as 2013 / 2014 - Asilo Nido Bilingue Il Piccolo Principe Garbagnate

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as 2013 / 2014 - Asilo Nido Bilingue Il Piccolo Principe Garbagnate
a.s. 2013 / 2014
… la volpe disse al piccolo principe: “ SE TU MI ADDOMESTICHI, NOI AVREMO
BISOGNO L’ UNO DELL’ ALTRO. TU SARAI PER ME UNICO AL MONDO E IO
SARO’ PER TE UNICA AL MONDO… ”
…” ECCO IL MIO SEGRETO. E’ MOLTO SEMPLICE: NON SI VEDE BENE CHE
COL CUORE. L’ ESSENZIALE E’ INVISIBILE AGLI OCCHI … ”
…“ E’ IL TEMPO CHE TU HAI PERDUTO PER LA TUA ROSA CHE HA FATTO LA TUA
ROSA COSI’ IMPORTANTE…TU DIVENTI RESPONSABILE PER SEMPRE DI
QUELLO CHE HAI ADDOMESTICATO. TU SEI RESPONSABILE DELLA TUA
ROSA… ”
L’ Asilo Nido, è un servizio educativo e sociale rivolto ai bambini e alle loro famiglie con lo
scopo di aiutare ogni bambino a crescere bene a seguire percorsi equilibrati di socializzazione,
a superare difficoltà, ad acquisire abilità, conoscenza e capacità relazionali e affettive.
La finalità del Nido “ Il Piccolo Principe ” è quindi quella di favorire una crescita armonica del
bambino tenendo conto degli aspetti sia cognitivi che socio-relazionali.
In tal contesto, è fondamentale l’elaborazione di un progetto educativo che, in base ai
presupposti pedagogici di riferimento, individua i criteri educativi e organizzativi da seguire
nell’impostazione del lavoro. Esso , quindi, prevede:
•
L’ identificazione di obiettivi educativi specifici;
•
La programmazione di percorsi educativi e degli aspetti necessari al raggiungimento
degli obiettivi;
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•
L’ osservazione e la documentazione dei processi di socializzazione e apprendimento
sollecitati dai bambini;
•
La verifica dei risultati ottenuti rispetto agli obiettivi identificati inizialmente;
•
La valutazione della qualità del contesto educativo realizzato.
Il progetto educativo nasce dal confronto all’ interno dell’ equipe di lavoro degli operatori:
si definisce attraverso riunioni e formazione, e richiede la condivisione continuativa di
esperienze e riflessioni. La scelta del metodo e degli obiettivi educativi devono, inoltre,
prevedere il confronto con le posizioni culturali, con i bisogni e con le aspettative espresse dai
genitori che, in tal modo, partecipano attivamente alla definizione del progetto.
Quest’ ultimo deve prevedere sempre un’ attenta considerazione dei seguenti elementi:

Strategie di inserimento del bambino all’interno della struttura, e il rapporto con i
genitori

Relazione tra educatori e bambini

Tempi e ritmi della giornata educativa
Le strategie di inserimento del bambino all’interno della struttura e il rapporto con i
genitori
Con l’ espressione “ inserimento del bambino ” intendiamo il passaggio e l’ ambientamento del
bambino al nido; tale passaggio è un momento particolarmente delicato che deve essere
vissuto con serenità e consapevolezza dai protagonisti dell’esperienza: genitore, bambino ed
educatore. Esso rappresenta il cuore del progetto pedagogico stesso; deve essere adattato
alle esigenze dei genitori e del bambino e serve a prepararli ad affrontare insieme la nuova
esperienza in cui l’ educatore ha il ruolo di figura di riferimento.
La relazione tra educatori e bambini
Nella relazione con i bambini, l’ educatore svolgerà un ruolo attivo costruendo sia un rapporto
con il gruppo sia un rapporto individualizzato e personalizzato con il bambino. Nella
costruzione di tale rapporto è fondamentale rispettare e valorizzare i tempi di autonomia e di
competenza socio-cognitiva del bambino. Accanto alle diverse occasioni di gioco offerte dal
contesto, l’ educatore proporrà, nel corso della giornata, occasioni di gioco più mirate in cui
egli dovrebbe:
 Introdurre gradualmente gli stimoli e le offerte valutandone il livello di difficoltà in
relazione alle competenze e agli interessi del bambino;
 Costruire percorsi di attività ed esperienze all’ insegna della continuità, rispettando i
punti di vista, le preferenze e i tempi dei bambini in modo da mettere il bambino in
condizione di collegare le esperienze nuove a quelle già note.
L’ articolazione dei tempi e dei ritmi
Il progetto pedagogico deve prevedere un’accurata organizzazione dei tempi e dei ritmi della
giornata del bambino al nido, curando sia le routine sia i momenti dell’ accoglienza e del
commiato. Inoltre,il nostro progetto educativo viene definito attraverso:
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OBIETTIVI:
Essi si riferiscono al raggiungimento di competenze specifiche nei diversi campi di esperienza
tenendo conto dello sviluppo psicofisico del bambino e dei suoi bisogni cognitivi, creativi e
socio-affettivi. Gli obiettivi che si intende raggiungere mediante la realizzazione del Progetto
sono:
- conoscenza dell’ ambiente;
- il consolidamento di relazioni significative e affettive spostando l’interesse dai soli genitori
ad altre persone;
- la capacità di comunicare e di riconoscere le proprie abilità e competenze;
- lo svolgersi delle routine come punto di riferimento della scansione temporale per favorire
l’autonomia;
- la realizzazione di un ambiente di accoglienza e integrazione di bambini in situazione di
disagio o comunque svantaggiati.
Dati questi obiettivi, i campi d’ esperienza della nostra programmazione sono i seguenti:
- Corpo e movimento-identità corporea e orientamento spazio-temporale;
- Sviluppo dei linguaggi espressivi;
- Sviluppo senso-percettivo;
- Sviluppo del linguaggio verbale;
- Sviluppo cognitivo;
- Sviluppo delle percezioni;
- Sviluppo dell’ autonomia, dell’ identità e delle relazioni
METODOLOGIA:
La metodologia, ossia il “ come ” e il “ modo ” in cui viene impartita un tipo di educazione, ha
come presupposto il coinvolgimento attivo degli educatori con lo scopo di sollecitare l’
esperienza diretta dei bambini dove “ il fare ” significa “ facilitare l’apprendimento ”
soprattutto attraverso il GIOCO, spazio di socializzazione e spazio personale. Il Nido il
” Piccolo Principe “ darà un servizio Educativo che dovrà assicurare un adeguato sviluppo
psico-fisico e relazionale dei bambini in stretta collaborazione con le famiglie e l’ ambiente
sociale. Per tale raggiungimento si dovrà garantire:
 Uno sviluppo il più possibile armonico globale del bambino, attraverso stimolazioni
sensoriali, motorie ed affettive per ridurre al minimo qualsiasi tipo di svantaggio socioculturale o psico-fisico;
 Offrire uno spazio dove sperimentare esperienze diverse da quelle familiari,
introducendo già dalla primissima età il concetto di socializzazione;
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 Instaurare rapporti relazionali basati sulla fiducia dell’ adulto che sarà in grado di
rispondere ai bisogni di protezione e di autonomia a seconda dell’ età;
 Organizzare spazi “ per lo sviluppo ” attraverso giochi, stimoli, attività.
Particolare importanza verrà data a:
ACCOGLIENZA del BAMBINO: il bimbo dovrà sentirsi protetto nel distacco quotidiano con i
genitori.
VALORIZZAZIONE del GIOCO: per il bambino che ha meno di un anno, la libertà di
movimento e di esplorazione dell’ambiente sono attività molto più importanti che qualsiasi tipo
di giocattolo, ma comunque anch’essi ricoprono un ruolo fondamentale, specialmente se
vengono accuratamente scelti. Quando, ad esempio, imparerà a gattonare, si divertirà molto
con oggetti che rotolano: li cercherà gattonando, poi, imparerà a spingerli e poi a dar loro la
caccia; in questo periodo sono molto attratti dal “ lancio delle cose ” ed è quindi importante
che abbiamo a disposizione cuscini. Il bambino comincerà a divertirsi anche mettendo i giochi
uno dentro e l’altro e poi a rovesciarli.
Con il passare del tempo, si interesserà a giochi sempre più evoluti, spesso farà nuove
esperienze facendo accadere qualcosa per caso;poi, visto che quel “ qualcosa ” è divertente
imparerà a farlo di proposito. Si daranno al bambino strumenti musicali semplici ( maracas,
tamburo etc... ): il rumore lo divertirà e sarà molto felice e appagato quando scoprirà che è
proprio lui il “produttore” di quel rumore.
All’ età di un anno circa il bambino da esploratore diventa anche sperimentatore: continua a
raccogliere oggetti e metterseli in bocca; è importante, quindi, che abbia a disposizione vari
tipi di materiali per fare esperimenti con l’acqua, con oggetti che galleggiano, con oggetti che
si sciolgono in essa, ecc…
A questa età scopre l’ utilizzo delle cose, scopre che se mette i cubi uno sopra l’altro forma
una piramide ma che, togliendo l’ ultimo, tale piramide cadrà; il suo interesse si volgerà verso i
giochi a incastro ed è a questo punto che comincerà a formarsi i primi concetti mentali e
inizierà a notare le prime somiglianze e differenze
SOCIALIZZAZIONE: a differenza dei bambini che stanno a casa, i bambini, all’ interno del
nido, sperimentano lo stare, il vivere con gli altri individui della loro società e, principalmente,
con loro stessi. L’ Asilo Nido è il luogo dove si formano i primi rapporti importanti al di fuori
del nucleo familiare perché essa non si ferma all’ istruzione vera e propria ma interviene sullo
sviluppo della socialità e della personalità, indirizzando i bambini, ragazzi giovani verso il
rispetto delle norme e della convivenza sociale.
PRIME ABLUZIONI E ALIMENTAZIONE: verrà insegnato ( attraverso il gioco )
l’ importanza della cura del sé, del proprio spazio, delle proprie cose. Il “ lavare le manine ”
sarà momento quotidiano
Il pranzo, come parte integrante della giornata educativa, avrà come scopo ( oltre l’
alimentarsi ) l’ educare a mangiare insieme, il rispetto dei ritmi e i piccoli compiti d’ordine e
pulizia.
La metodologia, di conseguenza, dovrà essere:
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SPERIMENTALE: in quanto, gli assunti, le strategie, e i risultati che la caratterizzano devono
essere messi costantemente in discussione e revisionati;
APERTA nonostante debba attenersi, comunque, a tradizioni pedagogiche, alla professionalità
e capacità degli operatori e al contributo educativo di altre strutture;
PROGETTUALE: in quanto impegnata a individuare interventi per l’emancipazione intellettuale,
cognitiva, affettiva e sociale.
STRUMENTI di VALUTAZIONE:
- Scheda di inserimento per conoscere le abitudini del bambino in famiglia che verrà compilato
dall’ Educatrice di riferimento, integrato con le osservazioni e le cure del pediatra che segue
il bambino stesso;
- Scheda di osservazione quotidiana giornaliera del bambino all’interno della struttura,
compilate dall’ educatrici.
- Scheda di verifica che consente di valutare la validità di proposte fatte e della metodologia
seguita, il raggiungimento degli obiettivi proposti e la definizione dei nuovi obiettivi specifici.
PROGRAMMAZIONE DIDATTICA GENERALE:
I presupposti per la programmazione didattica sono i seguenti:
- individuazione e successiva definizione di una metodologia di lavoro comune agli educatori;
- definizione della strategie per la progettazione di esperienze sempre più significative;
- gli obiettivi e gli strumenti per un buon inserimento del bambino che favorisca il distacco
graduale dei genitori.
Le fasi di essa, precisate dalle varie “ unità didattiche ” favoriscono, inoltre, l’esplorazione
dell’ambiente stesso, la curiosità dei giochi e la definizione delle routine.
ORGANIZZAZIONE dei TEMPI
Dalle 7.00 alle 9.00 i bambini e i genitori vengono accolti nella struttura dalle educatrici; esso
è un momento molto importante perché avviene il distacco dal genitore.
Conversazione quotidiana con il genitore in cui quest’ultimo darà consegne, ragguagli,
raccomandazioni personali.
Fino alle 9.00 circa i bambini hanno la possibilità di giocare liberamente e autonomamente
sempre sotto l’occhio vigile dell’educatrice.
Dopo il gioco libero vi è la merenda e, subito dopo, aspettando che tutti abbiano finito di
mangiare, si mimano fiabe semplici per favorire l’attenzione, la fantasia, la curiosità
l’emulazione di movimenti stimolando il movimento coordinato con l’udito e l’apprendimento
sonoro e gestuale attraverso la ripetizione musicale.
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Verso le 10.00 ( seguendo l’esigenza dei bambini ) per i lattanti vi sarà la nanna mentre per gli
altri, fino alle 11.00, vi sono diverse attività tra cui:
-
Gioco euristico del “fare”, riempire-svuotare,impilare-abbattere, comporre-scomporre,
coprire-scoprire, nascondere-comparire;
-
Gioco simbolico del “fare finta che…”, animazione, marionette, drammatizzazione, gioco
della famiglia, della cura della casa;
-
Gioco d’imitazione, gioco dello specchio, gioco dei travestimenti, i suoni, la musica;
-
Attività guidate e organizzate: esperienze dei linguaggi del corpo, disegno e pittura,
educazione alimentare, manipolazione e costruzione, gioco-dramma;
-
Psicomotricità: giochi d’identità ( denominazione e riconoscimento di sé, delle proprie
parti del corpo, degli altri )
-
Attività autonome nei centri di interesse strutturati e non strutturati.
Tutte le attività tendono a risvegliare dinamiche osservabili dall’educatrice, la quale avrà
modo di valutare e organizzare costantemente le motivazioni della Programmazione didattica
attraverso la quale raccogliere una serie di informazioni riguardanti il profitto che il bambino
trae dalle attività proposte.
Dopo le attività il cambio pannolino e la preparazione al pranzo; è un momento fondamentale in
cui si instaura la relazione di intimità tra il bambino e l’educatrice caratterizzata da
affettività, sorrisi, voce e gesti dolci.
Alle 11. 45 circa viene dato il pasto, momento in cui il bambino mangia e sperimenta il cibo;
situazione educativa molto importante in quanto il bambino si relaziona con il cibo attraverso
la manipolazione, la sperimentazione, l’ uso del cucchiaio e degli altri materiali, così da
acquisire pian piano il raggiungimento verso l’autonomia.
Dalle 12.45 alle 14.45 è il momento della nanna; si preparano i bambini al rilassamento e alla
nanna raccontando storie con voce bassa, accarezzandoli e facendo loro coccole e osservandoli
per tutto il tempo della nanna. In questo situazione è essenziale che il bambino ritrovi un
ambiente sereno e protetto, i propri rituali e abitudini ( ciuccio, pupazzetto, oggetti
transizionali ). Per facilitare il rilassamento, si introducono musiche rilassanti, ninna nanne,
cantilene e tante coccole che hanno lo scopo di accompagnare il bambino al sonno senza
sentirsi impaurito e abbandonato.
Successivamente i bambini, verso le 14.45, si svegliano con una musica dolce e vengono
cambiati e preparati per la merenda per poi passare al gioco libero fino all’ orario di uscita,
durante il quale l’ educatrice o un suo delegato raccontano al genitore come è andata la
giornata spiegando in modo dettagliato lo stato d’animo del bambino durante le attività, il
pranzo, le merende, il gioco libero o la nanna.
PROGRAMMAZIONE LATTANTI ( dai 3 mesi ai 12/15 mesi circa ).
Le aree di sviluppo interessante sono:
1. motricità globale e fine, coordinamento arti superiori e inferiori, l’equilibrio;
2. tono muscolare
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3. la deambulazione
4. capacità percettive
5. la dimensione spazio-temporale
6. stimolazione al gioco:scambio di oggetti
7. gioco euristico
8. stimolazione al gioco con altri bambini.
PROGRAMMAZIONE SEMIDIVEZZI ( dai 12/15 mesi ai 24 mesi circa ).
Le attività saranno scelte e svolte in modo da stimolare con diversi materiali lo sviluppo
motorio, sensoriale, comunicativo, relazionale e di pre linguaggio.
Il bambino durante le attività verrà stimolato su diversi aspetti; verrà sviluppata la curiosità,
i sensi, l’esplorazione attraverso i materiali, lo sviluppo della motricità e della coordinazione.
Le aree di sviluppo interessate sono, quindi:
1. Sviluppo dell’identità corporea e personale
2. Schema corporeo
3. Ripetizione di movimenti dello schema corporeo
4. Orientamento spaziale ( lateralità… )
5. Manipolazione di materiali
6. Stimolazione e sviluppo del linguaggio verbale
7. Sviluppo della socializzazione e condivisione delle esperienze
8. Sviluppo del linguaggi espressivi ( grafico-pittorico ).
PROGRAMMAZIONE DIVEZZI ( dai 24 mesi circa ai 36 mesi ).
Le attività sono scelte e svolte in maniera da stimolare, con diversi materiali, lo sviluppo
motorio, sensoriale, comunicativo, relazionale e di linguaggio.
Il bambino, durante le attività, impara la socializzazione, le relazioni con gli altri bambini, si
diverte, conosce nuove cose, impara regole. Quindi, attraverso la sperimentazione attiva,
scopre nuovi mezzi, sviluppa il pensiero rappresentativo, acquisisce nuove parole per la
comunicazione; già a 18 mesi il bambino è in grado di spostarsi autonomamente nello spazio e
di utilizzare gli oggetti per raggiungere ciò che desidera. Queste capacità sostengono il
graduale processo di autonomia consentendogli di tollerare sempre meglio la distanza del
genitore, attraverso una sempre maggiore fiducia di sé. L’ attività perciò è uno stimolo ad
esplorare il mondo colorato degli oggetti, a toccarlo, guardarlo, manipolarlo, trasformarlo.
Le aree di sviluppo interessate sono, quindi:
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1. Rafforzamento degli schemi corporei e conoscenza sensi
2. Percezione fenomeni e organizzazione spazio
3. Idea della nozione di “tempo”
4. Sviluppo dei linguaggi espressivi ( disegno, pittura, manipolazione, costruzione )
5. Esperienza dei linguaggi del corpo ( teatrali, vocali ,) dei suoni e della musica
6. Rafforzamento del linguaggio, dell’autonomia e della socializzazione
7. Riconoscimento di sé e degli altri
8. Sviluppo dell’ autostima
9. Conoscenza dell’ambiente esterno
10. Favorire attività autonome
11. Comprensione di una favola
12. Differenziazione, seriazione, classificazione di cose e oggetti
La Struttura è così composta:
- Psicologo dello Sviluppo e dell’ Educazione e Psicoterapeuta dell' Età Evolutiva con
comprovata esperienza lavorativa sui minori, collabora mensilmente con l’ Asilo Nido e si
occupa di preparare degli incontri a tema per le famiglie che lo richiedono, di Supervisionare
la Struttura, Coordinare il lavoro degli Educatori e Aggiornare il personale del nido con
incontri di equipe.
- Pedagogista con comprovata esperienza lavorativa nelle scuole dell' infanzia, collabora
mensilmente con la Struttura e si occupa della Formazione degli Educatori e di preparare
degli incontri a tema per le famiglie durante l' anno scolastico.
- Pediatra con comprovata esperienza lavorativa sui minori, collabora con l’ Asilo Nido e si
occupa di preparare degli incontri a tema due volte l' anno per le famiglie e gli Educatori in
Struttura, inoltre visita in forma privata a domicilio i Bambini iscritti al Nido in caso di
malattia dando disponibilità sette giorni su sette per 24h.
- Quattro Educatrici o in proporzione al numero effettivo dei bambini presenti rispettando la
normativa vigente ( in possesso di Laurea specifica o Diploma); si occupano della
programmazione e verifica delle attività educative e favoriscono l’incontro delle famiglie con
gli operatori dell’ Asilo Nido. Ai genitori viene perciò garantita la possibilità di richiedere
chiarimenti e spiegazioni sul Progetto Educativo, la Carta dei Servizi e di inoltrare proposte
per il miglioramento del servizio che saranno poi opportunamente vagliate dal Supervisore e
dalla Titolare. Organizzano, inoltre in equipe, le attività Socio-Pedagogiche e ludiche che si
realizzano nel nido, verificando altresì il grado di efficienza e coerenza del percorso
educativo prefissato all’ inizio dell’ anno. Curano in collaborazione con lo Psicologo, Pedagogista
e la Titolare i rapporti con le famiglie per gli inserimenti. Provvedono in equipe alla stesura
dei verbali del registro delle presenze quotidiane dei bambini e del diario giornaliero.
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- Insegnante di Danza con comprovata esperienza sui bambini collabora con un laboratorio
settimanale. La Danza Creativa, è un’ attività che vuole far sviluppare nel bambino attraverso
la musica la conoscenza del proprio corpo, la capacità di riconoscere dei suoni da associare a
dei movimenti attraverso il rispetto dei periodi sensitivi a secondo delle fasce di età e dello
sviluppo psico fisico e cognitivo di ogni singolo bambino, il tutto attraverso il gioco. Nello
specifico, i periodi sensitivi che verranno affrontati e che formeranno gli obiettivi da
raggiungere sono: ascolto della musica, camminare, lateralità, equilibrio, mio e tuo, io, parlare,
linguaggio, memoria, ordine, amore.
- Musicoterapeuta con comprovata esperienza pluriennale nelle scuole dell' infanzia collabora
con due laboratori settimanali. Questa attività Educativa è strutturata in modo da creare
spazi idonei dove il bambino possa liberamente sperimentare e sperimentarsi nella musica
attraverso l’ ascolto, il contatto, la produzione sonora, attraverso gli strumenti o la voce, i
colori con la musica, dove l’ educatore non interviene per modificare il vissuto del bambino ma
diventa colui che interpreta, stimola e riconosce ciò che il bambino comunica in modo verbale e
non.
- Insegnante di karate Baby ( cintura nera 2° Dan ) con comprovata esperienza sui bambini
collabora nell' insegnamento con la palestra Ju Ippon Karate Lazzate associati alla
Federazione UN.I.A.K.S. Si occupa di effettuare un laboratorio didattico settimanale. Il
karate è un’ attività che vuole far sviluppare nel bambino attraverso il rispetto delle regole la
conoscenza delle proprio corpo, la capacità di coordinazione, associare i movimenti nel
rispetto degli altri a seconda delle fasce di età e dello sviluppo psico-fisico e cognitivo di ogni
singolo bambino, il tutto attraverso il gioco. Nello specifico le regole della disciplina che
saranno affrontare e che formeranno gli obbiettivi da raggiungere sono: il gioco di gruppo,
controllo delle emozioni, equilibrio, memoria, ordine, esercizio fisico e la passione per lo sport.
- Titolare; si occupa oltre che alla preparazione dei pasti giornalieri ( cuoca ), affiancata dal
Supervisore / Educatrici, di monitorare quotidianamente il regolare funzionamento del
servizio nonché l’ efficienza e l’ efficacia della gestione;
- Addetta all’ assolvimento delle pulizie generali degli ambienti, di allestimento e sistemazione
con comprovata esperienza pluriennale lavorativa;
Il Progetto Educativo deve tener conto di ogni bambino con la sua personalità che lo fa
diverso da ogni altro, ma anche di ogni adulto che vive quell’esperienza e che è veramente
educatore quando sa crescere con ogni bambino e con la comunità di essi e degli altri adulti.
Ciò si può realizzare se l’operatrice del nido vive il proprio lavoro in modo consapevole e
responsabile riflettendo sulla sua esperienza ( riflessione sui modi in cui viene impostato il
rapporto educativo, disponibilità a mettersi in discussione, bisogno di aggiornarsi ) e nei
riguardi degli altri: quindi osservazione dei bambini, disponibilità al lavoro di equipe, apertura
ai rapporti con i genitori e con tutti coloro che siano, in qualche modo, interessati alla vita del
nido. Vivere il proprio lavoro in modo aperto, interrogante significa considerare sempre nuova,
perché in mutamento, ogni situazione educativa nella quale ci si trova impegnati; ciò significa
adottare un “ atteggiamento di curiosità e scoperta ”.
Data ……………………
Per Presa Visione e Accettazione …...........................................................
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