale
in casi di contraffazione, concorrenza sleale e controversie.
Fornisce assistenza nella scelta delle strategie per la difesa della proprietà industriale e svolge ricerche di anteriorità di invenzioni
e marchi su scala mondiale nonché la sorveglianza dei depositi di terzi.
Ferraiolo S.r.l., via P. Sticotti, 1 - 34143 Trieste
Tel. 040 636 878 e-mail: [email protected] www.ferraiolo-srl.com
Sysdata Italia S.p.A.
Fondata a Bologna nel 1980, Sysdata Italia è un’affermata società di servizi informatici, distribuita sul territorio nazionale
con un’esperienza trentennale nel campo dello sviluppo e realizzazione di soluzioni informatiche. Sysdata Italia controlla
BitMedia ed Aresoft. Sysdata Italia indirizza la propria offerta di servizi e prodotti software, costantemente aggiornata, sia
verso imprese pubbliche che private.
Principali linee di business:
- progettazione e sviluppo di soluzioni integrate in particolare nel settore della Business Intelligence (Ambienti Oracle
Hyperion, Business Object e Dialog);
- soluzioni ERP per la PMI con relativi servizi di consulenza e assistenza (Microsoft Dynamics AX ed Oracle);
- sviluppo di Software Customizzato in ambienti MF, Microsoft e Java;
- progetti di introduzione della tecnologia di Timbro Digitale nei processi di autenticazione nella pubblica amministrazione locale.
Sysdata Italia ha sviluppato una propria soluzione di Digital Signage, denominata MediaSpreader, atta a diffondere palinsesti personalizzati all’interno
di reti di visualizzazione distribuite geograficamente. Rappresenta lo strumento ideale per le organizzazioni interessate a una comunicazione pervasiva
e strutturata delle informazioni.
Sysdata Italia SpA
Sede di Trieste: Riva Grumula, 2 - 34123 Trieste Tel: 040 314794 Fax 040 306461
Sede Legale: via M. L. King, 38/2 - 40132 Bologna Tel. 051 4144911 Fax 051 4144937
Altre sedi a Roma, Udine, Mestre; www.sysdata.it
Persona di riferimento: ing. Andrea Quargnali, E-mail: [email protected]
News
SIOT: Adriano
Del Prete nuovo
Amministratore
Delegato
FINCANTIERI: progetti ecocompatibili
Importanti innovazioni per Fincantieri: con il supporto tecnico dell’azienda triestina, l’Autorità
Portuale di Civitavecchia-Fiumicino e Gaeta ed Enel hanno redatto il primo progetto che
consentirà alle navi da crociera che sostano nel porto di Civitavecchia di spegnere i generatori
elettrici di bordo e di utilizzare energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili (High Voltage Shore
Connection Technology), in assenza di emissioni gassose. In questo modo, Civitavecchia diventa
il primo scalo del Mediterraneo, ed uno dei pochissimi al mondo, a realizzare un progetto di
elettrificazione delle banchine.
Inoltre, Fincantieri ha studiato un prototipo di vaporetto veneziano ecocompatibile, concepito
per abbattere fino ad eliminare l’inquinamento idrodinamico e quello aereo, sviluppando
soluzioni tecnologicamente avanzate ed economicamente competitive con lo sfruttamento
di energia solare e con l’utilizzo di idrogeno. Il progetto avrà durata triennale: promosso da
Confindustria Venezia, è supportato dalla Regione Veneto e prevede un investimento totale di
11.930.503 euro, di cui il 42% sarà coperto da incentivi del Mnistero dello sviluppo economico.
GOLDER ASSOCIATES: un ufficio a Trieste
Un percorso professionale interamente
compiuto all’interno della stessa azienda,
la SIOT, dove è entrato nel 1969, alti
incarichi in organismi e istituzioni
esterne, importanti contributi allo
sviluppo dell’industria e dell’economia
del territorio: è questo, in estrema
sintesi, il curriculum di Adriano Del
Prete, già Direttore Generale della Società
per l’Oleodotto Transalpino di Trieste,
nominato all’unanimità dal Consiglio
di amministrazione nuovo
Amministratore Delegato.
“Mi sento molto onorato – ha dichiarato il
neoamministratore subito dopo la nomina
ufficiale - innanzitutto per la fiducia nei
miei confronti. Sono consapevole di
dover dividere i meriti di questo indubbio
traguardo professionale con il Presidente
ed Amministratore Delegato Sanders
Schier, gli altri Membri del Consiglio di
Amministrazione, tutti i miei Collaboratori
e tutta quella che io chiamo la Famiglia
SIOT: senza la loro dedizione non saremmo
riusciti in questi anni a raggiungere i
risultati che abbiamo conseguito. Questo
mi sarà di sprone per consolidare e
sviluppare ulteriormente l’operatività
della nostra azienda”.
Arriva a Trieste Golder Associates, gruppo internazionale di consulenza di ingegneria ambientale
fondata nel 1960 in Canada. Di proprietà al 100% dei professionisti che vi lavorano, nel mondo
ha uno staff di 7.000 persone in 150 uffici; lo staff Europeo è di 750 persone dislocato in 13
Paesi. In Italia, dove lavorano oltre 220 persone, opera dal 1977 con sedi a Torino, Milano,
Roma, Padova, Priolo Gargallo (SR), Aosta, Firenze e Trieste.
La capacità di fornire consulenza specializzata nasce dall’esperienza maturata da Golder
Associates in quasi cinquant’anni di gestione di progetti complessi in tutti i settori di mercato,
offrendo servizi per l’ambiente: indagini, bonifiche, monitoraggi ambientali, progettazione
di impianti di smaltimento rifiuti e di impianti per la produzione di energia rinnovabile,
progettazione geotecnica e progettazione di infrastrutture. Le attività di bonifica ambientale
sono state e sono sviluppate sia su siti contaminati di interesse nazionale, sia su siti di interesse
regionale e locale. In tale contesto l’apertura dell’ufficio di Trieste permetterà di offrire i servizi
di ingegneria sia sul territorio locale sia sul territorio sovranazionale Alpe Adria o Euroregione.
Recentemente Golder Associates ha inoltre acquisito la società di ingegneria Metec & Saggese,
ampliando e potenziando l’offerta dei servizi nell’ambito impiantistico ed energetico.
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News
ILLYCAFFÈ: nasce la Fondazione Ernesto Illy
Istituita da illycaffè ma aperta all’ingresso di altri soci sostenitori, la Fondazione è presieduta
da Anna Rossi Illy, moglie di Ernesto e attuale Presidente onorario dell’azienda, e diretta da
Roberto Morelli, direttore Cultura del caffè di illy. Lo scopo è sviluppare e approfondire il
patrimonio di idee, attività e spunti che Ernesto Illy ha lasciato come eredità morale: le attività si
concentreranno negli ambiti dell’etica, della sostenibilità, della ricerca scientifica, della cultura
del caffè e della valorizzazione della figura di Ernesto Illy. Tra i progetti allo studio, un percorso
universitario sull’economia e la scienza del caffè e la partecipazione al progetto sulla genetica del
gusto in collaborazione con la Sissa.
La Fondazione, che opererà in tutto il mondo, ha sede nel comprensorio aziendale nella
palazzina intitolata ad Ernesto Illy dove trovano spazio anche le attività di R&I, l’Università del
caffè e la nuova biblioteca, arricchita con il patrimonio librario dell’imprenditore e che verrà
aperta anche agli ospiti esterni.
A dicembre 2008 illycaffè ha inoltre annunciato l’acquisizione del 50% del capitale di Itaca srl,
società con sede ad Arluno (Mi) che progetta e produce sistemi a capsule per caffè espresso
destinate al settore uffici.
SINCROTRONE TRIESTE:
visita di Giuliano Amato
Importanti innovazioni per Fincantieri: con il supporto tecnico dell’azienda triestina, l’Autorità
Portuale di Civitavecchia-Fiumicino e Gaeta ed Enel hanno redatto il primo progetto che
consentirà alle navi da crociera che sostano nel porto di Civitavecchia di spegnere i generatori
elettrici di bordo e di utilizzare energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili (High Voltage Shore
Connection Technology), in assenza di emissioni gassose. In questo modo, Civitavecchia diventa
il primo scalo del Mediterraneo, ed uno dei pochissimi al mondo, a realizzare un progetto di
elettrificazione delle banchine.
Inoltre, Fincantieri ha studiato un prototipo di vaporetto veneziano ecocompatibile, concepito
per abbattere fino ad eliminare l’inquinamento idrodinamico e quello aereo, sviluppando
soluzioni tecnologicamente avanzate ed economicamente competitive con lo sfruttamento di
energia solare e con l’utilizzo di idrogeno.
Il progetto avrà durata triennale: promosso da Confindustria Venezia, è supportato dalla Regione
Veneto e prevede un investimento totale di 11.930.503 euro, di cui il 42% sarà coperto da
incentivi del Ministero dello sviluppo economico.
EUFOTON: lanciato LASEmaR 1500
Eufoton ha lanciato il suo ultimo strumento LASEmaR 1500 alle due fiere internazionali
dedicate al settore medicale più importanti al mondo (Medica 2008 Duesseldorf in
Germania e Arab Health 2009 Dubai negli Emirati Arabi Uniti).
Il nuovo laser di ultima generazione permette un range completo di trattamenti innovativi
nella medicina estetica, dal fotoringiovanimento del viso al trattamento della cellulite e
delle adiposità localizzate. Eufoton, oltre ad essere un’azienda al passo con le innovazioni
tecnologiche, dedica anche molto spazio alla soddisfazione dei suoi clienti, e offre ai medici
un ventaglio di esclusivi servizi post vendita tra cui il marketing e la promozione dello
stesso studio medico ai pazienti.
News
TELIT: nuovi prodotti short-range e GE
Telit, specialista italiana nella tecnologia wireless M2M (machine to machine), propone una
gamma di moduli short-range completamente nuova. Con l’integrazione di queste innovazioni,
Telit amplia la sua competenza nel mercato M2M e diventa l’unico fornitore ad offrire tutte
le più significative soluzioni wireless all’interno del suo portfolio prodotti, come ha spiegato
Felix Marchal, Global VP Sales alla Telit Communications PLC.
Telit ha anche introdotto il modulo GSM/GPRS GE865, ultima evoluzione nella sua gamma di
prodotti GE. Il modulo GSM/GPRS più piccolo al mondo ha una forma estremamente compatta
(solo 22 x 22 x 3 mm) ed è, allo stesso tempo, più potente dei dispositivi precedenti e
ottimizzato per un basso consumo di energia.
I nuovi moduli sono ora disponibili in tutto il mondo e i clienti Telit possono beneficiare delle
tecnologie d’avanguardia M2M in cui sono essi incorporati, con costi integrativi minimi.
THE OFFICE: Trieste
traduce Strasburgo
the office srl si è aggiudicato per la
seconda volta un importante bando
di traduzione indetto dal Parlamento
europeo. Tradurrà infatti - in esclusiva per
l’Italia - il resoconto integrale dei dibattiti
delle sedute del Parlamento europeo
a Strasburgo e Bruxelles. Un incarico
importante e prestigioso che ripete
l’esperienza del quinquennio 1997-2002
e corona una serie di contratti stipulati
dal 1994 ad oggi con la Commissione
europea, il Centro di traduzione degli
organismi UE e il Comitato economico e
sociale.
La società triestina, fondata 29 anni fa,
organizza convegni ed eventi ed è altresì
attiva nell’ambito della traduzione e dei
servizi linguistici. In un’ottica di costante
miglioramento e competitività a livello
nazionale e internazionale, dal 2005 è
certificata ISO 9001:2000.
Le due socie, Cristiana Fiandra Cambissa
e Rossella Spangaro, esprimono grande
soddisfazione per questo nuovo incarico
che avrà anche una buona ricaduta
lavorativa per i 30 traduttori professionisti
coinvolti nel progetto, parecchi dei quali
sono laureati presso la Scuola superiore
per interpreti e traduttori (SSLMIT)
dell’Università di Trieste.
Viaggio nelle aziende al femminile
sulle pagine de Il Piccolo
Il quotidiano Il Piccolo dedica degli approfondimenti a firma della giornalista Arianna Boria,
nelle pagine della cronaca cittadina, ad alcune imprenditrici giuliane, segnalate dall’Ufficio
stampa dell’Associazione Industriali: il viaggio, attraverso cifre, ritratti e storie, è iniziato
lo scorso 5 marzo, con i ritratti di Aleksandra Pangerc e di Sabrina Strolego, alla guida
rispettivamente di Betonfer e di Ergolines.
“Guidare un’azienda – sintetizza la Pangerc – può essere uguale per tutti, ma è la vita che non
è uguale per uomini e donne. Importante è allora che le amministrazioni varino strumenti per
far crescere le iniziative al femminile e progetti per diffondere la cultura d’impresa”. “Molti si
spaventano – dice la Strolego – invece è un’esperienza bellissima”.
ZUDEK: inaugurati i nuovi magazzini
della Terminal Frutta Trieste
Taglio del nastro, giovedì 29 gennaio, per
la Terminal Frutta Trieste: inaugurato alla
presenza delle autorità politiche e portuali,
il magazzino 55 del Molo V, rilevato dal
Gruppo Gavio (che guida il secondo gruppo
autostradale italiano), punta a divenire nel
breve periodo un polo d’attrazione per tutto
l’Alto Adriatico. Alta tecnologia, elevata
efficienza energetica, impatto ambientale
zero e nuovi posti di lavoro sono infatti le
caratteristiche principali dei nuovi magazzini,
destinati a far crescere e a sviluppare l’economia portuale triestina nel settore dell’ortofrutta.
A realizzare l’impianto di refrigerazione l’azienda triestina Zudek, leader del settore. “Il
nostro impianto - spiega il direttore generale, Alessandro Zudek - utilizza refrigeranti
naturali e completamente riciclabili, oltre ad essere gestito a distanza: si tratta di un sistema
d’avanguardia, che verrà utilizzato anche nel Porto di Rotterdam”.
“Il nostro gruppo - dice il Presidente della Gavio, James Pingani - è approdato qui venti
mesi fa e ha deciso di realizzare una serie di investimenti, che sono andati a buon fine anche
grazie alla partecipazione di altre imprese e alla manodopera, e che permetteranno a questo
sito di essere uno dei più importanti d’Europa negli scali ortofrutticoli”.
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