I percorsi assistenziali femminili - Azienda Ospedaliera S. Croce e

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I percorsi assistenziali femminili - Azienda Ospedaliera S. Croce e
Dr.ssa Nadia Toselli
I percorsi assistenziali femminili
All'interno di un'Azienda sanitaria il percorso clinico assistenziale
descrive i processi relativi a un problema di salute nella sua gestione
ospedaliera.
Il termine "percorso" rimanda intuitivamente alla prospettiva
dell'individuo che deve compiere un percorso tra il suo bisogno di salute e
l'ottenimento di un beneficio.
Oggi sempre più spesso il problema di salute espresso dalla popolazione è
complesso, richiede il contributo di più attori, con interventi
multiprofessionali e multidisciplinari rivolti a diversi ambiti clinico
assistenziali.
Progettare il percorso che il cittadino svolge all'interno dell'Ospedale
permette di offrire alla persona i servizi appropriati nel rispetto delle
evidenze scientifiche di riferimento e delle risorse disponibili.
Il percorso assistenziale è un approccio alla cura del paziente che mira a
coordinare le risorse disponibili attraverso l'intero sistema di assistenza:
favorisce quindi la continuità delle cure, ovvero il mantenimento di quei
meccanismi di integrazione che sono in grado di assicurare ad una
persona di ricevere le cure giuste, nel momento giusto e nel tempo giusto,
superando la frammentarietà delle risposte assistenziali.
La medicina di genere sottolinea oggi come i fattori di rischio legati alla
salute femminile non riguardino tanto gli aspetti riproduttivi, quanto il
ruolo sociale della donna, sempre più impegnata sul fronte familiare e
lavorativo con inevitabili ripercussioni sulla propria salute.
La medicina di genere focalizza l'attenzione su discipline differenti, che
spesso si devono integrare nel percorso di cura.
All'interno di molte di queste discipline il nostro ospedale ha costruito
percorsi assistenziali specifici, in cui si indaga l’influenza sulla salute di
fattori legati al genere femminile, da quelli ormonali agli stili di vita. Sono
percorsi nei quali le differenze fisiologiche e sociali tra i generi entrano
nella pratica clinica per evidenziarne la peculiarità. Le discipline nelle
quali sono stati implementati e rivisti i percorsi assistenziali in ottica di
genere sono molteplici così come molti sono i percorsi specifici che ne
sono derivati.
Il percorso assistenziale è metodo. E il metodo oggi è elemento sostanziale
del vivere sanitario moderno. Ma il metodo ha senso nella misura in cui
considera profondamente l'oggetto e lo scopo dell'elemento che disciplina.
Oggetto del "percorso assistenziale" è il prendersi cura della persona che
ha un bisogno di assistenza. Nella parola "assistenziale" riscopriamo il
valore originario di "assistenza" il cui significato etimologico è "stare
accanto".
La capacità di occuparsi degli altri, di prestare loro cure ed assistenza è
tipicamente femminile; e ha coinvolto nei secoli donne di tutti i generi,
dalle contadine alle religiose, dalle nobili alle scienziate. In tutte le
tradizioni e le culture la storia dell’assistenza nasce con le donne e solo
dopo passa agli uomini.
Nell’universo variegato della pratica medica le donne hanno sempre svolto
un ruolo di primo piano, costituendo una vera e propria “rete sanitaria”,
in tutte le epoche e in tutti i luoghi.
Esempio tangibile del valore delle donne nella storia assistenziale è quello
della professione infermieristica, che riconosce nell'assistenza il cuore
della propria disciplina ed è, da un punto di vista antropologico, una
professione femminile. La presenza femminile ha plasmato nel tempo la
cultura, i valori, i riferimenti disciplinari e scientifici dell'essere infermiere.
La specificità del processo assistenziale, del processo di cura, è quella di
tenere in conto l'unità biologica psicologica sociale della persona assistita,
con un approccio "globale" e "individuale".
E' in questo che sta la "dimensione della cura" che è alla base di un
qualsiasi percorso assistenziale.
La dimensione della cura è da riscoprire e rivalutare con uno sguardo
tutto "femminile", in grado di leggere il concetto di salute e di qualità della
vita con un'accezione più vasta, che risponde alla complessità del bisogno
di salute.
Il prendersi cura non è comunque una prerogativa solo femminile, anche
se muove da valori antropologicamente femminili. Perché il prendersi cura
della fragilità altrui deve essere caratteristica di qualsiasi essere umano.
Nei sistemi sanitari della nostra provincia, in linea con i dati demografici
nazionali, stiamo assistendo ad una modificazione di genere negli attori
della cura: aumentano le donne medico e aumentano gli uomini
infermieri, in controtendenza rispetto ai dati storici delle due professioni.
Questo non può che rappresentare un'opportunità per un cambiamento
profondo nel modo di concepire la cura, al di fuori e al di sopra di quanto
la cultura scientifica abbia elaborato e trasmesso fino ad oggi. Integrare
sempre di più le discipline che la praticano, integrarle nel modo di leggere
i bisogni della popolazione per rispondervi con competenza e con
passione.
La medicina e l'infermieristica parlano del nascere, vivere, morire,
sperare, guarire, curare e prendersi cura. Richiedono di ricorrere ad un
linguaggio razionale, ai prodigi della scienza e della tecnica (ovvero ad un
linguaggio "maschile"), ma necessitano anche e soprattutto di un
linguaggio di connessioni, disarmato, creativo e di relazione (un linguaggio
"femminile").