Acqua dei rubinetti, dov`è buona e dove no

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Acqua dei rubinetti, dov`è buona e dove no
Acqua dei rubinetti, dov'è buona e dove no
La beviamo anche se non ci fidiamo. Ma il più delle volte rinunciamo all'acqua del rubinetto
per la paura, spesso ingiustificata, di contaminazioni chimiche o microbiologiche, anche quando
le analisi degli enti che svolgono i controlli, cioè gli acquedotti e le Asl, ne certificano qualità e
sicurezza.
La minerale
Così non ci resta che "ripiegare" sulla minerale. E in Italia siamo diventati i migliori clienti dei
produttori di acqua in bottiglia, siamo addirittura arrivati ad avere oltre trecento marche diverse
di minerale. Ma, secondo una ricerca, pur non sapendo esattamente cosa esce dai nostri
rubinetti, consumiamo anche 250 litri pro capite al giorno di potabile e siamo sempre più inclini
verso le nuove fonti d'acqua "alla spina", dove si fa rifornimento a costo e a impatto zero.
Ricerca
Due ricercatori dell'università degli studi di Milano Bicocca hanno da poco brevettato un kit
per l’analisi chimico-fisica dell’acqua domestica. Cinque strisce da immergere nell’acqua e in
pochi minuti si può analizzare l’acqua di casa nostra e scoprire le sue caratteristiche,
misurando i parametri di legge: pH, durezza, nitriti, nitrati, cloruri e solfati.
In Lombardia
L'indagine ha preso come campioni tantissime città italiane e in particolare quelle della
Lombardia. Le città che hanno l'acqua più pura sono Brescia e Mantova, seguite da Varese,
Cremona, Sondrio e Como che quasi a pari merito hanno una qualità della potabile piuttosto
buona, solo con i valori dei nitriti un po' alti e la direzza dell'acqua un po' al di sopra della norma.
A Bergamo, la sitazione è peggiore di quanto ci si aspetti con i cloruri decisamente oltre la
soglia consentita. L'acqua peggiore a Pavia che ha la durezza, i nitriti e il PH superiori ai valori
di legge. A Milano c'è una concentrazione di nitrati al limite dei valori di legge in diverse zone
della città.
In Italia
A Genova e a Torino i valori di cloruri e solfati superavano i limiti di legge. I solfati non hanno
superato la prova neanche a Palermo. Situazione con alcuni valori "fuorilegge" a L'Aquila, Bari,
Firenze, Napoli, Milano (l'acqua milore ce l'ha in centro), Roma, Torino. Si va migliorando a
Bologna, Padova, Reggio Emilia e Sassari. La città con l'acqua più pura? Bolzano.
Nel mondo
Se si vuole bere un'acqua con tutti i valori consentiti dalla legge si deve andare a Parigi. Anche a
Berlino e a Mosca la potabile spicca per purezza, a parte i nutriti leggermente superiori alla
norma. A Madrid, Londra e New York, la situazione è accettabile, anche se non con tutti i
valori a norma. Maglia nera a Gerusalemme per la sua potabile fuorilegge.
Quello che non sappiamo dell'acqua dei rubinetti
Cittadinanzattiva sottolinea invece come poco si parli del ricorso alle deroghe al rispetto dei
parametri di potabilità, previste dal D. Lgs. 31/01 e concesse dal ministero del Lavoro, della
Salute e delle Politiche Sociali: negli ultimi 7 anni, ne hanno usufruito ben 13 regioni.
Attualmente sono 8 le regioni in deroga: Lazio, Lombardia, Piemonte, Trentino, Umbria,
Toscana, Campania, Puglia. Tutte per un totale di 7 parametri: arsenico, boro, cloriti, fluoro,
selenio, trialometani e vanadio. In generale, a fronte di una crescita costante delle tariffe, la
qualità del servizio è carente: si continua a far pagare il canone di depurazione anche in assenza
del servizio; la dispersione idrica è ormai pari ad un terzo del volume di acqua immessa nelle
tubature; il regime delle deroghe da transitorio rischia di diventare perpetuo. In positivo, si
distinguono Veneto e Liguria, dove a fronte di investimenti alti, le tariffe risultano inferiori alla
media nazionale, la dispersione idrica è bassa e non vi sono deroghe. In negativo spicca invece la
Puglia.
Fonte: Cittadinanzattiva