un tesoro di giochi nel museo - Istituto Comprensivo di Fagagna

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un tesoro di giochi nel museo - Istituto Comprensivo di Fagagna
Scuola dell’infanzia di Ciconicco
Scuola primaria di Fagagna
Scuola secondaria di primo grado di Fagagna
Un tesoro di giochi nel museo
Descrizione dell’esperienza
UN TESORO DI GIOCHI NEL MUSEO
Istituto Comprensivo di Fagagna
Sede: 33034 Fagagna – (UD) - Via del Castello 1
Tel. 0432 800258 Fax. 0432 802663
Sito internet: http://www.icfagagna.it
e-mail: [email protected]
Quadro di riferimento e motivazioni
2
Finalità, obiettivi specifici e scelte di contenuto
3
Riferimenti teorici
4
Percorso
5
Metodologie di insegnamento/apprendimento, risorse/strumenti e
procedure
9
Verifica e valutazione
9
Risultati e ricaduta della didattica
10
Appendice 1: Materiali realizzati
11
Appendice 2: Docenti ed operatori coinvolti
11
Strumenti allegati
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Scuola secondaria di primo grado di Fagagna
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QUADRO DI RIFERIMENTO E MOTIVAZIONI
L’Istituto Comprensivo di Fagagna raccoglie in modo specifico l’utenza del territorio dei
comuni di Fagagna e di San Vito di Fagagna, che si colloca tra la zona collinare del Friuli
medio-settentrionale e la zona pianeggiante pedecollinare per un’estensione di circa 45 Kmq.
La popolazione residente al 31/08/2010 è di 6362 abitanti nel Comune di Fagagna e di 1699
nel Comune di San Vito con una tendenza in crescita dell’andamento demografico dato dal
saldo positivo di un movimento migratorio.
Fanno parte dell’Istituto Comprensivo le seguenti scuole:

Scuola dell’infanzia statale di Madrisio (49 bambini)

Scuola dell’infanzia statale di Ciconicco (67 bambini)

Scuola dell’infanzia statale di Silvella (47 bambini)

Scuola Primaria statale di Fagagna (155 alunni)

Scuola Primaria statale di Ciconicco (79 alunni)

Scuola Primaria statale di San Vito (63 alunni)

Scuola Secondaria statale di primo grado (262 alunni).
Nel Comune di Fagagna c’è un patrimonio culturale importante, legato alla cultura
contadina di un tempo, che è depositato presso il Museo della Vita Contadina “Cjase Coçèl”. Si
tratta di un’abitazione antica destinata a scopi museali.
Da alcuni anni gli esperti di
didattica del museo danno vita a
dei
congressi
sulla
didattica
museale, per avvicinare sempre
di più alla scuola l’istituzione che
ha sempre fornito comunque alla
scuola aiuti, esperti e volontari
per
portare
le
scolaresche
al
museo, dove di anno in anno, si è
parlato del mondo contadino e
con i bambini sono stati affrontati
concretamente il ciclo del mais, la
vendemmia,
la
tosatura
delle
pecore e molte altre attività che
hanno creato una connessione tra le generazioni ed hanno reso abituale la frequentazione del
museo. L’anno scorso, la Mostra del tabacco ha dato lo spunto per la realizzazione di uno
spettacolo teatrale in friulano e in italiano, che è stato documentato in un DVD.
In quest’anno scolastico, oltre alle tradizionali attività dedicate alla conoscenza del
mondo contadino destinate ai più piccoli, si è pensato ad un tipo di lavoro innovativo per i
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ragazzi delle quinte della scuola primaria e delle cinque classi della scuola secondaria. Dopo
aver preso parte ad un seminario lo scorso settembre ed essere venuti a conoscenza di realtà
museali (simili a quella di Fagagna) in cui sono state allestite delle sezioni dedicate ai ragazzi, i
docenti hanno deciso di condurre l’allestimento anche a Fagagna di un museo parallelo dei
ragazzi per i ragazzi, creando un percorso espositivo degli oggetti a loro cari all’interno di
Cjase Cocèl.
Oltre ai docenti della scuola, il progetto è stato avviato anche grazie alla collaborazione
degli esperti di didattica del museo, Elia Tomai, Carmen Metus ed Elisabetta Brunello, e in
particolare di un docente di antropologia dell’Ateneo di Udine, il prof. Stefano Morandini, il
quale ha rapporti di collaborazione continuativa con gli operatori del Museo.
Destinatari del percorso sono stati:
-
26 bambini “medi” della scuola dell’infanzia di Ciconicco
-
due classi 5^ della scuola primaria di Fagagna
-
tre classi 1^ e due classi 2^ della scuola secondaria di primo grado di Fagagna.
FINALITÀ, OBIETTIVI SPECIFICI E SCELTE DI CONTENUTO
Attraverso la collaborazione scuola/museo la finalità generale per tutti gli ordini di
scuola era di presentare il museo agli allievi in modo adeguato ai loro interessi e quindi di
renderlo accessibile, capirne il senso ed il funzionamento, e per i più grandi fare proprie alcune
tecniche di lavoro dell’antropologo.
SCUOLA DELL’INFANZIA
La finalità generale per questo grado di scuola è stata avvicinare i bambini al museo
attraverso l’esperienza diretta e il fare produttivo valorizzando il gioco e la relazione personale.
Gli obiettivi specifici di apprendimento sono stati:

Il sé e l’altro: Conoscere la propria realtà territoriale (luoghi, storie, tradizioni) e altre
realtà per confrontare le diverse situazioni.

Corpo, movimento e salute: Rappresentare la figura umana e il proprio corpo. Muoversi
spontaneamente e in modo guidato in base a suoni, musica, indicazioni,…

I discorsi e le parole: Parlare, dialogare, lasciando trasparire fiducia nelle proprie
capacità di espressione. Comprendere e riesprimere narrazioni.

Linguaggi, creatività, espressione:
Disegnare, dipingere, modellare, dare
forma
all’esperienza, con varietà creativa di strumenti e materiali, “lasciando traccia di sé”.

Esplorare, conoscere e progettare: Osservare chi fa qualcosa con perizia per imparare.
Imparare ad osservare e a dire di che cosa si tratta con proprietà di termini.
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SCUOLA PRIMARIA
Le insegnanti hanno aderito al progetto di didattica museale elaborato dalla scuola
secondaria di primo grado.
L’obiettivo principale non è stato tanto quello disciplinare linguistico, poiché il
percorso è stato svolto in via del tutto sperimentale, quanto piuttosto la partecipazione attiva
alla Mostra finale.
SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO
La finalità generale era rendere consapevoli i ragazzi della propria identità,
paragonandola a quella dei propri nonni e dei genitori, ed avvicinarli ad una realtà museale
importante, capendone le ragioni ed il funzionamento, appropriandosi infine di alcune semplici
tecniche proprie del lavoro dell’antropologo.
Gli obiettivi specifici di apprendimento sono stati trasversali alle discipline coinvolte
(Italiano, Storia, Geografia, Educazione artistica, Scienze, Educazione tecnica):
● valorizzare l’esperienza e le conoscenze degli alunni
● favorire lo sviluppo del senso critico attraverso la “lettura della realtà'” e il confronto con la
storia
● attuare interventi adeguati nei riguardi delle diversità
● incoraggiare l’apprendimento collaborativo
● arricchire il
personale
repertorio lessicale
(proprietà terminologica) potenziando la
produzione scritta e orale
● sviluppare il senso d'appartenenza alla comunità del singolo individuo
● sollecitare l'apprendimento di tecniche di analisi di documenti
● sviluppare la propria creatività per maturare il senso del bello.
RIFERIMENTI TEORICI E FORMAZIONE DEI DOCENTI
L’iniziativa è nata dopo che alcuni docenti dell’Istituto Comprensivo hanno partecipato
ad un seminario, svoltosi lo scorso ottobre, che aveva come argomento la didattica museale.
In quella occasione sono state presentate varie esperienze didattiche di insegnanti di scuole
italiane, sia primarie che secondarie, e di operatori di musei di diversi luoghi. Il riferimento per
tutti era ed è il maestro Ettore Guatelli, non più vivente, che nel museo che egli stesso ha
definito “del quotidiano”, ad Ozzano Taro, ha raccolto infiniti esempi di oggetti di uso comune,
disposti in maniera artistica e schedati in modo del tutto soggettivo ed espressivo.
Seguendo le indicazioni prese in esame in alcuni interventi svolti a scuola dall’esperto
prof. Morandini, i docenti hanno guidato i propri allievi nella riflessione sul proprio mondo, sui
propri affetti e sull’individuazione degli oggetti che più li rappresentano. L’esperto è
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intervenuto direttamente anche con i ragazzi della scuola secondaria di primo grado per aiutarli
ad una lettura in chiave antropologica.
I docenti partecipanti al progetto si sono incontrati diverse volte a scuola, coordinati
dalla Dirigente, e si sono confrontati sul proprio operato e su quello dei ragazzi.
Per la progettazione del percorso si è fatto riferimento al seguente indirizzo:
http://archivio.pubblica.istruzione.it/didattica_musealenew/index.shtml .
PERCORSO
SCUOLA DELL’INFANZIA
Fase di preparazione alle uscite
Le insegnanti hanno inviato un avviso alle famiglie chiedendo di far portare a scuola il
giocattolo preferito del proprio figlio. In questo modo si è verificata la possibilità concreta di
introdurre il contenuto scelto come filo conduttore in continuità verticale. Il fatto di poter
mostrare un proprio oggetto e di verbalizzarlo secondo il proprio vissuto personale ha
permesso la creazione di un clima di condivisione e di confronto reciproco nel rispetto degli
altri. L’esposizione del proprio giocattolo è stata effettuata in maniera libera a scuola, davanti
ad un pubblico conosciuto, cioè i compagni di scuola, realizzando così una mini mostra.
L’attenzione è stata rivolta anche ai giochi presenti a scuola e ognuno ha espresso le
sue preferenze. Ogni oggetto è stato rappresentato graficamente per lasciare traccia di sé.
Fase di esplorazione: LE USCITE
Sono state effettuate due uscite presso il Museo Cjase Cocèl di Fagagna:
 La prima finalizzata all’osservazione e all’ascolto di:
-
Giocattoli poveri del passato
-
Giocattoli ricchi del passato (solo un accenno)
-
Spazi dell’antica casa contadina
-
Filastrocche e giochi del passato in lingua minoritaria.
 La
seconda
dedicata
alla
costruzione
di
poveri
passato
nel
Giocattoli
del
del
Laboratorio
giocattoli
Museo Cjase Cocèl:
-
Per
le
bambola
bambine,
di
una
stoffa
“la
lele”
-
Per i bambini, una freccia in penna di volatile e tutolo.
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Grazie alla figura di Tonj (vedi foto pag. 2), un bambino
povero che abitava molto tempo fa a Cjase Cocèl, i bambini
hanno potuto fare un confronto con i suoi giocattoli e
appassionarsi fino alla loro costruzione con l’aiuto e la
disponibilità di nonni che erano stati chiamati a condurre il
Laboratorio pratico. Tutti hanno voluto fare la foto sotto
l’albero di Tonj. La fotografia è stata allegata sotto al disegno
di Tonj come ricordo dell’esperienza.
Fase di rielaborazione dell’esperienza
Sono state guidate varie rappresentazioni grafiche e relative verbalizzazioni sui
momenti salienti delle esperienze vissute durante le uscite, ricordati spontaneamente dai
bambini. In particolare, è stata fatta un’analisi specifica dei materiali usati nella seconda uscita
per la costruzione del proprio giocattolo: la freccia per i bambini e la bambolina per le
bambine. L’uso delle foto scattate alle uscite si sono riscontrate un utile strumento per
stimolare il ricordo e la verbalizzazione dei bambini che è stata raccolta in un unico testo
documentato assieme ai lavori dei bambini.
Per approfondire il contenuto dei giochi in cortile di un tempo le insegnanti hanno
presentato in aula di psicomotricità: Girotondo, Moscacieca, la Rogna, Palla Pallina e Regina
Reginella. In seguito alla pratica, i bambini rappresentavano graficamente l’esperienza. La
musica è stata utile per creare un’atmosfera interessante. Al gioco della Rogna è stata
associata la canzone “Salta la pulce” di Rime per
le mani (Chiara Carminati et al., Edizioni Panini,
2009). In cerchio da seduti i bambini dovevano
passarsi la pulce (o rogna) prima toccando la
testa, poi un ginocchio, poi un orecchio e così
via. Al termine della canzone chi aveva la pulce
ricominciava il gioco.
Per le filastrocche in lingua minoritaria sono state
elaborate delle schede animabili dagli stessi
bambini con elementi semoventi.
A questo punto si è vista la necessità di far
emergere
la
consapevolezza
sull’importanza
dell’esperienza vissuta. Secondo le insegnanti
era importante che i bambini comprendessero
come è possibile essere creativi anche usando
materiali diversi e di valorizzare la storia di ogni
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bambino per rendere più concreta l’idea astratta di “passato”.
Così le insegnanti hanno inviato un altro avviso alle famiglie chiedendo il reperimento di
materiali di recupero (scatola di formaggini,
mollette
di
legno,
tappo
di
sughero
da
damigiana, scatola di scarpe) e una foto del figlio
che stava usando un vecchio gioco di quando era
ancora molto piccolo, avendo l’accortezza di
raccontare anche al proprio figlio come lo usava,
chi gliel’aveva regalato …
Con i materiali raccolti sono stati costruiti:
-
Una maracas
-
Un coccodrillo
-
Una ballerina
-
Una trottola
Nella scatola di scarpe, rivestita a scopo
decorativo con i ritagli dei bambini, sono stati
raccolti gli oggetti prodotti dai bambini.
SCUOLA PRIMARIA E SECONDARIA DI PRIMO GRADO
Fase di analisi dell’oggetto d’affezione
In seguito alla visita di una Mostra dell’Illustrazione per l’infanzia, il prof. Morandini ha
introdotto il tema della mitologia del Friuli Antico riportando esempi di oggetti rilevanti dal
punto di vista mitologico. Da qui si è partiti per giungere alla selezione del proprio oggetto
d’affezione.
Tutti i ragazzi hanno schedato in maniera personale gli oggetti prescelti, e così facendo
hanno parlato della propria storia e di quella della famiglia. Spesso infatti gli oggetti, o le foto
presentate si riferivano al loro mondo affettivo: un peluche è per alcuni caro perché ricorda la
prima infanzia, perché è stato regalato dai nonni o per qualche altro motivo, di certo lo è
perché tramite l’oggetto si racconta una storia.
Oltre ai giocattoli sono stati presentati oggetti residui della vita contadina del passato, a
volte costruiti assieme ai nonni, come i cesti in vimini o le ramazze, foto di famiglia, palloni e
scarpe da calcio particolarmente amati perché proprio con quelli i proprietari sono riusciti
finalmente a fare quel goal che ha sbloccato la loro insicurezza, biciclette, sci, il fazzoletto degli
scout … oggetti come simboli di qualcos’altro che appartiene a se stessi, questo i ragazzi
l’hanno capito subito molto bene.
Un incontro intermedio svoltosi nella sede del museo, che si trova vicino a scuola, gli
allievi hanno presentato e motivato le proprie scelte, che il docente universitario ha inquadrato
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in chiave antropologica.
Un tesoro di giochi nel museo
I commenti del professore sono stati di ulteriore aiuto nella
presentazione del proprio oggetto poiché sono serviti ad inquadrarlo in base al vissuto e al
passato del ragazzo. Questo modo di valorizzare l’oggetto ha dato molta soddisfazione agli
allievi. L’intento era di far comprendere loro l’importanza sociale dell’oggetto in funzione al
legame con le loro radici.
Fase di allestimento
A fine anno si è giunti all’allestimento del “Museo dei ragazzi”, che successivamente
all’inaugurazione della Mostra è rimasto per qualche tempo aperto ai visitatori negli orari
d’apertura del museo etnografico.
Per esporre il proprio oggetto sono stati usati diversi materiali: cartoncini, colori, buste
di nylon spesse, spaghi. Ogni scheda è stata inserita in una busta di nylon e con uno spago è
stata appesa al soffitto o ad altri supporti posti in alto.
I giocattoli invece sono stati posti all’interno delle bacheche del museo o all’interno di
cestini trasformati in bacheche, appesi con delle reti oppure semplicemente fotografati e
riportati sulla scheda. Anche la scelta dell’ubicazione del proprio oggetto nel museo è stata
fondamentale ed effettuata con l’aiuto degli esperti del Museo.
Fase conclusiva: la Mostra dei ragazzi
L’inaugurazione è avvenuta il 28 maggio
2011.
Dopo
il
saluto iniziale
delle
autorità
comunali e dei conduttori dell’esperienza, tra cui
un rappresentante degli stessi ragazzi, gli allievi
hanno illustrato il lavoro svolto durante l’anno ai
familiari e alle persone intervenuti.
Attraverso
l’esposizione
diretta
del
proprio oggetto essi hanno dimostrato una
volta di più di avere ben capito i procedimenti
e le motivazioni che li avevano portati ad
essere lì, tutti orgogliosi di mostrare i propri
tesori agli intervenuti. Parole di elogio sono giunte dall’amministrazione comunale di Fagagna,
che ha visto con soddisfazione l’integrazione dimostrata ancora una volta tra la scuola locale
ed il territorio.
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METODI DI INSEGNAMENTO/APPRENDIMENTO,
RISORSE/STRUMENTI E PROCEDURE
Sulla base delle conoscenze estrapolate dai seminari e sulla base delle complementari
ricerche sui siti dell’Istruzione si è vista la necessità di sperimentare la proposta della didattica
museale poiché essa è trasversale a tutte le discipline senza prevedere la stesura di programmi
canonici
da
svolgere
entro tempi
ristretti. Così
è
stato possibile
dare
al
percorso
un’impostazione metodologica basata sul fare, tipica della pedagogia attiva.
Nella scuola dell’infanzia i bambini sono stati coinvolti nella costruzione di giocattoli.
Nella scuola primaria e secondaria il metodo principale è stato quello di coinvolgere le
proprie classi nell’allestimento di una mostra, parallela a quella del museo etnografico, di
oggetti d’affezione dei propri allievi.
Essendo la prima esperienza condotta sulla base dei criteri della didattica museale, il
metodo della ricerca-azione è stato predominante poiché l’esperienza è stata condotta
durante l’anno scolastico sulla base delle conoscenze reperite tramite esperti e poi messe in
pratica modificando di volta in volta la chiave di lettura disciplinare a seconda delle necessità,
in particolare puntando su quella antropologica.
VERIFICA E VALUTAZIONE
SCUOLA DELL’INFANZIA
Attraverso lo strumento della rappresentazione grafica si è potuto osservare il livello
evolutivo nel disegno della figura umana e nella rappresentazione dello schema corporeo.
Attraverso la verbalizzazione si valutava: la rispondenza alla realtà vissuta, la ricchezza
di particolari, l’espressione dei propri sentimenti e sensazioni.
Attraverso il gioco strutturato si è potuto osservare: il rispetto delle regole del gioco, il
livello di interazione con i compagni in base alle indicazioni fornite nel rispetto dello schema
corporeo, il grado di rappresentazione grafica di situazioni statiche e dinamiche/interazionali.
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SCUOLA PRIMARIA
Gli strumenti di valutazione sono stati: osservazioni, foto, verbalizzazioni.
Le capacità che sono state valutate:
 saper “far parlare” l’oggetto intervistandolo e giungendo alla sua descrizione
 saper esporre il proprio oggetto a persone sconosciute alla mostra
 saper partecipare e coinvolgersi.
Come verifica le insegnanti hanno rilevato il numero degli allievi presenti alla mostra
finale: la metà degli alunni. Sicuramente il percorso ha stimolato molto di più la frequenza al
museo e si rileva la necessità di sviluppare la didattica museale anche il prossimo anno.
SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO
Gli strumenti di valutazione sono stati: videoregistrazioni, foto, componimenti scritti,
disegni, verbalizzazioni.
Attraverso gli
strumenti
di valutazione si
osservavano le seguenti capacità e
competenze:
 capire se stessi in relazione agli altri ed alla storia,
 saper parlare di sé in un ambiente, quello friulano, non troppo incline alla loquacità,
 saper scriverne sapendo che tutto sarebbe stato accettato e sarebbe andato bene,
 saper organizzarsi e portare a termine un lavoro,
 saper partecipare e coinvolgersi,
 saper comunicare attraverso una moltitudine di mezzi (scrittura, fotografia, disegno …).
Come verifica è stata condotta un’analisi in base agli obiettivi trasversali alle discipline
fondamentali.
RISULTATI E RICADUTA SUL RESTO DELLA DIDATTICA
SCUOLA DELL’INFANZIA
Gli obiettivi iniziali sono stati raggiunti in misura relativa ad ogni bambino. Chi aveva
grosse difficoltà nella rappresentazione dello schema corporeo è stato motivato dalla seguente
esperienza a compiere significativi progressi.
I bambini hanno partecipato con interesse e sarebbe auspicabile proseguire l’esperienza
il prossimo anno considerando un nuovo contenuto. Riscoprendo i giocattoli e i giochi di un
tempo si è notato che i bambini hanno cominciato a vivere con più serenità i momenti ludici a
scuola senza spirito competitivo. Hanno acquisito maggiore fiducia nell’esprimere le proprie
idee e hanno provato soddisfazione nel proporle.
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SCUOLA PRIMARIA E SECONDARIA
La voglia di esprimersi, di raccontare di sé è stata sicuramente uno degli aspetti
principali, così il senso di accoglienza che gli alunni hanno sentito da parte della scuola, i cui
operatori, assieme a quelli del museo, hanno abbracciato il mondo dei bambini della primaria e
dei ragazzi della secondaria. Sono comparsi per tutto l’anno album fotografici a raccontare
momenti di vita, e continuamente i piccoli protagonisti hanno raccontato di sé.
La presenza degli esperti è stata di necessaria importanza ed è servita a soffermare
l’attenzione dei ragazzi sul valore affettivo e sociale degli oggetti per avvicinarli al significato di
museo.
PER TUTTI I GRADI DI SCUOLA
Concludendo si può dire che tutta l’esperienza è stata positiva e nella sua realizzazione
pratica è rimasta coerente a tutti e quattro i punti cardine della didattica museale:
lo sviluppo del tessuto sociale,
la scoperta del legame presente/passato,
lettura polivalente della realtà,
approccio laboratoriale.
Tutto è valso la pena di dire, non si è fatta una questione di tempi che stringono, di
programmi canonici da svolgere.
APPENDICE 1: Materiali prodotti

Verbalizzazione dei bambini della scuola dell’infanzia rispetto alle uscite

Schede sul tema dei giocattoli

Scheda descrittiva degli oggetti d’affezione
APPENDICE 2: Insegnanti coinvolti
Per la secondaria di primo grado Maria Paola Colucci coordinatrice, Flavia Fasan, Cinzia
Stella, Lorella Gosparini, tutte insegnanti di lettere;
Per la primaria le maestre Tempo Rita e Anna Doret
Per la scuola dell’infanzia Furlano Paola, Treu Silvia e Raffaella Del Forno (insegnante di
sostegno)
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Strumento didattico
SCHEDA DI LAVORO PER LA DESCRIZIONE DEL PROPRIO
OGGETTO D’AFFEZIONE
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Sede: 33034 Fagagna – (UD) - Via del Castello 1
Tel. 0432 800258 Fax. 0432 802663
Sito internet: http://www.icfagagna.it
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RACCONTO IL MIO OGGETTO …
Analisi tecnica dell'oggetto
1 DIMENSIONI




Lunghezza aperta
Diametro
Peso
Lunghezza
2. ANALISI STRUTTURALE
o Parti che la compongono
o Materiali
3. ANALISI DESCRITTIVA
 Nome
 Forma
 Colore
Analisi narrativa dell'oggetto
4. STORIA
 Breve descrizione oggettiva
 Narrazione del “quando”, “dove”, “perchè?”
 Analisi e sviluppo dell'aspetto emozionale-affettivo soggettivo
legato all'oggetto
Analisi progettuale
5. AMBIENTAZIONE
 Rilevazione dell'ambiente in cui esporre l'oggetto e sua
motivazione
 Ideazione e progettazione della scenografia più idonea alla
valorizzazione dell'oggetto
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Per la scuola primaria:
Seguendo gli stessi punti si effettua un’intervista al proprio oggetto
d’affezione con una serie di domande personali e ogni bambino
risponde facendo finta di essere l’oggetto e di farlo parlare. Le
risposte ottenute serviranno per costruire la descrizione di
presentazione per la Mostra.
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Strumento didattico
SCHEDE UTILI ALLO SVILUPPO DEL TEMA DEI
GIOCATTOLI
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IL MIO GIOCATTOLO PREFERITO È …
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A SCUOLA MI PIACE GIOCARE CON …
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QUANDO ERO PICCOLO E ANCORA NON CAMMINAVO, GIOCAVO CON …
IL GIOCATTOLO CHE PREFERIVO ERA …
INCOLLARE UNA FOTOGRAFIA
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IERI MERCOLEDÌ 27 APRILE SIAMO STATI A CJASE COÇEL.
LE SIGNORE CARMEN E ROSA CI HANNO RACCONTATO TANTE COSE
INTERESSANTI.
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ANCHE LE NOSTRE MAESTRE CI HANNO INSEGNATO GIOCHI CHE FACEVANO
QUANDO ERANO PICCOLE.
È STATO DIVERTENTE GIOCARE TUTTI INSIEME.
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GIROTONDO
REGOLE:
-
SI DEVE FARE UN CERCHIO
I BAMBINI SI DEVONO TENERE PER MANO
DEVONO GIRARE DA UNA PARTE E CANTARE: GIRO GIROTONDO, CASCA IL MONDO,
CASCA LA TERRA E TUTTI GIÙ PER TERRA!
BISOGNA SEDERSI PRIMA CHE FINISCA LA CANZONE
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MOSCACIECA
REGOLE:
-
SI BENDANO GLI OCCHI A UN BAMBINO MENTRE GLI ALTRI SI DISPONGONO IN
ORDINE SPARSO
QUANDO TUTTI SONO IN POSIZIONE SI RECITA UNA FILASTROCCA
IL BAMBINO BENDATO DEVE CERCARE DI PRENDERE IL MAGGIOR NUMERO DI
COMPAGNI POSSIBILE
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LA ROGNA
REGOLE:
-
UN BAMBINO DEVE FARE LA “ROGNA”
GLI ALTRI BAMBINI DEVONO CORRERE SENZA CHE IL BAMBINO CHE HA LA ROGNA LI
TOCCHI SULLA SCHIENA
SE UN BAMBINO VIENE TOCCATO PRENDE LA “ROGNA” E TOCCA A LUI CORRERE E
CERCARE DI PRENDERE UN ALTRO BAMBINO
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Scuola dell’infanzia di Ciconicco
Scuola primaria di Fagagna
Scuola secondaria di primo grado di Fagagna
Un tesoro di giochi nel museo
PALLA PALLINA
REGOLE:
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UN BAMBINO PRENDE LA PALLA E LA FA RIMBALZARE SUL MURO O FRA LE MANI
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MENTRE SI LANCIA LA PALLA, SI CANTA “PALLA PALLINA, DOVE SEI STATA? DALLA
NONNINA. COSA TI HA DATO? UN BEL BACINO, FAMMELO VEDERE, ECCOLO QUA!!!
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LA PALLA NON DEVE CADERE DALLE MANI; SE CADE SI RICOMINCIA LA FILASTROCCA
DALL’INIZIO.
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Un tesoro di giochi nel museo
REGINA REGINELLA
REGOLE:
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UN BAMBINO FA LA REGINA
GLI ALTRI BAMBINI SI METTONO IN RIGA, DI FRONTE ALLA REGINA E A UNA
DISCRETA DISTANZA
IL PRIMO BAMBINO DELLA RIGA DICE “REGINA REGINELLA, QUANTI PASSI DEVO FARE
PER ARRIVARE AL TUO CASTELLO CON LA FEDE E CON L’ANELLO?” E LA REGINA
RISPONDE AD ES. “TRE DA CANGURO” (OGNI VOLTA SI PROPONE UN’ANDATURA
DIVERSA).
POI IL SECONDO BAMBINO FA LA STESSA COSA, IL TERZO …
CHI ARRIVA DALLA REGINA DIVENTA REGINA E IL GIOCO RICOMINCIA.
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Scuola primaria di Fagagna
Scuola secondaria di primo grado di Fagagna
Un tesoro di giochi nel museo
IERI MERCOLEDÌ 4 MAGGIO SIAMO RITORNATI A CJASE COÇEL. AIUTATI DA
NONNO LISTERO ABBIAMO COSTRUITO UNA BELLISSIMA FRECCIA.
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Scuola primaria di Fagagna
Scuola secondaria di primo grado di Fagagna
Un tesoro di giochi nel museo
IERI MERCOLEDÌ 4 MAGGIO SIAMO RITORNATE A CJASE COÇEL. AIUTATE DA
NONNA RENATA E DA NONNA BRUNA ABBIAMO COSTRUITO “LA LELE”, UNA
BELLISSIMA BAMBOLA DI STOFFA.
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Un tesoro di giochi nel museo
A CJASE COÇEL …
HO USATO QUESTI MATERIALI PER COSTRUIRE IL MIO GIOCATTOLO:
ECCOLO FINITO!
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Scuola secondaria di primo grado di Fagagna
Un tesoro di giochi nel museo
MENTRE IO ERO NEL MIO LABORATORIO A COSTRUIRE “LA LELE”, I MIEI
COMPAGNI INSIEME A NONNO LISTERO HANNO COSTRUITO UNA FRECCIA
USANDO UN TUTOLO E UNA PIUMA.
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Scuola secondaria di primo grado di Fagagna
Un tesoro di giochi nel museo
MENTRE IO ERO NEL MIO LABORATORIO A COSTRUIRE LA FRECCIA, LE MIE
COMPAGNE INSIEME A NONNA BRUNA E A NONNA RENATA HANNO
COSTRUITO “LA LELE”, UNA BELLA BAMBOLINA DI STOFFA.
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Scuola secondaria di primo grado di Fagagna
Un tesoro di giochi nel museo
ANCHE A SCUOLA ABBIAMO TRASFORMATO LA NOSTRA AULA IN UN
LABORATORIO. USANDO SCATOLE, MOLLETTE, SPAGO, STECCHINI, COLLA E
COLORI ABBIAMO COSTRUITO ALCUNI GIOCATTOLI.
IL COCCODRILLO
LA BALLERINA ACROBATA
LA TROTTOLA
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LA MARACAS
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