Tilapia:il pesce
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Tilapia:il pesce
Nel mondo Around the world Tilapia: il pesce dalle molteplici qualità on il termine “Tilapia” si usano comunemente indicare, a livello internazionale, diversi pesci teleostei appartenenti alla famiglia dei Ciclidi, tra i quali, la specie “tilapia nilotica, “Oreochromis niloticus L.”, rappresenta, insieme ad alcuni suoi ibridi, l’80% della produzione mondiale della tilapicoltura. Trattasi di una specie di acque dolci tropicali, originaria della regione Nilo-Sudaniana che, intorno alla metà del secolo scorso, è stata importata e diffusa in una sessantina di paesi tra Africa, Asia, Australia, Americhe e, seppur in misura minore, anche in Europa. La minore diffusione in territorio europeo è dovuta principalmente dalle condizioni ambientali predilette, ossia acque con una temperatura di 25-30 C°, ma questa preferenza termica, tuttavia, non ha ostacolato il sorgere di alcuni allevamenti su piccola scala in presenza di reflui termici o di acque sotterranee calde anche in alcune delle nostre Regioni. La resa del filetto è del 32-37% a seconda della taglia ed è ottenibile senza spine. Il colore del filetto è chiaro, di buona consistenza e dal sapore eccellente, paragonabile a quello delle specie ittiche più pregiate, tanto più che è adatto alle più svariate preparazioni, incluso il consumo a crudo come sashimi. Inoltre, è un pesce di cui si può fare un utilizzo davvero totale, non solo perché il residuo della filettatura è convertibile in farina di pesce, ma anche perché è dotato di una pelle conciabile, morbida al tatto, che si presta con ottimi risultati per la produzione di borse, cinture, portafogli ed altri oggetti similari. Le sue straordinarie caratteristiche biologiche sono talmente numerose che c’è chi, come l’illustre Prof. Kevin Fitzsimmons del Department of Soil, Water and Environmental International Science dell’Università dell’Arizona di Tucson, ha affermato che la tilapia nilotica potrebbe avere tutte le carte in regola per diventare una sorta di “pollo d’acqua del XXI secolo”. Si tratta, infatti, di una specie di notevole rusticità che, pur richiedendo una favorevole temperatura, è in grado di adattarsi anche in condizioni ambientali avverse (acque con basso livello d’ossigeno, alte concentrazioni di ammoniaca, di nitriti e nitrati) che sarebbero addirittura letali per altri pesci d’allevamento. Anche dal punto di vista della salute e della sicurezza non mancano ulteriori vantaggi. In acque con temperature favorevoli, è un pesce poco suscettibile a patologie come micosi, batteriosi e virosi e la carica batterica presente nei filetti di tilapia cresce lentamente durante la conservazione per refrigerazione in quanto è costituita per lo più da specie microbiche termofile, a differenza di quanto, invece, avviene nei filetti di specie di acqua fredda come i salmonidi. In più, ad ulteriore vantaggio per la salute umana, la tilapia è una delle due specie ittiche in cui non si è riscontrata la presenza del patogeno umano “Clostridium botulinum”, responsabile del botulismo, fattore questo che rende più sicura la conservazione del filetto fresco in atmosfera controllata. Da sottolineare è il fatto che con la sua irrilevante concentrazione di grassi riesce ad accattivarsi, ancor di più rispetto agli altri pesci, le preferenze di tutti coloro che, per dovere o per libera scelta, sono particolarmente attenti alla dieta. Difatti, il filetto di tilapia contiene mediamente 85 kcalorie/100 g, con solo 1 g di grassi (di cui 0.6 non saturi), con solo 50 mg di colesterolo e con 18 g di proteine. Imbattibile così anche sul fronte salutistico e sempre più considerato dagli esperti del settore (articolo in Nature, Naylor et al. 2000), un valido sostituto dei filetti di merluzzo e di altri gadiformi oggetto della pesca dell’Atlantico. Per comprendere l’importanza di questa specie, destinata a crescere ulteriormente nel tempo, basti accennare a qualche cifra. Secondo i dati FAO, la produzione mondiale di tilapia nilotica è stata addirittura quadruplicata, passando dai circa 300 Gg (gigagrammi o migliaia di tonnellate) nel 1990 ai 1.500 Gg del 2003, venendo così ad occupare la nona posizione fra le specie dell’acquacoltura mondiale. C Tilapia: a fish with numerous qualities When we use the term “Tilapia”, internationally speaking we normally mean different teleost fish that belong to the cichlid family, such as the “Tilapia nilotica” “Oreochromis niloticus L.”, which, together with its hybrids represents 80% of world tilapia production. It is a species of tropical fresh water fish, originally from the Nile-Sudan region, which, around the middle of the last century, was imported and spread through sixty different countries in Africa, Asia, Australia, America and, to a less extent, Europe. The reduced spread in Europe is mainly due to the preferred environmental conditions, with water temperature around 25-30°C, however this preference for warmer waters has not impeded the growth of small breeding farms near to warm refluent waters or underground waters in some Italian regions. The yield of the fillet is 32-37% depending on the size of the fish, and can be perfectly boned. The fillet has a light colour, good consistency and an excellent flavour which easily compares with the more noble fish, and it is perfect for numerous different preparations, including eaten raw in sashimi. Furthermore all of the fish can be used, not only because the filleting waste can be used to make fish flour, but also because the skin can be tanned and is extremely soft to touch and excellent for making bags, belts, wallets and other similar items. It also has extraordinary biological features, and some people, like Prof. Kevin Fitzsimmons del Department of Soil, Water and Environmental International Science of Arizona University in Tucson, declared that the tilapia nilotica has got everything it takes to become a sort of “water chicken of the 21st century”. In fact, it is a very sturdy species, which, although it requires warmer temperatures, is able to adapt to different environments (water with low oxygen content, high concentrations of ammonia, nitrites and nitrates) which would be lethal for other farmed fish. It also offers advantages in health and safety terms. In the right temperature water, it is not very subject to mycosis, bacteria and viruses, and the bacteria charge in tilapia fillets slowly grows when it is conserved in the fridge, as it is mainly formed of thermophile microbial species, quite different to other fillets of cold water fish like salmonoids. Another advantage for human health is that the tilapia is one of the two fish species where the human pathogen “Clostridium botulinium”, which causes botulism, has not been found, which causes botulism. This makes it even safer to conserve the fresh fillets in refrigerators. We should also emphasise the fact that its very low fat content makes it very popular with respect to other fish, with those who, by choice or obligation, have to be careful with their diet. In fact a tilapia filet on average contains 85 kcalories/100g, with only 1g of fat (of which 0.6 unsaturated), just 50mg of cholesterol and 18g of proteins. Therefore it is unbeatable on the health front and is increasingly considered by experts (an article in the magazine Nature, Naylor et al. 2000), as a valid substitute for cod fillets or other gadiformes from the Atlantic. To understand the importance of the species, which is bound to grow, a few figures are sufficient: according to WHO data, world production of tilapia nilotica has quadrupled, from 300 Gg (gigagrams or thousand tons) in 1990 to 1,500 Gg in 2003, and now holds 9th place among the species of farmed fish in the world. Dott.ssa Annalisa Case Consulenza legale in diritto alimentare Legal Advisor in food law 81 di Simona Ceresani Protagonista nella cucina cinese n Cina il pesce (crostacei, molluschi, pesci di acqua dolce e di mare etc.) occupa una posizione molto importante nella vita e nella cucina della popolazione, tanto che un detto cinese recita: ). Il “Senza pesce non si può gustare una vera cena” ( pesce è una delle poche pietanze cinesi ad essere servito in tavola non in piccoli pezzi, ma intero per conservare la freschezza più a lungo possibile. I commensali con le bacchette provvederanno poi a staccarne delle piccole parti, oppure saranno adoperati dei cucchiai da portata per dividere il pesce. Moltissime sono le opere nella pittura e nella poesia cinese che fin dall’antichità celebrano i pesci. Nella simbologia cinese il pesce è segno di prosperità e lunga vita, tanto che il carattere utilizzato “ " è pronunciato allo stesso modo della parola abbondanza, ma è anche considerato dalla tradizione come simbolo di salute e fortuna. Durante il capodanno cinese sulle porte delle abitazioni, nei negozi o negli uffici vengono appese decorazione che spesso rappresentano proprio un pesce o una coppia di pesci. Inoltre il menù della cena del capodanno prevede sempre una o più portate a base di pesce, proprio per il suo significato benaugurale. Il pesce è anche uno dei segni del Buddha, attraverso il quale viene indicata la libertà dai vincoli; in più la tradizione vuole che come creatura acquatica protegga dagli incendi, ecco perché molti templi ed edifici in legno venivano decorati con figure di pesci. Addirittura una delle 5 mascots create per le Olimpiadi di Pechino del 2008, Beibei, è blu e simboleggia un pesce. I suoi capelli rappresentano un pesce nell’acqua, cioè abbondanza nella raccolta di medaglie per gli atleti e denaro per tutti. Specie diverse di pesci, crostacei, molluschi e persino alghe (quelle commestibili costituiscono una comune base per le zuppe cinesi fin dall’epoca Tang, 618-907) sono molto usati nella cucina cinese soprattutto nelle città che si affacciano sulla costa. La cucina cantonese, ad esempio, è una delle più rappresentative e grazie alla sua posizione geografica può contare sulla ricca pesca del mare del Sud della Cina. Ecco allora che vediamo un fiorire di dim sum preparati con il pesce, come i gustosi ravioli ripieni di gamberi, ma anche frutti di mare, granchio, aragosta cotti al vapore o fritti. Secondo i dettami della cucina cantonese non si devono aggiungere spezie eccessivamente forti cucinando il pesce, perché esse servono solo a coprire l’odore ed il gusto di un pesce non fresco o di bassa qualità. La preparazione migliore è quella che vede il pesce semplicemente cotto al vapore, con l’aggiunta di salsa di soia, zenzero e cipollotto. Un’altra specialità della cucina cantonese, molto costosa e quasi sconosciuta nelle altre zone della Cina, è la “zuppa cotta lentamente”. La base è costituita da brodo puro, nel quale vengono fatti bollire lentamente e per molte ore vari ingredienti, come cappesante, abalone o altre tipologie di pesci di norma tutti essiccati, a cui vengono aggiunte anche delle erbe medicinali. Comune è quindi l’utilizzo di prodotti essiccati, non solo perché è molto più semplice conservarli ed utilizzarli, ma a volte vengono preferiti dai cuochi a quelli freschi perché hanno più sapore e perché il processo dell’essiccazione toglie il forte odore di pesce e rende le preparazioni più delicate. Un’altre cucina tipica della Cina a base di pesce è quella della provincia del Fujian. Famose, oltre alle accurate presentazioni dei piatti, sono le zuppe, le polpette di pesce e le numerose preparazioni con le ostriche. Fra queste ci sono le omelette, che vengono preparate con un ripieno a base di piccole ostriche e poi rese più appetitose con l’aggiunta di salsa di soia o con salsa piccante di peperoncino mescolata con succo di limone. La vendita avviene spesso in uno degli innumerevoli mercati e mercatini all’aperto. I Venditore di omelette di ostriche nella provincia del Fujian. Ravioli con gamberetti. Oyster omelette seller in the province of Fujian. Dim sum. Ravioli with prawns 82 Protagonists in the Chinese kitchen In China, fish (shell fish, fresh water fish, sea fish, etc.) has a very important place in life and in the cuisine, and in fact, according to an old Chinese saying: “You can’t have a real supper without fish” ( ). Fish is one of the few Chinese dishes that are not served at table in small pieces, but whole, to keep it fresh as long as possible. The diners break off small pieces with their chop sticks, or the fish is divided into pieces with serving spoons. There are many Chinese paintings and poetry, dating back to very ancient times, which celebrate fish. In Chinese symbology, fish is a sign of prosperity and long life, and indeed the “ ” character is pronounced in the same way as the word meaning abundance, but it is also traditionally considered as the symbol of health and good luck. At Chinese New Year, decorations representing a fish or a pair of fish are hung on the doors of the houses and in the shops and offices. And the New Year dinner menu always includes one or more courses based on fish, precisely for its auspicious significance. Fish is also one of the signs of Buddha, indicating freedom from restraint; furthermore, according to tradition, as an aquatic creature, it protects from fire, and this explains why many temples and buildings made of wood are decorated with figures of fish. Even one of the 5 mascots created for the Beijing Olympics in 2008, Beibei, is blue and symbolises a fish. Her hair represents a fish in water, synonymous of an abundant harvest of medals for all the athletes and wealth for everyone. Different types of fish, shell fish, and even seaweed (edible seaweed has been a common base for Chinese soups since the Tang era, 618-907) are very much used in Chinese cuisine, especially in the coastal cities. Canton cuisine, for example is one of the most representative, and thanks to its geographic position it can count on the rich fishing in the South China Sea. This is why we see a boom of dim sum prepared with fish, such as the tasty ravioli with prawn filling, but also sea fruit, crabs, lobsters, steamed or fried. According to the dictates of Canton cuisine, excessively strong spices must never be added when cooking fish, because their only purpose would be to disguise the smell and taste of a fish that is not fresh or of low quality. The best preparation is to simply steam the fish, and add soy sauce, ginger and baby onions. Another specialty of Canton cuisine, extremely expensive and almost unknown in other areas of China, is “slowly cooked soup”. The base is a pure broth, in which various ingredients are cooked very gently and for many hours, such as scallops, abalones, or other types of fish, usually all dried fish, to which medicinal herbs are also added. The use of dried products is very common, not only because it is much easier to conserve them and use them, but cooks sometimes prefer them to fresh products because they have more taste and because the drying process removes the strong smell of fish and allows for more delicate preparations. Another typical Chinese cuisine based on fish is that of the Fujian province. Apart from the careful preparation of the dishes, the soups and fish balls and the many preparations with oysters are famous. These include the omelettes, which are prepared with a filling of small oysters, made more delicious with the addition of soy sauce or spicy pepper sauce mixed with lemon juice. They are sold in the many large and small open air markets. Also in the coastal provinces of Jiangsu and Zheijiang, many typical dishes are based on fresh water fish and sea fish, eels and shellfish. One such dish is the Anche nelle province costiere del Jiangsu e dello Zhejiang molti piatti caratteristici sono a base di pesci d’acqua dolce o salata, anguille, crostacei e molluschi. Fra questi famoso è il granchio nella cucina di Shanghai. La provincia dello Shandong, dove intensa è l’attività della pesca e della coltivazione delle ostriche, offre una cucina a base di pesce che si distingue dalle altre per i sapori molto delicati e leggeri. La coltura di bivalve ha una lunga tradizione ed oggi occupa una posizione di rilievo nella marinocoltura. La città di Shajin, vicino a Shenzhen nella provincia del Guangdong, si dice sia il primo luogo dove sia iniziata la coltivazione dell’ostrica durante la dinastia Song (960-1279). Shajin si trova sulla foce del fiume delle Perle dove ci sono acque così ricche di plankton da rendere le ostriche grandi e tenere. Lo sviluppo industriale di Shenzhen e della costa del Guangdong, esploso alla fine degli anni novanta, purtroppo ha danneggiato la coltivazione delle ostriche rendendo i fondali più melmosi e fangosi. Per far nascere nuove aree di produzione di ostriche, il governo ha allora investito in questa area fin dal 1993. Oggi lungo le coste cinesi si possono trovare più di venti specie diverse di ostriche, ma solo 3 o 4 vengono coltivate su larga scala con diversi sistemi (gabbie di reti che vengono appese sotto zattere galleggianti, rocce o bastoni di bambù). Le ostriche vengono poi consumate fresche, ma soprattutto essiccate, messe in scatola o ridotte in salse. Quando il pesce fresco è troppo costoso, la scelta successiva dei consumatori è quella dell’acquisto del pesce congelato, secco (molto popolare anche come snack in Cina) o in scatola. Il pesce d’allevamento, che è la tipologia maggiormente disponibile sul mercato cinese, viene consumato soprattutto a livello domestico per il prezzo più contenuto, mentre quello importato di alta qualità e più costoso è assorbito dal canale della ristorazione. famous crab of the Shanghai cuisine. The province of Shandong, where fishing and oyster cultivation is intense, offers a cuisine based on fish which, however, is different from the others for its very delicate and light flavours. Bivalves farming has a long tradition, and today has an important position in marine cultivation. The city of Shajin, near Shenshen in the province of Guangdong, is said to be the first place where oyster farming ever took place, during the Song dynasty (960-1279). Shajin is on the estuary of the river of Pearls, where the waters are so rich in plankton that the oysters are large and tender. The industrial development of Shenzhen and the Guangdong coast, which burst out at the end of the nineties, has unfortunately damaged the oyster farming, making the beds slimier and muddy. To create new areas for oyster production, the government has been investing in this area since 1993. Today along the Chinese coast, there are more than twenty different oyster species, but only 3 or 4 are farmed on a large scale, with various different systems (net cages that are hung below floating rafts, rocks or bamboo poles). The oysters are also eaten fresh, but more often they are dried and canned or made into sauces. Fresh fish is too expensive, and the second choice for consumers is to buy frozen fish, dried fish (very popular also as snacks in China) or tinned. Fish from the fish farms, which is the most commonly available on the Chinese market, is eaten above all at home because of its more accessible cost, while imported high quality fish, which is more expensive, is absorbed by the restaurant distribution channel. Ci sono molti prodotti ittici d’importazione nel panorama cinese, soprattutto nelle città dove la capacità di spesa è maggiore (prime fra tutte a Shanghai). La provenienza è varia, ma soprattutto il pesce arriva dal Canada, dagli Stati Uniti, dalla Danimarca, dalla Russia, dall’Islanda, dall’Ecuador, dalla Thailandia, dall’Indonesia, dall’Australia e dalla Norvegia. Nel 2006 è stato registrato un incremento dell’importazione della Cina di pesci e crostacei anche dall’Italia. Una larga parte del pesce importato viene puoi lavorato, sfruttando il costo basso della manodopera e gli incentivi offerti dal governo con la riduzione delle tasse, e poi esportato. I maggiori centri di lavorazione si trovano nelle regioni sulla costa, soprattutto nelle province dello Shandong, Zhejiang, Liaoning, Fujian e Guangdong. Lo Shandong soprattutto riceve la maggiore porzione di investimenti esteri nel campo della lavorazione del pesce, la maggior parte dei quali arriva dal Giappone e Corea del Sud. Il maggiore destinatario dei prodotti ittici cinesi rimane ancora oggi il Giappone. There are many imported fish products in China, especially in the cities where spending capacity is higher (first and foremost, in Shanghai). The fish comes from many different areas, but especially from Canada, the United States, Denmark, Russia, Iceland, Ecuador, Thailand, Indonesia, Australia and Norway. In 2006 an increase was registered in Chinese fish and shellfish imports also from Italy. Much of the imported fish is processed, thus exploiting the low labour cost and the state incentives with reduced taxes, and then exported. The main processing centres are in the coastal regions, above all in the provinces of Shandong, Zhejiang, Liaoning, Fujian and Guangdong. Shandong, more than any other centre, receives the largest portion of foreign investments in the field of fish processing, most of which come from Japan and South Korea. The major destination of Chinese fish products is still Japan. Beibei è blu e simboleggia un pesce, è una delle 5 mascots create per le Olimpiadi di Pechino del 2008. In alto a sinistra le altre. Beibei is blu and symbolises a fish, is one of the 5 mascots created for the Beijing Olympics in 2008. On the top from left ather mascots Tramonto su una tipica casa cinese; Muraglia cinese, lanterne tradizionali. Sunset on a tipical chinese house; the great wall of China, traditional lanterns. 83 Economia Economy Dichiarazione di valore di Maurizio Favaro iamo assidui lettori del “nostro” periodico Zafferano Magazine dove più volte il vostro esperto di logistica, nello spazio dedicato ai rischi e responsabilità nei trasporti delle merci, ci svela qualche “trucco del mestiere” utile a noi per non soccombere del tutto a certi comportamenti di corrieri e spedizionieri. Vorremmo allora, anche noi, produttori di conserve alimentari a coltura biologica, porgli un quesito in merito alla liceità o meno di un netto rifiuto oppostoci da una compagnia marittima a un indennizzo richiestole per un danno da noi subito su una piccola campionatura gratuita e di modesto valore (e pertanto non assicurato), a causa di un’avaria del contenitore frigorifero groupage, diretto in Israele con resa DES/Ashdod, in cui era caricato. La Compagnia sosteneva che del danno prodottosi – come risultava dalla perizia – prima dell’imbarco del contenitore non era tenuta a rispondere ai sensi di una certa Convenzione di Bruxelles del 1924 (che purtroppo noi ignoriamo del tutto e che non siamo riusciti a trovare in nessuna libreria). Ha ragione o è una scusa per non pagare? (Quesito pervenuto in Redazione) S Ha ragione. Se i fatti sono andati così. (E non c’è motivo di dubitare del contrario vista la perizia ufficiale effettuata al porto di sbarco). La Convenzione di Bruxelles del 1924, allora, rappresenta uno dei diversi (sono addirittura quattro) Accordi Internazionali che disciplinano la vasta e complessa materia del trasporto marittimo, ivi incluso il limite risarcitorio con il quale il vettore risponde, a titolo di indennizzo, in caso di perdita e danni delle merci in sua custodia. Se non fosse così, ovvero se i vettori dovessero rispondere per il valore integrale (e non quindi limitato) di una perdita o di un danno, probabilmente non ci sarebbero sul mercato dei tasporti vettori disponibili ad assumersi un rischio elevato e obiettivamente sproporzionato ai loro interessi economici. Le altre Convenzioni di trasporto marittimo sono le Regole di Amburgo (1980), il COGSA del 1936 (Cariage of Goods by Sea Act) ed il “vecchio” Harter Act del 1835. Nel caso in esame, in cui si cita la Convenzione di Bruxelles (che è generalmente disponibile quale Appendice di qualche buon testo di trasporti Internazionali) il limite di risarcimento corrisponde a 2 Diritti Speciali di Prelievo (DSP) per ogni chilogrammo lordo di merce perduta o danneggiata, oppure 666,66 DSP, nel caso che il danno consista nella perdita/distruzione di un singolo collo, con la facoltà per il proprietario della merce (o del suo avente titolo) di scegliere quella, tra questi due diversi sistemi di calcolo, a lui più conveniente. Lo stesso meccanismo è adottato dalla Convenzione, o Regole, di Amburgo del 1980, con 84 un limite leggermente più elevato, ossia rispettivamente di 2,5 DSP e 835 DSP. Ma, per venire al quesito, queste due Convenzioni si ispirano a differenti principi per regolare l’ambito entro cui la responsabilità del vettore deve essere circoscritta. Nella prima, ossia nella Convenzione di Bruxelles del 1924, che è quella del nostro caso, il vettore, come si evince dall’art. 7, è liberato da responsabilità per fatti anteriori all’imbarco e successivi allo sbarco e poiché, nel caso in esame, il cartone contenente la campionatura era caricato in un container consegnato alla nave, com’è ovvio, chiuso e sigillato, la relativa polizza di carico avrà come sempre in questi casi riportato (addirittura prestampate per il trasporto containerizzato) riserve del tipo “ignoro peso” oppure “dicesi contenere” o altre più o meno dello stesso tenore. Attraverso queste riverse generiche, allora, il vettore marittimo prende letteralmente le distanze dal fatto del riempimento del container avvenuto obiettivamente fuori del suo controllo e giurisdizione e a opera di terzi (in questo caso di un consolidatore al porto di imbarco). Pertanto la responsabilità del vettore, applicandosi la Convenzione di Bruxelles, è per il solo viaggio marittimo e inizia della caricazione a bordo della nave per cessare alla scaricazione al porto di arrivo. E nel caso in esame, allora, affermandosi con adeguata perizia l’anteriorità del danno rispetto al viaggio, il vettore, correttamente, non vi risponde. Diverso, invece, l’esito per il nostro lettore, se la Convenzione adottata (cosa, questa, che si legge nelle Condizioni Generali di trasporto stampate sul verso della polizza di carico) fosse stata quella di Amburgo, il cui ambito di applicazione non si limita al viaggio, ma decorre dal momento in cui il vettore prende in custodia la merce (direttamente o tramite suo ausiliari) e termina, del pari, quando essa viene riconsegnata al legittimo portatore della polizza di carico, assia al consignee indicato. L’articolo 4 di questo Atto Internazionale così, infatti, letteralmente si esprime (in libera traduzione italiana dal testo ufficiale inglese): “La responsabilità del vettore sulle merci ai sensi di questa Convenzione si esercita per il periodo di tempo durante il quale esse si trovano sotto la sua giurisdizione dal porto di imbarco, durante il viaggio e al porto di sbarco (…)”. Le merci, spiega la stessa Convenzione, entrano sotto la giurisdizione del vettore da quando egli le prende in consegna (e cioè indipendentemente dall’inizio del viaggio marittimo) e fino alla riconsegna a destino. Per le future spedizioni, il lettore potrebbe verificare la Convenzione applicabile e, visto che spedisce con rese del gruppo D, scegliere le Compagnie anche in funzione dell’adozione o meno da parte loro della Convenzione di Amburgo (che il nostro Paese, per esempio, non ha recepito). Ma non sarebbe meglio di tutto un’assicurazione? di Nicola Marzaro Sei anni di battaglie legali e i cinesi riconoscono il marchio zienda leader nel mercato italiano e fra le primissime in Europa, Sirman vanta oggi un giro d’affari annuo di 30 milioni di euro, di cui il 50% realizzato all’estero. Esporta attualmente in ben 126 paesi grazie ad un’organizzazione commerciale molto efficiente. Oltre alla forte presenza nei Paesi dell’Europa Comunitaria (in particolare Germania, Inghilterra e Spagna), l’azienda è presente nell’Est europeo con i propri prodotti in Russia, Ucraina, Ungheria e Romania (oltre 2,5 milioni di euro) e nel Sud Est asiatico (in Cina con circa 1 milione di euro). Le attività commerciali di Sirman nell’Estremo Oriente iniziarono nella seconda metà degli anni 90 con una presenza sistematica per circa 10 anni alle due o tre fiere più importanti di settore in Asia: tale investimento fu determinante non solo per gli sviluppi commerciali successivi, ma anche nella vicenda di tutela del marchio aziendale sul mercato cinese. Nel 2004, a seguito dell’ingresso della Cina nel WTO, Sirman ebbe l’opportunità di aprire una propria filiale a Shangai per potenziare la commercializzazione di buona parte della propria gamma di prodotti. Proprio in Cina però, già all’inizio degli anni 2000, erano emerse le prime difficoltà in merito alla tutela del marchio. Infatti, a seguito della registrazione internazionale del marchio Sirman figurativo (marzo 2000), uno degli Stati designati, proprio la Cina, emetteva un rifiuto di protezione in quanto, dell’esame di novità, previsto dalla legge locale, risultava che tale marchio era stato depositato nel 1999 per la classe 11 riguardante i forni a microonde, tostiere etc. dalla società Panyu Huaao Dianqichang, piccola azienda cinese con gamma di prodotti di bassa qualità. In base a tale risultanza il marchio aziendale non poteva dunque essere tutelato. In contemporanea, l’organizzazione commerciale aziendale rilevava che, presso diversi rivenditori cinesi, A erano presenti macchine ‘strane’ di basso prezzo e di bassissima qualità. Si trattava di un coacervo di evidenti contraffazioni: cattive copie di macchine di concorrenti italiani di Sirman, marchiate con il marchio Sirman, identico anche nella grafica. L’azienda italiana si oppose al rifiuto di registrazione e, nel 2001, iniziò ad agire con una richiesta di cancellazione del marchio antecedente basata sulla dimostrazione che la società cinesi era appropriata in malafede del segno, dimostrando che questo era ben conosciuto nel territorio asiatico. Di fondamentale supporto all’azione di opposizione è stata la documentazione attestante l’uso del marchio Sirman in Cina e, in particolare, l’attestazione di sistematiche partecipazioni a fiere nel mondo (la data più risalente è stata addirittura il 1970), nonché l’esibizione di fatture a clienti cinesi. Nonostante i numerosi solleciti la situazione si è dipanata solo nel 2005 con la decisione della Commissione dei Ricorsi in tema di marchi di Pechino di cancellare il rifiuto e di validare la registrazione del marchio aziendale. La vicenda, durata complessivamente oltre sei anni, non ha generato danni rilevanti alle attività commerciali di Sirman in Cina per un motivo principale: l’errore (o meglio la somma di errori) dell’azienda cinese contraffattrice di aver utilizzato un marchio già ben conosciuto dai cinesi stessi per l’alta qualità e affidabilità dei prodotti su produzioni (affettatrici) di basso prezzo e di ancor minore qualità. Fiera Hotelex a Shanghai 85 Il cibo racconta Food tells a tale di Flavio Bisson Pepe o no? - E tu mi vorresti dire che quella nave laggiù, in fondo, va a Malta? - Sì! - Cioè, insisti nel dire che tu sai che quella nave lì, che sta uscendo dal porto di Venezia, è diretta a Malta. - Sì! - Ma cosa mi vieni a dire… - Ti dico che va a Malta. Cosa ci scommettiamo? - Ma cosa vuoi che scommettiamo… non sapremo mai chi ha ragione! - Duemila euro contro una cena, ci stai? Mi stava sfidando quel vicino di ombrellone. Eravamo arrivati quel giorno a Punta Sabbioni, mia moglie ed io. Avevamo buttato sul letto le valige; ci eravamo cambiati in fretta ed alle nove del mattino avevamo già testato le sedie a sdraio, bevuto il primo macchiato della giornata e letto il giornale. Lui era arrivato verso le undici, col figlio adolescente. Aveva salutato delicatamente e si era messo anche lui a leggere il quotidiano uguale al mio. Feci notare la cosa e fu giocoforza cominciare a parlare di politica. Mia moglie prese in simpatia il ragazzino che era educato e obbediente: virtù che ci intenerirono. All’ora dell’aperitivo eravamo amiconi e pranzammo assieme. Nel pomeriggio riprese la rosolatura delle carni. Mia moglie mi fece notare che non c’era la sua di moglie: lui non ne parlava e noi non andammo sull’argomento. Fu proprio al tramonto che lui venne fuori con la trovata di sapere la destinazione della nave, solo guardandola. - Quindi, tu mi dài duemila euro se io riesco a dimostrarti che quella nave non va a Malta. - Oppure tu mi paghi una cena in caso contrario. Guardai mia moglie che si mise a ridere ma non disse niente: toccava a me. - Ci sto! Il padre tolse dal sacco porta indumenti un binocolo, me lo porse e mi chiese: - Riesci a leggerne il nome? – fece indicandomi l’imbarcazione. Misi a fuoco: Callido. Il ragazzino fu mandato al bar a prendere l’elenco del telefono. Poi il padre me lo diede e mi chiese di cercare il numero della Costa Crociere. Obbedii come un automa, sotto lo sguardo curioso della mia consorte. - Chiedi la destinazione della Callido che è partita oggi – mi ingiunse. Era Malta. Il mio nuovo amico volle che cenassimo in un bel ristorante che aveva la specialità dei frutti di mare e passammo una bella serata, discutendo, tra l’altro, se sulle ostriche ci va o meno il pepe. Volle pagare lui. - Ma come? Ho perso la scommessa. Tocca a me. - Ti ho imbrogliato. Sai chi c’era su quella nave? Mia moglie. M’ha lasciato proprio oggi ed ha deciso di festeggiare la separazione con una crociera sulla nave Callido: destinazione Malta. 86 Pepper or not? - Are you meaning to tell me that that ship down there is going to Malta? - Yes! - I mean, you know that that ship leaving Venice Port, is going to Malta. - Yes! - I don’t believe you… - I tell you it’s going to Malta. Want to bet? - What do you want to bet… we’ll never know who is right! - Two thousand euros against a dinner, are you on? It was a challenge between me and the person under the next umbrella. My wife and I had just arrived that same day in Punta Sabbione. We had thrown our suitcases onto the bed, quickly got changed and at nine o’clock we had already tried the deckchairs, drunk our first coffees of the day and read the newspaper. He arrived around eleven o’clock, with his teenage son. He greeted us quietly and then sat down to read the same newspaper that I was reading. I pointed it out to him and therefore it was obvious that we would start talking about politics. My wife took to his son, who was polite and well mannered: virtues that always win her over. When it was time for an aperitif we were great friends and decided to have lunch together. In the afternoon we went back to roasting ourselves, and my wife pointed out to me that his wife was not there: he did not mention her and neither did we. It was sunset when he came out with the fact that he knew where the ship was going just by looking at it. - So you will give me two thousand euros if I can show you that that ship is not going to Malta? - Or you will pay for dinner if I am right. I looked at my wife, who started laughing but said nothing: it was up to me. - All right, you’re on! He took his binoculars out of his bag, handed them to me and asked: – Can you read the name? – he said showing me the ship. If focused on it: Callido. The boy went to the bar to get the telephone directory. His father gave it to me and asked me to look up the number of Costa Crociere. I obeyed him like a robot, under the curious gaze of my wife. – Ask them were Callido is going, which sailed today – he ordered. It was Malta. My new friend wanted us to eat in a lovely restaurant which specialised in seafood; we had a lovely evening, talking, among other things, about whether you should put pepper on oysters. Then he wanted to pay. – Why? I lost the bet; it’s up to me. – No, I tricked you. Do you know who was on that ship? My wife. She left me today and she decided to celebrate our separation by going on a cruise on the Callido, which was going to Malta. In breve In short Il concorso ‘La mia cucina’ aspetta solo te! C’è ancora tempo per partecipare al concorso fotografico lanciato da Zafferano magazine e rivolto a tutti gli chef che vogliano immortalare la loro cucina con degli scatti significativi. In redazione sono già arrivate più di 100 foto. Se vuoi partecipare anche tu, consulta il regolamento nel sito www.zafferano.org e spedisci il tuo scatto entro il 15 settembre 2007. Nel prossimo numero di Zafferano potrebbe esserci anche la tua cucina! SIGEP campione del mondo del dolce Dal 26 al 30 gennaio 2008 a Rimini Fiera si terrà il 29° Salone Internazionale di Gelateria, Pasticceria e panificazioni artigianali. Dopo aver chiuso l’edizione del 2007 all’insegna di un nuovo record di visitatori professionali, SIGEP si avvicina al trentennale con l’obiettivo di rendere sempre più solida e completa l’offerta commerciale, estendendola ad un panorama di operatori stranieri che ogni anno incrementano la loro partecipazione. A SIGEP la filiera del dolciario si rivela in tutte le sue espressioni produttive, creative e commerciali. A fianco di un’area espositiva di 90.000 mq che nel 2008 sarà disposta su ben 16 padiglioni, SIGEP propone eventi specializzati ai quali partecipano grandi maestri dell’arte dolciaria. L’area della gelateria proporrà la seconda edizione della Coppa del Mondo e nel settore panificazione tornerà anche Sigep Bread Cup. Info: 0541.744510 – [email protected] “My kitchen” Photographic contest is waiting only you! There’s some time left to join the photographic contest organized by Zafferano Magazine and adressed to all chefs that want take significant photos of their kitchen. At Magazine arrived more than 100 images. If you want join the contest, see rules from the website www.zafferano.org and send your image not later than september 15th 2007. Maybe in next issue will be also your kitchen! SIGEP champions of a sweet world From 26 to 30 January 2008, the 29th International Ice Cream, Confectionary and home-made bread fair will be held at Rimini Fiera. After closing the 2007 event with a new record of professional visitors, SIGEP approaches its thirtieth year with the aim of making the commercial offer increasingly more solid and complete, extending it to a panorama of foreign operators whose participation increases year by year. At SIGEP the confectionery business is revealed in all its productive, creative and commercial expressions. Besides an exhibition area of 90,000 sq. m. which in 2008 will be housed in no less than 16 pavilions, SIGEP presents specialist events in which the great masters of the confectionery art take part. The ice cream area will present the World Cup for the second time, and the Sigep Bread Cup will be back in the bakery sector again. Info: 0541.744510 – [email protected] The secret of a good pizza, revealed in 300 pages Un’opera completa, ricca di informazioni e di spunti utili per gli appassionati e per chi della pizza fa la sua professione. Una sorta di enciclopedia che esamina nei minimi dettagli ogni aspetto legato ad uno dei prodotti simbolo dell’Italia. Non solo la storia, ma anche la preparazione dell’impasto con i vari metodi, la spezzatura, la formatura dei pezzi e l’uso della tecnica del freddo. E poi la cottura, nei vari tipi di forno, le norme igienico – sanitarie e la risposta ad oltre 100 domande sul concetto di apprendimento-insegnamento per chi intende sostenere esami e lezioni nei vari corsi di scuole di pizza. Infine è stato incluso il dizionario dei termini tecnici per una più facile comprensione del testo. Un volume prezioso, frutto dell’esperienza e della passione di Elvis Santaromita Villa, istruttore pizzaiolo iscritto all’Albo Italiano Pizzaioli Professionisti, membro dell’Associazione Pizzerie Italiane nonché insegnante presso la Scuola Nazionale di Pizza. Il segreto di una buona pizza di Elvis Santaromita Villa e Flora Del Vecchio – www.elvissantaromita.it cell. 334.3866703 A complete work, full of information and useful hints for pizza lovers and for those for whom the pizza is their profession. A sort of encyclopaedia, that explains down to the smallest detail every aspect of one of the symbolic products of Italy. Not only history, but also the preparation of the dough, with various methods, the shapes and sizes, and freezing techniques. And then cooking, in the various types of oven, the hygiene-health rules, and the answers to over 100 questions on the learning-teaching concept for those who intend to take examinations and follow the lessons of the various courses at the pizza schools. And at the end, a rich glossary of technical terms, for easier comprehension of the text. A valuable volume, resulting from the experience and passion of Elvis Santaromita Villa, a pizza teacher on the Italian Register of Professional Pizza Makers, and member of the Italian Pizzerie Association, as well as a teacher at the National Pizza School. Il segreto di una buona pizza (The Secret of a Good Pizza) by Elvis Santaromita Villa and Flora Del Vecchio – www. elvissantaromita.it cell. 334.3866703 Alla scoperta dei giardini veneziani anche in luglio e agosto In discovery of Venetian gardens, also in July and August Il segreto di una buona pizza svelato in 300 pagine Dopo il suggestivo Festival dei Giardini organizzato dall’1 al 3 giugno dal Wigwam Club Giardini Storici di Venezia con il patrocinio della Provincia e del Comune di Venezia e la collaborazione, fra gli altri, anche di Zafferano magazine, un nuovo appuntamento per tutti gli appassionati di giardini…non solo veneziani! Giardini da collezione, Giardini d’arte fra Umbria e Toscana (due giornate). In collaborazione con GAV Veneto (Giornalisti e Amici del Verde) Sabato: Città di Castello, visita al museo Burri, visita al giardino da collezione “Archeologia arborea” di Isabella dalla Ragione, pernottamento presso l’agriturismo Casa Bruciata di Preggio/ Domenica: Cortona, visita al giardino Reinhardt, Passignano sul Trasimeno, visita al giardino progettato da Anna Scaravella. Per avere tutte le informazioni circale visite ai giardini e il programma definitivo del viaggio, consultare gli aggiornamenti nei siti www.giardini-venezia.it e www.wigwam.it oppure contattare il n. 041.610791 After the picturesque Festival of Gardens organised from 1 to 3 June by the Wigwam Club of Historic Gardens of Venice, sponsored by the Province and Municipality of Venice and with the collaboration of, among others, the Zafferano magazine, this is a new appointment for all gardens lovers … and not only from Venice. Gardens to collect, Artistic gardens in Umbria and Tuscany (two days). In collaboration with GAV Veneto (Giornalisti e Amici del Verde - Journalists and Lovers of Green) Saturday: Città di Castello, visit to the Burri museum, visit to the garden of Isabella dalla Ragione’s “Archeologia arborea” collection, overnight stay in farmhouse accommodation at the Casa Bruciata farm at Preggio/ Sunday: Cortona, visit to the Reinhardt garden at Passignano sul Trasimeno, visit to the garden designed by Anna Scaravella. For full information on the visits to the gardens and the final travel programme, go to the sites www.giardini-venezia.it and www.wigwam.it for updates, or phone 041.610791 87 L’agenda Diary Nel prossimo numero l’uva Next issue featuring grape Estero Bangkok Kaunas New York Goteborg Sydney Mosca Atlanta Chicago Ho Chi Minh Pechino Shanghai Basilea San Sebastian Macao Canton Londra Duesseldorf Dubai Brino Helsinki Shanghai Singapore FOOD & HOSP AGRO BALT STARCHEFS CONGR INTERFOOD HOTEL AUSTRALIA * PIR * NAFEM * AMI FOOD & HOT. VIETNAM - T VIET CHAIN STORE EXPO FHC CHINA IGEHO * LOS MEJORS DE LA GASTRONOMIA HOTEL EXPO * CHINA HOTEL HOTELYMPIA * EUROSHOP * GULFOOD SALIMA GASTRO * HOTELEX * FHA 2008 05-08/09/07 13-16/09/07 16-18/09/07 18-20/09/07 24-27/09/07 03-06/10/07 11-13/10/07 24-27/10/07 30-01/11/07 01-03/11/07 14-16/11/07 17-21/11/07 19-22/11/07 21-23/11/07 14-16/12/07 17-21/02/08 23-27/02/08 24-27/02/08 04-07/03/08 12-14/03/08 01-04/04/08 22-25/04/08 FIERA DEL LEVANTE EXPO DOLOMITI FIERA INTERNAZIONALE D’AUTUNNO CIBUS TEC * HOST 2007 * HOTEL 2007 ARCO * EXPOSUDHOTEL MIG SIGEP EXPO RIVA HOTEL * IDENTITA’ GOLOSE * TECNOBAR & FOOD * ALIMENT & ATTREZZATURE MIA PIANETA BIRRA PA.BO.GEL 08-16/09/07 28-30/09/07 21-23/09/07 17-20/10/07 19-23/10/07 22-25/10/07 27-30/10/07 18-22/11/07 02-05/12/07 26-30/01/08 27-30/01/08 27-30/01/08 10-13/02/08 16-19/02/08 23-26/02/08 23-26/02/08 18-21/10/08 www.agrobalt.lt www.cmgexpo.com.ami www.fchchina.com www.igeho.ch Italia Bari Longarone Bolzano Parma Rho - Milano Bolzano Foggia Napoli Longarone Rimini Riva Del Garda (TN) Milano Padova Montichiari (BS) Rimini Rimini Roma * Sirman è presente a questa manifestazione / Sirman will attend to this event Direttore Responsabile: Carlo Mocci Direttore Editoriale: Nereo Marzaro Redazione: Studioverde • Nicola Marzaro • Leopoldo Meneghetti • Fabio Momolo • Sergio Moronato • Giorgio Nardelli • Alfredo Pelle • Ottaviano Pellini • Stefano Renzetti • Paolo Rossetti • Angela Ruzzante • Marco Sabatini • Marisa Saggiotto Massignan • Luigi Sartini • Efrem Tassinato • Luigi Tonellato • Marco Valletta • Albino Zoccarato Collaboratori: • Renato Andrenelli • Andrea Angeletti • Alberto Assi • Mariuccia Assola • Luigi Biasetto • Flavio Bisson • Annamaria Bistarelli • Marco Bistarelli • Massimo Bomprezzi • Angelo Borrillo • Luigino Bruni • Annalisa Case • Renzo Ceccacci • Emanuele Ceccarelli • Simona Ceresani • Matteo Ciarimboli • Gianluca Dal Corso • Mariagrazia Dammicco • Lorenzo Destro • Marco Fattorel • Maurizio Favaro • Alberto Fol • Renato Ganeo • Piera Genta • Michele Gilebbi • Mirella Giuberti • Sergio Grasso • Bruno Mambelli 88 Graphic Design: Studioverde Stampa: Mediagraf S.p.A. - Noventa Padovana - PD Pubblicità: Studioverde snc - Via Caduti di Russia, 9 35010 Pieve di Curtarolo - Padova Tel. +39 049 9620565 r.a. - Fax +39 049 9620567 e-mail:[email protected] Testi, foto o altro materiale redazionale, anche se non pubblicati, non vengono restituiti Editore: CONSORZIO EXPORT ZAFFERANO Via Caduti di Russia, 9 - 35010 Pieve di Curtarolo - PD Tel. +39 (0)49 9620565 - Fax +39 (0)49 9620567 e-mail:[email protected] Ai sensi dell’art. 10 della L.675/1996, le finalità del trattamento dei dati relativi ai destinatari del presente periodico, o di altri dello stesso Consorzio Export Zafferano, consistono nell’assicurare una informazione tecnica, professionale e specializzata a soggetti identificati per la loro attività professionale. 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