fango che diventa luce - nuovo teatro made in italy dal 1963
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fango che diventa luce - nuovo teatro made in italy dal 1963
Titolo || Fango che diventa luce Autore || Mariangela Gualtieri Pubblicato || M.Gualtieri, C. Ronconi,«Paesaggio con fratello rotto», luca sossella editore, Roma, 2007, pag.23 Diritti || © Tutti i diritti riservati. Numero pagine || pag 1 di 8 Archivio || www.centroteatroateneo.it Lingua|| ITA DOI || Prima Parte FANGO CHE DIVENTA LUCE ORACOLO Che cosa diremo a quelli che nascono ora? Che scusa troviamo per questo disastro umano? Che cosa abbiamo dimenticato? Che cosa? Quando piangiamo. Quando siamo a pezzi. Quando il sole non ce la fa più a darci consolo. Che cosa si è da noi scancellato? Quale semplice formula? Che parola, che cifra? Che parto rifiutato ha fatto di noi solo un nome e un cognome? Solo un corpo terrestre? Solo due mani, un petto, una schiena. Ah! Che cosa? Che cosa? Che cosa fa di noi solo un grumo nello splendore del mondo? Vedi? Siamo solamente umani, solo terrestri, veniamo partoriti solo in parte e dentro un lungo grido. Facendo piccoli pezzi mandiamo giù il finito a morsi a sorsi a dosi molto piccole. Ci serve denaro e versamento di sangue. Confini, nomi servono per ogni minimo stato. Poi porte muri cancelli muraglie dogane bastioni, muri e muri, per il dentro e il fuori, per il qui e il li, perché tutto sia a misura del respiro, creduto vero, in quella sua piccola taglia di fiato. Ci serve il nome per non restare sgomenti. Ci serve il principio e la fine di tutto ci servono i pezzi i nomi dei colori Titolo || Fango che diventa luce Autore || Mariangela Gualtieri Pubblicato || M.Gualtieri, C. Ronconi,«Paesaggio con fratello rotto», luca sossella editore, Roma, 2007, pag.23 Diritti || © Tutti i diritti riservati. Numero pagine || pag 2 di 8 Archivio || www.centroteatroateneo.it Lingua|| ITA DOI || l'andata e il ritorno, il si e il no lo sparo e l'urlo. Che cosa abbiamo dimenticato? Nella micidiale corsa, nella micidiale notte. Come siamo soli! Perduti! Come siamo aridi, vinti, gettati dentro una ferita, nella dura pista terrestre. Stretti qui, sotto un immenso che spezzettiamo in nomi. Che cosa? Nessun popolo è mai stato lontano come questo da ciò che lo tiene in vita. Nessuno porta la ferita con quell'indifferenza nostra. Che cosa? Che cosa? Guardando da qui non si osa credere che sia proprio cosi. Guardando da qui, ora, solo si vede maestoso e modesto, il dolore, di una creatura sola. MACELLAIO Che mi venghi a cercare che facci il suo lavoro d'animale che corre dentro il sangue che mi venghi a cercare che mi venghi a salvare che mi venghi a far male che mi venghi a cercare a far bene far male che facci il suo lavoro di creatore che mi venghi a scovare che mi si inficchi dentro, un passo verso, un passo verso giii, che si venghi a immerdare a impastare, che si venghi a spaccare a sporcare, che mi venghi a parlare Titolo || Fango che diventa luce Autore || Mariangela Gualtieri Pubblicato || M.Gualtieri, C. Ronconi,«Paesaggio con fratello rotto», luca sossella editore, Roma, 2007, pag.23 Diritti || © Tutti i diritti riservati. Numero pagine || pag 3 di 8 Archivio || www.centroteatroateneo.it Lingua|| ITA DOI || tagliare sua distanza micidiale, scoprire sue cartacce scure che mie ore dure, non ci voglio pregare non ci voglio chiamare non ci voglio non ci prego non ci invoco non infoco mio cuore, ginocchio non ti piego testaccia matta non pensare, testaccia mia, cuore del cuore, non fare te trovare. Non ci intrometto angeli, non tratto non contratto le santità dei santi, le tutte madonnità e madonnine belline, che vegnisse sbrancasse accioccasse vegnisse come lui pare, ci pare, vegnisse, scassasse, come ci piace e pare e io andare male, non dire non fare non ci tirare non salvo animale, ci inficco pugnale e scasso sconquasso, ci spengo cuore, ci tronco respiro, bestia te mangiare, io te sanguinare, bestiaccia animale, sbrindello randello spacco che ti vegnisse a salvare tuo bello Signore che si facci vedere, che mi vegnisse a cercare, da suo firmamento scalare qui giù, piombare su tavolaccio, fermare mio braccio, fare suo lavoro di creatore, no mancare e mancare, no silenziare per lungo si tempo, no buttare qua giu, arruffare e sparire. Che ti venghi a salvare. Che venghi che venghi a te miracolare, tuo bello Signore, tuo Dio di animale, tuo alto Fattore. Sei bestiaccia o sei spiritale? Sei per morire o imparadisare? Sei carne o sei bestiaccia? Sei bestiaccia che ti fai mangiare? Sei solo carnaccia? Sei carnaccia animale? Sei cibo per me. Cibo sei per me. Sei bello, animale. Vedo ti vedo bello. Fatto ti vedo ben fatto. Non serve questo bello, non serve il tuo ben fatto. Titolo || Fango che diventa luce Autore || Mariangela Gualtieri Pubblicato || M.Gualtieri, C. Ronconi,«Paesaggio con fratello rotto», luca sossella editore, Roma, 2007, pag.23 Diritti || © Tutti i diritti riservati. Numero pagine || pag 4 di 8 Archivio || www.centroteatroateneo.it Lingua|| ITA DOI || Animale. ORACOLO Il dolore è questa stretta di ora. Che c'ha dentro? Di cosa è fatto? Chi piange dentro te? L'anima non piange mai. Non teme. Non può mai perdere nulla- né guadagna. Chi piange allora? Chi è infelice? L'anima non lo è mai. Chi è triste ora? E perché è triste di non sa cosa? Il dolore. Questo guardare una cosa e sentirla altra cosa. Questo non essere in pura unione. Questo confine messo dentro il nome: albero. Fiore. Cielo. Rosa. E poi tu. Tu. Altra cosa, staccata da tutto il resto. Tu pensoso. Tu mente pericolosa che dici: mia casa, mio prato, mio campo grande, mia acqua. Mio corpo. Tu. L'anima è, non possiede. E la vita è per lei un volo d'altalena. Di cosa, dunque, dovrebbe essere infelice? Il dolore non è mai suo sposo, non sa, non lo conosce. E dunque? Chi soffre quando soffri cosi, per niente, senza una ragione. Di che pianger suoli? Di che ti lagni? Che cosa temi? Che guadagni vuoi nel tuo bilancio umano, che vittoria, che quantità, che colori? Di che pianger suoli? Di che pianger amico mio umano? Tu piangi per te. Sempre per te, piangi. Sorgi, amico mio. Abbi cura del mondo come fosse tua casa e godi quel suo giocondo essere pieno di tremenda vita. Sorgi. Guarisci la ferita. MACELLAIO Madre, sono il tuo figlio più brutto più sporco più rotto. Ho vergogna, madre. Titolo || Fango che diventa luce Autore || Mariangela Gualtieri Pubblicato || M.Gualtieri, C. Ronconi,«Paesaggio con fratello rotto», luca sossella editore, Roma, 2007, pag.23 Diritti || © Tutti i diritti riservati. Numero pagine || pag 5 di 8 Archivio || www.centroteatroateneo.it Lingua|| ITA DOI || Ho dolore. Ho paura. Non riesco ad essere migliore. Sono il tuo figlio carogna. Sono il tuo figlio peggiore. Sono il tuo figlio più malato, madre, sono la bestia senza pietà sono io lo sgorbio de la creazione, lo sputo, il frutto guasto, la macchia sul quadro perfetto, il tarlo, l'osso rotto, l'intoppo. Tutto il resto ride. Sono io, io, io, io, io, io. Sono io la cappa che fa fumo, sono il fumo del mondo, la caduta, la tossina, la peste. Sono io la bufera che rovina, sono la spina, il buco, l'inciampo. Sono l'innesto sbagliato che darà un frutto mal fatto. Sono il relitto, il rifiuto, il senza scampo. Tu mi hai fatto imperfetto, separato dal vero e dal cielo. Che cosa volevi da me? DIALOGHI FRA ANIMALI E MACELLAIO* M. Che cosa volete da me? A. Vogliamo sapere perché tu non giochi M. Ma io cosa c'entro? A. Se tu non giochi, i morti si svegliano, non hanno più pace. Non sei solo, la tua gioia riguarda tutto il mondo, non puoi chiudere gli occhi. Pensa agli alberi appena nati: anche loro hanno bisogno di luce. Pensa agli ermellini che pattinano sulla neve e debbono fermarsi per colpa tua. Pensa al cervo che stava per uscire dal bosco e deve fermarsi, impigliato al ramo. Non chiedere mai nulla che sia meno della gioia. M. Presto sarò felice, ve lo giuro, prestissimo A. Tu rimandi sempre. Troppe volte ci hai ingannati, troppe volte. Il cielo e il mare non possono più fare dei sacrifici per te. A. Adesso entra in questa ferita *da Milo De Angelis, La corsa dei mantelli. Titolo || Fango che diventa luce Autore || Mariangela Gualtieri Pubblicato || M.Gualtieri, C. Ronconi,«Paesaggio con fratello rotto», luca sossella editore, Roma, 2007, pag.23 Diritti || © Tutti i diritti riservati. Numero pagine || pag 6 di 8 Archivio || www.centroteatroateneo.it Lingua|| ITA DOI || M. Ma non ci riuscirò A. Ci riuscirai M. Ma non sono ancora pronto A. Non è questione di tempo M. Debbo aspettare il mio momento A. Ma non vedi che sono io il tuo momento? Io, che mi faccio ferire. A. Hai tradito la seconda legge. Forse non sei nemmeno degno di pregare. Hai capito che non puoi vincere. Hai capito che non puoi invocare le forze benigne M. Ma come invocare queste forze? A. Chiamale, nella loro lingua, attraile, esse verranno M. In che modo? A. È la quantità d'amore che determina la vittoria. MACELLAIO Anima mia. Mia prigioniera. Tu non scalci più in me come un uccello preso nella rete. Mia principessa murata mia regina ammalata mia bambina che non ride. Hai fame? Hai sete? Tu che eri forte come l'anima dell'animale. Mia prigioniera, tu non ti agiti più in me come un pesce buttato sul fondo de la barca. Mia forte regina ammutolita. Mia vegetale bambina che ridevi cosi forte nel fiore, nell'acqua, nel cielo. Ti sentivo gridare come una torturata, bruciata nella carne. E adesso sei sparita. Figliolina smagrita. Non sento. Io non sento più. ORACOLO Chi ci guarderà come si guarda il bambino che dorme. Titolo || Fango che diventa luce Autore || Mariangela Gualtieri Pubblicato || M.Gualtieri, C. Ronconi,«Paesaggio con fratello rotto», luca sossella editore, Roma, 2007, pag.23 Diritti || © Tutti i diritti riservati. Numero pagine || pag 7 di 8 Archivio || www.centroteatroateneo.it Lingua|| ITA DOI || Chi ci chiamerà per nome con una tenerezza che trasforma. Chi raschierà via il nostro umano e ci farà di brace che splende. Chi ci sveglierà fra miriadi di stelle, slargati in tutti i poteri. Chi ci darà istruzioni nuove. A questo "chi" pericoloso amoroso tempestato burrascato io dico ora: sfoglia le nostre teste accartocciate, distaccaci il pensiero come una buccia, fino al pericolo dello smarrimento, fino al patibolo della ragione sfonda la convinzione d'essere solo umani, feconda questa razza infame con commozioni potenti partoriscici nella luce sorprendici. Abbiamo fame di una scossa che dalla radice ci sbranchi e dica che la vita è piu misteriosa di questo poco. Siamo stanchi di questa luce spenta stanchi di un credo modesto che ci tiene al palo. Salute a te, bellezza intuita e tradita a te nostro cuore mortale voglia di intesa con l'animale voglia di stare in pace nostra pena per gli abbandonati salute a te nostro piangere Titolo || Fango che diventa luce Autore || Mariangela Gualtieri Pubblicato || M.Gualtieri, C. Ronconi,«Paesaggio con fratello rotto», luca sossella editore, Roma, 2007, pag.23 Diritti || © Tutti i diritti riservati. Numero pagine || pag 8 di 8 Archivio || www.centroteatroateneo.it Lingua|| ITA DOI || salute a te umanità ferita bestia micidiale umana inaridita scannatrice devastatrice razza incomprensibile di pane e di fiele che sai la mano tesa e l'offesa che dai la ferita e la guarigione razza d'amore e disperazione grido alto contro il tuo cielo menzogna della ragione patibolo della bellezza del piu semplice fiore meccanismo di perenne tempesta testa dolorosa. Salute a te. Che si colmi la distanza fra ciò che senti e ciò che fai, fra ciò che attendi e indaghi e il poco che sai. Che la morte sia la fiammata che ti apre a tutti i poteri e la tensione che senti verso l'immenso e il meraviglioso sia l'inizio del volo dentro il cuore di Dio.