Relazione tra la variazione di indici morfologici

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Relazione tra la variazione di indici morfologici
Relazione tra la variazione di indici morfologici
e la preparazione e conservazione
dei concentrati piastrinici
Alda Giacomini(1), Gianluca Gessoni(2), Pierantonio Legovini(3),
Francesco Antico(1), Maria Monica Salvadego(1), Sara Valverde(1),
Nevia Arreghini(2), Graziano Ruffato(1), Fabio Manoni(1)
(1)
(2)
(3
Dipartimento di Medicina di Laboratorio,Ospedale di Chioggia,Venezia
Servizio di Immunoematologia e Trasfusionale dell'Ospedale di Mestre, Venezia
Dipartimento di Matematica Pura e Applicata, Università di Padova
Le ricerche sono state effettuate presso: Dipartimento di Medicina di Laboratorio,
Ospedale di Chioggia, Venezia. Direttore: Dott.F. Manoni
The functionality of stored platelet concentrates,
which have been in higher demand in recent years,
diminishes with time of storage. This degeneration,
referred to as platelet storage lesion, calls for the
monitoring of platelet concentrates during storage. Over
a ten-day storage period, platelet parameter variations
were studied in platelet-rich plasma and buffy-coats
pooled platelet units using a two-angle laser light
scattering flow-cytometric method, and findings were
then correlated to pH and LDH changes in the same
units. We found that pH and LDH changed significantly,
depending on the type of preparation and storage used
for platelet concentrates. Among the platelet
parameters, PLT, PCT, MPC, MPV and PDW were found
to undergo significant overall variations during the
storage period, but only MPC showed significant
variations in relation to platelet concentrates
preparation and storage day. Moreover, the decrease
in MPC was found to be correlated to the increase in
LDH in the platelet concentrates units. The automatic
analysis of platelet parameters, especially MPC, is
useful in monitoring platelet concentrates during
storage.
Parole chiave: concentrati piastrinici, morfologia
piastrinica, lesione piastrinica da conservazione
Key words: platelet concentrates, platelet morphology,
platelet storage lesion
Introduzione
In questi anni i metodi per la raccolta, la lavorazione e la
conservazione dei concentrati piastrinici (CP) si sono
Ricevuto: 20 agosto 2000 - Accettato: 2 ottobre 2000
Corrispondenza:
Dott.ssa Alda Giacomini
Laboratorio Analisi, Ospedale Civile
Via Madonna Marina 500
30015 Chioggia (VE)
rapidamente evoluti mentre, di pari passo, si è ampliato il
numero delle patologie che si giovano di tale trattamento
cosicché, a partire dai primi anni ottanta ad oggi, l'uso dei
CP è aumentato del 400%1. Inizialmente i CP per uso
terapeutico erano allestiti come pool di plasma ricco di
piastrine (PRP) ottenuto da una singola donazione di
sangue intero. Sono poi state introdotte nuove metodologie
produttive, ad esempio l'allestimento di CP random a partire
da pool di buffy-coat (PBC). È inoltre possibile ottenere CP
da singoli donatori mediante procedure aferetiche
multicomponent o piastrinoaferesi. Secondo le attuali
raccomandazioni, i CP possono essere conservati a 20-24
°C per cinque giorni, utilizzando modelli diversi sia di
contenitore in plastica che di agitatore2,3. Tuttavia, a causa
di quella che viene comunemente chiamata lesione
piastrinica da conservazione, l'efficacia terapeutica dei
concentrati piastrinici diminuisce proporzionalmente alla
durata della conservazione; inoltre, con il prolungarsi della
conservazione, aumenta il rischio di complicanze infettive
di natura batterica. Benché l'esatta natura della lesione
piastrinica da conservazione non sia conosciuta, si ritiene
che le modificazioni della struttura e delle funzioni delle
piastrine siano essenzialmente legate al processo di
attivazione che coinvolge alcune glicoproteine di superficie,
nonché all'attività metabolica delle piastrine stesse. Diversi
tipi di esami in vitro sono stati proposti per la valutazione
della qualità dei CP al fine di prevedere la vitalità e la efficacia
in vivo delle piastrine conservate. Le modificazioni di pH
dei CP, la conta e la morfologia delle piastrine, il rilascio di
latticodeidrogenasi (LDH), l'espressione e la perdita di
glicoproteine di superficie durante la conservazione,
l'attivazione del network citochinico, sono stati messi in
relazione con la durata e le modalità di conservazione
piastrinica4,5. L'aumento delle anomalie morfologiche nelle
piastrine conservate è correlato con la diminuzione del
recupero e della sopravvivenza in vivo6.
LA TRASFUSIONE DEL SANGUE vol. 45 - num. 6 novembre-dicembre 2000 (319-325)
319
A Giacomini et al.
Oggi, grazie ai recenti progressi della tecnologia
utilizzata per i citometri a flusso dedicati allo studio degli
elementi figurati del sangue, è possibile determinare in modo
rapido e accurato il numero ed il volume delle piastrine.
Inoltre, possono essere determinati i valori medi e le relative
deviazioni standard di nuovi indici piastrinici7,8, quali la
Componente Piastrinica Media (MPC) e la Massa Media
Piastrinica (MPM). In particolare, una versione modificata
del sistema di citometria a flusso con rilevazione della luce
laser a doppio angolo, utilizzato dagli analizzatori
ematologici Bayer serie H* (Bayer Corporation, Tarrytown,
NY, USA) per l'analisi dei globuli rossi, è stato sviluppato
negli analizzatori della serie ADVIA (Bayer Corporation) e
dedicato alla conta e all'analisi delle piastrine. Con questo
metodo le piastrine possono essere distinte dai globuli rossi
in base alla grandezza e all'indice di rifrazione.
Contemporaneamente, le cellule riconosciute come piastrine
sono ulteriormente classificate in base agli specifici angoli
di deviazione della luce laser. Dalla coppia di segnali di
deviazione registrata per ciascuna piastrina sono ricavati il
volume e l'indice di rifrazione piastrinico utilizzando un
algoritmo che si basa sulla teoria di Mie sulla dispersione
della luce. L'indice di rifrazione piastrinico, è linearmente
correlato alla densità piastrinica rappresentando una misura
complessiva dei componenti della piastrina e quindi,
indirettamente, un indice dello stato di attivazione della
piastrina7,8. Questo nuovo metodo permette, perciò, non
solo di valutare in modo accurato la conta e il volume
piastrinico con il suo grado di dispersione (PDW), ma anche
di misurare, piastrina per piastrina, gli indici MPC e MPM,
costruendo un loro istogramma di frequenza.
Scopo del presente lavoro è investigare il
comportamento dei parametri morfologici piastrinici
tradizionali e di nuova introduzione nel corso della
conservazione dei concentrati piastrinici ottenuti come pool
di PRP e di BC. Ci proponiamo, altresì, di confrontare tali
parametri con due tradizionali marcatori di qualità dei
concentrati piastrinici, quali LDH e pH, al fine di suggerire
un metodo oggettivo e facilmente accessibile al Medico
Trasfusionista per monitorare la qualità delle piastrine
conservate.
Materiali e metodi
Preparazione e conservazione dei concentrati
piastrinici (CP). Sono stati studiati 28 CP ottenuti da
plasma ricco di piastrine e 15 CP da pool di buffy-coats. I CP
sono stati preparati come sotto riportato. I CP così ottenuti
sono stati conservati per 10 giorni (il doppio del periodo
limite di utilizzo degli stessi a scopo trasfusionale) a 22 °C
320
in un roto-incubatore termostatato in agitazione lenta.
CP da pool di plasma ricco di piastrine (PRP). 450 mL
di sangue intero sono stati prelevati a donatori di sangue
sani, previo consenso informato; il sangue è stato raccolto
in sacche triple (Mako-Pharma, Milano) contenenti CPDA1 come anticoagulante, utilizzando un agitatore
meccanico. In caso di donazione di durata superiore a dodici
minuti o di interruzione del flusso sanguigno durante la
donazione, il sangue non è stato considerato idoneo per la
preparazione delle piastrine. Ogni unità di sangue fresco è
stata quindi centrifugata per ottenere il plasma ricco di
piastrine (centrifugazione a bassa velocità), quindi è stata
centrifugata ad alta velocità per ottenere la sedimentazione
delle piastrine. Il plasma povero di piastrine è stato rimosso
ad eccezione di 50-70 mL. Le piastrine, successivamente,
sono state lasciate in agitazione orbitale per almeno 30
minuti al fine di risolvere gli eventuali aggregati formatisi
durante la manipolazione.
CP da pool di buffy-coats (PBC). 450 mL di sangue
intero sono stati prelevati a donatori di sangue sani, previo
consenso informato; il sangue è stato raccolto in sacche
triple top and bottom (Baxter, Milano) contenenti CPD-A1
come anticoagulante, utilizzando un agitatore meccanico.
In caso di donazione di durata superiore a dodici minuti o
di interruzione del flusso sanguigno durante la donazione,
il sangue non è stato considerato idoneo per la preparazione
delle piastrine. Ciascuna unità di sangue fresco è stata
centrifugata ad alta velocità e quindi separata in: plasma
povero di piastrine, buffy-coats (50 mL) ed eritrociti
concentrati utilizzando un sistema automatico (Optipress ®
system, Baxter). Per allestire una unità di PBC sono stati
utilizzati otto buffy-coats dello stesso gruppo ABO, diluiti
in una appropriata soluzione salina (T-sol, Baxter). Tali
pool di buffy-coats sono stati centrifugati a bassa velocità
per sedimentare eritrociti e leucociti permettendo di ottenere
un sovranatante ricco di piastrine. Il sovranatante è stato
separato dal sedimento e raccolto in una sacca di volume
medio finale di 430 mL, che è stata lasciata in agitazione
orbitale per almeno 30 minuti al fine di risolvere gli eventuali
aggregati formatisi durante la manipolazione. Trascorso tale
periodo, è stata eseguita leucodeplezione per filtrazione
(Pall autostop BC, Pall, Modena).
Analisi in vitro. Nei giorni 1, 3, 5, 8 e 10 di
conservazione, dai CP sono state prelevate piccole aliquote
di materiale attraverso una delle porte di accesso della sacca
utilizzando un ago da 20 gauge e una siringa di plastica.
Tutti i campioni sono stati sottoposti alle seguenti analisi.
- Conta automatica delle piastrine (PLT) e determinazione
degli indici piastrinici: volume medio piastrinico (MPV);
anisocitosi piastrinica (PDW), determinata utilizzando
la formula PDW = 100*(DS dei volumi piastrinici)/MPV;
Modifica degli indici morfologici piastrinici
Tabella I: medie aritmetiche e deviazioni standard dei parametri studiati durante il periodo di conservazione nei
CP-PRP (n = 28)
Giorno
PLT
µL
103cell/µ
PCT
%
MPV
fL
PDW
%
MPC
g/dL
MPM
pg
pH
U
LDH
UI/L
1
443±133
0,44±0,16
9,80±1,26
43,3±4,8
18,1±1,8
1,68±0,20
7,23±0,05
444±140
3
441±122
0,44±0,15
10,00±1,25
44,2±4,8
17,5±1,2
1,66±0,20
7,29±0,07
534±190
5
422±129
0,42±0,15
10,10±1,24
46,8±6,0
17,4±1,2
1,66±0,18
7,27±0,10
674±241
8
405±160
0,41±0,17
10,40±1,17
47,8±6,6
16,9±1,0
1,67±0,18
7,13±0,19
862±329
10
400±177
0,40±0,19
10,40±1,19
49,6±7,8
16,9±0,8
1,68±0,27
6,98±0,28
994±397
Tabella II:medie aritmetiche e deviazioni standard dei parametri studiati durante il periodo di conservazione nei
CP-PBC (n = 15)
Giorno
PLT
µL
103cell/µ
PCT
%
MPV
fL
PDW
%
MPM
pg
pH
U
LDH
UI/L
1
605±367
0,59±0,46
10,80±1,78
42,1±4,9
3
497±326
0,53±0,34
10,90±2,19
46,2±7,8
17,2±1,5
1,76±0,20
6,74±0,18
1.685±829
17,1±2,0
1,74±0,20
6,88±0,15
5
427±329
0,45±0,34
11,10±2,16
1.797±871
48,4±8,6
16,6±2,1
1,73±0,20
6,93±0,15
8
407±310
0,44±0,32
1.890±886
11,25±2,57
50,9±10,2
16,0±2,1
1,69±0,30
7,06±0,19
2.239±1035
10
365±245
0,43±0,32
11,73±2,09
49,4±8,9
15,3±1,4
1,71±0,27
7,04±0,39
2.340±989
PCT, determinato utilizzando la formula
PCT = PLT*MPV/1000; componente piastrinica media
(MPC), determinata in base all'indice di rifrazione
piastrinico8 e massa media piastrinica (MPM). L'analisi
automatizzata delle piastrine è stata eseguita utilizzando
un contaglobuli della serie ADVIA 120TM Bayer (Bayer
Corporation).
- Determinazione della Lattato deidrogenasi (LDH),
utilizzando il metodo in uso nel nostro Laboratorio
(metodo raccomandato DGR, Merck, Darmstadt,
Germany)
- Determinazione del pH, utilizzando il Chiron Diagnostics
co-ox modulo 855 (Chiron Diagnostics Corporation,
East Walpole, MA, USA)
Analisi Statistica. I dati sono stati raccolti in un foglio
elettronico Microsoft® Excel.
La statistica descrittiva e le rappresentazioni grafiche
sono state ottenute per mezzo di macro VBA realizzate dagli
Autori.
È stato utilizzato un disegno sperimentale a misure
ripetute, dove il tipo di preparazione delle sacche costituiva
un fattore nest, mentre i giorni di conservazione dei preparati
costituivano un fattore di crossover.
L'analisi della varianza e la successiva analisi dei
contrasti sono state ottenute per mezzo del sistema SAS/
STAT®, principalmente con la procedura MIXED. I modelli
lineari sono stati calcolati associando ai dati una struttura
autoregressiva del primo ordine, secondo quanto suggerito
dal test di Akaike.
MPC
g/dL
Risultati
Le medie aritmetiche e le deviazioni standard dei
parametri studiati durante il periodo di conservazione sono
presentate in tabella I, per quanto riguarda i PRP-CP, ed in
tabella II per quanto riguarda i PBC-CP. L'ANOVA delle
misure ripetute ha dimostrato che LDH e pH sono
significativamente differenti fra i due tipi di CP. Mentre il
solo parametro piastrinico per il quale si dimostra una
significativa differenza in base al tipo di preparazione è
l'MPC, che risulta significativamente più basso nei PBCCP.
L'ANOVA relativa alla variazione dei diversi parametri
valutati nello studio nel corso della conservazione ha
dimostrato che LDH e pH differiscono significativamente
nel tempo; in entrambi i CP, l'LDH aumenta durante la
conservazione, mentre il comportamento del pH differisce
nelle due casistiche, presentando una diminuzione nei CPPRP ed un aumento nei CP-PBC. Fra i parametri piastrinici:
PLT, PCT, MPC, MPV, PDW si modificano
significativamente durante la conservazione. Le variazioni
di questi parametri hanno lo stesso andamento in entrambi
i tipi di concentrato piastrinico. Sia nei PRP-CP che nei
PBC-CP diminuiscono significativamente PLT, PCT ed MPC,
mentre MPV e PDW aumentano significativamente nel
corso della conservazione. Tuttavia le variazioni di PLT,
PCT e MPC durante la conservazione sono
significativamente differenti in base al tipo di CP preso in
esame. Durante il periodo di studio non si è registrata alcuna
321
A Giacomini et al.
Tabella III: ANOVA: valori di p dei test F per diverso tipo di preparato (tipo di CP), per durata della conservazione come
effetto principale (conservazione) e per le interazioni fra tipo di preparato e durata di conservazione
(conservazione* tipo di CP)
Effettore
Tipo di CP
PLT
PCT
MPV
PDW
MPC
MPM
pH
LDH
0,12
0,08
0,05
0,89
0,017
0,14
0,001
0,001
Conservazione
0,001
0,001
0,02
0,001
0,001
0,29
0,001
0,001
Conservazione*Tipo di CP
0,001
0,001
0,65
0,53
0,04
0,14
0,001
0,16
Figura 1 - concentrazione di MPC durante la conservazione di CP-PRP (riga nera) e nei CP-PBC (riga grigia)
differenza significativa dello MPM. I risultati del test
ANOVA sono presentati in tabella III.
Inoltre, sono state studiate le variazioni di pH, LDH,
PLT, PCT, MPC, MPV e PDW fra giorni di campionamento
successivi. Sono state confrontate le variazioni fra il giorno
1 e il giorno 5 (periodo di conservazione attualmente in
uso), fra il giorno 5 e il giorno 8 e infine fra il giorno 8 e il
giorno 10.
Per quanto riguarda pH e LDH, l'unica variazione
significativa riguarda il pH dei CP-PRP dopo il quinto giorno
di conservazione (p < 0,01); questo può essere messo in
relazione con il minore grado di leucodeplezione ottenuto
in questo tipo di preparati nel nostro studio.
Relativamente ai parametri piastrinici, si registrano
variazioni significative fra i giorni 1 e 5 di conservazione
per PLT e PCT nei CP-PBC (p < 0,001), e per PDW (p < 0,01)
322
in entrambi i tipi di concentrato piastrinico, ma solo il
parametro MPC presenta quasi sempre variazioni
significative quando si confrontano giorni successivi di
conservazione. Infatti l'ANOVA ha dimostrato che nei CPPBC l'MPC diminuisce in modo significativo (p < 0,001) a
partire dal terzo giorno di conservazione, mentre nei CPPRP questo parametro diminuisce in modo significativo
(p < 0,001) dal primo all'ottavo giorno di conservazione
(Figura 1).
Per ragioni di significatività statistica, la correlazione
fra pH ed LDH e parametri piastrinici è stata valutata solo
per i CP-PRP, per cui si disponeva di una casistica più
ampia. In accordo con altri Autori9, abbiamo trovato una
correlazione significativa fra pH e conta piastrinica (r = 0,58, p < 0,01), e fra pH e PCT (r = -0,57, p < 0,01); questa
relazione è giustificata dal maggior accumulo di prodotti
Modifica degli indici morfologici piastrinici
Figura 2 - correlazione fra MPC ed LDH nei CP-PRP dal giorno 1 al giorno 8 di conservazione
metabolici in presenza di un maggior numero di piastrine.
Inoltre, abbiamo trovato una correlazione significativa
(r = - 0,68, p < 0,01) fra MPC e LDH dal primo all'ottavo
giorno (Figura 2).
Discussione
La domanda di concentrati piastrinici conservati per
pazienti trombocitopenici a rischio di sanguinamento è
aumentata notevolmente negli ultimi anni, ma la loro
preparazione e la conservazione non sono ancora
sufficientemente standardizzate. La qualità delle piastrine
prodotte, la possibilità di conservazione e l'efficacia clinica
dei concentrati piastrinici cambiano notevolmente in base
ai differenti protocolli di preparazione (piastrinoaferesi,
aferesi multicomponent, pool di piastrine random da PRP
o da BC), all'efficacia ed alla temporizzazione della
leucodeplezione, alla diversa permeabilità ai gas delle
sacche utilizzate, alle modalità di conservazione (agitazione
orbitale piuttosto che rotazione, controllo della
temperatura). Fra i metodi proposti per il monitoraggio dei
CP conservati, alcuni si basano sulla valutazione delle
modificazioni biochimiche del medium in cui si trovano le
piastrine (pH, LDH), altri studiano le alterazioni della
morfologia piastrinica (volume ed anisocitosi piastrinica).
È stato inoltre recentemente suggerito che i marcatori di
attivazione piastrinica possono essere studiati in
citofluorimetria. Nessuno di questi metodi correla
strettamente con la vitalità e l'efficacia clinica delle piastrine
una volta trasfuse. Inoltre alcuni dei test proposti, come,
ad esempio la determinazione della glicocalicina o lo studio
citofluorimetrico delle glicoproteine di membrana, sono
esami costosi, che richiedono apparecchiature dedicate;
perciò, tali test non sono ampiamente diffusi in ambito
trasfusionale e mal si applicano ad un utilizzo routinario.
Altri test proposti come la valutazione dello swirling10
presentano un alto grado di soggettività nella
determinazione. Il sistema da noi proposto per il
monitoraggio dei CP sfrutta le potenzialità dell'analizzatore
ematologico ADVIA 120TM Bayer, un sistema di citometria
a flusso con rivelazione a doppio angolo della luce laser. Il
monitoraggio della conservazione dei CP richiede, quindi,
esclusivamente l'esecuzione dell'esame emocromocitometrico
su piccole aliquote di CP prelevate, nel corso della
conservazione, dalle sacche sacrificate per il controllo di
qualità. Con tale sistema è possibile determinare
contemporaneamente la conta e gli indici piastrinici che
costituiscono l'oggetto del presente studio. Nella nostra
esperienza, i due protocolli di preparazione e conservazione
dei CP valutati determinano una differenza significativa per
quanto riguarda il pH e l'LDH; è inoltre da sottolineare
323
A Giacomini et al.
come il confronto fra i due tipi di preparato dimostri un
decremento del numero delle piastrine, fra primo e terzo
giorno di conservazione, molto più accentuato nei PBC-CP
che nei PRP-CP.
Tale osservazione è probabilmente riconducibile al fatto
che le piastrine sono sospese in un medium sintetico
polisalino e non nel plasma.
Fra i parametri piastrinici, l'unico che differisce
significativamente in base al tipo di CP studiato è l'MPC,
un nuovo parametro che misura la densità piastrinica.
In accordo con la letteratura6-9,11,12, abbiamo dimostrato
una modificazione significativa della conta e dei parametri
relativi alla morfologia piastrinica (MPV, PDW) durante il
periodo di conservazione e sottolineato l'utilità di MPC,
parametro piastrinico che cambia significativamente sia in
base al tipo di preparazione, (l'MPC medio risulta sempre
inferiore nei PBC-CP rispetto ai PRP-CP), che per effetto
della conservazione.
La riduzione di MPC inoltre si correla con l'aumento di
LDH. Fra gli indici valutati nel nostro studio, la diminuzione
nel tempo di MPC, intesa come differenza fra un valore
base iniziale e il valore al momento dell'utilizzo della sacca,
può costituire quindi un utile indice per il monitoraggio dei
CP. La riduzione di MPC durante la conservazione è
verosimilmente dovuta alla lesione da conservazione cui è
pure legato il processo di rilascio dei costituenti
intracellulari; ciò spiega la correlazione fra riduzione
dell'MPC e aumento dell'LDH nel medium delle piastrine13.
In quest'ottica, il livello inferiore di MPC nei PBC-CP in
tutto il corso della conservazione sembrerebbe deporre per
un maggior grado di attivazione di base delle piastrine
preparate con questo metodo a causa di una loro maggior
manipolazione.
Tale dato deve comunque essere confermato con lo
studio dei marcatori antigenici di attivazione delle piastrine.
Infatti il processo di degranulazione, che si traduce nella
riduzione dell'MPC, comporta la comparsa sulla superficie
piastrinica di antigeni presenti negli alfa granuli, fra questi
la P-Selectina che è stata studiata con metodo
citofluorimetrico, come marcatore di attivazione
piastrinica14. L'espressione della P-Selectina sulla superficie
piastrinica è correlata con la perdita di vitalità dopo
trasfusione delle piastrine conservate15,16.
Chapmann et al. hanno dimostrato che l'espressione
della P-Selectina sulla superficie piastrinica e la variazione
di MPC hanno lo stesso comportamento quando le
piastrine, raccolte in EDTA o Sodio Citrato, sono stimolate
con un comune attivatore quale la trombina7.
Sarà inoltre interessante valutare la eventuale
correlazione fra la riduzione di MPC e la modificazione della
concentrazione di alcune citochine nei concentrati piastrinici
324
in corso di conservazione, quali IL-6, IL-8, TNF-α17 e
RANTES18.
I nostri risultati confermano il ruolo di MPC come
marcatore di lesione piastrinica da conservazione.
Questo parametro è facilmente determinabile dal
momento che è attualmente disponibile in commercio un
citometro a flusso in grado di eseguire
contemporaneamente, sullo stesso campione, la conta delle
piastrine e la determinazione dei parametri piastrinici.
Ulteriori studi sono necessari sia per dimostrare
l'eventuale correlazione fra riduzione dell'MPC e perdita di
vitalità delle piastrine durante la conservazione al fine di
ottimizzare la terapia del paziente piastrinopenico, sia per
valutare l'esistenza di una eventuale correlazione tra
diminuzione di MPC e le modificazioni della risposta delle
piastrine conservate agli stimoli.
Riassunto
La conta e i parametri piastrinici PDW, PCT, MPC,
MPV e MPM sono stati valutati, grazie al contaglobuli
ADVIA 120TM Bayer, durante 10 giorni di conservazione
di due tipi di concentrato piastrinico di comune utilizzo
nei Centri Trasfusionali.
La performance di questi parametri è stata confrontata con quella del pH e dell'LDH valutati nelle stesse unità. Scopo del lavoro è stato mettere a punto un metodo
totalmente automatizzato di valutazione della lesione
piastrinica da conservazione.
Fra i diversi parametri piastrinici l'MPC, un parametro di recente introduzione che misura la densità
piastrinica, risulta essere un buon indicatore della qualità del concentrato piastrinico durante la conservazione.
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