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L’AMATEUR PROFESSIONNEL
Il braccio di lettura
di Roberto Rocchi
È
molto difficile da parte di questi appassionati
immaginare quanta tecnica e applicazione ci
possa essere dietro un meccanismo tanto
semplice, eppure così complesso. Per chi, come
me, coltiva invece questa insana passione da più
di trent’anni, il braccio di lettura costituisce uno
strumento che possiede ancora ben pochi segreti, avendone avuto a che fare fin dai tempi in
cui, erroneamente, regnava la convinzione che solo i diffusori potessero determinare la qualità di un
sistema audio, mentre, altrettanto erroneamente,
si riteneva che il giradischi dovesse solo “girare”
e l’amplificatore dovesse solo “amplificare”.
Solamente in un secondo tempo, si è capito quanto importante e fondamentale fosse far pervenire
all’amplificazione un segnale elettrico assolutamente pulito e scevro da difetti, vale a dire non
sporcato da una scorretta lettura del segnale analogico rilevato (solco del disco) o da deleterie vibrazioni e risonanze spurie.
Il braccio di lettura può essere definito come
un’asta che ha l’incarico di sostenere la testina
permettendole di tracciare nel miglior modo possibile i solchi incisi nel disco.
Le caratteristiche meccaniche di questa “asta” sono molteplici: innanzitutto è imperniata in un
punto, in modo da assicurare movimenti sia in senso orizzontale che verticale, permettendo alla te-
Per molti appassionati, il braccio di lettura è un oggetto con il quale non si ha
molta dimestichezza, in particolare i giovani che si sono avvicinati alla passione audiofila
nell’era del digitale, non hanno mai avuto l’opportunità di approfondire la conoscenza
con questo “vetusto” componente…
stina di mantenere una precisa posizione rispetto
al solco del disco in modo anche costante nel tempo. Inoltre, deve essere il più possibile inerte rispetto alle vibrazioni esterne indotte sulla testina
o trasmesse dalla testina stessa.
ANATOMIA DEL BRACCIO
Un braccio di tipo tradizionale si compone di
diverse parti:
- il portatestina detto anche conchiglia o shell;
- il corpo vero e proprio (asta);
- l’articolazione che permette al braccio movimenti orizzontali e verticali;
- il contrappeso per la regolazione della forza
d’appoggio;
- il ferma braccio;
- l’alza-braccio o lift;
- l’antiskating per la compensazione della forza centripeta;
- il meccanismo della regolazione verticale di
lettura (VTA);
- i conduttori elettrici della testina.
Fig.1
Fig. 2
Fig.3
Fig. 4
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I principali tipi di braccio sono:
- dritto, in cui la puntina si trova sullo stesso
asse geometrico di rotazione del corpo del
braccio;
- a J, in cui la parte finale dell’asta è piegata
verso il centro del piatto (disco);
- a S, quando all’asta viene data la classica forma che ricorda questa consonate;
- a pantografo, in cui il corpo è costruito in
modo tale da permettere allo shell di variare
l’incidenza della puntina sul solco al variare
della posizione lungo il raggio del disco.
Questo braccio ha proprio la forma di un pantografo ma non ha avuto un grande successo,
ricordo un Garrard e un Dual;
- tangenziale, vale a dire senza perno in modo
da consentire il movimento rettilineo di lettura simile al bulino tracciatore.
- altre tipologie specifiche legate al sistema di
perno: cardanico o unipivot, a secondo se i
punti di contatto con l’articolazione del perno
sono rispettivamente più di uno o uno soltanto.
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Il collegamento elettrico
All’interno dall’asta vengono fatti scorrere i conduttori elettrici costituiti da cavi molto sottili e leggeri, sono solitamente terminati con pagliuzze dorate che
permettono il collegamento meccanico con i quattro
poli che fuoriescono dalle testine e differenziati con
quattro colori diversi che sono:
Blu
Verde
Rosso
Bianco
massa sinistra
massa destra
segnale destro
segnale sinistro
Potete notare come questo sia un sistema elettrico
totalmente bilanciato, cosa da tenere in seria considerazione nell’eventualità si possedessero stadi phono
e, susseguentemente, amplificazioni bilanciate, al fine
di ottenere ottimi risultati a livello di trasparenza del
riscontro sonoro.
Shell o conchiglia
All’estremità dell’asta viene avvitato il portatestina
detto anche shell o conchiglia.
Lo shell è dotato di fori di forma allungata in modo da poter avvitare la testina alla distanza più
consona, questo è dovuto al fatto che non è stata
mai standardizzata la distanza esatta della puntina
dai fori di fissaggio.
I bracci moderni non utilizzano più le conchiglie o
shell movibili e questo per evitare problemi legati
alla rigidità meccanica dell’intero sistema di lettura. Infatti lo shell, per essere fissato all’asta del
braccio, ricorre a innesti a baionetta o a vite che
compromettono la necessaria rigidità dell’intero
sistema. In ogni caso lo shell, solitamente in metallo forato in modo da risultare rigido e leggero, permette un agevole intervento nelle varie operazioni
di fissaggio della testina evitando di compromettere con manovre maldestre il delicato meccanismo cardanico.
Nella pagina accanto. Fig.1: l’asse della puntina è perpendicolare al solco (A); se la puntina non è perpendicolare al solco (B) non vi sarà sincronismo di lettura delle due
pareti del solco medesimo.
Fig.2:se il braccio non è perfettamente parallelo al giradischi il sistema di lettura non è in grado di operare correttamente.
Fig.3: il sistema alza-braccio con smorzamento a liquido
vischioso.
Fig.4: l’overhang è la distanza tra il centro del disco e la
puntina nel momento in cui l’asse geometrico del braccio
coincida con il diametro del disco.
2 • Anche il giapponese Fidelity Research FR64S è a elevata
massa equivalente: è interamente costruito al tornio
vuoto dal pieno ed è consigliato per testine ad elevatissima massa come la bella e impossibile Jeff Rowland costruita da Ikeda a cantilever verticale come la Decca.
1 • Questo strepitoso braccio è il giapponese Dynavector
DV505. Non è un braccio convenzionale e può essere
definito del tipo biassiale, in quanto è suddiviso in due
parti distinte per il movimento orizzontale e per quello
3 • Nella foto in primo piano l’inglese SME 3012R degli anni ottanta.Glorioso braccio da 12 pollici a J,la R della sigla
distingue il modello a massa elevata. Questo braccio è
particolarmente indicato a massa elevata come la SPU.
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verticale. Si basa sulla teoria che il movimento verticale necessita di piccole masse mentre per quello orizzontale le masse devono essere grandi. Il risultato è
che in effetti il movimento verticale viene assicurato solo dalla parte terminale del braccio a ridosso della testina. Il DV505 non ha l’alzabraccio e, alla versatilità
d’impiego, contrappone la complessità delle masse in
gioco che potrebbero compromettere il controllo delle
risonanze spurie.
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L’asta cosiddetta, di forma diversa a seconda della filosofia progettuale, costituisce il corpo principale del
braccio al quale un tempo veniva saldamente avvitato
o innestato lo shell o portatestina. Può essere costruita in diversi materiali come il legno o la fibra di carbonio, ma generalmente si usano metalli o leghe d’alluminio. Attualmente, grazie a questi particolari materiali in grado di ridurre drasticamente le masse in gioco,
quasi tutti i bracci sono costruiti con l’asta a forma
dritta con conchiglia saldata o facente parte integrante del braccio stesso per non comprometterne la rigidità e la leggerezza del sistema, tale da evitare anche
deleterie appendici per i contrappesi principali artefici
di risonanze indesiderate. I requisiti generali di un
braccio sono l’inerzia, in modo da offrire alla testina la
minima resistenza durante il tracciamento e consentirle un agevole compito, e il basso errore di tangenzialità
di cui si è ampiamente descritto poco sopra. Le principali note caratterizzanti del corpo del braccio sono la
massa e la forma. La massa equivale al peso dell’asta e
se ne possono distinguere alcune categorie, illustrate
nella Tabella A.
Tabella A
VH
H
M
L
VL
(Very High) massa molto elevata 20 gr circa
(High) elevata
15-20 gr circa
(Medium) media
10-15 gr
(Low) bassa
5-10 gr
(Very Low) molto bassa
5 gr
Tabella B
Cedevolezza
Il corpo del braccio
Massa totale braccio + testina
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La classificazione è necessaria in quanto la massa è
strettamente legata alla caratteristica di cedevolezza
della testina, infatti a un braccio a bassa massa viene solitamente abbinata una testina ad alta cedevolezza, così come a una testina a bassa cedevolezza può essere abbinato un braccio di alta massa o
peso.
In effetti, alcune testine (come le Ortofon) indicano
chiaramente la sigla di classificazione. Non solo, ma
le masse del corpo testina e del braccio combinate
insieme, determinano risonanze in frequenza molto
bassa ( 0,5-10Hz) che intermodulandosi con il segnale audio e amplificate dall’equalizzatore RIAA rischierebbero di saturare lo stadio phono e danneggiare i
woofer.
Ogni braccio dovrebbe essere corredato da un grafico che indica la risonanza in frequenza espresso in
hertz che si viene a determinare al variare del peso
della testina più braccio (massa totale) e la cedevolezza della testina utilizzata. La Tabella B è quella a
corredo dello SME IV e V. Come potete notare la situazione ottimale si realizza nella fascia più scura, vale a dire in una risonanza sub-sonica tra gli 8 e 13 Hz
al di sotto del limite inferiore di udibilità.
TRACCIARE NON È UNO SCHERZO!
Come in ogni fatto meccanico, il problema principale è quello di restringere il più possibile la forbice degli errori d’ogni genere. Grazie al progresso
tecnico che ha messo a disposizione metalli o leghe molto leggeri ma estremamente duri e rigidi,
i tecnici sono riusciti a risolvere il problema principale cioè quello relativo agli attriti che si instaurano nello snodo cardanico fino quasi a renderli nulli. Invece uno dei problemi di impossibile
risoluzione con i bracci tradizionali, è l’errore tangenziale di tracciamento della puntina. Infatti il
solco del disco, durante la registrazione, è stato
tracciato da un bulino che si muove in modo rettilineo incidendo la lacca e tracciando un raggio
relativo alla circonferenza rappresentata dal vinile
stesso.
La puntina invece, durante la lettura descrive un
arco di circonferenza che coincide, quando va bene, solo in due punti del suddetto segmento descritto dal bulino nella fase di registrazione. Quindi la puntina, durante il rimanente tempo di lettura,
sarà sottoposta a un errore radiale pari a un angolo
descritto dall’intersecarsi delle rette rispettivamente definite una dai punti corrispondenti al
perno e alla puntina, l’altra dal raggio del cerchio
relativo al disco stesso.
Per risolvere questo tipo di problema, si è ricorsi
alla costruzione di aste più lunghe tali da permettere alla puntina di descrivere un arco di
circonferenza meno curvo. Un’altra risoluzione
è quella di piegare la parte finale dell’asta all’altezza della conchiglia o, ancora, dare una forma a S all’asta in modo da simulare il comportamento di un’asta più lunga. Questi tipi di risoluzione determinano, in ogni caso, altri tipi di
problematiche legate essenzialmente all’aumento delle masse in gioco generate da bracci
più complessi e lunghi.
L’errore tangenziale di tracciamento determina
aberrazioni di lettura della puntina del fonorivelatore dovute alla mancanza di tangenzialità
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4 • Forse non tutti ricordano che i primi giradischi Linn montavano questo braccio G707 quad master della giapponese
Grace accoppiandoci la testina Supex 900. È un braccio
da 12 pollici estremamente leggero di tipo semi-integrato.L’asta del braccio è costruita con un tubo da 6 mm in lega particolarmente leggera e dura.Il guscio in acrilico è stato saldamente incollato al braccio per cui,anche se di materiali diversi,può essere considerato parte integrante del
sistema. L’articolazione cardanica è assicurata da microcuscinetti di derivazione areonautica. Il collegamento
elettrico prevede cavi schermati a bassissimo effetto
capacitivo.
5 • Il giapponese Micro Seiki Ma505 possiede un complesso e originale sistema antifeedback a molla al posto
di quello a olio siliconico solitamente usato da altri bracci, primo tra tutti SME. Inoltre è possibile operare variazioni micrometriche tramite rotelle che tendono un filo
direttamente collegato alla molla.L’articolazione è cardanica su tre punti,talmente ben fatta che merita un primo piano.
6 • Esoter Track Ten è stato costruito per il mercato italiano
da una delle più importanti ditte di costruzione di bracci ad alta tecnologia.Braccio dritto con articolazione a cuscinetti di eccellente qualità,lo shell è in magnesio.La regolazione dello skating è magnetico. La massa equivalente è medio-alta ed è consigliato per testine dal peso di
4-10 grammi. Questo braccio aveva un rapporto qualità
prezzo irraggiungibile e rappresentava una testimonianza dell’intraprendenza dell’imprenditoria italiana di
quegli anni.
rispetto al solco che, ricordo, è stato generato da
un movimento rettilineo del bulino incisore. Non
potendoci essere una risoluzione definitiva, si è
costretti a scegliere il male minore, rappresentato in questo caso, dal far assumere alla testina una
posizione che determini un errore mediamente accettabile e che non generi distorsioni udibili. Ecco che il punto di tangenza del fonorivelatore
può essere determinato dalla posizione della testina lungo lo shell (solitamente dotato di una scanalutura a slitta che ne permette il fissaggio a vite), questo punto di tangenza ottimale si può ottenere utilizzando delle dime che aiutano a fissare tale posizione.
Questa delicata operazione deve essere compiuta da mani esperte e sapienti se non si vuole
rischiare di compromettere in modo irreparabile
braccio e testina.
Riassumendo, possiamo solo determinare un errore minimo (sempre se siamo stati abbastanza
abili) di tangenza, ma non si potrà mai ottenere la
condizione perfetta di tracciabilità. Di conseguenza la puntina del fonorivelatore non sarà
mai messa in condizioni di avere il contatto giusto con le pareti del solco vinilico, sarà pertanto
disassata rispetto alla posizione ottimale determinando un mancato sincronismo nella lettura delle due pareti (fig.1), anche se questa imperfezione può essere considerata davvero trascurabile e
per niente rilevabile ad orecchio.
Un ulteriore problema è legato alla forza centripeta generata dalla rotazione del disco che spingerà la testina verso il centro dello stesso; questo
fenomeno è definito slittamento o skating.
La forza centripeta generata è costante e l’intensità è determinata da diversi fattori come la
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La forma del braccio
La forma del braccio è un elemento caratterizzante
importante. Il braccio dritto (fig.5, 6 e 7) consente di
ottenere la minima inerzia in quanto il suo asse coincide con quello dell’intero sistema, la massa in questo
caso è ridotta all’essenziale, di contro l’errore di tracciabilità è molto elevato. Il braccio piegato o curvo,
detto a J (fig.8), è meno soggetto a fenomeni di risonanza rispetto a quello dritto che comunque, quando
presenti, vengono risolti inserendo all’interno dell’asta del materiale leggero e smorzante. L’asse geometrico è in questo caso spostato per cui è necessario
un peso di bilanciamento che consente un riequilibrio statico, in ogni caso i bracci moderni con snodo
cardanico non utilizzano nessun peso che innescherebbe risonanze incontrollate.
Il braccio a S è innanzi tutto esteticamente molto gra-
devole ed elegante. La sua forma consente di ridurre le
risonanze interne del braccio aumentando molto la rigidità meccanica. La costruzione di questo braccio risulta particolarmente delicata per cui solitamente il costo
è elevato. Quando ben costruito questo braccio possiede il baricentro coincidente con il centro di rotazione,
riproponendo in tal modo la stessa situazione del braccio dritto ma, contrariamente a quanto di solito si pensa, questo tipo di braccio non risolve in alcun modo l’errore di tangenza
Tra i bracci dritti è necessario ricordare quelli tangenziali detti anche radiali. Questo tipo di braccio è l’unico che
consente di risolvere il problema dell’errore tangenziale
permettendo al braccio di scorrere lungo un asse parallelo al raggio del disco. Questo sistema molto costoso,
permette anche di applicare la sospensione ad aria
consentendo il completo disaccoppiamento dal restante sistema di lettura.
Fig. 5
Fig. 6
Fig. 5: un braccio completamente diritto è tangente
in un solo punto della spirale del solco, inoltre l’errore
di tangenzialità aumenta dalla periferia verso l’interno del disco.
Fig. 6: se il braccio dritto viene posizionato in modo
che la tangenza avviene al centro del disco, l’errore
aumenta (ma in modo minore) sia verso il centro che verso la linea di circonferenza.
Fig. 7
Fig. 8
Fig.7:se il braccio dritto è tangente all’ultima spira,l’errore tangenziale aumenta progressivamente dal centro al bordo del disco.
Fig.8:se la parte terminale del braccio è piegata l’errore
di tangenza è minore e può essere reso nullo in due punti della spirale del solco.
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Come realizzare questa semplice dima
hang,è necessario far coincidere l’asse geometrico del braccio con l’asse disegnato sulla dima e che passa lungo la retta graduata;la tacca su cui andrà a porsi la puntina è il dato
relativo all’overhang.
Una misura, l’unica, che non riguarda la testina ma il giradischi,è relativa alla verifica dell’esatta velocità del piatto.
Questa operazione può essere effettuata illuminando con
una lampada (preferibilmente al neon) o con una luce
rossa al laser le due file di segmenti posizionati a raggiera,
naturalmente con il piatto in funzione; se guardate fisso il
punto illuminato nella riga corrispondente ai giri selezionati (33 o 45) e i segmenti vi appariranno fermi allora la velocità è corretta. In realtà i giradischi attuali, raramente
posseggono la regolazione fine della velocità, mentre chi
possiede giradischi di qualche anno addietro potrebbe
avere bisogno di questo strumento per operare la giusta regolazione sulla selezione delegata all’aggiustamento.
La manovra senz’altro più delicata è invece quella relativa
alla posizione corretta della testina. Questa dima, non solo vi fornirà la corretta posizione,ma sarà anche in grado di
definire nello specifico l’errore di tracciamento di una
qualsiasi testina montata.Sulla dima è segnata in centimetri
la distanza dal perno da 6 a 15. Inoltre, perpendicolarmente alle righe che definiscono tale distanza, è stato segnato il raggio del piatto che interseca in un punto tali segmenti; al raggio corrisponde l’errore zero di tangenza,
mentre a destra e a sinistra sono stati aggiunti errori da –10°
a +10°. Ecco come dovete procedere: i punti da prendere
come principale riferimento sono quelli corrispondenti a
9 e 13 cm sulla scala della distanza dal perno centrale,
punti nei quali deve corrispondere l’errore zero di tangenza.Ciò si verifica solo quando la puntina tocca l’incrocio definito con il segmento pari a 0° e, contemporaneamente,il corpo della testina risulta perfettamente parallelo alle righe che segnalano la distanza dal centro. Per ottenere questo risultato,è necessario far scorrere la testina
lungo i fori scanalati dello shell del braccio, come se fosse
un breve tratto di binario,badando sempre di non inclinare
la testina e di mantenerla allineata ai suddetti fori scanalati.
Per svolgere questa operazione,è possibile fissare con poca forza e con una sola vite la testina che verrà definitivamente fissata una volta trovata l’esatta posizione lungo lo
shell. Potete a questo punto valutare anche l’errore di
tangenza che la testina assumerà lungo tutto il percorso
compiuto durante il tracciamento dei solchi. È sufficiente
posare la testina su un punto qualsiasi della dima e leggere
il grado di incidenza segnato; naturalmente avrete precedentemente fissato la dima nella stessa posizione in cui avete operato la regolazione della testina.
Nella dima è stato previsto anche uno spazio dove posizionare lo specchietto per valutare l’esatta perpendicolarità della testina nei confronti del disco.Anche quest’operazione,attualmente e nella maggior parte dei giradischi,
è diventata un tantino inutile visto che ormai non esistono più bracci con shell movibile, causa principale di una
scorretta posizione di perpendicolarità. Tale specchietto
(che dovreste procurarvi facilmente andando a rovistare tra
i trucchi di vostra moglie o fidanzata) può essere utile per
un’ispezione della puntina e per valutarne la pulizia,oppure
per osservare se il cantilever ha subito danni verificandone la giusta posizione rispetto al corpo della testina.
Ultimo consiglio: i meno esperti è bene che compiano
queste operazioni con molta attenzione e calma, infatti è
facile fare movimenti bruschi che comprometteranno irreparabilmente le parti meccaniche di braccio e testina;se
non ci si sente sicuri è meglio affidare il compito a mani
esperte. Buon divertimento.
montando correttamente la testina sullo shell,
dopo di che si agisce sul peso sino a ottenere l’equilibrio statico del braccio che deve risultare perfettamente parallelo al terreno (base del piatto); in
questo modo si definisce il peso zero che deve essere fissato nella ghiera graduata. A questo punto occorre avvitare contemporaneamente peso e
ghiera fino a raggiungere il peso determinato che
solitamente si attesta tra 1,5 e 2 grammi. Esistono anche bilancine meccaniche ed elettroniche che
aiutano in questo tipo di regolazione che comunque può essere affinata a orecchio (senza
esagerare e comunque consigliata solo ai più
smaliziati ed esperti) tenendo presente che, a peso maggiore corrisponde un aumento delle frequenze basse con una più intensa sensazione di
immanenza e presenza, mentre una diminuzione
del peso rende le medio-alte più fresche ed aperte. Un’altra regolazione di rilevante importanza è
quella dell’altezza del braccio che determina
l’angolo verticale di tracciamento, il così detto
VTA. La puntina, infatti, deve tracciare il solco con
un determinato angolo d’incidenza rispetto al
piano orizzontale (solitamente pari a 15°). Per operare questa regolazione è necessario intervenire
sull’altezza del perno variandone la verticalità (fig.
2). I sistemi di regolazione del VTA sono di varia
tipologia e posti proprio alla base del perno stes-
so. In alcune occasioni, le manovre non sono
neanche tanto agevoli come nel caso del Rega 250
che necessita di aggiunta di anellini nelle viti di
fissaggio del braccio alla base d’appoggio, mentre uno dei più agevoli è senz’altro quello a vite
della SME V, che addirittura permette la regolazione con il disco in ascolto senza alcun problema. Per una corretta regolazione è necessario tener presente che l’asse geometrico del braccio deve essere parallelo al piatto. Solitamente questa
posizione si determina con la puntina poggiata sul
disco. Un’ulteriore sistema per rilevare l’esatta regolazione del VTA è quello di procedere procurandosi uno specchietto, dello stesso spessore di
un vinile, che verrà poggiato sotto la puntina: osservando allo specchio il corpo della testina si noterà con maggiore facilità la perfetta posizione
orizzontale del corpo della testina. Ovviamente
questo sistema non può essere applicato con testine che non presentano forme regolari. Bisogna
inoltre considerare, che alcune testine necessitano di una regolazione diversa come, per esempio,
la Van den Hul con la quale si consiglia di alzare
di un paio di millimetri il VTA rispetto alla regolazione ottimale. In senso generale, una regolazione bassa determina un suono più gonfio nelle
basse frequenze, mentre a una regolazione alta
corrisponde un suono più stridente e aperto sulla
La taratura della testina può essere considerata una delle operazioni più complicate nella messa a punto
di un sistema braccio-testina. Se si esclude la regolazione effettuata ad occhio, di cui non bisogna
mai fidarsi, l’altra alternativa valida è quella di munirsi di una dima in grado di effettuare con buona
approssimazione tale regolazione.
Alcune testine sono fornite di un accessorio che è in grado
di posizionarle in modo adeguato sulla conchiglia asportabile.Attualmente però,pochissimi bracci sono di questa
tipologia, mentre la stragrande maggioranza è del tipo a
canna dritta con shell fisso che permette la sistemazione
della testina con un angolo d’incidenza intorno ai 22°-24°.
In questo caso si rende assolutamente necessaria una dima esterna come quella che stiamo proponendo.Il suo uso
è abbastanza complesso e,come sempre,il buon risultato
dipende anche molto dalle capacità di chi effettua le misure.
Andiamo con ordine: innanzi tutto chiariamo che quella
proposta è una dima multi-funzione, infatti è dotata di:
- uno stroboscopio (quelle due strane file di segmenti
posizionate a raggiera).
- un misuratore di overhang.
- uno spazio dove posizionare uno specchietto.
- una zona in cui sono segnati punti e i relativi errori di
tangenza espressi in gradi del sistema braccio-testina.
Per effettuare tutte le seguenti operazioni,è necessario sistemare la dima sul piatto facendo attraversare dal perno
il foro previsto sulla dima stessa.
Misurare l’overhang è un’operazione che non viene più effettuata:attualmente i giradischi vengono venduti con il braccio già montato dalla casa,se da una parte questa cosa non
lascia molto spazio alle possibili soluzioni alternative,dall’altra
permette un atteggiamento di sicurezza sull’effettiva precisione del braccio stesso.In ogni caso,per misurare l’over-
pressione con la quale la puntina grava sul solco
o la corrispondente superficie di contatto. Per
ovviare a questo problema, si rende necessario applicare una forza uguale e contraria che agisca in
modo centrifugo sul punto di forza corrispondente
alla puntina, tale forza è definita compensazione
antiskating ed è ottenuta per mezzo di pesi o di
magneti che agiscono in tal senso. Ottimizzare
questo parametro significa evitare effetti deleteri sul risultato sonoro e sulla meccanica del fonorivelatore che si trova ad operare in condizioni ottimali. Gli unici bracci che non risultano
soffrire né di errore di tangenzialità né di skating
sono i bracci tangenziali (Eminent Tecnology,
Clearaudio, Vyger etc.).
PESO DI LETTURA E REGOLAZIONE
VERTICALE DEL BRACCIO
Per poter effettuare correttamente la lettura del solco, la puntina deve poggiare con un’intensità ben
determinata il cui valore è espresso in grammi dalla sua casa costruttrice. Il braccio di lettura possiede un sistema a contrappeso che consente di attuare uno specifico peso di lettura della puntina.
La parte posteriore dell’asta, permette di avvitare un peso che possiede inoltre una ghiera graduata
movibile tale da poter determinare il carico secondo il peso della testina. Inizialmente si procede
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In questo spazio posizionare
uno specchietto
fascia dell’estremo alto della risposta in frequenza. In alcune occasioni, sapienti mani esperte riescono, con piccoli ma fondamentali accorgimenti, a donare tonalità timbriche gradevoli
intervenendo con sbilanciamenti sia sul VTA che
sul peso di lettura, queste operazioni sono in ogni
caso sconsigliate ai neofiti al fine di non compromettere l’integrità dell’intero sistema e della
testina.
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IL BILANCIAMENTO LATERALE
Alcuni bracci, soprattutto quelli ad articolazione
unipivot ma anche alcuni a S o curvi, hanno la regolazione del bilanciamento laterale che compensa le forze torsionali che si riscontrano allorquando il baricentro del braccio non corrisponde con il
centro di rotazione. Solitamente questo tipo di regolazione avviene tramite un peso che si sposta lungo un’asta graduata sistemata al lato del braccio. È
una regolazione delicatissima e facilmente starabile,
conviene controllare spesso la regolazione la cui
imprecisione potrebbe compromettere la funzionalità del cantilever (l’astina su cui è incollata la
puntina) e dell’articolazione del sistema. Per verificarne la corretta posizione, si utilizza lo specchietto verificando in questo caso la perfetta verticalità del corpo della testina rispetto al piano
orizzontale preso come riferimento.
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7 • Ecco il principe dei bracci: lo SME3009R. Anche in
questo caso la sigla R distingue l’alta massa ed è quindi consigliato per testine a bassa cedevolezza. È il braccio a J per antonomasia con articolazione cardanica a
punte di cono e antiskating a contrappeso.
8 • L’inglese Zeta Arm è uno di quei bracci che impressiona per presenza e austerità. Costruito completamente in modo artigianale ha una massa equivalente
di sedici grammi ed è consigliato per testine MC ad alta
massa (fino a 11 grammi) e bassa cedevolezza. L’articolazione cardanica, fisicamente importante, è assicurata in tre punti. Il braccio è dritto con lo shell piegato di
23,75°.
A esclusione dei bracci di tipo tangenziale, i rimanenti
devono necessariamente avere un sistema tale da permettere un movimento inerziale sia in senso orizzontale
che verticale in quanto deve assecondare il movimento
lungo i solchi e le deformazioni ondulate dei dischi.Di seguito i principali sistemi di articolazioni.
Cuscinetti a sfera.In questo tipo due cuscinetti a sfera posti in orizzontale permettono il movimento verticale del
braccio mentre il movimento orizzontale viene permesso
da un unico cuscinetto posto alla base del braccio (Fig.9).
Questa tipologia è quella maggiormente utilizzata attualmente (vedi Rega) in quanto la realizzazione risulta
molto economica e affidabile.
Cardanica. Questo tipo di articolazione si realizza tramite
due anelli metallici concentrici di cui il più piccolo viene attraversato dal braccio e fissato con due punte a forma di cono. A sua volta quest’anello si fissa al più grande con altre due punte sull’asse opposto al primo (Fig.
10). Anche questo tipo di realizzazione non è particolarmente difficile e costosa, salvaguardando inoltre una
notevole efficacia in quanto i punti di contatto risultano solo quattro consentendo così un disaccoppiamento eccellente.
A lama di coltello. Il sistema a lame di coltello viene impiegato solo per il movimento verticale del braccio ed è costituito da una lama a forma di cuneo solidale al braccio e
disposta lungo un piano orizzontale (Fig.11).Questa lama,
è ospitata su un apposito alloggiamento scavato che permette il basculamento,il braccio è quindi libero di oscillare verticalmente mentre il movimento orizzontale è solitamente assicurato da un cuscinetto a sfera. Questa articolazione è facile da realizzare ed è notevolmente precisa ma molto delicata e instabile.L’esempio più celebre di
articolazione a lame di coltello è lo SME che ne ha risolto
brillantemente l’instabilità.
Unipivot. È un sistema piuttosto difficile da realizzare e
poggia la propria filosofia costruttiva sulla minima superficie di contatto (Fig. 12).In questo tipo di progetto, il
braccio possiede un solo punto di contatto con il resto del
corpo meccanico con il risultato del ridottissimo attrito.Il
corpo del braccio in pratica è posto in equilibrio statico su
una punta conica che ne determina la base d’appoggio.I
problemi principali sono nei materiali da usare che nel caso delle punto d’appoggio devono essere estremamente
duri e nell’estrema delicatezza del sistema di bilanciamento che crea disagi in termini di risonanze e criticità di
bilanciamento tali da determinarne l’instabilità meccanica della testina.In parole povere in alcuni casi il rimedio è
peggiore del male in quanto all’ideale teorico dell’unico
punto di contatto corrisponde un meccanismo delicato ed
instabile che ne svilisce i pregi.
In senso generale,va da sé che qualsiasi tipo di articolazione si desideri utilizzare,la resa finale risulta in strettissima relazione con la qualità dei materiali utilizzati e nella precisione
meccanica della realizzazione costruttiva.
Fig.9
Fig.10
Articolazione
Fig.11
Fig.12
9 • Personalmente lo ritengo uno dei più belli. Si tratta
dello scozzese Syrinx Ipsissima PU3. È un braccio dritto
con articolazione cardanica a cuscinetti di grosse dimensioni. Particolarmente indicato per testine MC con
massa pari a 9-12 grammi. Agendo sulla ghiera alla base dell’asta, è possibile la regolazione fine dell’overhang e dell’azimuth per cui la messa in dima risulta
agevole e precisa.
10 e 11 • Acos Lustre GST-1 è un bel braccio giapponese
fine anni settanta. La sua caratteristica principale è
quella di possedere un’estrema semplicità nella messa
in dima, molto simile a quella a slitta dello SME. Il suo
sistema a cardano e la regolazione del VTA sono un
esempio di meccanica da manuale. Come molti bracci
dell’epoca c’è la possibilità di aumentare la massa
equivalente avvitando un ulteriore peso.
12 • Il braccio inglese Helius Scorpio. Negli anno ottanta-novanta era considerato un must per chi desiderasse un braccio per testine MC di buona qualità senza per
questo spendere un patrimonio, basta considerare che
all’epoca costava poco più del Rega RB300. Le sue caratteristiche principali sono rappresentate dall’articolazione a cuscinetti ad altissima precisione e una costruzione semplice ma molto curata.
13 • Il Micro Seiki CF1 (sigla giapponese) o MA707 (per
l’Europa), è un bel esempio di braccio dritto che utilizza
un semplicissimo e funzionale sistema cardanico a tre
punti. La sua massa equivalente può essere considerata media e possiede un originale sistema per la regolazione della massa e delle risonanze tramite un peso
che si applica a scorrimento lungo il braccio. L’antiskating è magnetico.
14 • La danese Ortofon RMG 212i. Siamo entrati nel
Gota dei bracci di lettura. La linea è semplice, il disegno quasi elementare ma la capacità di tracciamento
è da super-braccio. Possiede un’originale e funzionale
sistema di sospensione a molla che permette di variare in modo ottimale le risonanze di tutto il sistema
braccio-testina.
5468 - Qualcuno si ricorda dello SME III? Sfortunatissimo braccio, molto criticato dalla stampa dell’epoca a
causa dell’atipico innesto a baionetta di tutto il braccio
in lega leggera d’alluminio. Per il resto già presentava
soluzioni interessanti come la slitta per la messa in dima, la vaschetta con olio siliconico per lo smorzamento
delle risonanze e l’antiskating a contrappeso con una
regolazione originale e molto curata.
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Il braccio di lettura
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L’AMATEUR PROFESSIONNEL
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15 • Il bellissimo DV505 in versione satinata e cromata
naturale.
16 • Fidelity Research FR64fx in versione cromata nera e
naturale. La sigla fx distingue il modello a massa media
adatto per testina MC con massa e cedevolezza medio-basse. Il sistema di articolazione è cardanico con conchiglia
movibile a normativa EIA.
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verso in modo da ottenere repulsione tra loro;
maggiore è la loro vicinanza maggiore è la forza
anti-skating applicata.
Appare quanto mai importante intervenire correttamente su questa regolazione che ha notevole influenza sul bilanciamento tra i canali e sulla
longevità della testina. Tenete presente inoltre, che
tale importanza aumenta in modo proporzionale
all’aumentare delle inerzialità in gioco e quindi in
funzione della qualità dei materiali utilizzati per
il sistema del braccio.
SOLLEVAMENTO DEL BRACCIO O LIFT
Quasi tutti i bracci sono dotati di un sistema meccanico d’innalzamento e abbassamento della puntina sul disco. È indubbiamente importante che tale operazione non sia mai fatta a mano al fine di evitare possibili shock a testina e solchi del disco
quando, anche inavvertitamente, si compiono manovre troppo brusche. Anche i più esperti ed attenti,
prima o poi, possono sbagliare ed è sufficiente
un’unica volta per causare danni il più delle volte
assai costosi.
La maggior parte dei sistemi di sollevamento ricorrono a un meccanismo smorzante a olio o silicone (fig. 3). Questi dispositivi permettono di posizionare la testina al di sopra del punto sul quale si vuol far cominciare la riproduzione ed una
volta abbassata la leva permettono alla testina un
“atterraggio” sul solco del disco delicato e
costante.
UNA PAROLA, INFINE, MISTERIOSA:
OVERHANG
LA COMPENSAZIONE ANTISKATING
Lo slittamento del braccio verso il centro del disco è un effetto che non è insito nel meccanismo
del sistema del braccio, ma s’innesca solo quando la puntina poggia sulla superficie del disco in
movimento. In questo caso il sistema del giradischi e del braccio si trasforma in un sistema isostatico in cui la forza di trazione è bilanciata dalla forza della cerniera che coincide col perno del
braccio. La forza in questione è centripeta, per cui
deve essere in qualche modo compensata per
evitare che la testina si rovini a causa della posizione non ortodossa del cantilever. Inoltre, il solco interno del disco si deformerà in modo diverso rispetto a quello esterno con il risultato di
avere un suono sbilanciato su uno dei due canali. I sistemi antislittamento (anti-skating) sono pre-
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valentemente tre: a molla, a peso e magnetico.
Il sistema a molla consiste nel posizionare una
molla a spirale in carica tra la base fissa e il perno del braccio in modo da esercitare una forza
contraria centrifuga che bilanci quella centripeda. Quello a peso consiste nel far passare attraverso una sorta di carrucola di scorrimento un filo di nylon con un contrappeso legato ad un capo, mentre il capo opposto è fissato al braccio su
un perno graduato. Man mano che il braccio
viene trascinato verso il centro è costretto a sollevare il peso che contrasta in tal modo la forza
centripeta.
Il sistema magnetico appare quello più funzionale
oltre ad essere quello più moderno. La regolazione
avviene tramite l’avvicinamento di due magneti
con le polarità uguali posizionate nello stesso
Per concludere questa sicuramente incompleta
disamina sul braccio di lettura, vi sottopongo un
ultima nota caratteristica dei bracci di lettura il
così detto overhang. Per un certo periodo, l’overhang ha turbato i sonni degli audiofili che
hanno cominciato a dubitare della loro sorgente analogica a causa di leggere variazioni sul giusto assetto di questo parametro. In realtà l’overhang, è la distanza tra il centro del disco e la
puntina nel momento in cui l’asse geometrico del
braccio coincide con il diametro del disco (fig.
4). Questo parametro viene solitamente preso in
considerazione nel momento del montaggio del
braccio sul giradischi per avere un’ulteriore
prova dell’esatta posizione di fissaggio. Un tantino di confusione si è venuta a creare con l’utilizzo dei bracci a J, ed è anche andato perso questo riferimento che man mano non è stato più
preso in considerazione.
n.b. Un ringraziamento particolare va all’amico
Antonio Palmieri di quel di Livorno, che mi ha
messo a disposizione la sua collezione di bracci,
oltre a essere riuscito a riaprire qualche cassettino della memoria che tenevo chiuso evidentemente da troppi anni.
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