Cosa sapere su tuo figlio 6-7 anni vol 7
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Cosa sapere su tuo figlio 6-7 anni vol 7
INDICE 7 Prefazione (di Ubiratan D’Ambrosio) 9 Introduzione 13 Capitolo 1 La famiglia • Genitori • Genitori e figli in età di latenza • Fratelli e sorelle • Rivalità tra fratelli • Nonni • Famiglia estesa • Separazioni in famiglia • Nuove famiglie • Sottoinsiemi familiari • Modelli alternativi 43 Capitolo 2 Il gioco • Gioco e apprendimento • Il cortile della scuola • Giocare a casa • Giocare da soli • Confine fra realtà e finzione nel gioco • Rompicapo e storie vere 57 Capitolo 3 Il bambino di otto e nove anni e la letteratura • Racconti di bambini • Umorismo 65 Capitolo 4 Preoccupazioni e paure • Preoccupazioni in famiglia • Vita e morte • Ansie segrete e paure nascoste • Gestire cambiamenti e transizioni ordinarie 75 Capitolo 5 Premi e punizioni • Sistemi di premi in classe • Premi e punizioni a casa 79 Capitolo 6 Relazioni • Essere consapevoli delle differenze • Bisogni speciali • Talenti particolari • Maschi e femmine • Etnia, religione e appartenenza culturale • Bullismo • Linguaggio e sessualità 93 Capitolo 7 Il consumatore di otto e nove anni • Merchandising • Tecnologia digitale • Dieta ed esercizio fisico 99 Capitolo 8 Conclusioni • Continuare a crescere INTRODUZIONE INTRODUZIONE Che cosa caratterizza in modo particolare l’ottavo e il nono anno di vita? Che cosa possono aspettarsi genitori e insegnanti dai bambini di questa fascia d’età? In che cosa differiscono i bambini di otto anni dai loro fratelli di dieci o dai fratellini e dalle sorelline di sei? L’osservazione di una certa fascia d’età non può certo considerarsi una scienza esatta. All’interno di un gruppo di bambini di otto o nove anni vi sarà un’enorme eterogeneità in termini di maturità fisica, emotiva e psicologica. Fra gli «otto anni appena compiuti» e i «quasi dieci», in ogni singolo bambino hanno luogo una gran quantità di cambiamenti e un enorme sviluppo. Il libro, dunque, offrirà inevitabilmente un quadro costituito da generalizzazioni; un quadro sulla falsariga del quale «misurare» il singolo bambino di otto o nove anni di nostra conoscenza, che lo facciamo in qualità di genitori, parenti, amici o educatori. Oltre a fornire un sunto di quelle che potrebbero essere considerate le «normali» caratteristiche di questo stadio di sviluppo, poi, ciascun capitolo prenderà in esame alcuni dei fattori complicanti e delle possibili varianti per quel che riguarda l’esperienza e lo sviluppo del bambino. Si tratta qui di quel periodo dell’infanzia che si suole definire «latenza», periodo nel quale i bambini, acquietandosi in parte la turbolenza e la passione dei primi anni, rivolgono la propria attenzione al mondo esterno. La dipendenza assoluta dalla famiglia va gradualmente diminuendo via via che il bambino sviluppa le proprie relazioni fuori casa e si confronta con una varietà di nuovi compiti e di nuove sfide. A questo punto la scuola, che pure è già entrata a far parte della vita del bambino da circa tre anni, si trasforma per alcuni versi in qualcosa di un po’ più formalizzato: il passaggio tra il primo e il secondo ciclo 9 COSA SAPERE SU TUO FIGLIO DI 8-9 ANNI della scuola primaria,1 che nel Regno Unito avviene all’età di sette anni, è uno dei molti momenti di transizione significativi che segnano la carriera scolastica del bambino. Il tema dell’identità travalica ora i confini della famiglia. Il bambino cessa di essere semplicemente il figlio dei propri genitori, per divenire un individuo che sente di definirsi in modo più complesso. I bambini non si descrivono soltanto attraverso il proprio nome, ma anche attraverso la scuola che frequentano, l’anno di età, il quartiere in cui vivono, la squadra per cui tifano e, magari, anche attraverso il proprio gruppo di amici. Quando tutto va bene, quando, cioè, le esperienze precedenti gli hanno dato solide fondamenta sulle quali continuare a costruire, il bambino dedica questi anni di «latenza» a raggiungere la padronanza di nuove abilità e ad accumulare conoscenze. I bambini stanno scoprendo il mondo reale e, nello stesso tempo, si concedono incursioni nel mondo della fantasia, della magia e del mistero. A quest’età stanno sviluppando il senso di che cosa sia giusto e che cosa sbagliato, e potrebbero cominciare a preoccuparsi molto di problemi legati all’idea di giustizia. Capita spesso, dunque, che vedano il mondo diviso in «buoni» e «cattivi» e che mostrino una spiccata preferenza per le storie a lieto fine e nelle quali il bene trionfa sul male. I bambini che si trovano in questo stadio di sviluppo si mostrano assai attratti da cause quali la protezione delle specie animali in pericolo e potrebbero appassionarsi a tematiche ecologiste quali il risparmio energetico o il riciclaggio dei rifiuti. Essi hanno bisogno di sapere che sono in grado di contare qualcosa e potrebbero sentirsi sopraffatti da alcune delle verità più dure della vita. In genere i bambini di quest’età godono a fare collezione di oggetti, sia che si tratti di figurine di qualche genere, di carte dei Power Ranger o di accessori delle Bratz. Tali collezioni 1 10 In Italia, oggi, la scuola primaria risulta essere divisa in tre cicli didattici: il 1° ciclo che comprende la 1a classe, il 2° ciclo che comprende la 2a e la 3a e il 3° ciclo che comprende la 4a e la 5a [N.d.T.]. INTRODUZIONE fungono anche da catalizzatori per una certa dose di rivalità e di competizione, nonché come arena dove mettere alla prova il valore relativo e sviluppare le abilità connesse alla contrattazione. I bambini reagiscono con entusiasmo al fatto di ricevere in premio spillette o adesivi e si giovano particolarmente di lodi e riconoscimenti. Per quel che riguarda lo sviluppo fisico, fra i bambini di otto e nove anni esiste una grande eterogeneità. Alcuni cominciano a «spigare» e sembrano non vedere l’ora di approdare all’adolescenza. Altri, invece, mantengono ancora i visetti tondi e l’aria infantile. Può capitare che a nove anni qualche bambina abbia le prime mestruazioni, sebbene a tale manifestazione di maturità fisica difficilmente corrisponda un pari sviluppo emotivo o psicologico. Nella maggior parte dei casi, questa è una fascia d’età nella quale bambine e bambini scelgono di fare amicizia con altri dello stesso sesso e sono intolleranti verso il sesso opposto. I capitoli a seguire prenderanno in esame aspetti dello sviluppo dei bambini di otto e nove anni accompagnandoli con esempi tratti da esperienze reali calate in diversi contesti familiari, scolastici e di comunità, sebbene, ovviamente, nomi e dati identificativi siano di fantasia. 11 5 PREMI E PUNIZIONI Solitamente, i bambini di otto e nove anni sono ansiosi di compiacere e preoccupati di non deludere gli adulti che per loro sono importanti. La scuola fa leva su tali caratteristiche, costruendo sistemi elaborati di premi e punizioni, ponendo, laddove è possibile, l’accento sulla ricompensa. La maggior parte delle classi sono luoghi assai competitivi, nei quali i bambini ricevono lodi e ricompense per i compiti ben fatti e la buona condotta. Compiti mediocri e cattiva condotta attirano sui bambini il biasimo dell’insegnante e, magari, la perdita di qualche privilegio. La maggior parte delle scuole ha un sistema a punti o a base di adesivi-premio che permette a ciascun bambino di guadagnarsi un premio. Tale premio può consistere in qualcosa di concreto come una caramella, una matita o un giochino oppure nel diritto di scelta quando si tratta di decidere un’attività «a piacere». Un comportamento scorretto — la mancanza di concentrazione, il chiacchierare o un bisticcio — possono essere puniti sottraendo punti o con una sanzione immediata come la perdita del diritto di fare ricreazione. I bambini di otto e nove anni afferrano velocemente le regole di questo genere di sistema e i più pronti le manipolano facilmente. Altri saranno scoraggiati dal fatto di non riuscire mai a raggiungere il vertice della piramide dei riconoscimenti o di perdere più punti di quanti ne guadagnano. 75 COSA SAPERE SU TUO FIGLIO DI 8-9 ANNI È difficile negare come sistemi di questo tipo perdano nel tempo la loro efficacia. Come ogni altra moneta, anche gli adesivi-premio si svalutano, se concessi troppo facilmente. Sistemi di premi in classe Per i bambini di sette anni si adotta solitamente un «sistema di premi» per il quale l’intera classe lavora insieme per conseguire un riconoscimento. Molto raramente i bambini di questa età vengono separati dal gruppo. Una versione creativa del sistema è quella nella quale l’insegnante dà ai bambini una biglia ogni volta che ha motivo di lodarli e tutte le biglie vengono accumulate in un barattolo. Quando il barattolo è pieno, l’intera classe riceve un premio. Quando si tratta di bambini fra gli otto e i nove anni, però, questo sistema lascia il posto a uno nel quale i bambini sono incoraggiati a essere più competitivi, sia con se stessi sia con gli altri, come negli esempi che seguono. Osservazioni In una classe di bambini fra gli otto e i nove anni, il sistema degli adesivi-premio prevedeva di completare una tessera (un po’come una carta fedeltà di un negozio del centro). Una bambina esultò quando si accorse di aver completato la tessera e di poter quindi pescare una ricompensa dal sacco dei premi. La maestra la esortò a scegliere qualcosa ma non si accorse dell’espressione costernata della bambina quando nessuno si complimentò né mostrò alcun interesse per il premio che aveva scelto. Nella stessa classe, è interessante vedere le diverse reazioni di fronte alla prospettiva di poter scegliere un premio: alcuni bambini sbandieravano il loro trofeo per gongolare alle spalle dei compagni, mentre altri lo prendevano quasi di nascosto per nasconderlo subito dopo nella cartella o nella tasca del cappotto. Ogni bambino ha un motivo differente per 76 PREMI E PUNIZIONI reagire in un certo modo. Alcuni sono veramente orgogliosi, altri trionfanti con condiscendenza. I bambini che nascondono il bottino forse temono l’invidia degli altri, hanno paura che qualcuno rubi loro il premio oppure si sentono proprio a disagio ad averlo vinto. Lo meritavano davvero? Hanno barato? Qualcun altro lo meritava più di loro? In un’altra classe di bambini della stessa età l’insegnante trascriveva i nomi alla lavagna. La colonna di destra era per i bambini che avevano fatto qualcosa di buono, quella di sinistra per quelli che avevano fatto male qualcosa o che si erano comportati male. Se il tuo nome appariva due volte sulla colonna di sinistra, ricevevi una punizione di qualche tipo, come la perdita del diritto a fare ricreazione o un’incombenza, come riordinare l’aula alla fine della lezione. È chiaro come questo sistema rifletta l’idea biblica di «separare le pecore dai capri» come pure il mondo del calcio, dove un cartellino giallo è un avvertimento e il secondo si trasforma in un cartellino rosso che segna l’espulsione. Di quando in quando, la maestra attirava l’attenzione sulla lavagna sottolineando quali bambini avessero ricevuto un primo avvertimento e quale fosse l’andamento generale delle due colonne. Un elemento positivo appare il fatto che i nomi venissero cancellati alla fine di ogni giornata, in modo che ogni mattina era un nuovo inizio. I bambini sembravano reagire molto bene a questo sistema estremamente visuale di «avvertimento pubblico», ma è preoccupante il fatto che l’accento fosse messo molto più sull’elenco dei cattivi che non su quello dei buoni. A nessuno pareva importare più di tanto quando un nome veniva aggiunto sulla colonna di destra. È difficile immaginare una classe portata avanti senza l’ausilio di alcun sistema di debiti e crediti, ma gli esempi precedenti servono forse a dimostrare quanto tali sistemi possano perdere di efficacia se sono gestiti senza criterio. I bambini possono essere avidi, e di sicuro sono competitivi, ma a otto e nove anni 77 COSA SAPERE SU TUO FIGLIO DI 8-9 ANNI sono più interessati all’equità e, di solito, sono molto sensibili alle lodi e al pericolo di scontentare qualcuno. Premi e punizioni a casa Le famiglie hanno stili e tradizioni diverse quando si tratta di dare delle regole ai figli. Alcuni genitori ritengono sufficiente lodare i figli quando si comportano bene ed esprimere disapprovazione quando si comportano male. Ovviamente, le reazioni alle lodi variano enormemente da un bambino all’altro e ad alcuni importa più che ad altri di dispiacere ai genitori. Alcune famiglie ricorrono a sistemi non molto diversi da quelli sopradescritti per le classi, dove i bambini guadagnano ricompense e perdono privilegi. I genitori sono coinvolti in estenuanti trattative sul tempo da passare al computer o davanti alla televisione. L’ora di andare a dormire è forse il più comune fra i punti dolenti, specialmente quando vi sono più fratelli che rivaleggiano per la posizione. In certi gruppi, poi, dire di «essere in punizione» o di non poter toccare i videogiochi per una settimana fa guadagnare punti agli occhi dei pari! Proprio come in classe, il sistema di premi e punizioni può diventare talmente distante dall’esperienza emotiva (del bambino e del genitore) da diventare un mero esercizio di contrattazione. I bambini di otto e nove anni hanno certamente un senso della giustizia molto sviluppato. «Però non è giusto!» è il loro ritornello preferito. Di solito sono svelti a lamentarsi se pensano di essere stati trattati ingiustamente ricorrendo a paragoni su quello che fratelli e amici sono autorizzati a fare. Non esiste un modo infallibile di dare delle regole a bambini di otto o nove anni indisciplinati o irriguardosi, ma i genitori che si sforzano di entrare in contatto con l’esperienza emotiva del figlio e di capire che cosa ne guida i comportamenti hanno maggiori probabilità di farcela. Ai bambini servono dei confini e la consapevolezza delle conseguenze, però hanno anche bisogno di sapere che il loro comportamento produce un effetto e che a qualcuno interessa ciò che fanno. 78 6 RELAZIONI Essere consapevoli delle differenze A otto o nove anni, i bambini cominciano ormai ad avere un’idea piuttosto chiara di quale sia il loro posto in famiglia e nella comunità. I bambini fra gli otto e i nove anni sono sempre più consapevoli delle differenze fra loro e gli altri. Cominciano a formarsi un’opinione su chi è più intelligente di chi, chi è il migliore nel disegno, in matematica, nello sport, nella scrittura e così via. Consolidano pure le loro opinioni su quale sia il loro posto. Molti sono venuti a patti con il fatto di non essere «i migliori» in nulla ma, almeno si spera, trovano conforto nel conoscere quali sono i loro punti di forza. Per una piccola minoranza, il paragone con gli altri costituisce un processo molto difficile. Dover riconoscere che non si è particolarmente bravi in nulla è già abbastanza doloroso di per sé, se poi un bambino ha anche relazioni insoddisfacenti a casa e a scuola non riesce a fare amicizia, la situazione può risultare intollerabile. Sono questi i casi in cui un bambino può ricorrere a delle strategie per scaricare queste sensazioni sgradite. Tali strategie possono sfociare in aggressioni palesi o velate a se stessi o ad altri bambini. Billy era un ragazzino di otto anni, piccolo di statura, con capelli biondi ispidi e occhiali spessi. Era uno che imparava con lentezza: dal suo arrivo in quella classe 79 COSA SAPERE SU TUO FIGLIO DI 8-9 ANNI aveva fatto qualche progresso in lettura ma la sua scrittura era decisamente insufficiente. Aveva difficoltà a tenere in mano la matita e non riusciva a scrivere dentro le righe. La maestra desiderava incoraggiarlo e lo lodava non appena possibile. Non riusciva però a spiegarsi come mai ciò non sembrasse fargli piacere; distoglieva lo sguardo, strascicava i piedi sotto il banco e copriva il compito con il braccio. Quando un giorno riuscì a fare un componimento decente sul tema «le balene», lei colse l’opportunità per mostrare il quaderno a tutta la classe, invitando i bambini ad applaudirlo per essersi guadagnato un adesivo dorato.1 Billy si fece rosso in viso e, sebbene accettasse l’adesivo, non se lo appuntò sulla maglia. Quando il giorno successivo la maestra trovò il compito di Billy nel cestino, strappato in due, ne rimase sconvolta. Non aveva capito che un bambino con così scarsa autostima trova a volte intollerabili le lodi. Se, infatti, non vibra di un intimo orgoglio per il lavoro svolto, il bambino può finire con il sentirsi ancora più umiliato. Billy non era riuscito a esprimere i propri sentimenti alla maestra e perciò aveva trasferito la propria frustrazione sul compito, stracciandolo. Il comportamento di Jason era molto diverso. A prima vista, sembrava che non gli interessasse di come apparivano i suoi compiti. Quando l’insegnante cercava di aiutarlo, saltellava da un piede all’altro sostenendo di aver capito benissimo: «Sì, sì, d’accordo…». Sembrava non cogliere la differenza di qualità che esisteva fra il suo lavoro e quello degli amici più prossimi. Aveva difficoltà a leggere e a scrivere, ma era «sveglio», e divertiva la classe facendo il buffone, specialmente quando a controllarla c’era un ausiliario o un supplente. Agli altri bambini piaceva questo aspetto del suo comportamento e, d’altra parte, erano profondamente irritati da un’altra sua abitudine: egli trovava estremamente difficile concentrarsi sul proprio lavoro 1 80 Il riferimento è al sistema di premi e punizioni che vige nelle scuole primarie britanniche, analizzato nel capitolo precedente [N.d.T.]. RELAZIONI e dunque non faceva altro che allungarsi sul banco con la matita per fare un veloce scarabocchio sul quaderno del compagno. Alle volte trovava una scusa per attraversare l’aula da un capo all’altro, fermandosi a ogni banco per ridere del compito di qualcuno o per accartocciarlo fulmineamente e poi esclamare: «Oh, scusa!». Il legittimo proprietario del compito sciupato si rivolgeva allora all’insegnante, che, a sua volta, minacciava Jason di punirlo e incoraggiava la vittima a cancellare lo scarabocchio o a ricominciare daccapo. Sembrava alquanto ingiusto, ma l’insegnante non sapeva proprio «che pesci pigliare» per controllare quel volubile, adorabile mascalzone. In circostanze simili Miriam si comportava in un modo ancora diverso. Sembrava bere avidamente ogni complimento che usciva dalla bocca della maestra e, se non c’erano complimenti in vista, girava per la classe chiedendo ai compagni di lodare il suo lavoro. Alla fine di ogni lezione domandava all’insegnante un adesivo premio e, se lei glielo rifiutava, si rivolgeva all’insegnante di sostegno. Qualche settimana prima delle vacanze di Natale, cominciò a verificarsi un fenomeno strano e inquietante: i quaderni sparivano da sotto i banchi. In un primo momento la maestra attribuì il fatto alla trascuratezza e chiese a tutti di dedicare un po’di tempo a riordinare l’aula. Nonostante ciò, fu presto chiaro che c’era qualcuno che rubava i quaderni. L’insegnante provò a parlare alla classe e, poiché la situazione non accennava a migliorare, si rivolse al dirigente scolastico. Venne mandata una lettera alle famiglie. Qualche giorno dopo, la madre di Miriam si recò a scuola per un colloquio con il dirigente scolastico. Era molto turbata e arrabbiata. Riferì di aver pensato che vi fosse qualcosa di strano nel comportamento della figlia e di aver pertanto deciso di dare un’occhiata nella sua camera: sotto il letto della bambina aveva trovato un mucchietto di quaderni. Alla fine, Miriam aveva ammesso di averli presi perché era invidiosa dei bambini intelligenti. 81 COSA SAPERE SU TUO FIGLIO DI 8-9 ANNI Bisogni speciali Con l’espressione «bisogni speciali» si suole indicare una vasta gamma di problemi di sviluppo: cognitivi, comportamentali ed emotivi. Alcuni sono di origine genetica, altri di origine organica e altri ancora di origine ambientale. In media, in una classe, si possono evidenziare vari tipi di «bisogni speciali». È probabile che vi siano uno o due bambini cui è stata diagnosticata la Sindrome da Deficit di Attenzione e Iperattività (ADHD) e magari uno o due con la sindrome di Asperger o con un’altra malattia dello spettro autistico. Se si tratta di una «scuola designata» (designated school),2 potrebbero esservi anche bambini con disabilità quali la paralisi cerebrale, la distrofia muscolare o la sindrome di Down. Come con qualunque «differenza», la familiarità aiuta a mitigare paura e pregiudizi. Il modo in cui ciascun bambino si relaziona al compagno con bisogni speciali dipende tanto dalle precedenti esperienze e dall’atteggiamento dei genitori, quanto da aspetti assai meno tangibili del suo mondo interiore. Alcuni bambini amano badare al compagno in sedia a rotelle. È come se racchiudessero tutta la loro vulnerabilità e la loro debolezza nel bambino disabile e poi se ne prendessero cura badando a lui. Molto, ovviamente, dipende anche dal mondo interiore del bambino con bisogni speciali. Alcuni di questi sono rosi dall’invidia e dal risentimento, il che impedisce loro di stringere normali rapporti d’amicizia con i compagni «normodotati». Altri sembrano «angioletti», non si lamentano mai e soffocano perennemente i sentimenti di invidia e di ostilità. In Cosa sapere su tuo figlio con bisogni educativi speciali, Pamela Bartram (2009) analizza dettagliatamente il problema e offre esempi di come instaurare «un legame emotivo vivace». Qualche bambino potrebbe non riuscire a convivere con 2 82 Si tratta di una scuola adatta alla fascia di età, alle capacità e ai bisogni di un determinato bambino che si trovi nella zona di residenza. Se nella stessa area vi sono più scuole con le stesse caratteristiche, risulterà «designata» quella più vicina all’abitazione e con posti disponibili [N.d.T.]. RELAZIONI la disabilità e mostrare un comportamento che, nel migliore dei casi descriveremmo come insensibile, e nel peggiore, crudele. Potrebbe trattarsi di individui che semplicemente non riescono ad affrontare la realtà del dolore e della sofferenza e la cui unica preoccupazione consiste nel prenderne le distanze o nell’aggredirla. Un tale atteggiamento non è frequente, però può capitare sia fra pari, sia quando c’è un genitore disabile, come nell’esempio che segue. Al padre di Steven venne diagnosticata la sclerosi multipla quando il bambino aveva solo sei anni. In un primo tempo, si notava appena e a Steven venne semplicemente detto che il papà non stava bene e che non avrebbe più potuto fare quelle cose che facevano insieme, come ad esempio far volare l’aquilone nel parco. Tre anni più tardi, le condizioni del padre erano assai peggiorate e lui era molto depresso. La madre di Steven era esausta e preoccupata per le finanze familiari e tuttavia determinata a guardare il lato positivo delle cose. Si aspettava che Steven fosse affettuoso con suo padre e che non si lamentasse per i limiti che la malattia aveva imposto alle loro esistenze. Steven, però, era pieno di rabbia e si tratteneva a stento quando suo padre gli chiedeva di salire al piano superiore per prendergli le ciabatte. Avrebbe voluto gridargli di alzarsi e andarsele a prendere da solo. Disprezzava quella che considerava l’autocommiserazione del padre. Perché mai gli era toccato un padre invalido? Si sorprendeva a immaginare la sensazione che avrebbe provato a fargli volare via le stampelle a furia di calci e questo pensiero ricorrente lo faceva sentire talmente in colpa e pieno di disgusto per se stesso che non ci dormiva la notte. Fortunatamente intervenne la nonna. Aveva capito che Steven aveva preso su di sé tutta la rabbia che sua figlia e suo genero non riuscivano ad ammettere. Si rendeva conto che Steven soffriva per la mancanza di un modello di riferimento maschile pieno di vitalità e per la paura di cadere anche lui preda della malattia. La figlia non voleva che esprimesse questi suoi pen83 COSA SAPERE SU TUO FIGLIO DI 8-9 ANNI sieri ad alta voce, ma lei non si dette per vinta. Ciò aiutò Steven a sentire che qualcuno capiva in parte quello che provava. Riuscì pertanto a essere meno critico nei confronti del padre e, con il tempo, anche a trovare un modo per godere ancora della reciproca compagnia. Talenti particolari Alcuni genitori dedicano una gran quantità di tempo, di energie e di denaro ad aumentare le probabilità dei loro figli di sfondare in un determinato campo. Laddove vi sia un talento o un’attitudine, è comune vedere genitori che mettono in secondo piano aspetti della loro vita per assicurarsi che il figlio riceva tutto l’aiuto possibile per raggiungere la mèta. Sia che le potenzialità del bambino abbiano a che fare con il nuoto, con la danza, con il pattinaggio su ghiaccio, con la guida dei go-kart o con uno strumento musicale, i sacrifici sono grosso modo i medesimi. Tale ricerca spasmodica del successo può essere una necessità, in alcuni campi, però può anche portare delle distorsioni nella vita familiare e comporta rischi enormi. Se il bambino diventa un grande pianista, rappresenta il proprio Paese alle Olimpiadi o gioca nella nazionale, allora sembrerà ne sia valsa la pena. Ma sono sempre esistiti genitori che spingono avanti figli relativamente privi di talento. Vi sono scuole di recitazione o di danza che sembrano esistere più per soddisfare le ambizioni dei genitori che per far divertire i figli. L’attuale diffusa ossessione per la fama e per la celebrità porta molte famiglie a incanalare le proprie speranze verso traguardi irraggiungibili. Porta anche molti bambini a mettere la fama al primo posto. Non è affatto facile, ma i genitori che riescono a bilanciare la ricerca del successo in un certo campo con una normale vita familiare sono probabilmente quelli che aiutano meglio i figli a mantenere il contatto con la realtà e a imparare a gestire il dispiacere del fallimento così come il brivido del successo. 84 RELAZIONI Maschi e femmine A questo stadio dello sviluppo infantile, maschi e femmine tendono a non tollerarsi a vicenda. I maschi pensano che le femmine siano deboli o stupide e le femmine che i maschi siano rozzi o insensibili. A un gruppo di bambini, fotografati per l’albo della scuola, è stato chiesto di descriversi brevemente, di nominare i loro amici e di elencare «gusti e disgusti». È interessante vedere come tutte le bambine abbiano scelto come amiche altre bambine e come interessi gli animali o la collezione di accessori della Barbie ® e come, al contrario, i bambini abbiano scelto altri bambini come amici e, come hobby, lo sport o il tifo per la squadra del cuore. Esistono ovviamente delle eccezioni a questa regola. Alcuni bambini e bambine si tengono accuratamente alla larga gli uni dagli altri quando sono a scuola sotto gli occhi degli amici dello stesso sesso, ma poi si riuniscono sotto casa la sera o nei fine settimana. Può capitare che cugini, maschi e femmine, si ignorino a scuola ma giochino allegramente fra loro quando le famiglie si riuniscono durante le feste. Vi sono anche bambine e bambini che non aderiscono al genere e fanno dichiaratamente gruppo con l’altro sesso. L’esempio più comune è quello della ragazzina che desidera ardentemente essere accettata dalla squadra di calcio dei maschi. Se è abbastanza brava, può anche essere accettata, ma in quel caso verrà probabilmente rifiutata dalle altre bambine. Allo stesso modo, vi sono maschi che preferiscono la più tranquilla compagnia delle femmine, e in ogni classe vi sarà probabilmente almeno una coppia «mista» che sembra inseparabile. Etnia, religione e appartenenza culturale I bambini di otto e nove anni si rendono ormai conto delle differenze etniche, culturali, di lingua e di religione. La loro comprensione della complessità della differenza fra le persone, però, non è ancora ben sviluppata e può accadere che i confini vengano tracciati in maniera brutale. Hassan parlava delle sue 85