A Sua Immagine - Mignon photography

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A Sua Immagine - Mignon photography
A SUA IMMAGINE è un progetto di street photography volto ad indagare il rapporto tra l’Uomo e le sue Immagini. Un
viaggio tra le forme della rappresentazione umana nel quale l’Uomo è al contempo attore e spettatore sul palcoscenico
della strada e nel teatro della vita.
Davide Scapin
Oltre la superficie
Giampaolo Romagnosi - MIGNON
Ho letto la presentazione che Davide ha scritto per il suo lavoro e mi sono chiesto a cosa potesse servire un'ulteriore
testo quando è riuscito, lui stesso e con poche righe, a spiegare e contestualizzare perfettamente il progetto.
Posso aggiungere qualche riflessione sul percorso che ha portato alla sua realizzazione e sui riferimenti culturali cui
attinge. Ritengo che questo lavoro costituisca un risultato importante anche perché, assieme a Ferdinando Fasolo, ho
seguito Davide nella sua preparazione per più di due anni, mettendolo molto spesso alla prova e constatando una
grande determinazione ma anche preparazione e capacità di sapersi mettere in discussione apertamente. Troviamo che
il risultato sia eccezionale, il lavoro di un artista che si esprime attraverso il mezzo fotografico.
Ritengo essenziale rivolgermi a quanti si fermeranno a “leggere” queste fotografie, per invitarli a farlo con attenzione, in
modo da poter godere del messaggio che solo nell'insieme ne esce: un caleidoscopio di luci e ombre, figure e uomini a
loro volta restituiti in figure che creano la bellezza di un percorso visivo accattivante; occorre appunto andare “oltre la
superficie” proprio perchè superficiale è l'uso quotidiano a cui è ormai relegato il mondo delle immagini.
La fotografia è un linguaggio e come tale andrebbe studiata, compresa e letta. Ogni giorno, al contrario, nel mondo
vengono istantaneamente “consumate” milioni di fotografie di cui non rimane traccia. Questo tipo di immagini invece, che
si rifà alla tradizione storica della fotografia, è fatto di stampe di qualità nelle quali poter apprezzare bianchi puri che via
via attraverso i grigi diventano neri profondi; seguirne i toni diventa un modo per capire anche cosa significhi il fattore
“tempo” nella lettura dell’immagine fotografica. Niente a che vedere con altri usi della fotografia, nei quali i tanti “mi piace”
sono sempre più sintomo di un uso “mordi e fuggi” atto ad intrattenere le persone in modo superficiale: molte
informazioni, poca formazione.
Va riconosciuta inoltre alla fotografia di strada, anche quella con finalità artistiche, la caratteristica di essere comunque
un documento autentico della nostra vita quotidiana, in un tempo, quello attuale, nel quale stanno scomparendo i
documentari d'inchiesta ed il classico fotogiornalismo sembra restare una delle poche forme d'arte a cui poter attingere
nel prossimo futuro per capire veramente come siamo stati.
Questo è l’orizzonte nel quale si inserisce anche il lavoro fotografico A SUA IMMAGINE: un documento che ci mostra,
oggi e per il futuro, il rapporto dell’Uomo con le molteplici forme della sua rappresentazione.
Il tempo di uno scatto
Claudia Brigato
Sul meridiano del tempo non c'è ingiustizia; c'è soltanto la poesia
del movimento, che crea l'illusione della verità e del suo dramma.
H. Miller, Tropico del cancro.
Il riferimento ad un estratto del Tropico del cancro ben si adatta ad introdurre il percorso fotografico di A SUA IMMAGINE:
una sosta di fronte alla fluidità delle relazioni che l'uomo intrattiene con lo spazio artificiale delle sue rappresentazioni,
per raccontare in modo autentico un'umanità divertita e tragica, innocente e indifferente.
L'occhio dello street photographer si sofferma a cogliere i paradossi percettivi che emergono dall'immobilizzare
attraverso lo scatto la sequenza tempo/movimento, restituendoci un soggetto che inconsapevolmente diventa
protagonista di un messaggio tanto simultaneo, quanto folgorante sulla condizione umana, sul suo dramma o la sua
commedia.
Emerge dagli scatti un senso di meraviglia verso l'uomo, ritratto molto spesso con tagli di luce che restituiscono
all'immagine un ritmo con cui leggerla: i chiaroscuri profondi la rendono poetica e sospesa, la sottoesposizione dei
soggetti rispetto agli sfondi, e viceversa, ritaglia ironicamente profili teatrali, le ombre si fanno solide o i corpi assumono
la liquidità di una proiezione. Va in scena l'uomo contemporaneo: identità molteplici si disfano e ricompongono in un
continuo rimando di sguardi, gesti, artifici che sta allo spettatore saper cogliere ed interpretare.
La sequenza delle immagini si spinge ad interrogare la fotografia stessa quale mezzo espressivo capace di riportare il
soggetto ad una quadridimensionalità dell'esperienza: il tempo si relaziona con la rappresentazione e la crea in una sorta
di realtà al quadrato.
Fosse mai che alla fine si scoprisse che il cane ritratto da Erwitt passasse indifferente davanti a sé stesso e girasse
vagabondo a Venezia.