La protesi d`anca

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La protesi d`anca
VILLA MELITTA
PRIVATKLINIK CASA DI CURA PRIVATA
La protesi di anca
Informazioni
precauzioni
esercizi
La protesi di anca
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Introduzione
L’intervento di protesi di anca permette ai pazienti affetti da malattie invalidanti
(frattura collo femore, artrosi e displasia congenita dell’anca) il recupero di un’elevata
qualità di vita con una durata della protesi, nel 90% dei casi, oltre i 10 anni.
Tale procedura permette di risolvere o alleviare sensibilmente la sintomatologia dolorosa e migliorare le capacità fisiche e motorie del paziente.
Esistono 3 tipologie di protesi:
1) la sostituzione totale o Artroprotesi che prevede di intervenire su entrambe le
componenti articolari, il femore e l’acetabolo (piccola fossa nel bacino che acco-
glie la testa del femore come un cappello);
2) la sostituzione parziale o Endoprotesi che preserva l’acetabolo;
3)la Protesi parziale che prevede la conservazione del collo del femore. (solo pazien
ti giovani e in assenza di osteoporosi)
Endoprotesi
Artroprotesi
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Com’ è fatta una protesi d’anca?
• Il cotile (a) generalmente metallico, in cui viene posiziona-
to un inserto di ceramica o metallo;
• lo stelo metallico (b);
• sull’estremità superiore dello stelo denominata collo (c),
a
d
c
viene inserita
• una testa metallica o di ceramica (d).
b
Lo stelo ed il cotile possono essere fissati all’osso utilizzando una
specie di “cemento” (protesi cementata) oppure semplicemente “impattando” le componenti protesiche senza utilizzo di cemento (protesi non cementata). Queste ultime sono generalmente realizzate in titanio e presentano una
superficie porosa per favorire la crescita di tessuto osseo ad avvolgere la protesi.
In cosa consiste l’intervento?
L’intervento (in genere) avviene con il paziente supino, attraverso un’incisione
a livello del gran trocantere femorale (protuberanza ossea del femore). Sezionati
cute e sottocute si procede alla sezione del muscolo medio gluteo seguendo le fibre muscolari. Si accede alla capsula articolare che viene sezionata e si lussa l’anca.
Asportata la testa femorale, usurata dall’artrosi, si procede al posizionamento della
componente protesica acetabolare. Si passa dunque alla preparazione del femore,
entro il quale viene alloggiato lo stelo femorale. Si riposiziona la neo articolazione
(riduzione) con attenta ricostruzione di tutti i tessuti. Infine si sutura capsula, piani
muscolari, sottocute e cute.
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Dopo l’intervento?
1) Ottenuto il consenso del medico, solitamente il giorno seguente, si potrà ripren
dere la stazione eretta ed iniziare il programma di recupero della deambulazione
con il fisioterapista;
2) È consigliabile mobilizzare quanto piú precocemente possibile l’articolazione,
per poter recuperare al più presto la funzionalità dell’anca. In relazione al tipo di
protesi ed alle indicazioni del chirurgo è possibile utilizzare delle macchine appo-
site per la flesso-estensione passiva dell’anca (es. chinetec);
3)A seconda delle condizioni generali del paziente si inizierà a camminare
con l’aiuto del girello e successivamente con 2 stampelle; usare SEMPRE i
sussidi indicati fino a quando, nei controlli successivi, non si avrà l’autorizza-
zione ad abbandonarli;
4) Quando la ferita sarà rimarginata, se le condizioni generali lo permettono e pre
vio ordine medico, sarà possibile recarsi in piscina per effettuare ginnastica spe-
cifica sotto la guida di un fisioterapista.
5) L’uso delle calze elastiche e la somministrazione di iniezioni di Eparina o similari
prevengono l’insorgenza di problemi circolatori;
Attenzione!
La nuova articolazione dell’anca è relativamente non protetta fino a quando la muscolatura dell’arto inferiore non avrà riacquistato un adeguato tono-trofismo muscolare (alcuni mesi). Fino ad allora movimenti involontari o non corretti potrebbero provocare la mobilizzazione o, in casi estremi, la Lussazione delle componenti protesiche.
In seguito sono elencati movimenti e comportamenti da evitare per non compromettere la stabilità della protesi.
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1. NON chinarsi a raccogliere oggetti a
terra senza aver portato l’arto operato
all’indietro e verso l’alto;
2. NON chinarsi in avanti quando si è seduti;
3. NON sedersi su sedili bassi con l’anca
eccessivamente flessa; (neanche diva-
ni e poltrone troppo soffici). Mettere
un cuscino sulle sedute (anche in auto)
ed un rialzo sul water.
4. NON accavallare le gambe (sia da se
duti che da sdraiati).
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NB: la posizione di fianco sul lato sano è permessa dopo circa una settimana.
L’importante è mettere un cuscino tra le gambe (chiedere istruzioni al proprio fisioterapista).
Il cammino
Per i primi tempi si portano avanti entrambe le stampelle contemporaneamente
scaricando il peso corporeo, a seguire l’arto operato e poi quello sano.
Quando viene concesso il carico pieno, le stampelle vengono
portate avanti una alla volta incrociandole con gli arti inferiori:
la stampella destra assieme alla gamba sinistra e viceversa, come
nel normale schema del passo.
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Più avanti, se il chirurgo autorizza la deambulazione con una sola stampella, si elimina quella del lato della lesione. In questo caso è fondamentale l’apprendimento
di un cammino corretto. Un abbandono contemporaneo di tutte e due le stampelle
sarebbe comunque più indicato.
Le scale
Salire: i gradini si salgono prima con l’arto sano, poi le stampelle insieme
all’arto operato.
Scendere: posizionare le stampelle sul gradino inferiore poi scende la gamba ope
rata, infine quella sana.
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Esercizi
Attenzione: La nuova articolazione dell’anca è relativamente non protetta fino a
quando la muscolatura dell’arto inferiore non avrà riacquistato un adeguato tono
ed un appropriato trofismo muscolare. Per questo motivo i seguenti esercizi sono
da eseguire solo con o dopo adeguata preparazione e supervisione del fisioterapista. Non tutti gli esercizi sono indicati per tutti i pazienti.
Esecuzione: 10 ripetizioni poi pausa (oppure a discrezione del fisioterapista)
1. Sdraiati in posizione supina, flettere
ed estendere il ginocchio scivolando
con il tallone sul letto.
2. A gambe piegate portare un ginoc
chio alla volta verso il petto (flessione
minore di 90°)
3. Tenere le gambe diritte e schiacciare
il tallone, il ginocchio ed i glutei cont-
ro il letto.
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4. “Ponte”: Sdraiati in posizione supina,
piegare le gambe ed alzare il bacino.
5. Sdraiati in posizione supina, gambe
piegate, estendere la gamba operata
verso l’alto, poi ritorno.
6. Sdraiati in posizione supina,“bicicletta”
con la gamba operata.
7. Allargare la gamba facendo scivolare il
piede sul letto.
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8. A gambe estese, portare le punte dei
piedi indietro ed in avanti.
9. Da seduti con le gambe penzoloni,
estendere il ginocchio (piede a martello).
10.Estendere l’arto operato, facendo sci volare il tallone sul letto. Afferrare il
ginocchio non operato e portarlo ver-
so il busto.
11.Sdraiati in posizione supina, gambe
piegate, alzare la gamba estendendola
verso l’alto, poi ritorno.
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12.Prendere con le mani il ginocchio ma
lato e con cautela tirare verso il petto
(non superare i 90°)
13.Sul fianco sano: allargare la gamba
operata e ritorno.
NB: usare il cuscino tra le gambe!
14.Proni: portare verso l’alto la gamba
operata con il ginocchio dritto.
15.Proni: portare verso l’alto la gamba
operata con il ginocchio flesso.
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Gli esercizi andranno sempre effettuati lentamente, controllando che il movimento
venga svolto come indicato.
Se gli esercizi vengono svolti correttamente non dovrebbero provocare dolore.
In caso di comparsa di dolore all’anca durante l’esecuzione di un particolare esercizio, si consiglia di sospendere l’esercizio ed eventualmente rivolgersi al medico od
al fisioterapista.
Attenzione!
• Prima di piccoli interventi chirurgici e/o odontoiatrici, il paziente deve avvisare il
medico di essere portatore di protesi: potrebbe essere utile una terapia antibioti-
ca per prevenire possibili infezioni;
• Presentarsi sempre ai controlli previsti: il monitoraggio costante è lo strumento
migliore per accorgersi in tempo di qualsiasi problema;
• Non sollevare pesi;
• Indossare calzature comode con suola morbida;
• L’applicazione di una eventuale elettroterapia nella zona operata non è sempre
indicata. Nel caso, avvertire il medico o fisioterapista della presenza di una protesi;
• Terme: consentite dopo 6 mesi.
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Sport
• Camminare: è consigliato in quanto favorisce l’aumento delle prestazioni fisiche.
Attenzione al cammino in discesa che potrebbe causare eccessive sollecitazioni
sull’anca operata;
• Bicicletta: è consigliata, il peso a carico dell’anca è modesto, non bisogna però
sottovalutare il rischio di una caduta. Nel primo periodo è consigliabile tenere
alta la sella per evitare un’eccessiva flessione dell’anca; ottima la cyclette in casa,
ma non in sostituzione degli esercizi consigliati;
• Nuoto: è permesso, anche se sarebbe meglio evitare, almeno all’inizio lo stile a rana;
• Corsa: è sconsigliata. Rinforzare bene prima la muscolatura ed evitare di prose
guire la corsa quando si sente che la muscolatura è stanca;
• Sci alpino e da fondo: è permesso dal 6 mese: Bisogna però già esserne capaci pri
ma dell’intervento. Evitare sforzi esagerati. Attenzione particolare per i fondisti
che praticano lo stile “pattinato”.
• Sono Vietati: tennis, sport di contatto (calcio, basket, arti marziali).
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Esercizi specifici consigliati; appunti, domande
specifiche del paziente
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T 0471 471 471 | F 0471 471 400
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