La Tomba di Tutankhamon - Seconda Parte

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Giovedì 19 Settembre 2013 19:01 - Ultimo aggiornamento Giovedì 19 Settembre 2013 19:24
Seconda Parte
Momento emozionante
Oltre all'accesso alla camera la­terale, c'era solo un'altra porta pos­sibile : una parete divisoria
intona­cata e sigillata, posta tra le due sentinelle nere. Carter fu sconcer­tato vedendo che i
ladri erano pas­sati anche di li. In basso, quasi esat­tamente nel mezzo, era visibile
nel­l'intonaco una scoloritura semicir­colare simile a quella della porta esterna. Nella parte
risigillata si ve­deva un gruppo di sigilli della ne­cropoli, segno sicuro che i sacerdoti avevano
chiuso il foro dopo l'in­cursione dei ladri. Ma l'intonaco era stato ridato in fretta, come
te­stimoniavano alcune grosse crepe in basso, attraverso le quali si vede­vano blocchi irregolari
di pietra.
A Carter bastarono pochi minuti per smuoverne qualcuna. Quando accostò la torcia elettrica
all'aper­tura, riuscì a vedere solo un corri­doio che finiva davanti a una pa­rete nuda. Li i ladri
dovevano aver fatto man bassa.
Carter e Callender rimossero al­tre pietre fino a ottenere un foro abbastanza largo per poterci
pas­sare attraverso. Poi Carter entrò. Proiettando il fascio della torcia elettrica sulla parete
occidentale del corridoio, scopri la massiccia porta a due battenti di un cofano ester­no, chiusa
e sprangata ma non si­gillata, decorata in oro e ceramica blu di straordinaria bellezza. Non era
affatto un corridoio : Carter si trovava nella camera del sarcofago vera e propria.
Lord Carnarvon ed Evelyn Her­bert riuscirono a infilarsi nell'aper­tura mentre Callender,
corpulento com'era, non ce la fece. Carter de­cise di non tentare di allargare la breccia : è
probabile che tutti e quattro si rendessero conto che si stavano imbarcando in un'impresa non
autorizzata dalla loro conces­sione. Ma la breccia era stata aper­ta, e non si poteva tornare
indietro.
Esaminarono la porta del grande cofano blu e oro. Dovevano aprir­la? Non ne avevano il diritto.
Ma in fin dei conti erano archeologi, ed esseri umani.
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Perciò sfilarono i due catenacci d'ebano. Carter tirò adagio i due battenti, dapprima con
delicatezza e poi, sentendo che resistevano, con forza sempre maggiore. Ci fu un improvviso,
brusco movimento e la porta si spalancò. La torcia elettri­ca rivelò un sottilissimo drappo di lino
che pendeva dall'alto, cosi dia­fano che sembrava fatto di parti­celle sospese nell'aria. Appese
al drappo c'erano dozzine di rosette di bronzo dorato, grandi quanto una moneta. Carter ne
toccò una che gli cadde in mano come se da 3200 anni aspettasse di esse­re staccata; Carter
se la mise in tasca. Con estrema cautela, tirò da parte il lino, scoprendo la porta di un altro
cofano, tutto dorato e co­perto di geroglifici. Nel centro, so­pra due grossi supporti di bronzo,
c'era una corda perfettamente ar­rotolata e intrecciata sulla quale era impresso un sigillo,
assolutamente intatto, della necropoli regale. Dun­que, osservò Carter a bassa voce, il re non
era stato disturbato. Quel­lo che stava vivendo, disse in se­guito, era senz'altro il momento più
emozionante della sua esistenza.
Tra le porte del primo e del se­condo cofano c'era un vero e pro­prio tesoro. Dopo avere
esaminato alcune delle opere d'arte che occu­pavano tutto lo spazio, tra cui una scatola per
profumi di squisita fat­tura, che Carter si mise in tasca, e dopo aver toccato il rotolo di corda e il
suo sigillo intatto, i ri­cercatori richiusero accuratamente la porta e rimisero i catenacci nella
posizione di prima.
Quindi il gruppo si diresse verso nord nello spazio tra la porta del cofano e la parete orientale
della camera sepolcrale. Nell'angolo nord­orientale della camera c'era una porta aperta. Carter
vi diresse il fascio di luce e trovò un'altra sala, quasi quadrata. Poco oltre la soglia, quasi a
bloccare l'ingresso, c'era una grande statua in legno nero raffigurante Anubi, il dio sciacallo,
accovacciato su un alto piedistallo.
La torcia elettrica illuminò il re­sto della camera quadrata che Car­ter battezzò il « tesoro ».
Dapper­tutto c'erano casse, scrigni e scatole nere alte e strette, chiuse e sigillate. Su di esse
c'erano alcune decine di barche, e la camera sembrava la su­perficie del Nilo con una flottiglia
pronta a far vela.
Erano passate ore, ormai. I quat­tro non osarono esaminare troppe opere d'arte per timore che
il Ser­vizio delle Antichità potesse scopri­re le tracce della loro presenza. Tor­narono indietro
con cautela attra­verso la camera sepolcrale. Rimessi a posto con fatica i blocchi di pie­tra,
Carter raccolse il coperchio di un grosso cesto di vimini, vicino a una delle due sentinelle, e lo
ap­poggiò, con un fascio di altri vimi­ni sparsi, contro la parete allo sco­po di nascondere la
breccia.
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Poi se ne andarono, richiusero il foro esterno, salirono sugli asini e si avviarono lungo la Valle,
stra­namente silenziosi, come prigionie­ri di un incantesimo.
"Esempio d'altruismo"
Il 27 novembre Engelbach ave­va da fare in ufficio e verso mez­zogiorno giunse in sua vece
l'ispet­tore locale del Servizio delle Anti­chità. A quell'ora ogni traccia dell' intrusione avvenuta la
notte prima era stata cancellata.
La notizia della scoperta si pro­pagò quasi all'istante in tutto l'Egit­to. Cominciarono a circolare
strane voci, una delle quali diceva che tre aerei erano atterrati nella Valle per ripartire carichi di
tesori. Per met­ter fine a queste chiacchiere, Car­narvon e Carter organizzarono un' apertura
ufficiale della tomba il 29 novembre, senza chiedere il permes­so al Servizio delle Antichità.
II loro errore fu tanto più gran­de in quanto decisero di invitare un solo rappresentante della
stampa, Arthur Merton, capo dell'ufficio egi­ziano del Times di Londra e amico di Carter.
Nessun altro giornalista, né egiziano né europeo né ameri­cano fu ammesso ad assistere alla
cerimonia. Cosi, con un macrosco­pico esempio di insensibilità, Car­narvon e Carter si
inimicarono pro­prio le persone di cui in seguito avrebbero avuto bisogno.
Non appena comparvero sui gior­nali i primi articoli, gli autori della scoperta furono sommersi da
tele­grammi e messaggi. Prima giunsero le congratulazioni, seguite da offer­te di aiuti, richieste
di souvenir e proposte di contratti per diritti ci­nematografici. Folle indisciplinate di visitatori
arrivavano a tutte le ore, avanzando richieste di ogni ge­nere. E mentre la folla cresceva, Carter
ignorava di proposito chiun­que non gli andasse a genio. Con il tempo avrebbe pagato caro
que­sto suo atteggiamento.
Ben presto Carter si rese conto di avere davanti a sé anni di lavoro quanto mai delicato. Solo
per ripa­rare una veste regale adorna di cen­tinaia di lustrini d'oro ci sarebbero voluti due mesi.
C'erano innumere­voli cose da fare prima di poter prelevare dall'anticamera anche il più piccolo
oggetto. Bisognava pro­curarsi sostanze per preservare gli oggetti e materiale per l'imballag­gio
e poi reclutare degli esperti nel­le tecniche di conservazione.
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Carter scartò l'idea di rivolgersi al personale del Servizio delle An­tichità. La loro competenza
era di­scutibile e il loro punto di vista in­compatibile con il suo. Né prese mai in considerazione
la possibilità di rivolgersi per aiuto al British Museum : l'ovvia scelta, per lui, fu il Metropolitan
Museum of Art di New York, che disponeva di un ec­cezionale gruppo di egittologi, tra cui
Winlock, il quale aveva forni­to a Carter un preziosissimo indizio sulla presenza della tomba.
Ma, a parte questo, Carter e Car­narvon avevano da anni un parti­colare rapporto finanziario
con il Metropolitan, rapporto che fino ai nostri giorni è stato tenuto segreto. Sta di fatto che una
delle più belle collezioni di manufatti egizi pre­sente nel museo - oggetti rubati, sfuggiti
all'attenzione del Servizio delle Antichità - fu acquistata clan­destinamente dal museo tramite
Carter che la comprò da un mer­cante egiziano con fondi forniti allo scopo da Carnarvon, in
modo che dalla vendita Carter potesse ricava­re un profitto. Queste transazioni, cominciate nel
1917, si conclusero nel 1922. Il museo aveva pagato» l'incredibile somma di 256.035 dol­lari,
pari a oltre due miliardi di lire odierne. Fra profitti e commissio­ni, Carter intascò oltre 33 milio­ni
di lire.
Inoltre Carnarvon e Carter sape­vano che Winlock e Albert Lythgoe, curatore della sezione
egizia del Me­tropolitan, avevano fatto tutto quan­to era in loro potere per impedire a Lacau di
modificare la prassi secondo cui i tesori venivano divisi a metà, cosa che per loro rivestiva un
enorme interesse.
Carter inviò un telegramma a Lythgoe, che si trovava a Londra. Nella sua risposta Lythgoe
diede praticamente carta bianca a Carter, consentendogli di servirsi di tutti gli egittologi del
Metropolitan di cui avesse bisogno.
Questa disposizione è stata sem­pre considerata da tutti un magni­fico esempio di altruismo,
dettato da spirito di collaborazione. Da un certo punto di vista lo era, ma co­stituiva anche un
accordo di inte­resse reciproco freddamente calcolato dalle due parti per conseguire il massimo
profitto finanziario e ar­tistico. Carnarvon confidò in se­greto a Lythgoe : « Dovrò dare qualcosa
al British Museum, ma in­tendo comunque fare in modo che il Metropolitan sia adeguatamente
compensato. »
Mentre veniva riunito il gruppo di egittologi, Carter chiuse la tom­ba. Un distaccamento di soldati
egiziani fu posto a guardia del luo­go 24 ore su 24. Per vigilare sui militari, Carter ingaggiò
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alcuni cu­stodi scelti da lui. Carnarvon e lady Evelyn partirono alla volta dell'In­ghilterra per le
festività natalizie e Carter andò al Cairo per acquistare materiale, tra cui una grata d'ac­ciaio per
il vano della porta inter­na. Callender rimase nella Valle, sedendo per gran parte del tempo
all'ingresso del tesoro con un fucile carico sulle ginocchia.
La maledizione
Il 10 gennaio Carnarvon stipulò un contratto con il Times di Lon­dra concedendogli l'esclusiva
per tutte le notizie riguardanti la tom­ba. L'accordo provocò un'ondata di proteste da parte di
quasi tutti i maggiori giornali del mondo. Al Cairo, Lacau era stretto d'assedio da più parti. I
giornalisti egiziani, istigati dalla stampa estera, si la­mentavano aspramente di vedersi rifiutare
l'accesso a una tomba egi­zia. Inoltre, migliaia di persone che avrebbero voluto visitarla
affollava­no i suoi uffici, indignati per l'at­teggiamento di Carter che vietava
a tutti l'ingresso, perfino a chi ave­va l'autorizzazione ufficiale.
Lacau parlò più volte con Car­ter, invitandolo a fornire informa­zioni ai giornalisti egiziani, ma
Car­ter rifiutò. Gli chiese inoltre di per­mettere al Servizio delle Antichità di mandare visitatori
insieme con quelli che Carter accompagnava giornalmente. Ma Carter respinse anche questa
richiesta, sostenendo che i suoi visitatori erano archeo­logi e che pertanto avevano tutti i diritti
di entrarvi.
Nel frattempo Carter cercava di procedere con i lavori. Ottenne una camera oscura per il suo
fotografo, Harry Burton del Metropolitan Museum, e fu autorizzato a usare una vicina tomba
come magazzino e la­boratorio per i restauri.
Gli scopritori stabilirono una pro­cedura precisa per la classificazio­ne dei preziosi reperti. Prima
Bur­ton scattava una fotografia sul po­sto. Poi Carter eseguiva un disegno su una scheda di 13
centimetri per 20, faceva una descrizione precisa e annotava tutte le misure metten­do in risalto
i danni subiti o la per­dita di qualsiasi parte del materia­le. Dopo di ciò, Burton faceva un' altra
serie di fotografie mettendo un cartoncino numerato davanti a ogni oggetto. Due disegnatori
ri­producevano gli oggetti in una se­rie di piantine per mostrare la po­sizione di ogni elemento.
Quindi il tesoro veniva trasferito nel labora­torio dove Burton faceva altre foto che mostravano le
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varie fasi del re­stauro. Era la prima volta che ve­niva fatta una documentazione cosi precisa
del ritrovamento e del con­tenuto di una tomba.
Quando Carnarvon e lady Eve­lyn furono di ritorno alla fine di gennaio, dall'anticamera erano
sta­ti prelevati 60 oggetti, e il 17 feb­braio Carnarvon presiedette all'a­pertura ufficiale della
camera se­polcrale di Tutankhamon. Due gior­ni prima che venisse forzata la por­ta sigillata,
Luxor era al centro del­l'attenzione mondiale. Centinaia di bollettini stampa venivano trasmessi
giornalmente dall'agenzia di infor­mazioni installata per l'occasione al Cairo. Personaggi celebri,
notabili, sultani e pascià arrivavano in mas­sa. Un teatro improvvisato era sta­to costruito per il
grande avveni­mento. Carter avrebbe aperto la parete divisoria per un pubblico selezionato di
una ventina di per­sone e avrebbe lasciato che per due giorni interi venisse fatto un esame
particolareggiato di quanto era con­tenuto nella camera sepolcrale. Solo dopo, per altri due
giorni, giornali­sti e visitatori « speciali » avrebbe­ro preso visione della scoperta.
Carter rimosse personalmente le pietre dal vano della porta porgen­dole poi a uno dei suoi
assistenti. Quando il foro fu abbastanza lar­go, entrò e scese nella camera. Lord Carnarvon lo
segui. Dopo 20 minu­ti i due ricomparvero. Non dissero una parola, limitandosi ad alzare le
mani in un gesto di stupita me­raviglia. Poi entrarono gli altri del gruppo selezionato a due per
volta.
Le impressioni che ne riportaro­no furono entusiastiche e tutti lo­darono la scoperta e il modo
scru­poloso in cui veniva compiuto il lavoro di conservazione. Carnarvon e Carter erano
pienamente convinti di aver messo a tacere le critiche mosse loro dagli egiziani e dalla stampa
di tutto il mondo.
Il 26 febbraio chiusero la tomba per la stagione, riempirono il pas­saggio e le scale e si
ritirarono nel laboratorio. Il caldo stava visibil­mente compromettendo la salute di Carnarvon. La
temperatura nel la­boratorio era, in media, di 38 gradi. Fuori, tempeste di polvere rendevano
irrespirabile l'aria.
Ai primi di marzo Carnarvon andò al Cairo per tentare di strap­pare a Lacau la promessa di una
divisione « adeguata » degli oggetti trovati nella tomba. Il 16 marzo Evelyn, che scriveva a
Carter ogni due giorni per tenerlo informato di come andavano le cose, inviò una notizia
allarmante sul padre : « Ieri improvvisamente gli si sono gonfiate le ghiandole del collo e la
notte scorsa ha avuto la febbre al­ta, che perdura anche oggi. Si sen­te molto male. »
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La settimana dopo Carnarvon era in fin di vita e il 5 aprile mori. Si disse che al momento della
sua morte tutte le luci del Cairo si spensero, un fatto che restò inspie­gato. Ad accrescere il
mistero, suo figlio ed erede, lord Porchester, so­stenne che nell'istante in cui il pa­dre mori, a
Highclere (la tenuta di campagna della famiglia) il cane di Carnarvon ululò e cadde stecchito.
I giornali da un capo all'altro del mondo attribuirono la morte di lord Carnarvon alla maledizione
di Tutankhamon. Anche se nella tom­ba non è stata trovata alcuna iscri­zione minacciosa, oggi
la « maledi­zione » è nota probabilmente quan­to lo stesso Tutankhamon e i suoi straordinari
tesori. Quando il 14 luglio 1977, durante un'intervista televisiva a New York, fu chiesto all'attuale
lord Carnarvon che cosa ne pensasse, egli rispose che non poteva dire « né di crederci né di
non crederci ». Ma assicurò l'inter­vistatore che « neppure per un mi­lione di sterline sarebbe
entrato nella tomba di Tutankhamon nella Valle dei Re ».
"Sciopero"
« Ora non ci resta che scompor­re i vari cofani uno dopo l'altro » disse Carter a Winlock alla fine
della prima spettacolosa stagione « e ci troveremo al cospetto del re. »
Dai resoconto dello stesso Carter sulla seconda stagione si trae l'im­pressione che gli scavi
procedessero senza difficoltà. Ma Carter impiegò 80 giorni per scomporre i cofani prima di poter
esaminare quel che c'era dentro, un ritardo che spesso lo faceva infuriare. Dopo di ciò,
passarono dieci mesi buoni prima che si scoprisse la mummia, dieci mesi densi di delicate
trattative, a- spre discussioni, azioni legali, uno scandalo soppresso e dissidi politici.
La prima questione insorse per il contratto di esclusiva con il Times di Londra. Per non dover
accoglie­re la richiesta che tutti i giornalisti fossero autorizzati a entrare nella tomba quando vi
accedeva un solo rappresentante della stampa, Car­ter aveva deciso di nominare uffi­cialmente
il corrispondente del Ti­mes, Arthur Merton, addetto agli scavi, in modo che potesse entrare
ogni volta che Carter lo desiderava. Quanto alle richieste del Servizio delle Antichità di prendere
visione della tomba, Carter fece notare che il lavoro scientifico sarebbe stato inevitabilmente
ostacolato dai visi­tatori, quali che fossero.
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Lacau e i suoi colleghi finirono per accettare le proposte di Carter in merito a Merton e alle
visite, ma nessuno disse all'archeologo che al Servizio si era verificata una spac­catura su
questi problemi. Cosi Car­ter tornò nella Valle il 18 ottobre 1923, sempre credendo che tutto
andasse per il meglio.
Ma le incessanti insistenze della stampa e degli egiziani resero ben presto necessari altri
colloqui con Lacau. Carter si lamentò che dei primi 50 giorni di lavoro della sta­gione, un terzo
era stato « spreca­to a causa di interferenze ministe­riali ». Nel corso di queste prolun­gate
conversazioni e in varie dichia­razioni pubbliche, Carter tanto fe­ce che fini con l'offendere
Lacau. Uno dei motivi fu la sua convinzio­ne che in realtà la tomba « apparte­nesse » a lui e a
Carnarvon. A que­sto si aggiungeva la sua antipatia per Lacau. Ma soprattutto, Carter era
sfinito e aveva la mente in sub­buglio. Il minimo contrattempo, la più piccola contrarietà, lo
mandava­no su tutte le furie o lo facevano sprofondare in un totale mutismo.
Anche se erano in molti a insi­stere presso Lacau perché sospen­desse la concessione e
allontanasse Carter dalla tomba, egli decise di­versamente. Applicando le norme alla lettera e
facendo rispettare scrupolosamente i suoi diritti di am­ministratore, avrebbe potuto spin­gere
Carter a compiere un gesto inconsulto. Lacau cominciò con il chiedere a Engelbach di far
sapere come per caso a Carter che il Ser­vizio delle Antichità voleva un elen­co dei suoi
collaboratori, richiesta che Carter giudicò « oltraggiosa ». A questa segui nelle settimane
suc­cessive una serie di richieste che a Carter e ai suoi colleghi parvero una deliberata
violazione dei diritti della concessione.
Lacau fu aiutato in questa sua campagna intimidatoria da un av­venimento politico di
eccezionale importanza. Nelle elezioni egiziane del 1923 il governo in carica, favo­revole al
protettorato inglese, fu ro­vesciato e al suo posto subentrò una compagine profondamente
naziona­listica. Il ministro dei Lavori Pub­blici, da cui dipendeva Lacau, sa­rebbe stato Morcos
Bey Hanna, un tipo duro e scorbutico, in passato processato, condannato e incarce­rato dagli
inglesi con l'accusa di tra­dimento. La sua diffidenza nei con­fronti degli stranieri, in particolare
degli inglesi, e in modo specifico di Carter, lo rendeva favorevole a ogni iniziativa tesa a
estrometterli dalla tomba, allontanarli dalla re­gione e addirittura dall'Egitto.
La questione si concluse il 13 febbraio 1924. Per quella data in­tanto Carter era arrivato al
sarco­fago. Dapprima dovette smantella­re il cofano esterno. Al suo interno ce n'era un
secondo, poi un terzo tutto d'oro e un quarto. Sulla porta dell'ultimo si leggeva una frase in
caratteri geroglifici, attribuibile al­lo stesso faraone : « Ho visto il pas­sato, conosco l'avvenire. »
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Dentro
Infine
tonnellate
delle
dorato
luci,
iluna
con
ilfurono
12
quarto
c'era
fu
febbraio,
intarsi
sollevato
l'aurea
cofano
di
ceramica,
alla
con
effigie
c'era
presenza
un
un
del
paranco.
vetro
bellissimo
faraone
di
e
Lacau
pietre
E
fanciullo.
sarcofago
etavolo
semipreziose.
di
vari
Era
del
dignitari,
di
una
sarcofago,
quarzo
mirabile
ilavevano
coperchio
con
risplendente
un
opera
coperchio
pe­sante
d'arte,
nel
di
in
due
bagliore
granito.
legno
Quel
conferenza
potevano
arrivò
rifiutato
che
Morcos
tomba
sé
sull'effìgie
l'uni­co
ne
giorno,
e
Bey
ilWinlock,
abbandonato
permesso.
visitare
dorata.
lettera
mazzo
stampa
Hanna
prima
stupiti
con
la
che
e
da
tom­ba.
chiavi
Carter
e
da
la
ilServizio
indignati
tenere
le
quale
lavoro.
rendere
auto­rità
esistente,
corse
Al
ilarabo
si
momento
giorno
E
quanto
informava
pubblica,
cosi
alla
se
la­sciando
ne
tomba
fecero.
seguente.
lui.
andassero,
non
nella
Scris­sero
Carter
epromessa.
furono
Carter
mostrò
ilsull'idiozia
quale
Chiese
pesante
che
solle­vate
Carter
chiuse
subito
«
ilScoprirono
si
ministro
l'offensiva
di­chiarava
tra
coperchio
si
la
l'altro
una
ac­cordò
tomba
obiezioni.
dei
lettera,
se
»
Lavori
che
comuni­cazione
perico­losamente
le
e
ilCairo.
con
mogli
da
avrebbero
laboratorio
Ma
Pubblici
mandare
loro
la
degli
mattina
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scopritori
aveva
chiuso
ecassa,
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prese
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Lacau,
dopo
colleghi
lastati
con
a
La
testa
di
loto
aveva­no
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abbassarono
Bey
entrare.
reazione
Hanna
chiamato
Poco
informò
del
cautamente
governo
dopo,
iCarter
Carter
giornali,
itesta
fabbri
fu
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che
im­mediata.
Carter
sarcofago
ruppero
la
con­cessione
si
presentò
iparola
Due
chia­vistelli
iltornato
coperchio
giorni
per
alla
dopo
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della
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stagione
granito.
l'inizio
grata
e
truppe
d'acciaio
Contemporaneamente
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dello
corso
go­vernative
«Fortnum
sciopero
era
eCarter.
idei
mi­litari
stata
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revocata.
gli
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Morcos
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un
Carter
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di
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uno
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tribunali
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ancora
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legale,
la
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forza
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governo
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intervenuto
lunga
udienza,
quando
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Maxwell
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tomba
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popolo
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stampa
«
bandito
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egiziano.
egiziana
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gonfiò
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un
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di
mai
ri­volgersi
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sul
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al
governo
viceconsole
Carter,
egiziano.
an­che
in
cui
inglese,
affermava
se
glielo
spe­rando
avesse
ilriposto
ministero
che
ordinato
costui
dei
ilsenza
potesse
tri­bunale.
Lavori
fece
sull'inadeguatezza
lanciò
alcuni
rovente
un
astanti.
giunse
ca­lamaio
finché
alla
riunione
del
sulla
testa
abbandonò
di
pes­simo
di
delle
Carter
Antichità
ogni
umore
e
per
ri­guardo
sedare
eiltra­dimento
perse
e
la
quasi
fece
rissa
del
commenti
subito
dovettero
vicecon­sole.
le
staffe.
spiacevoli
addirittura
La
Questi,
discussione
intervenire
infuriato,
si
Herbert
profondamente
Carter
disdirlo,
Cairo,
senza
si
Winlock
era
impegnato
sapere
turbato
lo
che
convinse
se
per
quando
sarebbe
a
incarico
fare
a
un
man­tenere
seppe
mai
giro
del
più
tribunale
di
dell'accaduto,
conferenze
la
cercava
in
Egitto.
in
e
decise
Ame­rica
di
Perciò
comporre
di
ilfa­ceva
allontanare
e,
21
benché
la
mar­zo
disputa,
a
Carter
quel
rimase
punto
parti
dal
dal
Ma
aveva
schedati
all'interno,
precisione
la
faccenda
fatto
e
e
metodica
nu­merati
un
in
inventario
un
non
taccuino
era
di
personalmente
Carter.
finita.
nella
che
Una
tomba
stava
commissione
da
e
su
nei
Carter
un
magazzini.
tre
lied
vicino.
posti
di
diversi
La
egi­ziani,
commissione
:aveva
che
all'esterno
presieduta
tutti
gli
rimase
di
oggetti
ogni
da
colpita
Lacau,
erano
dalla
Poi,
trovarono
farlo.
idipinta
petali
in
Dentro
fondo
del
che
una
sacro
sembrava
c'era
al
con
magazzino,
loto
una
la
azzurro
scritta
quasi
vicino
«
respi­rare.
di
del
Vino
legno,
Nilo.
a
rosso
un
pressoché
La
mucchio
».
Stavano
era
di
aspeciale
gran­dezza
casse
posta
quasi
vuote
su
per
un
non
naturale,
della
piedi­stallo
aprirla,
cosi
ma
su
squisitamente
&
Lacau
cui
Mason,
erano
ordinò
scolpiti
di
Lacau,
doveva
cosi
egi­ziani
curioso,
sbalordito,
es­serci
vollero
senza
che
una
cercò
le
venisse
spiegazione
an­notazioni
di
man­tenere
subito
logica
erinnovo
spe­dito
iche
numeri
la
al
calma
fatto
un
che
telegramma
che
tra
aveva
iche
Carter
colleghi,
avesse
di
insi­stendo
protesta
per
tutti
gli
al
ripetutamente
loro
la
altri
testa
primo
pezzi.
in
ministro.
un
luogo
che
gli
avevano
rubata
mercante
sembravano
ottenerne
dalla
ricevette
per­so
d'arte.
attendibile
tomba.
pro­pensi
Engelbach
poco
Lacau
conferma
a
dopo
prestarvi
aveva
non
la
da
visita
era
detto
fede,
Carter?
testa
sicuro
di
agli
Engelbach.
conoscendo
»
e
che
egiziani
gli
egiziani
Gli
la
che
egiziani,
«
Car­ter
metodicità
la
credessero
scultura
aveva
se­condo
»
era
di
acquistato
a
questa
stata
le
sue
versione,
Win­lock
parole,
la
testa
dubbio
«
da
poteva
ma
un
Winlock
lui
numerati
convincente.
sei
scala.
sco­perto
mesi
La
informò
prima
per
testa
tra
gruppi,
IlMaxwell,
primo
e
di
Carter
detriti
loto
ma
volume
non
cosa
del
vi
non
aveva
compariva.
passaggio
Car­ter,
tutti
della
de­scritto
erano
sua
ed
che
egli
opera
stati
conduceva
in
rispose
ancora
dettaglio
La
tomba
che
inclusi
all'ingresso.
gli
ilpiù
di
pezzo
oggetti
Tu­tankhamon
nel
catalogo.
tro­vati
Gli
oggetti
parte
nelle
L'alibi
era
stato
erano
del
macerie
di
materiale
Carter
pubblicato
stati
della
non
da
era
La
felicis­simo,
Museo
di
a
risolvessero
lasciare
Tutankhamon
commissione
del
che
Cairo
anche
defini­tivamente
icalma
soli
stesse
egiziana
».
perché
A
due
metà
sva­nendo
archeologi
accettò
,ciò
aprile,
la
significava
controversia.
Winlock
rimasti
versione
egli
che
a
aveva
occuparsi
di
potesse
Carter
pezzo
persuadere
del
apparteneva
e,
come
caso
a
sperare
scris­se
»
-del
«
La­cau
senza
tutti
che
Winlock,
gli
e
al­cun
avvocati
lui
stesso
Lacau
dubbio
a
ma­lefico
ritirarsi
-ilpaese.
ne
al
«
fu
e
Capitolazione
Gli
fortunato
pamphlet
pochi,
egiziano,
dell'archeologia
sforzi
la
pubblicazione
quasi
di
giro
ilfredda­mente
che
Servizio
Winlock
negli
aveva
raggiunto
in
Egitto
Stati
delle
per
scritto
era
ottene­re
Uniti,
».
lo
Antichità
un
clande­stinamente.
scopo
Carter
feroce
illa
quando,
e
Lacau,
ricevette
atto
d'
ai
della
iurla­vano
accusa,
primi
dai
Destinata
me­todi
concessione
suoi
di
scritto
giugno,
editori
Carter
in
in
apparenza
verso
le
terza
-che
a
definiva
prime
condizioni
persona,
la
conclu­sione
cinque
«
esser
pericolosi
molto
con­tro
copie
fatta
diverse
del
di
per
circolare
ilMa
un
governo
suo
ilvolesse
futuro
-tut­to
fra
-aspettava
scandalo
reputazione
telegrammi
ricevette
sfogliò
della
Carter
di
in
ar­cheologo.
scultura
codice,
rapidamen­te
nel
inaspettatamen­te
suo
lettere
trovata
ufficio
l'opuscolo,
e
nella
al
note
Metropoli­tan
la
cassa
confidenziali
sua
indignato
copia
del
vino.
Museum.
ilco­minciato
-Lo
nel
primo
sulla
Era
vede­re
una
parte
luglio
Iche
due
macchia
che
avuta
1924,
non
Carter
si
da
proprio
in­delebile
vedevano
Winlock
vi
aveva
la
mattina
nel
sulla
da
incluso
mesi.
soffocare
sua
in
cui
lo
Quando
informò
lui.
tutta
parer
me­no
Disse
la
suo,
vicenda,
che,
arrivò,
che
Carter
dopo
non
Carter
edella
avesse
non
che
quella
avrebbe
rimase
1'
a
opuscolo
pubblicazione,
capitolato
Carter
sen­za
più
che,
ottenuto
rappresentava
di
fiato
a
fronte
suo
non
di
alcuna
giudi­zio,
alle
fronte
intendeva
richieste
la
autorizzazione
all'indignazione
goccia
si
era
egiziane.
avere
che
comportato
aveva
legami
per
del
Carter
effettuare
fatto
suo
da
di
rimase
irrespon­sabile
al­cun
amico.
traboccare
scavi
senza
genere
Winlock
in
Egitto,
vaso.
parole.
con
in
lo
A
Winlock
quel
certamente
doveva­no
campagna
coinvolgere.
che
mise
pensava
partire
con­tro
dato
subito
una
tutti
di
gli
fine
quell'atto
co­pia
egiziani.
e
due
al
collo­quio
del
per
impulsivo
Winlock
l'Inghil­terra
disgustoso
e
raccoman­dò
comunicò
di
Carter.
-cui
»
ein
opuscolo
avrebbe
al
conservatore
con
avverti
a
tentato
calore
bordo
che
adi
della
quest'ultimo
Robinson
trasci­narlo
museo,
nave
-l'influsso
di
giacché
Edward
gli
non
nella
avrebbe
farsi
propria
Robinson,
Ma
subito
ammise
dovute
lu­cidità
presentare
lavoro
Carter
di
alla
a
e
di
fer­mare
cattivi
con
era
aver
tomba.
al
governo
rimasto
consigli,
«icompletamente
fatto
la
diffusione
».
profonda­mente
egiziano
e
Robinson,
alla
detto
tensione
molte
del
«
tutte
libello.
ve­dendo
sciocchezze
cui
le
scosso
scuse
era
Quan­do
che
sottoposto
dalla
che
Carter
di
parlò
questo
cui
collera
si
eusato
con
rammaricava
voleva
del
stranamente
Robinson
gli
suo
aveva
»
vecchio
per
aprofondamente,
impedito
poter
aperto,
bordo
amico
terminare
del­la
lo
di
e
consigliò
pensare
cercò
nave,
alcu­ne
suo
di
con
9 / 10
La Tomba di Tutankhamon - Seconda Parte
Scritto da Administrator
Giovedì 19 Settembre 2013 19:01 - Ultimo aggiornamento Giovedì 19 Settembre 2013 19:24
corso
E
Esausto
rinunciava
Tutan­khamon
cosi,
».
mentre
e
tormentato
«viveva
definiti­vamente
ilsia
bastimento
per
dall'ansia,
gli
oggetti
na­vigava
a
ogni
re­dasse
in
essa
azione,
verso
ritrovati...
una
richiesta
l'Inghilterra,
comunicazione
Dichiaro
o
pretesa,
Carter
dipunti
desistere
per
sia
decise
Lacau
per
la
di
da
con
tomba
abbandonare
tutte
la
quale
di
azioni
la
lotta.
Vittoria
finale
solennemente
un'ispezione
l'a­veva
contento
lasciato.
ilAl
del
25
suo
del
gennaio
un
conte­nuto
ritorno.
Carter
duplicato
1925
espresse
delle
How­ard
della
chiavi
camera
sua
Carter
della
soddisfazione
sepolcrale.
tornò
tom­ba
nella
ecoperchio
Tutto
del
Valle
a
Lacau
laboratorio.
era
dei
rimasto
che
Re,
gli
gli
Insieme
esattamente
mor­morò
fu
consegnato
con
quanto
Lacau,
come
fosse
fece
Da
che
ancora
quel
con
una
ilnel
giorno,
prevalere.
volta
nel
forze,
otto
lavoro
anni
Carter
sistematico
di
paziente
manifestò
dell'archeologia
lavoro,
di
rado
con
lato
il«
caldo,
impulsivo
pura,
ileseconda
la
ven­to
sua
del
natura
e
suo
polvere
carat­tere.
attenta
della
escopri
Immerso
sensi­bile
Valle
Ilfini
l'anno
sudari
esempio
quello
stupefacente.
suo
primo
precedente.
della
di
lino
d'arte
prima,
pensiero
e
ghirlande
sepolcrale
raffigurava
All'interno
fu
quello
di
che
fiori.
trovò
ilperle
si
di
giovane
Ida
fosse
sollevare
sudari
quella
mai
furono
re
che
ile
co­me
visto
sembrava
arrotolati
».
ilasportato
Ilun
dio
della
Osiride.
una
e
Carter
bara
del­la
Ma
dorata
contemplò
era
seconda
che
co­perta
«
aveva
ildella
più
più
scoperto
bel
come
di
leggeri
Quando
iestasiati
più
millimetri.
lini
di
evolta
un
un'elabo­rata
fu
di
metro
Era,
tolto
Carter.
come
ille
80,
coperchio
Anche
collana
disse
era
fatta
questa
Carter,
di
del­la
di
oro
era
seconda
«segni
eMuseo
una
massiccio
velata
fiori,
massa
apparve
bara,
da
che
finissimi
assolutamente
in
qualcosa
alcuni
sudari
immagine
di
di
incredi­bile
fantastico.
lino.
aveva
d'uomo
Quando
lo
La
spessore
di
apparve
oro
terza
Carter
puro
ba­ra,
agli
ebbe
circa
occhi
tolto
15
Carter
fasciata
una
dell'umanità.
maschera
rimosse
anche
d'ore
da
ileper
coperchio
un
del
corsetto
re
a
della
grandezza
d'oro
terza
intarsiato.
naturale,
ecoperchio
Splendente
là
giaceva
la
contro
mummia
uno
lo
dei
sfondo
del
più
giovane
bei
scuro
ritratti
faraone
dei
nella
lini
c'era
storia
Una
di
dal
cautela,
regale,
petto
meno
scavo
professore
c'erano
di
un
incise
143
nello
scoperta
pettorale
magnifici
13
scavo,
di
iloltre
rigido
braccialetti.
anatomia
la
d'oro,
attraverso
mummia,
pezzi
lino
un
del
dell'Università
di
Quand'ebbe
pugnale
primo
gioielleria,
Carter
iche
vari
strato
strati
eobara,
intraprese
un
finalmente
ornamenti,
egiziana
di
fodero
rivelò
bende.
un
d'oro
del
tagliato
amuleti
Con
vero
viaggio
Cairo
massiccio.
affilatissimi
tesoro
e
tutti
»
procedendo
accessori.
quanto
gli
di
Sulle
strati
oreficeria
bi­sturi,
mai
brac­cia
di
con
bende,
insolito
Carter,
:bara,
la
ille
incrociate
diadema
mas­sima
:conosco
una
assistito
sorta
non
sul
Gli
Tutankhamon
fra
giovane
le
ultimi
mani,
re
frammenti
Carter
che
ancora.
si
recava
di
senti
stoffa
ancora
improvvisamente
furono
ila
tolti
di
un'incredibile
fini
pro­iettato
pennelli
indietro
di
bellezza.
zi­bellino.
nel
Men­tre
tempo,
E
infine
ai
teneva
giorni
apparve
quella
in
cui
il».
volto
ilin
testa
didi
Fu
una
sensazione
sconcertante
che
lo
scosse
profondamente.
Alla
presiedu­to
giorno
fine
del
in
al
febbraio
cui
loro
aveva
trasferimento
1932,
fatto
How­ard
la
più
nel
straordinaria
Carter
aveva
Egizio
sco­perta
del
Cairo.
archeologica
gli
Erano
ul­timi
trascorsi
oggetti
della
storia.
meno
dalla
tomba
di
dieci
elunga
anni
Quella
salute.
65
Beauchamp.
anni.
primavera
Tor­nò
fu­nerale
in
Egitto
tornò
intervennero
molte
in
Inghil­terra.
volte,
solo
ma
Dopo
poche
non
intraprese
un
per­sone,
anno
si
altri
ammalò
tra
le
quali
per
Mori
lady
non
ilbara
Evelyn
2riacquistare
mar­zo
Her­bert
1939,
più
all'età
la
Carter
morte
giorno
domande.
di
non
emergere
Tutankhamon.
aveva
altre
scoperto
rivelazioni.
Eppure,
documenti
Fino
qualche
a
papiri
quel
luogo
mo­mento
che
insospettato
potessero
continueranno
svelare
della
Valle
ilvittoria
mistero
aancora
dei
Re
dub­bi
potranno
prematura
euna
un
Avvolto
eser­citato
vita
parole
l'av­venire
»fiac­cavano
perenne
scritte
»,
da
silenzio,
contengono
sull'ultimo
nessun
la
circondato
altro
morte,
co­fano
più
sovrano
ildi
faraone
dal
un
ac­cento
mistero,
dell'
racchiudeva
ècon
antichità.
riuscito
Tutankhamon
di
verità.
aun'altra
ilcerta­mente
Ma
conseguire
sarcofago,
non
continua
èscavi.
tutto,
«
la
Ho
sua
perché
a
visto
sprigionare
ilesserci
assicurandosi
passato,
più
gran­de.
un
fascino
Le
mai
«
10 / 10