Roma nuova Ville Lumière Avrà più luce e meno cara
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Roma nuova Ville Lumière Avrà più luce e meno cara
6 Cronaca di Roma RM Giovedì 11 Novembre 2010 Corriere della Sera Il piano Acea sostituirà 100 mila lampade con altre meno dispendiose Infanzia Roma nuova Ville Lumière Avrà più luce e meno cara Il sindaco: «Mai più asili nido comunali» A Roma c'è bisogno di 53 mila punti luce per assicurare un' illuminazione ottimale della città. Strade, parchi, stazioni, palazzi, scalinate e piste ciclabili in parte non godono di una visibilità sufficiente. Nel territorio del XX Municipio (Cassia, Flaminia), in particolare, ci sarebbe bisogno di più di 7 mila punti luce. Altri 18 mila ne servirebbero fra Eur, Ostia, Casilino e Trionfale, mentre più di 10 mila sarebbero necessari in altre zone, come Monte Sacro, Tiburtino, Cinecittà, Ostiense, Portuense, Magliana e Aurelio. Una situazione che, è proprio il caso di dire, mette in luce il divario fra gli impianti che assicurano l'illuminazione ai quartieri centrali, e quelli delle aree confinanti e periferiche. Roma non è certo al buio, ma consuma troppo e non sfrutta tutta l'illuminazione che possiede. Con conseguenze anche sulla sicurezza dei cittadini. Oggi, al Salone dell'Impiantistica Site-Expoedilizia alla Fiera di Roma, l’Acea presenterà con il Campidoglio il «Piano luce 2010-2020», con lo sviluppo della tecnologia a led e un progetto che prevede la sostituzione di 100 mila lampade entro i prossimi 10 anni in zone già individuate. L’intervento riguarderà circa 3.605 siti, su 1.430 chilometri. «Una corretta illuminazione rappresenta un’opportunità per lo sviluppo e il benessere I numeri 53 L’architetto Andreas Kipar: illuminazione meno dispersa e risparmio energetico tra il 50 e il 70 per cento Ma occorre una sorta di Olimpiade del paesaggio delle realtà urbane - sottolinea l’ingegner Giovanni Vivarelli, direttore dell’Illuminazione pubblica dell’Acea -. Dal nostro studio è emerso che Roma, con 60 punti luce ogni mille abitanti, aveva la metà dei punti luce di Milano, ma l’estensione del- le 9 maggiori città italiane messe insieme. Il progetto prevede la progressiva sostituzione delle vecchie lampade a scarica ai vapori di sodio ad alta pressione con i led, con una diminuzione dei consumi del 50%. Inoltre i led durano 12 anni invece dei tre delle luci gialle». Il piano prevede il raddoppio della capacità produttiva di Acea da 3 mila a 6 mila punti luce all’anno, e un piano pluriennale di investimenti di oltre 200 milioni di euro. Fra le aziende coinvolte c’è anche Ruud Lighting Europe. «Lo stesso sistema di luci viene adottato a Los Angeles, San Francisco e Londra - spiega l’ad Alessandro Targetti -. Questo tipo di luci non ha bisogno di essere pulito e offre molti vantaggi, a patto però che le ottiche utilizzate siano di mila sono i punti luce in più di cui Roma ha bisogno per assicurare un’illuminazione ottimale 200 milioni di euro sono previsti nel piano pluriennale di investimenti di Acea per aumentare i punti luce favorendo però il risparmio alta qualità». I led assicurano anche una diminuzione dell'inquinamento. E proprio sulla questione inquinamento interviene anche l’architetto paesaggista tedesco Andreas Kipar: «A Roma servono strategie per portare avanti lo sviluppo urbano, come già accade per Berlino e Parigi - spiega -. Bisogna promuovere un progetto ambizioso, un’Olimpiade del paesaggio, dove si sappia coniugare la natura e l’edilizia del futuro». «Non faremo più asili nido comunali se non in situazioni particolari e punteremo tutto nel creare convenzioni con il privato sociale». Lo ha detto il sindaco Gianni Alemanno a Milano durante la Conferenza Nazionale della Famiglia. «Un asilo nido comunale - ha spiegato Alemanno costa 13mila euro l'anno a bambino, il doppio di ciò che costa l'asilo convenzionato, gestito da privato sociale: 7mila euro. Questo significa che noi non faremo più asili nido comunali se non in situazioni particolari e punteremo tutto nel creare convenzioni con il privato sociale. Questo non per risparmiare ma per abbattere le liste d'attesa: in due anni siamo riusciti a farlo per cinquemila bambini». Per Gianni Alemanno «questa è anche una sfida al mondo sindacale: se le rigidità sindacali, per un servizio pubblico, generano dei costi che si scaricano sull'utente e sulla possibilità di creare posti, ci deve essere un atteggiamento di responsabilità da parte di tutti». R. Do. 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