"La volata di Calò", spettacolo godibilissimo tra passato e futuro

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"La volata di Calò", spettacolo godibilissimo tra passato e futuro
www.sicilymag.it
19/01/2015
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Un acconto poe co sulla libertà, sulla Sicilia e sull’ingegno dei siciliani. Replicherà fino al 25 gennaio, al teatro
Musco di Catania, “La volata di Calò”, spe.acolo prodo.o dalla Stabile etneo e firmato da Fabio Grossi, tra.o dal
romanzo bestseller di Gaetano Sava.eri. La storia è quella di Calogero Montante, il “padre” siciliano delle bicicle.e, che inizia la sua scalata imprenditoriale da Serradifalco, un paesino in provincia di Caltanisse.a che a quei
tempi (siamo all’inizio del 1900) fondava la sua economia ancora sulle miniere di zolfo. Una storia, quella di Montante, che è quasi una favola a lieto fine, e il regista Fabio Grossi è riuscito a conferire questo senso di leggerezza
inserendo deliziosi cartoon di Turi Scandurra e avvalendosi delle scenografie video (firmate da Mimmo Verdesca,
anche assistente alla regia) che conferiscono alla scena tridimensionalità, sopra.u.o durante le scene di corsa in
bicicle.a. Già dall’inizio della pièce lo spe.atore, grazie alla leggenda della fontana narrata dalla voce fuori campo di Leo Gullo.a, viene catapultato in una dimensione favolis ca, quasi onirica, che si contrappone alla storia,
vera, della Sicilia e di un bambino (il piccolo Alessandro Giorgianni) di nome Calogero Montante.
Siamo nel 1908, in una Sicilia povera e ignorante, in cui non ci sono molte alterna ve: o le miniere di zolfo o un
viaggio per l’America. Ma Calogero Montante, che tu< chiamano Calò per dis nguerlo dall’omonimo cugino, per
tu< Lillo (interpretato da Giorgio Musumeci), è nato in una famiglia benestante: possiede una bicicle.a, la
sua passione, legge appassionatamente le gesta dei suoi beniamini al Giro d’Italia, e col va un unico grande sogno: costruire una bicicle.a tu.a sua. E ci riesce, nel 1926, proprio a Serradifalco, in quel piccolo paesino su cui
nessuno avrebbe scommesso. E’ lì, nella più recondita provincia nissena, che Montante comincerà, grazie al supporto della moglie (una deliziosa Lucia Portale) la sua ascesa, me.endo sù la prima fabbrica di velocipedi da corsa.
In scena Calogero Montante è interpretato da un superla vo Liborio Natali, perfe.o anche nel suo accento nisseno, affiancato da un mostro sacro del teatro nostrano, Mimmo Mignemi (che grazie alla sua grande esperienza
riesce a camuffare anche l’influenza di stagione che non lascia scampo neppure agli a.ori) nei panni del Maestro
Grillo, storia e memoria di Serradifalco ma anche uomo di cultura con lo sguardo rivolto verso il futuro, che cerca
– invano - di impar re un po’ di “sapere” al popolo ignorante e mediocre di Serradifalco (i bravi allievi della Scuola d’arte dramma ca “Umberto Spadaro”).
Sullo sfondo c’è la storia d’Italia, dai primi del ‘900 all’alba del nuovo millennio, e quella della Sicilia, sempre distante e con un modo di pensare diverso da quello del “Con nente”. In Sicilia c’è la mafia, uomini senza volto con
cui anche Montante dovrà fare i con , ma ai rica< dei quali non cederà. Della messa in scena è par colarmente
apprezzabile la carrellata di riferimen all’ambiente culturale siciliano, dagli Anni 60 ad oggi: le parole di Leonardo Sciascia, le ba.aglie an mafia di Libero Grassi, la voce struggente di Rosa Balistreri che accompagna il finale
dello spe.acolo, su uno sfondo di girasoli, con le note di “Pira a Palermo”, fino ai giorni nostri con un giovanissimo Andrea Camilleri, che proprio sulla bicicle.a di Calogero Montante (non una qualsiasi, ma proprio la sua) pedalerà da Serradifalco a Porto Empedocle per avere no zie del padre.
“La volata di Calò” è uno spe.acolo che racconta - proprio come farebbe Gaetano Sava.eri – una storia del passato ma guarda al futuro: non solo la storia leggendaria dell’eroe siciliano capace di scomme.ere, rischiare e vincere, ma anche il presente e il futuro della sua azienda (ancora esistente, ma purtroppo non a Serradifalco) nelle
parole della nipote, interpretata daMara Di Maura.
Uno spe.acolo godibilissimo, un affresco di una Sicilia povera ma ‘ngignusa, fa.a di uomini come Calogero Montante: di buona volontà e dai grandi valori. A noi è piaciuto.
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