Cabaret - Teatro Novelli
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Cabaret - Teatro Novelli
Il disagio sta all’ordine, come la mercificazione alla mondanità. Una proporzione non tanto per comprendere Cabaret, ma quanto i nostri giorni. La storia è ambientata nella Berlino anni Trenta, trasgressiva, intransigente ed eclettica,meta di viandanti e cercatori di fortuna,che tra postriboli e bettole ritrovano momenti fugaci e frivoli di felicità tra le cosce delle ballerine sorseggiando gin e sfilando i marchi dalla tasca. In questa Sodoma giunge un uomo americano che si invaghisce di una ballerina, ella rimarrà incinta, ma abortirà per continuare a rubare il tempo alla vita. Il giovane frequenta il Cabaret e fa conoscenza con un uomo che lavora come agente di commercio estero, che è affascinato dall’ideologia nazionalsocialista e in nome di nuovi valori diventerà un fedelissimo del partito e spedirà tutti gli avventori del Cabaret nei vagoni merce. L’affittuaria della camera dello scrittore americano, anziana e sola decide di unirsi in matrimonio con l’ebreo Shulz per vivere insieme con qualcuno, solo che a causa delle leggi di Norimberga il matrimonio come dice il nazista “Non si può fare”, ella ci ripensa e non verrà celebrato. Cabaret si conclude con un vagone carico di devianti trainato dalla locomotiva dell’inizio dell’ordine nuovo. I personaggi sono contemporanei e vengono mossi dalle forze del disagio e dell’ordine, un’ assenza di ruolo che si traduce in una ricerca protesa e disperata verso un’inafferrabile, evanescente e fantomatica stabilità. L’americano cerca nel peregrinare in Europa un qualcosa su cui scrivere e fare fortuna, e vede nell’ipotetico figlio negatogli dall’egoismo della ballerina la possibile fine delle sue angosce. L’affittuaria desidera un matrimonio per combattere l’incombere di una morte solitaria, negatogli dalle leggi di Norimberga. Le danzatrici del Cabaret pur di vivere in uno stato costante di spensieratezza nella haute-classe borghese o di ricevere un po’ di Dio Denaro, e scampare dunque le ansie del quotidiano, decidono di mercificare sé stesse e divenire suppellettili o balocchi delle ansie e desideri altrui. L’agente di commercio avverte il bisogno di abbandonare i valori di un liberalismo cancerogeno, per abbracciare, sostenere e applicare militando, il verbo di un nuovo ordine puro e rigido. Cabaret è la versione grottesca di un nostro possibile ritorno se non a un totalitarismo ad una “democratura”(Limes rivista). I problemi sociali come trasgressione, mercificazione estrema di oggetti e rapporti sociali, alcolismo, e le dinamiche socio-economiche di individualismo, affarismo e cinismo, permeano la nostra società in modo più accentuato nelle città e nazioni prospere economicamente e civilmente come U.S.A, Canada, e una cospicua parte delle nazioni U.E. Tali questioni sociali stanno facendo fiorire movimenti sociali e politici, a volte positivi per la critica verso un sistema dove è il Dio Denaro e le cattive abitudini libertine che dominano l’umanità e per la soluzione proposta : cioè prima i rapporti umani con un uso del denaro per creare imprese e non crisi speculative, e mi riferisco ai movimenti sociali come Indignados, Occupy Wall Street, e l’attivismo musulmano contro la prostituzione e l’alcolismo. Il fine è di evitare la disintegrazione sociale. Altre volte però essi sono negativi come partiti politici che impongono non una critica e una soluzione per il sistema, ma un ordine nuovo e rigido anti-europeo, xenofobo, islamofobo, omofobo e nazionalista con nomi, sigle, facce, agende politiche simili, ma con una tesi di fondo condivisa, che è la stessa per il Front National, Alba dorata, Lega Nord, Ukip e Trump, essere l’alternativa salvatrice per la Nazione agonizzante dall’immigrazione, dal liberalismo e dalla crisi economica. E’ arrivato il tempo di integrare le persone, se vogliamo salvaguardare i valori liberali.