La grigliata Pezzetti di formaggio stagionato serviti su un piatto di

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La grigliata Pezzetti di formaggio stagionato serviti su un piatto di
La grigliata
Pezzetti di formaggio stagionato serviti su un piatto di porcellana, vino e stuzzichini
vari allietano la tavolata. Che serata si prospetta: una serata all’insegna della
compagnia, della musica, del cibo ovviamente (che non può mancare, mai!) e delle
carte.
“Settembre: mese di grigliate con gli amici, e non solo…”, mi disse qualcuno tempo
fa: ed è vero. Anche quest’estate è ormai giunta al termine, sembra passi sempre
troppo in fretta, o forse siamo noi che la viviamo in maniera più frenetica, rispetto
alla routine invernale. Tra feste, serate in spiaggia, disco, aperitivi, giornate al mare, e
chi più né ha più né metta, spesso si vive in una famiglia-albergo, perché non si ha
nemmeno il tempo di dire ai propri genitori cosa si sia fatto e cosa si andrà a fare tra
qualche minuto. L’illusione estiva, attesa per tutta una lunga invernata, ci stressa e a
volte non vediamo l’ora che finisca; ma poi è in serate come questa che vorremmo
prolungare l’estate, illudendoci che il lavoro non debba ricominciare dopodomani,
che il tuo capo non ti abbia chiamata questa mattina per dirti di non dimenticarti che
dopodomani ci si rivede. Eppure l’illusione dura solo qualche ora: il tempo di una
grigliata.
“Tutti a tavola, la cena è servita!” finalmente, ho una fame. Spiedini di carne, costate
arrostite, salsiccia, e tanto altro ancora. A dire il vero, sono già piena, avrò di sicuro
esagerato col formaggio; che ci posso fare, quando una è ghiotta, è ghiotta. A
guardarli da qui, dall’angolo del tavolo, i miei amici sembrano tutti gente seria, come
quel link su facebook: c’è Fabrizia, che studia Ingegneria Meccanica, una pazza
insomma; Gabriella e Chiara che studiano Giurisprudenza e frequentano la
parrocchia, e non so dove trovino il tempo per farlo. Poi c’è Matteo, dottorando in
Storia Contemporanea ed educatore ACR; Cristina e Piero, eterni fidanzati, chissà se
un giorno si sposeranno! Margherita, sempre con la testa fra le nuvole, innamorata
dell’Africa.
Ma guardali..hanno consumato, per intero, le tre bottiglie, da due liti l’una, di vino
fatto in casa che avevo portato. Assurdo! Ma son felice, vuol dire che il vino di
produzione propria supera di gran lunga quello della cantina, non per discriminare,
ma si sa che quello imbottigliato è tutto gemellato, non è unico. Ormai si sono perse
le annate, com’era un tempo: le cantine correggono tutto, e poi a fine annata
annunciano solo se c’è stata una maggiore o minore quantità rispetto allo scorso
anno, ma di rado sono sinceri sulla gradazione, quella viene corretta.
E son solo pochi giorni, che a vederli da fuori passano in fretta, ma son giorni intensi,
faticosi, pieni di risate e riflessioni: sono i giorni della vendemmia! Metà paese si
sveglia prima dell’alba, e chi non ha mai vendemmiato non potrà capire il caos dei
mezzi agricoli dalle ore 5.15 in poi, quando, l’altra parte del paese ancora dorme o è
assonnata, quando sono ancora accese le luci per le strade. Se si è fortunati, si trova il
vigneto asciutto, altrimenti si fa il bagno (nel vero senso della parola) già alle sei del
mattino, e non è poi tanto bello. Inizi a bagnarti la mano sinistra, mentre prendi l’uva
e la mano destra mentre la tagli, poi le braccia e le spalle, ed infine anche i capelli.
Verso le ore otto, a metà giornata, il sole inizia a farsi sentire, ed inizi ad asciugarti.
Mentre si taglia l’uva, si ha tempo per riflettere su tutto, in particolare sulla vita, sui
progetti, e si fa amicizia con chi condivide con te, in quelle giornate, quei momenti.
Si raccontano storie, fatti e, da che mondo è mondo, “ci si aggiorna” sulla vita del
paese, per dirla meglio, si spettegola! Verso le ore undici circa, a giornata conclusa, si
torna a casa. Felici, stanchi, col lavoro ben fatto, semi bagnati, se al mattino il vento
era di scirocco, asciutti se vi era tramontana. La vendemmia, uno spaccato di vita
popolare e familiare, che unisce tante generazioni.
E vai, settebello preso! La settanta è mia. Son soddisfazioni!