il metodo - Il Laribinto
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IL METODO “LIBERA...MENTE IMPARO” BASI TEORICHE e SCELTE DIDATTICHE CONSEGUENTI Non è un metodo riabilitativo, non è nato per risolvere i D.S.A. E' un approccio che collega le neuroscienze, la psicolinguistica e la psicologia dell'apprendimento alla pratica scolastica, per la realizzazione di una didattica inclusiva che faciliti l'apprendimento delle abilità strumentali di base. Può servire per prevenire e riconoscere precocemente eventuali difficoltà di apprendimento, ma non elimina i D.S.A., i deficit intellettivi, il disturbo di iperattività e attenzione, il bilinguismo, la deprivazione sociale. I suoi risultati sono scolasticamente testati PLASTICITA' CEREBRALE E NETWORK STRUTTURALI E FUNZIONALI (Olaf Sporns,2009) (bisogna favorire la creazione e il rafforzamento delle strutture cerebrali, adottando tempi di apprendimento lenti, un percorso gerarchico, la reiterazione degli apprendimenti, la molteplicità di interventi per la creazione o adattamento delle strutture anatomiche e funzionali) ASIMMETRIA CEREBRALE E IPOTESI DELLA SEPARAZIONE FUNZIONALE EMISFERO DESTRO E APPRENDIMENTO (Levy 1974;Geshwind 1981; Webster 197;Goldber 2002; Grossberg 1992) (l'emisfero destro si è sviluppato per primo nella storia dello sviluppo ed è anche il primo ad attivarsi quando impara qualcosa di nuovo. Solo quando tale apprendimento diventa routinario passa all'emisfero sinistro, quindi bisogna sapere che all'inizio della carriera accademica del bambino, l'apprendimento è filtrato dall'emisfero destro e solo in seguito quando gli apprendimenti si stabilizzano automatizzandosi, si passa al sinistro. In caso di novità di apprendimento a riattivarsi per primo è sempre l'emisfero destro. Nell'insegnamento bisogna tenere presenti le modalità specifiche di apprendimento attraverso l'emisfero destro che ha doti e competenze specifiche che bisogna conoscere e controllare.) EMISFERO DESTRO E AZIONE ECCITATORIA E INIBITORIA A MICRO E MACROLIVELLO. ( Witelson 1977; Gordon 1980; Leisman &Ashkenazi 1980; Oliveri 2009) L'emisfero destro deve avere un'attivtà neuronale inibitoria affinché l'emisfero sinistro svolga le sue funzioni, una mancata azione inibitoria dell'emisfero destro non permette all'emisfero sinistro di attivarsi nelle attività linguistiche sia orali che scritte, ma anche in attività percettivo visive ( nei neglet nei danni cerebrali dell'emisfero destro). A causa di danni cerebrali o di problemi neurobiologici e funzionali (autismo e dislessia) o se si è parlanti di una madre lingua diversa da quella che si apprende, tale attività inibitoria non avviene e si resta “catturati” nell'emisfero destro: le difficoltà di apprendimento delle abilità accademiche o di vita quotidiana possono essere difficili, sottoposte a disturbi, o addirittura impossibili. A scuola si devono porre in essere attività sensori-motorie capaci di creare un equilibrio tra i due emisferi in modo che siano disponibili e adatti a svolgere le diverse funzioni quando necessario. PREVENZIONE ATTRAVERSO SCREENING PRECOCI ( G. Stella, F. Polito 2004; a Paoletti ,G.Stella 2008.M.Pratelli 1995) Creazione di un test iniziale per la verifica dei prerequisiti (abilità e sottoabilità) necessari all'apprendimento della letto scrittura e del calcolo. CONSAPEVOLEZZA FONOLOGICA (Savelli 2008;Orsolini (2003); Marotta e al.2004; Allamandri et al. 2006, 2007, Lumaca 2007, Tressoldi et al. 1989, 2007:, Ramus et al. 2003 Snowling 2000; Form &Share 1982...) Il metodo “Libera..mente imparo” è un metodo fono-sillabico, analitico. ELABORAZIONE FONOLOGICA E PROCESSI DI PERCEZIONE DISCRIMINAZIONE E RICODIFICA DEGLI ALLOGRAFI; ABIGUITA' VISIVA DEI GRAFEMI ED ELABORAZIONE FONOLOGIICA (Ziggler & Goswami 2005;Zanzurino&Stella 2009) Uso dello stampato maiuscolo come unico carattere per la scrittura, introduzione dello stampato minuscolo, esclusivamente in attività di lettura, solo dopo avere verificato il raggiungimento della stabilità di decodifica. Favorire la discriminazione degli allografi simili con lunghe, mirate e consapevoli attività di confronto, di riconoscimento e di decodifica visiva, soprattutto quando sia necessario “spezzare” la simmetria. IPOTESI DEL “RICICLAGGIO NEURONALE” E VISUAL WORD FORM AREA ( S.Dehaene 2009) Lo stampato maiuscolo è composto da linee rette o curve diversamente orientate che il cervello percepisce e riconosce in modo naturale e diretto. Il passaggio gerarchico procede da linee a lettere a sillabe a morfemi. I FONEMI DELLA LINGUA ITALIANA E DISCRMINAZIONE UDITIVA (C.Turello 2006) Scelta dell'ordine di presentazione dei fonemi. MULTISENSORIALITA' E AMODALITA' CEREBRALE, IPOTESI POT (Sheffel & Rose 2008; Gerngross, Putcha 1997, Garnero 2003, Falzone 2008) Il cervello impara integrando tutte le informazioni sensori-motorie che derivano dall'ambiente, usare tutti sensi in modo integrato è un modo diretto per il cervello d'imparare, inoltre, sono aumentate le possibilità di passare le informazioni dalla working memory alla long term memory. CODICE VISIVO LESSICALE E ABILITA' ORTOGRAFICHE (Ferraboschi& Meini 1995) Scelta di presentare con un approccio visivo i gruppi consonantici. SAREBBE, DUNQUE, PIU' OPPORTUNO PARLARE DI TECNICHE DI EDUCAZIONE ASSISTITA PIUTTOSTO CHE DI RIEDUCAZIONE. G.Stella, La dislessia, ed. Il Mulino Il metodo è stato studiato per elevare il livello di eccellenza nelle nostre classi e non per tediare “ i più bravi”. In classe prima le indicazioni istituzionali prevedono l’insegnamento delle abilità della letto scrittura e del “calcolo” ( all’antica come piace tanto alla nuova Ministro). E’, quindi, in classe prima il momento istituzionale deputato a tali apprendimenti, quindi, come docenti siamo tenuti a dare, a tutti e a ciascuno, gli strumenti e le opportunità per raggiungere tali abilità garantendo a tutti il raggiungimento di obiettivi formativi istituzionali. Se tali apprendimenti fossero raggiunti in fasi istituzionali non finalizzate ad esso, in tempi cognitivi non maturi, o in strutture non professionali, non si può essere certi che essi siano stati raggiunti nel modo più adeguato e stabile. La scuola primaria ha il dovere di garantire la sua azione mirata, intenzionale e professionale al raggiungimento di tali obiettivi istituzionali, tenendo conto delle potenzialità dei bambini e delle conoscenze più attuali sui processi di apprendimento insegnamento. Nessuna interferenza esterna può inficiare la sua azione, quando essa abbia le caratteristiche sottolineate e quando i suoi docenti ne siano i promotori coscienti e professionalmente preparati. I metodi tradizionali, come dimostrato dalle ricerche scientifiche più recenti, non garantiscono a tutti i bambini la certezza di basi cognitive solide per la decodifica della letto scrittura. Tale mancanza viene spesso mascherata da apprendimenti strumentali reputabili anticipatori ed eccellenti, ma che si evidenzia nel futuro scolastico, con un rifiuto, a volte drastico, della scuola e delle attività di apprendimento correlate. Nella nostra scuola, da qualche anno, si assiste ad un incredibile abbassamento delle abilità strumentali negli alunni, già avvertibile a livello di scuola secondaria inferiore, ma più tangibile a livello di scuola secondaria superiore e un livello di mediocrità che coinvolge quasi tutta la popolazione scolastica. Da questa presa d’atto sono nate le nuove ricerche scientifiche, condotte nel tentativo di porre rimedio a tale situazione. Sui risultati di tali recentissime ricerche si basa il metodo progettuale. Nell’attuazione del sistema tradizionale spesso si evidenziano negli alunni forti stati d’ansia, anche in bambini eccellenti, perché il clima scolastico non risulta sempre adeguato alle reali potenzialità relative all’età cronologica e cognitiva dei bambini di prima, così il bambino è costretto ad un surplus di spreco di energie non solo intellettive, ma anche fisiche, che agiscono, ampliando lo stato d’ansia e la paura d’inadeguatezza. Le modalità progettuali, di contro, sono naturali seguono l’andamento lento che caratterizza ogni apprendimento umano ( per imparare a parlare in modo simile all’adulto ci vogliono almeno 4 anni di vita, per camminare ci vogliono almeno 12/16 mesi, perché imparare a leggere e scrivere dovrebbe essere appreso in un paio di mesi?). Le azioni anticipatorie nella Scuola dell’Infanzia e la mancanza di fondati e sicuri prerequisiti alla letto scrittura e al calcolo, causano nei bambini apprendimenti insicuri per vari gradi e di conseguenza, difficoltà più o meno palesi o evidenziabili in tempi più o meno recenti. Il metodo accosta i bambini agli apprendimenti strumentali, assicurando loro, non solo i prerequisiti, ma una stimolazione di entrambi gli emisferi cerebrali, con un uso integrato di tutte le potenzialità cognitive, in un clima di classe rispettoso dei tempi di apprendimento, tipici dell‘essere umano nello stadio bambino. Questo non può che garantire, a tutti e a ciascuno, il raggiungimento di obiettivi formativi tendenti all’eccellenza. Quando il metodo è implementato correttamente e in ogni sua implicazione operativa didattica, senza cadere in scelte tradizionali, per altro fatte contravvenendo alle scelte metodologiche da sperimentare, esso ha garantito un clima di classe improntato alla curiosità, alla scoperta, all’esperienza multisensoriale e motoria coinvolgente e gratificante. Naturalmente sta all’insegnante che implementa il metodo, scegliere di mettersi alla prova, di lasciare il vecchio rassicurante per un nuovo che necessariamente prevede grande coinvolgimento e volontà di sperimentare e di “ricercare” , nonché un cambiamento in azione che ti porta a trasformare la classe d’apprendimento, in un laboratorio del sapere, in cui imparare è un’esperienza entusiasmante e bellissima che nessun bambino vorrebbe mai perdere. E’ attraverso gli occhi dei bambini che si deve guardare e non attraverso gli occhi, pieni di aspettative, a volte eccessive perché non consapevoli e non professionali, dei loro genitori. Sono loro l' unico pensiero di Maestri con la M maiuscola, Maestri di vita che ci insegnano che apprendere è un’attività bellissima e che noi ne siamo sicuramente all’altezza, che le difficoltà ci sono, ma che c’è sempre un modo per superarle e che in questo non sono soli.