Nel giardino delle Nozze

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Nel giardino delle Nozze
* La sua destra mi abbraccia. “Amala e veglierà su di te, stimala ed essa ti
esalterà, sarà la tua gloria se l’abbraccerai (Proverbi 4,6-8).
* Prendeteci le volpi, le volpi piccoline che devastano le vigne. Le “volpi”
vanno prese al laccio subito, quando sono ancora piccoline.
* Inebriatevi d’amore. “Un’ebbrezza che rende sobri, un’ebbrezza di grazia,
non di ubriachezza” (Ambrogio)
* Giardino chiuso tu sei. Sei un giardino=Paradiso. Chiuso=sei tu che
devi/puoi aprire:
- “Io sono del mio amato e il suo desiderio è sopra di me”
- “Non svegliate l’amore finché non lo desideri”
* I nomi dell’amato e dell’amata, Salomone e Shulammita, significano «pace»
* Mettimi come sigillo nel tuo cuore. Il sigillo ricorda a chi lo possiede la sua
appartenenza a chi l’ha donato e viceversa.
* Io sono del mio amato e il mio amato è mio. “Il desiderio sessuale senza
l’eros-amore vuole «quello», la cosa in sé; l’eros-amore vuole l’amata/o (...)
il piacere lascia i due distinti, l’eros-amore abolisce la distinzione” (Lewis)
* sorella, mia sposa. “I due saranno una sola carne” (Gn 2,24).
- il matrimonio umano è l’immagine-sacramento dell’amore Dio-Uomo;
- l’amore «cosmico» Dio-Uomo è presente nell’amore umano: “quando un
uomo incontra una donna, Dio è in mezzo a loro” (Rav Aqiva)
* “Nell’amore non siamo più soltanto noi stessi... In noi si concentrano, per
un momento, tutta la mascolinità e la femminilità dell’universo” (Lewis)
Nel giardino delle Nozze
“Quando un uomo incontra una donna, Dio è in mezzo a loro”
(Rav Aqiva)
Giornate di Approfondimento per animatori musicali
Celebriamo Cantando – Il tempo di Pasqua
Liturgia della Parola
Cantico dei Cantici - Shîr haschîrîm
Centro di Spiritualità - Figlie della Chiesa
Roma, Domus Aurea 16-19 settembre 2010
Nel giardino delle nozze
Gianmartino Maria Durighello
28
I
l Cantico dei Cantici è sempre stato letto, sia nella tradizione ebraica
che in quella cristiana, in chiave mistico-simbolica. Nel Cantico ebrei
e cristiani celebrano l’amore tra Dio e l’uomo come un amore
sponsale. Jhwh è lo sposo e Israele la sua sposa. Jhwh cerca la sua sposa e
la chiama a sé, nonostante la sua infedeltà, ad un amore eterno.
In tempi recenti, in relazione allo studio delle fonti e delle origini, è
stata proposta anche una lettura letterale del Cantico. Esso ci può allora
apparire come un canto o, meglio, una serie di canti o canti-danza di
fidanzamento. Nella protagonista possiamo vedere una fanciulla,
adolescente, e tutto il canto è pervaso dall’amore sognato, prima e più che
quello vissuto. È appunto l’età del primo amore, dell’innamoramento e del
primo incontro. Molte frasi ed immagini, che nella mistica ebraicocristiana hanno assunto forte significanza simbolica, alla loro origine
esprimerebbero situazioni di un amore umano idealizzato, con evidenti
giochi di parole, che nulla sembrano avere di sacro e per qualcuno
potrebbero apparire scandalosi e pornografici.
Eppure questo Cantico è sempre stato visto come un vertice della
preghiera. Il titolo stesso, Shîr hashîrîm, che noi traduciamo con
Cantico dei Cantici, è il modo che la lingua ebraica ha per rendere il
superlativo: il Cantico per eccellenza. “Ogni scritto è qodesh (santo) dice Rav Aqiva - ma il Cantico dei Cantici è Qodesh qodashim
(Santissimo, ossia Santo dei Santi)”. Il Cantico è cioè nella Scrittura ciò
che il Santo dei Santi è nel tempio! Non solo quindi entra a pieno scritto
nei libri canonici, ma lo fa in modo superlativo. Israele canta questo
Cantico nella sua festa primordiale, la Pasqua. E anche la Chiesa scopre
nel giardino della Risurrezione il suo essere sposa chiamata per nome da
Cristo suo Sposo.
Ogni amore, infatti, ha il suo compimento in Dio. Ma non solo.
Ogni amore ha già in sé una dimensione «sacerdotale» in quanto ci rivela
l’amore di Dio come amore sponsale.
L’amore della vita matrimoniale è il sacerdozio per eccellenza,
mostrandoci come la vita nell’amore eterno in Dio è amore sponsale.
L’amore dei santi sacerdoti è tutto proteso al servizio di questo
sacerdozio comune dei battezzati.
E la vita consacrata è il sacramento oggi nel tempo che mostra
come la nostra anima è innamorata e fidanzata di Cristo. E di come ogni
2
Il Cantico dei Cantici - spunti per la riflessione personale42
~ dalla Parola alla vita perché la vita sia tutta un Cantico
* Bruna sono ma bella. L’essere amato acquista bellezza. Un uomo/una
donna quando è amata/o diventa più bella, è come ricreata.
* Quanto sei bella. Quanto sei bello. Quando l’amato/a dice all’amata/o
“quanto sei bella” dice le stesse parole che Dio disse quando creò il mondo
e l’uomo: E Dio vide che era cosa molto bella!
* La persona amata è come ricreata: ero tenebra, ed ora sono luce. L’amore,
quindi, e il dire bello/a all’amore, significa far rivivere ogni giorno l’amore
con il quale Dio ci ha creati.
* L’amato mio passa la notte tra i miei seni. “Esso abiterà nel mio petto”. È
dentro di me, è me, e io sono in lui, sono lui.
* il suo desiderio è sopra di me. “il marito ha il «dominio» sulla moglie
soltanto nella misura in cui egli verso di lei è ciò che il Cristo è nei
confronti della Chiesa. Egli è tenuto ad amarla come Cristo ha amato la
Chiesa, e ha sacrificato se stesso per lei”. (Lewis43)
* Il monte degli aromi... la mirra... l’incenso... Cristo nostro sposo e
modello di ogni sposo. Sul monte della croce. Nella sofferenza e nella
malattia. “Anche quando diventa chiaro, al di là di ogni possibile illusione,
che il matrimonio con l’amato/a non potrà mai renderci felici - perché
costretti da una malattia, da una infermità... l’eros-amore non esita a dire:
sempre meglio così che separarci, meglio infelici con lei/lui che infelici
senza di lei/lui” (Lewis).
* Forte come la morte è l’amore, tenace come il regno dei morti è la
passione, le sue vampe sono vampe di fuoco, una fiamma divina.
“Questo amore è davvero simile a Colui che è l’Amore stesso” (Lewis)
* Come un giglio tra i rovi. Perché “le grandi acque non possono spegnere
l’amore né i fiumi travolgerlo”.
* Sono malata d’amore. “l’amore ha questo di particolare, che il dolore gli
sussiste accanto” (Agostino)
42
Questi spunti sono stati pensati assieme agli amici Isabella e Federico in occasione di un
incontro di formazione per fidanzati in preparazione al matrimonio. Ma possono essere
utili in qualsiasi contesto. Anche in questo caso, infatti, l’amore tra uomo e donna può
essere visto in quanto tale e nella sua dimensione simbolico-sacramentale di segno
dell’amore al quale Dio chiama l’uomo. E ciò che si dice dell’uomo e della donna lo si
può dire a pieno titolo di Dio e dell’Uomo.
43
C.S. Lewis, I quattro amori, Jaca Book
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Appendici - tre Epigrammi
I fratelli cominciano a preoccuparsi di come festeggiare la sorella quando sarà
nell’età delle nozze. Lei replica di essere già matura e pronta...
[Coro dei fratelli] 8Una sorella piccola abbiamo,
e ancora non ha seni.
Che faremo per la nostra sorella
nel giorno in cui si parlerà di lei?
9
Se fosse un muro,
le costruiremmo sopra una merlatura d’argento;
se fosse una porta,
la rafforzeremmo con tavole di cedro.
10
Lei Io sono un muro40
e i miei seni sono come torri!
Così io sono ai suoi occhi
come colei che procura pace!
nostro amore si realizzerà compiutamente nelle nozze eterne, alle quali
tutti siamo chiamati.
È un cuore tutto proteso allo Sposo... Un cuore di vergini prudenti
che nella notte attendono lo Sposo: “Chi altri avrò per me in cielo?
Fuori di te nulla bramo sulla terra” [Sal 72,25]
Titolo [profumo di incenso - musica in sottofondo - un solista proclama]
11Cantico dei Cantici, di Salomone 1
[continua musica in sottofondo]
Un uomo preferisce la propria vigna a quella di Salomone con tutti i suoi frutti.
[Coro]
Lei -
flauto
11
Salomone aveva una vigna a Baal-Amon;
egli affidò la vigna ai custodi.
Ciascuno gli doveva portare come suo frutto
mille pezzi d’argento.
12
La mia vigna, proprio la mia, mi sta davanti:
tieni pure, Salomone, i mille pezzi d’argento
e duecento per i custodi dei suoi frutti!
Ritorna il tema del corteggiamento. O forse era tutto un sogno notturno!?
Prima che spunti il giorno l’amata invita l’amato ad andare...
Lui -
[Ripresa] Lei -
13
Tu che abiti nei giardini,
i compagni ascoltano la tua voce:
fammela sentire.
14
Fuggi, amato mio41,
simile a gazzella
o a cerbiatto
sopra i monti dei balsami!
1
“io sono un muro” - La fanciulla risponde che ormai è cresciuta ed è donna pronta per le nozze.
“fuggi...” - giunge il giorno, e l’amato non deve farsi scorgere dai fratelli. Nella lettura mistica
possiamo ancora vedere la notte come il tempo del nostro fidanzamento. Impegnati a vivere
innamorati nel fuoco di Jhwh a passare le acque di questo vespro, di questo sabato, di questo esodo
del tempo, nella memoria e profezia di questo eterno amore sponsale... Nel giardino delle nozze.
“Salomone” - I nomi dei personaggi cha animano il Cantico rimandano tutti alla
dimensione di Shalom. Salomone, l’amato (?), significa colui che è Shalom, pacifico; la
Shulammita, colei che è pacifica, perfetta, piacevole; e le Figlie di Gerusalemme
(Jerushalaim significa città della pace). Shalom, che traduciamo con pace, è la più alta
aspirazione dell’uomo in questo mondo. Il solo canale - dicono i rabbini - attraverso il
quale la benedizione divina può scorrere in questo mondo. Non indica semplicemente pace
in quanto assenza di guerra, ma positivo e attivo stato di armonia. Non tanto, insomma,
beati i pacifici in senso passivo, ma attivo, in quanto “operatori di pace”.
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3
40
41
Lei - 6Mettimi come sigillo sul tuo cuore,
come sigillo sul tuo braccio;
perché forte come la morte è l’amore,
tenace come il regno dei morti38 è la passione:
le sue vampe sono vampe di fuoco,
una fiamma divina39!
Prologo
12Mi baci con i baci della sua bocca!
Sì, migliore del vino è il tuo amore2.
Tutti - 7Le grandi acque non possono spegnere l’amore
né i fiumi travolgerlo.
Se uno desse tutte le ricchezze della sua casa
in cambio dell’amore, non ne avrebbe che disprezzo.
3Inebrianti
sono i tuoi profumi per la fragranza,
aroma che si spande è il tuo nome3:
per questo le ragazze di te si innamorano.
4Trascinami con te, corriamo!
M’introduca il re nelle sue stanze:
gioiremo e ci rallegreremo di te,
ricorderemo il tuo amore più del vino.
A ragione di te ci si innamora!
Oleum effusum
In odorem unguentorum tuorum
[La musica continua ripetendo il Tema, poi tace]
2
“il tuo amore” - I greci e i latini traducono “le tue mammelle”. Il termine ebraico “dod”
(dalla radice verbale che indica “accarezzare, coccolare, amare...”) al singolare indica qui
l’amato. Lo si trova 33 volte nel testo. Può significare anche una persona amata, genitore,
amico, parente, e in senso astratto l’amore stesso. Al plurale, “dodim” indica ancora
secondo il contesto amati, amici, compagni, genitori, parenti... ma ha anche il significato
di rapporto amoroso, dalle carezze alle coccole, al rapporto carnale. Può anche indicare le
mammelle, i seni, e il petto. In questo senso lo leggono i Padri, indicando come lo Sposo
prenderà dimora in mezzo alle nostre mammelle, ossia nel nostro cuore (cf Gregorio di
Nissa, Teodoreto di Cirro...)
3
“aroma... il tuo nome” - Allitterazione tra Nome (Shem) e Profumo (Shemen).
Ricordiamo che il nome dell’amato è Salomone. E il nome dell’amata Shulammita. Un
nome che dice Pace. Principe della Pace, Re pacifico è cantato Gesù alla sua nascita nella
Liturgia del Natale. Un parallello che apre prospettive interessanti è quello offerto da
Qoelet: “Un buon nome è preferibile all’unguento profumato, e il giorno della morte a
quello della nascita” [Qo 7,1]. La vera pace e il compimento del nostro desiderio d’amore
lo troveremo nel giorno senza fine delle nozze eterne.
4
38
“il regno dei morti” - lo Sheol
“fiamma divina” - letteralmente “fiamma di Jah”. Qui la tradizione vede citato, per
l’unica volta nel Cantico, il nome di Jhwh.
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L’ETÀ DEL PRIMO INCONTRO, DEL PRIMO INNAMORAMENTO
La nostra protagonista è una fanciulla che si accorge di non essere più una
bambina. E guarda la sua pelle abbronzata per il lavoro nella vigna. Finora non
ha pensato a curare la propria vigna, ossia il proprio corpo. E sa che agli uomini
(nel canone di bellezza del tempo) piace il colorito bianco porcellana delle
fanciulle cortigiane.
Ora la bambina è cresciuta, e sogna l’amore della sua vita. Lo sogna come
un re, Salomone; lo sogna come un giovane pastore. È l’età del sogno e dei primi
corteggiamenti alla luce del sole del meriggio.
Ma... “non destate, non scuotete dal sonno l’amore finché non lo
desideri”.
Dal deserto si vede salire la carovana che in corteo porta la sposa e lo sposo.
I due sono ora una sola carne e più di ogni anello, collana e sigillo è il cuore
dell’amata e dell’amato: “Mettimi come sigillo sul tuo cuore”.
L’anello-sigillo è il segno dell’unione e dell’amore eterno tra i due amanti,
unione che è più forte di ogni avversità, più forte anche della morte...
L’amore è una fiamma di Dio, e le acque che noi attraversiamo in questo sabato
del tempo non possono travolgerlo.
Epilogo
[Coro - le Figlie di Gerusalemme]
Tutti - 85Chi sta salendo dal deserto,
appoggiata al suo amato?36
Lui e Lei, insieme - Sotto il melo ti ho svegliato37,
là dove ti concepì tua madre,
là dove ti concepì colei che ti ha partorito.
[continua la musica in sottofondo]
“Chi sta salendo...” - secondo un’antica traduzione “ Chi è costei che sale tutta bianca?
(cf Ct 8,5)”. Lei all’inizio era “bruna” (Ct 1,5), abbronzata per il lavoro nei campi.
L’essere amato acquista bellezza. È come ricreato: io ero tenebra ed ora in me risplende
come luce la bellezza. E Dio vide che era cosa bella (cf Gregorio di Nissa). Ricreata e
chiamata alle nozze con il re. cf nota 1.
37
“ti ho svegliato” - oppure, secondo alcune tradizioni, “ti ho svegliata”.
36
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5
Ia scena
Nigra sum sed formosa
Lei - 5Bruna sono ma bella4,
o figlie di Gerusalemme,
come le tende di Kedar5,
come le cortine di Salomone6.
6
Non state a guardare se sono bruna,
perché il sole mi ha abbronzato.
I figli di mia madre si sono sdegnati con me:
mi hanno messo a guardia delle vigne;
la mia vigna, la mia, non l’ho custodita7.
[la musica si ferma]
7
Dimmi, o amore dell’anima mia,
dove vai a pascolare le greggi,
dove le fai pascolare al meriggio,
perché io non debba vagare8
dietro le greggi dei tuoi compagni?
[Coro - Tutti]
[la musica si ferma]
Lei -
10
Il tuo palato è come vino squisito,
che scorre morbidamente verso di me
e fluisce sulle labbra e sui denti!
11
Io sono del mio amato
e il suo desiderio è sopra di me34.
12
Vieni, amato mio, andiamo nei campi,
passiamo la notte nei villaggi.
13
Di buon mattino andremo nelle vigne,
vedremo se germoglia la vite,
se le gemme si schiudono,
se fioriscono i melograni:
là ti darò il mio amore!
14
Le mandragore35 mandano profumo;
alle nostre porte c’è ogni specie di frutti squisiti,
freschi e secchi:
amato mio, li ho conservati per te.
~
Se non lo sai tu, bellissima tra le donne,
segui le orme del gregge
e pascola le tue caprette
presso gli accampamenti dei pastori.
9
Lui - Alla puledra del cocchio del faraone
io ti assomiglio, amica mia.
10
Belle sono le tue guance fra gli orecchini9,
il tuo collo tra i fili di perle.
11
Faremo per te orecchini d’oro,
con grani d’argento.
8
81Come vorrei che tu fossi mio fratello,
allattato al seno di mia madre!
Incontrandoti per strada ti potrei baciare
senza che altri mi disprezzi.
2
Ti condurrei, ti introdurrei nella casa di mia madre;
tu mi inizieresti all’arte dell’amore.
Ti farei bere vino aromatico
e succo del mio melograno.
[Ritornello]
3
La sua sinistra è sotto il mio capo
e la sua destra mi abbraccia.
4
Io vi scongiuro, figlie di Gerusalemme,
non destate, non scuotete dal sonno l’amore
finché non lo desideri.
“bruna” - abbronzata per il lavoro dei campi. Alla fine del Cantico (Ct 8,5) si dirà “Chi è
costei che sale tutta bianca?”. Dice Gregorio di Nissa: “L’essere amato acquista
bellezza!”. La persona amata è come ricreata. “A me ora risplende la bellezza, che è stata
formata in me per essere stata amata, io che all’inizio ero tenebra” (Gregorio di Nissa). cf
nota 33.
5
“Kedar” - tribù nomade. Il termine Kedar significa anche “scuro”.
6
“cortine di Salomone” - baldacchini
7
“la mia vigna” - la vigna è l’amata stessa, il suo corpo, la sua persona...
8
“perché io non debba vagare” - lett. “perché sarò velata - a viso coperto”, com’era
costume delle prostitute. “Vagare” è derivato per assonanza di vocabolo.
9
“orecchini” - orecchini lunghi e pendenti
cf Genesi 3,6
“mandragore” - frutto ritenuto afrodisiaco. In ebraico il vocabolo dôdā’îm =mandragore
è molto simile a quello usato per indicare gli atti di amore (cf “là ti darò il mio
amore=dôdāj)
6
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4
34
35
Lui - 2Come sono belli i tuoi piedi
nei sandali, figlia di principe!
Le curve dei tuoi fianchi sono come monili,
opera di mani d’artista.
3
Il tuo ombelico è una coppa rotonda
che non manca mai di vino aromatico.
Il tuo ventre è un covone di grano,
circondato da gigli.
4
I tuoi seni sono come due cerbiatti,
gemelli di una gazzella.
5
Il tuo collo come una torre d’avorio,
i tuoi occhi come le piscine di Chesbon
presso la porta di Bat-Rabbìm,
il tuo naso come la torre del Libano
che guarda verso Damasco.
6
Il tuo capo si erge su di te come il Carmelo
e la chioma del tuo capo è come porpora;
un re è tutto preso dalle tue trecce.
7
Quanto sei bella e quanto sei graziosa,
o amore, piena di delizie!
8
La tua statura è slanciata come una palma
e i tuoi seni sembrano grappoli.
9
Ho detto: «Salirò sulla palma,
coglierò i grappoli dei datteri».
Siano per me i tuoi seni come grappoli d’uva
e il tuo respiro come profumo di mele.
[Duetto]
Lei - 12Mentre il re è sul suo divano,
il mio nardo effonde il suo profumo.
13
L’amato mio è per me un sacchetto di mirra,
passa la notte tra i miei seni10.
14
L’amato mio è per me un grappolo di cipro11
nelle vigne di Engaddi12.
Lui -
Dum esset Rex
15
Quanto sei bella, amata mia, quanto sei bella!
Gli occhi tuoi sono colombe.
Lei - 16Come sei bello, amato mio, quanto grazioso!
Erba verde è il nostro letto,
[continua la musica in sottofondo]
Lei -
17
di cedro sono le travi della nostra casa,
di cipresso il nostro soffitto.
2 1Io sono un narciso della pianura di Saron,
un giglio delle valli.
Lui - 2Come un giglio fra i rovi,
10
“tra i miei seni” - nella lettura mistica quindi dentro il mio cuore, nel mio petto: “Esso
abiterà nel mio petto” (Teodoreto)
11
“grappolo di cipro” - per i mistici, Gesù, grappolo profumato sul legno della croce.
12
“Engaddi” - fertile oasi.
22
7
così l’amica mia tra le ragazze.
Lei - 3Come un melo tra gli alberi del bosco,
così l’amato mio tra i giovani.
4
Alla sua ombra desiderata mi siedo,
è dolce il suo frutto al mio palato.
4
Mi ha introdotto nella cella del vino
e il suo vessillo su di me è amore13.
5
Sostenetemi con focacce d’uva passa,
rinfrancatemi con mele,
perché io sono malata d’amore.
6
La sua sinistra è sotto il mio capo
e la sua destra mi abbraccia.
e i melograni erano in fiore.
12
Senza che me ne accorgessi, il desiderio mi ha posto
sul cocchio del principe del mio popolo32.
[a due Cori - Ritornello]
I° Coro - 7«1Vòltati, vòltati, Sulammita33,
vòltati, vòltati: vogliamo ammirarti.
II° Coro - Che cosa volete ammirare nella Sulammita
durante la danza a due cori?».
Leva ejus
[la musica si ferma]
Lei - [Ritornello]
7
Io vi scongiuro, figlie di Gerusalemme,
per le gazzelle o per le cerve dei campi:
non destate, non scuotete dal sonno l’amore14,
finché non lo desideri.
[continua la musica in sottofondo]
32
13
14
“Il suo vessillo su di me è amore” - nel senso che “mi ha avvolto in un vessillo di amore”
“l’amore” - opp. “l’amata”.
testo difficile da interpretare. Forse nel senso di “senza saperlo, il mio desiderio mi ha
reso come il cocchio di un principe”.
33
“Voltati... voltati...” - “girati”, “fa la giravolta”, nel senso del movimento di danza.
“Shulammita” - il nome ha la sua radice in Shalom, pace. Così anche il nome di
Salomone e de le figlie di Gerusalemme (Gerusalemme = città della «pace»). Shalom-Pace
non è l’assenza o il contrario di guerra, ma uno stato di piena armonia., ideale supremo di
vita.
8
21
DANZA A DUE CORI. La fanciulla è al centro di una festa, in una danza a due
cori, a celebrare la sua bellezza e il suo amore. L’amato finalmente è sceso nel
suo giardino. L’amata finalmente darà il suo amore all’amato: “Io sono del
mio amato e il suo desiderio è sopra di me”.
Ma... non scuotete dal sonno l’amore finché non lo desideri.
Va Scena
Lui -
64Tu sei bella, amica mia,
CANTO DI PRIMAVERA.
È giunta la primavera, la stagione dello sbocciare della vita. “Ventata
primavera”, cantava una canzone parlando di una ragazza allo sbocciare della
sua femminilità.
Non è più il sogno al sole del meriggio, ma il pensiero che ritorna nel giaciglio
la notte.
IIa scena
Pulchra et decora
come la città di Tirsa,
incantevole come Gerusalemme,
terribile come un vessillo di guerra.
5
Distogli da me i tuoi occhi,
perché mi sconvolgono.
Le tue chiome sono come un gregge di capre
che scendono dal Gàlaad.
Lei - 28Una voce! L’amato mio!
Eccolo, viene
saltando per i monti,
balzando per le colline.
9
L’amato mio somiglia a una gazzella
o ad un cerbiatto.
Eccolo, egli sta
dietro il nostro muro;
guarda dalla finestra,
spia dalle inferriate.
[Ripresa]
6
I tuoi denti come un gregge di pecore
che risalgono dal bagno;
tutte hanno gemelli,
nessuna di loro è senza figli.
7
Come spicchio di melagrana è la tua tempia,
dietro il tuo velo.
8
Siano pure sessanta le mogli del re,
ottanta le concubine,
innumerevoli le ragazze.
9
Ma unica è la mia colomba, il mio tutto,
unica per sua madre,
la preferita per colei che l’ha generata.
La vedono le giovani e la dicono beata.
Le regine e le concubine la coprono di lodi:
10
Ora l’amato mio prende a dirmi:
(Lui) - «Àlzati, amica mia,
mia bella, e vieni, presto!
[Coro - Ritornello]
Tutti - 10«Chi è costei che sorge come l’aurora,
bella come la luna, fulgida come il sole,
terribile come un vessillo di guerra?»
[la musica continua in sottofondo]
Lui - 11Nel giardino dei noci io sono sceso,
per vedere i germogli della valle
e osservare se la vite metteva gemme
20
9
(Lui) - 11Perché, ecco, l’inverno è passato15,
è cessata la pioggia, se n’è andata;
12
i fiori sono apparsi nei campi,
il tempo del canto è tornato
e la voce della tortora16 si fa sentire
nella nostra campagna.
13
Il fico sta maturando i primi frutti
e le viti in fiore spandono profumo.
Il suo ventre è tutto d’avorio,
tempestato di zaffiri.
15
Le sue gambe, colonne di alabastro,
posate su basi di oro puro.
Il suo aspetto è quello del Libano,
magnifico come i cedri.
16
Dolcezza è il suo palato;
egli è tutto delizie!
Questo è l’amato mio, questo l’amico mio,
o figlie di Gerusalemme.
Jam hiems transit
«Àlzati, amica mia,
mia bella, e vieni, presto!
[Coro - Figlie di Gerusalemme]
Tutti - 61Dov’è andato il tuo amato,
tu che sei bellissima tra le donne?
Dove ha diretto i suoi passi il tuo amato,
perché lo cerchiamo con te?
Lei - 2L’amato mio è sceso nel suo giardino
fra le aiuole di balsamo,
e a cogliere gigli.
3
Io sono del mio amato
e il mio amato è mio;
egli pascola tra i gigli.
[continua la musica in sottofondo]
(Lui) - 14O Mia colomba17,
che stai nelle fenditure della roccia,
nei nascondigli dei dirupi,
mostrami il tuo viso,
fammi sentire la tua voce,
perché la tua voce è soave,
il tuo viso è incantevole».
Lei -
15
Prendeteci le volpi,
le volpi piccoline
che devastano le vigne18:
“l’inverno è passato”. “Cioè è venuta la Pasqua” (Agostino). E ancora: “Quando il
Cantico parla dell’inverno, parla del mondo presente, dove il Verbo di Dio è stato
seminato” (Gregorio di Elvira)
16
“Tortora” - simbolo dell’amore
17
“Colomba” - simbolo della fedeltà e della fecondità. Della semplicità, della fedeltà.
15
10
[musica]
19
[suono di tamburo, prima lento poi più incalzante]
le nostre vigne sono in fiore.
16
Il mio amato è mio e io sono sua;
egli pascola fra i gigli.
Io venni meno, per la sua scomparsa;
l’ho cercato, ma non l’ho trovato31,
l’ho chiamato, ma non mi ha risposto.
7
Mi hanno incontrata le guardie che fanno la ronda in città;
mi hanno percossa, mi hanno ferita,
mi hanno tolto il mantello
le guardie delle mura.
[Ripresa]
Prima che spiri la brezza del giorno19
e si allunghino le ombre,
ritorna, amato mio,
simile a gazzella
o a cerbiatto,
sopra i monti degli aromi20.
17
[il tamburo si ferma]
8
Io vi scongiuro, figlie di Gerusalemme,
se trovate l’amato mio
che cosa gli racconterete?
Che sono malata d’amore!
[la musica si ferma]
31Sul mio letto, lungo la notte, ho cercato
l’amore dell’anima mia;
l’ho cercato, ma non l’ho trovato.
2
Mi alzerò e farò il giro della città
per le strade e per le piazze;
voglio cercare l’amore dell’anima mia.
[Coro - Figlie di Gerusalemme]
Tutti - 9Che cosa ha il tuo amato più di ogni altro,
tu che sei bellissima fra le donne?
Che cosa ha il tuo amato più di ogni altro,
perché così ci scongiuri?
Lei -
[suono di tamburo, prima lento poi più incalzante]
10
L’amato mio è bianco e vermiglio,
riconoscibile fra una miriade.
11
Il suo capo è oro, oro puro,
i suoi riccioli sono grappoli di palma,
neri come il corvo.
12
I suoi occhi sono come colombe
su ruscelli d’acqua;
i suoi denti si bagnano nel latte,
si posano sui bordi.
13
Le sue guance sono come aiuole di balsamo
dove crescono erbe aromatiche,
le sue labbra sono gigli
che stillano fluida mirra.
14
Le sue mani sono anelli d’oro,
incastonati di gemme di Tarsis.
L’ho cercato, ma non l’ho trovato.
3
Mi hanno incontrata le guardie che fanno la ronda in città:
«Avete visto l’amore dell’anima mia?».
4
Da poco le avevo oltrepassate,
quando trovai l’amore dell’anima mia.
Lo strinsi forte e non lo lascerò,
finché non l’abbia condotto nella casa di mia madre,
nella stanza di colei che mi ha concepito.
[il tamburo si ferma;
attacca musica de “Non destate dal sonno l’amore” in sottofondo]
18
nella lettura mistica cf ancora la Maddalena al sepolcro di Gesù nel giardino della
risurrezione.
“vigne... volpi” - La vigna in questo contesto è simbolo della donna stessa; le volpi delle
minacce all’amore. Esse vanno prese/dominate quando sono ancora piccoline.
19
“la brezza del giorno” - In Palestina il vento della sera.
20
“il monte degli aromi” - Ancora un riferimento al monte della passione, sepoltura e
risurrezione. I versetti successivi sono letti nella lettura della Messa nella memoria di S.
Maria Maddalena.
18
11
31
CORTEGGIAMENTO NOTTURNO. L’amato viene al suo giardino. Ma l’amata ritarda
ad aprire facendo un po’ la preziosa. E quando finalmente apre, lui non c’è più.
Lei lo cerca per tutta la notte, ma non lo trova, e si imbatte anche nelle
guardie notturne che le fanno del male...
Dov’è l’amato?
L’amato è entrato nel suo giardino! E lei apre all’amato, e sa che anche se
fosse assente egli ormai è un tutt’uno con lei, sempre presente nel suo cuore. “Io
sono del mio amato, e il mio amato è mio”.
“Che cosa ha il tuo amato più di ogni altro?” chiedono le figlie di
Gerusalemme.
È l’amore totale ed esclusivo. L’amore che tutti gli amori assomma, raccoglie
in uno e porta a compimento. “Io sono del mio amato, e il mio amato è
mio”.
[Ritornello]
Io vi scongiuro, figlie di Gerusalemme,
per le gazzelle o per le cerve dei campi:
non destate, non scuotete dal sonno l’amore,
finché non lo desideri.
5
Tutti:
IVa Scena
Lei -
52Mi sono addormentata,
ma veglia il mio cuore.
Un rumore! La voce del mio amato che bussa:
Lui - «Aprimi, sorella mia,
mia amica, mia colomba, mio tutto;
perché il mio capo è madido di rugiada,
i miei riccioli di gocce notturne».
Lei - 3«Mi sono tolta la veste;
come indossarla di nuovo?
Mi sono lavata i piedi;
come sporcarli di nuovo?».
4
L’amato mio ha introdotto la mano nella fessura30
e le mie viscere fremettero per lui.
5
Mi sono alzata per aprire al mio amato
e le mie mani stillavano mirra;
fluiva mirra dalle mie dita
sulla maniglia del chiavistello.
6
Ho aperto allora all’amato mio,
ma l’amato mio se n’era andato, era scomparso.
30
“nella fessura” - lett. nello spiraglio/serratura della porta; non esente da un gioco di
parole a doppio senso.
12
17
sorella mia, mia sposa,
quanto più inebriante del vino è il tuo amore28,
e il profumo dei tuoi unguenti, più di ogni balsamo.
11
Le tue labbra stillano nettare, o sposa,
c’è miele e latte sotto la tua lingua
e il profumo delle tue vesti è come quello del Libano.
12
Giardino chiuso tu sei29,
Ortus conclusus
sorella mia, mia sposa,
sorgente chiusa, fontana sigillata.
13
I tuoi germogli sono un paradiso di melagrane,
con i frutti più squisiti,
alberi di cipro e nardo,
14
Nardo e zafferano, cannella e cinnamòro,
con ogni specie di alberi d’incenso,
mirra e àloe,
con tutti gli aromi migliori.
15
Fontana che irrora i giardini,
pozzo d’acque vive
che sgorgano dal Libano.
IIIa Scena
[Coro - Tutti a cori alterni]
[I° Coro] 36Chi sta salendo dal deserto
come una colonna di fumo21,
esalando profumo di mirra e d’incenso
e d’ogni polvere di mercanti?
[II° Coro] 7Ecco, la lettiga di Salomone:
sessanta uomini prodi le stanno intorno,
tra i più valorosi di Israele.
[I° Coro] 8Tutti sanno maneggiare la spada,
esperti nella guerra;
ognuno porta la spada al fianco
contro il terrore della notte.
[la musica si ferma]
Lei -
IL CORTEO NUZIALE E LA FESTA DI NOZZE. Un corteo nuziale. Tra il sogno e la
realtà. La fanciulla sogna di essere una principessa e che il re si sia invaghito di
lei, e mandi a prenderla con il suo corteo nuziale. La fanciulla è un giardino
chiuso, Ortus conclusus. Ma è tempo che lei scenda dai monti della fantasia,
dai sogni alla realtà. È tempo che lei apra il suo giardino all’amato, il quale la
chiama sposa e sorella, carne della stessa carne: “... i due saranno una sola
carne” (Gn 2,24).
Alzati, vento del Settentrione, vieni,
vieni, vento del meridione,
soffia nel mio giardino,
si effondano i suoi aromi.
Venga l’amato mio nel suo giardino
e ne mangi i frutti squisiti.
16
[II° Coro] 9Un baldacchino22 si è fatto il re Salomone
con legno del Libano.
[I° Coro] 10Le sue colonne le ha fatte d’argento,
d’oro la sua spalliera;
7
Lui - 5 Sono venuto nel mio giardino, sorella mia, mia sposa,
e raccolgo la mia mirra e il mio balsamo;
mangio il mio favo e il mio miele,
bevo il mio vino e il mio latte.
Mangiate, amici, bevete;
inebriatevi d’amore.
[II° Coro] il suo seggio è di porpora,
il suo interno è un ricamo d’amore
delle figlie di Gerusalemme.
[Tutti]
28
“il tuo amore” - lett. grazie d’amore, carezze, coccole ma anche seni, mammelle.
“giardino chiuso” - l’amata è una vigna, un giardino, un... paradiso chiuso. Sta a lei, al
suo desiderio e alla sua volontà aprirlo... Nella mistica è l’Ortus conclusus visitato dallo
Sposo.
11
Uscite, figlie di Sion,
guardate il re Salomone
con la corona di cui lo cinse sua madre
nel giorno delle sue nozze,
giorno di letizia del suo cuore.
29
16
21
22
“come una colonna di fumo” - il corteo nuziale che lo sposo invia a prendere la sposa.
“baldacchino” - la lettiga reale
13
5
I tuoi seni sono come due cerbiatti,
gemelli di una gazzella,
che pascolano tra i gigli.
41Quanto sei bella, amata mia, quanto sei bella!
Lui -
Gli occhi tuoi sono colombe,
dietro il tuo velo23.
[la musica si ferma]
[Tutti]
[Ripresa]
6
Prima che spiri la brezza del giorno
e si allunghino le ombre,
me ne andrò sul monte della mirra
e sul colle dell’incenso26.
7
Tutta bella sei tu, amata mia,
e in te non vi è difetto.
Tota pulchra
[continua la musica in sottofondo]
Lui - Le tue chiome sono come un gregge di capre,
che scendono dal monte Gàlaad.
2
I tuoi denti come gregge di pecore tosate,
che risalgono dal bagno;
tutte hanno gemelli,
nessuna di loro è senza figli24.
3
Come nastro di porpora le tue labbra,
la tua bocca è piena di fascino;
come spicchio di melagrana è la tua tempia
dietro il tuo velo.
4
Il tuo collo è come la torre di Davide,
costruita a strati.
Mille scudi vi sono appesi,
tutte armature di eroi25.
[continua la musica in sottofondo]
Lui - 8Vieni dal Libano, o sposa,
vieni, dal Libano, vieni!
Scendi dalla vetta dell’Amana,
dalla cima del Senir e dell’Ermon,
dalle spelonche dei leoni,
dai monti dei leopardi.
9
Tu mi hai rapito il cuore,
sorella mia, mia sposa27,
tu mi hai rapito il cuore
con un solo tuo sguardo,
con una perla della tua collana!
10
Quanto è soave il tuo amore,
23
“dietro il tuo velo” - quando la fidanzata è condotta allo sposo il suo volto è coperto da
un velo.
24
Le pecore risalgono dal bagno a ranghi serrati. Così i denti, sani, puliti, e tutti compatti:
non ne manca uno.
25
“Il tuo collo... mille scudi” - le collane ad anello girocollo
14
26
“mirra... incenso” - nella lettura mistica, la mirra evoca la sepoltura di Cristo-Sposo, e
l’incenso la sua divinità e la sua risurrezione. Il colle è il colle della croce.
27
“sorella... sposa” - sorella, fratello. Così sono chiamati l’amata e l’amato, ad esempio,
nelle poesie egiziane. È la perfezione dell’amore chiamare l’amata/o carne della propria
carne.
15