accidenti - PS Ticino

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accidenti - PS Ticino
confronti layout nuovo_Layout 1 07.05.12 10.43 Pagina 2
di Firmino
Testamenti
Da oltre due millenni l'Antico Testamento insegna che «le colpe dei padri
ricadono sui figli». Siamo ora in
grado di fornirvi una modifica aggiornata e corretta dell'assunto. Anzi capovolta. È la versione TILO, riferita al
partito dominante nelle due regioni:
la Lega. In effetti sia in casa Bossi sia
in casa Bignasca «le colpe dei figli ricadono sui padri». Il trota ha affondato papà e mezza Lega lombarda, il
carpa sta affondando papà e mezza
Lega ticinese. Nell'auspicio che Giovanni Orelli non abbia fretta nel far
testamento, assistiamo a quello curioso del piccolo Boris che lascia la
Lega ma resta direttore del mattinonline.
O non legge o non capisce
«…dove erano questi ben pensanti
quando hanno pesantemente attaccato tua madre? Te li dico io: a battere le mani all'autore durante il
comitato cantonale del Partito Socialista!»: così scrive (con gli stessi errori
citati) Paolo Sanvido a Boris Bignasca
su Facebook. Se il riferimento è alle
«10 domande al carpa», stupisce
assai che Sanvido sappia chi ne è
l'autore, la cui identità non è mai
stata rivelata (e no, non è il direttore
di «Confronti»). Ma soprattutto stupisce che Sanvido le domande non le
abbia lette. O, se le ha lette, che non
le abbia capite. Da quando, infatti,
chiedere se una donna abbandonata
riceveva gli alimenti dal padre di suo
figlio significa «attaccarla»? Oppure
Sanvido ci dica quale delle seguenti
parole dev'essere considerata un «attacco»: mite, signora oppure calabrese?
Monsignor Boris
L'omelia pasquale del vescovo
Grampa ha suscitato l'infastidita reazione di via Monte Boglia. Boris è
scattato con tale zelo a difesa dell'onore di Umberto Bossi da parago-
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ACCIDENTI
nare il leader padano addirittura alla
figura di Papa Wojtyla. Senza lasciarsi
sfuggire l'occasione per rinfacciare al
capo della Curia luganese di essere
italiano, il prode rampollo ha definito
le dichiarazioni del religioso «intemperanze» verbali. La foto di accompagnamento mostrava però il vescovo
senza ritocchi con Photoshop. Paura
della scomunica? E l'Opus Dei che
dice?
La sessualità secondo la Lega
La raffinatissima signora Pantani, già
vicesindaco di Chiasso (dove, puntando al raddoppio, la Lega è uscita
con le ossa rotte), lancia un'iniziativa
popolare federale per evitare che ai
giovani si parli di affettività e sessualità a scuola prima dei 12 anni. Già,
che bisogno c'è di parlarne a scuola?
Ci pensa già l'organo (scusate il termine) del partito della signora Pantani, «il Mattino» dalle cui paginate si
propongono «amante anal», «vibro
show», «stimolazione prostata», «una
grande sorpresa di 22 cm», «piacere
profondo», divertimenti «con il mio
cane e con la cioccolata» (tutto vero,
copiato tale e quale dall'edizione del
15 aprile 2012). Per non parlare del
«10 minuti» e dell'intervista al pornodivo, il quale spiega che, «se uno
pensa di eiaculare troppo presto, non
costa niente fermarsi un attimo e fare
dell'altro per poi riprendere più
tardi», aggiungendo dei piccoli trucchi per «aumentare il minutaggio»
(questo l'abbiamo trovato nell'edizione del 18 aprile). Siccome non ci risulta che i settimanali leghisti siano
vietati ai minori di 12 anni, chiediamo
alla signora Pantani: quest'eleganza,
questa delicatezza e questo rispetto
per l'affettività delle persone sono
preferibili a quelli che i ragazzini troverebbero nell'educazione sessuale
scolastica?
TU CHIAMALA, SE VUOI, COERENZA
«"il Mattino" è il giornale del Nano, non della Lega»: parola di Michele Foletti in un'intervista
a «la Regione» per spiegare la propria scelta di mantenere la candidatura a presidente
del Gran Consiglio dopo essersi dissociato «umanamente e politicamente» dalla battutaccia
di Boris su Giovanni Orelli. E aggiunge: «C'è un gruppo parlamentare, che trovo lavori
bene, con giovani deputati relatori di rapporti anche importanti. E c'è via Monte Boglia
che fa il suo verso. Nessun problema».
Dunque i due giornalacci non sono «organi di partito». Che siano saldamente nelle mani
del presidente a vita della Lega e del suo pargolo non importa. Che la Lega non possa
esistere senza il Nano che la sponsorizza e la promuove coi suoi quattrini nemmeno. Che
i due giornali servano come formidabile macchina da guerra per la raccolta di voti neppure. Che nessuno dei parlamentari e dei consiglieri di Stato leghisti si dissoci dalle porcherie pubblicate lì sopra ogni settimana (se non costretto a furor di popolo, come in
quest'occasione) neanche. Evidentemente per loro tutto questo non conta.
La realtà è ben diversa: nessuno di questi figuri può fare il santerello. Nessuno di loro
può dire: «Mi accusano di colpe non mie». E neppure: «Non ci sto a fare il capro espiatorio».
Quanto meno, se sono stati zitti finora, sono complici. Tutti, senza eccezioni.
E allora a noi piace rileggere le pacate e sensate parole di Chiara Orelli: «Gli "hooligans"
fuori dal parlamento non sono qualcosa o qualcuno con cui noi non abbiamo a che fare:
altrimenti alimentiamo l'idea di un "palazzo" distante da una "piazza" in cui si svolgono le
turpitudini senza che il palazzo ne porti responsabilità. (…) addirittura la creazione di
una realtà artificiosa per giustificare l'esternazione di Boris Bignasca: tutti responsabili,
nessuno responsabile; il guanto di velluto a palazzo, la clava nella piazza». Meglio non
M.C .
poteva esser detto.