GUGLIELMO FERRERO Potere 1942
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GUGLIELMO FERRERO Potere 1942
Sociologia GUGLIELMO FERRERO Potere 1942 PERCHÉ LEGGERE QUESTO LIBRO Questo libro, pubblicato dallo studioso italiano nel 1942 durante il suo esilio in Svizzera, fornisce una visione illuminante delle dinamiche politiche che hanno sconvolto l’Europa negli ultimi secoli. Ferrero chiarisce la nozione della legittimità del Potere, e il suo legame con la paura. É un’opera dove la componente teorica è fortemente intessuta con l’esperienza di vita dell’autore, perché lo spaventoso scenario dei totalitarismi e della guerra servono per confermare le sue intuizioni. Ultimo affresco di una trilogia che comprende anche Aventure. Bonaparte en Italie del 1936 e Reconstruction. Talleyrand à Vienne del 1940, Pouvoir è l’opera di un avversario del fascismo e di tutti i totalitarismi, generati dalle derive della Rivoluzione Francese e dalla dittatura di Napoleone Bonaparte. 2 PUNTI CHIAVE Ogni Potere si fonda sulla legittimità. Nella storia sono esistiti quattro principi di legittimità: aristo-monarchico, ereditario, elettivo, democratico. Il Potere illegittimo si fonda sulla paura perché ha, a sua volta, paura. Napoleone è l’origine di ogni totalitarismo successivo. Vi sono analogie tra la presa del Potere di Napoleone e quella di Mussolini. Solo l’Inghilterra, la Svizzera e gli Stati Uniti non hanno seguito il modello francese. Occorre fondare un ordine democratico legittimo sconfiggendo le forze totalitarie. RIASSUNTO Napoleone e Mussolini Ferrero stabilisce un’analogia tra Napoleone, primo console e poi dittatore assoluto, e Mussolini, soppressore dei diritti parlamentari e delle libertà politiche. Napoleone è l’origine di ogni totalitarismo successivo, sia esso di sinistra o di destra. Egli è quindi anche il predecessore di Mussolini, l’uomo che ha risolto con la violenza e con la repressione i nodi sorti in Italia dopo il primo conflitto mondiale. L’autore ha vissuto in prima persona la presa del Potere del fascismo e quando, esule a Ginevra, dovrà studiare l’alba della dittatura di Bonaparte si troverà di fronte ad un processo analogo: un uomo risoluto rompe gli indugi, elabora una Costituzione addomesticata in funzione di una centralizzazione di tutti i poteri nelle sue mani, soffoca ogni libertà e controlla ogni aspetto del vivere a colpi di decreti, in un clima di sospetto agghiacciante e soprattutto di paura. Proprio sulla paura viene operata una fine analisi per dimostrare come essa, negli ordinamenti illegittimi, colpisca in egual misura sia il detentore del Potere sia i sudditi. Il FERRERO – Potere www.tramedoro.eu 3 dittatore ha paura, un terrore quotidiano e pervasivo di perdere il Potere, quindi esercita sempre di più la repressione. Chi la subisce aumenta le propria paura tanto quanto il suo oppressore si avvita in un processo di incremento senza fine. Il Potere illegittimo, cioè conquistato senza ispirarsi a un principio di legittimità in un contesto di regole, consenso e modalità condivise, è condannato alla paura. Le forze sotterranee della storia politica: i quattro princìpi di legittimità Ferrero, dalla lettura delle Memorie di Talleyrand, scopre l’esistenza dei principi di legittimità. Fu per lui una rivelazione decisiva. Risolve i dubbi che lo tormentavano da anni e comincia a vedere chiaro nella storia del mondo e del suo destino. I principi di legittimità sono quattro: il principio aristo-monarchico, quello che basa la legittimità del Potere sul consenso fornito dai governati ad una aristocrazia, un’élìte di famiglie oppure sulla preminenza di una famiglia; il principio ereditario, che in virtù del favore concesso ad una famiglia di esercitare il Potere, instaura una dinastia ereditaria di carattere familiare o di stirpe; Il principio elettivo, ossia quel conferimento del Potere che segue ad un’elezione tra pari, secondo precondizioni accettate dai partecipanti; il principio democratico, vale a dire l’ultima frontiera della legittimità, dove ogni membro della società può far parte della classe dirigente e può conferire la propria quota di mandato. I principi di legittimità sono giustificazioni del potere, cioè del diritto di comandare. Infatti, tra tutte le disuguaglianze umane nessuna ha conseguenze tanto importanti e perciò tanto bisogno di giustificarsi, come l’ineguaglianza derivante dal potere. Perché qualcuno dovrebbe avere il diritto di comandare e gli altri il dovere di obbedire? I principi di legittimità rispondono a questa domanda. I Geni invisibili della Città Le ragioni profonde delle lotte politiche sono determinate dai principi di legittimità. Sotto gli scontri per il Potere Ferrero intravede l’azione di potenti forze sotterranee, analoghe a quelli che i romani chiamavano “geni”: essenze intermedie fra la divinità e gli uomini, che i FERRERO – Potere www.tramedoro.eu 4 romani immaginavano sempre vigili tra gli uomini, sempre in azione per beneficiarli o tormentarli, ma invisibili e incorporei. Per questa ragione gli uomini finiscono per ignorare la loro presenza. In realtà questi “geni” sono i regolatori della vita sociale: quando languiscono gli uomini soffrono; quando sono in conflitto gli uomini si combattono; quando invece i “geni” sono forti e sani, viene da loro quel poco di pace, di giustizia, di ordine e di benessere che all’umanità è concesso di godere. Tutti i principi di legittimità sono convenzioni arbitrarie che non reggono a una critica razionale. La maggioranza delle persone li accoglie per pigrizia, abitudine o pregiudizio. È così che nelle democrazie tutti riconoscono il diritto della maggioranza senza chiedersi se questo diritto esiste, mentre nelle monarchie e aristocrazie tutti accettano la superiorità ereditaria della nobiltà e della dinastia senza chiedersi se essa non sia altro che una supposizione arbitraria. Lo spirito rivoluzionario ha ragione quando svela l’arbitrarietà e l’irragionevolezza dei principi di legittimità. Non è in errore quando afferma che tali principi sembrano giusti e veri solo perché gli uomini, nel discuterli, non vanno mai oltre un certo punto, al di là del quale si rivelerebbe la loro debolezza. S’inganna però, e mostra di non conoscere il mondo che esso manda periodicamente in rovina, quando confonde questi principi con tutte le altre convenzioni di cui è piena la vita sociale. Questi principi, per quanto fragili, si distinguono dagli altri perché sono dotati di una virtù magica: appena gli uomini si lasciano persuadere a violarli, sono presi dalla paura: la paura sacra della regola violata. Grazie a questo magico potere i principi di legittimità sono i Geni invisibili della Città, e il loro compito principale è di combattere il Genio Maligno dello spirito rivoluzionario. La paura che s’impossessa dei dittatori è uno degli esempi di questo potere magico dei principi di legittimità. Il dittatore si spaventa del proprio potere perché l’ha acquistato violando un principio di legittimità. La Paura come componente essenziale della dinamica umana Il Potere è la manifestazione ed insieme il tentativo di esorcizzare la paura. L’uomo, in FERRERO – Potere www.tramedoro.eu 5 quanto tale, è un essere che teme la morte, i mali, la guerra e l’anarchia. Proprio contro queste paure, l’uomo erige l’argine del Potere per scongiurarle. Si viene a creare un rapporto biunivoco di paura tra il Potere e gli uomini soggetti ad esso, dato che ogni uomo che accetta il sistema nel tentativo di liberarsi da alcune paure ancestrali, di fatto costruisce un nuovo, spettrale ed angoscioso castello di paure verso il Potere; ma con un movimento simmetrico, il Potere stesso si ritrova nella medesima situazione di temere sempre i suoi sottoposti, che sospetta in perenne congiura ed in latente rivolta. Se i sudditi hanno sempre paura del Potere cui sono sottoposti, il Potere ha sempre paura dei soggetti a cui comanda. Non c’è mai stato e non ci sarà mai un Potere che sia assolutamente sicuro di essere sempre e totalmente assecondato. Il Potere non si fida nemmeno dei suoi agenti o collaboratori. Finché essi lo servono fedelmente sono i suoi strumenti irresistibili, ma senza il loro appoggio diventa impotente. Il Potere fa quel che può per assicurarsi la fedeltà dei collaboratori per mezzo del denaro, degli onori, dei vantaggi, della gratitudine, dell’interesse, dell’ammirazione, della paura. Ma il risultato non è mai una sicurezza totale, assoluta, incondizionata. Ferrero ci avverte che quanto più un Potere è legittimo (e per legittimo si intende sorretto da uno dei principi di sopra, in un sistema di regole condivise, a condizioni sociali ed ideali accettate da tempo) tanto meno cade preda della paura per gli uomini. Allo stesso modo, tanto più un governo è illegittimo, in quanto frutto di una rivoluzione, di un sovvertimento o di una deriva autoritaria, tanto più esso vivrà nel costante terrore per gli uomini, il terrore di essere sovvertito in quanto conscio della propria illegalità, a cui risponde generando ulteriore paura con sempre più violenza, controlli, costrizioni, in un vortice senza fine che inghiotte tutto e tutti. Dall’Ancien Régime alla Rivoluzione, da Napoleone ai totalitarismi Sulla scorta di queste categorie interpretative Ferrero analizza le vicende dell’Ancien Régime fino alla brusca cesura rappresentata dalla Rivoluzione. Passa poi all’altrettanto inquietante esperienza che ha portato al colpo di stato autoritario compiuto da FERRERO – Potere www.tramedoro.eu 6 Napoleone nel 1799, alba di ogni totalitarismo ed a cui tutti i totalitarismi, di destra e di sinistra, si sono ispirati per portare a termine le loro mire. Di seguito Ferrero segue il tracciato della storia francese, quale incubatrice ed antesignana degli avvenimenti che avverranno in Europa nel secolo e mezzo successivo: la prima Restaurazione, le rivolte del 1830 e 1848, le risposte del Potere di Luigi Filippo prima e Luigi Bonaparte poi, le possibili analogie ed i tentativi di rassomigliare, da parte della maggior parte dei paesi d’Europa, ai vari esiti che ha prodotto questo ribollente laboratorio che è stata la Francia dalla crisi del mondo aristocratico-monarchico assolutista alla sconfitta di Sedan. Alla Francia tutti hanno guardato, tranne l’Inghilterra e la Svizzera, capaci di elaborare un compiuto sistema in grado di funzionare, ossia la monarchia parlamentare e la democrazia elettiva di impronta federativa, come già era presente, fuori dall’Europa, negli Stati Uniti. Prelegittimità e quasi legittimità I quattro princìpi di legittimità sono le giustificazioni del Potere capaci di immunizzarlo dalla paura dei sudditi. Questi principi nascono da un insieme di regole concordate sulla nascita e l’esercizio di un Potere legittimo. L’osservanza, il rispetto, la condivisione, l’obbedienza per questo complesso di fattori è essenziale. Tuttavia, sottolinea Ferrero, detta condizione non è uno stato naturale, spontaneo, semplice ed immediato per l’uomo. Esso è piuttosto qualcosa di artificiale, razionale, mediato, accidentale. Necessita, inoltre, di tempo. Ogni legittimità ne ha bisogno, ed è sempre preceduta da una fase detta “prelegittimità”, da Ferrero identificata con la legittimità allo stato primordiale, cioè senza consenso generale e con opposizioni ancora forti. É un momento difficile e delicato, che necessita di diverse componenti per maturare in un’adesione libera e sentita della maggioranza. Diventa decisivo il fervore di minoranze entusiaste, avanguardie animate da fervore quasi religioso, come pure l’opera delle arti e l’appoggio della religione. Tra regimi legittimi e regimi illegittimi esistono anche regimi quasi legittimi, cioè esempi di FERRERO – Potere www.tramedoro.eu 7 gradazione della legittimità che non ha tutte le caratteristiche della legittimità piena, ma che può contare su un consenso tale da non dover ricorrere alla violenza. Esempi di quasi legittimità vengono indicati nella monarchia di Luigi Filippo in Francia, nel Regno d’Italia dal 1861 al 1922 e soprattutto nell’Impero Romano. A questo riguardo, l’affascinante riflessione storica dell’autore parte dai primi re, spazia alla diarchia di Senatus et Populus come assemblea di nobili e corpo elettorale di cittadini, fino a giungere a Cesare ed a Cesare Augusto, primo imperatore, attento a ristabilire l’ordine formale della Repubblica, ma al contempo capace di formulare un regime accentrato, sempre rinnovabile, fintamente provvisorio, artatamente nascosto nella sua intima essenza per eternarsi. La legittimità della monarchia e della democrazia Tra 1814 e 1914 l’Europa ha vissuto l’epoca della piena legittimità della monarchia, che dirigeva lo Stato, ma con il concorso progressivo dei popoli. Per la sua legittimità occorrono, secondo Ferrero, determinate condizioni. La prima è che la regola di successione sia chiara, precisa ed osservata. La seconda è che si avverta il carattere altero, distinto dalla normalità, assiso in una presunta onnipotenza isolata ed infallibile. Questa onnipotenza tuttavia non è di stampo asiatico, visto che in Europa la regalità è stata sottoposta all’azione decisiva del Cristianesimo, che ne ha diluito i caratteri indiscutibili ed incriticabili. Inoltre la sua sovranità è stata parcellizzata dalla fitta presenza di Diete, Stati Generali, Parlamenti, corpi intermedi. Analizzando il tentativo grandioso, ma destinato all’insuccesso, di trasporre la monarchia asiatica nel proprio assolutismo foriero di guerre, spoliazioni e ingiustizie, Ferrero traccia anche la parabola della Francia che dal Re Sole giunge fino a Luigi XVI, una parabola opposta alla grande e solitaria soluzione adottata dall’Inghilterra, con una monarchia simbolica, senza poteri effettivi se non quelli di ratifica del Parlamento. Ferrero avverte quanto sia complesso il percorso che porta dalla legittimità monarchica alla legittimità democratica. Al di là di possibili infingimenti, delinea nel principio elettivo e FERRERO – Potere www.tramedoro.eu 8 nella delega dei poteri i suoi due capisaldi. Ad essi si devono aggiungere la continua sorveglianza e la possibilità di revoca. Il Potere come vetta da scalare e valicare in sette tappe Alla fine del volume Ferrero lascia ai suoi lettori un affresco che guarda al Potere nel suo dispiegarsi storico, tra passato, presente e futuro. É una sorta di viatico con il quale si accomiata dal mondo. In esso si parla esplicitamente di “problema del Potere”, cioè del fatto che il Potere è problematico, e tuttavia necessario da affrontare. Sarà possibile affrontarlo attraverso tappe successive, per giungere, infine, alla visione di un futuro più consapevole ed armati di una “morale speculativa dell’autorità”. Nella prima tappa, tesa al rispristino della legalità (non dimentichiamo quando e in che condizioni scrive Ferrero) l’auspicio è un ritorno alla soluzione liberale e al rifiuto della rivoluzione come sovvertimento violento, come presa del potere dittatoriale. Nella seconda tappa caldeggia la soluzione democratica, che salvaguardi l’opposizione, le libertà ed il suffragio universale. Nella terza vengono analizzate le problematiche connesse all’immissione delle masse cattoliche e socialiste nella democrazia. La quarta tappa fa propendere il governo verso una totale autonomia laica, un’immanenza completa del Potere. La quinta tappa mostra casi negativi e drammatici di rivoluzione (Francia e Russia) insieme a casi esemplari (Gloriosa Rivoluzione inglese del 1689 e Repubblica Federativa Svizzera). La sesta tappa invita a tenere sempre presente il carattere umano, quindi parziale e circoscritto, dei princìpi di legittimità. La settima tappa evoca aspetti solitamente dimenticati e tuttavia centrali in ogni ricostruzione dell’ordine sociale: il rispetto per i principi e la necessità di una rinnovata educazione spirituale. FERRERO – Potere www.tramedoro.eu 9 CITAZIONI RILEVANTI La sovranità è una belva terrorizzante «Tutte le sovranità sono belve pericolose, pronte a sbranare quando si sanno o si credono minacciate … Se il Potere raggiunto con un colpo di Stato avesse la diabolica facoltà di terrorizzare chi se n’era impadronito prima ancora di terrorizzare quelli che lo subivano?» (p. 13). I principi di legittimità «i principi di legittimità sono giustificazioni del Potere, cioè del diritto di comandare; perche fra tutte le ineguaglianze umane, nessuna ha conseguenze tanto importanti, e perciò ha bisogno di giustificarsi, come l’ineguaglianza derivante dal Potere» (p. 29). Il Potere e la paura «Il Potere è la manifestazione suprema della paura che l’uomo fa a sé stesso, malgrado gli sforzi per liberarsene» (p. 43). Cristianesimo e legittimità «La legittimità del Potere diventò una realtà storica solo in Occidente e solo dopo il Cristianesimo» (p. 344) La spossante ricerca dell’ordine politico «Ciò che occorre è un’educazione nuova dell’intelligenza e del cuore: opera immensa a cui … tutti devono concorrere ... L’ordine è lo spossante lavoro di Sisifo dell’umanità, contro di esso l’umanità è sempre in una lotta potenziale» (p. 389) FERRERO – Potere www.tramedoro.eu 10 L’AUTORE Guglielmo Ferrero (1871-1942) nasce a Portici nel 1871, ma i suoi studi lo portano presto a compiere numerosi viaggi all’estero. Conquista la fama internazionale grazie a opere storiche e sociologiche come Grandezza e decadenza di Roma (5 volumi, 1902-1907) e La rovina della civiltà antica (1926). Viene infatti chiamato a svolgere numerosi cicli di conferenze in giro per il mondo, fino a giungere in Argentina e negli Stati Uniti. L’attività di pubblicista e polemista politico lo fa però scontrare con l’establishment accademico italiano e con gli ambienti governativi. I suoi lavori, malgrado il successo riscosso all’estero, registrano una forte ostilità in patria. Di formazione positivista e lombrosiana (sposerà la figlia di Cesare Lombroso, Gina) e di ascendenza politica liberaldemocratica, abbandona l’Italia dopo l’instaurazione della dittatura fascista e si stabilisce in Svizzera, dove compone la trilogia Avventura (1936), Ricostruzione (1940) e Potere (1942), che il grande storico Henri Pirenne definisce “un’ammirevole opera d’arte”. Rimane fino all’ultimo un accanito oppositore del regime fascista, e muore in esilio nel paese elvetico, a Mont Pèlerin, nel 1942. NOTA BIBLIOGRAFICA Guglielmo Ferrero, Potere, Edizioni di Comunità, Milano, 1947, p. 393, traduzione dal francese di Paola Carrara Lombroso. Altra edizione: Guglielmo Ferrero, Potere: i geni invisibili della città, SugarCo, Milano, 1981, p. 358, con saggio introduttivo di Luciano Pellicani. Titolo originale: Pouvoir FERRERO – Potere www.tramedoro.eu