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CeDAC XXXIV Circuito Teatrale Regionale Sardo Questa è la nostra Stagione Nuoro / Teatro Eliseo Stagione di Prosa 2013-2014 Ironia e dramma al Teatro Eliseo di Nuoro: si alza il sipario sulla Stagione di Prosa 2013-14 firmata CeDAC nell'ambito del XXXIV Circuito Teatrale Regionale Sardo, con un interessante cartellone che spazia tra testi classici e contemporanei, accostando i capolavori di Sofocle, Molière e Federico García Lorca alla nuova drammaturgia, con una rilettura di “Pinocchio”, l'originale “Mortaccia” e la scrittura immaginifica del poeta Raffaello Baldini. Tra i protagonisti della Stagione di Nuoro – organizzata dal CeDAC in collaborazione con l'amministrazione comunale, con il sostegno della Regione Autonoma della Sardegna e del MiBACT, e con sponsor importanti come Casa Rosas e la Deutsche Bank, oltre al prezioso supporto della Sardinia Ferries – spiccano i nomi di Paolo Bonacelli, ipocondriaco Argante ne “Il malato immaginario”; di Ivano Marescotti con “La fondazione” di Baldini; e di Veronica Pivetti, ambigua e seducente incarnazione della Morte per la regia di Giovanna Gra. Elena Bucci mette in scena la tragedia di “Antigone” con CTB e Le Belle Bandiere, mentre Maria Assunta Calvisi firma la regia de “La casa di Bernarda Alba” per L'Effimero Meraviglioso e Ugo Chiti rilegge la storia del celebre burattino inventato da Carlo Collodi con Arca Azzurra Teatro. Fil rouge del programma dell'Eliseo - e di tutto il Circuito CeDAC – è lo slogan “Questa è la nostra Stagione” che mette l'accento sul ruolo centrale del pubblico, elemento fondamentale – insieme agli attori sul palco – del compiersi dell'evento teatrale. Si parte con un classico del Novecento: sarà infatti “La casa di Bernarda Alba” di Federico García Lorca ad inaugurare – mercoledì 11 dicembre alle 21 - la Stagione di Prosa 2013-14 del CeDAC al Teatro Eliseo di Nuoro. La pièce, tra le opere più note e amate del poeta e drammaturgo spagnolo – nell'allestimento de L'Effimero Meraviglioso, per la regia di Maria Assunta Calvisi, e impreziosito dai video di Giovanni Coda - descrive la condizione femminile tra il forte condizionamento della morale cattolica e le regole e convenzioni di una società rigidamente divisa in classi. L'antica civiltà matriarcale resiste dentro le mura domestiche, affidando alla donna il governo della casa: la severità di Bernarda, preoccupata delle apparenze e dell'onore più che della felicità delle sue figlie, soffoca la naturale ansia di libertà e perfino il desiderio di farsi una famiglia di ragazze ormai in età da marito. Il conflitto tra rigore formale e segrete passioni pare riflettere la situazione della Spagna sotto il regime franchista, e nella tensione si annuncia il tragico epilogo. Nel cast: Miana Merisi e Cristina Maccioni, con Rita Atzeri, Luana Brocato, Anna Brotzu, Francesca Cara, Renata Manca, Carla Orrù, Marta Proietti Orzella e la partecipazione (in video) di Elena Ledda e Rossella Faa. Sarà poi la volta – sabato 11 gennaio, sempre alle 21 – di “Antigone, ovvero una strategia del rito” da Sofocle: il progetto originale di Elena Bucci (sua anche la regia) e Marco Sgrosso, che curano anche l'elaborazione drammaturgica, prende le mosse dal nucleo primario della tragedia, cioè la contrapposizione della ragione di stato alle ragioni del cuore. Raffinata partitura intessuta di parole e suoni, in un'alternanza di danza e gesto, sul sottile confine tra la maschera e il volto, lo spettacolo – produzione di CTB Teatro Stabile di Brescia, in collaborazione con Le Belle Bandiere – racconta lo spazio tra il pensiero e l'azione. La visione di un mondo arcaico si imprime sul presente con le ricorrenti antitesi - la scelta di Antigone e la rinuncia di Ismene, il contrasto generazionale tra Creonte e il figlio, la ferma determinazione del re, cieco nel suo fanatismo in opposizione allo sguardo profetico dell'indovino Tiresia, privo della vista ma capace di intuire il futuro. In scena con Elena Bucci e Marco Sgrosso, Daniela Alfonso, Maurizio Cardillo, Nicoletta Fabbri, Filippo Pagotto, Gabriele Paolocà. Riflettori puntati – sabato 15 febbraio alle 21 – sul “Pinocchio” dell'Arca Azzurra Teatro, libera ma a suo modo fedele trasposizione del fortunato romanzo di Carlo Collodi, con adattamento e regia di Ugo Chiti. Viaggio nella dimensione fantastica e insieme terrena e concreta del ragazzo di legno, tra le sue molte avventure e gli incontri con personaggi buffi o pericolosi, con la mise en scène della moderna fiaba adatta – per la sua molteplicità di significati immediati e simbolici - a grandi e piccini. Ingenuo e crudele, generoso ma anche capace di malizia, incorreggibile bugiardo Pinocchio è già un archetipo del Novecento: la sua condizione di eterno fanciullo ne sancisce anche la diversità, tanto da fagli desiderare la fragilità e caducità così umane. La metamorfosi da ragazzaccio irriverente in bravo bambino implica il dilemma tra l'affetto e la libertà: creatura dell'immaginario, figlio della solitudine di Geppetto, Pinocchio in fondo, pur tra mille contraddizioni, anela a diventare un essere di carne ed ossa, a pagare insomma il prezzo della “normalità”. Nel cast: Paolo Cioni, Giuliana Colzi, Andrea Costagli, Dimitri Frosali, Massimo Salvianti, Lucia Socci, Alice Bachi, Paolo Ciotti. Spazio poi – giovedì 27 febbraio sempre alle 21 - a “Mortaccia/ La vita è meravigliosa”, originale apologo sulla fine della vita scritto e diretto da Giovanna Gra (produzione PIGRA) con un'irresistibile Veronica Pivetti nel ruolo della nera signora, accanto a Sergio Mancinelli e Oreste Valente. Commedia musicale a tinte gotiche con punte di comicità al confine con l'impegno lo spettacolo racconta la realtà dal punto di vista di una Morte in versione molto contemporanea, sarcastica e candida, alle prese con un giallo. Il mistero di un cadavere di troppo turba l'aldilà – e più prosaicamente il camposanto – e costringe questa singolare Dark Lady a interrogarsi, rivelando al contempo molte sfaccettature e dettagli sull'oltretomba, che si rivela con troppo diverso quanto a meschinità, piccole e grandi cattiverie, e pessime abitudini, non troppo diverso dal mondo dei vivi. Divertissement originale e un po' dark, “Mortaccia” si affida alla verve e l'(auto)ironia di veronica Pivetti per offrire a suon di musica spunti di riflessione sul presente e il futuro. Immortale capolavoro, “Il malato immaginario” di Molière – in cartellone giovedì 13 marzo alle 21 - nell'allestimento del Teatro Stabile di Bolzano per la regia di Marco Bernardi, regala una nuova sapida interpretazione di quel geniale istrione che è Paolo Bonacelli (in scena con Patrizia Milani e Carlo Simoni), nei panni non sempre comodi di Argante, uomo egocentrico e ipocondriaco, vittima dell'arroganza dei medici e delle ingannevoli moine della giovane e fedifraga sposa. Il dramma del marito anziano, geloso e insicuro, fatalmente tradito dalla bella moglie passa in secondo piano rispetto alle disarmanti ma pure pericolose preoccupazioni per la propria salute: perennemente in ansia per lo stato del corpo, Argante trascura gli affetti, perfino quello tenerissimo della figlia. Perduto nella sua fissazione, medita perfino di procurarsi il genero adatto, senza curarsi della felicità della ragazza finché – spronato dalla burbera ma fidata governante - sarà costretto ad aprire gli occhi sulla dura realtà e riconoscere finalmente le proprie e altrui debolezze, recuperando senno e saggezza. Suggellerà la stagione del CeDAC al Teatro Eliseo di Nuoro - giovedì 27 marzo alle 21 - “La fondazione” di Raffaello Baldini con un convincente Ivano Marescotti, diretto da Valerio Binasco (produzione Arena del Sole - Nuova Scena/ Teatro Stabile di Bologna). La pièce dolceamara, con un originale registro linguistico dalle forti reminiscenza romagnole, è incentrata sulla storia di uno stralunato personaggio, a tal punto ancorato al suo passato da rinunciare al presente e in certo modo al futuro per vivere circondato dai suoi ricordi. La paura di perdere frammenti della propria esistenza, dalla memoria delle emozioni alle tracce dei pensieri, è così forte che egli si ostina a conservarne la testimonianza attraverso gli oggetti, fino a riempire tutta la casa di “roba”. Racconto surreale e denso di sconsolata poesia, “La fondazione” è in fondo una critica alla società dei consumi, al materialismo esasperato, ma pure il ritratto struggente e tenero, e ferocemente ironico di un individuo come tanti vittima di una innocente mania. Abbonamenti primi posti: intero € 80 – ridotto € 70 secondi posti: intero € 70 – ridotto € 60 Biglietti primi posti: intero € 16 – ridotto € 14 secondi posti: intero € 14 – ridotto € 11 Info: 0784. 230784 – 329.0708812 [email protected] – www.cedacsardegna.it Ufficio Stampa CeDAC/ Sardegna: Anna Brotzu - cell. 328.6923069 - [email protected]