Le mostre del Festival - Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini
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Le mostre del Festival - Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini
Le mostre del Festival A ll’interno di un luogo suggestivo, pieno di cunicoli, anfratti e scale, quale si rivela ai piedi e agli occhi del visitatore Castel Sismondo a Rimini, la V edizione del Festival Francescano improntata sul tema del viaggio presenta un itinerario artistico relativo a questa esperienza primordiale dell’uomo. Il viaggio nella sua dimensione di fuga, pellegrinaggio, condivisione, presenza e spiritualità sarà al centro di una serie di esposizioni ed allestimenti che condurranno lo spettatore nella dimensione del percorrere strade sia fisiche che di altra natura. Il tema biblico della fuga in Egitto, visto attraverso gli occhi di tre pittori del 1600, ci condurrà a condividere la condizione di fuga e clandestinità vissuta dalla Sacra Famiglia e ci richiamerà all’importanza del riposo, aspetto così rilevante perché il viaggio sia vero e significativo. Il pellegrinaggio a Santiago di Compostella sarà raccontato con sfaccettature tipicamente francescane e riminesi attraverso due installazioni che ci permetteranno di conoscere il legame tra il poverello d’Assisi, la spiritualità francescana, il lontano Santuario della Galizia e la figura del beato Amato Ronconi di Saludecio. I sandali di fra Gioacchino da Montetiffi saranno i narratori di una esperienza ormai così lontana da sembrare quasi una leggenda: il frate questuante che camminando lungo le strade incontra persone a cui chiedere e a cui dare. E Rimini non può dimenticare la presenza di un camminatore di eccezione tra le sue vie: Antonio di Padova. Se tutto ciò non bastasse, un tuffo nell’arte contemporanea per scoprire che i colori possono raccontare di un viaggio che se vuoi ti porta oltre lo spazio ed il tempo, là dove ciò che è Vero ti aspetta per condividere un tratto di strada con te. Castel Sismondo, Piazza Malatesta - Rimini Inaugurazione: martedì 24 settembre, ore 11.00 Orari: venerdì 27 e sabato 28 settembre dalle 9.00 alle 22.00 domenica 29 settembre dalle 9.00 alle 19.00 Dal 1 ottobre al 3 novembre dalle 15.00 alle 19.00 (chiuso il lunedì) Ingresso gratuito Piano ammezzato Piano terra Primo piano 4 5 2 6 3 7 1 1 I sandali consumati di fra Gioacchino - 2 Info & bookshop 3 Nel segno del Tau e della Conchiglia - 4 La fuga in Egitto - 5 Sant’Antonio “da Rimino detto” 6 Il beato Amato Ronconi di Saludecio - 7 Viaggio nei colori dello spirito In copertina: Tratto da: “Arbol chronologico de la Santa Provincia de Santiago”, Salamanca 1722 Viaggio nei colori dello spirito Opere moderne e contemporanee dalla collezione Girefin A cura di: Elena Bondesani In mostra opere moderne e contemporanee di artisti di fama nazionale e internazionale scelte con un occhio critico che permette un vero e proprio viaggio attraverso il significato simbolico del colore. Achille Perilli The Fundamenta,1989. Olio su tela, 200 x 150 cm Pandora Castelli Homeo Benedictus, 2006. Olio su lino, 188 x 170 cm Max Bill Untitled, 1967. Olio su masonite, 139 x 139 cm Jules Olitski Penelope’s flight, 1988. Acrilico su tela, 185 x 111 cm Tancredi Parmeggiani Senza titolo, 1957. Olio su tela, 135 x 75 cm Georges Mathieu Rainer IV, comte de mons et De Hainaut, 1954. Olio su tela, 130 x 97 cm Jason Martin Sanskrit, 2011. T.m. e pigmento su alluminio, 215 x 165 x 20 cm Roberto Crippa Senza titolo, 1948. Olio su tela, 122 x 85 cm Jorge Eduardo Eielson Quipus AR 86, 2004. Acrilico su tela di juta su tavola, 70 x 90 cm Barry McGee Untitled, 2004. Acrilico, vernice spray su legno, 243 x 56 cm Paul Jenkins Phenomena by the Mark, 1979. Acrilico su tela, 221 x 195 cm Dadamaino Il movimento delle cose, 1994. Mordente su poliestere, 116 x 135 cm Fabio Mauri Una tasca di cinema, 1972. Acrilico su tela estroflessa, 133 x 80 x 15 cm Adolf Luther Senza titolo,1988. Plexiglass 214 x 36 x 7,5 cm Agostino Bonalumi Nero, 1973. Acrilico su tela estroflessa, 130 x 100 cm Alberto Burri Combustione, 1959. Olio, carta, vinavil, combustione su cellotex, 28,3 x 36,7 cm Tancredi Parmeggiani Senza titolo, 1957. Olio su tela, 135 x 75 cm LA FUGA IN EGITTO Viaggio e riposo nel paesaggio degli affetti A cura di: Maura Favali, Antonello Ferretti In collaborazione con: Massimo Pulini, Beni Culturali Cappuccini dell’Emilia-Romagna Ancora prima che Giotto ne restituisse a Padova una visione solida e rallentata, che inaugurò una nuova relazione tra figura e paesaggio, il tema della “Fuga in Egitto” era già nel repertorio iconografico della Chiesa d’Occidente. Ma si può dire che le chiese francescane siano state le prime ad ospitarlo sui propri muri e dalla cappella degli Scrovegni venne segnato il passo lento ma costante di una narrazione che è metafora del viaggio, mistico e umano insieme. Fu sul finire del Cinquecento, sugli esiti del Concilio di Trento e nell’affermarsi in tutte le arti della cosiddetta “poetica degli affetti”, che questa tematica divenne terreno di un rinnovato rapporto con la verità ottica e si accompagnò ad espressioni sentimentali sempre più corrispondenti alla realtà. L’amore materno della Vergine, la vivace gioiosità del Gesù Bambino e la premura responsabile del san Giuseppe trovarono nella Sacra Famiglia, in sosta durante il viaggio verso l’Egitto, un ideale e magnifico terreno di interpretazioni e di varianti. Tre bellissimi dipinti sono stati chiamati a rappresentare questo importante tema. Gli autori sono il ferrarese Ippolito Scarsella, il pittore cappuccino fra Semplice da Verona e il caravaggesco senese Antonio Galli detto lo Spadarino; tre artisti tra loro contemporanei ma di stile diverso, pittori raffinati che dopo una stagione da protagonisti vengono accomunati da un destino appartato e intimo, un destino in qualche misura adeguato al tema della “Fuga in Egitto”. Ippolito Scarsella (Scarsellino) Il riposo durante la fuga in Egitto, XVII sec. Olio su tela, 220 x 160 cm Nel segno del Tau e della Conchiglia Da Assisi a Santiago di Compostella sulle orme di san Francesco A cura di: Paolo Caucci von Saucken, Raffaella Rossi, Consorzio Umbria & Francesco’s Ways In collaborazione con: Confraternita di San Jacopo di Compostella in Perugia Con il patrocinio di: Xunta de Galicia Partendo dalla tradizione del pellegrinaggio di san Francesco a Santiago di Compostela, la mostra, attraverso una significativa scelta di immagini, intende ripercorrere il suo possibile itinerario. Del legame di san Francesco e del francescanesimo con Santiago abbiamo molti esempi: dai Fioretti che raccolgono la memoria del suo viaggio, ai pellegrinaggi di fra Bernardo e frate Egidio, suoi primi discepoli, fino alle numerose leggende di fondazione di conventi francescani spagnoli. D’altro canto, nella storia dell’Ordine, la consuetudine del pellegrinaggio a Santiago è continuata a lungo come ci ricordano le vicende dei beati Amato di Saludecio e Nevolone da Faenza, che trascorsero la loro vita andando più volte a Santiago, o del frate francescano Buonafede Vanti che, in dodici lettere, descrive il suo singolare viaggio a Santiago, Finisterre e Muxía. Una tradizione ripresa con vigore nell’epoca attuale, quando Assisi e Santiago di Compostela si sono strette in un significativo gemellaggio. Nel 2014, la Xunta de Galicia si impegnerà in uno straordinario “anno” dedicato alla memoria del viaggio di san Francesco e a quello che ha lasciato in Galizia e in Spagna. In questo contesto, la Confraternita di San Jacopo di Compostella (Perugia) il 2 agosto del 2013 è partita da Santa Maria degli Angeli per Santiago in un pellegrinaggio, da realizzare a piedi “nel segno del Tau e della Conchiglia”. Lungo il tragitto verrà allestita la mostra e si creeranno occasioni di incontro e dibattito sul valore della spiritualità francescana e sul senso del pellegrinaggio nell’epoca attuale. Tratto da: “Arbol chronologico de la Santa Provincia de Santiago”, Salamanca 1722 Sant’ANTONIO “DA RIMINO detto” Il Santo di Padova a Rimini: Fede, miracoli e devozione A cura di: Stefano De Carolis, Learco Guerra, Rosanna Menghi In collaborazione con: Museo della Città di Rimini, Parrocchia di Cristo Re di Rimini Alla figura del Santo nato a Lisbona, ma conosciuto universalmente come Antonio di Padova, la città di Rimini è particolarmente legata. La sua presenza, attestata intorno alla seconda decade del 1200, è ricordata soprattutto per due miracoli: la predica ai pesci e la mula inginocchiata davanti all’Eucarestia. Il suo passaggio in città fu così memorabile da far scrivere allo storico locale Cesare Clementini che non sarebbe stato sconveniente “d’esser da Rimino detto”. Da qui il titolo della mostra che, ripercorrendo le tracce artistiche e di devozione popolare, presenta la figura di Antonio nell’ambiente riminese, quando la dolcezza persuasiva del suo predicare riconquistò il cuore e la mente di una popolazione in gran parte eretica. IL BEATO AMATO RONCONI DI SALUDECIO Un terziario in cammino A cura di: Giuliano Chelotti In collaborazione con: Museo di Saludecio e del beato Amato Con il patrocinio e il contributo di: Comune di Saludecio - Assessorato alla Cultura Il beato Amato Ronconi passò metà della sua vita in cammino verso Santiago di Compostella. In viaggio per la quinta volta, un Angelo in sogno gli dice di ritornare. Amato Ronconi nasce a Saludecio nel 1226, anno in cui ad Assisi moriva Francesco. Terziario francescano, fa di Lui esempio totale di vita dedicando ai poveri e ai pellegrini la sua intera esistenza. Muore nel 1292, donando tutti i suoi averi, compresa la sua casa (oggi casa di riposo) al Monastero Benedettino di Rimini. I sandali consumati di Fra Gioacchino Quando i poveri aiutavano i poveri A cura di: Saverio Orselli In collaborazione con: Provincia dei Frati Minori Cappuccini dell’Emilia-Romagna Con il patrocinio di: Comune di Sogliano al Rubicone Da francescani, affrontare il tema del viaggio e non ricordare i frati questuanti è impossibile. Per secoli queste figure del passato hanno solcato campagne, affrontato intemperie, incontrato la gente, portato parole di conforto in cambio d’un piccolo aiuto da condividere coi frati: grano, formaggio, uva... Per ricordarli tutti ne abbiamo scelto uno: fra Gioacchino da Montetiffi, frazione di Sogliano, grazie alle rare immagini della questua e a qualche oggetto di viaggio, dal carretto trainato dal mulo al materiale per costruire le corone del rosario. Giovan Francesco Barbieri (Guercino) Sant’Antonio di Padova con il Bambino, 1659. Olio su tela, 264 x 178 cm Tratto da: “Vita del beato Amato di Saludeccio tradotta di latino in volgare per maggior commodita del popolo, dal molto reverendo, et eccellente m. Giacom’Antonio Modesti”, Rimini 1610 Tratto dall’archivio fotografico della Provincia dei Frati Minori Cappuccini dell’Emilia-Romagna studiosalsicomunicazione Festival Francescano tel. +39 334 2609797 - [email protected] www.festivalfrancescano.it In collaborazione con