ottobre - Lidu Onlus
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SESSIONE DI OTTOBRE 2014 LA SITUAZIONE DEI DIRITTI UMANI IN PARAGUAY L'America Latina continua a fare progressi sulla strada del rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali, ma non mancano questioni pendenti, ereditate dal passato. Uno dei Paesi oggetto di esame è il Paraguay, il quale è stato citato in una Risoluzione del Parlamento Europeo del marzo 20l4. La Ri soluzione chiede che la situazione dei diritti umani in Paraguay formi oggetto di un monitoraggio reale e che sia fatto tutto il possibile per ristabilire la democrazia e lo Stato di diritto. Gli Stati Uniti, per evidenti ragioni geopolitiche, seguono con particolare attenzione la situazione dei diritti umani in America Latina, e il Dipartimento di Stato ha elaborato un rapporto sul Paraguay per il 2013. Da esso risulta che vi sono stati abusi e violazioni dei diritti umani da parte delle forze di sicurezza. Altri problemi: impunità nel settore giudiziario, durata eccessiva delle detenzioni in attesa di giudizio, pessime condizioni carcerarie, coinvolgimento della polizia in attività criminose, uccisioni illegali da parte di persone associate alle forze di sicurezza. Sono pure menzionati l'uccisione e l'intimidazione di giornalisti da parte di gruppi criminali organizzati, la corruzione, la discriminazione e la violenza contro donne, indigeni, disabili e omosessuali, nonché violazioni 6ei diritti dei lavoratori. Anche “Amnesty International” non ha mancato di denunciare questa deplorevole situazione nel suo rapporto sul Paraguay per il 2013. Il documento si sofferma soprattutto sul trattamento delle popolazioni indigene, dato che ad alcune comunità continua ad essere negato l'accesso alle loro terre tradizionali. Ad esempio, i Sawhoyamaxa continuano a vivere in condizioni disumane ai bordi di un'autostrada, non essendo state loro restituite le terre tradizionali, nonostante una sentenza in loro favore emessa dalla Corte Interamericana dei Diritti Umani nel 2006. Nell'agosto del 2013 la polizia ha allontanato di forza dalle loro terre più di trenta famiglie di una comunità Ava-Guaranì nel distretto di Itakyry, ed ha incendiato un certo numero delle loro capanne, poiché le terre erano state reclamate da una compagnia commerciale. Questo tipo di problemi è molto grave e può avere conseguenze letali. Nel distretto di Quruguaty, dipartimento di Canindeyu, litigi sulle terre portarono a scontri tra dimostranti e polizia, in cui trovarono la morte undici contadini e sei poliziotti. Sono in corso procedimenti giudiziari contro 14 manifestanti, e vi sarebbero stati episodi di torture nei loro confronti. Tutto ciò avviene, secondo il rapporto, perché il sistema giudiziario manca di imparzialità e di indipendenza, non dispone di risorse adeguate, e quindi vi sono notevoli ritardi nell’amministrazione della giustizia. IL NIGER DAL PUNTO DI VISTA DEI DIRITTI UMANI Nello scorso agosto il Corriere del Ticino, quotidiano di Lugano, ha dedicato una pagina intera ai problemi del Niger. Questa tematica potrebbe essere d'interesse per la Commissione. Per approfondire l'argomento, si è rivelato assai utile l’esame di un Rapporto della Repubblica del Niger del Luglio 2014, avente ad oggetto l’applicazione della Carta Africana dei Diritti dell’Uomo e dei Popoli per il periodo 2003-2014. È un ampio documento di 95 pagine, suddiviso in 460 paragrafi. Il rapporto esordisce con una serie di risposte ad altrettante osservazioni formulate al Niger dai competenti organi istituiti dalla citata Carta Africana. Viene innanzitutto riconosciuto che il sistema carcerario soffre di mancanza d’infrastrutture: occorre provvedere, in vista di una umanizzazione dei luoghi di detenzione. Il 4 dicembre 2013 è stata creata l’Ispezione Generale dei luoghi di pena, sotto il diretto controllo del Ministro della Giustizia. L’ispezione veglia sull’andamento della situazione carceraria, al fine di assicurare il rispetto dei diritti fondamentali dei detenuti. Altro punto critico è quello dell'accesso alla giustizia da parte di tutti i cittadini, premessa indispensabile per il consolidamento della democrazia e dello Stato di diritto. A tal fine ha iniziato le sue funzioni l’ “Agenzia Nazionale dell'Assistenza Giudiziaria”, incaricata di fornire la necessaria assistenza a certe categorie di persone vulnerabili, sprovviste dei mezzi per far fronte alle spese di un processo. Nel Niger la realizzazione del diritto all'istruzione lascia a desiderare per ciò che concerne i fanciulli in età scolare delle popolazioni nomadi. Per cercare di migliorare la situazione, nel 2004 il governo ha dato inizio a una strategia di scolarizzazione denominata “Scuole Rurali Alternative”. Tale strategia ha per obiettivo di assicurare un ciclo completo di scolarizzazione primaria, onde migliorare l'accesso ai servizi educativi nelle zone rurali nomadi, contrassegnate da centri abitati dispersi. Nonostante la Costituzione del Niger vieti espressamente la riduzione in schiavitù, la tortura ed altre pene o trattamenti crudeli, inumani o degradanti, purtroppo episodi del genere continuano a verificarsi. Si tenta di porvi rimedio, oltre che con le norme costituzionali, con speciali misure legislative, dirette soprattutto contro la schiavitù e il traffico di esseri umani.