Il breve volo della Scuderia Castellotti

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Il breve volo della Scuderia Castellotti
AMARCORD n VENNE FONDATA A LODI NEL 1958 IN MEMORIA DEL GRANDE EUGENIO, SCOMPARSO UN ANNO PRIMA
GRAZIE AL SOSTEGNO DI ENZO FERRARI PER TRE ANNI I SUOI PILOTI FREQUENTARONO I PIÙ GRANDI CIRCUITI EUROPEI
Il breve volo della Scuderia Castellotti
A porre fine all’avventura la tragica morte il 15 giugno 1961
di Giulio Cabianca durante una seduta di prova all’autodromo
di Modena: lo stesso dove aveva perso la vita il campione di Lodi
GIUSEPPE SALVAGNA
n La Scuderia Castellotti nasce a
Lodi, alla fine del 1958, da un’idea
di alcuni amici dello sfortunato
pilota lodigiano per aiutare giovani driver. Amministratore unico
fu il dottor Pino Corsi. Nel marzo
del 1959 sull’aerautodromo di Modena, in occasione del secondo
anniversario della morte di Eugenio Castellotti, i dirigenti della
Scuderia furono invitati da Enzo
Ferrari negli uffici di viale Trento
Trieste. Nell’incontro modenese,
conclusosi con un pranzo al ristorante Fontana, Ferrari decise di
cedere gratuitamente, assicurando la relativa assistenza tecnica, la
nuova vettura Sport “Dino 196/S”
alla Scuderia Castellotti al fine di
partecipare al Campionato Mondiale Marche nella categoria Sport
con cilindrata sino a 2000 cc.
LA FERRARI dopo le morti eccellenti di Eugenio Castellotti e Luigi
Musso, due piloti italiani emergenti nel panorama internazionale, era restia a ingaggiare altri piloti nazionali. Per questo motivo la
scuderia modenese era criticata
dalla stampa sportiva e così Ferrari pensò di ricorrere a un team semiufficiale con due piloti italiani
non proprio di primo piano. La
vettura, una biposto corsa equipaggiata con il motore sei cilindri
a V Dino di 2000 cc, esordì a Monza nella Coppa S.Ambroeus, gara
non valida per il Campionato Marche, condotta dal pilota veronese
Giulio Cabianca e sbaragliò tutti
gli avversari.
GIULIO CABIANCA era un buon pilota che aveva iniziato la propria
carriera guidando le piccole sport
OSCA ottenendo ottimi piazzamenti e vincendo, pertanto, alcuni campionati italiani di classe e la
Coppa delle Dolomiti nel 1955. In
seguito la Ferrari Dino 196/S partecipò ad altre competizioni con
risultati non esaltanti. Il romano
Giorgio Scarlatti conquistò il secondo posto assoluto alla classica
in salita Pontedecimo-Giovi. Alla
24 ore di Le Mans, però, un banale
guasto alla pompa della benzina
costrinse, alla quarta ora, Giorgio
no a qualificarsi. Dopo altri gran
premi sfortunati in Francia e Inghilterra, a Monza, per il Gran
Premio d’Italia, le rosse vetture
anglo-italiane dimostrarono finalmente d’aver raggiunto un’ottima messa a punto. Giulio Cabianca si classificherà quarto
mentre Gino Munaron fu costretto
al ritiro a pochi giri dalla fine
mentre era in quinta posizione.
SFORTUNATI Eugenio Castellotti e Giulio
Cabianca, accomunati da un tragico destino;
sotto il logo della scuderia lodigiana;
in alto e a sinistra Cabianca a Monza nel 1959
e nel 1960 con la “Cooper -Eugenio”
Scarlatti e Giulio Cabianca ad abbandonare la gara mentre erano in
testa nella classe fino a 2.000 cc
mentre al Tourist Trophy, sempre
Cabianca e Scarlatti, furono costretti al ritiro per il cedimento di
una sospensione. Alla Targa Florio, così come alla 1000 km del
Nurburgring, un cedimento del
motore mise fuori gara la biposto
della Scuderia Castellotti. I mancati risultati nelle gare principali
indussero, pertanto, la Ferrari a
riprendersi la vettura e ritirarla
dalle competizioni.
scuderia lodigiana di partecipare
all’ultimo anno di validità del
Campionato Mondiale di Formula
1 allora in vigore, il 1960, con motori di 2.500 cc di cilindrata. I motori Ferrari furono installati su due
autotelai inglesi Cooper che la
Scuderia Castellotti aveva importato da Surbiton. L’impianto dei
motori fu eseguito a Modena da
Aldo Savigni ex meccanico della
Ferrari. Il cambio venne progettato e costruito dal modenese Colotti
mentre le gomme utilizzate furono le inglesi Dunlop.
L’INVERNO SUCCESSIVO la Ferrari
cedette alla Scuderia Castellotti,
sempre gratuitamente, un paio di
motori di Formula 1 che nel 1955
montavano le Ferrari 555 “Super
squalo”, consentendo così alla
LA “COOPER-EUGENIO“ , comevenne battezzata, la prima vettura
di formula 1 privata equipaggiata
con motori Ferrari. Esordio amaro
a Montecarlo dove Giorgio Scarlatti e Gino Munaron non riusciro-
NELLA STAGIONE SUCCESSIVA ,
1961, Enzo Ferrari cedette di nuovo, gratuitamente, alla scuderia
lodigiana un motore quattro cilindri di 3.000 cc per partecipare al
Campionato di Formula Intercontinentale. Il motore fu montato su
uno dei telai Cooper presso l’officina modenese di Lucchi e Mazzetti. L’esordio era previsto in Inghilterra a Silverstone. I primi collaudi avevano dato risultati
positivi.
Il 15 giugno 1961, sull’aerautodromo di Modena, durante una seduta di prova Giulio Cabianca, per
cause sconosciute, al termine del
rettilineo anziché curvare tirò diritto infilando il portone carraio
aperto, per lavori di manutenzione, sulla via Emilia travolgendo
quattro persone prima di schiantarsi contro il muro della Carrozzeria Orlandi.
LA MORTE DI CABIANCA , le successive polemiche e le conseguenti liti giudiziarie causarono la
messa in liquidazione della Scuderia Castellotti, il cui destino resterà fatalmente connesso con
l’aurtodromo di Modena.