medicina - Fit Village

Transcript

medicina - Fit Village
medicina
APPROFONDIMENTI
MARCO PATACCHINI*
hissà quando l’uomo ha imparato a correre… Probabilmente l’uomo preistorico correva
alla ricerca del cibo o correva per non diventare cibo lui stesso. Ai tempi degli antichi
greci la corsa era praticata dai messaggeri (una sorta di postino ancestrale), ed è diventata
uno sport a tutti gli effetti nel contesto dei Giochi di Olimpia.
Nel mondo in cui viviamo oggi si corre molto meno, almeno nel senso etimologico del termine;
il verbo correre è usato prevalentemente in contesti allargati che definiscono i ritmi accelerati
e frenetici della vita moderna, del pensiero contemporaneo; il progressivo aumento delle
persone obese e delle patologie correlate alla sedentarietà ne è una controprova evidente.
Negli ultimi anni, proprio per la necessità di scaricare le tensioni accumulate durante la giornata
o semplicemente perché l’impietosa prova costume non lascia scampo ad altre soluzioni, il
numero di runner è notevolmente aumentato. Sono convinto che anche la crisi economica sia
stata una bella spinta: per correre, infatti, bastano un paio di pantaloncini, una maglietta e un
paio di scarpe; non si paga un istruttore o un abbonamento e si può correre quando e dove si
vuole. Con l’aumentare del numero e dell’età dei runner, sono dunque cresciute anche tutte
quelle problematiche legate ai sovraccarichi articolari imposti al corpo umano durante la corsa.
PRIMO
Pierluigi Benini
C
OBIETTIVO:
CONSERVARE LA CARTILAGINE ARTICOLARE
Oggi vorrei puntare l’attenzione sulla patologia degenerativa articolare degli arti inferiori, in
particolare del ginocchio, essendo probabilmente una delle problematiche più frequenti nel
runner.
Partiamo dunque da un concetto facile facile, ma molto spesso sottovalutato: la cartilagine
articolare non ricresce e non può essere ricreata.
Nell’ultimo decennio sono state proposte molte tecniche (anche chirurgiche) per riparare i
danni cartilaginei, ma nulla è riuscito a ricreare il vero tessuto cartilagineo, con le sue
caratteristiche anatomiche e biomeccaniche; anche l’uso (secondo me oggi spropositato) delle
moderne tecniche rigenerative con le famose cellule staminali, PRP, fattori di crescita non è in
grado di ripristinare il vero tessuto cartilagineo.
FOCALIZZIAMO QUI LA NOSTRA
ATTENZIONE SULLA PATOLOGIA
DEGENERATIVA ARTICOLARE DEGLI ARTI
INFERIORI, IN PARTICOLARE DEL
GINOCCHIO, PROBABILMENTE UNA
DELLE PROBLEMATICHE PIÙ FREQUENTI
NEL CORRIDORE. QUANDO ANCHE LA
PREVENZIONE NON BASTA PIÙ E LE
PATOLOGIE DA SOVRACCARICO LA
FANNO DA PADRONE, PUÒ DIVENTARE
UTILE LA TERAPIA INFILTRATIVA A BASE
Quindi, allo stato attuale delle cose, tutto ciò che possiamo fare è lavorare sulla prevenzione,
per mantenere il panno condrale integro e funzionante il più a lungo possibile.
Come si possono prevenire le patologie da sovraccarico?
• Gestendo bene gli allenamenti e i tempi di recupero.
• Indossando scarpe idonee e un abbigliamento adeguato.
• Controllando l’alimentazione e l’idratazione.
• Facendo valutare da un professionista della salute le proprie caratteristiche antropometriche,
per verificare la presenza di eventuali fattori di rischio e trovare le relative contromisure.
• Facendo ricorso a condro-protettori, come l’acido ialuronico.
Su ciascuno di questi punti, potremmo aprire una lunga discussione. In questa occasione, però,
affronteremo il discorso sull’acido ialuronico.
UN’INVENZIONE
DEL CORPO UMANO
Prima di tutto, è bene specificare che l’acido ialuronico non è stato inventato dal medico, ma
dal corpo umano! Ogni articolazione produce, a livello della membrana sinoviale (la sua
“tappezzeria interna”) un liquido solitamente filante, gelatinoso, che ha un duplice scopo:
92 CORRERE
DI ACIDO IALURONICO
QUANDO
IL GINOCCHIO
DEL RUNNER
HA BISOGNO
DI ACIDO
IALURONICO
1 - Attraverso il suo essere gelatinoso, crea uno strato superficiale che permette lo scorrimento
delle articolazioni con minor attrito; la cartilagine inibita di acido ialuronico diventa più
resistente ai carichi.
2 - Penetrando all’interno della membrana sinoviale, la stimola a produrre altro acido ialuronico.
Semplificando, possiamo dire che l’acido ialuronico ha un effetto immediato tipo olio
lubrificante e un effetto più a medio-lungo termine tipo “impregnante” (quest’ultimo protegge
il legno e lo fa durare di più, ma non lo rigenera).
Potete immaginare la molecola di acido ialuronico come un millepiedi, che accumula molecole
di acqua a ogni piedino; immaginate inoltre che un piccolo millepiedi riesca a penetrare
attraverso la membrana sinoviale (e stimolarla), mentre un millepiedi più grande non penetra
nella membrana sinoviale, ma ha un effetto maggiore come ammortizzatore.
CORRERE
93
medicina
APPROFONDIMENTI
IN
DEFINITIVA
• Più grande è la molecola (acido ialuronico ad alto peso molecolare), maggiore è la quantità
di acqua che può legare a sé e maggiore sarà l’efficacia nel lubrificare e ammortizzare
l’articolazione; sarà però minore la capacità di stimolare la membrana sinoviale.
• Più piccola è la molecola (acido ialuronico a basso peso molecolare), maggiore è la capacità
di stimolare la membrana sinoviale, ma minore sarà pure l’effetto lubrificante diretto.
Fino a poco tempo fa, esistevano in commercio tre tipi di acido ialuronico:
• a basso medio peso molecolare;
• a medio-alto peso molecolare;
• ad alto peso molecolare (cross-linkati).
Personalmente, preferisco utilizzare prevalentemente un acido ialuronico a medio-alto peso
molecolare, che mi permetta di dare al paziente un buon effetto immediato, ma anche un
valido effetto nel medio-lungo termine; utilizzo invece l’alto peso molecolare nei casi in cui io
abbia bisogno di ottenere un effetto rapido ed efficace, anche se di durata non eccessiva.
L’acido ialuronico è stato studiato e commercializzato inizialmente per le articolazioni
artrosiche dell’anziano, ma è stato presto “trasportato” nella cura della condropatia dello
sportivo; nel corso degli anni, la ricerca è virata verso un prodotto più indicato per le
altre esigenze dello sportivo, e ha portato alla commercializzazione di un acido ialuronico
definito di 4ª generazione, l’Hyadd 4.
Potete immaginare la molecola dell’Hyadd 4 come un insieme di tanti piccoli millepiedi che
sono uniti tra loro a formare una rete; in questa maniera sono stati raggiunti due obiettivi:
• Le piccole molecole di acido ialuronico penetrano nella membrana sinoviale, stimolandola
e garantendo una efficacia duratura.
• La rete inoltre si adatta alle irregolarità della parete articolare molto meglio del “grosso
millepiedi” e grazie alla sua “deformabilità” sopporta molto meglio le forze di trazione e
compressione.
È chiaro quindi che il ginocchio del runner, sottoposto a uno stress di alto grado e legato a un
movimento ripetitivo, può trovare un grande giovamento dalla terapia con acido ialuronico di
4ª generazione.
I VIZI
* Marco Patacchini
è specialista
in Ortopedia
e Traumatologia
chirurgica
artroscopica
e Traumatologia
dello sport
94 CORRERE
DI ASSE DEL GINOCCHIO
Nel caso in cui il ginocchio abbia un vizio di asse (ginocchio varo, vale a dire arcuato all’esterno,
o ginocchio valgo, a “X”), e/o sia andato incontro a un intervento di asportazione parziale o
totale di uno o di entrambi i menischi, allora l’utilizzo dell’acido ialuronico come sostegno
alla cartilagine articolare è ancora più indicato.
Ovviamente, in questi ultimi casi la prevenzione con l’acido ialuronico deve essere
complementare al sostegno biomeccanico della porzione articolare più compromessa, ad
esempio attraverso l’uso di plantari correttivi (o scarpe con soletta correttiva). ◆