Capitolo 4 - DPS Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione

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Capitolo 4 - DPS Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione
AGGIORNAMENTO VALUTAZIONE INTERMEDIA
DEL
QUADRO COMUNITARIO DI SOSTEGNO
OBIETTIVO 1
ITALIA 2000 – 2006
Parte quarta
(LE STRATEGIE DI SVILUPPO DELLA “SOCIETA’
DELL’INFORMAZIONE”)
SERVIZIO DI
VALUTAZIONE INDIPENDENTE INTERMEDIA
DEL QCS OB.
1 2000 – 2006
di
Vision & Value
The London School of Economics and Political Science
Agosto 2006
VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
Vision & Value – The London School of Economics and Political Science
AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
Il presente documento contiene le ricerche dell’aggiornamento della valutazione intermedia.
Il rapporto identifica ulteriori approfondimenti e costituisce la base per momenti di presentazione e
confronto da condividere con il committente.
Il rapporto è complessivamente articolato nel modo seguente:
1. INTRODUZIONE
1.1 SINTESI
1.2 STRUTTURA DEL RAPPORTO DI VALUTAZIONE
INTERMEDIA
1.3 LE CONCLUSIONI DEL RAPPORTO DI VALUTAZIONE
INTERMEDIA DEL DICEMBRE 2003 ED IL PROCESSO DI
REVISIONE
1.4 GLI OBIETTIVI E I LIMITI DELLA VALUTAZIONE
2. GLI INTERVENTI DI SVILUPPO RURALE
3. LA RICERCA E INNOVAZIONE TECNOLOGICA NEL
QCS
4. LE STRATEGIE DI SVILUPPO DELLA “SOCIETA’
DELL’INFORMAZIONE”
5. IL RUOLO DEGLI INTERVENTI IMMATERIALI NEI PIT
6. LA FORMAZIONE CONTINUA NEL QCS COME LEVA
PER IL RAGGIUNGIMENTO DEGLI OBIETTIVI DI
LISBONA
7. GLI INTERVENTI NELLE INFRASTRUTTURE DI
TRASPORTO
8. I RISULTATI VALUTATIVI COMUNI ALLE DIVERSE
AREE E DI ANALISI E LE INDICAZIONI PER IL
PROSSIMO PERIODO DI PROGRAMMAZIONE
9. ALLEGATI
202
Indice della quarta parte del rapporto:
LE
STRATEGIE
DI
SVILUPPO
DELLA
“SOCIETA’
DELL’INFORMAZIONE”....................................................... 205
LE SCELTE DEL QCS E L’EVOLUZIONE DEGLI INDICATORI
DI CONTESTO.................................................................................. 206
LA DOMANDA DI VALUTAZIONE E LA METODOLOGIA ... 209
UNA COMPARAZIONE DELLE SCELTE DELLE DIVERSE
REGIONI
RIGUARDO
ALLO
SVILUPPO
DELL’E-
GOVERNMENT ................................................................................ 216
LA CAPACITA’ DI UTILIZZARE LA LEVA TECNOLOGICA
PER MIGLIORARE LE PRESTAZIONI NELLE MODALITA’ DI
PRODUZIONE ED EROGAZIONE DI SERVIZI PUBBLICI: IL
CASO DELLA SANITA’ .................................................................. 232
IL PROGETTO BAS-REFER DELLA REGIONE BASILICATA: VISURA
DELLE REFERTAZIONI DI LABORATORIO AI MEDICI DI BASE E
CITTADINI PER VIA INFORMATICA PROTETTA ..................................... 249
IL PROGETTO RETE DI MEDICI DI MEDICINA GENERALE IN PUGLIA
............................................................................................................................ 254
LA CAPACITA’ DEI SISTEMI TERRITORIALI DI UTILIZZARE
LE TECNOLOGIE PER RECUPERARE COMPETITIVITA’... 260
LA
CAPACITA’
POPOLAZIONE
DI
IN
ALLARGARE
GRADO
DI
LE
QUOTE
ACCEDERE
DI
ALLE
TECNOLOGIE: IL CASO DELLA SCUOLA ............................... 281
203
LA RISPOSTE ALLE DOMANDE DI VALUTAZIONE ............. 308
INDICAZIONI PER LA PROSSIMA PROGRAMMAZIONE E
POSSIBILI ULTERIORI ANALISI E APPROFONDIMENTI ... 312
IL QUADRO ANALITICO DEI RISULTATI DEI CASI STUDIO
............................................................................................................. 318
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VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
Vision & Value – The London School of Economics and Political Science
AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
LE
STRATEGIE
DI
SVILUPPO
DELLA
“SOCIETA’
DELL’INFORMAZIONE”
Gli interventi relativi alla cosiddetta “Società dell’Informazione” costituiscono uno degli aspetti più
importanti in una valutazione complessiva dei risultati del Quadro Comunitario di Sostegno.
Essi sono, in effetti, per molti versi assimilabili alla questione della ricerca (ed infatti si sta
progressivamente realizzando una convergenza nelle strutture organizzative e di governo dei due
temi, a partire dai gruppi di lavoro preso il MEF) e rappresentano, infatti:
•
una quota, comunque, significativa (3,8 miliardi di Euro su circa 461) del ciclo di spesa che
si sta concludendo ed una delle poche aree di investimento pubblico previste in crescita per
il prossimo periodo di programmazione;
•
una delle leve più rilevanti per la crescita del Sistema Paese e per la capacità delle Regioni
di competere,
•
un fattore sempre più fondamentale per l’innalzamento della qualità della vita e dei rapporti
tra i cittadini, nonché tra di cittadini e amministrazioni pubbliche; ma anche
•
uno dei più interessanti banchi di prova del processo di modernizzazione delle
amministrazioni pubbliche e di crescita delle “capacità istituzionali”.
La ricerca è strutturata in un primo paragrafo nel quale sintetizziamo i principali elementi di
contesto, seguita dalla ricostruzione del percorso che ci ha portato alla identificazione delle
domande valutative. Presenteremo, quindi, un quadro che ricostruisce i differenti approcci delle
diverse Regioni all’ e- government, per poi analizzare, attraverso casi, le politiche per la Sanità,
quelle per la Scuola (come caso studio delle politiche per la riduzione del “digital divide”), ed,
infine, quella dell’utilizzazione delle tecnologie come leva di aumento della competitività delle
imprese.
1
Secondo la rielaborazione dei dati MEF, effettuata dal Gruppo di lavoro sulla SI nel QCS, Maggio 2004.
VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
LE SCELTE DEL QCS E L’EVOLUZIONE DEGLI INDICATORI
DI CONTESTO
Gli indicatori di contesto presentano una situazione fortemente dinamica che, tuttavia, continua a
registrare un ritardo delle Regioni Obiettivo 1 rispetto a quelle del Centro Nord.
Il Quadro Comunitario di Sostegno (pagine 199 e 200 della versione aggiornata alla revisione di
metà periodo) identifica gli investimenti in “Società dell’Informazione” come “uno dei principali
fattori propulsivi dell’economia...” , e ciò in quanto le tecnologie consentirebbero di “..ridurre
sensibilmente ..i costi di transazione ..sia nei cicli interni di produzione che in quelli della
commercializzazione dei prodotti e consentono di aumentare la produttività del fattore lavoro..”.
Inoltre l’introduzione delle tecnologie “..contribuisce – secondo il documento di programmazione a rendere più efficace l’azione amministrativa, migliorando la qualità dei servizi erogati”.
Il programmatore condivide, dunque, la priorità sulle tecnologie ICT come fattore in grado di
innescare processi di sviluppo rapidi ed, in questo senso, anticipa l’ulteriore sottolineatura che la
Commissione Europea fa degli investimenti in tecnologie informative come elemento centrale della
prossima programmazione e come collegamento (insieme agli investimenti in “ricerca”) tra
Strategia di Lisbona e Politiche di Coesione.
Tale priorità veniva, del resto, rafforzata dalla revisione del QCS che aumenta le percentuali di
investimento di spesa per gli interventi sulle tecnologie ed è, peraltro, in linea con le indicazioni che
dava lo stesso rapporto di valutazione intermedia.
Il documento di programma, del resto, identificava nel caso della Società dell’Informazione, un
esempio importante di “fallimento del mercato”, di sua inadeguatezza non solo in termini di
riduzione di divari (tra fasce di popolazione con diversa capacità di accesso e propensione
all’utilizzo delle tecnologie), ma anche in termini di produzione di quei presupposti necessari per
far maturare ulteriori opportunità industriali utili per il mercato stesso. In tutti i paesi europei ormai,
anche in quelli economicamente più dinamici ed in trasformazione (vedi la Gran Bretagna), si è
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
consolidata l’idea che la “Società dell’Informazione” è un “public good” che richiede un
investimento da parte del policy maker.
Assegnata questa priorità alla SI, il QCS riconosce, tuttavia, “livelli di cooperazione”
(indispensabili nello sviluppo della SI, come vedremo) tra pubblico e privato, non sufficienti, “poca
propensione all’innovazione da parte delle imprese”, ma soprattutto un “deficit generalizzato di
consapevolezza e competenza che attiene ..non solo ..alla dimensione tecnica..ma anche a quella
..strategica”.
In realtà, la carenza di strategia è legata, a nostro avviso, ad un approccio che spesso finisce con
l’essere troppo generico e dunque a non “vedere” con chiarezza opportunità e specifici rischi.
Così come per la “ricerca”, il legame tra investimenti in tecnologie e produttività delle imprese non
è sempre univoco. Non sono pochi i casi in cui significativi programmi di espansione della capacità
tecnologica di imprese e amministrazioni sono falliti. E, come dimostra il grafico che segue, anche
la correlazione statistica tra grandezze che vogliamo governare, tra variabili indipendenti (ad
esempio numero di PC presenti in un dato sistema) e dipendenti (tassi di sviluppo economico) non è
ovvia e richiede, dunque, strategie molto più focalizzate.
Correlazione tra tassi annui composti di crescita di PIL e media nel periodo del numero di computer per abitante
60
USA
D a n i m a rc a
PC su 100 ab
A u s tr a l i a
F in la n d ia
G e r m a n ia
C an ada
35
UK
G ia p p o n e
F r a n c ia
B e lg io
Ita ly
R e p u b b lic a C e c a
10
1
2 ,5
T a s s o c re s c i ta P I L
4
C o rr e l a z i o n e = 4 2 , 6 %
(1998 – 2002)
207
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
Fonte: Vision and Value su dati UN e ITU
I motivi che possono inceppare il percorso di trasformazione di investimenti tecnologici in
incrementi di produttività piuttosto che in miglioramenti di efficacia dell’azione amministrativa
sono molteplici2.
Sintetizzando, le argomentazioni principali dicono:
1. che non può essere sufficiente il dato quantitativo dei divari e che, invece, va considerata la
capacità di un sistema di identificare i “cambiamenti culturali ed organizzativi” che lo stesso
QCS ricorda e che lo sviluppo di un nuovo assetto economico (e sociale) richiede;
2. che l’analisi, pertanto, non può essere solo su grandezze macro ma che essa deve scendere –
per cogliere la profondità dei cambiamenti in atto – ad un livello più settoriale; ed è questo
l’approccio che – per casi – il valutatore indipendente sta seguendo.
Il contesto, rispetto al quale Quadro Comunitario di Sostegno interviene, è, peraltro, caratterizzato
da un fortissimo dinamismo nelle prestazioni dei sistemi regionali.
Gli indicatori di contesto segnano una rapida avanzata di tutte le Regioni Obiettivo 1 anche se
permane un divario. Tale divario risulta di intensità diversa nelle tre grandi aree di intervento del
QCS.
Misurazione delle prestazioni delle macro aree territoriali
Area “famiglie”1
Area “P.A.”2
Area “imprese”3
Centro Nord Italia
32,9
47,8
32,9
Obiettivo 1
25,8
24,0
25,0
1
Percentuale di famiglie che dichiarano di essere collegate ad Internet (2003)
2
Percentuale di popolazione residente in comuni con accesso al sistema di accesso e interscambio anagrafico (2001)
2
A questo proposito si veda, come riferimenti, la letteratura sul “productivity paradox” e , ad esempio, Gordon R.
“Does the New Economy measure up to the great inventions of the Past?”, NEPR Papers, Working Paper 7833,
Cambridge e Solow, R.M., (1987) Growth Theory – An Exposition. Oxford University Press: Oxford.
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
3
Percentuale di imprese con più di 10 addetti collegate a banda larga (2003)
Fonte. Elaborazione Vision & Value su dati Istat (2003) indicatori di contesto
Più grande risulta, quindi, essere il divario proprio nell’area – la PA – che maggiormente risulta
investita da programmi di diffusione delle tecnologie. Mentre, in maniera abbastanza sorprendente,
le imprese e le famiglie non sembrano essere divise sul fronte “digitale” secondo ripartizioni
geografiche.
LA DOMANDA DI VALUTAZIONE E LA METODOLOGIA
Questo lavoro costituisce, come detto, uno sviluppo delle “conclusioni ed i prossimi passi” del
Rapporto di Valutazione Intermedia3 e della specifica ricerca che nell’ambito di quel rapporto fu
dedicata alle strategie sulla Società dell’Informazione. La domanda di valutazione è, in particolare,
il risultato di un intenso percorso di confronto con UVAL e con i principali attori istituzionali
dell’amministrazione nazionale competenti sulla materia società dell’informazione. Questo percorso
ha portato al consolidamento delle domande valutative che riguardano i risultati ottenuti – e la
valutazione dei processi attivati – negli ambiti dell’e-government, del superamento del divario
digitale e della competitività delle imprese.
Le domande di valutazione
1- Valutazione delle policy e della loro attuazione: Come si differenziano le strategie, le
specifiche scelte, i “portafogli di investimenti”, gli approcci che le diverse Regioni hanno
nei confronti dell’obiettivo del QCS di “sviluppare la Società dell’Informazione”? E le
iniziative per la SI previste dal QCS e la successiva necessaria redazione delle Strategie
Regionali per la Società Informazione, sono state un’opportunità per creare processi, interni
alle Regioni, di coordinamento degli interventi e di sviluppo dei processi di innovazione?
Soprattutto in quali ambiti /campi e con quali modalità? Quali sono gli ostacoli principali
3
Rapporto di valutazione intermedia Italia Obiettivo 1 2000 – 2006, Vision & Value e The London School of
Economics and Political Science, per il Ministero dell’Economia, Dicembre 2003.
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
incontrati? Quale è stato il ruolo del partenariato? Il QCS è riuscito nel suo intento di
integrare, a livello regionale, gli interventi previsti dai POR con le azioni previste dai PON?
2- E-governament: Il QCS si propone di contribuire, in linea con le politiche europee e
nazionali, allo sviluppo della Società dell’Informazione rispetto alla produzione di servizi
pubblici (e-government, formazione, e-health), ai cittadini e al settore produttivo. Quali
sono gli interventi che, con il concorso del QCS, stanno producendo i migliori risultati in
termini di “building blocks” (modelli di riferimento), con maggiore potenziale innovativo e
trasferibilità nell’ottica di sistema?
3- Divario digitale: In che termini è possibile osservare il contributo del QCS alla riduzione
del digital divide rispetto all’avvio del periodo di programmazione 2000-2006 e come si
pone oggi e per il prossimo futuro la riduzione del/i digital divide/s? In che termini
(territoriali, di domanda, offerta o contesto territoriale)?
4- Competitività delle imprese: Nell’ambito della SI, in che misura gli interventi del QCS
hanno o possono aver contribuito alle performance del settore nei mercati regionali delle
ICT?
La metodologia
Innanzitutto, per semplicità di esposizione, elenchiamo di seguito i casi studio oggetto della
valutazione, che saranno meglio precisati nella presente sezione:
1.
E.government: sviluppi di servizi digitali e sistemi telematici nell’ambito della salute e della
sanità in Campania, Puglia e Basilicata.
2.
Divario digitale: gli interventi del PON Scuola a sostengo della SI nelle scuole del
mezzogiorno. Approfondiremo alcuni interventi realizzati in Sicilia.
3.
Competitività delle imprese: analisi desk generale; approfondimento degli interventi
realizzai in Puglia ed in Campania.
Il percorso di confronto con il Sottogruppo Società dell’Informazione e con lo Steering Group è
stato accompagnato da un’attività parallela del valutatore, di analisi delle strategie e degli
investimenti e dei progetti delle regioni nei tre ambiti suddetti. Sebbene al momento in cui era
necessario consolidare il disegno della valutazione, questa analisi di tipo ‘desk’ fosse ancora
parziale, essa ha consentito di procedere con maggiore accortezza nella selezione degli specifici casi
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VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
studio, tenendo presente che, viste le domande di valutazione fortemente orientate a mettere in luce
i risultati delle strategie, si rendeva necessario identificare, tra l’universo degli interventi, quelli che
erano stati almeno avviati, se non definitivamente conclusi.
Questa scelta ha richiesto tempo e precauzione, per due ordini di motivi.
Primo, se da un lato potevamo contare su una accresciuta visibilità da parte nostra, e degli attori da
noi interpellati, rispetto allo sviluppo delle strategie regionali, e di un ampio ma non esaustivo
database sui progetti; dall’altro ci è parso che un ulteriore sforzo di monitoraggio delle situazioni
regionali, a livello dei singoli interventi, fosse necessario per sviluppare un ‘polso della situazione’
sufficientemente solido per procedere alla selezione dei casi.
Secondo, vista l’ampiezza analitica delle domande valutative, che ha richiesto comunque tempi di
consolidamento tali che di fatto hanno accorciato il tempo disponibile per la valutazione, e vista la
varietà di interpretazioni che si possono dare delle dimensioni affrontate, ci è parso proficuo
approfondire ulteriormente il confronto sulla metodologia nei diversi ambiti deputati a tal scopo.
Per le suddette ragioni, la metodologia di seguito brevemente descritta, per ogni domanda
valutativa, deve essere considerata come il frutto di un lavoro in progress, certamente migliorabile,
ma che è indice di un apprendimento incrementale che il valutatore ha potuto condividere con i
soggetti istituzionali.
E-government: il settore d’intervento su cui si sta concentrando la valutazione è quello della salute
e sanità pubblica, ed in particolare alcuni progetti in Campania, Puglia e Basilicata.
La scelta ci è sembrata interessante per tre motivi principali:
a) l’e-health è una componente fondamentale dell’e-government i cui effetti interessano
direttamente tutti i cittadini, e gli operatori che lavorano nell’ambito dei servizi sanitari, della salute
ma anche socio assistenziali;
b) le ICTs dischiudono notevoli possibilità di miglioramento della qualità del settore sanitario e
delle politiche della salute. Inoltre è un ambito che prelude ad un’ampia possibilità di
sperimentazione di forme di partenariato pubblico/privato, in quanto vi operano sia attori sociali
(volontariato e terzo settore), sia economici (industria di settore e servizi specializzati), sia di ricerca
scientifica (pubblica e privata), sia istituzionali (enti regionali e locali, aziende sanitarie, aziende
ospedaliere ecc.).
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
c) esiste a livello regionale una tradizione nella programmazione delle politiche sanitarie e della
salute, dovute alla maturazione di competenze autonome in questo settore. Questo dovrebbe
preludere, in linea teorica, ad una maggiore sensibilità e capacità degli attori di regionali riguardo
all’innovazione, e certamente a maggiore poteri di scelta.
I progetti selezionati per l’approfondimento sono: in Campania, il progetto “Telemadicina”,
sperimentato da un partenariato di enti pubblici localizzati nella città di Napoli; in Puglia, il
progetto “Rete dei Medici di Medicina generale” che rientra nel progetto promosso dal MIT-DIT
“Realizzazione di un sistema integrato di comunicazione per tutti i medici di medicina generale che
operano nel Mezzogiorno”; in Basilicata, si analizzerà l’intervento BAS-REFER (sistema di
refertazione ai medici di base) ed il suo collegamento con diverse azioni integrate, previste dal
piano Basite e Basitel+, e che includono anche l’uso della Carta Nazionale dei Servizi per l’accesso
ai servizi.
Il lavoro sul campo prevede tre livelli di analisi: intervista con i responsabili regionali degli
interventi; intervista con i realizzatori dei progetti e con alcuni utenti finali degli interventi (laddove
possibile); analisi della funzionalità dei servizi realizzati (perlomeno laddove il progetto ha previsto
lo sviluppo di servizi finali).
Riguardo alla possibilità di analizzare i reali benefici per gli utenti, dobbiamo precisare che, dalla
ricerca sul campo effettuata tra ottobre e novembre 2005, ci si è resi conto che i servizi sviluppati
attraverso i progetti, erano ancora nella fase di ‘messa a punto’ e ‘sperimentazione’, per cui non è
stato possibile ‘ascoltare’ gli utenti. Solo nel caso del progetto Telemedicina della Regione
Campania, in cui i servizi sono già stati testati per cui si attende a mesi l’effettiva fruibilità degli
stessi tramite il portale Telemedicina, si è potuto raccogliere dati e opinioni di alcuni soggetti
partner del progetto che hanno utilizzato il sistema. Si tratta di soggetti che hanno beneficiato del
progetto Telemedicina per una evoluzione di servizi che già esistevano ed erano operativi. A tal
riguardo, abbiamo chiesto loro di illustrarci i risultati prodotti con i miglioramenti realizzati con il
progetto.
Divario digitale: il settore d’intervento che stiamo valutando è quello della scuola, ed in particolare
le azioni a sostengo della diffusione delle nuove tecnologie per la comunicazione e l’informazione
realizzate dal PON Scuola.
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
Perchè abbiamo interpretato le azioni del PON Scuola come azioni ascrivibili alle politiche per il
superamento del divario digitale? Si tratta di una domanda legittima, visto che, in linea teorica,
l’intervento sulla scuola non è esattamente, interamente finalizzata a ridurre le difficoltà di accesso
alle tecnologie da parte di un dato segmento della popolazione. E’ anzi plausibile sostenere che una
delle variabili che maggiormente “spiegano” il divario sia l’età, e che quindi le azioni sulla scuola
agiscano su una fascia di popolazione che, al contrario, ha un vantaggio relativo rispetto a segmenti
più anziani.
Per rispondere a questa domanda, occorre fare una brevissima premessa.
Il concetto di divario digitale rimanda ad un’ampissima varietà di dimensioni critiche, di natura
socio-demografica, economica, più squisitamente tecnologica, ma anche fisica, vedi le disabilità. Ed
in un certo senso, collegate tra loro queste dimensioni, ci portano ad affrontare il tema del divario
digitale allontanandoci dal suo significato originale che era, ‘non avere possibilità di accesso ad
Internet’. Si parla oggi infatti di divari digitali, interpretabili in termini di cause e causali – vari
stadi/livelli stratificati di divario digitale – ed a seconda di chi o cosa è a rischio d’esclusione –
gruppi sociali, territori, sistemi produttivi ecc.
Si tratta quindi di un concetto ampio che obbliga ad impostare interventi integrati che, su più fronti,
puntino a ridurre i rischi di esclusione dall’accesso, non tanto e non solo da Internet, ma dalle
opportunità dischiuse dalla SI. Le stesse strategie regionali della SI affrontano il problema da
angolature diverse. Talvolta si realizzano interventi specifici per fornire l’accesso a gruppi sociali
svantaggiati (vedi l’intervento in Campania denominato Mondo Amico), o si agevola l’acquisto dei
pc per le famiglie (l’ormai famoso progetto Un Computer in ogni casa realizzato dalla Regione
Basilicata); più spesso si affronta il problema del divario sofferto dai piccoli comuni (il progetto
Piccoli Comuni della Regione Calabria, per esempio); in generale si interviene molto offrendo corsi
di alfabetizzazione di base gratuiti, talvolta orientando il target alle donne – secondo il principio
delle pari opportunità - ai disoccupati ecc; talvolta si realizzano progetti rivolti ai disabili.
A fronte di tali possibilità di approfondimento, abbiamo scelto di delimitare l’ambito di valutazione
alla scuola per due motivi principali:
a) intervenire sulla scuola, e sulle nuove generazioni, significa affrontare il tema dei nuovi saperi;
delle nuove caratteristiche del mercato del lavoro; delle nuove modalità di apprendimento dischiuse
dalle ICTs – multimedialità, formazione a distanza ed e-learning, ecc. Ma intervenire sulla scuola
del mezzogiorno ha significato, in prima istanza, operare in un contesto di forte carenza di
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
infrastrutture di rete; di un parco tecnologico assente o non aggiornato (divario strutturale quindi);
di un urgente bisogno di crescita delle competenze informatiche da parte del personale della scuola,
per altro allargabile a tutti i soggetti adulti che dai servizi offerti dal sistema educativo possono
trarne grande beneficio (divario culturale quindi).
b) coerentemente con la domanda valutativa se “il QCS è riuscito nel suo intento di integrare, a
livello regionale, gli interventi previsti dai POR con le azioni previste dai PON?”, abbiamo colto
nelle 24 azioni messe in campo dal PON Scuola, sul tema della società dell’informazione, incluse in
tutte le misure del programma, un elemento valutativo interessante. Con queste azioni il PON
Scuola ha realizzato, almeno a livello programmatico, il principio di ‘trasversalità’ della SI. Inoltre,
coerentemente con la multidimensionalità del divario digitale, ha integrato il FSE il FESR per
sostenere progetti che hanno l’obiettivo specifico di ridurre le barriere strutturali e culturali per
l’accesso alle nuove tecnologie.
A corredo della valutazione dei risultati del PON Scuola, sulla base di dati di monitoraggio e di due
momenti di interviste in profondità realizzate con l’ADG del PON, abbiamo visitato alcune scuole
della Regione Sicilia che hanno beneficiato degli interventi del PON Scuola sulla SI, in particolare i
“centri servizi” che hanno beneficiato sia di azioni di potenziamento delle reti telematiche e di
comunicazione, di equipaggiamenti informatici, telematici e multimediali, sia del recente progetto
“Sviluppo di centri polifunzionali di servizio per il supporto all’autonomia, la diffusione delle
tecnologie, la creazione di reti”, finanziato dall’azione 1.4 (FSE) che, attraverso il finanziamento di
corsi di formazione, ha l’obiettivo di rafforzare la capacità delle scuole di raccordarsi con le
politiche di sviluppo e del mercato del lavoro locale, e col territorio in senso ampio. In questa
occasione sono stati raccolti i punti di vista dei responsabili e degli utenti dei centri.
Competitività delle imprese.
In accordo col sottogruppo società dell’informazione, si è scelto di dedicare a questa domanda
valutativa un sforzo principalmente orientato all’analisi desk dei risultati delle strategie.
Tuttavia, dopo una lettura dei dati di monitoraggio, di alcuni fonti documentali, e dopo un primo
giro di contatti con i referenti regionali, ci siamo resi conto che solo in Puglia ed in Campania le
imprese avevano beneficiato di alcuni bandi regionali a cadere sulle misure della SI del POR, per un
totale di investimenti abbastanza significativo. Abbiamo allora deciso di corredare l’analisi desk
con un approfondimento dei due casi, attraverso interviste in profondità con i responsabili regionali
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
delle relative misure e, nel caso della Puglia, raccogliendo il punto di vista di alcuni beneficiari
dell’intervento (in questo caso si trattava di associazioni di categoria e ordini professionali).
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
BERVE DESCRIZIONE DEI PRINCIPALI TREND OSSERVATI:
UNA ANTICIPAZIONE DEI RISULTATI
L’analisi della composizione degli investimenti regionali per la SI (vedi sezione successiva)
ha messo in luce differenze piuttosto nette, associate certamente alle differenti capacità istituzionali
di governare l’implementazione delle strategie, ma anche dipendenti da scelte e da fattori
organizzativi.
Si è osservato che gli sforzi si sono principalmente concentrati nel settore pubblico, tuttavia
con differenze di fondo. A fronte di una situazione di partenza pressoché comune a tutte le regioni,
che si caratterizza per la carenza d'infrastrutture telematiche ed informatizzazione degli enti
pubblici, solo in alcuni casi si è riusciti a raggiungere gli obiettivi di base in quest'ambito ed avviare
interventi di sviluppo di servizi finali di e-government. Per quanto riguarda l’ampiezza della
strategia - ovvero del suo nucleo centrale rappresentato dalle misure inserite nell'asse VI su cui si è
focalizzata l'analisi - in termini di diversificazione dei servizi e di coinvolgimento degli attori e del
partenariato, la direzione che il QCS ha voluto marcare in questo senso, è stata solo parzialmente
seguita dalle regioni. Da evidenziare lo sforzo apprezzabile fatto in Puglia ed in Campania, ma
anche in Sicilia si registrano una serie di iniziative recenti in questo senso. In Puglia in particolare,
alcuni interventi posti in essere indicano che il QCS è stato colto come occasione per sperimentare
forme di attivazione delle autonomie locali e delle categorie economiche e professionali piuttosto
interessanti. C'è da dire che ci troviamo di fronte a due trend: da un lato, situazioni in cui il forte
ritardo nell'attuazione della strategia spiega, in larga parte, il carente coinvolgimento degli attori
territoriali; dall'altro lato, situazioni in cui la buona performance in termini di attuazione ha
innescato processi di partenariato.
Un dato generale invece è che le imprese hanno beneficiato poco o niente delle misure per la
SI. Sembra che le amministrazioni abbiamo molte difficoltà ad operare in questo senso, soprattutto
a causa di una carente integrazione tra gli interventi della strategia ed i programmi di sviluppo
economico regionale. A questo riguardo, si nota che nonostante il QCS sia riuscito nell’intento di
creare e consolidare competenze, uffici e funzioni dedicate alla SI nelle amministrazioni regionali –
peraltro soggette a cambiamenti dinamici associati spesso a processi di apprendimento dei policy
maker e a crescente commitment politico delle amministrazioni – non è purtroppo vero che il
principio di trasversalità della SI sia effettivamente riscontrabile nell’operare quotidiano delle
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VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
amministrazioni. In sostanza, gli uffici dedicati alla SI tendono ad essere istituzionalizzati come
funzioni all’interno di un ‘sistema amministrazione’ che resta, nella maggior parte dei casi,
impermeabile alle opportunità che gli interventi in quest'ambito possono offrire. Anche nei casi in
cui le direzioni generali alla programmazione sono state delegate dell'attuazione delle strategie per
la SI, scelta che potrebbe preludere ad una maggiore integrazione tra programmi e azioni di varia
natura, non si sono ravvisate tendenze molto dissimili da quelle sopra descritte.
Riguardo all’integrazione tra PON e POR (asse VI), dagli incontri che abbiamo svolto
durante le ricerche sul campo, non ci è sembrato che i responsabili delle strategie avessero una
precisa consapevolezza delle chance dischiuse da tali integrazioni; oppure emerge la difficoltà di
coordinare iniziative di questo tipo, date le scarse risorse di personale di cui normalmente si
dispone. Ci è parso che i programmi comunichino poco, nei fatti, tra loro. Una eccezione è il PON
Scuola, oggetto di una specifica domanda di valutazione (divario digitale), in cui si registra un
tentativo significativo di integrazione. Tuttavia questa è frutto soprattutto di una comunicazione a
senso unico: è il PON che ha cercato l’integrazione con i POR, stimolando le regioni a sostenere il
programma, adattandolo anche ai propri bisogni.
217
VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
UNA COMPARAZIONE DELLE SCELTE DELLE DIVERSE
REGIONI
RIGUARDO
ALLO
SVILUPPO
DELL’E-
GOVERNMENT
L’e-government è di gran lunga l’ambito di intervento della Società dell’Informazione (SI) che ha
attratto maggiore attenzione ed energie sia a livello ragionale sia nazionale. Questo fatto si può
spiegare con due fondamentali motivi, di ordine economico e istituzionale.
Primo, gli investimenti in nuove tecnologie nel settore pubblico e l’atteso incremento di erogazione
di servizi telematici ai cittadini ed alle imprese, contribuiscono a stimolare la domanda locale di
ICT, specialmente nelle regioni meno sviluppate ed in generale alla luce della riduzione degli
investimenti del settore privato a seguito della crisi del boom finanziario speculativo verificatosi tra
il 2000 ed il 2001. Concentrare gli sforzi sulla domanda locale di ICT è l’indicazione puntuale della
CE per il QCS 2000-20064.
Secondo, i risultati attesi dalla diffusione delle nuove tecnologie per l’informazione e la
comunicazione (ICT) nella pubblica amministrazione (PA), in termini di efficienza e trasparenza,
dovrebbero contribuire ad accrescere le capacità di governo delle politiche pubbliche da parte delle
istituzioni; a razionalizzare i costi; ad avvicinare le pubbliche amministrazioni ai cittadini,
incrementando la capacità di questi di ‘auto-governarsi’ ed ‘auto-organizzarsi’ rispetto ai diritti e
doveri di cittadinanza. Questo argomento è tanto più significativo nelle regioni meno sviluppate,
dove accanto ad una minore crescita economica si registra, solitamente, una maggiore debolezza
strutturale delle istituzioni locali, con conseguenze negative sulle capacità di governare i processi di
sviluppo.
Alla luce di queste argomentazioni, i governi nazionali della Comunità Europea hanno accelerato i
processi di sviluppo dell’e-government attraverso ingenti investimenti; predisponendo apparati,
strutture organizzative e strategie.
4
Il nuovo periodo di programmazione 2000-2006: opuscoli tecnici tematici, Documento tecnico 2, Società
dell'informazione e sviluppo regionale, Interventi del FESR nel periodo 2000-2006, Criteri per la valutazione dei
programmi, 02/08/1999.
218
VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
Riguardo al QCS, il programma contribuisce complessivamente (considerando tutti gli interventi
che riguardano lo sviluppo e l’uso delle nuove tecnologie, quindi non solo le misure dell’Asse VI)
con approssimativamente 2095,83 milioni di euro di investimenti in ICT per la modernizzazione
della PA (ambito più generale rispetto all’e-government quindi), che rappresentano il 53% delle
risorse totali QCS dedicate alla SI5. Prendendo in considerazione invece solo gli interventi per la SI
inclusi nell’Asse VI dei POR (che sono il nucleo delle strategie regionali per la SI), gli investimenti
per l’e-government (che comprendono sia informatizzazione e infrastrutture che sviluppo di servizi
online) rappresentano il 65% del totale degli investimenti messi in campo dall’Asse VI per la SI
(vedi più avanti la Figura 6) .
Evidenze
La valutazione delle strategie regionali che segue, è basata sulla osservazione dei dati degli
investimenti effettivamente messi in campo dalle regioni ob.1 (dati Monit a Settembre 2005). Come
già sottolineato, la scelta del valutatore è stata quella di concentrarsi sul nucleo centrale delle
strategie regionali per la SI, e quindi sulle misure dedicate alla SI dell’Asse VI dei POR (per una
spiegazione dei criteri di valutazione scelti, vedi allegato, sezione metodologica).
La seguente figura rappresenta il totale assoluto degli investimenti pubblici dei POR assegnati alla
SI dalle misure dell’Asse VI, composto in quota ammessa; impegno netto e pagamento netto totale.
5
I dati sono stime calcolate al 2003, elaborati dal Gruppo Tecnico di Valutazione del Gruppo di lavoro per la Società
dell’informazione del QCS. (2004), a cura di, Società dell’Informazione. Analisi e indicazioni per la riprogrammazione
delle risorse del QCS 2000-2006.
219
VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
Figura 1 Gli investimenti per la SI (misure incluse nell'Asse VI)
Investimenti pubblici per la SI (Meuro; solo Asse VI)
200
180
160
140
120
100
80
60
40
20
0
Quota_ammessa_totale
Impegno_netto_totale_ben__fin_
ol
ise
M
cil
ia
Si
Sa
rd
eg
na
Pu
gl
ia
Ca
m
pa
ni
a
Ca
l
Ba
sil
ic
at
a
ab
ria
Pagamento_netto_totale
Il totale degli investimenti (quota ammessa) è di circa 500 milioni di Euro; l’impegno netto è poco
più di 400 milioni di Euro ed i pagamenti netti sono circa 230 milioni di Euro (circa il 50% della
quota ammessa).
Figura 2 L’ andamento dei pagamenti
Rapporto tra quota ammessa e pagamento netto degli
investimenti per la SI
100%
90%
80%
70%
60%
50%
40%
30%
20%
10%
0%
Pagamento_netto_totale
ol
ise
M
cil
ia
Si
Sa
rd
eg
na
Pu
gl
ia
Ca
m
pa
ni
a
ab
ria
Ca
l
Ba
sil
ic
at
a
Quota_ammessa_totale
220
VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
Di seguito, la figura 3 mostra il rapporto tra gli investimenti pubblici per la SI (quota ammessa, solo
misure SI dell’Asse VI) ed il totale degli investimenti pubblici dei POR (quota ammessa; tutti gli
assi).
Figura 3 Importanza relativa della spesa per SI sul totale POR, per regione
Rapporto tra investimenti SI sul totale investimenti dei POR
12%
10%
8%
6%
Quota investimenti SI sul POR
4%
2%
ol
ise
M
cil
ia
Si
Sa
rd
eg
na
Pu
gl
ia
Ca
m
pa
ni
a
ab
ria
Ca
l
Ba
sil
ic
at
a
0%
Le figure 4 e 5 mostrano invece, usando due rappresentazioni diverse, la distribuzione degli
investimenti regionali inseriti nell’ASSE VI6 (ci riferiamo alla quota ammessa) per quattro macrosettori di intervento: 1) settore pubblico (che comprende l’e-government + spese per assistenza al
piano; collaudi e consulenze varie); 2) cittadini (comprende la diffusione della SI per i cittadini,
associazioni e settori meno avvantaggiati della popolazione); 3) imprese e 4) risorse umane7.
6
I grafici che seguono non includono la Regione Molise in quanto, dai dati di monitoraggio, non è possibile capire
come sono stati distribuiti gli investimenti per la SI. E’ presente infatti solo la voce generica ‘Realizzazione del Piano’.
7
E’ chiaro che una parte di spese sulle risorse umane, anche in chiave SI, stanno dentro l’Asse III, e una parte di risorse
sulle imprese (sostegno diretto), stanno dentro al PON Sviluppo locale. Tuttavia, come già sottolineato, la nostra scelta
è stata quella di concentrarci sull’ASSE VI in quanto riteniamo che le misure qui inserite rappresentino il nucleo
centrale dei piani regionali per la SI di cui, dall’inizio della valutazione, ci siamo occupati. Questo ci permette di
controllare con maggiore sicurezza l’unità ed il contesto di analisi e sviluppare la ricerca in ottica comparata e
guardando allo sviluppo nel tempo delle strategie.
221
VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
Figura 4 Composizione degli investimenti per regione
Distribuzione investimenti regionali per la SI per macro-settori (Meruo; quota
ammessa)
200
150
risorse umane (formazione)
imprese (sostegno diretto)
100
cittadini (diffusione SI)
settore pubblico (reti e servizi)
50
0
Basilicata
Calabria
Campania
Puglia
Sardegna
Sicilia
Figura 5 Composizione degli investimenti per regione (altra rappresentazione)
Distrubuzione investimenti regionali per la SI per macro-settori (Meuro; quota
ammessa)
100%
80%
risorse umane (formazione)
60%
imprese (sostegno diretto)
cittadini (diffusione SI)
40%
settore pubblico (reti e servizi)
20%
0%
Basilicata
Calabria
Campania
Puglia
Sardegna
Sicilia
In generale, la composizione degli investimenti di tutte le regioni è la seguente.
222
VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
Figura 6 Composizione degli investimenti in totale
Composizione investimenti regionali per la SI
10%
15%
settori pubblici (reti e servizi)
cittadini (diffusione SI)
imprese (sostegno diretto)
10%
65%
risorse umane (formazione)
Emergono tre aspetti rilevanti.
Il primo, che il settore pubblico, in altre parole l’e-government, ha beneficiato della maggior parte
degli investimenti destinati allo sviluppo della società dell’informazione regionale (circa il 65%);
quota ben al di sopra di quella calcolata al 2003 che, come già accennato, stimava essere il 53%
delle risorse totali QCS dedicate alla SI. In sostanza, attraverso le misure inserite nell’Asse VI, si
sono allocati investimenti per il settore pubblico maggiori di quelli allocati dal QCS in generale
(quindi prendendo in considerazione tutti gli ASSI) per lo sviluppo della SI nel settore pubblico, in
altre parole per l’e-government8. Sempre considerando le misure dell’Asse VI dei POR, seguono gli
investimenti rivolti alle imprese (15%); gli investimenti per la formazione (10%) e per la diffusione
della SI nella società (10%).
Il secondo elemento rilevante è rappresentato dalle differenze nella distribuzione regionale degli
interventi. La Campania è l’unica regione che ha investito in tutti i settori. La Basilicata ha
concentrato gli sforzi su due interventi fondamentali: diffusione della SI nel settore pubblico
(soprattutto informatizzazione degli enti locali) e tra i cittadini. Analogamente la Regione Puglia,
che divide quasi in eguale misura gli investimenti per le imprese e per il settore pubblico.
8
Si può anche dire che, in qualche modo, la SI in questo Asse ha voluto proprio coprire gli investimenti SI che non
stavano in altri Assi.
223
VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
Infine, appare diversa la propensione ad investire in quella che in termini generali è definita “società
dell’informazione”. Emergono tre situazioni infatti: il Molise e la Basilicata, le regioni più piccole e
remote che hanno assegnato alla SI una priorità elevata; la Campania, la Puglia e la Sardegna che
dimostrano una propensione media; la Sicilia e la Calabria che sono partite con un forte ritardo.
Tornando agli investimenti in e-government, se guardiamo più in dettaglio la composizione degli
interventi, emergono differenze che indicano la presenza di diversi approcci regionali.
Figura 7 Distribuzione regionale degli investimenti per l’e-government *
Composizione investimenti e-government (Meruo)
80
70
60
50
investimenti in reti e servizi
telematici di base
40
investimenti per servizi di frontend
30
20
10
cil
ia
Si
Sa
rd
eg
na
Pu
gl
ia
Ca
m
pa
ni
a
ab
ria
Ca
l
Ba
sil
ic
at
a
0
* Non sono stati inclusi i costi imputabili ad azioni di assistenza tecnica, consulenze e collaudi.
Vediamo di seguito la stessa distribuzione ma espressa in percentuali relative, quindi comparabile.
Figura 8 Distribuzione regionale degli investimenti per l’e-government (in %)
224
VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
Composizione investimenti e-government (in % )
100%
90%
80%
70%
60%
50%
40%
30%
20%
10%
0%
20%
36%
65%
69%
investimenti per servizi di front-end
83%
96%
80%
investimenti in reti e servizi telematici di
base
64%
35%
31%
17%
Basilicata
Calabria
Campania
Puglia
Sardegna
4%
Sicilia
Una breve considerazione sui risultati, guardano alle regioni che si collocano ai due estremi del
grafico, può essere una utile base di partenza per approfondire le nostre ipotesi sugli approcci
regionali, successivamente esposte 9.
Da una lato abbiamo la Basilicata, che assegna l’80% degli investimenti a progetti di rafforzamento
delle infrastrutture e dei servizi telematici di base dell’ente regionale e delle amministrazioni locali.
Questo dato non sorprende, infatti, l’amministrazione regionale ha operato nel segno della
continuità rispetto al tradizionale approccio caratterizzato da una forte sinergia tra amministrazione
regionale – Ufficio Società dell’Informazione – ed enti locali – per mezzo dell’Ufficio Autonomie
Locali della Regione. Si può parlare di approccio top-down, con il quale l’amministrazione
regionale ha scelto di implementare la strategia attenendosi alla sequenzialità/propedeuticità degli
interventi: infrastrutture di base della Regione → infrastrutture e connettività degli enti locali →
servizi ed applicazioni.
Dall’altro lato abbiamo la Sicilia che, come mostra la figura 8, non ha praticamente ancora investito
sulle infrastrutture telematiche pubbliche. E’ stata recentemente avviata una gara, in corso di
espletamento, per la cosiddetta “Piattaforma Telematica Integrata e Società Mista” il cui importo
complessivo è di 50 milioni di euro. Tale gara costituisce una sperimentazione assai rilevante. Essa
spinge su un terreno strategico il coinvolgimento di partner privati in possesso di competenze
9
Per le schede di dettaglio sulle situazioni regionali riguardo agli investimenti nell’e-government, si rimanda
all’allegato.
225
VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
tecniche. Rimane, tuttavia, da verificare in che misura, in questo contesto la Regione conservi
visibilità e leve decisionali sulle determinazioni di policy10.
Riguardo ai servizi di front-end invece, nel 2004 la Regione ha fatto un avviso molto simile a quello
dell’e-government nazionale, “progetto reti civiche”, per effetto del quale sono stati finanziati,
inizialmente, 46 progetti presentati dagli enti locali. Alla data del rapporto la Regione Sicilia stava
rimodulando i progetti con gli enti locali11. In generale, gli investimenti per 52 dei poco più di 60
progetti finanziati dalla regione per la realizzazione di servizi di e-government, sono stati assegnati
nel 2005; conseguentemente è da considerare prematuro un approfondimento sui risultati.
Una situazione intermedia è quella della Campania, per la quale si osserva un approccio misto topdown/bottom-up. Da un lato infatti, la regione ha inteso realizzare, coerentemente con le priorità
della strategia, la piattaforma telematica che connette, innanzi tutto, gli enti regionali. Si tratta di
una rete a larga banda (una LAN): tutte le sedi periferiche della regione viaggiano attualmente con
una linea a 100 megabit.
Dall’altro lato, la regione ha investito sullo sviluppo di servizi di front-end delle PPAA locali e altri
enti pubblici. Si tratta di 60 progetti tra cui il progetto di Telemedicina che analizzeremo più in
dettaglio nella sezione successiva.
Per quanto concerne la varietà delle tipologie di servizi ed applicazioni finali di e-government
sviluppati (o meglio, di cui ci si attende lo sviluppo) grazie agli investimenti pubblici, soltanto la
Regione Campania ha previsto interventi per le 5 categorie di servizi che abbiamo usato per
procedere alla classificazione12, e che sono:
1- servizi degli enti locali e regionali
10
Per maggiori dettagli su questo punto, vedi allegato, Scheda Sicilia.
11
Vedi allegato, Scheda Sicilia.
12
C’è da dire che per la Sicilia, che ha investito molto per lo sviluppo dei servizi di e-government da parte degli enti
locali, i dati Monit non offrono una situazione di dettaglio sulla tipologia di servizi che dovrebbero essere sviluppati con
gli interventi posti in essere, per questo li abbiamo classificati nella categoria servizi degli enti locali e regionali. Questa
categoria, rispetto alle altre, racchiude sia interventi di e-government tradizionali (es: tributi online; anagrafe ecc.), sia
interventi non chiaramente appartenenti alle altre tipologie, ma la cui natura è comunque descrivibile come egovernment.
226
VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
2345-
servizi per il sistema educativo
servizi digitali per il settore socio-sanitario
tecnologie e servizi per l’accesso al patrimonio territoriale, culturale e della conoscenza
servizi digitali per le imprese
Per le schede di dettaglio della composizione degli investimenti regionali per le suddette tipologie
di servizi, si rimanda all’allegato.
Alla luce di quanto è emerso dall’analisi degli investimenti delle regioni e dalle informazioni
raccolte durante i numerosi contatti ed incontri che abbiamo svolto con le amministrazioni
regionali, proponiamo una classificazione degli approcci regionali che ci sembrano emergere con
abbastanza chiarezza. E’ doveroso infatti precisare che si tratta di orientamenti, in alcuni casi,
appunto, piuttosto chiari e consolidati (sicuramente in Basilicata, in Campania ed in Puglia), in altri
casi meno definiti (la Sicilia, su cui possiamo avanzare un’ipotesi, e la Sardegna, che necessita di un
ulteriore approfondimento; la Calabria, per la quale sarebbe auspicabile aprire un confronto più
generale sui fattori politico-istituzionali che hanno negativamente condizionato l’implementazione
della strategia).
Conclusioni
Date le evidenze sopra esposte, di seguito illustriamo, in sintesi, le ipotesi circa gli orientamenti di
approccio alla governance delle azioni dell'ASSE VI, delle regioni Basilicata; Puglia; Campania e
Sicilia.
Tendenze di sviluppo della SI-e-government regionali
1- Sviluppo guidato ed assistito
o Basilicata
La situazione in Basilicata è caratterizzata, come già accennato – ed è doveroso il rimando al
Rapporto di Valutazione Intermedia 2003 - dal forte protagonismo dell’amministrazione regionale.
2- Sviluppo su due fronti: domanda pubblica e domanda privata
o Puglia
227
VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
La composizione degli investimenti della Puglia descrive bene il coinvolgimento sia delle
autonomie locali sia del mondo delle professioni e delle imprese.
In particolare la Regione ha suddiviso l’azione 6.2 in tre bandi: uno dedicato alle autonomie locali
(circa 24 milioni di Euro, per servizi di e-gov); uno dedicato al sistema delle imprese e delle
professioni (associazioni di categoria e ordini professionali; circa 29 milioni di Euro)13; uno
dedicato a progetti pilota a sostegno dell’innovazione delle imprese e dello sviluppo sostenibile
(circa 10 milioni di euro, non ancora inserito nel sistema Monit perché il bando è stato pubblicato
da poco).
Inoltre è doveroso sottolineare che l’amministrazione regionale sembra aver colto l’importanza
strategica di poter contare su una infrastruttura telematica pubblica, di dimensione regionale, e far
leva su di essa per approntare una politica di progressivo sviluppo e consolidamento del ruolo degli
enti pubblici e locali nella costruzione della SI attraverso l’e-government. Gli investimenti per la
realizzazione della rete regionale RUPAR vanno in questa direzione.
3- Partecipazione degli attori pubblici locali:
o Campania, con un modello di governance sempre attento a valorizzare le potenzialità del
territorio.
o Sicilia, con una forte potenzialità di domanda, espressa ed inespressa, del territorio, ma
anche con un ritardo nella messa a punto di una strategia di governance delle infrastrutture
telematiche pubbliche.
La scheda della Regione Campania inclusa nell’allegato, a cui rimandiamo, descrive abbastanza in
dettaglio le caratteristiche dell’approccio dell’amministrazione. Il coinvolgimento diretto degli
attori locali per lo sviluppo e la sperimentazione di servizi di e-government, in un’ottica di
cooperazione tra le diverse amministrazioni che ha previsto sia la costituzione di network sia un
ruolo di coordinamento forte dell’amministrazione regionale, indica una interessante apertura
dell’amministrazione regionale a forme, seppure ancora da sviluppare, di partenariato; ma anche di
13
Questo intervento è stato classificato come sostengo alle imprese. In realtà, a seguito delle informazioni ricavate sul
campo, ci siamo resi conto che si tratta di un intervento volto allo sviluppo di servizi di informativi per le imprese,
realizzati e forniti dalle loro associazioni e ordini professionali. Tuttavia rimane un bando rivolto alle imprese, ed i
servizi realizzati non possono essere classificati come e-government in quanto le imprese non sono, ovviamente,
responsabili di procedimenti amministrativi. Nel capitolo dedicato alla competitività, in cui è inserito l’approfondimento
su questo intervento nella Regione Puglia, si potranno trovare informazioni di maggiore dettaglio.
228
VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
buona capacità del territorio di proporre e progettare - che potrebbe produrre effetti positivi di
modernizzazione della cultura organizzativa della pubblica amministrazione. Senz’altro questa
forma di implementazione della strategia ha avuto l’effetto di sperimentare un’ampia gamma di
servizi da parte degli enti pubblici, e di cui in futuro dovrebbero beneficiare tutti i cittadini della
Regione, grazie all’impegno dell’amministrazione regionale riguardo al cosiddetto riuso degli
stessi.
Riguardo alla Regione Sicilia, la risposta delle amministrazioni locali ai bandi indica chiaramente
che esiste una domanda diffusa di innovazione e di partecipazione; una domanda che per una quota
interessante si inserisce nell’ambito delle politiche di sviluppo locale: circa il 10% degli
investimenti per lo sviluppo di servizi finali di e-government sono inseriti in 9 PIT. Rimane tuttavia
la preoccupazione che i ritardi nell’attuazione della strategia (vedi soprattutto il progetto Reti
Civiche e RUPAR) possano condizionare negativamente lo sviluppo della SI del settore pubblico,
nell’immediato futuro, in altre parole di rendere più complesso il lavoro che l’amministrazione
regionale dovrà svolgere per garantire una modernizzazione sostenibile ed omogenea delle PPAA.
229
VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
Alla luce di queste prime indicazioni e considerazioni, si propone un posizionamento delle regioni
(solo le regioni su cui abbiamo ipotizzato l’emergere di orientamenti, di cui sopra) su una sorta di
‘Mappa delle politiche regionali’ che abbiamo elaborato come riferimento, ‘ideal-tipo’, dello
sviluppo dell’e-government. Questo esercizio di classificazione, ha primariamente lo scopo di
proporre domande, a cui soltanto parzialmente siamo riusciti a dare risposta, rispetto a quanto il
QCS sia veramente riuscito ad innescare cambiamenti nel sistema pubblico, e quindi ad incidere
effettivamente sulla qualità della vita dei cittadini e a favorire quanto più possibile la vita delle
imprese, agevolandone la competitività e lo sviluppo.
Mappa delle politiche regionali di e-government
Ampiezza “verticale” della strategia (profondità
cambiamento nelle amministrazioni coinvolte)*
Cambiamento
istituzionale
Cambiamento
gamma
prodotti/servizi
Campania
Puglia
Basilicata
Organizzazioni
Informatizzazioni
Sicilia
Solo PA in senso
stretto
(certificati,…)
Servizi
Imprese
“pubblici”
(trasporti,..)
(sanità, scuola,..)
Fonte: Vision & Value e The London School of Economics and Political Science
Cittadini (comunità
virtuali,..)
Ampiezza “orizzontale” della strategia
(numero settori coinvolti) *
* Ogni diverso livello di a mpie zza co mprende anche quelli precedenti
Per concludere, e viste le ricerche sul campo di cui rimandiamo nella prossima sezione, e raccolti i
punti di vista e le informazioni durante gli incontri con le amministrazioni, ci sembra che debbano
essere sottolineati due aspetti.
Da un lato occorre consolidare i modelli si gestione, sviluppo ed aggiornamento delle infrastrutture
telematiche pubbliche di livello regionale.
230
VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
Dall’altro è necessario però insistere sui servizi: quando i cittadini cominceranno a ‘toccare con
mano’ i risultati degli ingenti investimenti pubblici fatti in questo senso, per modernizzare le
PPAA? Sarebbe opportuno cominciare a coinvolgere e considerare i cittadini e le imprese (e le loro
associazioni) come partner nello sviluppo e gestione dei servizi.
Gli interventi realizzati in Puglia ed in Campania, sembrano andare in questa direzione.
Suggeriamo, per il futuro, quando i servizi che si stanno sviluppando andranno a regime, un
approfondimento di questi due casi, che possono costituire modelli di riferimento utili per le altre
amministrazioni.
231
VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
LA CAPACITA’ DI UTILIZZARE LA LEVA TECNOLOGICA PER
MIGLIORARE LE PRESTAZIONI NELLE MODALITA’ DI
PRODUZIONE ED EROGAZIONE DI SERVIZI PUBBLICI: IL
CASO DELLA SANITA’
Introduzione
L’incontro tra tecnologie della comunicazione e dell’informazione e la sanità è, da qualche anno,
considerato uno dei terreni di maggiore potenziale per lo sviluppo futuro di una Società (ed
un’economia) basata sull’informazione.
Come articolato da un nostro studio14, l’utilizzazione intelligente delle tecnologie in ambito
sanitario può diventare l’occasione sia per consentire ai sistemi sanitari di rispondere ad una grave
crisi di produttività, sia per aprire un nuovo importante orizzonte per un settore ICT che vive da
qualche anno un forte rallentamento nei ritmi di crescita.
La crisi di efficienza della Sanità è, si argomentava nel progetto, essenzialmente una crisi di
“informazione” (rispetto alla moltiplicazione delle opportunità di cura molte poche informazioni
specifiche si hanno sulla resa di diverse possibili soluzioni) e dunque di “scelta” (e quindi di
allocazione – attraverso la comparazione tra diverse offerte pubbliche, piuttosto che tra offerte
pubbliche e quelle “private” – delle risorse alle risposte – organizzative, professionali, scientifiche
più efficaci).
È, dunque, intuitivo che la Sanità (che è, con tutta evidenza un settore il cui “core business” è quello
di ricevere, elaborare, trasmettere informazioni di valore, peraltro, “critico”) sia uno degli ambiti
dove più forte possa, debba essere l’impatto di una diffusione, nonché di un intelligente utilizzo
delle tecnologie.
14
Il progetto basato su una serie di esperienze di consulenza per aziende sanitarie e imprese farmaceutiche e condotto in
collaborazione con OECD e Commissione Europea e partito da una iniziativa condotta con la Presidenza del Consiglio
ha, poi, prodotto nel 2002 una pubblicazione dedicata all’impatto delle tecnologie ICT sulla Sanità (Il Ritorno della
Rete, 2002, Ed. Fazi).
232
VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
Sebbene tale intuizione sia fortemente condivisa, tuttavia essa fatica, ancora, a diventare strategia, a
trasformarsi in risultati concreti in termini di riduzione di costi o, più importante, di miglioramento
del servizio e delle rese del sistema sanitario. Normalmente le sperimentazioni sono frammentate
(anche a livello europeo e del VI programma quadro) e persino dove esse sono più coraggiose
(come nel caso della HNS britannico) non sono accompagnate da risultati immediatamente positivi
e ciò rischia di creare un “rigetto” di tali processi di modernizzazione.
In questo quadro di opportunità future e incertezze presenti, le regioni Obiettivo 1 potrebbero
rappresentare un banco di prova interessante. Le tecnologie consentono, infatti, di realizzare – a chi
le utilizza come leva strategica fortemente connessa alle dinamiche del sistema – un salto nel ciclo
evolutivo normale e ciò diventa particolarmente interessante per regioni che si trovano in una
condizione di “ritardo di sviluppo”.
Il QCS dimostra di condividere la presenza di opportunità laddove ricorda (pag. 211 della versione
aggiornata alla revisione di metà periodo) che “i sistemi sanitari delle regioni del Mezzogiorno sono
caratterizzati da punti di eccellenza e da aree di grande inefficienza”. È evidente che una logica di
rete può – dal punto di vista dell’analisi tecnologica ed economica – realizzare un “salto”
importante, cambiare i parametri della equazione che trasforma le risorse disponibili in risultati.
Tuttavia è lo stesso QCS che raccomanda giustamente un’attenzione particolare per garantire
“l’integrazione, la coerenza e l’efficacia delle azioni [...] in mancanza di un quadro di riferimento
nazionale che metta a sistema e indirizzi strategicamente gli interventi di e-health”.
Del resto, elaborare e portare avanti una strategia di diffusione di tecnologie nella sanità è un
esempio di quanto complesse, in generale, siano le strategie di “società dell’informazione”.
Utilizzare le tecnologie non significa, ad esempio, solo “informatizzare”, ma modificare in maniera
profonda processi ed organizzazioni degli ospedali. Un sistema a rete che valorizzi le caratteristiche
di un territorio “punti di eccellenza e aree di grande inefficienza” significa, altro esempio, porre
delle questioni di carattere istituzionale e, dunque, di scambio sistematico tra regioni e
specializzazione di territori/ presidi per tipologia di patologia/ servizio.
Quella della trasformazione dei sistemi sanitari in sistemi economici fortemente “information
based” pone, infine, problemi di ordine concettuale, di integrazione di competenze (tecnologiche,
233
VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
politiche, sanitarie) ed, in questo senso, il contributo, sicuramente limitato, che il valutatore
indipendente offre è uno spunto per cominciare una riflessione più organica.
Il contesto di riferimento
Un recente studio realizzato da Federcomin / DIT - Osservatorio della Società dell’Informazione –
nel Giugno 2005, evidenza un aumento costante dei servizi in ambito sanitario offerti via web; un
incremento interessante di questi nel sud Italia; un potenziale di crescita tuttavia ancora poco
presidiato e sfruttato dagli operatori sanitari.
Nello studio si evidenzia che, ad esempio, tra i servizi di maggiore valore aggiunto per i cittadini vi
è la possibilità di prenotare gli esami. A fronte di una utilizzazione capillare del servizio CUP
(Centro Unificato Prenotazioni Nazionale), anche nelle regioni del mezzogiorno, la possibilità di
accedere a tale servizio via web è una realtà poco diffusa.
A livello nazionale si passa dal 4% all’8%, valore che raddoppia – rispetto al primo semestre del
2004 - sia al nord sia al sud, mentre rimane stabile al centro 15.
Le Regioni Obiettivo 1 appaiono, dunque, in grado di poter realizzare un salto partendo, del resto,
da posizioni di svantaggio.
La risposta delle regioni è andata, in linea generale, nel segno della continuità rispetto a quanto
maturato in precedenza nel settore sanitario; un settore su cui ormai da anni esse hanno maturato
un’autonomia e competenze molto ampie.
In alcuni casi, come in Basilicata16, il servizio sanitario regionale è stato l’ambito in cui, in presenza
ed anche in assenza del contributo dei fondi strutturali, si è innovato di più in termini di
informatizzazione. I sistemi informativi sanitari sono ormai una realtà in quasi tutte le regioni (se
15
Tra i servizi più presenti ci sono quelli riguardanti le tematiche della disabilità. Anche in questo caso, seppur partendo
da percentuali piuttosto basse, il sud registra una crescita interessante: la possibilità di scaricare moduli per il
riconoscimento dell’invalidità ad esempio, cresce leggermente al Nord, rimane stabile al Centro (43%), mentre
raddoppia al Sud raggiungendo il 25%.
16
Si rimanda al capitolo sulla Società dell’Informazione in, Vision & Value e The London School of Economics and
Political Science (2003) Rapporto di valutazione intermedia Italia Obiettivo 1 2000 – 2006, per il Ministero
dell’Economia, Dicembre 2003.
234
VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
non realizzati già attraverso azioni specifiche, quantomeno sono inseriti nelle strategie), e si
presentano come sviluppo naturale del sistema informativo regionale, tra l’altro in un settore assai
complesso e bisognoso del supporto telematico per la gestione dei servizi e lo scambio dei dati.
La sfida, ancora tutta da affrontare, è quella di passare nel campo della raccolta, trattamento,
trasmissione dei dati gestionali dalla rilevazione dei costi per unità di prodotto (servizio) alla
identificazione delle prestazioni (intese come outcomes delle attività svolte) ed in questa direzione
ancora poche sono le sperimentazioni.
Nell’ottica della transizione verso piattaforme regionali – ma anche a livello interregionale tramite
progetti di cooperazione applicativa - di erogazione dei servizi, una recente iniziativa importante è
quella messa in piedi dal MIT con il progetto “Realizzazione di un sistema integrato di
comunicazione per tutti i medici di medicina generale che operano nel Mezzogiorno”.
I fondi CIPE rappresentano il nucleo centrale degli investimenti in questo settore. Con circa 25,8
milioni di euro stanziati, 10.000 medici di medicina generale e 500 "UTAP" (Unità Territoriali di
Assistenza Primaria) saranno collegati in rete per offrire un servizio qualitativamente migliore al
cittadino-paziente. Il progetto fornirà anche servizi di farmaco-vigilanza, formazione a distanza per
i medici, informazione ai cittadini e monitoraggio delle prescrizioni.
Il progetto si inserisce in uno scenario di diffusione dell'ICT nel campo della sanità molto
promettente: “é rilevante infatti che è già molto diffuso l'uso del PC e di internet negli studi medici
italiani, oltre il 25% dei medici generici in Italia scambia e-mail con i colleghi riguardo ai pazienti
(il dato è addirittura più alto della media UE che è sotto il 20% ) e ben il 25% ha contatti con i
pazienti anche via e-mail (il dato medio UE è inferiore al 10%)” (fonte: MIT, sito web).
Un ulteriore elemento interessante di questo progetto è che per la sua realizzazione si è ricorso agli
APQ siglati con le Regioni. Attraverso questo strumento le regioni sono incentivate a fare uno
sforzo di programmazione su questo tema, con l’auspicio che s’inneschi un processo di
apprendimento, ma anche uno sforzo di concentrazione e razionalizzazione degli interventi dedicati
alla sanità, al fine di porre le basi per vere e proprie strategie regionali in questo ambito. Ma che
235
VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
tipo di strategia, o per meglio dire, che tipo di approccio emerge dal portafoglio progetti che il QCS
(piuttosto che gli APQ) sta finanziando?
Ai fini dell’aggiornamento della valutazione intermedia, abbiamo scelto di approfondire tre casi che
configurano in realtà pacchetti di applicazioni, progetti, che investono dati territori.
Uno è il portale di Telemedicina realizzato in Regione Campania, che non rientra nell’APQ sopra
citato ma anzi anticipa la sperimentazione di alcuni contenuti e servizi da cui si potrà apprendere.
In Puglia si analizzerà il modo in cui l’amministrazione intende il Programma Quadro, quindi il
progetto sulla rete dei medici di medicina generale.
In Basilicata andremo a valutare un intervento di e-health denominato BAS-Refer (refertazione ai
medici di base) che presenta interessanti connessioni con altri progetti della regione. In particolare,
BAS-Refer intende far leva sul corto-circuito domanda/offerta prodotto dalla combinazione tra il
progetto Un Computer in ogni casa e lo sviluppo del portale Basilicatanet, da cui sono destinati a
transitare la maggior parte dei servizi digitali. In questa regione avremo anche la possibilità di
raccogliere il punto di vista dell’amministrazione riguardo alla criticità e alle potenzialità
dell’applicazione della cosiddetta Carta (digitale) Nazionale de Servizi, che è destinata anche a
facilitare l’accesso ai servizi sanitari.
Per i suddetti casi, l’attività di valutazione ha cercato di mettere in luce se e come i progetti attuati
dalle regioni si inseriscono in un quadro più ampio di processi di cambiamento del sistema sanitario
regionale.
Prima di illustrare i risultati delle ricerche sul campo, è doveroso precisare, come già sottolineato
nella prima sezione metodologia, che gli interventi analizzati, tranne Cat-Hospital su cui si era già
concentrata l’attenzione di CNIPA-CRC17 – o sono in fase di attuazione o in alcuni casi non sono
ancora del tutto conclusi. Pertanto non disponiamo di dati che ci permettono di analizzare i risultati
concreti per i beneficiari. Laddove possibile, l’analisi si è spinta a verificare la funzionalità dei
servizi sperimentati e il punto di vista dei beneficiari dell’intervento, corredati con alcuni risultati
concreti (come nel caso del progetto Telemedicina), altrimenti ci si è dovuti basare soltanto sulle
17
CNIPA et.al. (2004) Secondo Rapporto sull’innovazione nelle regioni d’Italia.
236
VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
interviste ai responsabili regionali, corredate con interviste agli sviluppatori (in Basilicata ed in
Puglia) al fine di raccogliere, quantomeno, il punto di vista di attori operativamente coinvolti, a
vario titolo, nell’ambito dell’intervento.
237
VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
Analisi dei progetti: Evidenze
Il progetto Telemedicina della Regione Campania18
Il progetto è stato finanziato, per un importo di circa 4,1 milioni di euro, grazie alla misura 6.2 del
POR Campania 2000/200619.
A differenza della maggior parte dei progetti di informatizzazione e digitalizzazione dei servizi
sanitari, che sono a titolarità regionale e gestiti direttamente dall’amministrazione, questo progetto
nasce dall’iniziativa di un raggruppamento di enti pubblici – università, enti di ricerca ed aziende
ospedaliere20 – in risposta ad un bando del 2002 che la Regione Campania ha rivolto agli enti
pubblici per lo sviluppo e la sperimentazione di applicazioni e servizi digitali.
La caratteristica del partenariato è di alto livello scientifico, di natura interdisciplinare, e con
documentate esperienze pregresse di coinvolgimento in progetti innovativi. L’ente coordinatore del
progetto, nonché animatore dello stesso nella fase di proposta e progettazione, è il Dipartimento di
18
Il portale di telemedicina è accessibile tramite il seguente indirizzo: http://www.telemedicina.campania.it.
Dai dati di monitoraggio, confortati dall’incontro con l’amministrazione campana, abbiamo identificato altri progetti di
e-health della Regione Campania sono: POR Campania, misura 6.2 :Interoperabilità tra anagrafe comunale e anagrafe
sanitaria ( Comune di Napoli), 582000 Euro; Piano di zona socio-sanitario di Baronissi (Salerno), 3600000 Euro
(ammesso), 2820795,74 (pagato), progetto concluso il 31/07/2004; P.ER.SE.O (Progetto per l'erogazione di servizi on
line per disabili), Salerno, 2255150 Euro (ammesso), 693495,71 (pagato). Progetto avviato ad ottobre 2004. Piattaforma
di servizi informativi per l’organizzazione , informazione ed il monitoraggio delle Politiche Sociali e SocioSanitarie in Regione Campania. Inoltre, sono da annoverare anche i progetti inseriti in “Accordo di Programma
Quadro in materia di e-governament e Società dell’Informazione della Regione Campania” sottoscritto dal MEF, dal
DIT dal CNIPA e dalla Regione Campania, Delibera CIPE 83/03 Quota MIT-CNIPA sotto il titolo “Servizi di
telemedicina specializzata e di teleformazione su Rete a larga banda”.
19
Il progetto è stato oggetto di studio tramite intervista in profondità, in data 22 settembre 2005, con i responsabili
operativi del Centro di Servizi Didattico Scientifico dell’Università Federico II, soggetto capofila del progetto nonché
ente realizzatore del Portale; e con il responsabile della Misura 6.2 della Regione Campania. Nelle settimane successive
si è provveduto a verificare la funzionalità dei servizi erogati tramite il progetto, con sessioni on-line, ed a interviste
telefoniche con alcuni partner del progetto.
20
I partner sono: Seconda Università degli studi di Napoli (n. 6 Dipartimenti); Universita' degli studi di Napoli
Federico II (n.8 Dipartimenti); Azienda Ospedaliera Monaldi- Napoli; Istituto Nazionale dei Tumori-Fondazione G.
Pascale-Napoli; Istituto Biostrutture e Bioimmagini- Consiglio Nazionale delle Ricerche
238
VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
Informatica e Sistemistica. Questa struttura si avvale di diffuse professionalità nell’ambito
dell’innovazione dei sistemi informativi, che sono alla base di questo progetto. I partner si sono
organizzati in gruppi di lavoro, per workpackages, in accordo al tipico modello di lavoro adottato
per lo sviluppo e sperimentazione di applicazioni di forte valenza innovativa e scientifica.
Per quanto riguarda l’assetto e le capacità istituzionali degli attori sanitari che partecipano al
progetto, il partenariato coinvolge alcuni tra gli attori principali del sistema, e cioè le aziende
ospedaliere e l’Università. Più componenti ospedaliere sono coinvolte; a queste fa seguito una ricca
tipologia di servizi sperimentati col progetto: dall’accesso all’informazione allo scambio di
diagnosi, a forme più avanzate di interazione tra ampie tipologie di soggetti e con il sistema
informativo sanitario regionale e nazionale.
L’amministrazione regionale è presente non solo in qualità di soggetto finanziatore, ma attraverso
azioni di supporto alla comunicazione e diffusione dei risultati del progetto e come garante del riuso
dei servizi sperimentati.
Gli obiettivi e le metodologie adottate per le sperimentazioni sono coerenti con gli approcci
suggeriti in ambito europeo e nazionale. Nello specifico, alcuni servizi sono stati sperimentati
seguendo i protocolli forniti dal Ministero della Sanità, garantendo quindi la soddisfazione di
standard nazionali nonché la fattibilità del futuro riuso dei servizi in ambito regionale e nazionale,
ma anche internazionale, così come indicano, per esempio, i protocolli d’intesa stipulati dalla
Regione e dai partner del progetto con altri paesi europei.
In alcuni casi sono stati coinvolti direttamente imprese private per l’erogazione di servizi specifici
ai pazienti ed agli operatori. E’ il caso del servizio di audiologia (vedi descrizione del servizio
riportata più avanti). In generale, gli operatori economici di servizi specializzati in ambito medico
hanno accolto con favore l’iniziativa, così come è emerso - secondo quanto ci è stato riportato dagli
intervistati - in occasione di presentazioni pubbliche del progetto.
Riguardo all’offerta dei servizi, con il progetto si è sperimentata una ampia gamma di servizi a
valore aggiunto, alcuni rivolti agli operatori sanitari e quindi finalizzati ad aumentare l’efficienza
dei processi interni di scambio di informazioni e condivisione della conoscenza; alcuni sono rivolti
direttamente ai pazienti/utenti dei servizi ma anche ai cittadini in generale. In generale,
dall’osservazione delle caratteristiche funzionali dei servizi osservati durante la ricerca sul campo,
ci sembra che tutti i servizi sperimentati siano, almeno potenzialmente, di elevata utilità per quattro
categorie di utenti, a seconda del tipo di servizio e quindi dei permessi di accesso che ne
deriveranno: gli operatori sanitari; i ricercatori; i pazienti; i cittadini.
239
VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
Le tecnologie sviluppate ed acquistate sono sia di tipo hardware sia software. L’hardware è una
componente essenziale soprattutto per i servizi offerti nell’ambito della teleradiologia. In questo
caso con il progetto, e quindi con il QCS, si sono potuti acquistare macchinari che per il loro elevato
costo sarebbero stati altrimenti di difficile accesso da parte delle strutture ospedaliere beneficiarie.
Da segnalare che queste macchine sono sia essenziali componenti del progetto, ma anche di elevata
utilità per le strutture indipendentemente dal progetto.
La componente software è stata quasi interamente sviluppata col progetto. Anche in questo caso
essa non è stata solo essenziale per la realizzazione dei servizi, ma anche un occasione di
aggiornamento dei processi informativi di alcune strutture sanitarie coinvolte.
L’amministrazione regionale ha garantito il raccordo tra il sistema informativo sviluppato col
progetto, e del portale web, con il sistema informativo sanitario regionale. Anche in questo caso si è
operato nell’ottica del rispetto di standard di interoperabilità e cooperazione applicativa di livello
regionale. L’erogazione dei servizi attraverso un unico portale web – i servizi sono accessibili
direttamente dalla home page, e sono stati sviluppati con approccio ‘verticale’ - dovrebbe garantire
standard di accessibilità elevati. Al momento l’accesso ai servizi da parte di utenti esterni è di
carattere dimostrativo; secondo l’amministrazione regionale i servizi andranno a regime nell’arco
dei primi mesi del 2006.
Per le tipologie dei servizi e la funzionalità, si rimanda alla descrizione dei servizi sperimentati dal
progetto (vedi allegato) ed alla tabella di valutazione effettuata dal valutatore indipendente riportata
più avanti.
Criticità e punti di forza
Le criticità principali, nella fase di implementazione del progetto, sono legate al tipo di partenariato,
che è complesso e non semplice da gestire.
Altre criticità, rilevate anche dall’interviste telefoniche effettuate con alcuni beneficiari, sono state
ravvisate riguardo alla cultura degli operatori. Infatti, scendendo al livello dei singoli operatori
sanitari, sono emerse criticità durante la fase di sperimentazione, associate, in generale, alla cultura
ospedaliera poco incline al cambiamento, che riguarda specialmente il personale strutturato più
avanti con l’età. Inoltre, i soggetti realizzatori dell’intervento, hanno osservato il persiste di una
certa resistenza culturale degli operatori sanitari – sia del personale amministrativo sia medico - a
condividere le informazioni sui pazienti così come invece richiede il progetto, specialmente per la
realizzazione di alcuni servizi dedicati allo scambio di cartelle cliniche e informazioni diagnostiche.
240
VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
Persiste ancora diffusamente l’idea che i dati dei pazienti siano di ‘proprietà’ del medico o della
struttura dove tali dati sono stati generati (cartelle cliniche; referti medici ecc.). A volte, la
resistenza a considerare tali dati come risorsa informativa preziosa da condividere con altri
operatori sanitari, al fine di migliorare la capacità del sistema salute nel suo complesso di rispondere
alle singole problematiche, è dovuta soprattutto alla paura o incertezze derivanti dalla rispondenza
alle prescrizioni normative in materia di trattamento dei dati sanitari ed ai regolamenti, circolari ecc.
del ministero e delle stesse strutture.
A queste si aggiunge una distanza degli operatori più anziani rispetto alle tecnologie informatiche
ed al web21.
Un esempio: nel caso delle applicazioni in radiologia, si è osservato una certa diffidenza da parte
dei medici riguardo allo scambio di immagini – referti. Lo scambio di referti è finalizzata al
consulto, cioè per sviluppare le diagnosi. Ci sono anche problemi legati alla privacy che non
trovano un quadro di regole sufficientemente consolidato tale da facilitare questo tipo di
innovazione. Le caratteristiche istituzionali, comprese le regole e le prassi, hanno quindi influito sul
percorso di attuazione. Infatti, sia per precauzioni di riservatezza sia per prassi consolidate, non c’è
sempre la disponibilità delle strutture a far uscire le immagini, fuori dall’ospedale, nonostante
queste siano di fatto di proprietà dei pazienti. Dal punto di vista organizzativo, il progetto potrà
decollare attraverso l’erogazione di servizi concreti, se ci sarà il contesto giusto: non basta solo
l’innovazione tecnologica ma occorre investire molto nella cultura ospedaliera che non sempre è
ricettiva dell’innovazione.
Per adesso quindi, i partner sono soprattutto impegnati nella sperimentazione delle tecnologie, ad
eccezione di coloro che hanno beneficiato del progetto soprattutto per ampliare servizi già realizzati
con altre azioni e già operanti. Resta, ad avviso del valutatore, il forte dubbio, riguardo ai tempi e le
modalità dell’effettivo assorbimento ed uso delle innovazione prodotte, da parte dei soggetti e delle
strutture coinvolte.
21
Tuttavia le attività formative e di animazione svolte dal progetto, e le potenzialità che questo offre sul versante della
ricerca scientifica (quindi un valore anche per i ricercatori e non solo per i medici nel rapporto diretto con i pazienti e di
questi con le strutture) potrebbe rappresentare uno stimolo all’uso del sistema da parte dei medici-ricercatori, ed in
generale dai soggetti più giovani, spesso anche più motivati, con possibili effetti di cambiamento
colturale/organizzativo di medio periodo delle organizzazioni coinvolte.
241
VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
Un suggerimento utile per l’amministrazione regionale potrebbe essere quello di prevedere un uso
più sistematico ed integrato del FSE per finanziare azioni di formazione che facilitino la diffusione
di nuove conoscenze e prassi tra gli operatori.
Nel mese di ottobre 2005 il valutatore ha proceduto alla verifica della funzionalità dei servizi resi
disponibili sul portale Telemedicina22. Visto il carattere sperimentale del progetto e le garanzie di
privacy, all’utente esterno è consentito per lo più di accedere a dimostrazioni. Ci siamo avvalsi
comunque dell’assistenza dell’ente capofila del progetto per accedere e navigare i servizi.
Di seguito una griglia di valutazione che applicato ai servizi osservati sviluppati grazie al progetto
Telemedicina.
Nome del progetto Tipo di servizio
Homecare
Funzionalità
Note
e servizio di assistenza al Si tratta di schede elettroniche Si tratta della continuazione di
videoteleconsulto
controllo
medico
pacemaker;
portatori descrittive della situazione clinica un
progetto
precedentemente
del paziente. Permette ai medici di sviluppato
denominato
servizio di assistenza ai base di consultare e produrre schede “Campania salute”. Col progetto
pazienti con scompenso cliniche dei pazienti, corredate con Telemedicina si sono potenziate
cardiaco
diagrammi clinici e storia esami anche le sedi periferiche dei
clinici del paziente.
medici di medicina generale che
Il servizio è erogato in modalità saranno in grado di comunicare
multicanale.
Infatti
l’hardware con il centro operativo per la
acquistato supporterà la gestione gestione delle cartelle cliniche.
delle schede cliniche direttamente a Il progetto Homecare prevede
casa
dei
paziente
dispositivi
di
attraverso altri servizi online tuttora in
comunicazione corso
mobile.
di
sperimentazione
e
quindi non accessibili.
Telefarmacovigilan Il servizio è finalizzato Per il cittadino è disponibile sia un Il sito è di tipo ‘verticale’
za
al
controllo
della servizio di segnalazione sia offre la corredato di un set ampio di
sicurezza dei farmaci.
possibilità di riempire un modulo servizi
informativi;
un’area
on-line, previa registrazione al sito, riservata agli operatori, ed un
sia il modello A del ministero, forum di discussione.
Modello
22
di
scheda
per
la
In realtà più che di verifica della funzionalità si è trattato di una osservazione attenta delle dimostrazioni dei servizi
sperimentati, corredate con domande e chiarimenti rivolte al responsabile tecnico dell’ente capofila, per il portale.
242
VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
comunicazione di effetti indesiderati
dal cittadino”
scaricabile in formato pdf
Telecardiotocografi Il servizio fornisce i Il servizio offre schede contenenti Nessun in particolare.
a convenzionale e criteri di valutazione per parametri diagnostici, al cui interno
computerizzata
(Servizi
il benessere fetale.
di
telemedicina
e supporto delle attività di
telecarditocografia
computerizzata)
in formato pdf tracciati e diagrammi
Si tratta di un servizio a correlati.
prenatale
convenzionale
sono posti dei link per visualizzare
studio e confronto delle
e diagnosi.
Il
servizio
offre i parametri clinici
standard di riferimento e
le
informazioni
corredo
a
di
supporto
dell’attività di diagnosi
in 11 ambiti diagnostici.
Con il progetto, oltre ad aver sviluppato e sperimentato i servizi negli ambiti medici sopra elencati,
ha permesso la realizzazione di servizi non direttamente fruibili tramite il portale ma dedicati
all’informatizzazione di processi sanitari interni alle strutture, come per esempio:
-
Comprehensive Cancer Center (CCC) Virtuale , sistema hardware/software che gestisce le
procedure cliniche ed amministrative relative al paziente oncologico e portale dipartimentale
(www.oncologiaunina.it)
-
Piattaforma (hardware/software) di videoconsulto dell’Azienda Ospedaliera Monaldi che
fornisce servizi di videoconferenza a particolari aree operative (sala operatoria e sala
ecocardiochirurgia ed ecocardiologia) ed in generale sulla rete aziendale
-
Gestione pazienti in area critica dell’Azienda Ospedaliera Monaldi, sistema hardware/software
che consente la gestione del percorso completo del paziente all’interno del reparto operatorio
centralizzato provvisto anche di rianimazione e terapia intensiva
-
Day hospital integrato con l’assistenza domiciliare, applicazione web che prevede tra l’altro la
gestione di sintesi di cartelle cliniche di pazienti ricoverati in regime di day hospital o di
243
VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
ricovero ordinario che possono essere consultate dai medici curanti, dal medico di base e dal
paziente stesso tramite un protocollo di autenticazione basato su login e password.
-
Telemedicina Prenatale potenziamento del sistema hardware/software che permette l’analisi
computerizzata di tracciati cardiotocografici convenzionali registrati presso unità periferiche
collegate per via telematica con la centrale operativa.
-
Servizio di diagnostica per immagini, realizzato attraverso l’acquisizione di sistemi
hardware/software PACS/RIS per l’automazione del flusso di lavoro di un reparto di radiologia
L’intervento sarà posto successivamente in essere nell’ambito del Sistema Informativo Sanitario
Regionale, che ne dovrebbe garantire il riuso dal punto di vista delle specifiche tecniche.
Per quanto riguarda la riduzione dei costi per l’amministrazione, il progetto non ha prodotto una
riduzione nei costi per la fornitura di servizi preesistenti ma ha realizzato dei nuovi servizi
innovativi il cui unico costo è rappresentato dalle risorse economiche (relativamente limitate)
necessarie per l’implementazione del portale; quindi le singole strutture beneficiano del valore
aggiunto relativo a tali servizi senza costi aggiuntivi di gestione.
In generale, col progetto si è inteso ottenere i risultati nei seguenti ambiti:
1. Ampliamento parco tecnologico hardware e software
2. Consolidamento di competenze del personale specializzato medico e paramedico già attivo
nell’università, nei centri di ricerca e negli ospedali.
3. Introduzione di modelli cooperativi all’interno di strutture sanitarie distribuite sul territorio
regionale, che dovrebbero consentire di integrare le conoscenze provenienti da diverse
specializzazioni nell’interpretazione di dati diagnostici complessi.
Risultati importanti si attendono per la razionalizzazione/semplificazione di procedure
amministrative. Infatti, l’interscambio dei dati gestito con politiche di sicurezza definibili attraverso
convenzioni tra gli enti consente, senza dubbio, una notevole semplificazione delle procedure
amministrative; si pensi alla prenotazione a distanza di servizi sanitari, l’emissione di certificati e
ricette mediche a distanza, all’interazione tra ASL e le strutture regionali.
Su quest’ultimo punto, si sono espressi con favore anche i soggetti intervistati, che hanno
sottolineato come il progetto ha dato la possibilità di far transitare verso applicazioni web più sicure
244
VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
i servizi (firma digitale; certificati, protocolli ecc.), anche quelli che erano già stati realizzati in
passato.
Di seguito riportiamo una descrizione sintetica di alcuni risultati parziali fornitici dai tre partner del
progetto telemedicina con cui abbiamo effettuato una intervista telefonica.
Struttura: DPT MEDICINA CLINICA E SCIENZE CARDIOVASCOLARI
Responsabile scientifico: Prof. Bruno Trimarco
Titolo del sottoprogetto: Gestione Telematica dell'Ipertensione Arteriosa
Fra gli obiettivi prefissati nel progetto vi era l'implementazione di un data-base clinico sulla scorta
di esperienze già realizzate consistente nella realizzazione di un libretto sanitario telematico,
costituito da un'anagrafica e consultabile ed aggiornabile in rete e focalizzato sulle problematiche
dell'emergenza/urgenze
cardiovascolari;
la
realizzazione
di
un
sito
web
dedicato
(www.campaniasalute.com) con sistema di prenotazione telematico centralizzato su WEB-server di
rete di Ateneo ed utilizzabile dai centri specialistici affiliati al progetto.
La fornitura del data-base condiviso e l'attivazione dei centri periferici ha riscontrato la piena
soddisfazione dei partecipanti al progetto consentendo di implementare le dotazioni tecnologiche
territoriali e l'efficienza delle attività cliniche prestate.
Una valutazione indicativa dell'utilizzo del sistema può essere data sia dal numero globale di
pazienti inseriti che dal numero globale di eventi costituenti il libretto sanitario nel periodo di
osservazione gennaio 2004-settembre 2004 sia nel Centro capofila del progetto (Università Federico
II°) che in un centro specialistico fra i primi inseriti nella rete telematica (ASLNA1 - Distretto 53).
Periodo di rilevazione: Gennaio 2004 - Settembre 2004
Centro
Numero Pazienti
Numero Eventi
Università
1173
9808
1415
7465
Federico II°
ASLNa1
Distretto 53
245
VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
Struttura: DIPARTIMENTO DI ENDOCRINOLOGIA ED ONCOLOGIA MOLECOLARE
E CLINICA- UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI NAPOLI FEDERICO II
Responsabile scientifico: Prof. Sabino De Placido
Titolo del sottoprogetto: COMPREHENSIVE CANCER CENTER VIRTUALE
Il contributo addizionale del progetto Telemedicina consiste nell’aver permesso di transitare le
componenti già esistenti da un data-base access ad un software SQL Server che consente di
allargare la connessioni al servizio anche ad altri utenti (telemedicina appunto). Si usa un plug-in
HL7 per interfacciarsi con gli altri applicativi del Policlinico (anagrafica del policlinico; laboratori e
medici di medicina generale). Il sistema è attualmente una versione di beta test. Cosa potrà fare il
medico generale: dotato di un apposito kit smart card (che è stato distribuito grazie al finanziamento
del progetto) distribuito, attualmente, a 400 medici di medicina generale (selezionati in base al loro
livello di informatizzazione, per cui ci si è avvalsi della consulenza dei consorzi di associazioni dei
medici); il medico potrà sottoporre al Dipartimento informazioni cliniche sul paziente per avere in
cambio consigli immediati su come procedere. Il servizio è particolarmente indicato per i pazienti
che hanno bisogno di terapie di supporto. Si tratta di pazienti di cui il Dipartimento ha già
conoscenza, che sono stati trattati dalle strutture. Inoltre i medici possono anche proporre nuovi
pazienti, trasmettendo il caso clinico via telematica. Successivamente il caso è inserito nelle liste del
Dipartimento e quindi nell’iter di prenotazione visite, esami ecc.
Attualmente, grazie ai finanziamenti del progetto, si sono potute informatizzate 1460 cartelle
cliniche. Il 50% circa sono cartelle ‘storiche’ di pazienti già trattati dalle strutture del Policlinico,
che sono state quindi digitalizzate; l’altro 50% riguarda cartelle cliniche di pazienti passati per il
day hospital. Si tratta quindi di cartelle digitali prodotte ex-novo.
52 sono gli operatori/utenti interni delle strutture, attualmente registrati al sistema di interscambio
dati. Per gli utenti esterni, si deve aspettare la fine della fase di test.
L’intervistato sottolinea che il valore aggiunto del progetto è stato proprio nella parte finale: far
migrare l’applicativo verso una piattaforma più adatta per la comunicazione con l’utenza esterna
alle strutture del Dipartimento, in accordo ad aspetti normativi e di sicurezza imprescindibili (ad
esempio, la firma elettronica).
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
Per il futuro, il referente si dice ottimista in quanto osserva che in materia sanitaria la regione sta
esprimendo una notevole sensibilità. Anche a livello territoriale, i medici di medicina generale sono
particolarmente entusiasti del servizio che si andrà ad erogare. Si avverte un bisogno sentissimo di
questo tipo di supporto.
Si registrano comunque resistenze culturali di alcuni operatori, i più anziani normalmente. E’
comunque difficile “cambiare quando si lavora con tempi e risorse critiche così come facciamo” .
“Ci vuole una forte motivazione. In questo senso i giovani ci stanno aiutando, per traghettare
attività dal ‘cartaceo’ al digitale”.
Struttura:
DIPARTIMENTO
DI
SCIENZE
OSTETRICO-GINECOLOGICHE-
UROLOGICHE E MEDICINA DELLA RIPRODUZIONE- UNIVERSITA' DEGLI STUDI
DI NAPOLI FEDERICO II
Responsabile scientifico: Prof. Andrea Di Lieto
Titolo
del
sottoprogetto:
TELEMEDICINA
PRENATALE
TELECARDITOCOGRAFIA
CONVENZIONALE E COMPUTERIZZATA
Il primo progetto in questo senso fu realizzato grazie ai finanziamenti del POP 98-99, per cui sono
già 5 anni che si lavora sulla telemedicina prenatale, con ottimi risultati.
Il valore aggiunto del progetto Telemedicina? Aver inglobalo tutta la telemedicina e averla fatta
transitare in un piattaforma di web application. Ha permesso di rivedere i sistemi informativi
preesistenti ed interfacciarli con una logica di Portale web che facilita la comunicazione e
l’interazione con soggetti esterni alle strutture.
Risultati concreti in questo senso? Sono stati costitute 5 unità operative periferiche; si sono
migliorati i sistemi di interfacciamento e comunicazione tra le varie unità; migliorato il sistema di
archiviazione dati.
Le unità periferiche partecipanti al progetto sono costituite da strutture assistenziali materno-fetali
lontane da un centro ad alta specializzazione. Inizialmente, sono stati coinvolti: l'Ospedale di Capri,
il Consultorio di Procida, il Consultorio di Ischia, l'Ospedale di Nola e l'Ospedale di Polla.
Attualmente, le stazioni periferiche di telecardiotocografia sono: per la ASL NA/1, i dipartimenti
materno-infantili di Miano, Soccavo-Pianura, Barra-Ponticelli e l’Ospedale Loreto Mare; per la
ASL NA/2, i dipartimenti materno-infantili di Ischia, Mugnano e Monte di Procida-Bacoli; per la
ASL SA/1, il dipartimento materno-infantile di Castiglione di Ravello.
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
Il potenziamento della Centrale Operativa universitaria ha anche consentito di realizzare un
riferimento europeo di telecardiotocografia convenzionale e computerizzata. Infatti, l’ampliamento
della rete ha coinvolto, per il momento, due nuove sedi: la Semmellweis University di Budapest
(Ungheria), e il Panarkadiko General Hospital di Tripoli (Grecia).
A tali strutture sono stati affidati, in comodato d'uso, i cardiotocografi interfacciati utilizzati per il
collegamento on-line con la Centrale Operativa universitaria.
Il Progetto opera in quattro fasi:
1.
registrazione dei tracciati cardiotocografici presso le unità periferiche
2.
trasmissione via modem alla Centrale Operativa universitaria
3.
analisi e successiva refertazione medica, con elaborazione computerizzata dei parametri dei
tracciati cardiotocografici
4.
invio delle risposte alle unità periferiche via fax o via modem.
Il monitoraggio cardiotocografico computerizzato a distanza è destinato a pazienti con gravidanza
ad alto rischio. Tuttavia, durante i primi due anni di attività del progetto, allo scopo di testare le
apparecchiature e di favorire il training del personale coinvolto, sono stati accettati anche tracciati
provenienti da pazienti apparentemente non a rischio, inviate all’unità periferica dal proprio
ginecologo curante.
A causa del notevole carico di lavoro a cui è sottoposta la struttura operativa da noi interpellata, e
dei tempi stretti con cui abbiamo dovuto procedere all’approfondimento ai fini dell’elaborazione del
rapporto, non siamo riusciti ad ottenere dati scorporati dei tracciati registrati che facessero
riferimento al solo periodo del progetto Telemedicina.
Tuttavia ci sembra utile illustrare i risultati ottenuti negli ultimi 4 anni di attività.
In totale, sono stati registrati 4190 tracciati, 169 dei quali (4.2%) sono stati ripetuti a causa di
problemi tecnici o perché insufficienti. Ad esclusione di questi ultimi, quindi, sono stati analizzati
2674 (66.5%) tracciati da gravide ad alto rischio e 1347 (33.5%) da pazienti apparentemente a basso
rischio, per un totale di 4021 tracciati di buona qualità.
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
IL PROGETTO BAS-REFER DELLA REGIONE BASILICATA: VISURA
DELLE REFERTAZIONI DI LABORATORIO AI MEDICI DI BASE E
CITTADINI PER VIA INFORMATICA PROTETTA
Il contesto dei bisogni in cui si colloca il progetto: gran parte del territorio regionale è caratterizzato
da una bassa densità di popolazione e una orografia di alta collina su cui gli unici trasporti possibili
sono su gomma. L'attuale rete di trasporto pubblico risulta limitata e con tempi di percorrenza
medio alti. In tale contesto, atteso che non è possibile decentrare l'erogazione dei servizi sanitari di
specializzazione e quelli diagnostico-strumentali, per poter migliorare sensibilmente l'accesso alle
strutture sanitarie, minimizzando il disagio dovuto ai trasferimenti, risulta necessario limitare il
contatto tra paziente e struttura alla sola fase di erogazione della prestazione.
II progetto BAS—REFER si propone pertanto di rendere disponibili i referti di laboratorio per i
pazienti ed i loro medici curanti in tempo reale, attraverso utilizzo della rete informatica protetta
regionale ed è finalizzato al raggiungimento dei seguenti obiettivi:
- migliorare i tempi di consegna dei referti;
- evitare i frequenti spostamenti degli utenti per il ritiro dei referti;
- garantire la sicurezza e la riservatezza dei referti prodotti;
- collaborare al processo di innovazione tecnologica del sistema sanitario integrandosi ai sistemi già
attualmente disponibili ed agevolando la comunicazione tra i diversi sistemi di backoffice.
Il progetto fu presentato sul primo avviso nazionale e-governmet (giugno 2002) e fu cofinazniato al
30%, il totale è di 232.500 di cui circa 162.500 a carico della Regione.
Il progetto è partito nel 2003 e sarà completato a febbraio del 2006.
Una serie di incontri fatti con il settore sanitario, con ASL, con medici di base e medici di ospedali
(il progetto all’origine nasceva proprio dalla proposta di una delle cinque ASL coinvolte) ha
permesso alla regione di selezionare e coinvolgere circa 100 operatori nella realizzazione del
progetto. Le ASL hanno quindi risposto bene in generale, ritenendo il servizio appropriato alle
esigenze delle aziende.
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
Le strutture coinvolte nel progetto sono: ASL1-Venosa; ASL2-Potenza; ASL3-Lagonegro; ASL4Matera; ASL5-Montalbano Jonico; Ospedale S.Carlo; Medici di Medicina Generale e Pediatri di
Libera Scelta; Centro Unico di Prenotazione Regionale; Pronto Soccorso Regionale.
Per quanto riguarda i servizi, il progetto si rivolge a tre tipologie di utenti:
•
Servizi al cittadino
– Visualizzazione risultati delle analisi cliniche
•
Servizi agli operatori
– Visualizzazione referto analisi cliniche
– Interrogazione dati storici del paziente
•
Servizi per le PA
– Creazione Banca Dati Referti
– Servizi di monitoraggio accessi ed operazioni
– Report e analisi statistiche sull’utilizzo dei servizi
L’intera popolazione lucana beneficerà, potenzialmente, dei servizi offerti.
A livello delle transazioni, l’amministrazione regionale aveva inizialmente preventivato la
processazione di 10.000 referti l’anno, per un totale di 30.000 ore e 150 euro risparmiate (da ogni
cittadino) in un anno, per spostamenti di macchina, parcheggi, ecc.; per il personale, si stimano
risparmi di 2 anni uomo. Dato che il progetto è ancora in fase di realizzazione, non è possibile
confrontare queste stime.
In concreto, il servizio consente ad ogni ASL o Azienda ospedaliera autonoma, di centralizzare i
dati relativi ai referti, mediante l’alimentazione automatica di una banca dati posizionata su di un
server regionale, costantemente in funzione ed in grado di ricevere informazioni in formato protetto
e di mettere a disposizione detti dati ai medici di base, previa autorizzazione da parte del paziente.
La principale criticità che si intende affrontare riguarda la sincronizzazione ottimale dei tempi di
produzione e consegna dei referti. Gli attuali tempi medi di consegna di un referto sono di circa una
settimana. Tali tempi sono da considerarsi sicuramente molto lunghi, tenendo conto che spesso i
risultati degli esami sono pronti già il giorno successivo al prelievo e che molto spesso questi sono
indispensabili per concludere o avviare un percorso diagnostico terapeutico. Inoltre considerato che,
se per qualunque ragione, non è possibile effettuare la consegna dei referti nella data stabilita, i
tempi di consegna si possono allungare addirittura fino a tre o quattro settimane. Quanto sopra
esposto toglie certamente efficacia al servizio svolto per il territorio.
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
Di fatto, pur esistendo una struttura di servizi sanitari sul portale regionale “Basilicatanet.it” che
consente la prenotazione di analisi e prestazioni sanitarie, non è mai esistito un metodo
standardizzato e consolidato di integrazione tra medico richiedente e medico inviante.
Caratteristiche logico-funzionali del sistema BAS-REFER23
1- Il portale BasilicataNet consentirà ai medici ed ai cittadini l’accesso ai data base dei referti,
previa adesione al sistema tramite procedura di delega (certificato digitale), e quindi al servizio
finale.
2- Il sistema informativo gestirà l’archiviazione dei referti, le task di identity management (archivio
delle deleghe, autorizzazioni all’accesso ecc.) e le funzioni di information and service delivery
(fornitura dei servizi). Sono infatti due i principali database previsti: uno per la gestione
dell’identità e delle deleghe; uno per la gestione dei referti firmati (pronti per essere inviati) e per
interloquire con il CUP regionale e quindi con gli ospedali.
3- I laboratori di analisi forniranno la refertazione in formato elettronico, tramite schede xml.
Fasi e stato di attuazione del progetto
Il progetto parte con 6 mesi di ritardo rispetto a quanto previsto (la gara è aggiudicata nella prima
parte del 2004 ed il contratto è stato firmato a novembre). In fase di realizzazione delle singole
componenti tecniche – la società che ha vinto la gara è Insiel - e a seguito di un incontro con le
ASL, la regione ha raccolto le difficoltà che queste avevano circa l’adeguamento tecnologico per
poter fruire dei servizi che sarebbero stati realizzati dal progetto (inclusa l’integrazione dei propri
sistemi per permettere la firma digitale e l’invio del referto). In particolare, le ASL, a cui era stato
assegnato un finanziamento per la task di adeguamento, avevano ricevuto dei preventivi dalle
software house – calcolati in base alle schede tecniche per l’aggiornamento predisposte dalla
regione - superiori alla cifra inizialmente stanziata dalla regione.
Il comitato guida costituito ad hoc per il progetto (composto dal responsabile della regione e due
referenti delle ASL) ne ha discusso e si è deciso per un ulteriore quota di finanziamento da erogare
alle ASL. Nonostante la regione abbia potuto usare le rimanenze derivanti dall’ abbattimento dei
23
Per un descrizione in dettaglio del funzionamento del servizio si rimanda all’allegato.
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
costi prodotti dall’esito della gara, si è dovuto fare una ulteriore determina che ha ulteriormente
ritardato i tempi di realizzazione.
Al momento della valutazione, era ancora in corso l’aggiornamento tecnologico delle ASL e degli
altri partner coinvolti. La regione stima in alcuni mesi la conclusione di questa fase. Intanto, in
alcuni casi dove l’aggiornamento si era concluso, si sono potute fare prove di comunicazione col
sistema BAS-REF (per le componenti già realizzate) che hanno dato esiti positivi.
Attualmente esiste un prototipo del sistema. E’ in corso di test. Le componenti realizzate e
disponibili sono: frame di profilazione del medico, dell’assistito e dell’operatore; produzione ed
accesso alle statistiche dei servizi.
A livello di struttura del documento, manca ancora uno standard xml unico che deve essere definito.
Sinergia con altri servizi/progetti
A questo progetto si lega il servizio Centro Unico di Prenotazione unificato, (ndr: la Basilicata è
stata una delle prime regioni a realizzarlo), un servizio accessibile anche tramite il portale
<basilicatanet.it> verso cui transiteranno anche i servizi sviluppati con il progetto BAS-REFER, in
un’area dedicata alla sanità, per rafforzare la logica dell’accesso unico ai servizi.
Riguardo invece la connessione di BAS-REFER con le carte a firma digitale, i servizi on-line che
saranno erogati col progetto BAS-REFER supporteranno l’accesso tramite CNS-CIE (carta
nazionale dei servizi e carta d’indentità elettronica). Il servizio web per l’accesso all’area riservata,
per l’autenticazione, prevede infatti un certificato digitale che può essere montato sulla CNS o CIE.
Il cittadino avrà la CNS nella maggior parte dei casi. A Potenza ad esempio i cittadini avranno a
breve le CIE. Attualmente le richieste pervenute delle famiglie sono circa 70.000. La Regione sta
anche per avviare la fase di distribuzione delle CNS ai cittadini, così come previsto nel progetto
SAX-I. Tramite la CNS è già disponibile sul portale Basilicatanet l’accesso ai servizi di posta
elettronica, iscrizione mailing list, consultazione dei dati dei medici di base, accesso al centro
unificato di prenotazione regionale. L’approvvigionamento sarà fatto a cura del CNIPA, per tutte le
regioni.
Riguardo al futuro uso delle carte elettroniche, è opinione del responsabile regionale che si possano
verificare ridondanze e complessità dovute alla moltiplicazione delle carte elettroniche che
possederanno i cittadini, e ad una non ancora chiara politica di assegnazione dei certificati (e quindi
dell’associazione tra carta e ruoli del possessore) nelle carte elettroniche. Inoltre, si sottolinea il
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
rischio che, distribuire le carte in largo anticipo rispetto alla presenza effettiva di servizi che ne
sostengono l’accesso (di fatto ce ne sono ancora pochi, in tutte le regioni), possa determinare effetti
di sfiducia negli utenti. Una discussione che è rimandata al tavolo permanente sulla sanità
coordinato a livello di amministrazione centrale. Nel frattempo però le regioni si stanno muovendo
con progetti autonomi, per cui è auspicabile una accelerazione della discussione tra le regioni ed i
ministeri per ridurre i rischi di ritardi e incongruenze nello sviluppo dei servizi.
Questa problematica è stata evidenziata anche dalle interviste su cui si è basato l’approfondimento
del caso studio di seguito illustrato.
253
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
IL PROGETTO RETE DI MEDICI DI MEDICINA GENERALE IN PUGLIA24
Come già anticipato, il progetto fa parte del progetto nazionale promosso dal DIT ‘Rete di Medici
di Medicina Generale’ (RMMG), ed è stato inserito in APQ siglato tra Regione Puglia e
amministrazione nazionale. Il costo totale è di 9.558.000 di Euro di cui 3,8 milioni finanziati dal
POR (1 milione di Euro circa è la quota comunitaria).
Il progetto definitivo è stato approvato dalla Regione nel luglio 2005. Successivamente sono stati
predisposti due bandi di gara pubblicati il 25 di novembre con scadenza il 17 gennaio 2006.
Un bando è finalizzato alla realizzazione della parte infrastrutturale di base; l’altro a allo sviluppo
dei servizi previsti dal progetto.
Il progetto approvato dalla Regione Puglia, da un parte ricalca, negli obiettivi generali, il progetto di
massima predisposto dal DIT e valido per tutte le regioni; dall’altra, propone adattamenti alla
propria situazione regionale. Infatti, ogni regione, dato il quadro degli obiettivi generali indicati
dall’amministrazione nazionale, ha la possibilità di adattare il progetto alle proprie specifiche
esigenze, in base a condizioni normative, organizzative e tecnologiche che appunto variano da
regione a regione25.
In Puglia l'intervento coinvolge sia i medici generali sia i pediatri, ma anche altri operatori,
interessando praticamente quasi tutte le strutture di assistenza primaria (istituti di ricovero e cura a
carattere scientifico; farmacie; laboratori diagnostici; i CUP che sono a livello di azienda
ospedaliera/ASL; continuità assistenziale e pronto soccorso; strutture sanitarie degli enti
ecclesiastici).
24
L’approfondimento è basato su una intervista in profondità effettuata nel mese di dicembre 2005,
al soggetto attuatore del progetto in questione, e cioè la società Tecnopolis; e corredata da una
intervista effettuata al responsabile della Misura 6.2 della Regione Puglia.
25
Ad esempio, le regioni che non avevano una situazione matura di anagrafica sanitaria
digitalizzata, ha effettuato soprattutto azioni in questo senso utilizzando le risorse del progetto Rete
di Medici di Medicina Generale.
254
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
Solo marginalmente sono stati coinvolti i servizi di accettazione degli stabilimenti ospedalieri,
perché, a seguito di un’analisi del contesto, si è rilevata una situazione di pregresso di queste
strutture, dal punto di visto informativo, che ai fini dello sviluppo del progetto, almeno nella sua
fase iniziale, avrebbe creato non poche difficoltà e rallentamenti. Al contrario, le altre realtà
coinvolte registrano un discreto livello di informatizzazione.
E’ il caso, ad esempio, dei medici generali e dei pediatri: il censimento ultimo effettuato nel 2004
dall’Agenzia Regionale per la Sanità (ARES)26 rileva che l’85% dei medici di base sono
informatizzati, su un totale di 4100 medici di base nella regione.
Inoltre, in accordo all’orientamento ormai diffuso in tutte le regioni, è in corso anche in Puglia
l’aggiornamento della normativa regionale sui medici generali, che prevederà, a partire dal primo
gennaio 2006, l’obbligatorietà del requisito di ‘informatizzazione’ del medico generale, con la sola
eccezione dei medici vicini al pensionamento27.
Anche nel caso delle farmacie il livello di informatizzazione è alto. Riguardo ai CUP, la Regione
Puglia ne annovera 18 distribuiti su tutto il territorio, che però anno sistemi informativi diversi tra
loro. Le AUSL registrano un livello di informatizzazione sufficiente ai fini del progetto. Mentre,
come già anticipato, negli stabilimenti ospedalieri c'è un ritardo su sistemi informativi interni, in
particolare per quanto riguarda il sistema di gestione dei ricoveri.
Come già anticipato, la scelta della Puglia è stata quella di allargare la tipologia degli attori del
sistema sanitario regionale da includere nel progetto, al fine di mettere a sistema un regime di
collaborazione tra gli operatori dell’assistenza primaria territoriale.
Strada facendo, la Regione ha considerato che, a corredo del progetto, data la buona situazione di
partenza degli attori coinvolti a livello di informatizzazione, ci si poteva concentrare anche su una
categoria di servizi da informatizzare per completare la digitalizzazione dei processi clinici. E’ stato
identificato il servizio di trattamento delle prescrizioni farmaceutiche. Con il servizio che si
svilupperà, si
26
migliorerà il livello di automazione e di scambio delle prescrizioni mediche.
L’analisi di contesto è stata svolta grazie alla collaborazione con ARES in particolare del settore assistenza sanitaria
territoriale. Il prodotto di questo studio sono le schede tecniche inserite in APQ.
La regione Puglia ha poi identificato nell'ARES il responsabile del procedimento, ed in Tecnopolis il soggetto attuatore.
27
La norma è il prodotto di una accordo collettivo integrativo per i medici generali ed i pediatri; un articolo stabilisce
questa obbligatorietà, ed anche un livello miniomo di prescrizioni da effettuare in modalità informatizzata, cioè
stampando la ricetta previamente redatta in formato elettronico).
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
Attualmente il farmacista ha la visibilità immediata della ricetta del medico - data-base di ricette tutto questo passando per il sistema informativo sanitario (SISR). Tuttavia, gli altri operatori non
beneficiano della stessa visibilità (una guardia medica non riusciva a tracciare il processo). Col
sistema che si intende sviluppare, ogni attore coinvolto potrà avere visibilità della storia diagnostica
e farmaceutica del paziente; fermo restando il rispetto delle normative sulla privacy e quindi le
regole dei permessi di accesso al sistema.
Si intende inoltre integrare una serie di basi informative (prestazione specialistiche; farmaceutiche;
refertazione; alcuni servizi orientati al cittadino come ad esempio la possibilità di scelta e revoca del
medico; costruzione del fascicolo sanitario elettronico ecc.).
Una problematica rilevante che peserà sul futuro sviluppo del progetto è la regolamentazione dei
premessi di accesso ai database, in base alla normativa vigente sulla privacy.
Un altra problematicità è la definizione dello standard delle informazioni che comporranno i
documenti. Si tratta di una problematica discussa a livello nazionale al fine di coordinarsi tra le
regione per lo sviluppo del cosiddetto ‘fascicolo sanitario’ perché sia unitario. Si tratta di un tavolo
di coordinamento permanente sulla santità elettronica istituto presso il DIT-Ministero della Salute e
Regioni.
Fino ad esso ci sono state 5 sedute ufficiali ed a breve ci sarà la prima seduta di coordinamento
operativo per il progetto RMMG. L’obiettivo è di definire il percorso da fare nel più breve tempo
possibile, anche perché le regioni in questo momento stanno pubblicando i bandi per la
realizzazione del progetto.
Infine, emerge una problematicità relativa alla varietà dei software preesistenti utilizzati dagli
operatori nelle loro funzioni. Il timore, segnalato dal responsabile del progetto per Tecnopolis, è che
ci si possa trovare di fronte a situazioni locali più in ritardo di quanto ci si aspettava.
Questo rischio deriva dal fatto che i prerequistiti su cui si è basata l’analisi di contesto iniziale –
finalizzata a preparare le schede informative da inserire in APQ – non erano specificati in dettaglio.
L’intervistato osserva che, in linea generale, ci si era mossi considerano l’informatizzazione come
un processo autonomo; ora invece, “dobbiamo far interagire e cooperare i soggetti, e quindi bisogna
stabilire un quadro comune di regole perché ci siano le condizioni giuste”.
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
In questo senso, il dialogo tra amministrazione e la federazione dei medici di medicina generale
regionale, potrebbe dare buoni frutti. Al momento c’è una visione condivisa della necessità di
innalzare il livello qualitativo delle infrastrutture utilizzate dal medico.
Uno sforzo dovrà essere fatto anche riguardo alla selezione dei software che i medici generali
utilizzano per la gestione delle prescrizioni e dei pazienti.
A livello regionale, dei circa 3000 medici informatizzati, il 50% circa possiede software di qualità
con cui il sistema che sarà realizzato dal progetto RMMG potrà agilmente interfacciarsi; gli altri
usano software meno professionali, spesso forniti dalle case farmaceutiche, che generalmente non
prevedono aggiornamento ed assistenza. In questo caso ci potranno essere dei problemi.
Anche a livello dei CUP si registra la presenza di 6-7 sistemi informatici di prenotazione distinti.
Queste problematiche richiedono senz’altro una tempestiva ricerca di soluzioni per approntare gli
interventi di integrazione dei sistemi informativi di quelli che diventeranno i punti del sistema che si
intende sviluppare col progetto. In questo senso il soggetto attuatore ritiene che i finanziamenti
attualmente stanziati non basteranno per mettere in grado tutti gli attori inizialmente individuati di
beneficiare di tutti i servizi del sistema. E’ stato allora scelto di concentrarsi su un numero minimo
di attori. Il bando prevederà, infatti, che l’impresa vincitrice dovrà occuparsi delle integrazioni in un
numero minimo di attori; si introdurranno però anche meccanismi di premialità legati al numero
degli attori coinvolti nella realizzazione del sistema.
La diversità dei sistemi informativi e organizzativi locali, rimane comunque una problematica
aperta, che il progetto nazionale sui RMMG ha certamente contribuito a far emergere e discutere,
incentivando le Regioni a provi rimedio attraverso interventi concertati.
Tuttavia rimane il dubbio che il vincolo di fine 2005, per la messa a bando dei finanziamenti per i
progetti di RMMG, a cui le Regioni dovrebbero attenersi, rappresenti un tempo troppo stretto
rispetto alle numerose problematicità ancora aperte e che richiedono un approfondimento ulteriore
al tavolo di coordinamento interregionale.
Conclusioni: Trend principali emersi
I progetti analizzati riflettono tre atteggiamenti da parte dell'amministrazione regionale:
adattamento, anticipazione e territorializzazione, partecipazione.
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Adattamento: si riferisce all'adattamento di una politica nazionale ad una domanda o una volontà
regionale. E' il caso dell'atteggiamento manifestato dall'amministrazione pugliese nei confronti del
progetto nazionale 'Rete di Medici di Medicina Generale' da cui è scaturito l'intervento preso in
esame. Lo schema generale del progetto nazionale è stato recepito così com'è, ma ne sono stati
ampliati e 'specificati' gli obiettivi in base sia alla consapevole volontà dell'amministrazione di usare
il progetto per innescare processi innovativi a più largo raggio; sia alle specifiche caratteristiche del
sistema sanitario regionale.
Anticipazione e territorializzazione: si riferisce all'anticipazione e 'addomesticamento' di una
politica o trend nazionale da parte di una politica regionale. E' il caso della Regione Basilicata che
dimostra di cogliere le occasioni scaturite in ambito nazionale, addirittura anticipandone le
tendenze, per tradurle in politiche regionali ben ancorate a specifiche esigenze territoriali. A
differenza dell'atteggiamento sopra definito come 'adattamento', in Basilicata si tratta di un vera e
propria territorializzazione delle politiche: la scelta di rispondere alle specifiche caratteristiche
regionali/locali della domanda del sistema sanitario è forte tanto da mettere in discussione e
negoziare, laddove ne emerga l'ineluttabile necessità, la metodologia con cui, a livello nazionale, si
è inteso procedere. Questo atteggiamento è coerente con un atteggiamento analogo, più
complessivo, tenuto dall'amministrazione rispetto ad altri ambiti dello sviluppo della società
dell'informazione come evidenziato altrove in questo rapporto e nel rapporto del 2003, a cui si
rimanda.
Partecipazione: il caso della Campania si discosta dagli altri in quanto il progetto è il risultato di un
bando regionale e non derivante da un programma nazionale. In questo caso ci sembra utile
sottolineare l'atteggiamento fortemente pro-attivo dell'amministrazione nei confronti del ruolo del
partenariato. Il disegno del bando e il processo di implementazione dello stesso, riflette questa
scelta dell'amministrazione.
Per tutti i casi analizzati, abbiamo raccolto una serie di problematicità legate per lo più a
variabili organizzative e normative del sistema sanitario. La generale rigidità del sistema ritarda
l'implementazione dei progetti la cui natura innovativa richiede appunto riforme e flessibilità
organizzativa. In particolare, tali necessità emergono nel momento in cui, con i progetti, si intende
allargare l’accesso al sistema informativo e la fruizione dei servizi ad una rete più ampia di
operatori del sistema sanitario, nonché, ai singoli cittadini. In questi casi, le problematiche
organizzative ed istituzionali sembrano più rilevanti che quelle tecnologiche. Tuttavia, un elemento
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
critico che riflette l'intima relazione tra aspetti tecnologici ed organizzativi, si riferisce alle difficoltà
riscontrate, specialmente nel progetto della Regione Puglia, nella standardizzazione dei sistemi
informativi dei medici di base. La presenza di sistemi informativi disomogenei caratterizza, in
generale, la situazione del sistema sanitario. Siamo solo all'inizio di un processo di integrazione tra i
sistemi. Le regioni hanno cominciato a lavorare sui livelli alti dei sistemi (a livello regionale,
integrazione tra i flussi informativi principali) o si servizi generali (centri unici di prenotazione), ma
quando il target dell'intervento si specifica e tocca il livello micro, le difficoltà causate da un ritardo
di innovazione (sia tecnologica sia culturale-organizzativa) si fanno evidenti.
259
VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
LA CAPACITA’ DEI SISTEMI TERRITORIALI DI UTILIZZARE
LE TECNOLOGIE PER RECUPERARE COMPETITIVITA’
Introduzione: Il contesto delle politiche di sviluppo dell’ICT nel Mezzogiorno
Le iniziative della CE, volte allo sviluppo ed alla diffusione della Società dell’Informazione,
risalgono a circa dieci anni fa, ma è solo grazie al Consiglio Europeo di Lisbona che le prospettive
di sviluppo dell’UE sono basate decisamente sulla diffusione della “Società della Conoscenza”
proseguendo, in questo senso, con gli obiettivi dei Consigli di Barcellona e Siviglia. Durante questi
incontri le priorità individuate sono state la “creazione di una società dell’informazione per tutti” e
l’aumento (a livello di Paesi Membri) degli investimenti per le attività R&S, fino ad un livello pari
al 3% del Pil nazionale, per poter raggiungere entro il 2010 più alti livelli di competitività del
sistema Europa. A questi ambiziosi obiettivi si sono aggiunti quelli previsti dal Piano d’azione
europeo per il rafforzamento delle attività di ricerca e sviluppo del 2003.
La prospettiva di fondo contenuta in tutti questi documenti programmatici consiste nel considerare
la Ricerca e lo Sviluppo, elementi trainanti dell’economia, fortemente condizionati dalla diffusione
della Conoscenza e dell’Informazione, rendendo di conseguenza di primaria importanza la
diffusione più ampia possibile dell’ICT nei processi aziendali.
Le suddette linee programmatiche comunitarie sono state seguite nel nostro paese dall’adozione, da
parte del Ministero Per la Attività Produttive e del Ministero per l’Innovazione e le Tecnologie, di
due Piani per l’Innovazione digitale delle Imprese nel 2003 e nel 2005.
Il Piano del 2003 prevedeva una serie di obiettivi, tra cui:
- rafforzamento dell’innovazione dei prodotti del made in Italy tramite l’utilizzo delle tecnologie
ICT;
- attuazione una politica di sostegno per selezionati settori hi-tech;
- miglioramento dell’attrattività del Sistema Italia;
- favorire il trasferimento tecnologica dai centri di ricerca pubblici alle imprese.
Tali obiettivi sono stati perseguiti (e lo sono tutt’ora) attraverso una serie di misure progettate su
scadenze di breve e medio termine.
Il quadro sottostante ne descrive sinteticamente la tipologia:
260
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
Tabella 1: Struttura del Piano per l’innovazione digitale delle imprese 2003
MISURE ECONOMICHE DI INCENTIVAZIONE ESISTENTI(BREVE
TERMINE)
BANDO
PER LO
SVILUPPO
ICT
(LEGGE
46)
LEGGE
488
VENTURE
CAPITAL
(L. 388 /00
DPCM)
28/3/01 L.
273 /02)
ART. 56
FINANZIA
RIA 2003
APQ
REGIONAL
I
(DISTRETT
I DIGITALI)
MISURE ECONOMICHE DI INCENTIVAZIONE ESISTENTI(MEDIO
TERMINE)
MISURE DI
CARATTERE
FISCALE
VAUCHERS
SOSTEGNO SPINN
OFF EARLY STAGES
MISURE DI CONTESTO
MISURE STRUTTURALI
COMITATO GIUDA
MISURE DI CARATTERE REGOLAMENTARE
Fonte: Elaborazione V&V su dati MIT
Tra le misure di incentivazione (nel breve termine) rappresenta una novità sostanziale il Bando ICT,
primo strumento di carattere nazionale e generale volto a promuovere il miglioramento
organizzativo e produttivo delle PMI che adottino l’ICT. Tra gli strumenti promotori della
diffusione di nuove tecnologie (nel medio termine) occorre sottolineare la misura dei Vauchers ed il
sostegno allo Spinn off Early Stages.
In entrambi i casi comunque, deve essere evidenziata la stretta collaborazione che il Piano per la
digitalizzazione ha previsto e creato tra soggetti pubblici e privati, specialmente per quel che
riguarda i progetti di innovazione condotti da Università, Centri di Ricerca e Imprese.
Un importante sostegno alle misure di incentivazione economica è stato previsto con le c.d. Misure
strutturali. Il Piano ne contiene di due tipi:
1) Centri di Eccellenza per lo sviluppo della Ricerca sul territorio di concerto con le associazioni
imprenditoriali;
2) il Progetto RIDITT – Rete italiana per la diffusione dell’innovazione ed il trasferimento
tecnologico alle imprese.
Nel 2003 inoltre, parallelamente a queste misure, il Governo ha avviato il Programma “Territori di
Eccellenza” (Delibera CIPE n° 17 del 2003), volto a promuovere lo sviluppo delle ICT nel
Mezzogiorno.
Sulla scia del primo Piano biennale è varato anche quello del 2005, introducendo tuttavia alcune
novità rispetto alle misure del 2003 ancora attive.
Gli obiettivi del Piano 2005 sono sintetizzabili in tre priorità:
261
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
- favorire l’utilizzo diffusi di soluzioni applicative a supporto delle organizzazioni aziendali di
tutti i settori dell’economia;
- favorire lo sviluppo di settori a medio-alta ed alta tecnologia mediante il finanziamento di
programmi di ricerca e sviluppo mirati all’integrazione delle tecnologie digitali in nuovi prodotti,
servizi e processi produttivi;
- sostenere lo sviluppo e la riqualificazione del settore dell’Information Technology.
Particolare evidenza assume la misura di accesso al credito per le PMI che intendano dotarsi di
tecnologie ICT, che nasce come “sezione speciale” (sez. “tecnologie digitali”) del Fondo di
Garanzia per le PMI cui si è aggiunto il finanziamento agevolato per le Innovazioni digitali delle
PMI.
A livello di contesto il Piano prevede l’adozione di una legge, ispirata al Bayh-Dole Act satunitense,
che contribuisca al Trasferimento Tecnologico dalle Università e dai Centri di Ricerca alle PMI; in
tal senso si vuole incentivare la ricerca in una direzione più applicata e rivolta direttamente al
mercato. Allo scopo di incentivare tela collaborazione, il Piano del 2005 ha previsto il sostegno a
progetti di incubatori di impresa individuati, appunto, nelle Università e nei Centri di Ricerca, o loro
organismi appositamente creati.
Al fine di sostenere lo sviluppo del made in italy e la diffusione del servizio digitale, il Piano ha
previsto specifiche iniziative di supporto alla diffusione dell’Open source, nonché dell’eCommerce
e dell’eLearning.
Inoltre, per quel riguarda nello specifico, i territori del Mezzogiorno il Piano del 2005 prevede:
- la costituzione di un Fondo per la partecipazione al Capitale di rischio di imprese operanti nel
settore hi-tech;
- il proseguimento del programma “Territori di Eccellenza”;
- l’utilizzo da parte delle PMI di Vaucher per il pagamento di servizi consulenziali e di assistenza
alle attività di produzione in ambito hi-tech.
Ai fini della presente valutazione pertanto, appare importante evidenziare quelle misure specifiche
per il Mezzogiorno, previste dai due Piani per l’Innovazione, che si vanno ad aggiungere a quelle
inserite nelle strategie regionali della SI, finanziate dal QCS:
1) gli APQ regionali per lo sviluppo dei Distretti Digitali;
2) il Programma “Territori di eccellenza”;
3) il Fondo Hi-tech;
262
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
4) i Vaucher.
La diffusione dell’ICT
Negli ultimi 10 anni il mercato del software ha attraversato un radicale cambiamento, sancito dal
passaggio da una logica basata su sistemi di grandi dimensioni, tendenzialmente “chiusi”, a
strumenti vastamente distribuiti e sempre di più associati al concetto di produttività (e poi
conoscenza) individuale.
Questa rivoluzione si integra con l’evoluzione dell’intero settore dell’Informatica e, più in
generale, del mercato dell’Information & Communications Technology (ICT).
Grazie a questi cambiamenti, l’IT e i servizi di comunicazione (fissi, mobili, Internet), influenzano
realmente stili di vita degli individui, ed efficienza e competitività delle imprese.
Lo spostamento del paradigma di comunicazione verso la rete e l’Email, fenomeno che fa da ponte
verso il nuovo millennio, si consolida con la crescente diffusione di applicazioni di eBusiness (B2B
e B2C) a cui, dopo un avvio incerto dovuto alla scarsa maturità del mercato (ovvero dell’ancora
limitata esperienza sia da parte della domanda che dell'offerta), è sempre più spesso associata
un’elevata priorità tra i piani di investimento delle aziende italiane.
Più in generale si può dire che, tra la fine degli anni ’80 e l’inizio del 2000, nelle aziende italiane si
è assistito a una serie di “evoluzioni” nell’uso e nelle caratteristiche dell’IT. Si è passati da
architetture basate su sistemi proprietari e mainframe ad architetture sempre più remotizzate
(client-server, LAN) e aperte (Internet-Intranet). A questi passaggi è corrisposta anche
un’evoluzione negli obiettivi, sempre più associati all’IT, che passano dall’automatizzazione del
back office, all’automatizzazione del front end e del “field”, fino alla connessione di un numero
crescente di soggetti esterni all’azienda a vario titolo connessi ai suoi sistemi informativi (logistica,
clienti, fornitori, grande pubblico ..) anche in una logica multicanale.
In Italia, un luogo comune che ha resistito per lungo tempo, riguardava la scarsa propensione
all’informatizzazione sia delle aziende sia dei singoli o delle famiglie.
Ma se ciò era vero nel passato, oggi la situazione è molto diversa. Nell’intervallo 1999-2003 infatti,
il numero di Notebook e Desktop utilizzati negli uffici e nelle case, ha registrato un tasso di crescita
medio annuo superiore al 12%, passando da una quantità di poco inferiore agli 8 milioni di PC
installati nel 1999 ad una superiore ai 12 milioni nel 2003. Per i prossimi anni è prevista una
crescita ancora molto sostenuta, anche se inferiore ai tassi fatti registrare in precedenza. IDC stima,
263
VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
infatti, che nel 2007 il parco PC installato sarà superiore a 16 milioni, con una crescita media annua
pari al 7,4% per l’intervallo 2003-2007.
Nel sud e isole, la flessione della spesa in ICT è stata del 5,5% contro il 5,4% nazionale; ma se
nell’intera Italia i settori che hanno maggiormente sofferto sono stati l’Industria e la Finanza
(maggiormente diffusi al Centro-nord), il sud e le isole hanno subito parzialmente meno il suddetto
calo di spesa, poiché imprese industriali e finanziarie sono presenti in misura minore rispetto al
resto del paese.
Pertanto, i settori del Commercio e le Istituzioni hanno per così dire “salvato” il mercato
meridionale, mostrando dei leggeri cenni di ripresa. Il censimento dell’industria e dei servizi del
2003 riporta una struttura come quella indicata nella seguente tabella:
Tabella 2: Struttura e caratteristiche delle imprese operanti nell’IT nel mezzogiorno
Numero
Imprese
Abruzzo
Basilicata
Calabria
Campania
Molise
Puglia
Sardegna
Sicilia
Sud e Isole
di % su totale addetti
imprese
1198
448
1193
3872
228
2633
1588
3235
14395
1,50%
0,60%
1,50%
4,90%
0,30%
3,40%
2,00%
4,10%
18,40%
3471
1330
3841
16106
759
10383
5014
9769
50673
% su totale Indice
di Indice
di
addetti ITA specializzazione
specializzazione
settoriale (imprese)
settoriale (addetti)
1,00%
0,40%
1,10%
4,50%
0,20%
2,90%
1,40%
2,80%
14,30%
0,70
0,71
0,63
0,68
0,61
0,61
0,87
0,68
0,68
0,47
0,53
0,66
0,77
0,52
0,64
0,71
0,62
0,66
Fonte: elaborazioni V&V su dati Rapporto IDC 2005
In termini occupazionali nelle regioni del Sud lavora il 18,4% degli addetti totali del settore. Gli
addetti tendono a concentrarsi in modo particolare nelle regioni della Campania, Puglia e Sicilia.
Le regioni del Sud sono quelle che presentano gli indici di specializzazione settoriali più bassi in
assoluto, ad indicare come nel Mezzogiorno la concentrazione delle imprese di software e servizi,
sul totale numero di imprese, sia ampiamente inferiore alla media nazionale.
Gli effetti positivi generati dallo sviluppo di alcune “aree-sistema”, seppur abbiano avuto un
impatto sulle economie locali, non hanno saputo stimolare il settore a livello regionale. Tra questi
“distretti
tecnologici”
si
evidenziano
l’Etna
Valley,
nato
nel
Catanese
intorno
alla
STMicroelettronics (multinazionale Italo Francese per la produzione di microchip), e Tecnopolis
Novus Ortus in Puglia, attivo grazie alla stretta collaborazione tra il Centro Studi e Applicazioni in
Tecnologie Avanzate e l’Università di Bari.
264
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
Relativamente all’impatto delle IT nello sviluppo ed implementazione della produttività delle
imprese meridionali, è interessante mostrare i dati generali dei risultati dell’eCommerce (vedi
Tabella 3), i quali indicano una maggiore propensione delle imprese verso il mercato regionale
(vedi grafico pagina successiva), pur restando sensibilmente contenuto il livello di operazioni
online.
Tabella 3: Diffusione dell’eCommerce nelle Imprese meridionali
Imprese che effettuano acquisti on-line
di cui imprese
Totale
che acquistano
via Internet
che acquistano
via Edi
Sud e Isole
14,2
84,8
11,8
che acquistano
via Internet e
viaEdi
3,4
ITALIA
16,2
84,5
10,7
4,8
Valore degli acquisti online (a)
Totale
di cui via
Internet
2,3
23,6
2,7
27,5
Fonte: Elaborazioni V&V su dati ISTAT 2004
APERTURA VERSO I MERCATI DELLE IMPRESE OPERANTI NELL'ICT - 2003
90,00%
80,00%
79,40%
70,00%
60,00%
50,00%
40,00%
30,00%
20,60%
20,00%
10,00%
0,00%
Ricavi realizzati nella Regione di origine
Fonte: elaborazioni V&V su dati IDC 2004
Ricavi realizzati al di fuori della Regione di origine
265
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
Tra i mezzi di collegamento IT utilizzati, le imprese del sud e delle isole mostrano un utilizzo della
Banda Larga solo nel 48% dei casi (Fonte: ISTAT – censimento industria e servizi 2004) contro la
media nazionale del 54%. Seguono le altre tipologie come l’ISDN per il 47,8% dei casi (49,8%
nazionale), il Modem analogico per il 50,3% (in linea con la media nazionale) e la connessione
Wireless nel 4,3% dei casi (7,1% media nazionale).
Una scala di osservazione “regionale” mostra come nel Mezzogiorno, che con la sua spesa totale
per le IT rappresenta appena il 16,27% dell’intero mercato italiano, vi sia una vasta gamma di
performance che vanno dal 31,8% della Campania all’1,6% del Molise. Relativamente alla quota di
mercato italiano dell’ICT le Regioni incluse dal QCS nell’obiettivo 1 si collocano nella seconda
metà della graduatoria, tranne che per la Campania (settima con il 5,18%), la Sicilia (ottava con il
3,53%), e la Puglia (con il 3,24%).
Nel corso degli anni dal 2001 al 2003 nel Sud e nelle isole vi è stato un calo della spesa nelle ICT
che può essere riassunto nella tabella sottostante:
Tabella 4: LE performance di spesa delle imprese del mezzogiorno nelle ICT
Abruzzo
Molise
Campania
Puglia
Basilicata
Calabria
Sicilia
Sardegna
Sud e isole
Italia
Spesa in Italia - migliaia di €
2001
2002
2003
253127
239621
227149
54271
52300
50640
1034341
1026072
1003899
658454
644613
629132
106552
102241
99191
271974
262193
256741
726054
699914
684337
229574
217226
203693
3334348
3244811
3154782
20478000 20035800 19396000
Quota Spesa IT
2001
2002
1,24%
1,20%
0,27%
0,26%
5,05%
5,12%
3,22%
3,22%
0,52%
0,51%
1,33%
1,31%
3,55%
3,49%
1,12%
1,08%
16,28% 16,20%
100%
100%
2003
1,17%
0,26%
5,18%
3,24%
0,51%
1,32%
3,53%
1,05%
16,27%
100%
Variazione %
2002/2001 2003/2002
-5,34%
-5,20%
-3,63%
-3,17%
-0,80%
-2,16%
-2,10%
-2,40%
-4,05%
-2,98%
-3,60%
-2,08%
-3,60%
-2,23%
-5,38%
-6,23%
-2,69%
-2,77%
-2,16%
-3,19%
Fonte: elaborazioni V&V su dati Secondo Rapporto ASSINFORM sul Mercato dll’IT nelle Regioni italiane e ISTAT
Ma ancora più indicativa del livello di diffusione è la spesa ICT per occupato. Le Regioni del Sud
Italia si collocano in una posizione piuttosto lontana da quella che è la media nazionale (vedi
grafico sottostante):
266
VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
SPESA PER OCCUPATO NELLE REIONI OB. 1 - ANNO 2003 (VALORI IN €)
1000
880
900
800
700
607
600
542
505
500
475
487,25
487
465
445
372
400
300
200
100
0
Abbruzzo
Molise
Campania
Puglia
Basilicata
Calabria
Sicilia
Sardegna
Sud e isole
Italia
Fonte: Elaborazioni V&V su dati del Secondo Rapporto Assinform sul Marcato dell'IT nelle Regioni Italiane
Tali valori indicano un livello di digital divide particolarmente sensibile tra le Regioni del nostro
Paese, e sono sintomo della necessità di identificare aree e tipologia di interventi incisivi a livello
strutturale.
Il contributo del QCS alla diffusione delle ICT nel sistema produttivo
Il QCS indica come obiettivo la diffusione e l’utilizzo delle ICT nelle piccole e medie imprese
(PMI). Sono privilegiati i servizi ad alto valore aggiunto per l’industria, che spingono le PMI
all’utilizzo dell’information technology ed alla definizione di strategie di e-business, ovvero alla
realizzazione di servizi per le imprese ed alla formazione di competenze ICT adeguate.
Se escludiamo i servizi di e-government, finalizzati a semplificare il rapporto tra imprese e pubblica
amministrazione – ad esempio lo sportello unico per le attività produttive -, dovrebbe essere
compito specifico dell’amministrazione regionale:
- favorire la crescita di competenze sulle nuove tecnologie da parte delle imprese, ovvero dei
lavoratori, investendo quindi in rafforzamento del capitale umano attraverso la formazione;
267
VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
- agevolare gli investimenti in innovazione tecnologia nel settore produttivo, ed in particolare al
fine di facilitare la transizione delle imprese verso modelli di e-business, anche innescando
processi di aggregazione di reti d’imprese.
Viste le recenti evoluzioni della politica nazionale sui distretti industriali, le Regioni sono chiamate
anche a concentrare gli investimenti in innovazione tecnologica su particolari settori e sistemi
d’impresa locali-regionali.
E’ chiaro che più ci si spinge verso una logica di supporto all’innovazione nei distretti, più stretta
dovrebbe essere la connessione tra misure della Società dell’Informazione e misure dedicate
all’innovazione e ricerca, ovvero col PON Ricerca.
Si rimanda su quest’ultimo punto allo specifico approfondimento al capitolo della valutazione
appositamente dedicato a questa tematica. In questa sezione, ci si focalizzerà sugli interventi messi
in atto dalle Regioni, finanziati dalla misura/azioni Società dell’Informazione.
La tabella seguente, riassume il totale degli investimenti del QCS 2000-2006 per la Società
dell’Informazione, e possiamo osservare che l’incidenza degli investimenti per le imprese sul totale
del QCS è del 2,3%, abbastanza al di sopra dell’incidenza della spesa in IT sul PIL nazionale che si
aggira intorno al 1,7-1,8%.
.
Tuttavia allo stato attuale, a fronte di circa 1074 milioni di euro di investimenti, facendo solo
riferimento ai bandi rivolti alle imprese (ed alle associazioni di imprese e di professionisti, vedi in
268
VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
Puglia) per progetti di innovazione e diffusione della SI, le Regioni ob.1 ne hanno impegnato solo
una piccolissima parte, circa 87 milioni di euro, di cui 84 milioni impegnati soltanto in due regioni:
Tab.6 Distribuzione investimenti a sostegno delle imprese (in milioni di euro; solo misure
inserite nell’Asse VI)
Regione/Progetti
rivolti ad imprese
SI Numero
Quota ammessa
Impegno totale Pagamento netto
imprese
totale
beneficiarie
Basilicata
1
0,34
0,34
0,31
Calabria
-
-
-
-
Campania
721
30,19
30,03
16,83
Puglia
25*
29,29
29,29
7,68
Sardegna
1
0,21
0,21
0,08
Sicilia
1
2,97
1,65
1,65
Molise
-
-
-
-
Vision and Value, elaborazione su dati Monit al 31-12-04.
* Si tratta di associazioni di imprese e ordini di professionisti.
La valutazione si è concentrata solo sui due casi regionali in cui si sono attivati progetti, di una certa
rilevanza, rivolti alle imprese: la Campania e la Puglia.
I casi studio
Il caso della Regione Campania
Obiettivo dell’intervento (misura 6.3) è la promozione dello sviluppo della SI nel tessuto
imprenditoriale regionale.
269
VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
L’intervento è caratterizzato dalla concessione di aiuti regolati in ‘de minimis”, esente da notifica
da parte della CE. Ogni progetto poteva avere un contributo massimo di 100.000 Euro, doveva
inoltre essere terminato da parte delle imprese entro un tempo massimo di 12 mesi.
La prima dotazione finanziaria (2000-2001) era di 22.775.648 Euro (quota FESR + quota nazionale
+ quota regionale). Successivamente, negli anni 2002-2003 la misura ha ottenuto una ulteriore
dotazione di € 21,810.874, portando così l’ammontare complessivo dell’investimento pubblico a €
44.586.522.
Elementi salienti dell’intervento
L’idea originaria da cui si era partiti era quella di restringere il bando alla platea composta
unicamente da imprese operanti nel settore delle nuove tecnologiche. Tuttavia, poiché molti aspetti
tecnologici non si potevano dissociare dal resto del processo produttivo e commerciale, quali ad
esempio il ‘commercio elettronico’ e i servizi telematici a distanza, l’amministrazione ha deciso di
ampliare il settore d’intervento.
Il bando era strutturato in due azioni/fasi.
La prima azione/fase prevedeva investimenti materiali e immateriali, sempre basati su ICT, ad
esempio attrezzature e software, servizi ecc.
La seconda azione/fase privilegiava invece lo sviluppo ed il trasferimento tecnologico. Questa fase
prevedeva l’intervento dei Centri di Competenza (CdC)28, che dovevano redigere una relazione
tecnica sul progetto presentato dalle aziende. La valutazione tecnica del progetto era quindi un
requisito fondamentale, a cui seguiva una relazione del CdC che valutava il progetto implementato.
Per incentivare i progetti presentati su questa azione, il bando prevedeva il diritto alla premialità,
che concedeva fino al 60% del finanziamento del progetto da parte della Regione.
28
I centri di competenza, riferiti al bando di questo progetto, sono istituti presso le università. Giuridicamente non sono
istituzionalizzati, piuttosto sono centri che di fatto operano in questo settore attraverso varie attività di ricerca e
consulenza. Per la misura 3.17 per esempio, il riferimento, almeno teorico, ai CdC è una costante (ndr ‘in teoria’ perchè,
come emerge da intervista successiva con responsabile del progetto CdC della Regione Campania, i tempi all’epoca del
bando erano ancora prematuri per un loro effettivo intervento a supporto della progettazione delle imprese per la misura
3.17). Sul ruolo e caratteristiche dei CdC in Campania si rimanda all’approfondimento Ricerca ed Innovazione
compreso in questo rapporto. Per l’azione/fase 1 della misura 6.3 invece, bastava invece una relazione tecnica fatta da
professionisti.
270
VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
In contrasto, per quanto riguarda la prima azione/fase, si poteva usufruire comunque della
premialità, ma solo nel caso in cui il progetto presentato, soddisfacesse tre requisiti previsti dal
bando: occupazionale, giovanile, femminile.
Il bando prevedeva anche che le imprese presentassero tre diversi preventivi per l’acquisto delle
tecnologie, e che scegliessero essi stessi tra questi. Con questa regola l’amministrazione ha tentato
di stimolare le imprese a cercare sul mercato il prodotto migliore per i loro obiettivi.
Nonostante l’introduzione di tali meccanismi di premialità, su circa 1000 progetti ammessi a
finanziamento, solo 7 sono stati presentati sulla seconda azione/fase.
Ciò che ha impedito il pieno sviluppo della seconda fase è stato, secondo l'amministrazione, la
difficoltà delle imprese a rapportarsi coi CdC. Le imprese si sono trovate di fronte a processi
macchinosi, a cui erano impreparate, anche a causa di una carenza di cultura innovatrice ed a causa
della scarsezza di risorse e di tempo da dedicare ad attività progettuali di questo tipo.
Per meglio identificare il target di riferimento del bando, sono state coinvolte le associazioni di
categorie, con cui la Regione Campania ha cooperato nella comunicazione con le imprese.
Dal rapporto con le associazioni di categoria, così come dalla lettura del tessuto imprenditoriale che
ha partecipato al bando, ma anche dalla rilettura dei risultati del bando stesso, si ricava un quadro
caratterizzato da imprese di piccole dimensioni, familiari e in generale abbastanza giovani.
Quella della dimensione dell’impresa è una situazione al centro dell’attenzione dell’intera strategia
della società dell’informazione. Questa infatti, include interventi integrati, che da un lato mirano ad
ampliare le possibilità di investimento ed innovazione delle imprese, dall’altra a stimolare il
partenariato con consorzi e il raggruppamento tra PMI. L’obiettivo quindi sarebbe l’aggregazione
tra imprese che potrebbe facilitare la diffusione di una cultura dell’innovazione. Per maggiori
dettagli sulla strategia dell’amministrazione regionale in merito a distretti industriali, innovazione e
ricerca, si rimanda all’approfondimento su Ricerca ed Innovazione incluso nel presente rapporto.
Risultati
Alla prima tranche furono presentate 600 domane e di queste 467 ammesse; nella seconda tranche,
presentate 1.116 di cui 673 accolte.
In totale hanno beneficiato di un cofinanziamento 1140 imprese.
Costo totale:
79.728.659,40
Totale impegnato dalla regione:
40.043.740,36
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VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
Totale pagato dalla regione:
23.847.725,78
Totale impegni del beneficiario:
40.043.740,36
Totale pagamento beneficiario:
19.825.572,20
Fonte: Dati di Monitorattio; Regione Campania, 22/09/2005
Dati per settore merceologico
Settore
Numero progetti
Commercio
657 (57%)
Industria
216
Artigianato
51
Altri servizi
216
Dati per provincia
Provincia
Numero progetti
Avellino
43
Benevento
56
Caserta
143
Salerno
197
Napoli
701 (61%)
Distribuzione per provincia di progetti realizzati da imprese operanti nel settore ICT
Provincia
Numero progetti
Avellino
6
Benevento
7
Caserta
23
Salerno
27
Napoli
123
Totale imprese ICT beneficiarie del finanziamento
186 (16%)
Grazie al cofinanziamento le imprese hanno acquistato soprattutto software e hardware e, in linea
generale, hanno potuto realizzare un proprio sito web. Sulla home page di tutti i siti realizzati dalle
imprese grazie all’intervento, compare una sorta di ‘targa virtuale’ che identifica il contributo del
POR e quindi del QCS.
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VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
Secondo l’amministrazione regionale, il valore aggiunto significativo del QCS è stato
principalmente quello di dare la possibilità a moltissime piccole imprese di realizzare un proprio
sito internet; moltissime imprese non erano collegate in rete; solo circa ¼ era già presente nel web.
Per il futuro, la strategia intrapresa si pone l’obiettivo di agire su due fronti connessi.
Da un lato, investire sui c.d. ‘centri servizi di supporto alle imprese’ operanti nei distretti. Si tratta
di un intervento incluso in APQ stipulato con l’amministrazione nazionale, che interessa i distretti
(uno sul tessile abbigliamento e uno sul polo agro-alimetnare) e la realizzazione della piattaforma
tecnologica nell'ambito dei due distretti, sempre prevista dalla Regione.
Inoltre, nell’ambito del settore tessile, si dovrebbe implementare anche un centro servizi network
che permetterà di interfacciarsi e scambiare know-how con il MAP e con due regioni - Puglia e
Sicilia.
Dall’altro lato, si continuerà con una serie di finanziamenti pubblici a ‘regime di aiuto’.
Probabilmente, come da insegnamento della precedente esperienza, la Regione Campania indirà un
bando soltanto mirato agli investimenti delle imprese, senza quindi inserire un’azione simile alla ‘2’
del precedente bando.
La Regione, a sua volta, ha individuato i distretti nel proprio ambito territoriale. Si tratta di una
classificazione finalizzata anche alla successiva implementazione degli interventi pubblici. Questi
distretti fanno parte anche dei PIT gestiti dal Dipartimento Attività Produttive, il che dovrebbe
rafforzare il principio di trasversalità degli interventi sulla Società dell’Informazione.
In questo modo, sostiene l’amministrazione, si vuole dare una ulteriore spinta e possibilità agli
investimenti delle imprese, per costruire le basi e la massa critica utile a supportare successive
azioni più mirate a progetti sempre più innovativi.
Conclusioni
A conclusione, il valutatore prende atto dello sforzo sostenuto dalla Regione Campania sul versante
delle imprese. Tuttavia emergono due aspetti valutativi su cui occorre riflettere.
Da un lato, l’intervento realizzato non sembra discostarsi molto da analoghi interventi effettuati
attraverso le leggi nazionali sull’innovazione. Il rischio è che, così come impostato, l'intervento non
colga il valore qualitativamente addizionale che il QCS intendeva offrire al sistema produttivo.
Infatti, se l’esigenza è quella di incentivare la costruzione di reti di impresa nel territorio, per
superare la soglia critica della piccola dimensione aziendale, finalizzata a costruire le basi per la
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VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
diffusione dell’innovazione e la crescita di competitività, si poteva impostare l’intervento in
quest’ottica, sin dall’inizio.
Dall'altro lato, è apprezzabile che l'intervento posto in essere sia stato coordinato con altri
responsabili regionali impegnati sul fronte dello sviluppo economico. Il fatto che l’amministrazione
regionale abbia precisato con forza che questo intervento, ed interventi analoghi che si pensa di
realizzare in futuro, debbano essere considerati come componenti di una strategia più ampia che
include interventi che puntano ad innalzare la qualità del sistema produttivo (vedi CdC), ma che non
vuole ‘lasciare indietro le piccole imprese’, è indicatore comunque di una precisa scelta
dell'amministrazione.
L'impressione è che, comunque, sarebbe stato meglio fare uno sforzo di concentrazione degli
investimenti – come per altro inizialmente l’amministrazione aveva ipotizzato -
su un
settore/cluster produttivo o un distretto o su alcune variabili strutturali del sistema produttivo,
magari di carattere sperimentale, per poi analizzarne i risultati e trarne buone lezioni per successivi
interventi.
Il caso della Regione Puglia
Diametralmente opposto al caso campano, è l’intervento messo in atto dalla Regione Puglia. Si
tratta di un bando, della misura 6.3, azione c, rivolto ad “Iniziative a sostegno del sistema delle
Imprese e delle professioni” che ha previsto una dotazione finanziaria pubblica di circa 29 milioni
di Euro. L’ ammontare complessivo del progetto non poteva superare i 5,000,000 Euro. Il
contributo pubblico è pari al 50% delle spese totali ammissibili, elevabile al 65% nel caso di
proposte presentate da Associazioni di Categoria a dimensione regionale.
L’amministrazione ha pensato all’iniziativa per rispondere ad una esigenze di informatizzazione
della cosiddette ‘società di mezzo’, cioè associazioni di categoria e ordini professionali, al fine di
contribuire ad accrescere la loro capacità di interfacciarsi sia con i propri associati (sopperire alla
scarsa vocazione delle imprese ad associarsi) che con le PPAA (sopperire al fabbisogno informativo
e di servizi delle PPAA da parte delle imprese), attraverso la fornitura di servizi info-telematici.
Riguardo ai contenuti dei progetti, si tratta generalmente di portali di servizi e informazioni a valore
aggiunto per gli iscritti ed il proprio mondo di riferimento. Alcuni esempi: servizi per acquisti e
gestione capitolati; news e info su bandi; consulenza on-line; hosting di e-commerce.
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VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
Il bando è stato pubblicato nel novembre del 2002; la graduatoria è arrivata a fine 2003; il 28
febbraio 2004 si sono raccolti i progetti esecutivi di dettaglio.
I 25 progetti approvati sono tutti partiti e si concluderanno entro il 2006. Attualmente, si sta anche
facendo un censimento del bacino potenziale di utenza dei servizi che saranno realizzati. I 25
beneficiari sono stati chiamati a fare un approfondimento su questo punto.
I risultati del focus group
Di seguito riportiamo le informazioni salienti emerse dal focus group organizzato a Bari, nel mese
di dicembre, con 7 associazioni beneficiarie dell’intervento29. Il focus si è concentrato su due
aspetti: il tipo di innovazione introdotta con i progetti; la percezione dei beneficiari, delle
potenzialità e delle criticità dell’intervento posto in essere dalla Regione, con particolare riferimento
al ruolo assegnato alle associazioni di categoria dal bando e del raggiungimento degli obiettivi.
Il tipo di innovazione introdotta con i progetti
Nella maggior parte dei casi i progetti finanziati sono stati un’occasione importante (per alcuni la
vera prima sfida) per affrontare le debolezze che il sistema delle categorie registra riguardo alla loro
capacità di sostenere lo sviluppo degli associati in un momento di forte mutamento dei processi
economici regionali. Il problema della rappresentazione dell’identità è sentito comunemente da
tutti, specialmente da quelle associazioni che per la propria storia e per le caratteristiche del sistema
produttivo di riferimento, si trovano ad operare senza una rete capillare di propri referenti nel
territorio. A riguardo, le potenzialità espresse dall’uso di Internet, per accorciare le distanze spaziali
tra l’associazione e gli associati, sono determinanti.
Andando più nel dettaglio, tutte le associazioni presenti stanno implementando servizi informativi,
attraverso la logica del Portale Internet, con il chiaro obiettivo di diventare dei gatekeeper dei flussi
29
Di seguito la lista dei partecipanti al Focus group tenutosi il giorno 16 dicembre, dalle ore 11 alle ore 13.30, presso la
Regione Puglia: Confederazione Italiana Agricoltori - Associazione Regionale di Puglia; Lega Regionale delle
Cooperative e Mutue; Federazione Ordini Ingegneri Puglia;
Unione Regionale del Commercio e del Turismo della Puglia; Associazione Interprovinciale Olivicoltori Puglia;
Confindustria Puglia; Confesercenti Puglia.
275
VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
di informazione a valore aggiunto per i propri associati: normativa; opportunità di investimenti;
finanziamenti pubblici ecc.
L’utilizzo dei portali realizzati con i progetti, per sostenere nuove modalità di comunicazione, è
considerato altrettanto rilevante per rapportarsi con gli associati in modo nuovo ed efficace. In più,
in quasi tutti i casi, si stanno predisponendo spazi per la comunicazione tra i associati; forum
tematici ecc.
Un altra esigenza molto sentita, è quella di semplificare le interazioni delle imprese e degli associati
in generale, con le PPAA. In questo senso le associazioni stanno sviluppando servizi di forte
valenza amministrativa; non propriamente di e-government, in quanto non implicano ovviamente
competenze amministrative che non appartengono alle associazioni, ma certamente di forte ricaduta
per la PA. Quella del collegamento con il sistema della PA è una problematica che è emersa durante
la realizzazione del progetto, quando, pian piano, ci si è resi conto delle carenze di innovazione in
questo ambito (gli sportelli unici, un esempio che vale per tutti), e delle potenzialità che i progetti
finanziati potevano offrire in questo senso.
La CONFESERCENTI regionale ad esempio, sta pensando di stabilire una accordo con ANCI che,
da un lato, si concretizzerebbe nell’offerta dei servizi realizzati col progetto all’associazione dei
comuni, per rapportarsi con le imprese ed i professionisti del territorio; dall'altra prevederebbe un
ruolo attivo dell’ANCI per stimolare i comuni ad avvalersi dei servizi offerti tramite il progetto
della CONFESERCENTI, specialmente quei comuni che hanno oggettive difficoltà di innovazione.
Un esempio: il cittadino, invece di rivolgersi al comune, potrebbe fruire degli sportelli CAT della
CONFESERCENTI presenti sul territorio, per chiedere un servizio di cui il comune non è
attrezzato. Nei piccoli comuni questa modalità di cooperazione tra PA e Associazione potrebbe
avere di elevato valore aggiunto.
Il
progetto
quindi
sta
diventando
“un
momento
di
approdo
ad
un
discorso
di
innovazione/modernizzazione della PA in ottica di partenariato”.
Altri tipi di innovazioni introdotte riguardano strumenti per la raccolta di informazioni delle
aziende, la loro rappresentazione in rete tramite profili elettronici oppure database di fascicoli
aziendali; ma anche di osservatori sull’andamento del mercato di riferimento. La finalità è di
favorire l’incontro tra domanda e offerta di opportunità di investimento; di incentivare le aziende,
con particolare caratteristiche, a processi di innovazione specifici ed acquisizioni di certificazioni;
ecc.
276
VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
Potenzialità e criticità
Per la maggior parte dei presenti al focus, il finanziamento è stato di alto valore aggiunto perché
altrimenti sarebbe stato più difficile mettere in piedi il progetto, migliorare i processi interni,
sebbene tutti fossero consapevoli dell'esigenza di affrontare il problema dell’introduzione di
elementi innovativi – basati su nuove tecnologie – per supportare il sistema delle rappresentanze.
Soprattutto, l’intervento regionale ha permesso di partire in linea su tutto il territorio, sia con i
singoli associati, che nel complesso, considerando tutti i progetti anche nelle loro possibili sinergie,
scambi e reciproci apprendimenti.
Quest’ultimo punto è molto sentito: gli attori sono consapevoli che le metodologie e innovazioni
che stanno sperimentando possono essere molto utili per il sistema Regione nel suo complesso. Per
questo avvertono l’esigenza di un confronto più continuativo con gli altri progetti e con
l’amministrazione regionale; per scambiarsi le esperienze e possibilmente replicare le metodologie,
i servizi o parte di questi, i più riusciti.
Le potenzialità dei progetti che si stanno realizzati, per l’innovazione della PA, è un punto centrale
nella discussione. Non c’è ancora chiarezza su come potrebbe essere affrontato. Stimolati a
ragionare su possibili modalità di cooperazione con l’amministrazione regionale, una volta finito il
progetto, i partecipanti al focus hanno indicato alcuni suggerimenti, che riportiamo nella versione
quanto più fedele all’originale:
a) “Esiste una complementarità orizzontale che possiamo offrire alla PA. Bisogna allora definire
come i servizi che saranno realizzati con questi progetti si possono trasformare in qualcosa di
‘sussidiario’ rispetto a quanto può fare la PA e gli altri enti pubblici”. “Attraverso noi la PA può
raggiungere le imprese senza dover creare nuovi punti/sportelli. Per questo occorre garantire due
cose in futuro: continuità del rapporto con la Regione; e mettere in rete, in collegamento, le
esperienze fatte per identificare modalità di integrazione, sinergie e possibile riuso”.
b) “Per capire come possiamo integrare e usare i risultati dei progetti a sostengo dell’innovazione
della PA nei confronti con le imprese, dobbiamo sincronizzarci con la strategia di e-gov che la
Regione sta mettendo in atto. In questo senso occorre che l’amministrazione ci coinvolga più di
quanto non sia stato fatto. In questo modo si può ridurre il rischio di fare ‘doppioni’, software e
sistemi che abbiamo già sviluppato e che funzionano, e che potrebbero essere riutilizzati. Un
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VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
esempio è l’osservatorio del commercio, che la Regione ha intenzione di mettere in piedi. Bene,
visto che con i progetti si sono anche avviate attività sistematiche di monitoraggio della situazione
imprenditoriale regionale, perché non farlo insieme usando quello che sarà realizzato con i
progetti?”
In generale tutti concordano sul fatto che le associazioni, visto anche che sono state coinvolte in
prima istanza come attori della strategia SI regionale, potrebbero favorire il processo di
decentramento amministrativo – per quanto riguarda le ricadute sulla semplificazione
amministrativa - ed allo stesso tempo supportare il livello regionale, a “non far perdere il polso della
situazione a livello locale”. A tal riguardo è emersa dal focus l’esigenza di avere rapporti più
continuativi non solo con i responsabili della strategia della SI, ma anche con i singoli assessorati di
riferimento, sui temi dell’innovazione. In questa direzione, si registrano pochi precedenti. Dal focus
emerge anche un proposta concreta di modalità di integrazione possibile, con assessorato di
competenza di ognuno: “l'assessorato potrebbe usare i nostri canali informativi per informare i
possibili beneficiari di interventi, tale da non disperdere risorse e opportunità. Le informazioni sono
troppo preziose per restare nelle stanze dell'assessorato. Allora però, questo compito nostro
dovrebbe essere riconosciuto dalla Regione, e comunicato alle imprese. Questo sarebbe anche un
ritorno per la Regione, visto che comunque con nel bando in questione, che ha finanziato i progetti,
la Regione ci indica come ‘soggetti attivi nella governance del processo di innovazione’”.
Per quanto riguarda la valutazione sulla CE, abbiamo rilevato un diffuso malcontento sulle
procedure, considerate “ingessanti” adoperate per la gestione dei progetti (vedi rendicontazione;
procedure di acquisto, preventivi ecc..). Anche riguardo al cofinanziamento, i partecipanti al focus
si domandano: “se i progetti non sono fatti per produrre profitto ma per dare un servizio al sistema
produttivo, allora dobbiamo ragionare come se questa funzione fosse ‘equiparabile’ a quella della
PA. Allora, perché non aumentare anche la soglia di cofinanziamento pubblico?”.
Sul ruolo del partenariato si rilevano criticità: c’è poca continuità, il coinvolgimento dovrebbe
essere più sostanziale. Eppure, dicono i partecipanti, “in altre occasioni le associazioni delle
imprese hanno dimostrato di essere innovative. Hanno spinto per aumentare il livello di
progettazione delle imprese, per andare oltre i classici interventi a pioggia ecc.
278
VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
“Questa esperienza, fatto col bando della 6.3, potrebbe essere una best-practice di governance per il
futuro”.
Conclusioni generali
Come già accennato all'inizio del capitolo quando abbiamo analizzato gli investimenti regionali, le
misure della SI sono state usate poco per sostenere la competitività delle imprese (il 15% delle
risorse impegnate dell'ASSE VI). Certamente il tema della competitività è di natura così complessa
che le misure considerate avrebbero potuto solo scalfire. Tuttavia si poteva fare di più, certamente
ci si aspettava una maggiore integrazione con altre misure dedicate allo sviluppo economico, ma
anche con il PON Sviluppo Locale. Cosa che non abbiamo ravvisato.
I due casi presi in esame, Campania e Puglia, hanno comunque fatto emergere differenze di
approccio significative.
Nel caso della Campania, non ravvisiamo una vera e propria strategia, in quanto si tratta di
interventi sostanzialmente simili a quelli attivati con le classiche leggi nazionali sull’innovazione.
L'intervento poteva essere più 'coraggioso' e focalizzato su un target più specifico. Tuttavia è
apprezzabile che l'intervento posto in essere sia stato coordinato con altri responsabili regionali
impegnati sul fronte dello sviluppo economico. Questo comportamento indica un grado di
integrazione tra i vari settori regionali, ravvisato anche in altri studi inclusi nel rapporto di
valutazione. Particolarmente interessante è l'integrazione, in una unica area, delle politiche per la
Società dell'Informazione con quelle della Ricerca ed Innovazione. In questa fase, le scelte poste in
essere dal settore Società dell'Informazione, con target le imprese, sembrano essere funzionali ad
una strategia più complessiva che si focalizza sulla ricerca ed innovazione nei distretti.
In Puglia, l’intervento messo in campo ha caratteristiche interessanti, soprattutto per il target
ed il ruolo del partenariato. Si rivolge al mondo delle categorie e degli ordini professionali, con
l’intento di accrescere la loro capacità di interfacciarsi sia con i propri associati (sopperire alla
scarsa vocazione delle imprese ad associarsi; innescare processi innovativi di gestione
organizzativa; promuovere modelli cooperativi di gestione dei servizi ecc.), che con le PPAA, per
sfruttare al meglio tutte le opportunità derivanti da una sistematica acquisizione e diffusione delle
informazioni rilevanti per le imprese ma anche contribuire alla semplificazione amministrativa.
L’intervento sembra aprire la strada ad una nuova modalità di governance dei processi di
innovazione caratterizzata dal partenariato tra istituzioni e privati. Sarebbe auspicabile che, in
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VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
futuro, una volta conclusi i progetti, l’amministrazione regionale desse continuità a questo processo
di coinvolgimento diretto del partenariato anche in altri ambiti della programmazione e gestione
delle politiche d'innovazione.
280
VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
LA CAPACITA’ DI ALLARGARE LE QUOTE DI POPOLAZIONE
IN GRADO DI ACCEDERE ALLE TECNOLOGIE: IL CASO
DELLA SCUOLA
Introduzione
Man mano che le nuove tecnologie, ed internet in particolare, si sono diffuse nella società, il
concetto di divario digitale si è andato allargando, riflettendo vecchi e nuovi lati critici dei territori,
dei sistemi sociali ed economici, che rischiano di escluderli dalle opportunità dischiuse dalla
cosiddetta società dell’informazione globale.
In Italia, più studi evidenziano il persistere di dimensioni del divario digitale, attinenti soprattutto
alla carenza di infrastrutture di rete adeguate e a fattori culturali – non necessariamente però legati
alla scolarizzazione – che indicano anche una differenziazione dei livelli e tipi di divari digitali, con
forti differenze tra nord e sud, ma anche all’interno delle stesse regioni, dove persistono situazioni
di perifericità soprattutto delle aree rurali e montane ma anche di periferie urbane più depresse,
nonché processi di trasformazione sociale che hanno riflessi diretti sulle politiche di inclusione alla
SI.
Diverse iniziative sono state messe in campo per abbassare le soglie d’accesso alla SI nel
mezzogiorno. Tra queste annoveriamo la specifica iniziativa del MIT volta al superamento del
divario digitale, denominata "Vola con Internet", con la quale si intende dare un incentivo di 200
euro per 150 mila famiglie con reddito annuo inferiore a 15 mila euro per acquistare un PC con
connessione a internet. A livello regionale, un’iniziativa analoga, di forte impatto, è stata quella
della Regione Basilicata denominata Un computer in ogni casa, che ha interessato circa 40.000
famiglie lucane. Altre iniziative simili, seppur di minor portata, si stanno diffondendo nelle altre
regioni. Esiste anche un divario all’interno della pubblica amministrazione. In particolare, gli enti
locali più piccoli, anche localizzati in zone periferiche, sono stati oggetto di interventi da parte delle
regioni. Annoveriamo il progetto Reti dei Piccoli Comuni della Calabria, lo stesso ‘Enti locali in
rete’ della Basilicata, i Centri di accesso pubblico ai servizi digitali avanzati, un’azione finanziata
con fondi CIPE (2003) e fondi regionali, inseriti in APQ, che coinvolgono le regioni ob.1.
281
VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
Ben più rilevanti sono le risorse CIPE destinate al mezzogiorno anche per iniziative rivolte
specificamente al superamento del divario digitale: con la delibera n.17 del 13 novembre 2003 si
stanziano 126 M€ su 9 linee di intervento del programma “Per il Sud e non solo”, tra cui rilevanti, il
già citato progetto “Centri di accesso pubblico a servizi digitali avanzati” ed il progetto “Centri
Servizio Territoriali per l’e-gov nei piccoli comuni”; inoltre 30 M€ sono stati assegnati per il
progetto SAX (servizi avanzati connettività sociale) e 300 M€ per lo sviluppo della banda larga.
Sarà importante analizzare i risultati concreti di questi interventi, di cui molti sono stati avviati solo
di recente. Tuttavia, è nostra impressione che per favorire l’integrazione di Internet nella vita
quotidiana dei cittadini e delle imprese, che è il vero superamento della condizione ‘trasversale’ di
divario digitale del sud, bisogna superare una logica di interventi solo infrastrutturali e per
l’accesso, ‘calati dall’alto’, comunque indispensabili, per maturare vere e proprie politiche
partecipate di diffusione della conoscenza di Internet e delle sue potenzialità d’uso, come strumento
di miglioramento della qualità della vita in senso ampio. Anche in accordo alle caratteristiche
sociali e territoriali del mezzogiorno, tra cui, annoveriamo: progressivo invecchiamento della
popolazione; bassi livelli di reddito; diffusa presenza di aree a bassa densità di popolazione;
difficoltà di crescita della società civile organizzata; crescente presenza di stranieri immigrati e
connessi bisogni di accesso alla comunicazione e all’informazione via Internet; scarsa diffusione di
luoghi pubblici d’accesso e di operatori commerciali di accesso ad Internet ecc.
Una attenzione specifica ai suddetti fattori, nelle fasi di programmazione degli interventi, potrebbe
aumentare l’efficacia delle politiche di superamento del divario digitale, contribuendo a specificarne
gli interventi.
Il coinvolgimento delle scuole, della società civile organizzata, delle famiglie, dei lavoratori e delle
imprese, nella programmazione e gestione di specifici interventi, mirati soprattutto a realizzare
progetti attraverso l’uso del computer e di Internet, sono, a nostro avviso, le politiche innovative su
cui gli attori pubblici e privati dovrebbero cimentarsi.
Il caso del PON SCUOLA
Il programma del PON Scuola, oggetto di caso studio della valutazione, è un programma in cui la
priorità società dell’informazione nelle scuole del sud è presente trasversalmente in tutte le misure.
La scelta di concentrarsi sulle azioni del PON Scuola deriva dalla semplice constatazione che la
diffusione della SI nelle scuole - nel mezzogiorno, dove per altro il programma ha dovuto
282
VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
‘aggredire’ le differenze nette registrate sugli indicatori di dotazione strumentale, formazione ed
accesso rispetto alle scuole del centro-nord – rappresenti un punto di partenza determinante per
abbassare le soglie di accesso alle opportunità dischiuse dalla SI, per le nuove generazioni, ma
anche per gli adulti che possono contare sulle scuole come centri di formazione e di accesso alla
conoscenza. Accesso, dotazione strumentale, laboratori e formazione – non solo dei ragazzi - fanno
appunto parte di una strategia integrata e di ampio raggio con la quale il PON Scuola ha operato
nella corrente programmazione. La portata degli investimenti e dei risultati ottenuti, come vedremo
di seguito, fanno ben sperare per gli effetti positivi che il programma avrà sui processi di
cambiamento culturale dei sistemi sociali locali delle regioni del mezzogiorno, che senza dubbio il
PON Scuola ha inteso innescare, facendo leva innanzitutto sulle politiche di inclusione ‘digitale’.
Descrizione del programma, analisi della strategia e dei principali risultati
Il PON “La Scuola per lo Sviluppo” è attuato dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della
Ricerca - Dipartimento per lo Sviluppo dell’Istruzione - Direzione Generale per le Relazioni
Internazionali, e coinvolge tutte le regioni ob.1 (Molise escluso). La dotazione finanziaria
complessiva è di 718,406 milioni di euro, di cui il contributo comunitario è di 472,558.
Nello specifico il PON Scuola ha messo in campo 26 azioni (vedi tab.1 ) rivolte a favorire lo
sviluppo della società dell’informazione nelle scuole, con una dotazione finanziaria complessiva
pari a circa il 30% del PON.
“Con la realizzazione degli interventi del PON Scuola si saldano i principali
obiettivi UE di promuovere la coesione sociale e contribuire allo sviluppo della
società dell’informazione e della conoscenza. Lo sviluppo della società
dell’informazione è uno dei temi “trasversali” a tutte le misure del Programma,
ormai in fase avanzata di realizzazione: 89% di impegni e poco meno del 50% di
spesa certificata, rispetto alla dotazione finanziaria complessiva .
Al PON Scuola concorrono il Fondo Sociale Europeo (FSE), con 6 misure, e il
Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) con 2 misure. Misure dei due Fondi
sono state, in molti casi, progettate in modo sinergico per dotare di tecnologie
283
VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
avanzate (finanziate dal FESR), le nuove offerte di percorsi formativi (finanziati dal
FSE)” 30.
Qual è la strategia di fondo del PON Scuola e come si è sviluppata ed attuata?
Le iniziative messe in campo dal PON Scuola si caratterizzano per l’integrazione tra gli
investimenti in tecnologie, in attività formative a livelli diversi di età ed anche all’uso della
multimedialità, su tutte le misure.
La strategia presenta elementi di continuità con la programmazione precedente – pluri-fondo assieme a naturali aggiornamenti rispetto alle novità introdotte a livello di obiettivi, dal Consiglio di
Lisbona e quindi dalla strategia eEurope, a livello dei percorsi formativi, nonché rispetto agli
sviluppi delle tecnologie.
Da un lato quindi si è continuato ad investire negli istituti tecnici e professionali, quindi sulle
tecnologie di settore, provvedendo ad un ammodernamento dei laboratori degli istituti.
Parallelamente si fanno interventi formativi, in continuità col passato.
Tra gli obiettivi degli interventi formativi, oltre a comprender sempre il principio delle pari
opportunità che estende di fatto i beneficiari dell’azione del PON oltre gli studenti ed i docenti, c’è
quello di colmare il gap tra cultura scientifica e tecnologica. Per questo c’è è stata prevista anche
un’azione specifica che si rivolge ai licei, volta a modernizzare i laboratori di fisica e chimica,
attraverso attrezzature di nuova generazione.
Dall’altro lato, il PON Scuola ha aggiornato la strategia coerentemente con le indicazioni di
Lisbona i cui obiettivi sono “scuole collegate ad Internet”, “alfabetizzazione informatica”,
“massimo allargamento dell’accesso”, “diffusione delle apparecchiature multimediali” e “sviluppo
di reti di istituto”.
Si osserva comunque una linearità nell’implementazione della strategia che indica la
maturazione da parte della ADG del PON Scuola di un’azione pragmatica rispetto ai fabbisogni
30
La spinta del PON Scuola sulle nuove tecnologie, Un programma, due diversi fondi strutturali con obiettivi comuni.
Attilio Compagnoni, Autorità di gestione. PON Scuola
284
VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
reali del sistema educativo, ma anche prospettica rispetto agli irrinunciabili obiettivi della nuova
programmazione.
Concretamente, il programma ha lavorato innanzitutto sull’emergenza di tecnologie di settore e poi
sulla diffusione delle tecnologie multimediali, e poi sulla diffusione di competenze aggiornate
rispetto alle esigenze del mercato del lavoro. L’ultima decisione maturata, in ordine cronologico, è
stata quella di investire nelle scuole medie ed elementari, una scelta obbligata dall’introduzione in
queste delle lingue straniere e dei computer ecc.
Nei cinque anni dall’inizio della programmazione non c’è stato bisogno di aggiornare gli obiettivi
della strategia, che sono rimasti appunto validi. Tra l’altro, si è ravvisato che gli obiettivi del
programma di fatto erano piuttosto coerenti anche con la riforma della scuola intanto avviata.
Tuttavia una novità è intervenuta e riguarda il rapporto con le regioni.
Si tratta delle Intese di Programma tra le Regioni ed il PON Scuola.
Le intese sono stipulate a volte dalle ADG, a volte dal Ministro e dal Presidente della Regione.
Sono concertati similmente alla concertazione tipica dei PON. I tavoli di concertazione sono i
Comitati di Sorveglianza dove si raccolgono le richieste delle parti sociali e delle regioni. L’ADG
del PON Scuola aveva previsto un calendario fitto di incontri con le ADG dei POR, a cui
partecipavano anche le Direzioni Scolastiche Regionali, uffici periferici del MIUR (ex.
provveditorati studi), che sono il vero referente operativo sul territorio. Tuttavia non è stato facile
adempiere totalmente al calendario..
Successivamente, in una fase più operativa, si è costituito un comitato pari-tecnico tra MIUR e
Regione, solitamente l’assessorato alla cultura, che coordina gli step della programmazione degli
interventi.
Solitamente le intese di programma sono stati realizzate in un ottica di “divisione dei compiti” e di
integrazione con programmi regionali già avviati.
Alcuni esempi.
Con la Basilicata, che si caratterizza per il forte intervento sulla dotazione strumentale, in
particolare per il progetto Un computer in ogni famiglia. In questo caso il PON Scuola ha stabilito
un accordo per supportare l’adeguamento delle scuole alla RUPAR e per integrare le iniziative con
il programma di diffusione dei PC nelle case.
Con la Sardegna si è lavorato di concerto con il programma MARTE, a regia regionale, avviato con
la precedente amministrazione, che prevedeva la distribuzione di reti telematiche nelle PA e nelle
285
VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
scuole. In questo caso il PON Scuola si è occupato di supportare il programma sostenendo
l’accessibilità delle scuole secondare superiori.
Con la Calabria, si è proceduti attraverso un accordo complementare, il PON Scuola si occupa di
fornire le tecnologie alle scuole secondarie, mentre il POR si occupa del primo ciclo. Più di recente
si è pubblicato un avviso relativo al completamento delle infrastrutture dei centri risorse contro la
dispersione scolastica, ed é stato previsto il completamento anche dei centri risorse istituiti con i
fondi del POR Calabria i quali – ovvero quelli di loro che ne hanno fatto richiesta- sono stati inseriti
nella rete dei centri istituiti dal PON.
Con la Sicilia, Il MIUR ha concordato un pacchetto di interventi a sostegno delle isole minori (per
cui ha emanato una Avviso specificamente rivolo a loro) ed una piattaforma di collaborazione
specifica nell'ambito della Misura 1.4 ( operatività Centri polifunzionali di servizio ). In particolare,
il MIUR si impegna, nell'ambito della misura/azione 1.4 (Sviluppo di centri funzionali di servizio
per il supporto all'autonomia, la diffusione delle tecnologie, la creazione di reti) a promuovere e
sostenere le attività programmate dai centri polifunzionali per lo sviluppo tecnologico e della
progettualità, con particolare attenzione all'area territoriale di Palermo, affinché si realizzi una rete
in favore delle isole minori della Sicilia di cui al punto 3 della presente intesa. Il MIUR si impegna
in particolare - sempre nell'ambito della misura/azione 1.4 - a sostenere l'aggiornamento dei docenti
nelle aree territoriali più emarginate in funzione della definizione di progetti didattici per il
miglioramento della qualità della scuola e per favorire la partecipazione ai progetti previsti dal POR
e dal PON.
Riguardo alle azioni di assistenza e di accompagnamento del PON Scuola, il programma
prevede una misura apposita, la Misura 8. I referenti regionali sono stati coinvolti per rilevare il
fabbisogno di assistenza e coordinare le attività, in particolare per gli interventi inseriti nella misura
4 e 2.2c.
Sono stati organizzati anche gruppi di lavoro sul PON a livello degli uffici scolastici regionali e
uffici provinciali che hanno supportato la continuità della comunicazione e dell’assistenza sul
territorio, per altro rafforzata anche attraverso un piano di comunicazione con le scuole, per mezzo
di forum tematici e di un sito web dedicato che attualmente sono usati come strumento di lavoro da
molti operatori delle scuole.
Dal punto di vista della gestione del programma, è stato perfezionato il sistema di monitoraggio per
aumentare le capacità di valutazione degli interventi. Si tratta di un indicatore importante della
286
VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
capacità istituzionale rispetto alle dimensione della valutazione e controllo31. In particolare il
sistema sarà presto in grado (release prevista entro la fine dell’anno) di raccogliere maggiori
informazioni su indicatori europei standard quali, ad esempio, numero di accessi ai laboratori, tasso
di frequenza dei corsi, numero di postazioni connesse ad internet ecc32.
Una riflessione utile riguardo al sistema di monitoraggio nazionale, concerne la difficoltà reperire
dati, specialmente a livello disaggregato, per capire quanto pesa la SI in ogni bando a livello
regionale rivolto alla formazione e sistema scolastico.
Secondo quanto emerso dall’intervista, i bandi regionali sono molto generali, forse perché hanno
come target una utenza diversificata, quindi non è facile distinguere quanto entra la componente SI.
Un suggerimento che viene dai responsabili del PON Scuola riguardo al sistema MONIT, è di avere
la possibilità di sapere quando e quanto un intervento è collegato al PON Scuola.
Riguardo alla integrazione tra tecnologie e formazione, occorre innanzitutto precisare che la
formazione svolta attraverso le misure del PON Scuola – fondi FSE – è di tipo extra-currucula.
Tuttavia l’ADG del PON si è sforzata in questi anni di convincere gli istituti a riconoscere le attività
formativi come crediti, in modo da incentivare la domanda. Lo stesso vale per le esperienze di stage
finanziate dal PON.
Una novità rispetto ai tradizionali interventi formativi, è la recente attivazione (settembre 2005) di
un’azione di formazione rivolta al personale della scuola, sulle tematiche della progettualità,
monitoraggio e valutazione. Si tratta di un’iniziativa maturata dalla consapevolezza che occorreva
investire sulle nuove competenze fondamentali per rendere gli operatori del sistema educativo in
grado di svolgere un ruolo di maggior protagonismo nei programmi nazionali e comunitari,
31
Questo è un esempio non convenzionale di come il cosiddetto ‘processo di europeizzazione’ si stia ormai affermando,
al di fuori delle amministrazioni più direttamente investite dalla gestione dei programmi europei, nelle organizzazioni
più dinamiche, e di quanto esso stia influendo sulle attività di monitoraggio, valutazione ed analisi che sono utilizzate
oltre una mera logica amministrativa.
32
In collaborazione con l'INDIRE che si occupa del sistema di monitoraggio, partirà appunto quest'anno il sistema di
gestione dei progetti da parte delle singole scuole: on-line, ciascuna scuola inserirà i dati relativi agli attori e alle attività
di ciascun progetto. In tal modo sarà possibile conoscere l'azione formativa nel suo svolgersi.
287
VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
anche guardando al futuro. Questo intervento coprirà 2000 scuole, interesserà 8500 individui,
forse di più, e sarà realizzato da una ATI il cui capofila è l’Università Bocconi. Le attività formative
includono interventi di formazione a distanza - FAD - e in presenza. Date le cifre, l’ADG tiene a
sottolineare che la risposta al bando è stata al di sopra delle aspettative.
L’intervento identifica due percorsi distinti: uno rivolto ad accrescere le competenze per l’utilizzo
ottimale dei fondi strutturali e delle politiche comunitarie; l’altro è rivolto ai docenti che operano
nei centri servizi (misura 2.2c), che saranno formati con competenze tecniche specifiche, tra cui
quelle necessarie per diventare amministratori di rete. L’obiettivo è portare questi docenti
all’acquisizione di una certificazione ed a fare esperienza di tirocinio all’interno dei centri servizi.
Si punta quindi alla sostenibilità del progetto. In questo senso i due progetti (formazione del
personale per i centri di servizio e accrescimento delle competenze sui fondi e sulle politiche
comunitarie) sono assolutamente integrati.
Per quanto riguarda l’uso del FSE per la diffusione della società dell’informazione, si è fatto molto
sulla formazione agli studenti concentrandosi sul ‘patentino europeo’ ma anche sulla
disseminazione delle competenze linguistiche. L’ADG ha anche introdotto meccanismi di
incentivazione. Per esempio, più della metà delle scuole che ha realizzato interventi formativi di
questo tipo, ha ricevuto anche i finanziamenti per la formazione a lavoratori.
Di seguito una tabella riassuntiva dei risultati ottenuti da 10 azioni finanziate dal FSE, strettamente
interconnesse con le altre 16 azioni messe in campo dal PON Scuola per lo sviluppo della società
dell’informazione (vedi tabella 3 più avanti).
Tab.1 Numero di progetti, istituti e allievi coinvolti in iniziative finalizzate a favorire lo sviluppo della società
dell’informazione (approfondimento in dettaglio di 10 delle 26 azioni messe in campo).
Misura/azione
del
PON N° progetti
scuola
N°
istituti Tipologia istituzioni scolastiche
N° allievi
coinvolti
1.1a
4.486
1.045
Scuole del II ciclo di istruzione
90.000
1.1b
2.202
713
Scuole del II ciclo di istruzione
44.000
1.1f
286
217
Istituti Professionali e/o tecnici
6000
1.2
7.391
801
Scuole del II ciclo di istruzione
111.000
1.3
3.400
1.012
Scuole del II ciclo di istruzione
68.000
1.4
1.043
79
Centri polifunzionali di servizio
20.000
5.1
120
108
Scuole del II ciclo di istruzione
2.400
6.1
3.386
736
Centri Territoriali per l’educazione degli adulti
68.000
7.2
2.120
736
Scuole del II ciclo di istruzione
42.000
7.3
1.641
523
Scuole del II ciclo di istruzione
33.000
288
VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
Vision & Value – The London School of Economics and Political Science
AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
Totale
26075
5970
504400
Fonte: PON Scuola – MIUR, 2005.
Il Divario Digitale: i risultati
Un risultato sintetico, innanzitutto: nel 2001 comunque si registrava un divario estremo rispetto al
rapporto PC/studenti che era di 1/28 a livello nazionale e nel sud raggiungeva una media di 1/36.
Nel 2004 si è visto che il divario si è praticamente annullato. La metà della dotazione tecnologia è
stata acquistata con il PON.
Tab.2 Computer presenti nelle scuole del Mezzogiorno in comparazione con la media nazionale
Rapporto studenti/PC
2001
2004
Media nazionale
28
11
Media Regioni Ob. 1
36
11
Fonte: MIUR, PON Scuola, Dati di monitoraggio dicembre 2004
Da sottolineare che questi dati devono essere interpretati anche alla luce del fatto che per il
mezzogiorno si è potuto approntare una politica più recente che ha fatto riferimento ad una
tecnologia più avanzata.
Per rispondere alla veloce trasformazione tecnologica l’ADG ha introdotto una flessibilità
nell’implementazione dei progetti. Nel concreto, una volta che le scuole presentano un progetto su
un bando, passano di media 6-7 mesi per la valutazione e la graduatoria; in questo periodo si è
concesso alle scuole di poter cambiare la specifica tecnologica da comprare, quindi di aggiornarla
rispetto ad eventuali mutamenti nell’offerta da cui poter trarre vantaggio.
Oltre al ritardo tecnologico, il PON Scuola ha dovuto affrontare anche un ritardo culturale rispetto
all’uso delle nuove tecnologie. In particolare preoccupava la presenza di una ritardo di
alfabetizzazione informatica da parte degli operatori che poteva rallentare fortemente la stessa
attuazione del programma, visto che questa si basa e si supporta fortemente sulla componente
tecnologica, quale il sistema informativo e sulla comunicazione ed accesso all’informazione via
web.
Il sistema informativo appunto, è stato il primo strumento su cui si è fatto leva per socializzare gli
operatori all’uso delle tecnologie informatiche e del web. Rispetto allo scorso ciclo, l’ADG ha
trasformato il sacrifico di monitorare il programma attraverso il sistema informativo, in opportunità,
289
VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
Vision & Value – The London School of Economics and Political Science
AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
usandolo appunto come strumento di conoscenza e diffusione della SI. Il sistema informativo,
finalizzato alla gestione del monitoraggio fisico e finanziario e per la gestione progetti, supporta
attualmente i processi informativi di 35.000 progetti. Ad oggi tutte le scuole lo usano. Si registra
inoltre una crescita costante della posta elettronica per comunicare con l’ADG; questa
comunicazione è finalizzata anche a task di assistenza quotidiana, mentre nel 2000 le scuole che
non usavano la posta elettronica erano la maggior parte.
Una scelta che si è rivelata fondamentale per incentivare gli operatori a modernizzarsi, è stata quella
di vincolare l’assegnazione dei finanziamenti alle scuole all’uso dei sistema informativo: chi non
carica i dati nel sistema, non riceve i finanziamenti assegnati. Una scelta di ‘obbligatorietà’
criticamente ponderata che ha destato qualche timore, ma che alla fine ha premiato.
Riguardo alla connettività, l’ADSL nelle scuole ha dato possibilità in più per sviluppare progetti ed
attività formative. Tuttavia ci si è arrivati per gradi.
Nel 2000 c’era una rete – intranet - e un computer intranet in ogni scuola. Nel nuovo ciclo di
programmazione si è subito cominciato ad usare questo canale, per passare progressivamente ad una
logica Internet. I bandi si pubblicano in internet, si contattano i referenti per posta elettronica ecc. In
questo modo il PC ed Internet sono diventati la risorsa quotidiana degli operatori.
Questo ha favorito la diffusione del PON Scuola nelle scuole: il coinvolgimento è stato notevole in
quanto il 90% delle scuole è stato toccato almeno da un progetto del PON Scuola per le azioni a
sostegno della SI33.
In sostanza, il poter contare su un sistema informativo molto grande è stato fondamentale, altrimenti
si sarebbe dovuto far affidamento alle reti a livello degli istituti, che però non esistevano
dappertutto, o comunque non garantivano connessioni adeguate (vedi ad esempio la carenza di
ADSL in Sicilia). I responsabili del PON Scuola sottolineano con forza che, in generale, nessuna
regione è stata trovata preparata sulle infrastrutture di base: ci si è trovati di fronte ad approcci
diversi, alcuni molto settoriali e non trasversali.
Riguardo alle reti telematiche, con l’azione 2.2a si sono cablati oltre 1300 istituti per un
investimento totale di oltre 34 M€34.
33
Riguardo alla qualità degli investimenti, da un resoconto dei processi di valutazione dei progetti - attività che vede
coinvolti gruppi di valutazione locale e nuclei centrali - fornitori dalla ADG Pon Scuola, si evince che ci si è focalizzati
sul contenuto dei progetti con l’obiettivo di innalzarne la qualità.
290
VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
Vision & Value – The London School of Economics and Political Science
AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
Di seguito i dati sugli investimenti ed i progetti messi in campo dal PON Scuola sulle 26
azioni dedicate alla società dell’informazione.
Tab. 3 Distribuzione dei progetti riferiti alle misure/azioni riconducibili all'obiettivo "sviluppo della Società
dell’Informazione" del PON Scuola (per annualità)
MISURA
AZIONE
FONDO descrizione
2000
2001
2002
2003
2004
2005
Totale
formazione ragazzi
1 1A
FSE
tecnologie
995
102
905
834
1020
630
4486
258
32
429
558
595
330
2202
formazione ragazzi
1 1B
FSE
lingue
formazione ragazzi
1 1F
FSE
imprenditorialità
286
286
formazione ragazzi
1 1H
FSE
ambiente
5
45
5
55
alternanza scuola1 2
FSE
lavoro
3910
145
809
1730
797
873
52
806
686
676
7391
formazione docenti
1 3
FSE
tecnologie
1 4
FSE
2 1A
FESR
2 1B
FESR
lab settore tecnici
2 1C
FESR
lab lingue
2 1D
FESR
sviluppo
2
2 1F
FESR
2 1G
FESR
2 2A
FESR
113
55
99
lab settore artistici
1043
67
118
14
42
12
11
211
168
79
178
140
536
46
102
18
64
impresa
simulata
lab
1041
settore
professionale
lab
FESR
3399
centri
servizio
lab
2 1E
306
scienza
23
&
tecnologia
166
276
442
1502
1502
lab scuola primo
ciclo
cablaggi di istituto
229
346
473
295
1343
116
154
445
332
1047
postazioni
2 2B
34
FESR
multimediali
Per le isole minori, il programma si è concentrato sulle infrastrutture che mancano quasi completamente in alcuni
casi. Tuttavia il progetto è una multi-misura rivolto alle scuole, che permette loro di accedere a tutte le misure del PON.
291
VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
Vision & Value – The London School of Economics and Political Science
AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
(anche mobili)
2 2C
FESR
centri di servizio
centri
26
contro
4 1A
FESR
FESR
dispersione
4 2
FESR
74
11
43
54
28
1
38
29
20
49
risorse
(completamenti)
centri
25
la
centri
4 1B
23
risorse
9
risorse
in
aree isolate
formazione
5 1
FSE
superiore (IFTS)
6 1
FSE
formazione adulti
7 3
FSE
formazione adulte
8 1
FSE
ass tecnica
8 2
FSE
ass tecnica
7 misure
40
585
26 azioni
132
7061
80
120
619
830
845
375
3386
484
426
555
176
1641
6
3
44
1
1465
5473
6423
1
0
10
28
53
126
6404
2916
29742
Fonte: PON Scuola – MIUR, 2005.
Tab. 4 Distribuzione degli investimenti dei progetti riferiti alle misure/azioni riconducibili all'obiettivo "sviluppo
della Società dell’Informazione" del PON Scuola (milioni di euro; per annualità)
MISU AZION
RA
E
FONDO descrizione
2000
2001
2002
2003
2004
2005 Totale
€ 5.580.515
€ 8.562.851
€ 891.218
€ 7.626.092
€ 7.287.672
€ 8.914.010
38.862.359
€ 5.159.416
€ 3.242.137
€ 324.459
€ 5.813.187
€ 8.129.927
€ 8.673.403
31.342.528
formazione
1 1A
FSE
1 1B
FSE
€
ragazzi tecnologie
formazione
€
ragazzi lingue
formazione
ragazzi
1 1F
FSE
imprenditorialità
€
€
11.819.728
11.819.728
formazione
1 1H
FSE
ragazzi ambiente
€ 383.000
€ 844.025
€ 6.200.654
€ 7.427.679
€
alternanza
1
2 FSE
€
scuola-lavoro
€
€
€
111.503.60
7
50.364.029
€ 1.840.781
13.199.483
31.547.637
14.551.677
€
€
€ 6.140.647
€ 364.453
€ 6.384.438
€ 6.763.173
13.448.603
36.337.638
formazione
1
3 FSE
docenti tecnologie
sviluppo
1
4 FSE
centri
servizio
lab
€ 3.236.324
€
€
11.244.195
11.399.132
€ 154.937
settore
2 1A
FESR
professionale
€ 6.310.022
2 1B
FESR
lab settore tecnici
€ 5.072.816
€ 2.922.667
€ 9.232.689
€ 3.057.758
€ 8.130.573
€ 7.965.241
30.122.740
€ 3.380.189
€ 8.166.882
€ 1.290.916
€ 4.664.858
€
2 1C
FESR
lab lingue
€ 3.412.707
€ 6.054.802
2 1D
FESR
lab settore artistici
€ 1.128.828
€ 3.657.865
2 1E
FESR
lab
€ 886.340
€ 849.471
impresa
12.689.989
€ 1.638.131
€
292
VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
Vision & Value – The London School of Economics and Political Science
AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
simulata
lab
2 1F
FESR
scienza
&
€
tecnologia
€ 5.782.945
€ 9.583.265
lab scuola primo
2 1G
FESR
ciclo
2 2A
FESR
cablaggi di istituto
15.366.210
€
€
26.701.148
26.701.148
€
€
€ 5.930.220
€ 9.149.933
12.153.378
€ 7.031.232
34.264.763
€ 2.360.700
€ 3.149.111
€ 9.082.953
€ 6.543.382
21.136.146
€ 3.720.126
€ 2.889.046
€ 3.170.714
€ 9.779.885
postazioni
multimediali
2 2B
FESR
2 2C
FESR
centri di servizio
centri
risorse
contro
4 1A
FESR
4 1B
FESR
€
(anche mobili)
la
dispersione
centri
€
€
€ 4.158.275
14.961.340
19.119.614
€ 4.170.269
€ 230.035
€ 4.975.637
€ 1.804.910
€ 2.420.418
€ 4.225.328
risorse
(completamenti)
€ 575.333
centri risorse in
4
2 FESR
aree isolate
5
1 FSE
superiore (IFTS)
6
1 FSE
formazione adulti
€ 4.996.483
7
3 FSE
formazione adulte
€ 2.731.745
8
1 FSE
ass tecnica
€ 32.333
8
2 FSE
ass tecnica
€ 1.205.714
formazione
€ 7.089.301
€ 7.235.267
€ 1.682.872
€
€
14.062.932
21.152.232
€
€
€
€ 7.228.604
11.038.846
11.234.324
43.416.396
€ 6.804.841
€ 6.429.746
€ 8.384.523
24.350.855
€ 205.206
€ 164.268
€
€ 1.517.092
€ 474.400
7
misu
26
re
azioni
Totali
€ 96.579
€ 498.386
€ 4.215.110
€ 7.412.316
€
€
€
€
€
€
€
102.950.17
132.606.02
129.615.08
541.409.32
34.569.724
89.418.663
52.249.654
1
7
8
8
Fonte: PON Scuola – MIUR, 2005.
Come già accennato, in base ai dati di monitoraggio del PON Scuola, al 30/6/2005 più del 90%
degli istituti del II ciclo di istruzione delle regioni dell’obiettivo 1 hanno beneficiato di almeno una
delle azioni previste dalle due misure FESR; nelle sei regioni dell’obiettivo 1 è presente il 57% dei
computer censiti nell’intero paese mentre la popolazione scolastica del mezzogiorno rappresenta il
45% di quella nazionale. Il QCS è stato di fondamentale importanza: il 47% dei computer presenti
nelle Regioni Ob. 1 sono stati acquistati con il contributo di fondi comunitari del PON scuola.
Si stima che la spinta del PON ha allineato, nel 2004, il rapporto studenti/computer sulla media
nazionale, con una riduzione significativa di 2/3 del valore studenti/PC relativo al 2001 (PON
Scuola, MIUR, 2005)
293
VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
Vision & Value – The London School of Economics and Political Science
AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
Come si evidenzia nelle tabelle sopra riportate, sono due le azioni finanziate dal FESR dedicate
specificamente all’adeguamento tecnologico (Misura 2) o in cui la componente tecnologica è
rilevante (Misura 4), seppure sostenute ed integrate da altre azioni finanziate dal FSE (ad esempio
rilevante è l’azione 1.4).
In particolare, la misura 2 “Nuove tecnologie per l’utilizzo e la valorizzazione delle metodologie
didattiche” ha l’obiettivo di migliorare e riorganizzare i supporti infrastrutturali e tecnologici per il
sostegno della qualità dell’istruzione e il rafforzamento del sistema scolastico nell’ottica
dell’integrazione e dello sviluppo della società dell’informazione e della conoscenza.
Particolarmente rilevante in materia di divario digitale, è l’Azione 2.2 che finanzia interventi di
costituzione e potenziamento delle reti telematiche e di comunicazione, sia interne che esterne, di
istituti scolastici. Gli interventi si realizzano attraverso il rafforzamento degli equipaggiamenti
informatici, telematici e multimediali e di tutte le infrastrutture necessarie per consentire la messa in
rete degli istituti scolatici - con particolare riguardo a quelli che svolgono funzioni di centri di
servizio - e la costituzione di reti locali per favorire lo sviluppo della società della conoscenza e
dell'informazione.
A fine 2004 la misura ha drenato risorse per 167,56 milioni di Euro che rappresenta quasi il 40%
del totale degli investimenti.
Dal rapporto di monitoraggio effettuato dal Valutatore del PON Scuola – Ecoter – si evince che la
misura ha registrato una buona performance anche rispetto alle altre misure.
294
VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
Tab. 4 - Indicatori di finanziamento
Misura
1.
Adeguamento del sistema dell’istruzione
2.
Nuove tecnologie per le metodologie
didattiche
Fondo
Progetti
Progetti
Aut./Amm.
autorizzati
ammissibili
2000/2004
2000/2004
2000/2004
(%)
FSE
16.820
29.738
56,56
FESR
3.545
7.371
48,09
FSE
3.870
9.662
40,05
FESR
140
307
45,60
3.
Prevenzione della dispersione scolastica
4.
Infrastrutture per inclusione scolastica
5.
Formazione superiore
FSE
120
276
43,48
6.
Istruzione permanente
FSE
3.049
5.797
52,60
7.
Accesso e la partecipazione delle donne al
FSE
3.762
6.913
54,42
31306
60.064
52,12
MdL
TOTALE
Fonte:Rapporto di Monitoraggio PON Scuola. Elaborazioni Ecoter. Dati al dicembre 2004
Tab. 5 -
Indicatori di riuscita attuativa
Misura
1.
Adeguamento del sistema dell’istruzione
2.
Nuove tecnologie per le metodologie
didattiche
Avviati e
Progetti avviati
Progetti
e conclusi
autorizzati
2000/ 2003
2000//2003
FSE
12.120
13.353
90,8
FESR
2.853
3.545
80,5
FSE
2.302
2.838
81,1
FESR
71
71
100
Fondo
conclusi/
autorizzati
(%)
3.
Prevenzione della dispersione scolastica
4.
Infrastrutture per inclusione scolastica
5.
Formazione superiore
FSE
37
119
31,1
6.
Istruzione permanente
FSE
1.803
2.180
82,7
7.
Accesso e la partecipazione delle donne al
FSE
1.975
2.431
81,2
24.537
21.161
86,2
MdL
TOTALE
Fonte:Rapporto di Monitoraggio PON Scuola. Elaborazioni Ecoter. Dati al dicembre 2003.
295
VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
APPROFONDIMENTO DEL CASO STUDIO: I CENTRI POLIFUNZIONALI DI
SERVIZIO
Innalzare la qualità guardando al futuro: l’integrazione tra le scuole ed il territorio.
I centri polifunzionali di servizio
“E’ stato importante pensare ad una strategia che puntasse ad incentivare la scuola ad
interfacciarsi col territorio, gli enti locali ed i vari attori della società locale”
E’ questa l’idea che sta alla base dei nuovi interventi posti in essere dal PON Scuola in questa fase
finale del periodo di programmazione, con uno sguardo, appunto, al futuro.
In particolare la Misura 1/ Azione 1.4 (FSE) sostiene lo sviluppo dei c.d. centri polifunzionali,
secondo la circolare intitolata “Sviluppo di centri polifunzionali di servizio per il supporto
all’autonomia, la diffusione delle tecnologie, la creazione di reti”.
Questi centri si allestiscono in concreto in Istituti superiori, che sono incaricati di servire una rete di
scuole a livello provinciale e di fare da raccordo con la politica di sviluppo locale del territorio,
dopo che è stato espresso un giudizio positivo da parte di una commissione di valutazione del
Ministero che ha verificato la storia progettuale della scuola e soprattutto le infrastrutture di cui essa
è dotata.
I centri servizi (ma anche i centri risorse: l’ADG infatti sta valutando l’opportunità di estendere al
massimo i possibili destinatari della misura 1.4 per sostenere e garantire l’azione delle reti e lo
sviluppo locale), che dimostravano di possedere le caratteristiche tali da poter accedere alla richiesta
dei finanziamenti, hanno potuto beneficiare di due bandi indetti dal MIUR, dove era importante
specificare sia l’esperienza in progetti di formazione nei precedenti PON scuola, sia i legami con
partnership locali o l’esistenza di convenzioni nel territorio.
Per quel che riguarda nello specifico i finanziamenti dell’azione 1.4, i centri dovevano raccogliere
tutte le domande che rappresentassero il fabbisogno di formazione delle scuole del territorio a cui
volessero riferirsi; in seguito, è stato il MIUR che, una volta analizzati i fabbisogni, ha cercato di
mettere in atto delle sinergie che ridistribuissero le domande, seguendo criteri di “logistica”, o
grandezza delle scuole, ove ve ne fosse bisogno.
Quindi, oggi si adotta il termine “Centri polifunzionali di servizio” per distinguere fra quelle scuole
che hanno infrastrutture grazie alla 2.2c (centri di servizio) e quelle, Centri polifunzionali di
296
VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
servizio, che hanno attivato la misura 1.4.
L’hardware si è realizzato con i fondi FESR (2.2c); con la misura 1.4 si sono finanziati
prevalentemente i progetti di sviluppo, lasciando comunque libertà alle scuole di progettare
interventi che ben si raccordassero con le caratteristiche di sviluppo locale.
In questo senso, diversi centri polifunzionali di servizi (CPS) hanno cercato anche di instaurare un
rapporto tra PIT e Reti di Scuole. L’ADG aveva giustamente individuato nei patti formativi, un
elemento comune tra POR-PIT e il programma del PON Scuola, con la volontà di mettere insieme
le scuole e renderle soggetti attivi nella programmazione locale.
Tuttavia l’azione non si è potuta fare immediatamente, perché i PIT hanno cominciato a funzionare
solo da poco, ma alcuni centri, sono stati di fatto integrati nei PIT in alcune regioni. In Sicilia ad
esempio, c’è un centro inserito nel PIT (Bagheria) e un altro inserito in un PIR (Taormina) a cui
offre supporto tecnologico.
I centri servizi quindi, una volta divenuti CPS, diventano dei riferimenti sul territorio, che operano a
livello provinciale.
Queste scuole così allestite, devono diventare il luogo deputato allo sviluppo di queste politiche per
il futuro. Il CPS si presenta come una struttura riconosciuta che si riferisce a scuole esistenti e
quindi ad una domanda reale, con il compito, da una parte, di mettere a sistema quello che già le
scuole fanno, dall’altro di promuovere progetti realizzati con altri programmi.
I dati attualmente disponibili sull’uso di queste strutture indicano che 50000 docenti hanno fatto
richiesta di beneficiare della circolare (bando) per la formazione di insegnanti per i centri servizi, di
cui oltre 10000 insegnanti sono stati coinvolti (alla data della valutazione), per 5 livelli di
formazione.
In coerenza con la strategia del PON che tende a favorire e costruire progetti che lavorino in rete, i
CPS svolgeranno una funzione rappresentativa delle esigenze locali.
Alla base di questo intervento vi è la consapevolezza che i processi di modernizzazione e di
innovazione didattica non sono sostenibili per una singola scuola.
Questa scelta dovrebbe diffondere, progressivamente, la consapevolezza delle potenzialità offerte
dalle nuove tecnologie di costruire network, reticoli ‘socio-tecnici’ attraverso cui soggetti diversi, o
appartenenti ad un medesimo ambito di riferimento, cooperano dandosi scopi e regole proprie per il
perseguimento di obiettivi autonomamente definiti.
Questa strategia supportata con i centri servizi, che opereranno in modalità poli-funzionale, ed
297
VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
integrandosi con le funzioni proprie di altri centri disseminati sul territorio grazie al QCS –
laboratori, centri risorse contro la dispersione, centri risorse in aree isolate, ecc. – ha tutte le
caratteristiche per supportare uno sviluppo sostenibile della società dell’informazione a livello
regionale, valorizzando appunto i luoghi – le scuole - e le risorse umane – i giovani - naturalmente
predisposte ad operare per la crescita culturale, sociale ed economica dei sistemi locali.
LE FUNZIONI DI SUPPORTO DEI CENTRI POLIFUNZIONALI DI SERVIZI (CPS) AL
TERRITORIO: EVIDENZE EMERSE DALLA RICERCA SUL CAMPIO IN ALCUNI
CENTRI DELLA SICILIA
Come completamento della valutazione delle pratiche di sviluppo della SI nel Mezzogiorno, si è
ritenuto opportuno dedicare spazio a tre studi di caso che verificassero lo stato di avanzamento e gli
effetti del PON Scuola per quel che riguarda la diffusione delle ITC a supporto dell’innovazione
della didattica e delle professionalità degli operatori della scuola.
In particolare, si è scelto di far riferimento ad alcune scuole delle Sicilia35 dove, a seguito della mis.
1/ azione 1.4 del PON Scuola, erano stati sviluppati i cosiddetti Centri Polifunzionali di Servizio
(CPS), che predisponevano particolari funzioni di supporto al territorio di cui si ponevano come
riferimento.
La Sicilia, come il resto delle scuole del Mezzogiorno, si trova oggi in una situazione di ritardo in
termini di diffusione delle tecnologie.
Per quel concerne i CPS visitati, possiamo dire che lo scenario conferma questa generale condizione
di ritardo strutturale, accentuata sia dalla mancanza della Banda Larga - che comporta costi spesso
proibitivi per gli Istituti -, sia dal problema dell’obsolescenza delle tecnologie utilizzate; le scuole36
infatti, sono dotate di infrastrutture tecnologiche che hanno età comprese tra i 2, nel migliore dei
casi, e i 9 anni. Questa generale condizione di ritardo è aggravata dalla inesistente aggregazione tra
gli istituti per negoziare modalità di fornitura dei servizi di connettività più convenienti.
Pertanto, ciò che emerge è che un progetto concreto di innovazione, nel contesto che abbiamo
35
Le scuole selezionate (attive nei comuni di Taormina, Bagheria e Siracusa) sono state concordate con il committente
e in stretta relazione alla domanda valutativa.
36
Ancora una volta, e d’ora in poi, si fa riferimento alle tre scuole selezionate come oggetto della valutazione
298
VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
analizzato, non può che procedere a piccoli passi, seppur inseriti in un quadro strategico di continua
evoluzione e mai di totale immobilità in questi anni.
LA PROGETTUALITA’ ALL’INTERNO DEI CPS SICILIANI
Da quanto emerso dai tre studi di caso, bisogna sicuramente riconoscere le capacità progettuali
degli Istituti superiori visitati.
Questa capacità di organizzazione e gestione si esemplifica nell’impegno attivo e costante di alcuni
docenti che, secondo iniziativa dei Dirigenti Scolastici – iniziativa comune a tutti e tre i Centri
visitati abbiamo potuto appurare – lavorano per ottenere la massima funzionalità, sia dalla
strumentazione a disposizione che dalle risorse umane disponibili, per garantire una più efficiente
organizzazione della progettazione delle attività del Centro.
La criticità, emersa in maniera altrettanto comune e generalizzata, attraverso le interviste ai docenti
responsabili dei Centri, riguarda proprio la mancanza di un ruolo riconosciuto di coloro che
svolgono questo impegno di gestione e progettazione dei CPS; tanto che, tale impegno, è svolto per
lo più in maniera aggiuntiva al quotidiano lavoro di insegnamento, e spesso senza nessun
riconoscimento e/o retribuzione adeguata per l’impegno quotidianamente prestato.
Emerge che siano i docenti dell’Istituto più interessati e maggiormente formati sulle nuove
tecnologie ad occuparsi della “sopravvivenza” del Centro. L’inadeguatezza da parte della direttiva
del PON a predisporre dei “ruoli specifici” per la gestione, al di là della figura del Dirigente
Scolastico (D.S.) come responsabile di ogni progetto, si concretizza nella mancanza di una
formazione iniziale e di un coordinamento “dall’alto”, sia per quel che riguarda proprio le funzioni
iniziali e fondamentali di organizzazione della struttura, sia per quello che in seguito si riferisce alla
gestione delle funzionalità del Centro.
Le iniziative intraprese dalla scuola partono dal pieno riconoscimento delle potenzialità intrinseche
allo sviluppo dell’autonomia delle istituzioni scolastiche, che però, si scontrano nel quotidiano con
la mancanza di una flessibilità scolastica diffusa, che vede ancora soltanto il Dirigente come unico
referente (ruolo che lo carica di notevoli responsabilità riguardo a tutte le attività della scuola), ed
impedisce a coloro che operano a titolo del CPS, di agire effettivamente in maniera autonoma e
riconosciuta.
La mancanza di queste figure, sia organizzative che prettamente tecniche, disegnate e predisposte a
livello nazionale, causa rallentamenti e procedure di organizzazione poco snelle, che ritardano lo
sviluppo dei progetti, e lasciano alla “bontà” e alle capacità dei singoli docenti volenterosi della
299
VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
scuola, la voglia di continuare a portarli avanti.
Per questo motivo, a parte il caso del Centro di Bagheria, che beneficia di un profondo radicamento
nel territorio, grazie ad un impegno decennale, precedente allo stesso PON scuola, gli altri due
Centri si trovano nell’impossibilità organizzativa di poter offrire un supporto continuativo al
territorio di riferimento; sia perché i docenti responsabili del Centro possono cambiare di anno in
anno, sia perché oltre ad occuparsi del Centro devono portare avanti la normale attività scolastica
che è prioritaria.
Raramente si riesce a tenere il Centro aperto oltre il normale orario scolastico, attivandolo per una
fruizione aperta alle varie utenze del territorio, poiché questo necessiterebbe chiaramente di un
controllo maggiore e di specifiche professionalità che, come abbiamo detto poco prima, tuttora
mancano.
Infine, sempre per quel che riguarda la progettualità iniziale, si è proceduto prima di tutto
monitorando i fabbisogni del territorio, ad opera di ciascuna scuola. Attraverso il monitoraggio si
dovevano ottenere un numero di domande (generiche) di interesse alla formazione da parte dei
docenti delle scuole di I ciclo.
Rispetto a questa domanda iniziale, comunicata poi dalla singola scuola al MIUR per ottenere i
finanziamenti corrispondenti, l’entità dei progetti approvati dal MIUR in alcuni casi risultava
incrementata, in altri diminuita.
Alcuni esempi rispetto ai casi analizzati:
Siracusa: richiede il finanziamento di 10 corsi, assegnati 4.
Bagheria: richiede il finanziamento di 20 corsi, assegnati 38.
Lo scostamento tra corsi di formazione richiesti ed assegnati può derivare, come già accennato, dal
fatto che tra i criteri selezionati dal MIUR per la distribuzione dei corsi vi è quello della ‘logistica’ o
grandezza delle scuole, al fine di creare sinergie nel territorio.
Il dato che comunque emerge dalle interviste – quindi il punto di vista dei beneficiari - è che la
scuola si è trovata a fronteggiare una condizione diversa da quella prospettata dalla
programmazione iniziale, che spesso ha messo in crisi la capacità di gestire gli interventi.
L’OBSOLESCENZA DELLE INFRASTRUTTURE E I COSTI DEI SERVIZI OFFERTI
Come accennato all’inizio, dalla visita dei laboratori emerge una comune obsolescenza delle
300
VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
infrastrutture presenti. Manca infatti una forma di finanziamento che consenta un costante
aggiornamento dei servizi infrastrutturali presenti.
Le scuole, per questo motivo, ammettono di dover ricorrere ad altre forme di finanziamento per
poter mantenere in vita i laboratori. In alcuni casi anche sponsorizzazioni private.
A questo problema dei finanziamenti infrastrutturali è strettamente riferito il problema dei costi.
I costi di funzionamento, dovuti ai canoni – causa principale ne è la mancanza della Banda Larga - ,
risultano talmente severi e poco agevolanti per l’Istituto, che impediscono l'uso funzionale di tutte
le strutture e la normale fruizione del Centro (le sale per videoconferenze restano spesso chiuse).
A questi si aggiungono gli oneri - finanziari e non – che l’uso delle nuove tecnologie pone a carico
diretto dei CPS siciliani che fanno formazione. Infatti, per i docenti che frequentano i corsi, e
tentano di fare proprie queste conoscenze, per poi utilizzarle per la propria didattica, le difficoltà
sono spesso insormontabili, a causa di carenza tecnologica nelle loro rispettive sedi; carenza di
assistenza nelle fasi successive, una volta rientrati nei propri istituti ecc.
L’unico punto di riferimento rimane il Centro Servizi che però, a causa della mancanza del
personale tecnico e dell’obsolescenza delle proprie infrastrutture, non riesce a farsi carico di ciò e
garantire anche questa assistenza.
A Bagheria, dove il Centro è un riferimento per la formazione di ben 35 scuole del I ciclo, ammette
di trovarsi nella situazione imbarazzante di poterne seguire attualmente solo 4-5 al massimo.
Lo sconforto non è rappresentato tanto dalle difficoltà incontrate durante i corsi (dei quali tutti gli
insegnanti del I ciclo, che è stato possibile intervistare, si sono dichiarati soddisfatti), ma proprio
dalla mancanza di assistenza una volta terminato il corso.
Le insegnanti intervistate si chiedono quale sarà il futuro delle competenze apprese sino ad ora se
nelle loro scuole i laboratori di informatica sono praticamente inesistenti (2-3 PC) e se c’è una totale
mancanza di assistenza tecnica.
Il superamento dell’obsolescenza delle strutture dei CPS pertanto, dovrebbe comprendere anche la
predisposizione di servizi tecnici di supporto, capaci di intervenire in tempi e modalità efficienti per
il monitoraggio capillare dei problemi nelle scuole di tutto il territorio.
LA FUNZIONALITA’ INTERNA DEI CPS
Un’altra criticità emersa è la poco significativa ricaduta, in termini di merito, degli interventi PON
qui analizzati, sul riconoscimento delle competenze. Modesta ed insufficiente appare la diffusione
della certificazione delle competenze, sia da parte della scuola, che rilascia certificazioni non
301
VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
spendibili all’interno del sistema dell’istruzione (per esempio universitario) – a parte il caso delle
ECDL -, sia all’interno di altri enti pubblici.
Tale limite è pienamente riconosciuto dagli stessi D.S., tanto che le scuole sarebbero disponibili ad
attivarsi e muoversi in questo senso; soprattutto per incrementare il sistema motivazionale alla
frequenza dei corsi.
Nella maggior parte dei casi sono rilasciati degli attestati, ed il raggiungimento dei risultati appare
anche buono per la quasi totalità dei partecipanti, ma raramente si è provveduto all’adozione di una
certificazione mediante enti accreditati esterni.
Al contrario, sono assolutamente degni di nota alcuni interessanti esperimenti innovativi nella
didattica, sperimentati grazie all’uso dell’ITC.
Da segnalare lo sviluppo del sistema e-learning per quel che riguarda la formazione nel CPS di
Taormina e gli esperimenti di simulazione degli esami in videoconferenza al CPS Bagheria. In
questo Centro inoltre, decine di insegnanti dialogano grazie ai Forum ed alle Chat del portale EBagheria.it (Open Source). Il sito è il frutto dell’impegno e dell’interesse costante di due tecnici
della scuola, che ne curano la struttura e l’inserimento dei contenuti e sperano di poter garantire tale
servizio anche in futuro, pur consapevoli delle numerose difficoltà che un servizio di questo genere
richiede.
IL RUOLO DEL PARTENARIATO
Tende lentamente a consolidarsi il raccordo tra la scuola e gli altri soggetti del territorio, in primo
luogo la Regione e gli Enti locali, ma anche le parti sociali e le Università e i Centri di ricerca.
Attualmente, anche a causa delle attività ancora in fase di avvio, in realtà i Centri Servizi rimangono
collegati prettamente al funzionamento della scuola, senza una effettiva promozione del loro ruolo
specifico nel territorio, anche se esistono dei punti di unione e di programmazione comune. Quello
che purtroppo accade è che sono gli stessi Centri a non poter garantire una partnership continua ed
efficace col resto del territorio, a causa dei limiti già prima elencati.
Comunque, il coinvolgimento delle istituzioni, degli enti locali e degli attori del territorio di
riferimento (e non solo) nei processi di programmazione, ha consentito quantomeno la corretta
definizione di linee strategiche e la loro condivisione tra più soggetti.
Sia per quel che riguarda il CPS di Taormina, che quello di Bagheria, sono previste attività di
formazione e/o raccordo a sostegno e integrazione dei PIT, sia per promuovere l’integrazione tra le
scuole e il territorio, sia perché i Centri possano offrire supporto tecnologico ad alcune azioni
302
VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
Vision & Value – The London School of Economics and Political Science
AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
inserite nei PIT.
PUNTI DI FORZA
Elementi di forza, più o meno comuni a ciascun Centro riguardano:
-
l’efficace coordinamento operato dalla Direzione scolastica tra le diverse figure e funzioni
coinvolte nella realizzazione dei progetti;
-
la competenza e la disponibilità all’impegno, a volte molto oneroso, dei docenti, per lo sviluppo
dei Centri, e degli esperti esterni impegnati all’assistenza al servizio (seppur non ancora
capillare e rimesso alla disponibilità delle scuole);
- l’individuazione delle attività che è sempre seconda ad un’attenta analisi dei fabbisogni del
territorio di riferimento, molto diversi tra loro (a seconda delle zone), ma condivisa con
aziende, reti di istituto e altri partner;
-
la presenza di modalità di informazione e di pubblicizzazione delle attività all’interno e
all’esterno della scuola, realizzate anche sotto forma di prodotti multimediali, anche se
purtroppo è ancora carente la diffusione del concetto di promozione esterna nello specifico
delle funzionalità e delle attività svolte del CPS.
RACCOMANDAZIONI
-
Previsione di professionalità specifiche, che garantiscano un’attività esclusiva e continuativa
dell’attività del CPS, e non per forza legate alla didattica e agli orari della scuola (con
particolare riferimento ai tecnici);
-
Incentivazione al coinvolgimento dei giovani studenti, che potrebbero avere ruolo attivo
nella gestione del Centro Servizi, magari sotto forma di stage formativo (e ciò consentirebbe
anche una maggiore flessibilità negli orari);
-
Incentivare l’aggregazione dei servizi tra i CPS come funzione di base per il funzionamento
proficuo e flessibile dei CPS. Una corretta “divisione dei ruoli” tra i Centri Polifunzionali di
uno stesso territorio, permetterebbe sia di risparmiare sui costi di gestione, sia sull’assistenza
al territorio stesso.
-
Le scuole si rapportano quotidianamente con problematiche differenti, sia dovute a cause
logistico-organizzative che di tipo socioeconomico degli utenti di riferimento; pertanto,
sarebbe interessante valutare una programmazione strettamente improntata al locale, che sia
capace di monitorare differenti esigenze o cambiamenti di tendenza.
303
VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
ELEMENTI
DI
VALUTAZIONE
PRINCIPALI
EMERSI
DALL’ANALISI
DEL
PROGRAMMA E DALLE INTERVISTE CON I RESPONSABILI DEL PON SCUOLA
La governance del programma
Punti di forza
1. Si osserva un oggettivo alto grado di combinazione dei fondi, ovvero degli interventi; alcuni
degli interventi FSE in particolare, mirano ad accrescere la qualità dei servizi forniti dalle
strutture allestite per il superamento del divario digitale e per la crescita di specifiche
competenze e di reti di conoscenza (vedi i centri servizi) degli istituti posti in condizione di
isolamento e perifericità rispetto alle opportunità dispiegate dai programmi di sviluppo
nazionali e comunitari, ma anche rispetto ai rapporti con il sistema istituzionale e delle
imprese. E’ il caso, ad esempio, dell’integrazione tra misura le 1.4 e 2.2c sul quale abbiamo
fatto un approfondimento.
2. Buona combinazione tra interventi di tipo equity (perseguimento di obiettivi minimi di
connettività, dotazione strumentale e formazione) e interventi di tipo efficiency (formazione
ed investimenti in servizi e tecnologie a valore aggiunto, volte a costruire reti di istituto e
innalzare le possibilità del sistema educativo di interfacciarsi con le dinamiche di sviluppo e
del mercato del lavoro locale, ma anche di innalzare le chance di accesso alle opportunità
derivanti dai programmi nazionali ed europei per lo sviluppo del sistema educativo).
3. Matura visione d’insieme dello sviluppo del sistema educativo dei territori ob.1. a cui ha
corrisposto una buona risposta della domanda locale (scuole e operatori del sistema
educativo locale), che è stata, secondo i responsabili del PON, “la vera forza del
programma”.
304
VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
Vision & Value – The London School of Economics and Political Science
AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
4. Buon utilizzo del potenziale fornito dagli strumenti di gestione del programma (sistema
informativo e assistenza tecnica) e progressiva trasformazione dell’uso di questi strumenti
da una logica di gestione amministrativa (monitoraggio e controllo) del programma ad una
logica di governo della programmazione (coordinamento, valutazione ed aggiustamento
della programmazione).
5. Interessante uso delle tecniche e delle tecnologie di gestione del programma (sistema
informativo; sito web; gruppi di lavoro locale ecc.) per mobilitare gli attori ed accrescere il
loro senso di appartenenza alla ‘comunità del PON Scuola’. Questa logica che permea il
lavoro quotidiano dell’ADG del PON Scuola, è di fondamentale importanza per aumentare
il livello di operatività ed informalità degli scambi tra gli attori coinvolti nel programma –
livello delle ‘actual work activities’ – al di là dei confini formali tra le strutture
organizzative coinvolte (livello delle ‘formal structures’)37 – con il risultato che, da un lato
si ottengono risultati concreti, dall’altro si accresce la legittimazione del programma e delle
strutture che lo gestiscono.
6. Flessibilità nei processi amministrativi. A fronte di tempi procedurali per l’attuazione dei
bandi e la definizione delle graduatorie non sempre rispondenti ai tempi dell’evoluzione
tecnologica, si sono più volte introdotti meccanismi di flessibilità, anche amministrativa, nei
rapporti con le scuole, riguardo in particolare alla possibilità concessa loro di aggiornare la
componente tecnica dei progetti, durante la fase di istruttoria, in accordo al principio di
“perfezionamento delle scelte tecnologiche più adatte agli obiettivi perseguiti”.
37
Si fa riferimento alle prospettiva istituzionale sui processi di trasformazione delle organizzazioni contemporanee (cfr.
Meyer, J. Rowan, B. Institutional Organizations: Formal Structures as Myth and Ceremony. American Journal of
Sociology 1977, 83,340-363), ed agli studi dedicati ai processi di trasformazione introdotti dalle nuove tecnologie nel
settore pubblico (cfr. Kling, R., Iacono, S. The institutional character of computerized information systems. Office:
Technology and People 1989, 5(1), 7-28; Kling, R., Kraemer, K.L., Allen, J.P., Bakos, Y., Gurbaxani, V., Elliott, M.
Transforming Coordination: The Promise and Problems of Information Technology in Coordination. Center for Social
Informatics,
School
of
Library
and
Information
Science,
Indiana
University:
Bloomington,
1996.
http://www.slis.indiana.edu/kling.) nonché al rulo specifico delle comunità di pratiche, anche virtuali, allo sviluppo
delle competenze e della fiducia tra gli attori (Hart, P., Saunders, C. Power and Trust: Critical Factors in the Adoption
and Use of Electronic Data Interchange. Organization Science 1997, 1, 23-42.
.
305
VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
Vision & Value – The London School of Economics and Political Science
AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
Punti critici
7. Sia dalle osservazioni sul campo che dalle interviste ai responsabili del PON Scuola, è
emersa la richiesta di un maggiore sforzo di tutte le amministrazioni interessate (statoregioni) nel sostenere lo sviluppo e l’aggiornamento delle componenti tecnologiche delle
scuole – banda larga in primis.
8. Si è registrata inoltre una richiesta di maggiore attenzione ai processi di riconoscimento dei
nuovi curriculum formativi prodotti con le azioni del PON, al fine di agevolarne il più
possibile il riconoscimento presso il sistema educativo stesso, ed il mercato del lavoro, e
quindi accrescere le chance di lavoro e carriera dei soggetti coinvolti.
9. Dai responsabili del PON Scuola emerge una chiara necessità di maggiore stabilità nei
rapporti con le amministrazioni regionali, in quanto si è registrato nel corso degli anni una
tendenza al cambiamento troppo ‘frequente’ dei referenti regionali.
10. Collegato ai precedenti punti, occorre precisare ed aggiungere che il carente protagonismo
delle regioni nei programmi per la scuola, che si inquadra in un contesto più generale di
assenza di tradizione delle regioni conseguente ad un passaggio di competenze tra stato e
regioni ancora non avvenuto, non permette di sfruttare appieno tutte le potenzialità che
potrebbero derivare dal coinvolgimento del partenariato locale per la programmazione e
realizzazione degli interventi, che col supporto delle regioni potrebbe appunto essere
mobilitato con maggiore efficacia.
Infine, è impressione del valutatore che un ulteriore salto di qualità è possibile in termini di
utilizzazione delle tecnologie come leva strategica nell’ambito dei processi più complessivi di
“riforma” della Scuola: le tecnologie non sono, infatti, solo un importantissimo presupposto per
cogliere determinate opportunità, piuttosto che un elemento aggiuntivo al curriculum degli studenti
ed alunni. Esse costringono, prima o poi, ad un forte ripensamento dell’intero ciclo di produzione ed
erogazione di cultura ed educazione: il collegamento fisico con l’aula si attenua, e alla modifica dei
“luoghi” della formazione si accompagna una dilatazione dei “tempi” e degli “attori” della
formazione stessa (ad esempio con un coinvolgimento più forte delle famiglie). Tale percorso di
“riflessione” che va, in buona parte, aldilà degli intenti di un programma di sviluppo regionale come
il QCS, può, nondimeno, trovare nel QCS un terreno di sperimentazione.
306
VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
Conclusioni
Il programma è riuscito nell’intento di ridurre le soglie di accesso alla SI delle scuole, intervenendo
soprattutto sulle condizioni strutturali. Buona anche la combinazione tra i suddetti interventi, di tipo
equity, e interventi di tipo efficiency (formazione ed investimenti in servizi e tecnologie a valore
aggiunto). Si è riusciti inoltre a mobilitare gli attori della scuola, diffusamente in tutto il territorio
interessato. Tuttavia, in termini di relazioni tra gli attori, se da un lato registriamo un
consolidamento dei network verticali – tra ministero, direzioni scolastiche e singoli istituti dall’altro, l'indagine sul campo (ci si basa sulle interviste e le visite ai centri polifunzionali di
servizio effettuate in Sicilia) ha messo in luce la carenza o la debolezza dei network orizzontali, tra
reti di istituti. Questo può rappresentare, nel lungo periodo, un limite per affrontare i problemi
strutturali dell’innovazione tecnologica delle scuole secondo logiche di economie di scala e
cooperazione, ovvero per aumentare le chance di successo del programma in termini di sostenibilità
futura degli interventi.
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VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
LA RISPOSTE ALLE DOMANDE DI VALUTAZIONE
A conclusione dello studio sintetizziamo le risposte alle domande di valutazione che stanno
emergendo:
1- Valutazione delle policy e della loro attuazione: Come si differenziano le strategie, le
specifiche scelte, i “portafogli di investimenti”, gli approcci che le diverse Regioni hanno nei
confronti dell’obiettivo del QCS di “sviluppare la Società dell’Informazione”? E le iniziative
per la SI previste dal QCS e la successiva necessaria redazione delle Strategie Regionali per la
Società Informazione, sono state un’opportunità per creare processi, interni alle Regioni, di
coordinamento degli interventi e di sviluppo dei processi di innovazione? Soprattutto in quali
ambiti /campi e con quali modalità? Quali sono gli ostacoli principali incontrati? Quale è stato il
ruolo del partenariato? Il QCS è riuscito nel suo intento di integrare, a livello regionale, gli
interventi previsti dai POR con le azioni previste dai PON?
L’analisi della composizione degli investimenti regionali per la SI ha messo in luce differenze
piuttosto nette, associate certamente alle differenti capacità istituzionali di governare
l’implementazione delle strategie, ma anche dipendenti da scelte consapevoli delle amministrazioni
di concentrare le risorse soprattutto in alcuni ambiti. Abbiamo osservato che gli sforzi si sono
principalmente concentrati nel settore pubblico; tuttavia con differenze di fondo. A fronte di una
situazione di partenza comune a tutte le regioni di carenza di infrastrutture telematiche ed
informatizzazione degli enti pubblici, solo in alcuni casi riscontriamo un equilibrio tra investimenti
in questo ambito, ed investimenti per lo sviluppo di servizi finali di e-government. Per quanto
riguarda l’ampiezza della strategia, in termini di diversificazione dei servizi e di coinvolgimento
degli attori e del partenariato; la direzione che il QCS ha voluto marcare in questo senso, è stata
solo parzialmente seguita dalle regioni. Da evidenziare lo sforzo apprezzabile fatto in Puglia ed in
Campania, ma anche in Sicilia si registrano una serie di iniziative recenti in questo senso. In Puglia
in particolare, alcuni interventi posti in essere indicano che il QCS è stato colto come occasione per
sperimentare forme di attivazione delle autonomie locali e delle categorie economiche e
professionali piuttosto interessanti.
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VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
Le imprese invece hanno beneficiato poco o niente delle misure per la SI. Sembra che le
amministrazioni abbiamo molte difficoltà ad operare in questo senso, vuoi per una carenza di
tradizione di policy sull’innovazione tecnologica; vuoi per una diffusa carenza di integrazione tra
strategie della SI e strategie di sviluppo economico regionale. A questo riguardo, si nota che
nonostante il QCS sia riuscito nell’intento di creare e consolidare competenze, uffici e funzioni
dedicate alla SI nelle amministrazioni regionali – per altro soggette a cambiamenti dinamici
associati spesso a processi di apprendimento dei policy maker e a crescente commitment politico
delle amministrazioni – non è purtroppo vero che il principio di trasversalità della SI sia
effettivamente riscontrabile nell’operare quotidiano delle amministrazioni. In sostanza, gli uffici
dedicati alla SI tendono ad essere istituzionalizzati come funzioni all’interno di un ‘sistema
amministrazione’ che resta, nella maggior parte dei casi, impermeabile alle opportunità che gli
interventi in questo ambito possono offrire.
Riguardo all’integrazione tra PON e POR, dagli incontri che abbiamo svolto durante le ricerche sul
campo, non ci è sembrato che i responsabili delle strategie avessero una precisa consapevolezza
delle chance dischiuse da tali integrazioni; oppure emerge la difficoltà di coordinare iniziative di
questo tipo, date le scarse risorse di personale di cui normalmente si dispone. Ci è parso che i
programmi comunichino poco, nei fatti, l’un l’altro. Una eccezione è il PON Scuola, oggetto di una
specifica domanda di valutazione, in cui si registra un tentativo significativo di integrazione.
Tuttavia questa è frutto soprattutto di una comunicazione a senso unico: è il PON che ha cercato
l’integrazione con i POR, stimolando le regioni a sostenere il programma adattandolo anche ai
propri bisogni. A volte ci si è riusciti.
2- E-government: Il QCS si propone di contribuire, in linea con le politiche europee e
nazionali, allo sviluppo della Società dell’Informazione rispetto alla produzione di servizi
pubblici (e-government, formazione, e-health), ai cittadini e al settore produttivo. Quali
sono gli interventi che, con il concorso del QCS, stanno producendo i migliori risultati in
termini di “building blocks” (modelli di riferimento), con maggiore potenziale innovativo e
trasferibilità nell’ottica di sistema?
Innanzitutto registriamo che a fronte di una quota considerevole di investimenti, non ci sembra di
ravvisare ancora un altrettanto considerevole risultato in termini di servizi effettivamente erogati ai
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VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
cittadini ed alle imprese. Le PPAA non hanno fatto un salto di qualità nella direzione di un rapporto
più trasparente ed efficiente con i cittadini e le imprese.
Già durante il processo di selezione dei casi studio, quando ci siamo accorti che la maggior parte
degli interventi che avevano attirato la nostra attenzione, sia per i contenuti che per la quota di
investimento, erano ancora in fase di sperimentazione oppure non ancora avviati. Un eccezione, dei
tre casi studio, è il progetto Telemedicina della Regione Campania, in fase decisamente avanza, per
il quale abbiamo potuto verificare alcuni risultati positivi concreti.
Per tutti i casi analizzati comunque, abbiamo raccolto una serie di problematicità associate ai
progetti analizzati, legate per lo più alle caratteristiche istituzionali e normative del sistema pubblico
– in questo caso il sistema sanitario - che necessitano di un aggiornamento al fine di poter assorbire
con maggiore flessibilità le innovazioni che si intendono introdurre con i progetti. In particolare, tali
necessità emergono nel momento in cui, con i progetti, si intende allargare l’accesso al sistema
informativo ed alla fruizione dei servizi ad una rete più ampia di operatori del sistema sanitario,
nonché, laddove i progetti lo prevedevano, ai singoli cittadini. In questi casi, le problematiche
organizzative ed istituzionali superano quelle delle soluzioni tecnologiche che, invece, sembrano
piuttosto consolidate.
3- Divario digitale: In che termini è possibile osservare il contributo del QCS alla riduzione
del digital divide rispetto all’avvio del periodo di programmazione 2000-2006 e come si
pone oggi e per il prossimo futuro la riduzione del/i digital divide/s? In che termini
(territoriali, di domanda, offerta o contesto territoriale)?
La presenza, sul territorio, di iniziative diverse, eterogenee sia per gli obiettivi che per la
dimensione del target, riflette la natura multi-dimensionale del divario digitale ma anche la carenza
di strategie condivise sia a livello regionale che a livello dell'amministrazione centrale.
Riguardo al primo aspetto, sebbene non si possa ancora parlare di un vero e proprio 'corpus' di
politiche di divario digitale, si evidenzia comunque la crescita di iniziative in questo senso. L'analisi
dei portafogli d'investimento regionali ha evidenziato che il 10% delle risorse sono state utilizzate
in progetti di diffusione delle ICTs presso i cittadini. Tuttavia, la maggior parte di questi
investimenti sono da imputare al progetto Un Computer in ogni casa della Regione Basilicata,
l'unico grande progetto per il superamento del divario digitale implementato. Altrove si sono
realizzati interventi specifici per fornire l’accesso a gruppi sociali svantaggiati (vedi l’intervento in
310
VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
Campania denominato Mondo Amico); più spesso si affronta il problema del divario sofferto dai
piccoli comuni (il progetto Piccoli Comuni della Regione Calabria, per esempio); in generale si
interviene molto offrendo corsi di alfabetizzazione di base gratuiti (generalmente non finanziati con
l'ASSE VI e quindi non inclusi nei grafici precedenti).
Riguardo al secondo aspetto, occorre fare una premessa. La mancanza di una strategia unitaria non
comporta, di per sé, un svantaggio; potrebbe anzi 'liberare' energie creative nel territorio, attraverso
progetti più rispondenti alle caratteristiche locali di divario digitale.
Tuttavia dobbiamo registrare che a livello nazionale si è lavorato soprattutto sulle infrastrutture e
sul target 'pubbliche amministrazioni' , sottovalutando l'importanza del partenariato sociale e
privato.
L'attenzione del valutatore si è concentrata sugli interventi del PON Scuola finalizzati a contribuire
al superamento del divario digitale della scuola. Il programma è riuscito nell’intento di ridurre le
soglie di accesso alla SI delle scuole, intervenendo soprattutto sulle condizioni strutturali. Buona
anche la combinazione tra i suddetti interventi, di tipo equity, e interventi di tipo efficiency
(formazione ed investimenti in servizi e tecnologie a valore aggiunto). Il programma è riuscito a
mobilitare gli attori della scuola, diffusamente in tutto il territorio interessato. Tuttavia, in termini di
relazioni tra gli attori, se da un lato registriamo un consolidamento dei network verticali – tra
ministero, direzioni scolastiche e singoli istituti - dall’altro, osserviamo la carenza o la debolezza
dei network orizzontali, tra reti di istituti. E’ un salto di qualità che deve essere fatto, per affrontare i
problemi strutturali dell’innovazione tecnologica delle scuole secondo logiche di economie di scala
e cooperazione, ovvero per aumentare le chance di successo del programma in termini di
sostenibilità futura degli interventi.
4- Competitività delle imprese: Nell’ambito della SI, in che misura gli interventi del QCS
hanno o possono aver contribuito alle performance del settore nei mercati regionali delle
ICT?
Come già accennato, le misure della SI sono state usate poco per sostenere la competitività delle
imprese. Certamente il tema della competitività è di natura così complessa che le misure considerate
avrebbero potuto solo scalfire. Tuttavia si poteva fare di più, certamente ci si aspettava una
maggiore integrazione con altre misure dedicate allo sviluppo economico, ma anche con il PON
Sviluppo Locale. Cosa che non abbiamo ravvisato.
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VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
I due casi presi in esame, Campania e Puglia, hanno comunque fatto emergere differenze di
approccio significative. Nel caso della Campania, non ravvisiamo una vera e propria strategia, in
quanto si tratta di interventi sostanzialmente simili a quelli attivati con le classiche leggi nazionali
sull’innovazione. Il QCS qui, non è stato usato per fare un salto di qualità. In Puglia, l’intervento
messo in campo ha caratteristiche interessanti. Si rivolge al mondo delle categorie e degli ordini
professionali, con l’intento di accrescere la loro capacità di interfacciarsi sia con i propri associati
(sopperire alla scarsa vocazione delle imprese ad associarsi) che con le PPAA, per sfruttare al
meglio tutte le opportunità derivanti da una sistematica acquisizione e diffusione delle informazioni
su finanziamenti, bandi ecc; da un miglioramento delle interazioni con la PA (semplificazione
amministrativa); dall’innovazione dei processi interni delle imprese, in termini di gestione del
know-how e del work-flow manageriale. L’intervento sembra aprire la strada ad una nuova
modalità di governance dei processi di innovazione caratterizzata dal partenariato tra istituzioni e
privati. Resta da vedere quanto in futuro, una volta conclusi i progetti, l’amministrazione regionale
sarà capace di dare continuità a questo processo di coinvolgimento diretto del partenariato anche in
altri ambiti della programmazione e gestione delle politiche di sviluppo.
INDICAZIONI PER LA PROSSIMA PROGRAMMAZIONE E
POSSIBILI ULTERIORI ANALISI E APPROFONDIMENTI
Sulla base delle valutazioni per casi, ma anche delle esperienze accumulate dal valutatore
indipendente in altri contesti riteniamo di poter avanzare prime ipotesi specifiche sui diversi settori
e generali in termini di meccanismi necessari per il governo delle strategie sulla “società
dell’informazione”.
Sull’e-government
La specificità dell'ambito sanitario limita le possibilità di generalizzare i risultati dell'indagine.
Tuttavia le caratteristiche dei casi studio, ovvero la natura dei progetti analizzati, nonché l'analisi
degli investimenti regionali, ha consentito di valutare diversi ordini di processi innovativi innescati
dai progetti, ed più in generale dalle strategie regionali.
Si evince che da un lato occorre consolidare i modelli si gestione, sviluppo ed aggiornamento delle
infrastrutture telematiche pubbliche di livello regionale.
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VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
Dall’altro è necessario però insistere sui servizi accelerando il processo che porti i primi tangibili
benefici (necessari per consolidare consenso sull’investimento complessivo in tecnologie).
Un’ipotesi è quella di coinvolgere e considerare i cittadini e le imprese (e le loro associazioni) come
partner nello sviluppo e gestione dei servizi.
Bisogna, poi, che gli interventi di innovazione tecnologica nelle amministrazioni escano dal loro
carattere di strumento o di politica specifica e diventino parte integrante del cambiamento
organizzativo (e persino istituzionale). Leva non solo per recuperare efficienza (traguardo
comunque importante) o accorciare i tempi e migliorare la qualità di processi esistenti, ma anche
per consentire alle amministrazioni di organizzare nuovi prodotti, nuovi servizi utilizzando le
informazioni (ad esempio, nei settori sanità o trasporti) che le amministrazioni detengono per il
proprio posizionamento istituzionale.
Agli interventi bisognerà, inoltre, associare, a nostro avviso obbligatoriamente, obiettivi di ritorno
(economico o sociale) dell’investimento da conseguire in determinati tempi da specifici
responsabili.
Sul divario digitale
Guardando al presente, le politiche dell'accesso rimangono una priorità, in particolare riguardo alla
diffusione della banda larga la cui carenza determina una condizione di divario digitale insostenibile
rispetto alle sfide del futuro, sia in termini di competitività dei territori e dei sistemi locali
d'impresa, sia in termini di qualità della vita dei cittadini.
Guardando al futuro, le politiche per il divario digitale si dovrebbero concentrare sulla dimensione
qualitativa del problema, favorendo l’integrazione di Internet nella vita quotidiana dei cittadini e
delle imprese, che è il vero superamento della condizione ‘trasversale’ di divario digitale.
L'approccio partecipato - multi-stakeholders - delle politiche di diffusione della conoscenza di
Internet e delle sue potenzialità d’uso, come strumento di miglioramento della qualità della vita in
senso ampio, sembra la strada giusta. Le esperienze più virtuose in questo ambito di policy (è il
caso della Catalogna e dell'Extremadura, per restare nell'area del mediterraneo) ci insegnano che
una maggiore specificazione e localizzazione degli interventi, con una partecipazione attiva e
propositiva del target delle politiche, è una variabile determinante per il successo delle stesse.
In questo senso il tentativo fatto dal PON SCUOLA di interfacciare il mondo della scuola con gli
attori ed i bisogni del territorio, e di usare la rete della scuola per promuovere programmi per target
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VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
sociali più svantaggiati, dovrebbe essere incoraggiato in futuro, concedendo però più autonomia di
progettazione alle reti di istituto locali e rafforzando la coesione ed il coordinamento tra queste.
Il coinvolgimento delle scuole, della società civile organizzata, delle famiglie, dei lavoratori e delle
imprese, nella programmazione e gestione di specifici interventi, mirati soprattutto a realizzare
progetti attraverso l’uso del computer e di Internet, sono, a nostro avviso, le politiche innovative su
cui gli attori pubblici e privati dovrebbero cimentarsi.
È però necessaria anche una più realistica definizione di “digital divide”. Esso ha caratteristiche
completamente diverse da quelli di divari più tradizionali e, ad esempio, la dimensione 'età' può
essere più discriminante di quella del reddito. Interventi a favore degli anziani potrebbero essere più
intensamente perseguiti, ad differenza di quanto si è fatto sino ad oggi. Sebbene in lieve
diminuzione, il persistere del divario di genere nel nostro paese, se raffrontato con i dati del 2000
ma soprattutto con l'evidente contro tendenza registrata in altri paesi industriali38, rafforza l'ipotesi
che il divario digitale riflette le caratteristiche di una struttura sociale che, seppur in mutamento,
tende a riprodurre differenze e barriere tradizionali.
Sulle imprese
Ancora una volta è necessario affrontare una questione di definizioni e di ruoli. Senz’altro, infatti, le
tecnologie sono una leva di produzione di vantaggio competitivo per le imprese (anche se tale
associazione non è automatica); tuttavia, non è chiaro quale sia il ruolo di un agente pubblico e più
in particolare del QCS in questa direzione.
Il QCS, relativamente agli investimenti per la SI, ha, difatti, sostenuto la competitività delle imprese
in quattro modi principali:
a) semplificando la vita delle imprese, con strumenti di government to business (e, dunque
esperienze come gli sportelli unici);
b) favorendo gli investimenti delle imprese per l’acquisto di Ictus e competenze specifiche;
c) finanziando corsi di formazione per introdurre nuove competenze ed aggiornare quelle esistenti,
38
Eurobarometer (2000) Measuring Information Society 2000, 53. Eurostat (2005) 'Internet
activities in the European Union' in 'Statistics in focus, 40.
314
VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
d) avviando progetti pilota, di forte valenza innovativa, concentrandosi su particolari settori/distretti
produttivi.
Delle quattro modalità, la prima è di competenza dell’e-government da cui ci si aspetta un salto di
qualità in questo senso; la seconda è di valore aggiunto dubbio e comunque non addizionale rispetto
alle leggi sull’innovazione; la terza è rilevante e, tuttavia. Richiede una molto più forte selezione
degli interventi in funzione di fabbisogni delle imprese. La quarta ipotesi è senz’altro tra le priorità
del prossimo ciclo di programmazione. Riteniamo che, tuttavia, come per le ipotesi avanzate
nell’ambito della ricerca e innovazione tecnologica essa richieda un forte coinvolgimento di capitale
di rischio da parte dei privati.
È evidente, poi, che le strategie della SI per le imprese si differenziano in due ambiti diversi: quello
delle imprese ICT (e dei distretti tecnologici presenti in alcune aree del Mezzogiorno) e delle altre
imprese che attraverso le tecnologie possono sviluppare o consolidare vantaggi competitivi. Due
diverse analisi e strategie vanno applicate nei due gruppi.
Sui meccanismi di governo, senz’altro l’area degli investimenti sulla “società dell’informazione” ha
sofferto – come altre importanti porzioni del QCS - della scarsa possibilità che ci fosse un
coordinamento a livello centrale e soprattutto un soggetto che fosse parte integrante del processo di
attuazione in maniera da sponsorizzare con sufficiente energia l’aumento di priorità strategica degli
investimenti in tecnologie e la valutazione degli investimenti finanziati dal QCS, lo scambio di
esperienze, la crescita, l’individuazione di esempi da emulare. Il Ministero Innovazione e
Tecnologie e il Centro Nazionale per l'Informatica nella Pubblica Amministrazione (CNIPA),
nonché lo stesso Gruppo Società dell’Informazione del QCS hanno certamente fornito un supporto
ma mai hanno acquisito un ruolo (ed una ownership) di questo tipo.
Un più forte mandato ad una istituzione di tipo centrale corredato dalla creazione di un PON o,
perlomeno, di un progetto che finanzi l’assistenza tecnica ed il coordinamento/ valutazione delle
esperienze può essere utile e, tuttavia, esso va accompagnato dalla definizione di pochi obiettivi
condivisi con le classi dirigenti della politica a livello nazionale e regionale e comunicati alle
opinioni pubbliche di riferimento.
Ulteriore questione di “governo” è quella dei casi di affidamento più o meno estesi a società private
della definizione, controllo, implementazione delle strategie. Si tratta di opzioni, a nostro avviso, da
considerare con attenzione: è senz’altro auspicabile che la amministrazione pubblica, superando
certe eccessive precauzioni che pure esistono, interloquisca (anche nella gestione dei partenariati)
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VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
con imprese private che agiscono su scale internazionali ed in grado di fornire conoscenza; ed
altrettanto ovvio è che l’amministrazione acquisisca sul mercato competenze tecniche, conoscenze
specifiche che non possiede (e che, in una logica di selezione di attività da internalizzare ed altre da
cedere all’esterno, dovrà chiedere ai soggetti terzi di trasferire ai propri dipendenti se giudicasse
strategici tali know hows).
Riteniamo, tuttavia, che la definizione delle strategie sull’utilizzo delle tecnologie debba rimanere
(o debba diventare) responsabilità del policy maker, così come è sempre l’amministrazione l’unico
attore che può collegare tali strategie al resto delle politiche pubbliche (sulla sanità, sulla scuola, sui
trasporti, ..).
Sulla base di queste riflessioni emergono, peraltro, ulteriori aree di indagini che riteniamo utili ai
fini della definizione dei prossimi programmi:
1. uno studio comparato, non solo tra Regioni Obiettivo 1, delle dimensioni del cambiamento
(profondità e ampiezza) innescato da processi di trasformazione che utilizzino le tecnologie
ICT e sui vantaggi/ costi di proporre strategie di e-government ambiziose rispetto a diversi
scenari di “resistenza” al cambiamento;
2. una identificazione di aree progettuali di servizi pubblici (sanità ed assistenza, ad esempio) o
di governo delle città (ad esempio nell’area della mobilità o del turismo) che possano
costituire opportunità progettuali per una contemporaneo miglioramento della qualità della
vita (soprattutto in aree urbane delle regioni obiettivo 1 penalizzate dalla congestione, ma
anche, al contrario, in aree rurali a rischio di spopolamento per effetto di carenza di servizi)
e di sviluppo di produzioni innovative per imprese ad alto contenuto tecnologico (presenti in
alcune Regioni, ad esempio, come abbiamo visto nella stessa analisi sulla “ricerca” in
Campania); una simile analisi potrebbe preparare un più sistematico collegamento tra gli
investimenti in “società dell’informazione” (che possono peraltro diventare oggetto nei
prossimi programmi di “progetti integrati territoriali” di futura generazione) e quelli
nell’ambito di politiche per lo sviluppo rurale e per le città”;
3. un’analisi del divario digitale nelle Regioni Obiettivo 1 secondo le diverse possibili
dimensioni di svantaggio (età, reddito, area, scolarità, immigrazione) e definizione di
possibili strategie e strumenti per raggiungere le popolazione a rischio di esclusione (con
316
VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
qualificazione, ad esempio, degli ulteriori possibilità di utilizzare la scuola come strumento
di contrasto del divario);
4. un’analisi di esperienze di aggregazione di imprese non ICT (ad esempio quelle artigiane in
Campania) che hanno tentato di configurare “distretti virtuali”; definizione dei possibili
vantaggi competitivi (nella condivisione di canali di vendita o di approvvigionamento, di
formazione o di strategie di promozione) che queste esperienze ed altre simili hanno
conseguito (o potrebbero acquisire) in questa maniera tali imprese potrebbero conseguire e
delle principali criticità, fattori di successo che emergono;
5. una comparazione internazionale che analizzi possibili assetti istituzionali (e di governo di
spesa di fondi strutturali dedicati alla “società dell’informazione” in altri Paesi Europei),
sistemi di indicatori (ritorni sugli investimenti di e-government per tipologia di progetti), di
valutazione; risultati conseguiti da diversi approcci.
Riteniamo che ulteriori approfondimenti come quelli citati siano supporto decisionale importante
nella fase di definizione del prossimo ciclo di programmazione che vedrà, peraltro, un incremento
di risorse in un’area che – secondo lo stesso QCS – mostra ancora una carenza di approccio
strategico e di elementi conoscitivi.
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VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
IL QUADRO ANALITICO DEI RISULTATI DEI CASI STUDIO
Società dell’Informazione
Metodologia seguita per l’analisi dei portafogli regionali
Per la classificazione degli interventi si è proceduto guardando gli interventi inseriti nel data-base
Monit, caso per caso, confrontandone la denominazione e la tipologia con i piani regionali o
attraverso ricerche mirate su Internet o consultando direttamente i responsabili regionali. Si è
proceduto seguendo i criteri di classificazione descritti di seguito.
Gli interventi di e-government sono stati suddivisi in:
1- reti e informatizzazione ente regionale
2- reti e informatizzazione PPAA locali
3- servizi finali di e-government
4- servizi digitali per il settore scuola
5- servizi digitali per il settore sanità
6- servizi digitali per le imprese
7- tecnologie e servizi per l’accesso al patrimonio culturale e della conoscenza del territorio
Per quanto riguarda i servizi finali di e-government, si tratta di una categoria che comprende
differenti tipologie di servizi erogati dalla pubblica amministrazione, la maggior parte riguardano
trasposizione online di servizi tradizionali (tributi; anagrafica ecc.); altre volte non si è riusciti a
capirne la vera natura dell’intervento. C’è da considerare che molti interventi si riferiscono a
progetti integrati, multi-obiettivo, per cui comprendono diverse tipologie di servizi. Questa
precisazione è doverosa in quanto è possibile che alcuni servizi sviluppati con questi progetti, e
classificati come ‘servizi finali di e-government’, potrebbero in realtà essere classificati come
‘servizi digitali per le imprese’ o altro.
Gli altri interventi, non di e-government, sono stati suddivisi in:
1- sostegno alle imprese (sostengo diretto)
2- risorse culturali (formazione)
318
VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
3- diffusione della SI (diffusione dell’accesso e degli strumenti per cittadini, associazioni e
settori della popolazione meno avvantaggiati)
4- assistenza al piano; consulenza; collaudi interventi e-government; altri interventi immateriali
di assistenza (che sono stati sommati agli investimenti per la SI nel settore pubblico laddove,
nel testo, si parla di ‘settore pubblico’).
Riguardo alla formazione, non sempre siamo riusciti a capire se si trattava di formazione al
personale della pubblica amministrazione (in questo caso gli interventi potrebbero essere
interpretabili come ‘e-government’) o ad altri tipi di beneficiari. Abbiamo pertanto deciso di tenerli
tutti insieme.
La Regione Molise non è inclusa nell’analisi in quanto i dati Monit non forniscono alcun dato di
dettaglio riguardo alla misura SI di questa regione, se non l’importo complessivo dell’investimento
per la realizzazione del piano regionale.
1- E-government: Schede regionali
Basilicata
Gli investimenti per lo sviluppo di servizi finali di e-government della Regione Basilicata (Meuro)
servizi degli enti locali e regionali
2,43
servizi per il sistema educativo
tecnologie e servizi per l’accesso al patrimonio territoriale,
culturale e della conoscenza
servizi digitali per il settore socio-sanitario
0,16
servizi digitali per le imprese
0,43
è il 65% del totale degli investimenti per l’e-gov
L’amministrazione regionale ha operato nel segno della continuità rispetto al tradizionale approccio
caratterizzato da una forte sinergia tra amministrazione regionale – Ufficio Società
dell’Informazione – ed enti locali – per mezzo dell’Ufficio Autonomie Locali della Regione. Si può
parlare di approccio top-down, con il quale l’amministrazione regionale ha scelto di implementare
la strategia attenendosi alla sequenzialità/propedeuticità degli interventi: infrastrutture di base della
319
VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
Vision & Value – The London School of Economics and Political Science
AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
Regione → infrastrutture e connettività degli enti locali → servizi ed applicazioni. Le infrastrutture
di base, la Rete Unitaria della Pubblica Amministrazione Regionale (RUPAR) è stata realizzata
prontamente, già a partire dal 1999 quanto la Regione scelse di dedicare a questo scopo, parte del
premio di performance (cioè circa 7 M€ ) assegnato alla Regione. Successivamente si sono
finanziati 165 progetti rivolti agli enti locali, di cui 160 fanno parte dell’intervento denominato
‘Enti locali in rete’, con cui si approntano le installazioni; informatizzazioni e infrastrutturazioni di
base, necessarie per permette loro di transitare nella RUPAR regionale, ed usarla come piattaforma
telematica per accedere a, e fornire servizi di front-end, in accordo a standard di qualità e protocolli
condivisi da tutti gli enti della regione. Per altro, la recente transizione da un’ottica di accesso (fase
caratterizzata dalla diffusione della infrastrutturazione ed informatizzazione delle amministrazioni)
ad un’ottica di servizio (fase caratterizzata dallo sviluppo di servizi erogati tramite la RUPAR) che
caratterizza l’uso e la gestione della RUPAR da parte della regione, rappresenta l’evoluzione di una
fase matura della strategia regionale riguardo e-government. Inoltre, se da una lato la RUPAR ha
rappresentato una leva di governo degli interventi di diffusione della SI nel settore pubblico39,
dall’altro, progetti come ‘Un computer in ogni casa’ e la costruzione del Portale Regionale
‘Basilicatanet’, sono gli strumenti attraverso i quali i servizi digitali, che dovranno essere sviluppati,
saranno offerti (il portale è il collettore dei servizi e quindi dell’offerta) e diffusi (‘un computer in
ogni casa’ è il collettore della domanda) tra i cittadini.
Campania
Gli investimenti per lo sviluppo di servizi finali di e-government della Regione Campania (Meuro)
servizi degli enti locali e regionali
37,85
servizi per il sistema educativo
3,12
tecnologie e servizi per l’accesso al patrimonio territoriale,
39
culturale e della conoscenza
20,49
servizi digitali per il settore socio-sanitario
9,51
servizi digitali per le imprese
1,20
Si rimanda alla lettura del Rapporto di valutazione intermedia Italia Obiettivo 1 2000 – 2006, Vision & Value e The
London School of Economics and Political Science, per il Ministero dell’Economia, Dicembre 2003.
Nel capitolo dedicato alla SI si evidenziava il ruolo strategico della RUPAR per l’amministrazione regionale, che è stata
usata come volano di crescita sostenibile della SI negli enti locali.
320
VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
Vision & Value – The London School of Economics and Political Science
AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
è il 65% del totale degli investimenti per l’e-gov
Nel caso della Campania, si osserva un approccio misto top-down/bottom-up.
Da un lato infatti, la regione ha inteso realizzare, coerentemente con le priorità della strategia, una
infrastruttura telematica di ambito regionale.
Su un totale di 217 progetti rientranti nell’ambito dell’e-government, 32 progetti riguardano le
infrastrutture di base – incluse le dotazioni hardware e software di base per l’amministrazione
regionale ed altri enti – di cui 4 sono specificamente dedicati alla realizzazione della LAN – rete
telematica regionale – per una impegno di circa 5,3 milioni di Euro (pagato circa 5,2). La prima
trance è iniziata a novembre 2002; l’ultima trance è terminata a luglio 2004. Si tratta di una rete a
larga banda che connette le strutture regionali: tutte le sedi periferiche della regione viaggiano
attualmente con una linea a 100 megabit.
Secondo quanto riportato dal responsabile della misura 6.2 della Regione Campania durante un
intervista effettuata a settembre di quest’anno, “per quanto riguarda l’ente regione, si partiva da 0
livello di informatizzazione. Oggi contiamo con il protocollo informativo, la procedura decreti e
delibere informatizzata; la procedura di monitoraggio del POR ecc. Si stanno inoltre ampliando
anche le basi per la diffusione del processo di informatizzazione PA: enti locali, strutture sanitarie
ecc.” 40.
Attualmente la regione ha avviato un’iniziativa finalizzata alla costruzione di altri nodi della rete
regionale, nello specifico finalizzati a connettere le biblioteche pubbliche presenti nel territorio. I tre
nodi principali a cui si connetteranno sono: uno nel Dipartimento Area Ricerca e Sistemi
Informativi della Regione, e due dislocati in sedi di altri enti nella regione. Il progetto è partito ad
ottobre 2004 ed è ancora in corso; ha impegnato risorse per circa 7,7 milioni di euro di ci circa 1
milione pagato. L’obiettivo è quello di ridurre il divario digitale, a questa rete si aggancerà nel
prossimo futuro il progetto denominato CASPDA (inserito in APQ) che ha l’obiettivo di fornire
internet point per cittadini ed imprese. In pratica sono nodi per cittadini ed imprese, posti in
strutture presidiate, come una sorta di punti digitali dislocati nel territorio. Accanto a questo, più
mirato, la regione sta avviando un progetto volto a fornire postazioni telematiche per cittadini ed
associazioni no-profit. Si tratta del progetto SAX che interessa tutte le regioni del sud, ed è inserito
anch’esso nell’APQ siglato tra Regione Campania e MIT. Non è del tutto chiaro che differenza c’è
40
Intervista con dott. Eugenio Pelosi, responsabile della misura 6.2 del POR Campania, del 22 settembre 2005.
321
VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
Vision & Value – The London School of Economics and Political Science
AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
tra i progetti CASPDA e SAX. Abbiamo inteso che il progetto CASPDA è venuto prima del SAX,
ma occorre un approfondimento della questione.
Ai progetti suddetti si aggiunge inoltre il progetto SPICCA che riguarda l’interconettività e la
cooperazione applicativa tra enti, finalizzata a creare una infrastruttura condivisa. Questa rete potrà
diventare una sorta di provider per le future iniziative degli enti pubblici. Agli standard di SPICCA
dovranno convergere tutti gli altri progetti. Infatti, negli avvisi pubblici di recente pubblicazione, la
regione ha inserito questa indicazione in modo tale che gli enti siano consapevoli del fatto che se
vogliono colloquiare e interoperare con la rete regionale, e quindi avvalersi dei servizi e
dell’assistenza da questa forniti, dovranno attenersi a questi standard.
Al contempo, la regione si è rivolta alle PPAA locali e agli enti pubblici in generale con un
intervento, iniziato nel 2002, finalizzato allo sviluppo e sperimentazione di applicazioni, che
sollecitava gli enti a presentare progetti-idea. Con questo bando la regione ha inteso perseguire una
strategia a due binari: da un lato procedere con l’infrastrutturazione immateriale del territorio,
dall’altro cominciare a sperimentare un paniere composito di servizi digitali, per essere così pronti
ad erogarli al pubblico una volta realizzate le condizioni infrastrutturali minime, ed essere poi
riusati dagli altri enti del territorio regionale.
Si tratta di 60 progetti (sul totale complessivo di 217 annoverabili nel settore e-government e di 184
rivolti alle PA) tra cui il progetto di Telemedicina.
Il bando presenta peculiarità interessanti.
Il bando è finanziato dalla misura 6.2, è rivolto agli enti pubblici che hanno risposto con 370
progetti idea, di cui ne sono stati selezionati circa 60, in base a criteri finanziari (coerenza dei
budget con le risorse del bando) ma anche in base alle tipologie dei progetti.
Questo secondo criterio è coerente con la strategia che sta alla base del programma e che consiste
essenzialmente nell’investire in un’ampia gamma di servizi da sperimentare attraverso i progetti,
successivamente erogabili su tutto il territorio regionale grazie al ‘riuso’.
A tal fine, il bando prevede che l’innovazione prodotta e le sorgenti rimangono di proprietà della
Regione Campania, che ne disporrà per incrementare il successo del riuso41.
41
Attualmente si è fatta una manifestazione di interesse presso i comuni per incentivarli al riuso. Un esempio: San
Giorno ha sviluppato il protocollo ed il portale dei tributi, adesso è interessato ad implementare SUAP sviluppato
altrove.
322
VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
Vision & Value – The London School of Economics and Political Science
AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
In questa cornice strategica, si è dato prima di tutto dato peso ai progetti di informatizzazione di
processi (BackOffice) e di servizi al cittadino (ad esempio servizi tributi; carta servizi ecc.).
In seconda battuta si sono valutati i progetti a seconda della dimensione degli enti proponente,
ovvero la Regione si è posta l’obiettivo di avere un vasto assortimento di progetti pilota
implementati in comuni di diverse dimensioni, per affinare, una volta valutati i risultati, la fattibilità
del riuso in comuni di dimensioni analoghe. Se guardiamo ai progetti finanziati si evince che la
produzione di alcuni servizi online è contemporaneamente implementata da enti di dimensioni
diverse.
Le proposte che sono arrivate erano sia di singole enti che di raggruppamenti. La regione ha allora
cercato di creare relazioni e sinergie per concentrare al meglio le risorse disponibili, attraverso
incontri con i soggetti proponenti. Per questo sono stati costituti dei cluster di progetti, ad
esempio:supporto alle imprese, gestione territorio, trasporti, turismo, gestione interna PA, anagrafe
integrata ecc. In tutto i cluster individuati sono 13. Certamente l’aggregazione degli enti su progetti
simili, in accordo ai cluster, ha comportato un sforzo ulteriore di tipo organizzativo da parte sia
della Regione che dei singoli enti partecipanti.
I 60 progetti selezionati coinvolgono circa 260 comuni (50% della Campania), e tutte e 5 le
province. Inoltre ci sono le Università Federico II e la Seconda Università, diversi dipartimenti ecc.;
ASL Napoli 1 e Salerno 3, Aziende Ospedaliere. Come sottolineato prima, tutte le tipologie di
servizio sono state toccate dai progetti, con l’obiettivo di riusare di questi applicativi.
I progetti sono quasi tutti conclusi. Per molti si aspetta il collaudo della Regione prima di renderli
fruibili on-line. Questo dovrebbe avvenire nei primi mesi del 2006. Tra i vari progetti, molto
importante è quello che relativo alla diffusione del protocollo informatico su cui la Regione
Campania ha investito molto e che permette al cittadino di avere la posizione precisa della sua
pratica.
In termini di servizi finali ci sono comunque dei casi in cui i cittadini già beneficiano direttamente
di servizi implementati grazie ai Fondi Strutturali. Ad esempio, a San Nicola Marsala, l’ente ha
effettivamente usato la carta dei servizi per il pagamento dei servizi scolastici. Secondo quanto ci ha
riportato il responsabile di misura, “i cittadini, addirittura, chiedono di poter fare la stessa cosa per
pagare altri servizi pubblici; stessa cosa vale per il pagamento dei tributi online. Altro esempio è
quello del Comune di Montella che usa il digitale per l’anagrafe dei fabbricati, tipo catasto, dal
quale abbiamo recentemente ricevuto una comunicazione del sindaco che ci diceva che da quando
usano questo sistema, esattamente da un anno, sono riusciti a scoprire e recuperare 50.000 euro di
323
VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
Vision & Value – The London School of Economics and Political Science
AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
evasione, un buon risultato per il Comune, un po’ meno per i cittadini debitori, considerando che si
tratta su un territorio comunale che comprende 8000 cittadini”.
324
VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
Vision & Value – The London School of Economics and Political Science
AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
Puglia
Gli investimenti per lo sviluppo di servizi finali di e-government della Regione Puglia (Meuro)*
servizi degli enti locali e regionali
24,38**
servizi per il sistema educativo
tecnologie e servizi per l’accesso al patrimonio territoriale,
culturale e della conoscenza
servizi digitali per il settore socio-sanitario
servizi digitali per le imprese
è il 69% del totale degli investimenti per l’e-gov
*La voce ‘servizi digitale per il settore sociosanitario’ è vuota in quanto i 3,8 milioni di Euro destinati a cofinanziare il
progetto Rete di Medici di Medicina Generale, non sono ancora stati messi a bando.
** Si tratta del bando rivolto alle autonomie locali e che ha raccolto progetti molto complessi che prevedevano lo
sviluppo di una gamma di servizi ampia, per cui risulta difficile scorporare i finanziamenti seguendo la tipologia di
servizi usate per costruire la tabella. Per questo motivo li abbiamo classificati come servizi degli enti locali e regionali.
In Puglia si registra uno sforzo per la costruzione ed estensione della RUPAR a tutti gli enti locali,
con 65 progetti rivolti a comuni, pari a 19,77 milioni di euro impegnati, di cui pagati 7,34. Altre
iniziative interessanti rivolte agli enti locali ed al mondo dell’impresa e delle professioni.
In particolare la Regione ha suddiviso l’azione 6.2 in tre bandi: uno dedicato alle autonomie locali
(circa 24 milioni di Euro, per servizi di e-gov); uno dedicato al sistema delle imprese e delle
professioni (associazioni di categoria e ordini professionali; circa 29 milioni di Euro); uno dedicato
a progetti pilota a sostegno dell’innovazione delle imprese e dello sviluppo sostenibile (circa 10
milioni di euro, non ancora contabilizzati nel sistema Monit in quanto il bando è stato pubblicato da
poco).
325
VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
Vision & Value – The London School of Economics and Political Science
AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
Calabria
Gli investimenti per lo sviluppo di servizi finali di e-government della Regione Calabria (Meuro)
servizi degli enti locali e regionali
4,3
servizi per il sistema educativo
tecnologie e servizi per l’accesso al patrimonio territoriale,
culturale e della conoscenza
2,7
servizi digitali per il settore socio-sanitario
0,59
servizi digitali per le imprese
è il 36% del totale degli investimenti per l’e-gov
La Regione Calabria stenta ad uscire dall’impasse Telcal per quanto riguarda l’infrastrutturazione
della pubblica amministrazione. Questo ha contribuito a determinare il ritardo sulle altre azioni.
L’unica sostanziale novità è il finanziamento di 7 macro-progetti (rientrano tra i 14 classificati nella
colonna ‘servizi ed applicazioni..’), rivolti agli enti locali - misura 6.3c “Diffusione della Società
dell’Informazione nel settore pubblico” – di cui alcuni sono inseriti nel primo avviso e-government.
Questi, assieme ad altri progetti di realizzazione di servizi telematici e di infrastrutturazione degli
enti locali, mettono in campo circa 20 milioni di euro – su circa 27 milioni dedicati alla misura - di
cui circa 15 già impegnati, e circa 6 già pagati. Non siamo entranti ancora in possesso di
informazioni di dettaglio sullo stato di attuazione fisica dei progetti.
Sicilia
Gli investimenti per lo sviluppo di servizi finali di e-government della Regione Sicilia (Meuro)
servizi degli enti locali e regionali
39,57
servizi per il sistema educativo
tecnologie e servizi per l’accesso al patrimonio territoriale,
culturale e della conoscenza
servizi digitali per il settore socio-sanitario
servizi digitali per le imprese
è il 96% del totale degli investimenti per l’e-gov
326
VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
Vision & Value – The London School of Economics and Political Science
AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
Nel 2004 la Regione ha fatto un avviso molto simile e-gov nazionale, si chiama progetto reti
civiche. I progetti di reti civiche sono stati selezionati a seguito dell’avviso pubblico del 4 settembre
2003, la
graduatoria dei progetti ammessi a valutazione è stata approvata
con Decreto del
Dirigente Generale n.961 del 29 ottobre 2004, che ammette a finanziamento tutti i progetti collocati
in graduatoria e ne assicura la totale copertura finanziaria. I progetti esecutivi sono stati approvati
dalla Commissione di Coordinamento dei Sistemi informativi nella seduta del 9 settembre 2005,
condizionatamente al rispetto delle prescrizioni generali e particolari dalla stessa impartite. Pertanto
si è in attesa dei progetti, riformulati dagli Enti secondo le prescrizioni ricevute, per procedere
all’approvazione degli stessi con atto formale e per la controfirma del Disciplinare da parte del
Dirigente Generale. Contestualmente all’approvazione saranno erogate le somme spettanti con le
modalità di Tesoreria unica (accredito dell’intero importo in sottoconti di tesoreria intestati agli Enti
capofila, prelievi degli Enti in base alle spese effettuate). I titoli di spesa, per quanto sopra esposto ,
saranno emessi entro il 10 dicembre dell’anno corrente. Gli atti giuridicamente vincolanti saranno
assunti dagli Enti beneficiari, presuntivamente, nel primo semestre del 2006. La realizzazione dei
progetti di Reti civiche ha presentato criticità nella fase relativa la formulazione dei progetti
proposti dai beneficiari finali, poiché è stato necessario rimodulare più volte i progetti esecutivi. Di
conseguenza l’intero processo di realizzazione delle Reti civiche ha subito notevoli ritardi che
oggettivamente si ripercuoteranno nell’attuazione degli interventi previsti.
Previsioni di spesa: entro il 10 dicembre 2005: circa € 4.000.000,00
Riguardo alla recente gara per la “Piattaforma Telematica Integrata e Società Mista” siamo riusciti
ad ottenere dall’amministrazione siciliana le seguenti informazioni.
L’art. 127 della L.R. 17/04 art. ha modificato il precedente assetto societario. E’ prevista la
creazione di una struttura per lo sviluppo della Società per l’Informazione, sotto forma di gruppo
societario costituito da una società a totale partecipazione pubblica regionale, denominata SICILIA
e-INNOVAZIONE SpA (costituita con DPR n. 776 del 17/6/05), con funzioni di capogruppo e
titolare delle competenze ex art. 78 della L.R. 6/2001 e s.m.i., che avrà l’obiettivo di implementare
gli obiettivi e le azioni definite nella strategia regionale, attraverso l’utilizzo coordinato e congiunto
degli strumenti finanziari previsti in ambito regionale, nazionale e comunitario a sostegno dello
sviluppo della Società dell’Informazione, e che è autorizzata a costituire delle società di scopo da
destinare alle specifiche materie. La delibera di Giunta Regionale n. 177 del 28/4/2005, ha assunto la
determinazione di procedere alla costituzione di una apposita società di scopo fra la Regione Lombardia
e la Regione Siciliana, anche attraverso rispettive società pubbliche “SICILIA e-INNOVAZIONE SpA
327
VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
Vision & Value – The London School of Economics and Political Science
AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
e LOMBARDIA INFORMATICA SpA, preposta alla realizzazione di un sistema informativo sociosanitario mediante l’introduzione della carta regionale dei servizi, riconosciuta come carta nazionale dei
servizi e tessera sanitaria. Il 12 ottobre u.s. è stato stipulato il contratto con l’aggiudicataria della gara di
fornitura per la realizzazione della PTI. In una seconda fase l’aggiudicataria diverrà socio di minoranza
della società di scopo “Sicilia e-Servizi” che tra l’altro realizzerà anche interventi previsti nell’APQ.
Nell’ambito della realizzazione della Piattaforma Telematica Integrata (50 Meuro della 6.05), è
previsto l’avvio della RUPAR, presso tutte le pubbliche amministrazioni regionali sulla base dello
studio di fattibilità per la realizzazione di “Reti telematiche nella Regione Sicilia e loro integrazione
con la rete unitaria delle pubbliche amministrazioni”, approvato nel luglio 2003. Ma non appena
diverranno operative le infrastrutture regionali a larga banda, realizzate mediante gli specifici
interventi infrastrutturali inseriti nell’Accordo di Programma Quadro Società dell’Informazione in
Sicilia, la RUPAR migrerà su tale infrastruttura a larga banda, opportunamente gestita dalla
specifica società di scopo “Sicilia e-Reti” nel frattempo costituita tra SICILIA e-INNOVAZIONE
SpA e INFRATEL ITALIA SpA. In atto quest’ultima ha appaltato una prima tranche
dell’intervento “RAN” infrastruttura a LB per un totale di 48 meuro a valere sulla delibera CIPE
20/2004.
Sardegna
Gli investimenti per lo sviluppo di servizi finali di e-government della Regione Sardegna (Meuro)
servizi degli enti locali e regionali
23,25
servizi per il sistema educativo
6,72
tecnologie e servizi per l’accesso al patrimonio territoriale,
culturale e della conoscenza
24,64
servizi digitali per il settore socio-sanitario
servizi digitali per le imprese
è l’83% del totale degli investimenti per l’e-gov
La Sardegna ha attivato 9 progetti di infrastrutturazione di base. Quello relativo alla costruzione
della RUPAR è iniziato il 10/02/2003, con un costo di circa 9 milioni di euro, di cui 8 sono stati già
pagati. Gli altri riguardano lo sviluppo di infrastrutture di base in cinque città; gli altri riguardano il
settore della formazione continua e le biblioteche, avviati tra il 2002 ed il 2003.
328
VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
Vision & Value – The London School of Economics and Political Science
AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
Dei 72 progetti finalizzati allo sviluppo di servizi ed applicazioni per il pubblico, la maggior parte
riguarda la costruzione di mediateche. Una grande progetto, di circa 7 milioni di euro, riguarda lo
sviluppo dell’e-government in Sardegna (progetto E-GOS), avviato il 13/03/2003.
In fine, i 13 progetti di sviluppo di applicazione per la PA, sono di varia natura e la maggior parte
riguarda l’acquisto di hardware specifico e collaudi.
Il Molise, nessun dato di dettaglio è disponibile nel database MONIT.
2- Scheda di approfondimento del progetto Telemedicina della Regione Campania
Caratteristiche del progetto
Obiettivi: Il progetto prevede la realizzazione di un portale, rivolto al cittadino ed agli operatori,
per l’erogazione di contenuti informativi e servizi.
Il Progetto è stato organizzato in 20 workpackages, ciascuno mirante alla realizzazione e diffusione
di uno specifico servizio di telemedicina.
Alcuni di questi servizi sono fruibili tramite il portale :
-
Servizio assistenza al controllo portatori pacemaker;
-
Servizio assistenza ai pazienti con scompenso cardiaco;
-
Servizio assistenza al controllo dei pazienti ipertesi;
-
Criteri di valutazione del benessere fetale;
-
Teleradiologia.
-
Servizio di interscambio dati clinici,
-
Servizio di interscambio dati clinici ed epidemiologici;
-
Telefarmacovigilanza;
-
Telemedicina per gli ausili protesici;
-
Banca dati e servizio di assistenza per i pazienti con arti critici e/o piede diabetico;
-
Banca dati e servizio di assistenza per la terapia antalgica.
Ogni partner sviluppa un servizio, di tipo verticale.
329
VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
Vision & Value – The London School of Economics and Political Science
AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
Il Centro di Servizi Didattico Scientifico (CdS) dell’Università Federico II, è il soggetto capofila, è
gestore del finanziamento, ed ha erogato i finanziamenti ai partner sulla base dei dati di
rendicontazione, con le stesse modalità applicate per il POR della regione.
Il Cds si è occupato della direzione e del coordinamento del Progetto nonché della realizzazione del
portale, che agisce come collettore dei servizi.
Per la realizzazione del progetto è stato comunque costituito un gruppo di progetto ad hoc: il
personale interno alle unità organizzative degli enti coinvolti ed il personale esterno (consulenti e
collaboratori).
Tipo di innovazione: L’innovazione introdotta con il progetto varia a secondo dell’area medica
d’intervento.
Nel caso di radiologia l’innovazione è tecnologica e risiede nell’integrazione tra i sistemi PACS
(macchine per la produzione di immagini radiologiche) eterogenei. Per altri servizi, ad esempio
farmacologia o audiologia, l’innovazione è sul servizio, nel senso che sono stati realizzati servizi a
valore aggiunto mediante applicazioni web. In generale il progetto è stato anche un’occasione per
sopperire, laddove possibile, a mancanze e bisogni specifici di ogni area.
Di seguito alcuni esempi di innovazioni specifiche.
Nel caso di farmacologia, il servizio consente di acquisire un’informazione sui farmaci, e per questo
ci si è basati sul protocollo fornito dal ministero. Il servizio è erogato attraverso un sito all’interno
del portale, che rilascia servizi informativi. Il cittadino può inserire dati relativi ai farmaci per
saperne di più sulle controindicazioni che ha avuto. Le informazioni raccolte sono poi studiate dagli
operatori del Dipartimento di Medicina Sperimentale della II. In particolare il sito rappresenta un
centro di riferimento di telefarmacovigilanza per il controllo della sicurezza dei farmaci. Tale
iniziativa tende anche a razionalizzare l’uso dei farmaci, con un miglior rispetto dei rapporti
rischio/beneficio e costo/beneficio.
Tale centro ha come scopo,
-
la Valutazione degli eventi avversi che si possono verificare durante un trattamento
farmacologico sia con farmaci già in commercio ancor più con farmaci in sperimentazione
clinica (pre-marketing) e
-
la
Consulenza on-line in tempo reale o differito con personale specializzato in
farmacovigilanza per ogni eventuale dubbio sulla valutazione degli eventi avversi.
330
VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
Vision & Value – The London School of Economics and Political Science
AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
-
la Consultazione on-line di qualsiasi materiale scientifico (MICROMEDEX, PUBMED, links
con siti di farmacovigilanza italiani e stranieri)
-
Il reperimento del modello A del Ministero della Salute per la segnalazione di eventi avversi
-
La consultazione del bollettino di informazioni sui farmaci che è pubblicato con frequenza
quadrimestrale.
Nel caso di audiologia, tipicamente si ha che un paziente fa una visita di controllo; dovrà poi
acquistare gli apparecchi presso l’azienda che li vende; e poi tornare a fare controlli ecc.
Allora, per semplificare la vita del paziente, si è realizzato un sito che fornisce la prenotazione online da parte delle aziende per i pazienti del policlinico.
Il progetto è stato presentato allo SMAU ed ha raccolto l’interesse del Ministero della Sanità.
Azioni di accompagnamento: la formazione
E’ stato attivato uno specifico piano formativo per la creazione di nuove figure professionali legate
alla gestione dei servizi di telemedicina e alla diffusione presso tutti gli operatori della sanità dei
nuovi modi operativi richiesti dalle nuove tecnologie. Tali attività formative prevedono
l’addestramento in aula e sessioni di insegnamento a distanza.
Un WP si è specificamente occupato di allestire un laboratorio didattico multimediale per fare
formazione continua agli operatori sanitari ed in generale a studenti universitari (un dipartimento
della II Università di Napoli). Comunque ogni acquisto di sistemi informativi sanitari ha implicato
un’attività formativa inclusa, erogata da parte dell’azienda fornitrice.
Si è inoltre allestito un laboratorio multimediale presso i locali del primo Policlinico, dove si fa
anche la simulazione delle aree operatorie.
Riguardo ai punti di forza, occorre fare una premessa: nel progetto sono individuate due diverse
tipologie di servizio tra loro interagenti in una piattaforma abilitante unica. La prima di tipo
orizzontale dedicata alla pubblicazione dei servizi offerti, al controllo della sicurezza e dei profili di
accesso ed alla creazione di aree documentali e banche dati di interscambio; la seconda di tipo
verticale che consente la gestione di specifiche applicazioni di interesse medico.
Punti di forza tecnologici – anche logico-funzionali - del progetto:
-
Inter operabilità dei vari servizi di telemedicina;
-
impiego di standard comuni per la realizzazione e l’erogazione dei servizi;
331
VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
Vision & Value – The London School of Economics and Political Science
AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
-
portale per l’accesso a tutti i servizi su base regionale;
-
integrazione di tutte le basi dati diagnostiche con meccanismi di sicurezza per l’accesso a tutti i
dati sensibili;
-
servizi offerti a specialisti, medici di base e cittadini
Sempre riguardo alla componente tecnologica, si evidenzia che l’hardware biomedico ha pesato
molto. Il costo del sistema integrato hardware/software PACS ad esempio, può arrivare a 300 mila
euro.
Sul totale è stato assegnato circa il 40% per hardware.
Queste attrezzature funzionano indipendentemente dal portale, che invece ha dato un valore
aggiunto per la trasmissione delle immagini e per l’accesso ai servizi.
Per quanto riguarda la reingegnerizzazione del sistema informativo, nel caso di radiologia, e non
solo, alcuni partner, hanno acquisito sistemi hardware/software necessari alla automazione delle
attività sanitarie, per altri è bastato l’ammodernamento dei sistemi stessi che le strutture sanitarie,
altrimenti, avrebbero avuto molte difficoltà a realizzare senza il supporto di questo progetto.
Disseminazione dei risultati, riuso e futuri sviluppi
L’azione di comunicazione è un’attività rendicontata nell’ambito delle spese generali, di circa
10000 euro. Ha permesso di far conoscere il progetto nella sua fase di implementazione, è quindi
stata un’occasione per avere feedback in corso d’opera, allargare il consenso interno al progetto e
stringere collaborazioni con soggetti ed esperienze simili anche fuori dall’Italia.
Tuttavia dobbiamo precisare che qualsiasi iniziativa di rilevanza esterna (conferenze stampa,
manifestazioni, ecc.) inerente lo sviluppo del progetto e/o l’illustrazione dei suoi risultati e simili è
concordata con la Regione sia per il merito della stessa che per i suoi aspetti economici –
organizzativi.
Per quanto riguarda invece il riuso del progetto, i partner del progetto dovranno supportare la
Regione una volta che, elaborati i documenti tecnici, si procederà in questo senso (ndr: il
responsabile per la misura, dell’amministrazione regionale, presente all’incontro, precisa che la
linea della regione è essere sicuri che di avere un back-office consolidato prima di diffondere
l’innovazione altrove attraverso il riuso. Per il riuso sono stati attivati anche rapporti
internazionali. Inoltre, si precisa che in realtà, in questo caso più che riuso si tratterà di una
aggregazione di altri servizi).
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VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
Nell’ambito del progetto sono state formalizzate attività di collaborazione con otto regioni greche
(Attica, Egeo del Nord, Egeo del Sud, Epiro, Grecia Occidentale, Ionia, Peloponneso, Creta). Infatti
le sperimentazioni già attivate e in via di sviluppo nella Regione Campania possono essere
estendibili anche al caso di applicazioni di interesse per la Grecia, sia per quello che attiene ai
risultati che allo sviluppo di tecnologie specificamente realizzate.
3- Scheda di approfondimento del progetto Bas-Refer della Regione Basilicata
Fasi del processo, gestite attraverso il sistema informativo.
Fase 1: Richiesta da parte dei medici di medicina generale
Al momento della prenotazione dell’ esame il software richiederà se il referto dovrà essere
trasmesso elettronicamente, di seguito se la risposta è affermativa si richiederà la compilazione di
un modulo per la delega del paziente.
Il sistema dovrà prevedere inoltre che tale delega potrà valere solo per la prenotazione attuale
oppure per tutte le prenotazioni effettuate da quel momento in poi.
Fase 2: Archiviazione e Trasmissione del referto elettronico da parte del Medico Ospedaliero
Il medico ospedaliero, dopo aver effettuato l’esame per cui è stato richiesto l’inoltro del referto al
medico di base, al momento della stampa del referto, non destinerà l’output verso la stampante ma
verso il sistema software di integrazione, il quale richiederà all’operatore l’inserimento della smartcard personale per procedere all’operazione di firma del referto. Il referto firmato digitalmente e
crittografato sarà inviato (tramite la RUPAR) e quindi depositato presso un archivio appositamente
realizzato e situato presso la Regione Basilicata, contemporaneamente il sistema software invierà un
messaggio di posta elettronica all’indirizzo del medico richiedente e/o quello del cittadino (se
disponibile) notificandogli l’avvenuta consegna del referto42.
Fase 3: Accesso al referto elettronico
Il medico di base, in seguito alla notifica dell’avvenuta consegna del referto elettronico, si
collegherà alla banca dati dei referti e al momento della richiesta di visualizzazione dello stesso il
42
Sarebbe interessanti qui, implementare la multicanalità del servizio, predisponendo un sistema di avviso tramite sms.
E’ un suggerimento che il valutatore ha inteso condividere con il responsabile del progetto.
333
VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
sistema richiederà l’autenticazione tramite il certificato digitale depositato nella smart-card
personale del medico.
I referti consultabili riguarderanno essenzialmente gli esami di laboratorio e gli esami radiologici,
ma potranno essere estesi anche ad altre indagini diagnostiche quali, per esempio, le endoscopie e
ecografie.
Funzionalità a valore aggiunto: gestione Banca Dati Referti
Si renderanno disponibili tramite interfaccia web le funzionalità di visualizzazione dati statistici
riferiti al numero di accessi al servizio con l’indicazione dei tempi intercorsi tra la richiesta e
l’effettiva erogazione del servizio.
La fruibilità di questo servizio è riservata ai Dirigenti delle ASL tramite autenticazione al sistema
utilizzando la propria smart-card.
Criteri di interoperabilità
I referti informatici saranno strutturati in linguaggio XML ed accompagnati da specifiche di
formattazione per la visualizzazione e la stampa con strumenti diffusi. XML è infatti un linguaggio
che permetterà di integrare gli standard dei sottosistemi informativi regionali (CUP,
BASILICATANET) con i vari applicativi produttori di referti. In tal modo, sarà possibile in futuro
lo scambio di referti anche tra strutture sanitarie diverse.
Standard
Il progetto prevede che i referti siano strutturati utilizzando il linguaggio XML. I vari campi in cui
sarà strutturato lo schema di referto faranno riferimento agli standard HL7.
Formazione
La fase di formazione riguarderà sia il personale addetto alla gestione tecnica del sistema che gli
operatori finali. Inoltre, sarà implementata una serie di seminari con lo scopo di illustrare gli impatti
organizzativi del nuovo sistema nel contesto della singola Amministrazione.
Essa avverrà sulla base di modalità di erogazione differenziate (lezioni in aula, formazione sul
campo) ed avrà contenuti differenziati a seconda della tipologia di utenza (responsabili degli uffici,
personale operativo, personale tecnico – sistemistica). Per venire incontro alle necessità formative e
tenuto conto della diffusione territoriale della procedura, si dovrà realizzare gli opportuni moduli
formativi anche attraverso i sistemi FAD in dotazione alla Regione Basilicata.
Assistenza
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VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
Il servizio di assistenza si inserisce nel servizio più generale che la Regione Basilicata rivolge a tutti
gli enti coinvolti, che ha l’obiettivo principale di rappresentare un riferimento per la segnalazione di
tutti i problemi riguardanti il sistema per l’Interoperabilità e la Cooperazione Applicativa.
4- Scheda di approfondimento: Il rapporto del PON Scuola con le regioni
In sintesi, il rapporto con le regioni si caratterizza per tre elementi:
1. la programmazione iniziale ha definito le priorità e le regioni sono state chiamate a
contribuire a specificarle;
2. aver definito obiettivi precisi prontamente è stato utile per guidare la programmazione
negoziata;
3. non si è registrato un particolare protagonismo delle amministrazioni ragionali.
Dobbiamo considerare tuttavia alcune caratteristiche istituzionali che possono aiutarci a spiegare
l’atteggiamento apparentemente poco pro-attivo delle regioni.
Innanzitutto, riguardo alla SI ed in generale all’innovazione tecnologica nelle scuole, le regioni non
hanno una tradizione, manca una tradizione di approcci programmatori verso questo settore.
Secondo, le regioni non hanno ancora maturato competenze istituzionali nei confronti della scuola,
in quanto non c’è stato ancora un processo di decentramento. La cornice istituzionale quindi non
poteva favorire il protagonismo regionale. Si aggiunge inoltre una scarsa esperienza nell’uso dei
fondi strutturali da parte della pubblica istruzione.
A fronte di questa situazione di partenza, l’ADG del PON Scuola ha sollecitato le regioni ad
individuare degli interventi, che in coerenza col QCS, potessero essere utili per la scuola.
E’ stato elaborato un documento interinale con cui si identificavano i fabbisogni; orientato ad
analizzare il tema della regionalizzazione dell’intervento. In questo documento il MIUR dichiarava
gli obiettivi generali e chiedeva alle regioni di fare il resto.
Il risultato è stato che alcune regioni hanno proposto, in particolare riguardo agli investimenti in
tecnologie (quindi non FSE), già in fase programmatoria. Come citato precedentemente nel
capitolo, le regioni sono Calabria, Sardegna, Basilicata e Sicilia.
Guardiamo, a titolo di esempio, ciò che è avvenuto in Sardegna e Basilicata.
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VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
Sardegna: si è supportato lo sviluppo del progetto regionale denominato MARTE che ha come
obiettivo la realizzazione di un laboratorio in ogni scuola che convergesse verso una piattaforma
unica. Si tratta di una piattaforma regionale, una vera e propria rete regionale, in cui gli enti locali
potevano svolgere un ruolo di regia, e le scuole vi potevano partecipare. In particolare nel 2000 il
l’ADG del PON concordò una modalità per diventare complementari, benché si partiva da due
approcci diversi: a differenza del progetto MARTE, il quale non prevedeva processi locali, la logica
del PON si orientava verso la localizzazione dell’intervento. Tuttavia si decise di garantire la
fornitura delle tecnologie multimediali alla secondaria ed il cablaggio alle scuole che lo avessero
richiesto.
I tempi sono stati lunghi per cui ad oggi ci sono laboratori datati e che non sono utilizzati. Oggi è in
atto un tentativo di trasformare questo progetto in e-learning con l’uso di un portale per erogare
servizi di front-end.
Basilicata: con questa regione il rapporto si è andato aggiornando col tempo, via via che la loro
strategia e il PON erano implementanti, ovvero alla luce di criticità e potenzialità che emergevano.
In questa regione all’inizio si prevedeva un piano di investimenti capillare per la SI, secondo la
strategia regionale, ma non per le scuole. Al momento della stipula dell’intesa, la Basilicata stava
lavorando sulla RUPAR. Successivamente la regione ha realizzato il progetto “ Un computer in
ogni casa”. A quel punto, avendo il PON già avviato l’attuazione di un proprio piano rivolto agli
istituti della secondaria e alla formazioni per adulti, e visto che questa esigenza era emersa durante
gli incontri (infatti avere un computer non significava necessariamente saperlo utilizzare, e la
regione era consapevole dello sforzo aggiuntivo che occorreva per far funzionare il progetto ‘Un
computer in ogni casa), con il protocollo non si è fatto altro che istituzionalizzare quanto basato su
possibilità ed esigenze reali. In sostanza, esigenze regionali e PON si sono trovate naturalmente a
convergere. In più, su richiesta della regione, il PON ha messo a disposizione dei consulenti nelle
scuole per adeguare i collegamenti sulla RUPAR. Era necessario poiché l’evoluzione della RUPAR
stava andando in direzione dell’erogazione di servizi e quindi le scuole diventavano naturalmente
dei utenti-fornitori della RUPAR, dotati di un pacchetto di servizi propri.
Tutte le regioni si sono fatte trovare piuttosto in ritardo riguardo ai progetti di accessibilità per le
scuole. L’ADG PON Scuola ha sottolineato la necessità di investire in questo senso, nella sede del
Gruppo di Lavoro sulla SI, in particolare sul tema delle Infrastrutture Telematiche, a cui partecipa.
L’elemento discriminante della strategia del PON è la complementarietà con le regioni riguardo alle
336
VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
competenze: le regioni si dovrebbero occupare delle infrastrutture, altrimenti non si pongono le basi
per uno sviluppo omogeneo dei programmi rivolti alle scuole.
La stabilità nei rapporti con le strutture regionali è determinante. In Sicilia si è trovato stabilità nel
gruppo dirigente, cosa rara nelle altre regioni, che comporta ritardi nella programmazione e
implementazione.
Ecoter, valutatore del PON Scuola, che era presente alla riunione e che ha focalizzato parte
dell’attività di aggiornamento della valutazione proprio sugli aspetti legati ai rapporti tra POR e
PON anche dal punto di vista dei processi di comunicazione e cooperazione, rileva:
“in Sicilia ed in Calabria i rapporti informali mantenuti col PON Scuola sono stati determinanti,
quindi poco modellizzati ma funzionanti. I rapporti con le regioni è basato su rapporti umani,
perché le prassi sono ancora poco consolidate, e poi il rapporto tra politica e amministrazione si è
sviluppato nel segno della discontinuità in questi anni. Le giunte sono cambiate e con loro spesso
anche i dirigenti. Nel focus group fatto in Calabria è venuto fuori un dato interessante: solo un
dirigente è sopravvissuto all’alternarsi dei direttori generali, che ha garantito la continuità con
l’assessorato all’istruzione”.
Schede di approfondimento dei centri polifunzionali di servizio visitati in Sicilia
CENTRO POLIFUNZIONALE DI SERVIZI
ITC “STURZO” - BAGHERIA43
Descrizione / Obiettivi
È opportuno premettere che l’Istituto “Sturzo” è l’unico Istituto Tecnico Commerciale presente nel
territorio tra Palermo e Termini Imerese.
Raccoglie quindi oltre 1200 studenti, che fanno riferimento ad un territorio caratterizzato da un
tessuto di piccole-medie aziende, soprattutto di trasformazione di prodotti agricoli e di
conservazione del pescato.
43
Il materiale raccolto è il risultato delle interviste al Dirigente Scolastico (Prof. Salvatore Provenzani), al responsabile
del CPS (Prof. Vincenzo Aronica), ad alcuni docenti impegnati nella programmazione (Prof.ssa Concetta Giamporcaro
– Prof. Ignazio La Monica), un tecnico (Giuseppe Clemente)
337
VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
Da parecchi anni perciò, per rispondere sempre alle analisi di fabbisogno del territorio, l’Istituto
“Sturzo” si è caratterizzato come “Scuola-Laboratorio”, per le numerose iniziative assunte, tese a
qualificare l’offerta formativa e soprattutto, per rispondere ai bisogni dell’utenza.
Il Centro Servizi si pone come obiettivo quello di offrire un pacchetto formativo dai contenuti molto
professionali, grazie anche alla partecipazione di docenti. Questi già da qualche tempo stanno
puntando molto sullo sviluppo delle nuove tecnologie informatiche e hanno mosso i primi passi, già
due anni fa, con la progettazione di quello che oggi si può indicare come uno dei maggiori Centri
servizi della Sicilia, per competenza e specializzazione.
Questa progettazione, infatti, è nata già da alcuni anni (prima ancora dell’approvazione della misura
1.4) grazie alla rete “BAB el GHERIB” (Bagheria in arabo), che ha coinvolto tutte le istituzioni
scolastiche operanti nel territorio per attuare una funzione attiva per lo sviluppo di una progettualità
integrata nel territorio. Le iniziative erano attuate in raccordo con le Istituzioni pubbliche,
associazioni e soggetti economici operanti nel territorio.
Tutto ciò per predisporre lo sviluppo ed il successo formativo dei giovani della zona. In questa
situazione, appare chiaro il ruolo che era ricoperto dallo sviluppo della conoscenza e pratica delle
IT, per incrementare le potenzialità d'utilizzo della rete sia per gli studenti sia per il territorio.
L’apertura al territorio è stata centralizzante, come sostiene il D.S. Infatti, erano gli stessi cittadini a
farne richiesta, a chiedere della possibilità di poter usufruire della rete e di aver la scuola come
punto di riferimento e di continuità, post scolastica.
Quindi, ancora prima di una vera e propria analisi dei fabbisogni, per opera dell’Istituto, già dal
territorio circostante emergeva una richiesta ben precisa.
Oggi il CPS di Bagheria è effettivamente un punto di riferimento per il territorio.
In qualsiasi ora della giornata è possibile accedere alla ricerca in rete, aperta a tutti i cittadini (sino
alle 19 circa). Sono tantissimi gli studenti universitari che fanno riferimento al Centro di Bagheria.
L’auditorium della scuola è stato convertito in sala video conferenza, utilizzata ora sia da enti
pubblici sia da privati sia chiedono di poterne usufruire, sia per seminari sia per conferenze.
Si è cercato di aumentare le potenzialità del Centro Servizi attraverso una distribuzione più
razionale di tutti gli apparati, anche attraverso un collegamento con gli altri laboratori della scuola.
Inoltre, nelle discipline della scuola stessa, si è cercato di sviluppare l’utilizzo del laboratori
d’informatica anche dove prima non era strettamente previsto. Anche la stessa biblioteca offre
servizio di prestito e consulenza, per tutto il territorio, funzionando come centro di documentazione
multimediale. In questo modo le informazioni sono reperite in maniera più semplice.
338
VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
Per quel che riguarda strettamente la formazione dei docenti del I ciclo, sono appena conclusi 2
corsi dedicati alla gestione reti (livello avanzato). A metà novembre si partirà coi corsi
d'alfabetizzazione.
Si è preferito iniziare dal corso di gestione per individuare delle figure- referenti che poi siano in
grado di offrire assistenza e aiuto in ciascuna scuola, ai docenti che frequenteranno i corsi base.
Ai corsi, della durata di 32 ore ciascuno, partecipano circa 20 persone per corso.
I moduli formativi del CPS di Bagheria sono rivolti a docenti di 35 scuole di I ciclo della Provincia
di Palermo
Dall’analisi delle richieste sono interessati 760 docenti della scuola di base.
I corsi saranno affidati dal MIUR al Centro di Bagheria sono stati perciò 38 (nonostante la scuola
n'avesse chiesto solo 20 all’inizio), così articolati:
1. Base : alfabetizzazione di base – 10 CORSI
1. Base : uso didattico di Internet - 13 CORSI (fruizione) e 10 CORSI (produzione)
2. Avanzato : gestione reti – 5 CORSI
Vista la quantità dei docenti iscritti, molto probabilmente saranno necessarie delle selezioni.
LE INFRASTRUTTURE DEL CPS di Bagheria
-
biblio-mediateca multimediale e un ambiente per la consultazione di testi, supporti
multimediali e per la navigazione in internet
-
laboratorio per lo sviluppo e l’aggiornamento di prodotti multimediali
-
aula per incontri con diverse stazioni di lavoro multimediale e un proiettore
-
auditorium per incontri e seminari dotato di collegamento satellitare, collegamento internet e
videoproiettore (150 posti)
-
sistema di videoconferenza
-
5 laboratori multimediali in rete e con collegamento ad internet
-
cablaggio di istituto collegamento ad Internet in ogni aula
Postazioni multimediali per l’utilizzo della rete
150 in tutta la scuola.
15 quelle del CPS
339
VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
I PC del CPS sono stati acquistati in parte con FESR precedente alla 1.4, in parte con risorse proprie
dal bilancio della scuola.
Tecnici presenti nel Centro Servizi
5 tecnici che garantiscono un’apertura del Centro dalle 7 del mattino circa, alle 19 la sera.
In ogni modo si sta cercando di costituire un team di esperti che possano offrire anche supporto e
consulenza nelle scuole (al momento si riuscirebbe a seguire solo 4-5 scuole delle 35 di riferimento)
Il lavoro è effettuato da tecnici esperti e docenti che si sono impegnati da subito unicamente perché
fiduciosi della qualità del progetto.
Partenariato sviluppato dalla scuola
Rete scuole “Bab el Gherib”
Comune di Bagheria
Provincia di Palermo
Supporto al PIT “metropoli est” (13 Comuni): il CPS di Bagheria si pone come riferimento per
sviluppare azioni e strategie di formazione all’e-learning e si pone come agenzia di sviluppo per la
progettazione integrata.
Legame tra Centro Servizi, Centro Risorse e APQ per la promozione (anche on line) della
partecipazione attiva dei giovani alla costruzione della propria città.
Punti di forza
-
Forte radicamento ed interpretazione delle attese del territorio di riferimento: il centro è
frequentato e conosciuto da tutta la popolazione di Bagheria e territorio circostante. “Si sono
messi in moto processi che rispondevano ad attese del territorio”
-
Ricerca di una condivisione interna delle metodologie di lavoro e delle buone prassi da
attivare sul territorio;
-
Gestione
della
complessità
interna
attraverso l’innovazione costante e l’estesa
collaborazione tra gruppo di docenti e dirigente
-
Servizio di consulenza in presenza e on line per orientamento alle scelte tecnologiche nelle
scuole
340
VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
-
Supporto alle scuole del territorio per la diffusione delle tecnologie dell’informazione
-
Istituzione della piattaforma “e-bagheria.it” per il reperimento di tutte le informazioni sui
progetti e sul Centro servizi
-
Previsione di tutti gli strumenti necessari per poter usufruire del servizio in maniera efficace:
chat, consuelling, mentoring, comunità virtuale, glossario, archivio best practies, forum, ecc.
-
Previsione di azioni specifiche per non-vedenti e ipo-vedenti
-
Gli studenti possono utilizzare le strutture del Centro per effettuare ricerche e lavori
personali, supportati ed assistiti dai tecnici del Centro
-
Uso di strumenti innovativi: simulazione di esami in video conferenza. Collegamenti con
scuole del Settentrione. Decentramento della formazione attraverso l’uso di referentiformatori nelle scuole (si prevede un 30% di decentramento per garantire maggiore
autonomia)
-
Verifica costante, attraverso sondaggi e monitoraggi, delle competenze e delle infrastrutture
delle scuole
Criticità
-
Richiesta di un maggior riconoscimento, da parte del Ministero, delle attività svolte
-
Alcuni problemi di disservizi, legati all’ADSL
-
Si è spesso costretti ad attivare altre forme di finanziamento perché i finanziamenti per il
mantenimento e il rinnovo delle infrastrutture (strutture obsolete, circa 5 anni, a parte il lab
di musica elettronica e di impresa simulata, da poco rinnovati)
-
È stato introdotto un sistema di certificazione dell’attività svolta, sia per i docenti sia per gli
alunni, ma la certificazione non ha valore di riconoscimento qualificante (per esempio
durante gli studi universitari). Ci si vorrebbe attivare in questo senso.
-
Scarsa possibilità di aggregazione di servizio, la causa appare la mancanza di autonomia di
decisione da parte dei responsabili dei CPS. Dovrebbero avere un ruolo di maggiore
autonomia.
-
Scarse dotazioni infrastrutturali nelle scuole di riferimento. Per questo motivo poca
motivazione a continuare ed innovarsi se non può essere garantito un servizio constante di
tutela e assistenza.
341
VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
-
La ricerca di flessibilità e di sinergie si scontra spesso con la mancanza di flessibilità e
riorganizzazione delle procedure burocratiche di funzionamento delle scuole.
-
Nonostante i successi nel territorio, la visione complessiva da parte della Dirigenza non
ottimista, almeno ché non si riesca ad operare perfettamente in una scuola dell’autonomia
che però possieda tutte le risorse per rendersi perfettamente autonoma.
CENTRO POLIFUNZIONALE DI SERVIZI
IPSIA “P.CALAPSO” – SIRACUSA44
Descrizione / Obiettivi
Il CPS dell’Istituto Calapso, visti gli sbocchi occupazionali della stessa scuola, ha da sempre
privilegiato una operatività che si concentrasse più sullo studio delle parti molto pratiche che su
quelle strettamente teoriche.
Come emerge dalle parole del D.S. Prof. Antonino Gimmilaro, tutte le opere concrete realizzate
dall’Istituto di Siracusa si sono dovute confrontare con il territorio circostante, che spesso non offre
concrete possibilità ai giovani che frequentano la scuola, e per questo motivo tendono ad
abbandonarla.
Proprio per questo motivo, gran parte dei progetti realizzati dall’Istituto “P. Calapso”, sono svolti
all’interno della programmazione riguardante il Centro Risorse per la dispersione, molto attivo
all’interno della scuola, con una serie costante di progetti che richiedono una partecipazione attiva
dei ragazzi stessi.
Da un’analisi dei fabbisogni effettuata all’interno del territorio di riferimento, ci si è resi conto delle
forti carenze presenti all’interno del settore dell’Informazione, per questo motivo, alla luce della
straordinaria importanza delle nuove tecnologie, si è cercato di proporsi come agenzia di sviluppo e
44
Il materiale raccolto è il risultato dell’intervista al Dirigente Scolastico (Prof. Antonino Gimmillaro) ed al
responsabile dei progetti PON per la scuola (Ing. Giancarlo Marino)
342
VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
aggiornamento del territorio della Sicilia orientale, partendo proprio dai docenti del primo ciclo, i
quali si trovavano nella condizione di maggiore svantaggio.
Al Centro Servizi dell’Istituto “Calapso” è stato affidato il compito di svolgere soltanto 4 corsi di
formazione per i docenti del I ciclo. Ciò nonostante il Centro si fosse proposto come punto di
riferimento di un bacino più ampio di utenti-docenti, circa un centinaio.
Attualmente è in via di conclusione il primo corso di alfabetizzazione di base. Al corso sono iscritti
23 docenti (ma i frequentanti assidui sono effettivamente 19).
Nelle prossime settimane si prevede di poter partire con gli altri due corsi di base (sulla fruizione e
produzione dei software didattici), per i quali però si dovrà procedere ad una selezione, in quanto ci
sono state 36 richieste per il primo e circa 40 per il secondo.
Per il corso avanzato di gestione reti invece, sono pervenute solo 16 richieste al momento.
Pertanto si valutava la possibilità di poter chiedere direttamente al MIUR, di convertire questo corso
in un altro di alfabetizzazione, viste le tante richieste dalle scuole del territorio.
Per quel che concerne la scelta delle scuole nel territorio, si sono privilegiati gli Istituti Comprensivi
facenti parte della Rete Scuole di Siracusa.
Questo perché sono state veramente poche le scuole che avevano risposto al primo bando
informativo (mese di agosto 2005). Successivamente invece, dopo l’invio del secondo bando, alla
metà di ottobre, si è dovuto far fronte ad una forte eccedenza di richieste. Il problema principale che
si era presentato però, era la scarsa disponibilità dei Dirigenti delle scuole primarie, che non
riuscivano a far conciliare gli impegni della formazione sulle nuove tecnologie con gli impegni e le
scadenze della propria scuola (collegi, rientri, ecc.)
A questo punto si è deciso di scegliere gli Istituti compresi, in modo da raggruppare solo una
ventina di insegnanti, provenienti dalle stesse scuole.
Gli Istituti coinvolti sono:
1) Istituto Comprensivo “Archimede” – Siracusa
2) Istituto Comprensivo “Danilo Dolci” – Priolo
3) Istituto Comprensivo “Costanzo” – Siracusa
4) Istituto Comprensivo di Cassibile – Siracusa
Ecco le richieste di partecipazione divise per corsi
1. Base : alfabetizzazione di base – 1 CORSO 19partecipanti
1. Base : uso didattico di Internet (a partire da dicembre) – 2 CORSI 76 richieste totali
343
VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
2. Avanzato : gestione reti – 1 CORSO 16 richieste
Le lezioni sono tenute dal Prof. Stefano Mirabella, docente dell’Ipsia “Calapso”.
LE INFRASTRUTTURE DEL CPS di Siracusa
3 laboratori d’informatica
1 sala di videoconferenza con telecamera mobile
Postazioni multimediali per l’utilizzo della rete
18 nell’aula multimediale
22 nell’aula d’informatica
Per lo più si tratta di Pentium II (età media 8 anni)
Tecnici presenti nel Centro Servizi
Non esistono.
Ci sono i 4 tecnici della scuola che si danno il turno
Partenariato sviluppato dalla scuola
La scuola è collegata al centro AICA e svolge i corsi ECDL per la patente europea. Inoltre è
strettamente collegata alla Local Accademiy Cisco, infatti 4 docenti sono docenti con qualifica
Cisco.
La scuola di Siracusa inoltre, fa parte delle rete di 22 scuole che si è costituita otto anni fa,
comprendendo Siracusa e tutta la provincia. La Rete di Scuole Siracusa (riguarda scuole superiori
ed inferiori) si propone per lo più accordi per integrare le conoscenze tra le scuole e fornire una rete
di supporto al fenomeno della dispersione scolastica. Al progetto della dispersione partecipa da
alcuni anni anche il Comune di Siracusa.
Inoltre è stato stabilito un accordo (dal 2002) con Assindustria Siracusa per offrire agli studenti la
possibilità di svolgere stage nelle industri del territorio. In molti casi, questi stessi studenti che
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VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
avevano svolto lo stage hanno beneficiato della possibilità di essere assunti e continuare, con una
retribuzione, le attività che avevano svolto in stage.
Lo scorso anno infine, 17 ragazzi hanno avuto la possibilità, grazie ad una partnership con una
scuola rumena, di poter svolgere uno stage in Romania, all’interno di alcune industrie di quel
territorio.
Recentemente un’associazione di donne della città ha richiesto l’uso dei laboratori di informatica
per il pomeriggio, e la richiesta è stata accolta dalla dirigenza scolastica con pieno favore.
Punti di forza
Svariate iniziative di pubblicizzazione e sensibilizzazione del lavoro svolto dalla scuola nel
territorio di riferimento attraverso:
-
video e spettacoli (i ragazzi montano direttamente i loro video nel laboratorio multimediale)
-
articoli su “La Sicilia” (fitto lavoro di rassegna stampa, coordinato dalla Prof.ssa Rita
Palermo)
Forte interesse e motivazione per il lavoro svolto durante il corso di alfabetizzazione, da parte delle
docenti intervistate dal valutatore. Le insegnanti parlano di tutori pazienti e pronti a seguirle ed
aiutarle in ogni momento di difficoltà.
Criticità
-
Mancanza di operatori specifici all’interno del CPS. Sono i docenti dell’Istituto più
interessati e maggiormente formati sulle nuove tecnologie che si occupano della
“sopravvivenza” del Centro. Rivendicano la mancanza di una formazione iniziale e di un
coordinamento per quel che riguarda l’organizzazione della struttura e della gestione del
Centro. Anche a causa di questo motivo è impossibile tenere aperto il Centro tutto il giorno,
o comunque oltre gli orari della scuola, per la mancanza di tecnici esterni, adibiti
unicamente a questo servizio.
-
Senso di abbandono generalizzato, avvertito dai docenti frequentanti i corsi. Quello che
emerge è una generale mancanza di assistenza una volta terminato il corso. Le insegnanti
intervistate si chiedono quale sarà il futuro delle competenze apprese sino ad ora se nelle
345
VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
loro scuole i laboratori di informatica sono praticamente inesistenti (2-3 PC) e se c’è una
totale mancanza di assistenza tecnica. “Ci sentiamo spaventate a lavorare al computer con
degli alunni che spesso ne sanno più di noi…e se poi si presenta qualche problema, a chi ci
rivolgiamo?”. A questo proposito emerge anche una mancanza di sensibilizzazione da parte
dei D.S. delle scuole di I ciclo, poco preoccupati del digital divide.
-
Obsolescenza dell’hardware: la maggior parte dei computer hanno circa 7-8 anni. Mancanza
di finanziamenti per l’adeguamento delle strutture
-
È stato sospeso il servizio di video trasmissione digitale, a causa degli elevati costi fissi.
Attualmente la sala per la videoconferenza è chiusa e in disuso, sia a causa dei costi, sia per
motivi di sicurezza interna alla scuola.
-
Oltre al problema dei costi (si parla di bollette Telecom da 20-25.000 euro), si è riscontrata
l’inaffidabilità di alcuni funzionari incaricati Telecom. Per questo motivo si chiede un
maggior controllo e una maggiore presenza da parte del Ministero nella definizione magari
di un accordo specifico con le compagnie che erogano il servizio.
-
Non sono state introdotte particolari innovazioni tecnologiche, tipo Formazione a Distanza.
La causa è la mancanza di personale per la cura e lo sviluppo di tale sistema (attualmente è
solo un docente Prof. Stefano Mirabella a tenere il corso, con la collaborazione disponibile
di altri 2 docenti che “assistono” alle lezioni, in particolare nei confronti delle insegnanti in
maggiore difficoltà). Inoltre dicono, “la formazione a distanza è impraticabile, se spesso
abbiamo a che fare con signore al termine della loro carriera scolastica, che non hanno mai
acceso un computer”.
-
Un particolare fondamentale emerso è che non esiste un’aggregazione di servizi e di
conoscenze nel siracusano. L’Istituto “Calapso” è il 4° CPS della zona. Gli altri sono
localizzati ad Augusta, Pachino e un altro a Siracusa (Istituto Alberghiero “Fermi”). Il D.S.
sostiene che non ci sia nessun dialogo tra i Centri, pur se localizzati a pochi KM di distanza.
-
Da sottolineare il non coinvolgimento dei ragazzi dell’Istituto all’interno della
programmazione del Centro Servizi. E infine, la mancanza di una location specifica per il
Centro, all’interno della scuola (1 lab e sala video conferenze al 1piano, 2 lab al 2piano)
-
È stato introdotto un sistema di certificazione dell’attività svolta, sia per i docenti sia per gli
alunni, ma la certificazione non ha valore di riconoscimento qualificante (per esempio
durante gli studi universitari)
-
Non sono previste azioni specifiche per portatori di Handicap
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VALUTAZIONE INDIPENDENTE QCS 2000 – 2006 PER MINISTERO ECONOMIA
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
CENTRO POLIFUNZIONALE DI SERVIZI
ITCT “PUGLIATTI” - TAORMINA45
Descrizione / Obiettivi
Il CPS dell’Istituto Tecnico “Pugliatti” si pone come finalità fondamentale quella di contribuire alla
sviluppo e alla qualificazione delle scuole del territorio della costa ionica, sia attraverso servizi di
formazione e di consulenza, sia al fine di creare una comunità virtuale che sia in grado di rispondere
alle esigenze dell’utenza scolastica con cui l’Istituto è portato a confrontarsi.
La responsabile del Centro Servizi parla di una qualità ricercata attraverso:
-
una formazione ed un aggiornamento costante del personale scolastico improntato attraverso
l’innovazione metodologica continua che integri pienamente, grazie alle nuove tecnologie,
con la ricerca didattica;
-
la diffusione e lo scambio, attraverso le tecnologie dell’informazione, di informazioni,
esperienze e materiali didattici;
-
infine la diffusione del sistema di gestione della qualità secondo le ISO 9001:2000,
nell’ottica di un miglioramento continuo.
Inoltre sarà stretto compito del CPS il supporto al territorio, attraverso forme di:
-
progettazione, realizzazione e gestione del sito web e dell’Intranet di ogni singola scuola;
-
integrazione tra i diversi portali dei singoli Istituti;
-
manutenzione dei laboratori di informatica e della rete di ogni singola scuola;
-
azioni formative come previsto dalla mis. 1.4;
-
la realizzazione di uno sportello di consulenza e orientamento che stenda un bilancio delle
singole competenze.
Ma il maggiore risultato atteso sarà, per la D.S., la realizzazione di un portale Talattanet, che integri
i siti delle scuole in rete (in via di realizzazione su piattaforma Moodle).
45
Il materiale raccolto è il risultato dell’intervista al Dirigente Scolastico (Prof.ssa Carla Fortino) ed alla responsabile
del CPS (Prof.ssa Donatella LoMastro)
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
La ricaduta del progetto sul territorio, sul lungo periodo, sarà la creazione dei presupposti concreti
per la realizzazione di una “Rete Civica efficace” con la partecipazione proficua di scuole, Enti
Locali e delle realtà produttive territoriali, ancora sorde al bisogno di dialogo tra realtà produttive e
realtà formative.
In questo senso, in CPS dell’Istituto “Pugliatti” si pone al territorio come AGENZIA DI
SVILUPPO, capace di far interagire tra loro vari utenti, e di servire servizi concreti.
A questo proposito è prevista la realizzazione di percorsi stage/alternanza scuola-lavoro, finalizzati
a:
-
Realizzazione di reti a livello regionale, nazionale e transnazionale di supporto ai tirocini
formativi
- Ricerca e indagini statistiche realizzate di concerto con Università , aziende e enti locali
finalizzate a :
o individuare i macro settori emergenti in termini occupazionali e le imprese operanti in tali
macrosettori interessate ad accogliere i tirocinanti ,
o individuare i tirocinanti interessati a effettuare lo stage
o individuare strategie innovative per inserimento del percorso alternanza scuola –lavoro
nell’attività didattica.
o individuare standard nazionali e trans-nazionali da poter integrare nel contesto.
- Divulgazione delle informazioni e dei dati raccolti a livello regionale, territoriale, e transnazionale ( ad es. utilizzo di portali realizzati a hoc, o gia esistenti, creazione di una banca dati
relativa ai risultati dell’indagine e ogni altro mezzo di diffusione adeguato)
- Inserimento del percorso alternanza scuola-lavoro all’interno dei curricoli con strategie adeguate
al contesto.
- Progettazione, realizzazione, monitoraggio percorsi
di Tirocini formativi nazionali e
internazionali.
E’ previsto per questa area tematica uno Sportello di placement e orientamento (fisico e virtuale)
per aziende, scuole, studenti finalizzato a :
- Informazione ( mercato del lavoro tirocinio, ricerca della realtà promotrice e/o ospitante più
adeguata)
- Consulenza ( per permettere al soggetto di identificare le proprie competenze ed abilità)
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
- Orientamento all’inserimento nelle attività di alternanza scuola – lavoro
Infine è prevista una attività di formazione e/o raccordo a sostegno e integrazione dei PIT (per
promuovere l’integrazione tra le scuole e il territorio).
Il CPS dell’Istituto “Pugliatti” fornirà supporto tecnologico alla realizzazione delle azioni del PIT
“Val Alcantara”.
Il progetto è articolato in 3 anni, all’interno dei quali è prefissato lo sviluppo di tutte queste azioni.
Allo stato attuale è in via di conclusione il primo corso di formazione e-learning, dedicato al
personale ATA per la gestione dei servizi amministrativi. Il corso è finalizzato a:
-
supportare le azioni formative dell’Amministrazione pubblica nell’uso delle nuove
tecnologie;
-
sostenere le azioni di gestione e il monitoraggio fisico dei progetti PON e POR.
Al corso, della durata di 32 ore, partecipano 23 persone.
Gli Istituti del territorio coinvolti dalla formazione per le scuole del I ciclo invece saranno:
1) D. D. s. Teresa
2) Istituto Comprensivo Alì Terme
3) Istituto Comprensivo Nizza di Sicilia
4) Istituto Comprensivo Moio
5) Istituto Comprensivo Taormina1
6) Istituto Comprensivo Roccalumera
7) D. D. Giardini
8) Istituto Comprensivo S. Teresada
9) Istituto Comprensivo Taormina2
10) Istituto Comprensivo Furci Siculo
11) Istituto Comprensivo Giardini Naxos
12) Francavilla
13) Istituto Comprensivo Letojanni
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
Dall’analisi dei fabbisogni iniziali risultava interessata una componente di oltre v500 docenti. Dopo
la stesura ufficiale dei bandi di partecipazione i destinatari totali interessati ai corsi saranno 307 tra
tutte le scuole del I ciclo.
I corsi saranno così articolati:
1. Base : alfabetizzazione di base – 5 CORSI
1. Base : uso didattico di Internet - 4 CORSI
2. Avanzato : gestione reti – 7 CORSI
La scuola cercherà di far rientrare tutti i docenti all’interno dei corsi, magari costituendo qualche
classe più numerosa, affinché non vi siano degli esclusi.
LE INFRASTRUTTURE DEL CPS di Taormina
-
biblio-mediateca multimediale e un ambiente per la consultazione di testi, supporti
multimediali e per la navigazione in internet
-
laboratorio per lo sviluppo e l’aggiornamento di prodotti multimediali
-
aula per incontri con diverse stazioni di lavoro multimediale e un proiettore
-
auditorium per incontri e seminari dotato di collegamento satellitare, collegamento internet e
videoproiettore (300posti – utilizzato anche per iniziate private o del territorio del
Messinese)
-
sistema di videoconferenza
-
server farm, con server linux per piattaforma di e-learning e per web server (più 2 server
windows 2003 per intranet)
-
diversi laboratori multimediali in rete e con collegamento ad internet
-
cablaggio di istituto e wireless con diversi punti di accesso, collegamento ad Internet in ogni
aula ( il sistema wireless è offerta da una Società privata di Belpasso, poiché nella zona non
esisteva connessione ADSL )
Postazioni multimediali per l’utilizzo della rete
Un centinaio in tutta la scuola.
30 quelle del CPS
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
I PC del CPS sono tutti portatili, con connessione Wireless, processore Intel Centrino. Sono stati
acquistati nel 2003 coi finanziamenti FESR della misura 1.4 per i CPS. Sono stati utilizzati però
anche fondi interni della scuola, perché insufficiente il finanziamento iniziale.
Tecnici presenti nel Centro Servizi
Sono presenti nell’Istituto altri 7 tecnici che si turnano a seconda delle necessità.
2 tecnici comunque rimangono fissi all’interno del CPS.
Partenariato sviluppato dalla scuola
Rete per supportare il territorio con:
Ambrosiana Management Milano
Certiquality milano
Ifoa Reggio emilia
Comune taormina
Università messina
Avantages Portsmouth (UK)
Confcommercio messina
Centro servizi form. Verona
Scuola “welcome” rimini
Isfol roma
Rete scuole siracusa
Università ca’foscari venezia
Questo partenariato è stato istituito da alcuni anni con lo scopo di supportare, attraverso risorse
umane e tecnologiche, il CPS di Taormina, nei momenti in cui le risorse della scuola stessa si
mostrassero incomplete nel garantire una continuità e sicurezza nello sviluppo dei progetti.
Questo partenariato sarà fondamentale nello sviluppo delle conoscenze per la realizzazione e
divulgazione della Rete del portale Talattanet.
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
Punti di forza
Punto fondamentale da segnalare, soprattutto rispetto agli altri CPS visitati, è il fatto che l’Istituto
“Pugliatti” si riferisce comunque ad un territorio in cui vi è una diffusione delle nuove tecnologie e
un'alta conoscenza dell’uso del computer. Ciò è ampiamente dimostrato anche dalla grande richiesta
di corsi avanzati e di gestione reti, rispetto a quelli alfabetizzanti di base.
-
Forti scambi e collaborazioni coi partner della Rete, attraverso incontri tra interlocutori di
contesti diversi;
-
Ricerca di una condivisione interna delle metodologie di lavoro e delle buone prassi da
attivare sul territorio;
-
Sviluppo di tutte le azioni di formazione attraverso percorsi in presenza e/o in fad per esser
fruibile da siti non facilmente raggiungibili (es. piccole isole).
-
Previsione di tutti gli strumenti necessari per poter usufruire del servizio in maniera efficace:
chat, consuelling, mentoring, comunità virtuale, glossario, archivio best practies, forum, ecc.
-
Individuare le opportunità lavorative degli studenti ponendo come punto fermo
l’acquisizione di conoscenze specifiche e di quei software che permettono maggiore
flessibilità nella ricerca di lavori altamente qualificati.
-
Valorizzazione della programmazione per la formazione in forma trasversale e non troppo
specifica e vincolante
-
Tensione costante al miglioramento attraverso pratiche di customer sadisfaction
Criticità
-
Mancanza di operatori specifici che si occupino del CPS. “Siamo insegnanti prima di tutto,
ma non possiamo occuparci di entrambe le cose, anche perché la stragrande parte del lavoro
non è adeguatamente retribuito, ma è un surplus concesso alla scuola per poter operare in un
sistema di qualità e competitività”
-
Al momento è stato attivato solo un corso perché ancora si attende una risposta concreta
riguardo ai finanziamenti sul locale e il nazionale
-
Non è diffusa la conoscenza delle attività e delle potenzialità del CPS nel territorio. Utilizzo
nullo del centro servizi da parte degli studenti della scuola e degli altri utenti del territorio
“non siamo ancora pronti a partire con una richiesta simile. Ma c’è da dire che le persone nel
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AGGIORNAMENTO DELLA VALUTAZIONE
territorio probabilmente ancora non sanno nulla dell’esistenza del Centro”. Il CPS rimane
aperto durante l’orario scolastico in pratica e in alcune occasione (per formazione EDA e
ECDL) nel pomeriggio. Il Comune ha richiesto al CPS corsi di formazione per i propri
funzionari, ma non si è ancora di certi di poter portare a termine tali richieste di formazione
per la mancanza di personale specifico all’interno de Centro.
-
Si prevedono per il futuro, elevati costi fissi, nel passaggio dal wireless all’ADSL “ancora
non sappiamo come pagheremo”
-
Si è spesso costretti ad attivare altre forme di finanziamento (o anche sponsorizzazioni
private) perché i finanziamenti per il mantenimento del CPS sono molto elevati “i portatili
invecchiano presto…quando dovremo cambiarli come faremo?”
-
È stato introdotto un sistema di certificazione dell’attività svolta, sia per i docenti sia per gli
alunni, ma la certificazione non ha valore di riconoscimento qualificante (per esempio
durante gli studi universitari). Ci si vorrebbe attivare in questo senso.
-
Non sono previste azioni specifiche per portatori di Handicap, anche se la Prof.ssa Del
Mastro dice che la scuola sarebbe pronta ad attivarle.
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