gennaio 2007 - Gruppo AMB di Padova
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gennaio 2007 - Gruppo AMB di Padova
funghi e natura Anno XXXIV ~ 1° semestre 2007 mico-notiziario riservato agli associati Notizie utili Associazione Micologica Bresadola Gruppo di Padova Anno di fondazione 1973 www.padovanet.it/amb e-mail: [email protected] Sede a Padova Via Pinelli 4 C/C/ Postale 14153357 C.F. 00738410281 Quota associativa anno 2007: € 20,00 inclusa ricezione della “Rivista di Micologia” edita da AMB Nazionale e “Funghi e Natura” del Gruppo di Padova. Incontri e serate ad Albignasego (PD) via Roma 224 presso ex biblioteca (di fronte Villa Obizi) Presidente Giuseppe Costiniti (tel. 049 5741350) Vice Pres. Renato Zangrandi (tel. 348 4907858) Segretario Paolo Bordin (tel. 049 8725104) Resp. Gruppo di Studio: Rossano Giolo (tel. 049/9714147) Resp. didattiche serate: Mario Giliberto Resp. attività ricreative: Ennio Albertin (tel. 049/811681) Resp. pubbliche relazioni: Gino Segato (tel. 049/613881) Consiglio Direttivo: G. Costiniti, P. Bordin, R. Giolo, E. Albertin, M. Giliberto, R. Zangrandi, I. Varotto, R. Menegazzo, G. Segato, L. Valentini, D. Caccin. funghi e natura Hanno collaborato in questo numero: Paolo Bordin, Giuseppe Costiniti, Giovanni Di Stasio, Cinzia Fracasso, Mario Giliberto, Riccardo Menegazzo, Luigi Valentini. Coordinamento e progetto grafico: Giovanni Di Stasio Funghi e Natura è inviato gratuitamente a tutti agli associati in regola con la quota sociale Finito di stampare a febbraio 2007 SOMMARIO Dalla Redazione Dalla Segreteria Zecche un vero pericolo Cortinarius caligatus Approccio alla tossicologia Gli ultimi funghi della stagione Ecologia dei funghi Calendario delle attività I funghi dei Colli Euganei Fotografia Il fungo della copertina Federazione dei Gruppi Veneti pag. 3 pag. 4 pag. 6 pag. 8 pag. 10 pag. 11 pag. 12 pag. 19 pag. 15 pag. 16 pag. 18 pag. 19 Il fungo della copertina a pag. 18 Agrocybe aegerita (Briganti) Fayod (foto: R. Zangrandi) 2 funghi e natura dalla Redazione di Giovanni Di Stasio G entili lettori, come avrete notato la nostra pubblicazione si è rinnovata: una differente veste grafica, nuova copertina, più ricchi i contenuti, le notizie e la micologia, seppur condizionati dal contenimento dei costi di stampa. Sotto certi aspetti il nostro notiziario “funghi e natura” si evolve seguendo la crescita in qualità del nostro Gruppo di studio. Abbiamo letto tutti con grande soddisfazione nella Rivista di Micologia, il bollettino dell’AMB Nazionale, l’articolo su Inocybe obsoleta f. volvacea, recante come co-autori i nomi del nostro Presidente, Giuseppe Costiniti e di Mario Giliberto. Gli stessi presto saranno impegnati con la Federazione dei Gruppi Veneti quali coordinatori per una giornata di microscopia dedicata al Genere Inocybe, onere di indubbio rilievo. Queste pagine, nonché quelle dei prossimi notiziari, vedranno coinvolti i componenti del nostro Gruppo di studio, proponendo articoli di micologia, sia di facile accesso, che di maggiore impegno, come pure brani in qualche modo riguardanti temi inerenti alla natura o collegati alle nostre attività Alcuni componenti del nostro Gruppo di Studio al lavoro in associative. occasione di un incontro alla F.G.V. (Federazione dei Gruppi Confido in questo mio nuovo Veneti incarico di coordinamento di questa divulgazione nella vostra comprensione per eventuali errori o mancanze e tutti i vostri suggerimenti saranno sicuramente molto utili. Buona lettura. 3 funghi e natura dalla Segreteria di Paolo Bordin C ari amici, avrete senz’altro osservato le novità del nostro notiziario, che derivano dal fatto che abbiamo dato incarico al socio Giovanni Di Stasio di occuparsi del giornalino. Lo ringraziamo per la sua collaborazione. Ma parliamo delle nostre attività che hanno avuto la loro conclusione con i due tradizionali appuntamenti: il pranzo sociale e la festa degli auguri. Il pranzo sociale è stato “celebrato” in novembre, anche questo anno, presso il Ristorante Monte Grande di Rovolon, locale ambito da tutte le associazioni, oltre che per la cucina, anche per la sua ampiezza e per la taverna, che consente di proseguire la festa con orchestra e balli. Notevole è stata la partecipazione dei soci, con circa 220 persone raggiungendo così il massimo in tutta la nostra storia associativa. La festa è riuscita ottimamente sia per quanto riguarda la qualità del pranzo, sia per l’orchestra che ci ha accompagnato nei numerosi balli. Questo premia l’impegno dell’Associazione, in particolare del consigliere Ennio Albertin, che si è prodigato per la buona riuscita dell’avvenimento, nella scelta del menù, nella ricerca e raccolta dei premi per il migliore risultato della lotteria. Ringraziamo anche il socio Paolo Nardo che ogni anno mette a disposizione alcuni capi di abbigliamento, sempre alla moda, consentendo di rendere appetibile la lotteria, con soddisfazione di tutti. Il consigliere Segato Gino ha dato il suo valido contributo organizzando bene la lotteria, rendendola rapida e avvincente. La festa degli auguri di lunedì 11 dicembre ci ha visto ospiti dell’Associazione Anziani, con la quale abbiamo instaurato veramente un ottimo rapporto. Speriamo possa proseguire ancora in futuro In alto un’immagine di alcuni nostri soci in occasione della 5a Giornata (Comune di Albignadi Micologia svoltasi i giorni 8 e 9 ottobre ad Albignasego (PD) sego permettendo). (foto di G. Costiniti) Erano presenti infatti 4 funghi e natura anche il Presidente di questa Associazione, la gentile consorte, nonché alcune signore che gestiscono il bar. I soci hanno portato come sempre dolci e vini, e la serata si è conclusa con il “vin brulè” preparato alla grande dal nostro socio Claudio Marchiori, incombenza ormai assunta sempre volentieri tutti gli anni. Alle gentili signore presenti è stata offerta un’orchidea. Lo scambio di auguri tra i presenti ha suggellato degnamente la conclusione di un buon anno sociale. Infine un ringraziamento speciale ai componenti della Sezione del Club Alpini di Albignasego che si sono prodigati, lo scorso ottobre, al buon esito della nostra Mostra Micologica di Albignasego, con spuntini con funghi cotti alla griglia gratuiti per tutti i visitatori. La mostra ha riscosso un buon successo di visite e interesse per le diverse specie fungine presentate. Qualche accenno anche all’attività del 2007. Il trasferimento previsto nei primi mesi del 2007 della sede del Centro Anziani nella nuova Casa delle Associazioni, comporterà anche il trasferimento delle nostre attività, in quanto abbiamo chiesto al Comune di poter seguire gli anziani nella nuova sede. Si tratta di un edificio di nuova costruzione che dista circa 300 metri dalla sede attuale, la sala è più grande e sarà senz’altro più accogliente. Ricordiamo anche le due prossime escursioni, che come di consueto verranno condotte dall’amico Giancarlo Zanovello, che di cuore ringraziamo. Domenica 22 aprile giro del Monte Orsara e Monte Rua per l’antica via dell’Eremo, con partenza da Galzignano. Il punto di ritrovo però è come sempre alle ore 9.00 a Bresseo. E’ una gita bella e panoramica con un grado di difficoltà medio/basso di una decina di chilometri. L’escursione si svolgerà per l’intera giornata, dunque: colazione al sacco. Domenica 27 maggio Monte Cero e Calaone con partenza da Valle San Giorgio, ritrovo come sempre a Bresseo ore 8.30. Gita con scorci panoramici molto belli, vedremo le ginestre in fiore e anche qualche orchidea. Difficoltà medio/basso i chilometri sono 4 circa. L’escursione avrà una durata di mezza giornata. La cena di primavera a base di pesce avrà luogo sabato 28 aprile presso il Ristorante “Al Bastione” di Bastia di Rovolon. In seguito preciseremo le caratteristiche del menù e il costo. Ricordo, per concludere, che la quota associativa è rimasta invariata anche per il 2007 in Euro 20,00. Un cordiale saluto a tutti. Il Segretario ■ 5 funghi e natura Zecche: un vero pericolo per i cercatori di funghi I n questi ultimi anni c’è stato un incremento significativo della diffusione e proliferazione delle zecche nel nostro territorio, per cui è doveroso mettere a conoscenza i frequentatori di boschi dei rischi cui si va incontro come conseguenza del morso di questi acari. Le zecche presenti nel territorio che ci riguarda, appartengono alla classe Aracnidi, ordine Acarina, famiglia Ixodide, Ixodes ricinus. Il ciclo vitale di questi acari si completa nell’arco di tre anni, uno per ogni stadio vitale ( larva, ninfa ed adulto ) in cui è necessario un pasto di sangue ed un luogo riparato tra la vegetazione per lo sviluppo. Le larve, esapodi ed estremamente piccole, fuoriescono da un insieme di circa 2000 uova, si arrampicano sugli steli della vegetazione che li circonda, ed attendono il passaggio di un ospite, di solito un’arvicola, cui si aggrappano e si attaccano alla pelle attraverso un apparato buccale specializzato; dopo aver succhiato il sangue per tre giorni ed essere aumentati di peso di circa 20 volte, si lasciano cadere a terra ed iniziano il loro sviluppo verso lo stadio di ninfa, ottopode, sviluppo che dura diversi mesi. Le ninfe, nell’anno a seguire, parassitano un anima6 di Mario Giliberto le dalle dimensioni di uno scoiattolo o di un uccello su cui pasteggiano per 4/5 giorni, prima di lasciarsi cadere per terra iniziando la trasformazione in animale adulto. La zecche adulte, lunghe circa 4 mm, parassitano, a loro volta, animali di grossa taglia su cui permangono, succhiando sangue, per sette giorni, assumendo più di 5 ml di sangue e raggiungendo le dimensioni di un pisello. Tutti e tre gli stadi possono parassitare l’uomo. Le conseguenze Bisogna tener presente che le zecche non sono direttamente causa di patologie, ma esse sono il vettore dell’agente patogeno, e non la causa della malattia. Gli agenti patogeni veicolati dall’Ixodes ricinus sono principalmente, ma non solo, due: un Flavivirus, denominato TBE virus (TBEV), responsabile della TBE, encefalite da zecca, e la Borrelia burgdorferi, responsabile del “ Morbo di Lyme “ Encefalite da zecca La TBE è presente in aree ben localizzate, definite “ focolai naturali “, che si trovano in quote inferiori ai 1000 metri di altitudine. La malattia ha un percorso suddiviso in due fasi: Prima fase, una settimana dopo la puntura dell’insetto: sintomi funghi e natura influenzali con febbre e mal di testa, che scompaiono senza lasciare conseguenze. Seconda fase, dopo un periodo asintomatico: febbre alta, violenti mal di testa, possibile paralisi, confusione mentale o disturbi della coscienza; sono possibili danni permanenti al sistema nervoso. Esiste in commercio un efficace vaccino da richiedere presso le ULSS Morbo di Lyme Il nome di questa patologia deriva dalla cittadina di Lyme, contea di Old Lyme, nel Connecticut ( USA ), l’affezione è causata da una spirocheta ( germe patogeno a forma di spirale ): la Borrelia burgdorferi. Fase precoce La malattia presenta una fase precoce, dopo 2 – 3 giorni dal morso,che può manifestarsi come un’infezione localizzata, con una manifestazione eritrematosa, rotondeggiante, che tende ad allargarsi perifericamente ed a lasciare indenne il centro, raggiungendo un diametro che varia dai 3 ai 68 cm. Tale manifestazione scompare, anche senza terapia, dopo 3-4 settimane. Spesso si riscontrano sintomi come malessere generale, febbre bassa, brividi, nausea, vomito e fotofobia. Una diversa manifestazione della fase precoce, da alcuni giorni ad alcune settimane dal morso, è l’infezione disseminata, causata dal diffondersi delle spirochete per via emo-linfatica, interessando vari organi: miocardio, sistema nervoso centrale, retina, apparato muscolo-scheletrico, fegato, milza e cute. Quindi si potranno verificare cefalee, sonnolenza, diminuzione della memoria, variazioni dell’umore, blocchi atrioventricolari a carico del cuore, disturbi articolari. Fase tardiva E’ detta anche infezione persistente e presenta un aumento nella frequenza e nella durata, di episodi artritici; la durata è di settimane o mesi e tende a cronicizzarsi. Si possono verificare manifestazioni tardive a carico del sistema nervoso periferico e centrale, fra cui la maggiormente definita è l’encefalomielite progressiva. Possono manifestarsi lesioni cutanee di una certa gravità che possono protrarsi per anni. E’ possibile la trasmissione trans-placentare, durante il primo trimestre di gravidanza, con esiti anche letali per il feto. Trattamento clinico Il Morbo di Lyme viene trattato, nella prima fase di comparsa, con somministrazioni di antibiotici specifici, per periodi che vanno dai 10 giorni alle 3 settimane con risultati validi a ridurre drasticamente i rischi di complicazioni neurologiche ed in grado di risolvere i sintomi associati alle lesioni cutanee. Il trattamento del terzo stadio della malattia presenta maggiori difficoltà. Prevenzione E importate, attraversando i boschi ed i prati con erba alta ed incolta, vestirsi adeguatamente, lasciando scoperto ben poco del nostro corpo. Abiti chiari possono evidenziare la presenza di zecche sul nostro abbigliamento e la loro eliminazione meccanica risulta agevole. I periodi dell’anno a più alto rischio sono i mesi estivi, da giugno a settembre, ma non sono esclusi del tutto gli altri mesi dell’anno. Sembrerebbe che la maggior percentuale di casi infetti sia causata da morsi di zecche allo stadio di ninfa, ne consegue che il periodo di maggior contagio per l’uomo coincide con la seconda fase del ciclo di sviluppo della zecca, la ninfa. 7 funghi e natura Cortinarius caligatus di Giovanni Di Stasio E ’ uno dei cortinari più belli che si possano incontrare nei boschi; non è facile però il reperimento nella nostra regione, trattandosi di una specie termofila. A fine 2006, durante l’ultimo convegno micologico della Federazione dei Gruppi Veneti del 17 e 18 novembre, nel Bosco Nordio, bosco litoraneo e pianeggiante tra le cittadine di Chioggia (VE) e Rosolina (RO), abbiamo avuto la soddisfazione di incontrare numerosissimi esemplari di questa nante della giornata. Cortinarius caligatus MALENÇON Posizione sistematica: Sottogenere Phlegmacium, Sez. Phlegmacium, Sottosezezione Triumphantes. DESCRIZIONE: Cappello: fino a 10 cm. di diametro, prima convesso poi pia- Splendidi Phlegmacium dalle caratteristiche colorazioni viola delle lamelle specie. Così tanti non ne avevamo visti mai. Si distinguevano per il portamento rigoglioso e per le tonalità beige del carpoforo, che contrastavano con i magnifici colori dell’imenio viola. Stupendi esemplari! Sicuramente l’incontro fungino più affasci8 no, a volte con una depressione centrale e margine ondulato. Cuticola separabile interamente, liscia, vischiosa con umidità e lucente a tempo secco. Fibrillosquamulosa al centro. Colore beige carico o fulvo. Cortina bianca e spessa. Lamelle: fitte, adnate di colore argilla sulle facce, ma col filo viola intenso e per lungo tempo. Gambo: cilindrico, attenuato alla base, coperto per i 2/3 inferiori da cercini velari fibrillosquamosi sotto forma di grosse scaglie rialzate verso l’alto bianco-giallastre presto imbrunenti. Habitat: specie localizzata e a volte abbondante nei luoghi di crescita. Gregaria. Boschi termofili di latifoglie, soprattutto querce. Carne: Commestibile secondo gli autori, come di solito in altri cortinari a carne bianca, appartenenti al Sottogenere Phlegmacium. Microscopia Spore: misure 8,5 - 11 x 5,5 - 7 μm ; M = 9,7 x 6,2 Q = 1,6 Amigdaliformi e verruche piuttosto fitte; Basidi: 30 x 8 μm; tetrasporici, clavati Rivestimento pileico: composto da ife parallele, cilindriche, presenti giunti a fibbia; misure delle ife: 3,5 - 7,5 μm. spore pileipellis Bibliografia CONSIGLIO G., D. ANTONINI & M. ANTONINI - 2005: Il Genere Cortinarius in Italia. Parte terza. A.M.B. Fondazione Centro Studi Micologici. Vicenza. CONSIGLIO G. & C. PAPETTI - 2001: Atlante fotografico dei Funghi d’Italia. vol. 2. A.M.B. Fondazione Centro Studi Micologici. Trento. COURTEQUISSE R. & B. DUHEM 1994: Guides des champignons de France. Delachaux et Niestlé. Lausanne MARCHAND A. - 1982: Champignons du nord et du midi. Società Mycologique des Pyrénées Méditerranéennes.Tome 7. Perpignan. Cortinarius caligatus (Testo e foto: G. Di Stasio) 9 funghi e natura D Approccio alla tossicologia di Riccardo Menegazzo a sempre l’uomo si è chiesto di fronte al cetto che l’intossicazione, ad cibo se esso sia “buono o cattivo”. esempio alimentare, porta semTale domanda, che sorge spontanea di plicemente dei malesseri, mentre fronte a qualcosa di sconosciuto, non è altro che la l’avvelenamento può portare al ricerca di ciò che può essere commestibile e quello decesso. che non lo è. In realtà, paradossalmente, è La tradizione e l’esperienza, più che la scienza, vero anche il contrario, per cui hanno guidato nei secoli l’uomo, non solo verso Mitridate stesso assumeva giortutto ciò che era commestibile, ma anche verso la nalmente piccole dosi di veleno ricerca di quello che poteva essere medicamentoso per abituare il suo organismo a per i suoi malanni o di utile per i suoi acciacchi: in difendersi nel caso avessero tenrealtà a tutto ciò che gli sarebbe servito per soprav- tato di avvelenarlo. Invece quanvivere. te volte l’intossicazione da abCosì è nata quella che nei tempi odierni si chiama buffate enormi ha portato sog“tossicologia”: scienza che ci aiuta ad individuare, getti sull’orlo della tomba. grazie alla chimica, ciò che può far bene o può far Si potrebbe anche aggiungere male al nostro organismo. che possono essere considerati Di fatto anche il nostro organismo, spesso, non può nocivi anche quei funghi, che accettare sostanze o pietanze peraltro considerate seppur commestibili, sono infecome commestibili; addirittura, semplicemente, la stati da parassiti o consumati quantità eccessiva, può recare danno alla nostra senza alcuna precauzione igienisalute. Ma questo è già un altro discorso! ca. La valutazione delle proprietà chimiche di una sostanza ha potuto darci l’esatto accesso a quel che l’uomo si è sempre chiesto che una cosa, il cibo o altro, sia “buono o velenoso”. Nel concetto popolare, la sostanza tossica è l’equivalente di dire che nuoce alla salute, ma non è mortale, mentre il termine velenoso si abbina al concetto di morte. Spesso, tutto ciò, è Armillaria mellea: fungo molto ricercato, la precauzione è però stato indotto dal cond’obbligo 10 funghi e natura Gli ultimi funghi della stagione A dicembre nell’incontro ultimo del Gruppo di studio, certamente non si pensava che qualche nostro socio portasse ancora funghi freschi. Eppure, sicuramente complice la meteorologia bizzarra di quest’inverno, è stato reperito un fungo, che poche volte abbiamo visto in Associazione. Il fungo in questione è stato trovato a Sant’Andrea di Campodarsego (PD), cresciuto nelle vicinanze di un corbezzolo. Il portamento cespitoso e lo sviluppo ragguardevole della specie mi ha veramente colpito ed ho pensato potesse essere degno di una semplice descrizione per la nostra pubblicazione “Funghi e Natura”. Gymnopilus spectabilis (Weinm. Fr.) A.H. Smith Posizione sistematica: Regno Fungi (penso che tale regno sia abbastanza familiare ai nostri soci) Classe Basidiomycetes (ricordate, vero, cosa sono i basidi?) Ordine Agaricales (carpofori con gambo e cappello e spore colorate in massa) Famiglia Cortinariaceae (spore colore ocra) Genere Gymnopilus Specie spectabilis (il cui significato è rispettabile, per le dimensioni notevoli). Cappello: diametro da 6 a oltre 15 cm., carnoso, a maturità spesso è evidente un umbone ottuso, di colore giallo oro fino ad un arancio carico. Inizialmente li- di Luigi Valentini scio, poi finemente vellutato, infine ricoperto da squamule appressate color bruniccio. Orlo a lungo involuto con presenza di residui di velo. Lamelle: fitte, decorrenti con un dentino, inizialmente giallo sporco, poi ocra. Gambo: robusto con diametro che può raggiungere i 4 cm., con un’altezza anche di 20 cm., base radicante, consistenza fibrosalegnosa, poi cavo con l’età. Anello: membranoso, persistente, ampio, inizialmente giallo crema, poi bruno-giallastro. Carne: coriacea, ancor di più nel gambo. Colore inizialmente giallo zolfo poi arancio. Odore leggero ma sgradevole, sapore amaro. Habitat: cresce in gruppi, più raramente isolato, alla base di vecchie ceppaie e radici di latifoglie. Commestibilità: pur considerato commestibile, è consigliabile non farne uso alimentare. Microscopia: spore da ellissoidali ad amigdaliformi (forma di mandorla), con piccole verruche. Sporata in massa color ruggine. Spore di Gymnopilus spectabilis Gymnopilus spectabilis (foto: G. Costiniti) (foto: G. Costiniti) 11 funghi e natura L Ecologia dei funghi: “nutrizione” a struttura dell’organismo, l’ambiente di crescita, e la generale mancanza di capacità di movimento che osserviamo tra le specie di funghi, hanno indotto i primi osservatori che ne hanno affrontato lo studio ad avvicinare il regno dei funghi a quello delle piante, in particolare alle alghe brune, e questa loro assimilazione è continuata per diversi decenni fino a tempi piuttosto recenti. Il progredire delle conoscenze ed un approccio più critico alla filogenesi del gruppo dimostrano invece che i funghi presentano una maggiore affinità verso il regno degli animali, affinità sostenuta anche dalle indicazioni derivanti dalla biologia di Cinzia Fracasso molecolare, in particolare dalle comparazioni del DNA. Con le piante i funghi hanno in comune poco, oltre l’immobilità e la presenza di un ciclo riproduttivo con alternanza di generazione, li avvicina la presenza della parete cellulare, ma questa somiglianza è solamente superficiale, infatti la parete cellulare dei miceti ha una composizione chimica assai diversa rispetto a quella delle cellule vegetali; quest’ultima è fatta di cellulosa ed eventualmente lignina nella cellula vegetale e di altri polisaccaridi nelle alghe, mentre nei funghi la parete è composta esclusivamente da chitina, polimero della N-acetilglucosammina, che non appare mai nel mondo dei vegetali ma che è invece troviamo in alcuni animali. Ma quello che più avvicina i funghi agli animali è il sistema con cui ricavano l’energia e la materia organica di cui sono costituiti. Le piante infatti sono tipicamente Autotrofe, cioè in grado di produrre autonomamente la loro materia organica e, quindi, l’energia, partendo da comArmillaria ostoyae (ROMAGN.) HERINK ponenti inorganiche, acqua Il cosiddetto chiodino di conifera, che ha parassitato un abete e anidride carbonica, usanrosso. (foto: gd) do l’energia della luce attra12 funghi e natura verso il processo a tutti noto con il nome di foto- Parassitismo è la strategia sintesi. Come gli animali, i funghi sono invece che si caratterizza quando tutti esclusivamente Eterotrofi, cioè producono le un organismo vive a spese loro molecole organiche partendo da altre moleco- di un altro, il suo ospite, le organiche e quindi essi devono nutrirsi di altri causandogli un danno bioesseri viventi. Pertanto i funghi producono, simil- logico che può arrivare mente agli animali, enzimi digestivi e con questi anche alla morte. In genedegradano la materia organica nelle sue compo- rale, nel regno dei funghi esistonenti più semplici, assorbendole poi attraverso la no specie che parassitano ogni membrana cellulare, processo che è definito dige- genere di organismo vivente, stione extracorporea e che li distingue nettamente compresi altri funghi, molti midagli animali che hanno invece digestione intra- ceti di interesse commestibile corporea. sono per lo più parassiti di pianSe dal punto di vista ecologico le piante sono defi- te arboree, tra questi non si può nite i Produttori primari, per la loro capacità di non ricordare il pioppino, Agroprodurre sostanza organica, i funghi sono, come cybe aegerita, ed i chiodini, anche gli animali, dei Consumatori e le strategie Genere Armillaria, spesso letali alimentari che caratterizzano il regno sono essen- per la pianta che continuano a zialmente le seguenti: Saprofitismo, Parassitismo, Simbiosi, Commensalismo, anche se occasionalmente, tra specie unicellulari, o comunque non interessanti per il raccoglitore amatoriale, troviamo anche altre strategie, come il caso di funghi in grado di predare piccoli animali. Si definiscono saprofiti gli organismi che si nutrono di sostanza Volvariella surrecta: ha una singolare crescita sulla carcassa di (foto gd) organica non più in vecchi carpofori vita, quindi organismi morti o materia eliminata da organismi viventi, degradare una volta morta, comcome ad esempio le foglie cadute. Il ruolo ecolo- portandosi quindi anche come gico dei saprofiti è quindi quello di rimettere in saprofiti. Non va poi dimenticacircolo la materia trasformandola nuovamente in tica la grande varietà di funghi, una forma inorganica che poi le piante potranno privi di diretto interesse alimenriutilizzare; tra i funghi saprofiti annoveriamo tare, che sono parassiti di enormolti tra quelli noti per il loro interesse alimenta- me importanza economica in re, ad esempio il genere Clitocybe, alcuni Agari- quanto ospitati da piante di intecus, Coprinus e molti altri. resse agrario o forestale. 13 funghi e natura funghi natura Molti funghi, specialmente tra quelli unicellulari, si comportano da commensali, cioè vivono su altri organismi senza causare loro un danno evidente, ad esempio molti lieviti che vivono sulla superficie dei frutti, sulla pelle o anche all’interno delle cavità del corpo di moltissimi animali, uomo compreso. Sono però moltissimi i funghi che vivono in simbiosi con le piante, tra questi interi gruppi di funghi minori, alcuni ascomiceti e moltissimi basidiomiceti, tra i quali tutte le russule e i lattari, la gran parte delle amanite, moltissimi igrofori, quasi tutti i boleti, solo per citarne alcuni. La simbiosi è una relazione ecologica tra due specie diverse che vivono collaborando, traendo da essa un reciproco vantaggio, per questo spesso la si definisce mutualistica. Il micelio del fungo è in contatto diretto con i peli radicali della pianta a formare una struttura denominata micorriza. Attraverso la micorriza il micelio fungino passa alla pianta acqua e con essa i sali minerali, mentre la pianta cede al fungo sostanza organica, soprattutto zuccheri. Si calcola che almeno l’80% delle specie di piante esistenti al mondo siano in relazione micorrizica con uno o più funghi e che esse crescano meglio in presenza della simbiosi, quindi questa relazione ha una importanza fondamentale dal punto di vista ecologico. Esistono tre tipi di micorriza, la endomicorriza è caratteristica delle Glomales, l’ectomicorriza che troviamo negli ascomiceti e nei basidiomiceti. Infine una micorriza peculiare riguarda la relazione tra orchidee e funghi, assai diversa dalle precedenti, che spesso sconfina in un vero e proprio parassitismo della pianta sul fungo. Una relazione di simbiosi assolutamente peculiare è quella che lega alcuni funghi a diverse alghe unicellulari nella formazione dei licheni. Un lichene non è quindi un organismo in senso stretto ma è un’associazione di due organismi che cooperano, dove il fungo fornisce all’alga sostegno, acqua e dispersione, mentre l’alga, attraverso la fotosintesi, produce zuccheri e altre molecole organiche. Questa relazione simbiotica ha reso i licheni capaci di colonizzare gli ambienti più estremi dove le piante non sono in grado di cre14 scere per le avverse condizioni climatiche o per la povertà del substrato. Nelle associazioni licheniche concorrono soprattutto funghi appartenenti agli ascomiceti e solamente pochi basidiomiceti, si tratta inoltre sempre di funghi simbionti obbligati, quindi non in grado di condurre vita libera. La divisione tra le categorie di n u t r i z ion e citate non è certamente Un fungo simbionte: ben delimiAmanita muscaria tata e non raramente troviamo specie che riescono a vivere in diverse condizioni, per esempio alcuni parassiti possono diventare saprofiti alla morte dell’ospite, alcuni commensali possono diventare parassiti qualora il loro ospite si trovi in una situazione di indebolimento e anche la relazione simbiotica, persino quella estremamente stretta dei licheni, può, in opportune condizioni, sbilanciarsi in favore di uno dei due simbionti a scapito dell’altro, avvicinandosi quindi al parassitismo. La grande varietà di strategie legate alla nutrizione, è quindi la chiave del successo evolutivo dei funghi e della loro diffusione, e ne caratterizza l’importanza che essi hanno dal punto di vista ecologico, senza peraltro dimenticare la loro importanza in diversi settori dell’economia umana, soprattutto agronomia, selvicultura, e medicina, relegandone in un piano secondario il ruolo alimentare diretto. di Giovanni Di Stasio I l nostro Gruppo di Studio, tra le diverse attività, sta svolgendo da qualche anno il monitoraggio delle specie fungine crescenti in un’area circoscritta dei Colli Euganei (loc. Laghizzolo). Dedicheremo da questo numero uno spazio della nostra pubblicazione ai ritrovamenti avvenuti in quest’area. Calocybe yonides (Bull: Fr.) Donk Sin.: Lyophyllum yonides (Bull. : Fr.) Kühner e Romagnesi Descrizione: Cappello: 4-5 cm. di diametro, prima convesso, poi disteso, ma con margine sempre involuto, pulvinato, rivestimento asciutto e opaco, liscio e glabro, di un bel colore violetto. Lamelle: adnate, mediamente fitte, bianche. Gambo: mm. 60 x 4, cilindrico, slanciato, concolore al cappello, fibrilloso longitudinalmente. Alla base è presente una peluria bianca. Carne: biancastra, odore lieve di farina. Habitat: latifoglie con preferenza castagno (Castanea sativa) e quercia (Quercus ruber). Specie autunnale. Rara. Commestibilità: senza alcun valore. Microscopia: Spore ellissoidali 4,5-5,5 x 2-3 μm M =5,1x2,5 Q = 1,90 Basidi clavati tetrasporici, 16-20 x 4,5-5 μm con giunti a fibbia, siderofili. Cistidi non osservati. Ife cilindriche intrecciate, 6 - 8 μm, con elementi Spore Basidi e spore funghi e natura I funghi dei Colli Euganei corti e alcune rigonfie. Pigmento ife della cuticola grigio -lilaceo. Bibliografia: BREITENBACH J. & F. KRANZLIN 1991 Champignons de Suisse. Tome 3. Edition Mykologie Lucerne CONSIGLIO G. & C. PAPETTI - 1999: Atlante fotografico dei Funghi d’Italia. vol. 1. A.M.B. Fondazione Centro Studi Micologici. Trento. COURTEQUISSE R. & B. DUHEM - 1994: Guides des champignons de France. Delachaux et Niestlé. Lausanne Basidi siderofili Ife cuticola 15 funghi e natura funghi natura le rubriche Fotografia La fotografia è per l’appassionato di micologia un aspetto fondamentale. Alcuni suggerimenti per la scelta di una fotocamera digitale. C hi già si cimenta con la fotografia digitale ha avuto modo di verificare la praticità di questo nuovo strumento. Basti pensare al controllo immediato dell’immagine scattata per esaminare il risultato o effettuare scatti molteplici senza alcun risparmio. Le fotocamere digitali si possono dividere in 3 gruppi: le compatte, le bridge e le reflex. sono intercambiabili e minori sono le funzioni. Dispongono, però, come nelle compatte, della importante funzione per inquadrare il soggetto oltre che nel mirino, anche attraverso il monitor LCD, molto comodo quando è Le Compatte Le Bridge Così dette ibride (Ultrazoom o semiprofesionali): sono molto simili alle reflex, sia per l’aspetto, che per il peso. Hanno il vantaggio di una più elevata qualità generale, miglior controllo dell’immagine, più funzioni rispetto alle compatte. Hanno, inoltre, una buona ottica (seppur fissa), con zoom molto potente e un’escursione veramente interessante. Si possono anche regolare manualmente, sia nei tempi, che nei diaframmi e nel bilanciamento del bianco. Dispongono di buone risoluzioni del sensore. Rispetto alle reflex sono generalmente meno pesanti, evitano di utilizzare obiettivi di diverse focali, hanno un prezzo più accettabile, ma con un sensore di dimensione ridotto e dunque una qualità d’immagine inferiore. Le ottiche non 16 funghi e natura Dalle dimensioni molto contenute e caratterizzate dalla facilità d’uso, predisposte alle funzioni automatiche, lo zoom è notevole, ma con obiettivi di mediocre qualità, non sempre valide per la macro-fotografia; difficile da gestire il flash su soggetti fortemente ravvicinati. Il sensore ha dimensioni ridotte e sono molto lente nell’operazione di scatto. Fotocamera “bridge” Sony mod. DSC R1 basculante e orientabile per riprendere i funghi per terra. Le Reflex La particolarità di queste fotocamere sta nel poter inquadrare il soggetto attraverso l’obiettivo, grazie ad un sistema di prismi o di specchi. Dunque l’immagine visionata nel mirino sarà la medesima che verrà impressionata dal sensore: questo per un migliore controllo dell’inquadratura. Gli obiettivi sono intercambiabili (ma attenzione alla polvere sul sensore), anche per l’utilizzo (ma non sempre) delle ottiche delle vecchie reflex a pellico- oltre 1.200 € circa, con lo zoom la, con il vantaggio di poter disporre nella macro- di serie compreso. Però acconfotografia di obiettivi ad hoc. Hanno una grande tendandosi di una risoluzione versatilità, per qualsiasi esigenza di immagine, un non particolarmente elevata controllo del flash adeguato per la foto macro, e sono ancora disponibili sul mertempi di scatto veloci. cato fotocamere nuove, di non I sensori (vere anime delle fotocamere, più grande recente produzione, a prezzi è il formato, più elevato il numero di pixel, supe- vantaggiosi, come Canon Eos riore è la qualità della foto, grazie anche al miglioramento dell’informatica utilizzata), attualmente utilizzati sono: il CCD (in alcune marche) e CMOS (nelle Canon). Essi hanno dimensioni maggiori rispetto alle bridge ed alle compatte, con una migliore qualità dell’immagine e precisione, avvicinandosi all’inquadratura delle reflex 35 mm analogiche. Seppur più vicini al formato tipico delle reflex tradizionali e cioè il 24 x 36, ancora ad oggi i sensori hanno, però, dimensioni inferiori e dunque i costruttori per ovviare a questo inconveniente utilizzano ottiche con focale diversa rispetto alle vecchie reflex. Di solito il rapporto di moltiplicazione per comprendere il risultato della focale che si Fotocamera reflex Nikon D80 con sensore da utilizza su una digitale, è mediamente, di 10,2 megapixel 1,5x. Le risoluzioni del sensore, delle attuali fotocamere, 350D e Nikon D50. sono piuttosto elevate e vanno ormai da 8 Per i più esigenti altre sono le megapixel in su, avvantaggiando notevolmente la opportunità di scelta tra le reflex qualità dell’immagine. di fascia superiore semiSono sostanzialmente costose (ma il forte incre- professionale e professionale, mento delle vendite sta permettendo un abbassa- macchine particolarmente robumento del prezzo finale) e soprattutto sono costosi ste e ricche di funzioni. La spegli obiettivi di qualità, i più luminosi. Attenzione sa, però, può elevarsi davvero agli obiettivi compresi nei kit di serie per la scarsa sensibilmente. qualità: si tratta di zoom con focale compresa tra Ma di questo forse parleremo in 18 e 70 mm. poco luminosi e non particolarmente una prossima occasione. ■ indicati per foto macro di buon livello. Inoltre, come già detto, il monitor LCD ha solo la funzione di Giovanni Di Stapoter visionare l’immagine dopo scattata e non sio prima. Fa eccezione l’Olimpus E-330 che possiede un nuovo monitor LCD con funzione di mirino. Fonti consultate: Almanacco FotografaLe più interessanti reflex digitali di fascia amato- re 2006, Plein Air Market n. 412 e 414, fotografi n. 10, Fotografare novemriale oggi sono: Canon Eos 400 D, Pentax K10D, Tutti bre e dicembre 2006, Foto Cult novemNikon D40 e D80, Olympus E-400, Sony Alpha bre 2006, Fotografia Reflex di dicembre A100 ecc., con prezzi oscillanti tra gli 800 € e gli 2006, Altroconsumo di dicembre 2006. 17 funghi e natura S Il fungo della copertina Agrocybe aegerita pero abbiate individuato subito il fungo della copertina di questo numero…. Beh! Bisogna onestamente dire che da questa immagine, il nostro fungo appare ancora immaturo, essendo il cappello ancora non sviluppato e alcuni caratteri distintivi (lamelle e anello) non ancora evidenti. Dunque non è assolutamente semplice l’individuazione! La specie fotografata: Agrocybe aegerita, nome volgare “pioppino” o “piopparello” è uno dei funghi più comuni: è possibile trovarlo anche in vendita tutto l’anno, essendo, da tempo, una specie coltivabile. L’etimologia (dal Greco) ci dice che è legato al pioppo nero: difatti facendo ben attenzione agli alberi di pioppo in città, già dall’inizio della primavera e dopo un’abbondante pioggia, bei cespi di pioppini possono apparire ai nostri occhi, in alto, irraggiungibili sui rami più elevati. E’ tra i primi funghi ad apparire nella stagione micologica, mentre il primo fungo ricordo essere quasi sempre l’Entoloma saundersii var. hiemale crescente nei parchi cittadini. Agrocybe aegerita (Briganti) Fayod Cappello: da 3 a 12 cm. di diametro, dai colori bruni caldi che tendono a sbiadire nettamente con lo sviluppo. La forma è convessa per poi divenire piana; superficie rugosa, viscida con l’umidità, sericea con tempo asciutto e tendenza a screpolarsi. Lamelle: fitte biancastre, poi successivamente bruno-tabacco a causa della caduta delle spore (fungo ocrosporeo). Gambo: ha dimensioni estremamente variabili, comunque più lungo del diametro del cappello, il colore è biancastro tendente a imbrunire. C’è una presenza di un anello biancastro e membranoso (supero). Carne: biancastra e l’odore è buono, gradevole: invita alla raccolta. Habitat: dove cresce? Come già riferito si sviluppa in forma cespitosa su vecchie ceppaie o sui tronchi 18 di alberi vivi di latifoglia, in particolare di pioppi, dall’inizio della primavera all’autunno inoltrato. Dunque, se leggete l’articolo a pag. 12 della nostra brava Cinzia, scoprirete che il “piopparello” ha un doppia strategia alimentare, ossia è parassita, quando cresce su piante vive, e saprofita, quando prospera su ceppaie o su residui di elementi organici. Molto probabilmente è stato il primo fungo ad essere s t a t o coltivato. DiTavola di Karin Shishko fatti si riesce a riprodurlo utilizzando tronchetti di pioppo, anche paglia e altro materiale organico vegetale. Dopo alcune settimane (2-3 mesi), in un’idonea condizione ambientale, il micelio, ormai sviluppatosi, riesce a fruttificare. Come saprete è un fungo molto apprezzato e ricercato, in particolare lungo i fossati delle campagne; su vecchie ceppaie è facile che il piopparello cresca, meno facile è riuscire ad arrivare in tempo per la raccolta, perché non so Voi, ma per quanto mi riguarda non riesco mai a scorgerlo in tempo, c’è sempre qualcuno che è molto più lesto di me! Giovanni Di Stasio dalla Federazione dei Gruppi Veneti Si è svolta sabato 27 gennaio 2007 l’Assemblea della Federazione dei Gruppi Veneti. Presenti i gruppi di Bassano del G., Carpinetum Mestre, Castellano, Cetto Mestre, Chiampo, Cittadella, D.L.F. Verona, Lugagnano, Mirano, Monticello C. Otto, Mottense, Orto d’Europa di Caprino Veronese, “Naccari” Chioggia, Padova AMB, Padova Saccardo, San Donà, Thiene, Treviso Saccardo, Soc. Veneziana, Valdagno, Vicenza e Villadose. Dopo la relazione iniziale del Coordinatore Silvano Pizzardo e le formalità di rito è stato deciso dall’Assemblea il programma per il corrente anno. Queste le prossime attività: Sabato 17 marzo: 8° incontro di microscopia sul Genere Inocybe che sarà tenuto dal team Aiardi, Bizio, Castellan, Costiniti e Giliberto; Domenica 08 luglio: 2ª giornata di socializzazione tra i gruppi in località Spiazzi – Montebaldo con l’ausilio degli amici del Gruppo Orto d’Europa; Venerdì 19 e sabato 20 ottobre: 27° Comitato Scientifico in una località del Cansiglio; Sabato 17 novembre: XXVIII° Comitato Scientifico (1 giorno) in una località dei Berici (VI) con l’ausilio degli amici di Vicenza. i nostri appuntamenti fino a luglio Marzo Lunedì 5 Lunedì 12 Lunedì 19 Lunedì 26 Aprile Lunedì 2 Lunedì 16 Domenica 22 Lunedì 23 Lunedì 30 Maggio Lunedì 7 Lunedì 14 Lunedì 21 Domenica 27 Lunedì 28 Giugno Lunedì 4 Lunedì 11 Lunedì 18 Lunedì Luglio Lunedì 2 Inizio anno sociale: corso di Micologia Corso di Micologia Corso di Micologia Ruolo dei funghi nell’economia del bosco e dell’ambiente. Assemblea dei Soci (non elettiva) Le erbe spontanee Uscita sui Colli Euganei: Giro Monti Orsara e Rua Ordine Pluteales Leggi e regolamenti Ordine Boletales I Colli Euganei Arriviamo al Genere Uscita sui Colli Euganei: monte Cero e Calaone Tossicologia: breve latenza Classe Ascomycetes Ordine Pezizales I funghi dei Colli Euganei Funghi a confronto Quiz micologico 19 Perché associarsi! Alcuni buoni motivi per associarsi alla A.M.B. di Padova: frequenza dei corsi di micologia e partecipazione alle serate dedicate all’ambiente ed all’ecologia; abbonamento gratuito alla Rivista di Micologia e a Funghi e Natura; passeggiate micologiche e ambientali in compagnia di esperti; libri e manuali di micologia editi dall’A.M.B. a prezzi favorevoli. funghi e natura