Brevissima storia della crittografia - Criptare
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Brevissima storia della crittografia - Criptare
Roberto Weitnauer 26 aprile 2007 (4908 battute – 2 pagine scritte) www.kalidoxa.com Pubblicato, diritti riservati - Brevissima storia della crittografia Criptare messaggi è una tecnica antica. La crittografia si basa in sostanza su due fattori principali: il sistema di codifica impiegato e la precipua chiave da applicare al testo originario in chiaro. La storia di questa disciplina è segnata da una lotta tra chi si è prodigato d’inventare chiavi sempre più sofisticate e chi si è ingegnato per forzarle. Un momento apicale si raggiunge nella Seconda Guerra Mondiale con la clamorosa decrittazione da parte di Alan Turing del codice segreto generato dalle forze tedesche con la macchina “Enigma”. La crittografia (dal greco ‘kryptós’, ‘nascosto’ e ‘gráphein’, ‘scrivere’) è letteralmente una sequenza di caratteri alterata in modo caratteristico (cifrata) che può essere intesa soltanto da chi conosce la chiave di lettura. Si tratta di una tecnica atta a proteggere lo scambio d’informazioni da occhi indiscreti posti lungo le vie di comunicazione. Sistemi di crittografia vengono impiegati nelle transazioni finanziarie, nelle comunicazioni militari, nella distribuzione di documenti riservati, nei contatti diplomatici. Non si tratta però di tecniche esclusive. Sono ad esempio in vendita a basso costo accessori per cellulari che criptano le conversazioni telefoniche. Programmi di cifratura si abbinano all’uso personale del web o della posta elettronica. La crittografia è chiamata in causa in maniera crescente nell’ambito della protezione della privacy. Quello di rendere segreta la comunicazione è un mestiere antico. La prima testimonianza storica certa a questo riguardo rimanda al 400 a.C. quando gli spartani usavano lo “skytàle” per scambiare messaggi in codice tra i comandi militari. Il mittente arrotolava a spirale una striscia di pergamena intorno a un bastone di dimensioni calibrate, poi scriveva per il lungo un messaggio e infine scioglieva la striscia. Il destinatario poteva ricostruire il testo in chiaro solo se riavvolgeva la pergamena su un bastone uguale. Possiamo dire che l’avvolgimento costituisce un sistema di cifratura, mentre lo specifico bastone ne è la chiave. Conoscere la procedura applicata non serve a comprendere il messaggio se non è nota anche la precipua chiave impiegata. Provare diversi bastoni fino al punto da scorgere qualcosa d’intellegibile sulla pergamena significa trovare la chiave. L’evoluzione della crittografia è segnata dalla contesa tra chi ha inventato cifrature ingegnose e chi ha poi tentato di forzarne la chiave (crittanalisi). 1/6 I primi criteri erano basati solo sulla sostituzione sistematica di ogni lettera con un’altra lettera. Così faceva Giulio Cesare in un’epoca in cui comunque pochi sapevano leggere. Nel X secolo gli arabi si accorsero però che nei vari idiomi sussiste per ciascuna lettera una probabilità tipica di comparsa (ad es. in italiano la A, la E e la I sono più frequenti). Tale conoscenza facilitava la ricerca del rimpiazzo fisso eseguito. Bastava infatti applicare una semplice analisi di frequenza al messaggio criptato. Nel 1553 l’italiano Giovanni Battista Belaso si fece furbo e optò per una sostituzione variabile. In pratica, ciascuna lettera originale veniva rimpiazzata da differenti lettere nel corso di una stessa codifica, ovviamente secondo uno schema prefissato e reiterato. Il codice di Belaso (detto erroneamente di Vigenère) risultò inespugnabile per tre secoli. Intorno al 1850 uno studioso indipendente, l’inglese Charles Babbage, ne scovò il lato debole. Babbage era un tipo strano: odiava visceralmente la musica per strada, elencava minuziosamente i fastidi ed era ossessionato dal fuoco (una volta si fece rinchiudere per prova in un forno a 130 gradi per quattro minuti). Nondimeno, fu un acuto pensatore. La sua abilità nella decrittazione mostrava che la faccenda della segretezza andava ben al di là dell’alfabeto, implicando considerazioni numeriche. La teoria dei numeri può apparire arida e astratta, ma essa fu un ausilio concreto per la vittoria degli Alleati nella Seconda Guerra Mondiale. I tedeschi codificavano le loro comunicazioni tramite “Enigma”, una macchina elettro-meccanica a tastiera che generava un numero strabiliante di combinazioni crittografiche. Eppure, il geniale inglese Alan Turing, grazie anche a precedenti lavori polacchi e all’uso di un voluminoso calcolatore a valvole e relé (Colossus), riuscì a decifrare i messaggi del nemico. Fu un evento eclatante. Come fece? Non certo per soli tentativi ed errori, cioè per “forza bruta”, come si dice oggi. Ogni mattina i nazisti includevano un bollettino meteo nelle loro comunicazioni. Esso doveva quindi contenere la parola “Wetter” (“tempo” in tedesco). Questa e simili ricorrenze aiutarono Turing a scovare degli schemi nell’uniformità delle trasmissioni. Da lì in poi il lavoro divenne più facile. Gli schemi sono il segreto matematico della decifrazione. Turing morì nel 1954 a soli 42 anni, avvelenato da una mela al cianuro. Qualcuno afferma che la sua omosessualità, per la quale fu anche arrestato, sia stata la causa di un suicidio. Non mancano però congetture su complotti spionistici. Turing spaziò nella sua carriera su vari argomenti in maniera acuta, ma la sua eredità nel campo della crittografia consiste nella consapevolezza odierna di tutti gli esperti che un messaggio codificato è tanto più sicuro, quanti meno schemi rivelatori esso manifesta, ossia quanto più casuale esso appare nella sequela dei suoi simboli. Non è quindi la complessità in sé del sistema di codifica a tagliare la testa al toro. Roberto Weitnauer 2/6 Ritratto di Alan Mathison Turing (1912-1954): http://www.bletchleypark.org.uk/doc/image.rhtm/Turing2.jpg 3/6 Il calcolatore “Colossus” usato da Turing nella Seconda Guerra Mondiale per decifrare le comunicazioni dei tedeschi: http://nerv.org.uk/photos/bletchley/colossus.jpg 4/6 Una versione di “Enigma” la macchina elettromeccanica usata dai Tedeschi nella Seconda Guerra Mondiale per criptare le comunicazioni: http://www.liceofoscarini.it/studenti/crittografia/critto/enigma_3.jpg 5/6 Schema dello “skytàle”, il sistema di criptazione fisica usato dagli Spartani: http://www-ivs.cs.uni-magdeburg.de/bs/lehre/wise0102/progb/vortraege/hbeier/GIF/skytale_01.jpg Ritratto di Charles Babbage (1791-1871): http://robroy.dyndns.info/Babbage/Images/babbage-1843.jpg 6/6