aprile 2016
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aprile 2016 APRILE 2016 1 Venerdì 2 Sabato 3 Domenica 4 Lunedì 5 Martedì 6 Mercoledì 7 Giovedì 8 Venerdì 9 Sabato 쐞 10 Domenica 11 Lunedì 12 Martedì 13 Mercoledì 14 Giovedì 15 Venerdì 16 Sabato 17 Domenica 18 Lunedì 19 Martedì 20 Mercoledì 21 Giovedì 22 Venerdì 23 Sabato 24 Domenica 25 Lunedì 26 Martedì 27 Mercoledì 28 Giovedì 29 Venerdì 30 Sabato 쐠 Luna piena 킌 쐠 쐡 쐡 Ultimo quarto o calante 쐞 Luna nuova 킌 Primo quarto o crescente 2 I patriarchi del Nord-Ovest PARTE PRIMA VALLE D’AOSTA - PIEMONTE CENTRO NORD LA VALLE D’AOSTA: GLI ALBERI SECOLARI “NASCOSTI” DELLA VALLE D’AOSTA La finestra leggendaria/storica/scientifica La Valle d’Aosta, regione di alta montagna caratterizzata da ghiacciai e dalle pareti di roccia e, più in basso, dalle verdi praterie di altitudine. I boschi sono costituiti essenzialmente da conifere alpine - abeti, pini,larici - e non sono estesi, mentre ancora minore è l’estensione delle colture agricole. Gli alberi monumentali della regione li troviamo lungo il fondo- valle, a popolare i parchi degli antichi castelli, i giardini, le piazze, mentre nelle zone coltivate si è conservato qualche vecchio castagno. Altri abeti monumentali –e sono quelli meno conosciuti, ma i più antichi e i più suggestivi – crescono al limite della vegetazione forestale. Sono larici e pini cembri profondamente segnati dalla lotta contro il vento, la neve, le bufere, che sono sopravvissuti per secoli, o perché era riconosciuta la loro funzione di protezione dalle valanghe, o perché erano radicati in luoghi di difficile accesso. Fare un censimento completo di questi esemplari è praticamente impossibile, ma alle alte quote ce ne sono molti e, percorrendo gli alti sentieri e addentrandosi nelle vallette più segrete non ancora raggiunte da strade, ciascuno potrà scoprire vecchi alberi di straordinaria bellezza che nella loro forma tormentata esprimono la forza prepotente della vita che resiste e reagisce alle dure avversità. Nella Regione, un tentativo di censimento è stato fatto, si parla di 125 alberi monumentali singoli e nel totale dei suoi 285 esemplari, questi sono appartenenti a sei formazioni boschive. Ricordiamo che tra i patriarchi sono individuati quegli alberi che hanno una età superiore ai 200 anni, un diametro superiore agli 80 cm. e una chioma folta e rigogliosa. In questa parte del- l’almanacco, dove raggruppiamo la Valle d’Aosta con la parte centro nord del Piemonte, riportiamo sei alberi piemontesi e tre valdostani. Prima però proponiamo un itinerario a piedi nella valle di Gressoney, dove, in località Gressoney-Saint-Jean, gli alberi monumentali sono «solo» tre: un frassino in località Pont-Sec, un acero montano e un sorbo degli uccellatori ai due Alpenzù. Inoltre, in località Freiderecko, sul sentiero per Alpenzu Grande, si potranno fare quattro passi lungo i sentieri di una maestosa foresta di protezione. Entriamo in punta di piedi nella Valle d’Asta e subito facciamo una digressione a destra prendendo la Valle del Lys meglio conosciuta come la valle di Gressoney e ci dirigiamo verso la parte valsesiana del Monte Rosa, in un’area che viene definita la patria dei Walser. La valle appartiene a due distinte comunità montane: l’alta valle, per la sua forte presenza Walser, è radunata attorno alla Comunità montana Walser alta valle del Lys, la bassa valle fa parte della Comunità Montana Mont Rose. Qui il popolo Walser ha costruito da secoli i propri insediamenti e quello che proponiamo è uno dei siti dove si è maggiormente conservata tale testimonianza: i villaggi Alpenzù piccolo e Alpenzù grande con l’omonimo rifugio. 4 I WALSER NELLA VALLE DEL LYS Come tutti i massicci alpini anche il Monte Rosa fu soggetto di fantasie e terribili leggende; gli abitanti del fondovalle lo indicavano con nomi evocatori di selve e di misteri (Momboso e Mon Silvusmontagna coperta di boschi) o di cattedrali di ghiacci eterni ( Gletscher e Roisa – montagna ghiacciata). Solo nel XIII secolo l’uomo salì a vivere stabilmente oltre i mille metri, nelle profonde valli del Rosa. In questo periodo, a Zermatt, e Saas a nord, in Anzasca, Sesia, Gressoney e Ayas a sud, ossia in tutte le valli che circondano il massiccio vengono fondate colonie walser: la “Sentinella tedesca” del Monte Rosa, come la definì il De Saussure. E’ tra il 1100 e il 1200 che possiamo collocare i primi insediamenti delle colonie walser nelle zone alte di Issime e nei due Gressoney. Essi giunsero in Valle attraverso il colle del San Teodulo e da altri passaggi quali per esempio il Colle del Felik o il Colle del Lys; tutti passi resi agibili dalle favorevoli condizioni climatiche del periodo. ESCURSIONE PROPOSTA SULLE ORME DEL MONTE ROSA: villaggi Walser Inquadramento generale Racchiusa tra la Svizzera, il Piemonte e le altre montagne e vallate della Valle d'Aosta, la Valle del Lys, chiamata anche Valle di Gressoney, prende il nome dal torrente Lys che la attraversa o dalla sua località principale, Gressoney Saint-Jean. Salendo lungo la regione è la prima valle che si incontra sulla destra ed oltre a vantare una spiccata vocazione turistica, dovuta al suo 5 territorio ricco di attrattive in ogni stagione e alle splendide piste che solcano il comprensorio Monte Rosa Ski, conquista i suoi visitatori per la sua cultura ricca di fascino che la rende differente da ogni altra vallata valdostana. La vicinanza con il Cantone Vallese in Svizzera, infatti, ha probabilmente favorito l'insediamento in questi territori del popolo Walser, che, a partire dal'VIII secolo, si stabilì in diverse aree dell'arcata alpina con particolare riferimento alla Svizzera, all'Austria, al Liechtenstein, e ad alcune vallate italiane, tra cui proprio quella del Lys dove ancora oggi si possono apprezzare SCHEDA Itinerario: Alla ricerca di alberi secolari presso i villaggi di Alpenzù. Escursione: facile, escursionistica. Grande interesse botanico e storico. Accesso: dalla frazione di Gressoney-Saint Jean: Chemonal (Tschemenoal). Dislivello: intorno ai 500 m. Tempo di percorrenza: 3,5 ore Periodo consigliato: da aprile a novembre Come arrivarci: L’autostrada A5 collega Torino con la Valle d’Aosta. Provenendo da Milano, lungo l’autostrada A4 imboccare il raccordo a Santhià, direzione Aosta. In entrambi i casi, all’uscita di Pont Saint Martin, imboccare la Strada Regionale della Valle del Lys fino a raggiungere Gressoney-Saint- interessanti testimonianze della sua permanenza oltre che numerosi accattivanti aspetti della sua particolare cultura. A cominciare dalla lingua, derivante dal dialetto tedesco meridionale ed ancora oggi caratterizzata da due differenti parlate, chiamate titsch e toitschu, per proseguire con le graziose case walser che punteggiano la vallata e che si riconoscono per la loro particolare struttura che, in un unico edificio in legno, racchiude l'abitazione, la stalla ed il fienile. Ognuna delle località della valle vanta alcuni piccoli tesori che il trascorrere dei secoli ha condotto fino ai giorni nostri. Jean. Proveniendo da Aosta seguire l’autostrada A5 in direzione Torino. Superati Chatillon e Bard, uscire a Pont-Saint-Martin e prendere la Strada Regionale della Valle del Lys. Percorso. Con quest’occasione ci immergiamo nella cultura Walser e andiamo a scoprire l’itinerario, un anello di media difficoltà, percorribile in tre ore e mezza circa, in entrambi i sensi di marcia. Adatto anche alle famiglie. Partite a piedi da Chemonal (Tschemenoal), frazione di Gressoney-Saint-Jean, dove trovate due comodi posteggi per l’auto, uno nella frazione e un altro poco dopo la curva salendo sulla sinistra. Lasciata l'auto sul comodo parcheggio al lato della strada ci si incammina su una breve stradina asfaltata che sormonta il parcheggio stesso sino ad incontrare una palina segnaletica che indica l'inizio del nostro percorso. Si svolta a destra puntando verso la bella cascata che si propone proprio di fronte all'escursionista; dopo alcune decine di metri pianeggianti si svolta a destra e si imbocca l'ampio sentiero dell'Alta Via 1. Si inizia a risalire il ripido pendio con una serie di svolte che fanno prendere subito quota entrando nel bosco prevalentemente di larice (Larix decidua) con la presenza di qualche sporadico acero della foresta di protezione. Dopo un lungo traverso verso destra, il sentiero riprende a zigzagare risalendo il ripido declivio sino a raggiungere alcune panche localizzate in un punto panoramico (1526m, 0h15'). Superate le panche il sentiero volge verso sinistra, accompagnato da ringhiere: qui il bosco si dirada aprendo splendide vedute sulla sottostante Gressoney-Saint-Jean. Si prosegue ancora raggiungendo dopo alcuni minuti un bellissimo stadel e poco dopo un piccolo oratorio: dopo poche decine di metri si incontra un bivio (1600m, 0h25'): si trascura il sentiero a sinistra e si inizia a risalire un tratto di bella mulattiera costeggiata da muri in pietra a secco. Dopo alcune svolte si raggiunge un rudere di alpeggio posto al riparo di un roccione (1655m, 0h35'). Si supera l'alpeggio e, dopo aver costeggiato un piccolo ruscello, si percorrono alcuni ampi tornanti: sopra le nostre teste appare la bella chiesetta del villaggio. Si attraversa ancora una breve fascia boscosa dopodiché ci si immette nei pascoli sottostanti il villaggio; superato un secondo oratorio (1702m, 0h40') si procede attraverso i pascoli sino ad immettersi sulla vecchia mulattiera: si svolta a destra e davanti a noi appaiono i caratteristici nuclei abitativi Walser e la suggestiva Cappella (intitolata a Sant’Anna). Ancora qualche minuto e si raggiunge infine il villaggio di Alpenzù ed il rifugio omonimo posto all'interno del villaggio (1779 m, 0h45'). L’ultimo abitante è indicato nel 1980. Merita una sosta per dare uno sguardo alla caratteristica architettura walser, ma soprattutto per assaggiare qualche piatto tipico presso il rifugio Alpenzù Grande (www.rifugioalpenzu.it ). Le abitazioni di Alpenzù risalgono alla seconda metà del 1600 e il vil- laggio, arroccato su un costone naturale del Monte Rosa, conserva ancora l’affascinante atmosfera tipica degli insediamenti Walser. Il rifugio e lo stadel antistante sono stati ristrutturati in pieno rispetto della tradizione e si integrano perfettamente con la vicina cappella e il forno. Le camere, da due o otto posti, sono dotate di docce e servizi. Ripartite seguendo i segnavia gialli “W” (WalserWaeg) e, appena usciti dal villaggio, buttate un occhio al maestoso acero monumentale con lo sfondo del ghiacciaio del Monte Rosa: questa immagine vi resterà impressa nel cuore! Procedete a mezza costa tra i pascoli per poi inoltrarvi nel bosco; al primo bivio con il sentiero n. 7 proseguite in salita, mentre al secondo bivio continuate in piano seguendo i segnavia gialli “W e GSW” (Gran Sentiero Walser). Usciti dal bosco attraversate la passerella in legno sul torrente che scende dal vallone del Pinter e continuate tra i prati; in circa venti minuti raggiungerete il villaggio di Alpenzù Piccolo, dove potrete nuovamente ammirare l’architettura walser. Proseguite in falso piano, poi in leggera salita e infine affrontate la discesa nel bosco che vi porterà sulla strada regionale. Avanzate sulla strada asfaltata per un breve tratto superando il torrente Lys e raggiungete la frazione di Lysbalma, poi seguite il segnavia giallo n. 14 verso destra, prima su una pista poderale poi su un sentiero, che in falso piano attraversa i bei prati. Lungo il cammino incontrerete ancora alcune caratteristiche località walser tra cui quella di Rong. Il sentiero giunge in località Sendre, dove svolterete a destra sulla strada asfaltata per raggiungere la strada regionale, quindi la frazione di Tschemenoal. Gli alberi secolari che segnaliamo sono il Frassino di Pont-Sec, di oltre 300 anni e alto più di 22 metri, e l'Acero di monte detto "L´Acero doppio di Alpenzù grande", di 25 metri, che presenta due fusti che si dipartono dalla base. Bibliografia •Luca Zavatta, (Le Valli del Monte Rosa), L'Escursionista Editore, Rimini, 2002 •Stefano Ardito, I Rifugi della Valle d'Aosta, Iter Edizioni, Roma, 2008 Cartografia •(Val d'Ayas, Val di Gressoney e Monte Rosa), Carta dei sentieri foglio 8, 1:25000, L'Escursionista Editore, 2008 Elaborazione a cura di Ugo Scortegagna (ONCN – CAI Mirano) 6 VALLE D’AOSTA: L’ACERO DI ALPENZù Dati generali • Nome scientifico della specie: Acer pseudoplatanus L. • Famiglia: Aceraceae • Nome comune della specie: Acero di monte • Nome locale dell’albero: Acero doppio di Alpenzù grande • Comune: Gressoney Saint Jean (AO) • Località/indirizzo: Villaggio Alpenzù grande • Altitudine slm: 1780 m • Eventuali dati geografici: lat. 45° 47’ 56,73” N – long. 7° 48’ 58,69” E • Ambiente: Esemplare singolo • Ubicazione ed indicazione per giungere sul posto: Torino è collegata direttamente con l’autostrada A5 , subito dopo Pont-Saint-Martinsi prende la valle di Gressoney a destra e in breve si arriva al parcheggio della frazione Chemonal di Gressoney Saint Jean e in circa 1,0 di cammina si raggiunge il patriarca (Vedi escursione proposta). Dati dentro metrici: • Condizioni generali: Buono • Circonferenza a 1,3 m di alt: NP • Altezza totale: 25 m • Età presunta: oltre 300 anni Curiosità Dal latino acer, che significa anche “appuntito”, il nome richiama subito la caratteristica fisica principale delle foglie dell’albero. I cinque lobi, acuminati e con un margine profondamente dentato, infatti, gli hanno valso il nome di Mano tagliata. Di un verde vivo e lucido durante la primavera e l’estate, in autunno le sua foglie assumono tinte sfumate, dal giallo all’arancio, fino a diventare di rosso carminio. Questo colore molto intenso, paragonato al “rosso sangue”, ha fatto sì che all’acero, nelle antiche tradizioni, fosse sempre associato un carattere funesto. Spesso legato alla battaglia, nella mitologia greca era l’albero di Fobos, il dio della Paura. Successivamente, nel folklore europeo, l’elemento funesto legato all’albero non va più a colpire l’uomo, ma tutto ciò che egli teme, ad esempio i pipistrelli e le streghe. In Alsazia e in Lorena, infatti, si dice che le cicogne mettessero un ramo di acero nei loro nidi per impedire ai piccoli mammiferi volanti di toccare le uova, provocando l’immediata morte dei piccoli. E piantando nella porta e nello stipite della stalla alcune zeppe di legno d’acero, si impediva l’accesso alle streghe. Solo nel XIX secolo l’acero prende la sua rivincita su tutte le tradizioni e credenze che fino a quel momento l’avevano dipinto come albero della paura e del sangue. Fortissima presenza nelle foreste canadesi e di fonte del popolare sciroppo tanto amato nel Paese, esso diviene nobile simbolo del Canada. Imprimendo la sua rossa foglia, a rappresentazione perpetua dell’identà nazionale, sulla bandiera dello Stato. 7 Bibliografia AA.VV. Alberi da leggere. Rilegni, Cesenatico FC, 2002. Scortegagna U. (a cura) – Alberi le colonne del cielo. Duck ed., Castelfranco V.to, 2014 (V ed.) Selezionatore: Ugo Scortegagna (ONCN– CAI MIRANO) IN AR RI 8 N RIV 9 IN AR RI 10 N RIV 11 VALLE D’AOSTA: IL GELSO NERO DI MAZOD Dati generali • Nome scientifico della specie: Morus nigra L • Famiglia: Moraceae • Nome comune della specie: Gelso nero • Nome locale dell’albero: Gelso di Mazod • Comune: Torgnon (AO) • Località/indirizzo: Mazod • Altitudine slm: 1344 m • Eventuali dati geografici: WGS84 Est: 389149 Nord: 5072683 • Ambiente: Esemplare singolo • Ubicazione ed in dicazion e per giungere sul posto: Uscita autostradale di Châtillon-Saint-Vincent. Giunti allo stop,dirigersi a destra e, dopo alcune centinaia di metri, appena prima di Saint-Vincent centro, imboccare il bivio sulla destra (indicazione Cervinia) che, con sottopasso, consente di portarsi sulla strada statale 26 e di riprendere la direzione di Châtillon. Seguire la strada statale per circa un km sino ad incrociare la rotonda da cui parte, sulla destra, la strada regionale per Valtournenche e Cervinia, che dopo 7 km tocca il comune di Antey-Saint-André. Qui imboccare sulla sinistra il bivio che sale a Torgnon, dopo circa 4 km, in frazione Mazod (qui sono residenti una trentina di persone), dove si trova la pianta monumentale. Come arrivare con i mezzi pubblici. La stazione ferroviaria più vicina si trova a Châtillon. Servizio Pullman di linea fino ad Antey-Saint-André (circa 10 corse giornaliere). Da Antey-Saint-André circa 4 corse al giorno per Torgnon. Dati dentro metrici: • Condizioni generali: Buono • Circonferenza a 1,35 m di alt: 2,7 m • Altezza totale: 10 m • Età presunta: 400 anni Curiosità Gli alberi di gelso hanno una corteccia così grumosa, che avvolte sembrano fatti con tanti pezzettini incollati insieme. Anche i loro frutti, le more, hanno le minuscole sfere che li compongono, assemblate in modo più incongruo di quelle dei rovi. Quando maturano poi, se non ci si affretta a coglierle, cadono a terra e colorano tutto di inchiostro viola. Il gelso di Mazod, quando si addormenta e perde le foglie, sembra un polipo che stia cercando di penetrare per terra, con i tentacoli agitati verso l’alto, bloccati in quella posizione dal freddo dell’inverno. D’estate, invece, con le foglie sui rametti tesi a raggiera, è come una fontana verde. Quando è stato piantato, quattrocento anni fa, la sua specie era ancora una novità importata dall’Asia Minore, quando già da molti secoli il suo stretto parente, il gelso bianco, era stato fatto venire dalla Cina. Di quello, che ha i frutti chiari e non molto gradevoli, erano le foglie ad essere ambite dai bachi da seta e dal bestiame. Quello nero ha frutti migliori di quello bianco e si possono mangiare o fare marmellate, ma anche inchiostro, dato il suo intenso colore. Il gelso che ha il posto d’onore sulla piazzetta della cappella dedicata alla Madonna, è stato piantato probabilmente nello stesso anno in cui l’edificio era stato costruito: un bell’abbinamento a cui ci si può sempre ispirare. Bibliografia Cassarino A.- Alberi maestri: Piemonte e Valle d’Aosta. Biblioteca dell’immagine, Pordenone, 2013. Selezionatore: Ugo Scortegagna (ONCN– CAI Mirano) 12 VALLE D’AOSTA: IL TIGLIO DI SAN ORSO Dati generali • Nome scientifico della specie: Tilia platyphyllos Scop. • Famiglia: Tiliaceae • Nome comune della specie: Tiglio nostrale • Nome locale dell’albero: Tilio di Sant’Orso – Tilleul à grandes feuilles • Comune: Aosta (AO) • Località/indirizzo: Borgo Sant’Orso • Altitudine slm: 580 m • Eventuali dati geografici: lat. 45° 44’ 21,1” N – long. 7° 19’ 31,3” E • Ambiente: Esemplare singolo • Ubicazione ed indicazione per giungere sul posto: Torino è collegata direttamente con l’autostrada A5 e dista solo 55 km da Pont-Saint-Martin, porta “Est” della Valle e primo comune che si incontra entrando in Valle d’Aosta; 98 km dal capoluogo regionale Aosta (uscita Aosta Est) e 136 da Courmayeur. Si può giungere in Valle anche dal versante francese o svizzero attraverso i due trafori del Monte Bianco e del Gran San Bernardo, percorrendo rispettivamente le statali n°26 e n°27 e, nel periodo estivo (tra giugno e ottobre), attraverso i valichi del Piccolo e Gran San Bernardo. Dati dentro metrici: • Condizioni generali: Discreto • Circonferenza a 1,35 m di alt: 4,61 m • Altezza totale: 17 m • Età presunta: 470 anni Curiosità Il tiglio di Sant'Orso è il simbolo della città di Aosta e di tutti gli alberi monumentali della regione. Esso vegeta nella omonima piazza, antistante il complesso gotico della collegiata e chiostro di Sant'Orso, di elevato valore architettonico. La storia di questo patriarca risale al 1530-1550, si narra infatti che questo albero fu messo a dimora per sostituire un altro monumento naturale: un olmo, vecchio di quasi 500 anni, che era stato distrutto dagli eventi atmosferici. Nelle tante storie tramandate di generazione in generazione, si narra che un tempo, sotto questo tiglio, si riuniva il Consiglio degli anziani per dirimere le controversie sorte fra gli abitanti della valle; una sorta di consiglio comunale all'aperto. Questa usanza, della quale si racconta anche in altre valli dell'arco alpino, è nota anche per altre regioni del centro e nord Europa. Nel corso della sua lunga vita, questo patriarchi ha avuto diverse vicissitudini, tali da compromettere la propria stabilità e salute, tra le quali quello di tagliare alcune sua radici per abbassare il livello della piazza, creando danni e indebolimento della pianta stessa. Ma gli aostani decisero di intervenire in aiuto soccorrendolo. Lo hanno operato e medicato, gli hanno fornito delle robuste stampelle, hanno recintato il suo piccolissimo spazio a terra. Il tiglio riesce ancora a dare dolcezza, con i suoi fiori abbondanti di giugno e le sue grandi, morbide foglie a forma di cuore. Se ne sta con le grandi braccia e il tronco aperto, sempre più simile a quell’uomo/dio rappresentato dentro i muri della chiesa, sopra una croce. 13 Bibliografia AA.VV. Alberi monumentali d’Italia. Vol.II. Ed. Abete, Roma, 1989. Cassarino A.- Alberi maestri: Piemonte e Valle d’Aosta. Biblioteca dell’immagine, Pordenone, 2013. Selezionatore: Ugo Scortegagna (ONCN– CAI Mirano) IN AR RI 14 N RIV 15 PIEMONTE: LA CASTAGNA GRANDA Dati generali • Nome scientifico della specie: Castanea sativa (L.) • Famiglia: Fagaceae • Nome comune della specie: Castagno • Nome locale dell’albero: Castagna granda • Comune: Monte Roero • Località/indirizzo: Ecomuseo delle Rocche del Roero • Altitudine slm: 395 m • Ambiente: isolato • Ubicazione ed indicazione per giungere sul posto: a Torino, S.S. nr 29 in direzione Alba fino a Canale, poi indicazioni per Monteu Roero; da Genova e Milano: autostrada Torino-Piacenza, uscita Asti-Est superstrada per Alba poi S.S. nr 29 in direzione Torino, oppure: uscita Asti-Ovest (sempre dall'autostrada Torino-Piacenza) poi direzione S. Damiano d'Asti, Canale e Monteu Roero. Dati dentro metrici: • Condizioni generali: discrete • Circonferenza a 1,3 m di alt: 10,50 m • Altezza totale: 12 m • Età presunta: circa 400 anni Curiosità Una delle terre che ospita il maggior numero di grandi esemplari di castagno è il Roero, terra celebrata soprattutto per i suoi vini e per il suo paesaggio, incastonata fra la pianura del torinese, Langhe e colline astigiane. Qui è stato condotto un lavoro eccellenze dall’Ecomuseo delle Rocche del Roero, che da anni assolve alla funzione di vero e proprio motore di promozione e valorizzazione del territorio dei paesi che ne fanno parte e che ospitano le spettacolari Rocche, calanchi alla piemontese. E’ grazie a loro che esiste un “Sentiero della castagna grossa” che dalle ultime case di località Villa Superiore, a 20 minuti di cammino dal centro di Monteu Roero, s’immerge in un castagneto costellato di grandi alberi tanto spettrali in inverno quanto lussureggianti e ombrosi in estate. Camminando si raggiunge un pianoro, denominato “Prela d’la castagna grosa”, al cui centro vi catturerà, anzi, vi prenderà fisicamente e spiritualmente in ostaggio un castagnole panciutissimo, 12 metri di altezza e 15 di circonferenza alla base (a petto d’uomo misura 1050 cm). Qui resterete a lungo, ci girerete intorno, ne accarezzerete il muschio sul tronco. Monte Roero celebre per i bei castagni e, in passato, per i banditi. L’ignoranza, la povertà e le ingiustizie avevano messo in cattiva strada vari uomini, fino a ben oltre l’unità d’Italia. La”castagna grande” ha tutto l’aspetto di una regina per la sua forma ampia, per la sua pelliccia di muschio che le ricopre il dorso verso nord, per la posizione al centro del prato dov’è collocata. Bibliografia Cassarino A.- Alberi maestri: Piemonte e Valle d’Aosta. Biblioteca dell’immagine, Pordenone, 2013. Fonte Internet: Il cercatore di alberi di Tiziano Fratus (aprile 2013). Selezionatore: Ugo Scortegagna (ONCN – CAI Mirano) 16 2016 Aprile April April Avril Abril IL SILENZIO L’uomo vive nel rumore nella civiltà delle parole non sa più cos’è il silenzio. La vita nasce nel silenzio l’uomo muore nel silenzio Dio s’incontra nel silenzio. È necessario nella vita avere dei momenti di silenzio: tacere di sé è umiltà, tacere degli altri è carità, tacere di certi momenti è saggezza tacere nell’insicurezza è prudenza tacere quando tutto va storto è pazienza. Il silenzio è indispensabile nella vita dell’uomo: ti stimola a pensare ti serve per non sbagliare ti aiuta a pregare. CLUB ALPINO ITALIANO Non devi aver paura del silenzio: esso è Maestro di verità, gusto di profondità, pace, gioia, serenità. MARZO 2016 L M M G V S D 1 7 2 3 4 5 6 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 È il linguaggio per mettersi in contatto con Dio, è il luogo per capire Dio. 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 APRILE 2016 L M M G V S D Anonimo 1 4 (raccolta da Ugo Scortegagna) 5 6 7 2 3 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 Venerdì Friday Freitag Vendredì Viernes 1 V MAGGIO 2016 L M M G V S D 1 14 . 92 - 274 0 5,52 - 18,36 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 Sabato Saturday Samstag Samedi Sábado 23 24 25 26 27 28 29 2 30 31 V 14 . 93 - 273 0 5,51 - 18,37 Domenica Sunday Sonntag Dimanche Domingo 17 3 V 14 . 94 - 272 0 5,49 - 18,38 COMITATO SCIENTIFICO CENTRALE PIEMONTE: L’OLMO MONTANO Dati generali • Nome scientifico della specie: Ulmus glabra Huds • Famiglia: Ulmaceae • Nome comune della specie: Sequoia gigante • Nome locale dell’albero: Urm • Comune: borgata Bergemolo • Località/indirizzo: antistante la cappella S. Michele • Altitudine slm: 1160 m • Ambiente: esemplare singolo • Eventuali dati cartografici: Long.: 7°17’7,64”E// Latit.: 44° 17’ 43,75” N (da Google Earth) • Ubicazione ed indicazione per giungere sul posto: Dati dentro metrici: • Condizioni generali: ferite longitudinali lungo i rami principali; cavità discendente nel fusto come conseguenza dello schianto di una delle branche principali; funghi sugli imponenti contrafforti radicali. • Circonferenza a 1,3 m di alt: 6,20 m • Altezza totale: 35 m • Età presunta: 395 anni Curiosità Si tratta di uno dei rarissimi grandi olmi che un tempo decoravano gli spazi antistanti le chiese in Piemonte, i cosiddetti "sagrati arborati", sopravvissuti alla grafiosi. L’albero, proprietà comune indivisa delle famiglie degli abitanti della frazione (ormai non più residenti), anni addietro rischiò l’abbattimento, scongiurato dall’opposizione di uno solo degli aventi diritto che pretese che “la sua porzione” restasse in piedi. Poiché i regolamenti della Comunità impedivano di ledere i diritti dei singoli componenti l’olmo fu salvo. Sul vetusto esemplare sono stati condotti moderati interventi di rimonda e potatura di contenimento. Si è provveduto qualche anno fa al trattamento delle ferite sui rami e alla bonifica della cavità creatasi nel tronco, con applicazione di una copertura in lamierino di piombo per evitare infiltrazioni d’acqua piovana. Si sono poi consolidate con tiranti due branche secondarie incombenti sugli edifici adiacenti. Infine è stata posizionata una staccionata in legno che, senza impedirne la visione della base dell’albero, protegge dall’ eccessivo compattamento del terreno attorno alle radici causato da calpestio. Come arrivare Da Cuneo si prosegue per Borgo S. Dalmazzo dove s’imbocca l’ex statale del Colle della Maddalena, che percorre tutta la Valle Stura di Demonte. A Demonte si lascia la strada principale e si attraversa il ponte sullo Stura, portandosi in destra orografica, sulla cosiddetta “strada militare”. Da questa, dopo la frazione Ospedalieri, si diparte a sinistra (cartello indicatore) la stretta e ripida strada per Bergemolo, che si raggiunge dopo un percorso automobilistico di pochi chilometri attraverso i boschi. La strada asfaltata conduce proprio alla chiesetta davanti alla quale si erge maestoso l’olmo. Nell’attigua ex canonica è oggi insediato un posto di ristoro denominato “L’olmo bianco”. Bibliografia IPLA/Università di Torino: “Alberi monumentali del Piemonte”, L’Artistica Editrice, Savigliano data del rilievo 207-06-2015 Selezionatore: Ivan Borroni, ONC sez. CAI di Fossano (CN), [email protected] 18 2016 Aprile April April Avril Abril Lunedì Monday Montag Lundì Lunes 4 V 15 . 95 - 271 0 CLUB ALPINO ITALIANO 5,47 - 18,39 Martedì Tuesday Dienstag Mardì Martes 5 V 15 . 96 - 270 0 5,46 - 18,40 MARZO 2016 Mercoledì Wednesday Mittwoch Mercredì Miercolés L M M G V S D 6 V 15 . 97 - 269 0 1 7 2 3 4 5 6 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 5,44 - 18,41 Giovedì Thurday Donnerstag Jeud Jueves 7 V 15 . 98 - 268 0 5,42 - 18,42 Venerdì Friday Freitag Vendredì Viernes 8 V APRILE 2016 L M M G V S D 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 MAGGIO 2016 L M M G V S D 1 15 . 99 - 267 0 5,41 - 18 ,44 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 Sabato Saturday Samstag Samedi Sábado 23 24 25 26 27 28 29 9 30 31 V 15. 100 - 266 0 5,39 - 18,45 Domenica Sunday Sonntag Dimanche Domingo 19 10 V 15 . 101 - 265 0 5,37 - 18,46 COMITATO SCIENTIFICO CENTRALE VAL D’AOSTA: IL TIGLIO DI SAN ORSO Dati generali • Nome scientifico della specie: Tilia platyphyllos Scop. • Famiglia: TTiliaceae • Nome comune della specie: Tiglio nostrale • Nome locale dell’albero: Tilio di Sant’Orso – Tilleul à grandes feuilles • Comune: Aosta (AO) • Località/indirizzo: Borgo Sant’Orso • Altitudine slm: 580 m • Eventuali dati geografici: lat. 45° 44’ 21,1” N – long. 7° 19’ 31,3” E • Ambiente: Esemplare singolo • Ubicazione ed indicazione per giungere sul posto: Torino è collegata direttamente con l’autostrada A5 e dista solo 55 km da Pont-Saint-Martin, porta “Est” della Valle e primo comune che si incontra entrando in Valle d’Aosta; 98 km dal capoluogo regionale Aosta (uscita Aosta Est) e 136 da Courmayeur. Si può giungere in Valle anche dal versante francese o svizzero attraverso i due trafori del Monte Bianco e del Gran San Bernardo, percorrendo rispettivamente le statali n°26 e n°27 e, nel periodo estivo (tra giugno e ottobre), attraverso i valichi del Piccolo e Gran San Bernardo Dati dentro metrici: • Condizioni generali: Discreto • Circonferenza a 1,31 m di alt: 4,61 m • Altezza totale: 17 m • Età presunta: 470 anni Curiosità Il tiglio di Sant'Orso è il simbolo della città di Aosta e di tutti gli alberi monumentali della regione. Esso vegeta nella omonima piazza, antistante il complesso gotico della collegiata e chiostro di Sant'Orso, di elevato valore architettonico. La storia di questo patriarca risale al 1530-1550, si narra infatti che questo albero fu messo a dimora per sostituire un altro monumento naturale: un olmo, vecchio di quasi 500 anni, che era stato distrutto dagli eventi atmosferici. Nelle tante storie tramandate di generazione in generazione, si narra che un tempo, sotto questo tiglio, si riuniva il Consiglio degli anziani per dirimere le controversie sorte fra gli abitanti della valle; una sorta di consiglio comunale all'aperto. Questa usanza, della quale si racconta anche in altre valli dell'arco alpino, è nota anche per altre regioni del centro e nord Europa. Nel corso della sua lunga vita, questo patriarchi ha avuto diverse vicissitudini, tali da compromettere la propria stabilità e salute, tra le quali quello di tagliare alcune sua radici per abbassare il livello della piazza, creando danni e indebolimento della pianta stessa. Ma gli aostani decisero di intervenire in aiuto soccorrendolo. Lo hanno operato e medicato, gli hanno fornito delle robuste stampelle, hanno recintato il suo piccolissimo spazio a terra. Il tiglio riesce ancora a dare dolcezza, con i suoi fiori abbondanti di giugno e le sue grandi, morbide foglie a forma di cuore. Se ne sta con le grandi braccia e il tronco aperto, sempre più simile a quell’uomo/dio rappresentato dentro i muri della chiesa, sopra una croce. Bibliografia AA.VV. Alberi monumentali d’Italia. Vol.II. Ed. Abete, Roma, 1989. Cassarino A.- Alberi maestri: Piemonte e Valle d’Aosta. Biblioteca dell’immagine, Pordenone, 2013. Selezionatore: Ugo Scortegagna (ONCN– CAI Mirano) 20 2016 Aprile April April Avril Abril Lunedì Monday Montag Lundì Lunes 11 V 16 . 102 - 264 0 CLUB ALPINO ITALIANO 5,36 - 18,47 Martedì Tuesday Dienstag Mardì Martes 12 V 16 . 103 - 263 0 5,34 - 18,48 MARZO 2016 Mercoledì Wednesday Mittwoch Mercredì Miercolés L M M G V S D 13 V 16 . 104 - 262 0 1 7 2 3 4 5 6 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 5,33 - 18,49 Giovedì Thurday Donnerstag Jeud Jueves 14 V 16 . 105 - 261 0 5,31 - 18,49 Venerdì Friday Freitag Vendredì Viernes 15 V APRILE 2016 L M M G V S D 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 MAGGIO 2016 L M M G V S D 1 16 . 106 - 260 0 5,29 - 18,51 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 Sabato Saturday Samstag Samedi Sábado 23 24 25 26 27 28 29 16 30 31 V 16 . 107 - 259 0 5,28 - 18,52 Domenica Sunday Sonntag Dimanche Domingo 21 17 V 16 . 108 - 258 0 5,26 - 18,54 COMITATO SCIENTIFICO CENTRALE VALLE D’AOSTA: IL GELSO DI MAZOD Dati generali • Nome scientifico della specie: Morus nigra L • Famiglia: Moraceae • Nome comune della specie: Gelso nero • Nome locale dell’albero: Gelso di Mazod • Comune: Torgnon (AO) • Località/indirizzo: Mazod • Altitudine slm: 1344 m • Ambiente: Esemplare singolo • Ubicazione ed indicazione per giungere sul posto: Uscita autostradale di Châtillon-Saint-Vincent. Giunti allo stop,dirigersi a destra e, dopo alcune centinaia di metri, appena prima di Saint-Vincent centro, imboccare il bivio sulla destra (indicazione Cervinia) che, con sottopasso, consente di portarsi sulla strada statale 26 e di riprendere la direzione di Châtillon. Seguire la strada statale per circa un km sino ad incrociare la rotonda da cui parte, sulla destra, la strada regionale per Valtournenche e Cervinia, che dopo 7 km tocca il comune di Antey-Saint-André. Qui imboccare sulla sinistra il bivio che sale a Torgnon, dopo circa 4 km, in frazione Mazod (qui sono residenti una trentina di persone), dove si trova la pianta monumentale. Come arrivare con i mezzi pubblici. La stazione ferroviaria più vicina si trova a Châtillon. Servizio Pullman di linea fino ad Antey-Saint-André (circa 10 corse giornaliere). Da Antey-Saint-André circa 4 corse al giorno per Torgnon. Dati dentro metrici: • Condizioni generali: Discreto • Circonferenza a 1,35 m di alt: 2,7 m (9,04 alla base); • Altezza totale: 10 m • Età presunta: 400 anni Curiosità Gli alberi di gelso hanno una corteccia così grumosa, che avvolte sembrano fatti con tanti pezzettini incollati insieme. Anche i loro frutti, le more, hanno le minuscole sfere che li compongono, assemblate in modo più incongruo di quelle dei rovi. Quando maturano poi, se non ci si affretta a coglierle, cadono a terra e colorano tutto di inchiostro viola. Il gelso di Mazod, quando si addormenta e perde le foglie, sembra un polipo che stia cercando di penetrare per terra, con i tentacoli agitati verso l’alto, bloccati in quella posizione dal freddo dell’inverno. D’estate, invece, con le foglie sui rametti tesi a raggiera, è come una fontana verde. Quando è stato piantato, quattrocento anni fa, la sua specie era ancora una novità importata dall’Asia Minore, quando già da molti secoli il suo stretto parente, il gelso bianco, era stato fatto venire dalla Cina. Di quello, che ha i frutti chiari e non molto gradevoli, erano le foglie ad essere ambite dai bachi da seta e dal bestiame. Quello nero ha frutti migliori di quello bianco e si possono mangiare o fare marmellate, ma anche inchiostro, dato il suo intenso colore. Il gelso che ha il posto d’onore sulla piazzetta della cappella dedicata alla Madonna, è stato piantato probabilmente nello stesso anno in cui l’edificio era stato costruito: un bell’abbinamento a cui ci si può sempre ispirare. Bibliografia Cassarino A.- Alberi maestri: Piemonte e Valle d’Aosta. Biblioteca dell’immagine, Pordenone, 2013. Selezionatore: Ugo Scortegagna (ONCN– CAI Mirano) 22 2016 Aprile April April Avril Abril Lunedì Monday Montag Lundì Lunes 18 V 17 . 109 - 257 0 CLUB ALPINO ITALIANO 5,25 - 18,55 Martedì Tuesday Dienstag Mardì Martes 19 V 17 . 110 - 256 0 5,23 - 18,56 MARZO 2016 Mercoledì Wednesday Mittwoch Mercredì Miercolés L M M G V S D 20 V 17 . 111 - 255 0 1 7 2 3 4 5 6 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 5,22 - 18,57 Giovedì Thurday Donnerstag Jeud Jueves 21 V 17 . 112 - 254 0 5,20 - 18,58 Venerdì Friday Freitag Vendredì Viernes 22 V APRILE 2016 L M M G V S D 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 MAGGIO 2016 L M M G V S D 1 17 . 113 - 253 0 5,19 - 18,59 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 Sabato Saturday Samstag Samedi Sábado 23 24 25 26 27 28 29 23 30 31 V 17 . 114 - 252 0 5,17 - 19,00 Domenica Sunday Sonntag Dimanche Domingo 23 24 V 17 . 115 - 251 0 5,19 - 19,01 COMITATO SCIENTIFICO CENTRALE VALLE D’AOSTA: LA SEQUOIA DI CHÂTILLON Dati generali • Nome scientifico della specie: Sequoiadendron giganteum (Lind) Buch • Famiglia: Tassidiaceae • Nome comune della specie: Sequoia gigante • Nome locale dell’albero: la Sequoia • Comune: Châtillon (AO) • Località/indirizzo: Castello Barone Gamba • Altitudine slm: 550 m • Eventuali dati geografici: lat. 45° 44’ 42,9” N – long. 7° 36’ 05,4” E • Ambiente: Esemplare singolo • Ubicazione ed indicazione per giungere sul posto: Da Torino : Autostrada A5 per la Valle d'Aosta con uscita al casello di Chatillon/Saint-Vincent; Da Milano : Autostrada A4 direzione Torino ; imboccare il raccordo a Santhià direzione Aosta con uscita al casello di Chatillon/Saint-Vincent. Dal Casello proseguendo sulla Strada Statale 26 in direzione di Courmayeur si giunge a destinazione. Dati dentro metrici: • Condizioni generali: buono • Circonferenza a 1,3 5m di alt: 770 m • Altezza totale: 37 m • Età presunta: 125 anni 2013 Curiosità Il castello che ha nel parco la sequoia gigante a Châtillon, è stato costruito a fine ottocento per amore, dal piemontese barone Gamba che aveva sposato la valdostana Angèlique Passerin D’Entrèves. La giovane donna era morta, però, pochi anni dopo e , alla fine, la proprietà è stata donata alla Regione, che ne ha fatto un museo e un centro di cultura. Il parco, come tutti quelli dell’epoca, era stato realizzato in stile inglese, con varie piante straniere. Non poteva mancare dunque una sequoia, dato che la fama dei grandi alberi americani aveva colpitola fantasia degli europei. Da lontano può sembrare un enorme cipresso, a cui assomiglia vagamente anche nel fogliame, tanto che secondo alcuni botanici appartiene alla sua famiglia . E’ sempreverde, ma a chiamarsi sempreverde è un altro tipo, con i rami che ricadono lungo i fianchi ed una sagoma molto stretta; per un migliore effetto estetico viene dunque piantata a gruppetti. Tutte le varietà hanno una corteccia spugnosa, spessa e leggera, che le protegge dagli incendi e dal freddo, a cui devono resistere per millenni, data la loro grande longevità e le misure eccezionali che la porta a raggiungere i cento metri di altezza e i trenta di circonferenza. Le sequoie piantate in Italia hanno adesso un’età che si allontana da poco dai cento anni ed un’altezza tra i quaranta e i cinquanta metri. Appartengono alla famiglie del tasso, ma sono quelle della varietà sempreverde a somigliarli nel fogliame, così come la meta sequoia, originaria della Cina, che i spoglia in inverno. Bibliografia AA.VV. Alberi monumentali d’Italia. Vol.II. Ed. Abete, Roma, 1989. Cassarino A.- Alberi maestri: Piemonte e Valle d’Aosta. Biblioteca dell’immagine, Pordenone, 2013. Selezionatore: Ugo Scortegagna (ONCN– CAI Mirano) 24 2016 Aprile April April Avril Abril Lunedì Monday Montag Lundì Lunes 25 V 18 . 116 - 250 0 5,14 - 19,02 Martedì Tuesday Dienstag Mardì Martes CLUB ALPINO ITALIANO 26 V 18 . 117 - 249 0 5,13 - 19,03 MARZO 2016 Mercoledì Wednesday Mittwoch Mercredì Miercolés 27 V 18 . 118 - 248 0 L M M M GG V V S D 1 22 33 4 4 5 6 7 8 99 10 10 10 11 12 13 14 15 16 16 17 17 18 18 19 20 21 22 23 23 24 24 25 25 26 27 28 29 30 30 31 31 5,11 - 19,05 Giovedì Thurday Donnerstag Jeud Jueves 28 V 18 . 119 - 247 0 5,10 - 19,06 Venerdì Friday Freitag Vendredì Viernes 29 V 18 . 120 - 246 0 5,09 - 19,07 Sabato Saturday Samstag Samedi Sábado 30 APRILE 2016 L M M G V S D 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 MAGGIO 2016 L M M G V S D 1 2 3 4 5 6 17 2 9 3 10 4 11 5 8 9 16 10 17 11 18 12 15 16 23 17 24 18 25 19 22 23 24 25 26 29 6 13 7 14 8 12 13 14 15 19 20 21 20 26 21 27 22 28 27 28 29 30 31 V 18 . 121 - 245 0 5,07 - 19,08 giungere sul posto: l’albero si trova poco prima di entrare nella zona industriale di Longarone, in località Faè, nella pianta alluvionale 25 COMITATO SCIENTIFICO CENTRALE