L`Abbazia di Santa Maria di Lucedio

Transcript

L`Abbazia di Santa Maria di Lucedio
SCHEDA
L’Abbazia di Santa Maria di Lucedio
L'Abbazia di Santa Maria di Lucedio è un grande complesso abbaziale sito a Lucedio,
presso Trino, in provincia di Vercelli.
L'abbazia fu fondata nel primo quarto del XII secolo a opera di alcuni monaci
cistercensi provenienti dal monastero di La Ferté a Chalon-sur-Saône, in Borgogna, su
terreni donati loro dal marchese Ranieri I del Monferrato della dinastia degli
Aleramici, terreni da bonificare, caratterizzati a quel tempo dalla presenza di zone
paludose e di incolte boscaglie (denominatie Locez, da cui il titolo dell'abbazia).
L'abbazia venne eretta come struttura fortificata ed assunse subito la denominazione di
Abbazia di Santa Maria di Lucedio. Nel corso del XII, XIII e XIV secolo la sua
rinomanza e la sua espansione patrimoniale crebbero costantemente, per merito di
abati che seppero coniugare spiritualità e fervore di opere.
Tra di essi deve essere menzionata la figura del Beato Oglerio da Trino che governò
l'abbazia dal 1205 al 1214, data della sua morte. Venerato presto dai confratelli, il cui
culto fu approvato in via ufficiale da papa Pio IX.
Nel corso del medioevo, l'abbazia svolse un ruolo di primo piano nella storia del
Marchesato del Monferrato, essendo uno dei luoghi sacri più legati alla famiglia
aleramica. Non a caso, molti marchesi decisero di farsi seppellire lì.
Il patrimonio terriero dell'abbazia si estendeva ben oltre le terre prossime al monastero
(con le grange di Montarolo, Darola, Castel Merlino, Leri, Montarucco, Ramezzana,
ecc.), comprendendo anche appezzamenti dislocati in un'area vasta nel Monferrato e
nel Canavese.
È interessante esaminare quale fosse il sistema di gestione adottato - sistema comune
all'intero ordine dei cistercensi - che si basava sulla suddivisione dei possedimenti del
monastero in grange, a capo di ciascuna delle quali non era posto un monaco (già
gravato da impegni di ordine spirituale) ma un fratello converso che sapesse far
fruttare la grangia. I conversi, che coordinavano a loro volta il lavoro di liberi
contadini salariati (chiamati mercenari), rispondevano della loro attività al cellerario,
monaco che curava, per conto dell'abate, l'amministrazione dell'intera abbazia.
La non lontana abbazia di Rivalta Scrivia nacque come filiazione di quella di Lucedio
nel 1171.
Nel 1457, con breve di papa Callisto III, il monastero cessò di essere di pertinenza
diretta dell'ordine cistercense, divenendo Commenda, posta sotto il patronato dei
Paleologi, marchesi del Monferrato (con diritto, di nomina dell'abate e di riscossione di
rendite).
Esauritasi, dopo quella degli Aleramici anche la dinastia dei Palologi, il feudo passò ai
Gonzaga subentrati a Casale nella reggenza del Monferrato; mentre i Savoia avevano
iniziato ad avanzare loro presunti diritti sul monastero. Solo nel 1707 essi riuscirono a
portare a compimento il loro disegno.
Nel 1784 - dopo un periodo di forti attriti con la diocesi di Casale per la nomina
dell'abate commendatario - l'abbazia venne secolarizzata e le sue grange divennero
Palazzo Lascaris
Via Alfieri, 15
10121 Torino
Tel. 011.5757111
parte della Commenda Magistrale dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro. I monaci
cistercensi, ridotti ormai ad una decina, furono trasferiti a Castelnuovo Scrivia.
Nel 1792 l'Ordine di San Maurizio ne conferì la commenda al duca Vittorio Emanuele
I di Savoia, ma dopo pochi anni il monastero cadde nei decreti napoleonici di
soppressione. Fu proprio Napoleone a cedere la proprietà di Lucedio a Camillo
Borghese, a parziale risarcimento delle collezioni d'arte che gli erano state requisite a
Roma.
Caduto Napoleone, si aprì una contesa tra Camillo Borghese ed i Savoia sul possesso
di Lucedio. Le proprietà vennero divise in lotti e cedute a vari personaggi (tra i quali il
padre di Camillo Benso, conte di Cavour). Il lotto con il complesso abbaziale di
Lucedio passò sotto il controllo del Marchese Giovanni Gozzani di San Giorgio che a
sua volta, nel 1861, cedette la tenuta al duca genovese Raffaele de Ferrari di Galliera,
al quale i Savoia conferirono il diritto di fregiarsi del titolo di Principe. Nacque così il
così detto Principato di Lucedio, denominazione che appare tuttora sul portale
d'ingresso della tenuta. Attualmente essa appartiene alla famiglia Cavalli d'Olivola.
Il complesso abbaziale
Il Principato di Lucedio, con la cinta muraria che lo racchiude, si presenta oggi, come
una grande e moderna azienda agricola. Dell'antico monastero medievale, eretto dai
cistercensi nel XII secolo e poi ampliato nel corso del periodo di massima rinomanza e
floridezza economica dell'abbazia (secolo XIII e XIV) si sono conservate notevoli
strutture architettoniche: l'inconsueto campanile a pianta ottagonale, poggiante su di
una preesistente base quadrata, in stile gotico lombardo; il chiostro; la bellissima aula
capitolare (metà del XIII secolo) con colonne in pietra e capitelli di foggia
altomedievale; il suggestivo refettorio con slanciate volte a vela che poggiano su basse
colonne, .
L'antica chiesa abbaziale (che si fa risalire agli anni 1150-75) divenuta ormai
malconcia e pericolante, fu abbattuta per far posto ad una nuova chiesa edificata in
eleganti forme barocche tra il 1767 ed il 1770. Fu il monaco-architetto Valente de
Giovanni a realizzare il nuovo edificio (ora divenuto impraticabile e bisognoso di
ulteriori interventi di restauro, dopo quelli di messa in sicurezza recentemente
effettuati).
All'interno della cinta muraria si trova una seconda chiesa: la così detta chiesa del
popolo, costruita nel 1741 per le funzioni sacre destinate alle famiglie contadine ed alla
gente comune abitante in Lucedio. Ridotta a deposito agricolo, la chiesa – disegnata da
Giovanni Tommaso Prunotto, collaboratore di Juvarra – si lascia ammirare per le sue
linee tardo barocche.

Documenti analoghi

Abbazia di Lucedio

Abbazia di Lucedio quella del popolo, con campanile a pianta quadrata, mentre, quasi al centro, sorge la chiesa di S. Maria con le cripte murate. L'Abbazia fu costruita dai monaci cistercensi provenienti da La Fertè ...

Dettagli

templari lucedio

templari lucedio fonti disponibili e nel 1952 pubblicò un libro “The Devils of Loudun” in cui raccontava che un certo padre Barrè venne chiamato a Loudun per esorcizzare le suore coinvolte, ma il demonio “Asmodeo” ...

Dettagli

IL PRINCIPATO DI LUCEDIO. LEGGENDE E MISTERI

IL PRINCIPATO DI LUCEDIO. LEGGENDE E MISTERI Il principato di Lucedio potrebbe definirsi come un monastero fortificato; all’interno di esso sorgono due chiese. La chiesa di Santa Maria di Lucedio fu ricostruita nel ‘700 sulla basi della prece...

Dettagli

Abbazia di Santa Maria di Lucedio

Abbazia di Santa Maria di Lucedio cardinale Ercole Gonzaga, affiancò la duchessa Margherita nella reggenza del Monferrato. In quegli anni, proprio Ercole Gonzaga, il cardinale che partecipò come legato al Concilio di Trento, fu anc...

Dettagli