L`emergenza si tocca con i piedi

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L`emergenza si tocca con i piedi
EMERGENZA ETNA
Inaugurata l’autostrada
L'emergenza
si tocca
Catania-futuro
con
i piedi
Il premier Berlusconi in poche ore si è reso conto dei danni materiali
e indiretti provocati dal terremoto e dalla cenere vulcanica
olo mettendoci i
piedi sopra si riesce
ad avere la certezza
di quanta negatività
può comportare".
Non è la formula rituale di un mago casalingo
ma il riconoscimento che il problema della
cenere vulcanica è stato sottovalutato e che da
ora in poi sarà preso seriamente in considerazione. Parola di premier. Già, perché c'è voluta
la giornata siciliana del 27 dicembre scorso
perché il capo del governo, Silvio Berlusconi,
prendesse coscienza diretta di quanto l'emergenza Etna sia stata, e in parte è ancora, grave
e di complessa soluzione. Berlusconi ha
messo i piedi sopra la cenere di cui era cosparsa l'intera zona del Rifugio Sapienza e poi, un
po' più a valle, l'abitato di Santa Venerina e,
ancora più giù, il marciapiede davanti Palazzo
degli Elefanti a Catania.
La cenere, ma non solo. La missione
catanese del presidente del Consiglio è servita
ad annunciare formalmente una serie di impegni e di iniziative di cui, in massima parte, si
sapeva già da qualche giorno: la caduta di
cenere vulcanica sarà da ora in poi considerata
una calamità, la chiusura a singhiozzo dello
scalo di Fontanarossa penalizza fortemente
tutte le attività di buona parte della Sicilia e per
questo vanno trovate subito soluzioni come il
radar anticenere ma anche uno scalo aeroportuale alternativo, i soldi per la ricostruzione
nelle zone terremotate ci sono e vanno spesi
presto e bene.
Rassicurazioni su tutti i fronti, insomma,
perché non si pensi che ci sono "emergenze di
serie A ed emergenze di serie B", come qualcuno a Santa Venerina, mentre Berlusconi visitava la struttura tensostatica adibita a scuola e
cantava l'Inno di Mameli con i bambini, gli ha
lamentato senza peli sulla lingua. Ai senzatetto - Berlusconi nel suo incontro con la stampa
a fine giornata ha parlato di un migliaio di per-
“S
Palazzo degli Elefanti,
da sinistra: il prefetto
Di Pace, i presidente
Musumeci, il presidente
del Consiglio comunale
Commercio, l’onorevole
Trantino, il presidente
della Regione Cuffaro,
il presidente del
Consiglio dei ministri
Berlusconi, il ministro
Prestigiacomo e
il sindaco Scapagnini
sone - il contributo per prendere in affitto una
casa verrà dato direttamente: cento euro al
mese per componente del nucleo familiare.
Ma, per il resto, bisogna lavorare fianco a fianco con gli amministratori locali ai quali, alla
fine, ha anche fatto una raccomandazione:
"Difronte alla scelta tra ristrutturazioni costose
e rifacimento totale, rifate tutto.
E questo vale anche per le chiese e le abitazioni civili. Una "raccomandazione" che, in
certi casi, appare di difficile adozione. Basti
solo pensare alle storiche chiese barocche di
Santa Venerina gravemente danneggiate ma
che rappresentano un patrimonio che certo
non può essere sostituito da una bella e
moderna chiesa in cemento armato. Tuttavia è
vero anche ciò che il premier ha detto prima di
infilarsi nell'Audi blu blindata e sfrecciare per
via Etnea davanti ai "girotondini" che lo contestavano: "Questi eventi per fortuna non
hanno provocato vittime. E fino a quando non
ci sono vittime a tutto si può porre rimedio".
La visita è finita. Adesso è ora di voltare
pagina e confidare che la ricostruzione ci sia
veramente. E sia rapida.
Fabio Albanese
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EMERGENZA ETNA
Dal disastro
alla ricostruzione
La Giunta provinciale in seduta straordinaria ha esaminato
i danni provocati dai recenti terremoti
a Giunta provinciale si è riunita in
seduta straordinaria a Santa
Venerina per definire le urgenze
della rete viaria e per concordare,
con il primo cittadino dei
Comuni colpiti dal terremoto, le linee guida per far
fronte alle più impellenti necessità.
La volontà di essere vicini alle popolazioni
disagiate cozza inevitabilmente con la carenza dei
fondi messi a disposizione dal Governo centrale,
al quale è indirizzato il forte messaggio di aiuto
che il presidente della Provincia, Nello Musumeci,
ha lanciato per mitigare le sofferenze di coloro che
L
hanno perso la casa. Presenti gli assessori
Francesco Seminara, Linka Zangara, Andrea
Castelli, Salvo Cristaldi, Ignazio Gambino, Stefano
Fisichella e Elio Tagliaferro, il segretario generale
dell’Ente Luigi Albino Lucifora, i tecnici: l’ ingegnere capo Matteo Zapparrata, e gli ingegneri
Vanni Calì e Franco Palmucci. A Coordinare i lavori il presidente Nello Musumeci, in presenza dei
sindaci di Santa Venerina, Enrico Pappalardo, di
Milo, Paolo Sessa e di Zafferana, Giuseppe
Leonardi, e del commissario di Acireale, Massimo
Da sinistra il sindaco
di Zafferana, Leonardi,
di Milo, Sessa, di S.
Venerina, Pappalardo,
e il presidente della
Provincia Musumeci
Raimondi. Valutati i danni alle infrastrutture viarie, almeno quaranta miliardi di lire, e programmati già i primi urgenti interventi che consentirebbero di riattivare alcune vie di comunicazione
importanti per l’accesso ai centri colpiti dall’evento sismico. “E’ importante non creare false aspettative tra coloro che hanno subito gravi danni –
ha detto Musumeci -.
E’ giusto che le comunità interessate abbiano chiaro che ad oggi non abbiamo ricevuto
interventi risolutivi da parte della Regione e dallo
Stato, per cui con i pochi fondi rimasti a disposizione dell’Ente, cercheremo di alleviare lo stato di
disagio alle popolazioni che hanno subito l’evento calamitoso. La Giunta con la seduta di oggi ha
messo in evidenza le priorità verso le quali dirigere le risorse a nostra disposizione e tempestivamente i nostri tecnici redigeranno i progetti per il
risanamento dei collegamenti di competenza
dell’Ente.”.
Univoca preoccupazione è scaturita dai sindaci dei tre Comuni, soggetti giornalmente a
dover dare riscontro alle rispettive cittadinanze
sulle diverse esigenze di natura economica, scolastica e viaria. Il presidente Musumeci si è impegnato, con il supporto concreto dei tecnici, ad
avviare una prima fase di lavori sulle arterie provinciali transitabili parzialmente per la caduta dei
muretti di contenimento, che garantisca la sicurezza degli utenti e la percorribilità.
“Tutta la provincia di Catania è in ginocchio
come Santa Venerina – ha aggiunto Musumeci –
se si pensa che ogni settimana il comparto economico-turistico, con il crollo del traffico di
Fontanarossa, pari al 60 per cento dei voli annullati, determina una perdita di circa venti miliardi.
Certamente il nostro vulcano ha creato un forte
disagio che è stato comunque sottovalutato dal
Governo nazionale.
Bisogna che venga riconosciuto lo stato di
emergenza che tangibilmente viviamo”.
Anna Elisa Di Paola
Quattro milioni,
nonostante tutto
La nube di cenere blocca l’operatività dell’aeroporto di Fontanarossa,
ma per lo scalo etneo il numero di transiti è comunque da record
onostante la cenere e la
nube vulcanica dell’Etna e
le continue chiusure, l’aeroporto di Fontanarossa ha
superato il "tetto" dei
quattro milioni di passeggeri. Per l’esattezza, nei
dodici mesi del 2002 lo scalo di Catania è stato
utilizzato da 4.079.609 viaggiatori, un 3,93 per
cento in più dell’anno precedente. Come dire,
cioè, che se la pioggia di cenere caduta sulla pista
e sugli spazi aeroportuali e se il pulviscolo vulcanico non avessero intralciato l’attività quotidiana,
l’aeroporto di Fontanarossa sicuramente avrebbe
registrato la presenza di non meno di 4 milioni e
mezzo di utenti.
L’ultima eruzione dell’Etna, la cui fase ancora non può considerarsi conclusa, ha messo in
ginocchio non soltanto l’aeroporto, ma l’intera
economia turistica e commerciale del territorio
della Sicilia orientale: una fase che si protrae dalla
notte del 27 ottobre dello scorso anno che ha provocato danni enormi, a tutt’oggi non quantificabili perchè subiti da tanti comparti operativi,
appunto dal turismo all’agricoltura. Gli albergatori, soprattutto nel periodo delle festività di fine
anno, hanno avuto un calo nelle presenze che ha
raggiunto anche l’80 per cento in meno rispetto
all’anno precedente.
Per quanto concerne specificatamente l’aeroporto di Fontanarossa, l’"emergenza Etna" ha
posto in evidenza la carenza di strutture tecniche
in grado di fronteggiare il problema "cenere", ma
c’è da dire che mai prima si era verificato con tale
intensità il fenomeno dell’emissione di sabbia
nera.
Già a seguito dell’eruzione dell’estateautunno del 2001 le competenti autorità, su sollecitazioni del prefetto Alberto Di Pace e dei
responsabili degli Enti interessati, avevano predisposto un piano d’emergenza per l’utilizzo dell’aeroporto militare di Sigonella, qualora lo scalo
etneo non fosse stato agibile. Anche questa soluzione, nella pratica, non è stata sufficiente a risolvere la questione.
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Le compagnie aeree nazionali, inoltre, per
motivi di "sicurezza" dei voli e dei passeggeri,
hanno addirittura fatto "cartello", abbandonando
Fontanarossa e spostando i loro velivoli su
Palermo. Polemiche, denuncie alla magistratura,
interrogazioni parlamentari e richieste di inchiesta
parlamentare, sono state la inevitabile conseguenza dello stato di profondo malessere determinato dalla delicata situazione venutasi a creare.
Ora si parla di installare a Fontanarossa
radar con tecnologia avanzata in grado di individuare la nuvola di cenere anche in condizioni
meteorologiche negative.
Ora gli esperti si recano addirittura in
Giappone, nella città di Kagoshima - che ha un
aeroporto che a livello di traffico è il terzo di quel
Paese - alle falde del vulcano Sakurajjma, che presenta le stesse caratteristiche di Catania e del suo
scalo, per vedere come i tecnici del Sol Levante
hanno risolto il problema della cenere.
Ma come Internet informa nell’aeroporto di
Kagoshima non ci sono attrezzature particolari in
grado di individuare la nube. Ora si parla di scali
alternativi ma collegati a Fontanarossa, e lo stesso
presidente della Regione Totò Cuffaro preannuncia la realizzazione di un nuovo aeroporto sull’asse Palermo-Catania, nei pressi del capoluogo.
Quest’ultima iniziativa è stata commentata con
soddisfazione dal presidente della Provincia regionale di Catania, Nello Musumeci, ma è chiaro che
un po’ di amarezza deve pur restare, se si tiene
nel debito conto che la Provincia regionale di
Catania aveva già presentato nel marzo del 2000
alle "Ciminiere" un progetto di prefattibilità di un
aeroporto intercontinentale, con un sito individuato nella Piana di Catania.
Semplice il commento di Nello Musumeci:
"Sono stati necessari tre anni per riconoscere e
condividere la validità della proposta lanciata dalla
Provincia di Catania".
Carlo Leone Barbagallo
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EMERGENZA ETNA
Da Segrate un messaggio
di solidarietà e di vino
n’atmosfera di simpatia ha
caratterizzato l’incontro dei
due sindaci di Milo e Segrate al
Centro servizi del Comune
etneo ove dal momento del
sisma del 29 ottobre scorso sono ospitati gli
uffici comunali.
Nella Sala Consiliare provvisoria, che fino
a poco tempo fa funzionava da Sala di degustazione, il sindaco di Segrate Bruno Colle ha
consegnato al collega Paolo Sessa un assegno
di 25 mila euro in segno di solidarietà della
comunità lombarda nei confronti di quella del
piccolo centro siciliano.
La cerimonia si è svolta alla presenza del
presidente della Provincia regionale di Catania,
Nello Musumeci, che nell’iniziativa ha avuto il
ruolo di “padrino”, avendo segnalato Milo, il
più piccolo tra i comuni maggiormente colpiti
dal sisma e dalle ceneri vulcaniche, al sindaco
di Segrate.
La toccante cerimonia è stata affollata da
una folta schiera di bambini delle locali scuole
e da decine di cittadini venuti a testimoniare la
gratitudine della comunità milese nei confronti degli amici di Segrate.
Il sindaco di Milo, Paolo Sessa, ha espres-
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Il sindaco di Segrate,
Bruno Colle, tra il presidente Musumeci e il
sindaco Sessa
so parole di stima nei confronti del collega di
Segrate al quale ha consegnato in dono lo
stemma in ceramica del Comune con i colori
degli Aragonesi e una ceramica artistica raffigurante l’Etna e l’uva di Milo.
“Grati apprezziamo molto il nobile gesto
degli abitanti di Segrate in un momento in cui
la solidarietà e l’amicizia – ha detto Sessa
rivolto al suo collega lombardo – sono diventate merci rare”.
Il rappresentante della comunità di
Segrate, Bruno Colle, ha raccontato come il
Consiglio comunale abbia deciso per quest’anno di sacrificare parte delle luminarie e di
addobbi del Natale per illuminare il sorriso dei
bambini di Milo e ha portato il saluto della
popolazione di Segrate che conta un altissimo
numero di siciliani.
Il presidente Nello Musumeci ha sottolineato la nobiltà del gesto, auspicando rapporti di amicizia sempre più forti fra le due comunità e con la Provincia di Catania.
I due sindaci hanno poi anticipato alcune
iniziative che vedranno protagonisti i due
Comuni insieme, a cominciare da un gemellaggio delle due feste del vino che si tengono
nelle cittadine.
E a proposito di vino, il sindaco di Milo
ha accolto di buon grado l’invito a Segrate di
Bruno Colle per approfondire una partecipazione attiva delle due comunità e dei produttori alla ViniMilo 2003 e alla Festa del vino che
ogni anno si tiene a Segrate.
Milo in Sicilia e Segrate in Lombardia
hanno steso un filo di amicizia che si preannuncia fertile di iniziative e risultati per
entrambe le comunità.
Intanto, grazie al contributo prezioso
della Provincia e, naturalmente, all’assegno di
Segrate, l’Amministrazione di Milo ha varato
un programma di iniziative natalizie di tutto
rispetto che – dice il sindaco Sessa – “costituisce una buona ricetta per allontanare la tristezza”.
Anna Fichera