L`ictus si combatte a teatro con "Icaro (Reloaded), il coraggio di

Transcript

L`ictus si combatte a teatro con "Icaro (Reloaded), il coraggio di
COMUNICATO STAMPA
L’ICTUS SI COMBATTE A TEATRO CON
“ICARO (RELOADED), IL CORAGGIO DI TORNARE A VOLARE”
Dall’ictus al palcoscenico: mercoledì 29 ottobre alle ore 20.45 Antonietta Mollica presenta
lo spettacolo della sua vita al Teatro “Giuseppe Verdi” di Padova. Colpita a 34 anni da un
ictus, “Icaro (Reloaded), il coraggio di tornare a volare” racconta la storia della sua
rinascita, ambientata per buona parte all’IRCCS Ospedale San Camillo di Venezia.
L’ictus può colpire anche a 34 anni. È successo ad Antonietta Mollica, una giovane economista
lanciata verso una carriera di primo piano nella direzione generale del Gruppo Monte dei
Paschi. Era un giorno del febbraio del 2006 quando, sotto la doccia, un ictus ischemico la
costringe su un letto d’ospedale, sospesa tra la vita e la morte. Su una sedia a rotelle, con il lato
sinistro del corpo completamente paralizzato, inizia a progettare la sua rinascita. Intraprende
così un intenso percorso di riabilitazione, lungo un anno e mezzo, all’Istituto di Ricovero e
Cura a Carattere Scientifico (I.R.C.C.S.) Ospedale “San Camillo” al Lido di Venezia.
Lentamente Antonietta riprende il suo volo, tornando anche a sciare, sulla barca a vela, a
cavallo, in bicicletta.
Questa è la storia di “Icaro (Reloaded), il coraggio di tornare a volare” che sarà in scena
mercoledì 29 ottobre, nella giornata mondiale per la lotta contro l’Ictus Cerebrale. Il
Teatro Verdi di Padova, alle ore 20.45 aprirà le porte a tutti coloro che vorranno lasciarsi
coinvolgere da questo inno di speranza. Sul palco infatti ci sarà la stessa Antonietta Mollica
insieme ai danzatori della Compagnia Motus, in uno spettacolo di ironia, musica, parole e
movimento del corpo, lo stesso corpo che qualche anno fa non riusciva più a muovere.
“Partecipare ad Icaro (Reloaded) non è assistere ad uno spettacolo qualsiasi”, spiega il dr. Francesco
Pietrobon, Direttore Generale dell’IRCCS Ospedale San Camillo di Venezia. “Oltre alla valenza
artistica, la genesi e le motivazioni che ne sono alla base, la determinazione e l’entusiasmo che lo supportano ne
fanno un evento unico, di altissimo valore umano e sociale. È un inno alla vita, alla volontà di viverla
pienamente, all’apertura verso il mondo, verso gli altri e verso il diverso. E invita lo spettatore – conclude il
dr. Pietrobon – a credere che, anche nelle gravi difficoltà, è possibile trovare le forze per superare gli ostacoli
migliorando se stessi”.
Lo spettacolo, inserito nel cartellone del Festival di Danza “Lasciateci Sognare…”,
organizzato da La Sfera Danza, è a sostegno della Fondazione di Ricerca in Neuroriabilitazione
San Camillo Onlus del Lido di Venezia, in collaborazione con Fondazione Antonveneta e
Banca Monte dei Paschi. I biglietti vanno dai 12 ai 15 euro, con ingressi omaggio a disposizione
delle persone che sono state colpite da ictus (info: www.teatrostabileveneto.it).
Venezia, ottobre 2014
Contatti per la stampa:
Fabio Cian, Comunicazione e Relazioni Esterne Fondazione Ospedale San Camillo IRCCS
e-mail: [email protected] - Tel. 041.2207264
L’ICTUS
L’ictus si verifica quando un coagulo di sangue blocca un’arteria cerebrale o quando un’arteria del cervello viene
danneggiata e si rompe, provocando interruzione dell’apporto di sangue ossigenato nell’area cerebrale.
Ictus è un termine latino che significa “colpo” (in inglese stroke). Insorge, infatti, in maniera improvvisa: una
persona in pieno benessere può accusare sintomi tipici che possono essere transitori, restare costanti o peggiorare nelle
ore successive.
Quando si verifica un’interruzione dell’apporto di sangue ossigenato in un’area del cervello, si determina la
morte delle cellule cerebrali di quell’area. Di conseguenza, le funzioni cerebrali controllate da quell’area (che possono
riguardare il movimento di un braccio o di una gamba, il linguaggio, la vista, l’udito o altro) vengono perse.
In Italia l’ictus è la terza causa di morte, dopo le malattie ischemiche del cuore e le neoplasie; causa il 1012% di tutti i decessi per anno e rappresenta la prima causa di invalidità. Ogni anno si verificano in Italia circa
196.000 ictus, di cui il 20% sono recidive. Il 10-20% delle persone colpite da ictus cerebrale muore entro un mese e
un altro 10% entro il primo anno di vita. Solo il 25% dei pazienti sopravvissuti ad un ictus guarisce completamente, il
75% sopravvive con una qualche forma di disabilità, e di questi la metà è portatore di un deficit così grave da
perdere l’autosufficienza.
L’ictus è più frequente dopo i 55 anni, la sua prevalenza raddoppia successivamente ad ogni decade; il 75%
degli ictus si verifica nelle persone con più di 65 anni. La prevalenza di ictus nelle persone di età 65-84 anni è del 6,5%
(negli uomini 7,4%, nelle donne 5,9%).
Il 9,2% delle persone che nel corso del 2013 sono state ricoverate all’IRCCS Ospedale San Camillo di
Venezia per esiti di ictus era al di sotto dei 45 anni.
Dopo la fase delle terapie di emergenza, il trattamento dell’ictus è mirato a recuperare quanto più possibile le
funzioni cerebrali danneggiate. Questo si ottiene con specifici programmi di riabilitazione, che vanno iniziati il più
presto possibile (riabilitazione motoria, logopedia ecc...). Si può prospettare il rientro al proprio domicilio, che è
ovviamente la soluzione auspicabile, oppure il trasferimento in strutture riabilitative/assistenziali, a seconda del grado
di deficit residuo.
La fase che segue il ricovero è la più delicata perché vanno affrontati i problemi riguardanti il paziente, la
famiglia, l’organizzazione degli interventi a livello territoriale; vanno programmati interventi riabilitativi (fisioterapia,
logopedia e terapia occupazionale), interventi clinici (terapia antipertensiva, ipolipemizzante, antiaggregante,
anticoagulante e il trattamento delle comorbidità, come il diabete, la bronchite cronica, la malattia renale cronica,
ecc...).
Fondamentale è l’attenzione verso lo stile di vita sano (alimentazione sana e abolizione del fumo); una
attenzione particolare va rivolta verso l’attività fisica; infatti è dimostrato che una grave menomazione funzionale causa
sedentarietà, che, a sua volta, causa nuove menomazioni, nuove limitazioni funzionali, nuova disabilità con riduzione
ulteriore dell’attività motoria e della partecipazione sociale.
Esistono programmi specifici di attività fisica adattata per pazienti con esiti cronici di ictus cerebrale.
Inoltre non va dimenticato il sostegno psicologico al paziente, con la prevenzione alla depressione e il sostegno alla
famiglia.