Creare carte geografiche digitali per la letteratura.

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Creare carte geografiche digitali per la letteratura.
Creare carte geografiche digitali
per la letteratura.
Maurizio Lana
Dipartimento di Studi Umanistici, Università del Piemonte Orientale
Via Manzoni 10, 13100 Vercelli
Gli strumenti cartografici digitali di Google disponibili oggi
online (Google Earth e Google Maps) permettono di costruire percorsi e descrivere geografie a scelta dell’utente. Spesso gli scritti letterari contengono elementi geografici nella
loro trama: dalla memorialistica alla narrativa nelle sue varie
sfaccettature formali (novella, romanzo, …) e di contenuto
(fantastico, storico, di viaggio, …). Rappresentare su carte
geografiche luoghi significativi per il testo letterario, osservare come tali luoghi si dispongono, tracciare i percorsi seguiti dai personaggi dell’opera, sia di persona sia mentalmente o visivamente, permette di vedere il testo proiettato
sulla carta e rende possibile un’attitudine analitica e critica
nei confronti del testo non raggiungibile altrimenti.
1. Introduzione
Problemi e opportunità legati alla visualizzazione delle informazioni sono in
genere associati ai territori delle scienze quantitative. Grafici di tutti i tipi aiutano
a cogliere sinteticamente tendenze e significati descritti da dati quantitativi, in
situazioni in cui la mole dei dati è tale per cui la lettura e comprensione dei
singoli dati uno per uno non permetterebbe la comprensione del fenomeno.[TUFTE 1992; TUFTE 2001]
Non accade spesso che la visualizzazione delle informazioni sia ritenuta
interessante o utile per i testi letterari. Le ragioni possono essere molteplici,
legate alla storia dello studio dei testi letterari, e indagarle prenderebbe troppo
tempo. Può però essere interessante provare a vedere, tentare di verificare, se
l’uso di strumenti di visualizzazione possa dare luogo anche in letteratura a
qualcosa di significativo. Franco Moretti con i suoi scritti aveva dato un forte
impulso, già anni fa, allo studio dei testi letterari in chiave geografica (la
geografia fisica descritta nelle village stories inglesi di inizio ‘800 [MORETTI
2005, 35 ss.]). Qui come nani sulle spalle di giganti vediamo di ampliare
ulteriormente questa prospettiva, lavorando direttamente sulla cartografia
stradale/fisica e sulle foto satellitari.
1.1 Lo spazio acquista visibilità
Abbiamo oggi un’attenzione sociale e culturale verso lo spazio come
chiave di lettura di fenomeni culturali in senso lato: un caso esemplare è quello
della posizione e grandezza dei loghi delle aziende sponsor delle Olimpiadi, riDIDAMATICA 2011 – ISBN 9788890540622
DIDAMATICA 2011
gorosamente regolata e rapportata all’entità dell’impegno economico a sostegno dell’evento. Si tratta, appunto di un caso esemplare, proprio perché costituisce il caso limite di un atteggiamento diffuso. Oppure possiamo pensare ai
tour degli artisti, dove la scelta delle città-tappa è funzionale alla accoglienza
che si ipotizza di ricevere, quindi all’interesse che l’artista ritiene di suscitare. Gli
esempi potrebbero continuare.
Ma la disponibilità di strumenti di cartografia digitale online permette a
chi ne abbia voglia di creare carte tematiche sia utilizzando la cartografia tradizionale, sia usando le fotografie satellitari, a partire dalle informazioni geografiche contenute in un testo: è infatti possibile con mezzi a disposizione di
chiunque, a costo zero in termini monetari, costruire carte tematiche che
descrivono la dimensione spaziale, il territorio geografico, di un testo.
2. Spazio e tempo nello studio dei testi
Delle due dimensioni originarie e fondanti della lettura umana del
mondo, spazio e tempo, una sola è ricorrentemente adottata come punto di
riferimento centrale e ineliminabile per l’attività di studio dei testi: il tempo. Sono
oggetto di studio l’evoluzione dell’opera di uno scrittore nel tempo, le
trasformazioni di un personaggio dall’inizio alla fine di una storia, l’uso di uno o
più termini caratterizzanti nel corso della vicenda creativa di uno scrittore o nel
corso della vicenda di un personaggio, …
Lo spazio come strumento di analisi, come criterio di lettura, di un testo in
genere è spesso negletto cosicché non arriva alla medesima importanza e
presenza. Chiedersi il perché di questa situazione porterebbe ad una
complessa analisi di storia della cultura e di storia degli studi letterari, che in
quest’occasione lasciamo da parte. Non possiamo però sfuggire alla necessità
di alcuni chiarimenti preliminari sulle categorie di spazio e tempo. Il tempo, è
cosa nota, ha una dimensione oggettiva, misurabile: è il tempo che scorre misurato dagli strumenti. Che esso abbia uno spessore e una robustezza fattuale ce
lo conferma il sorgere e tramontare del sole, che rimanda in realtà ad una rotazione celeste che si svolge regolare e immutabile. Ma il tempo ha anche una
dimensione soggettiva, di percezione e vissuto individuale: una medesima ora
di tempo a teatro vola via per chi si appassioni alla rappresentazione, non finisce mai per chi invece sia insofferente. Qualcosa di simile è per lo spazio.
Quando diciamo che “la carta non è il territorio” indichiamo con territorio la
dimensione oggettiva dello spazio, con carta invece la sua lettura soggettiva,
personale o sociale che sia.
Moretti all’inizio del capitolo “Maps” del suo libro già citato scrive: “There is a
very simple question about literary maps: what exactly do they do? […] Do
maps add anything to our knowledge of literature?”. Oltre alle carte che
rispondono ai bisogni sociali (le carte stradali servono perché la nostra società
è basata, anche, sulla mobilità individuale automobilistica; chi va a bicicletta e
percorre qualche decina di chilometri al giorno ha bisogno di carte con un
dettaglio di rappresentazione del territorio differente da quello di chi in auto
percorre centinaia di chilometri in poche ore) possiamo legittimamente e
coerentemente immaginare e costruire carte che servano ad altri scopi e
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soggetti. Carte che servano alla letteratura, carte che servano ai lettori di un
testo letterario. Potremmo perfino dire: non che servano, il che sembra
implicare un ruolo subalterno e di servizio, ma anzi che integrino, che concorrano a, che permettano, la lettura di un testo. Abituati a poter leggere un testo
‘ad apertura di pagina’, non riusciamo a immaginare la lettura di un testo ‘ad
apertura di carta’. Ma ciò che viene qui descritto è molto simile.
3. Un caso di studio: i percorsi romani di Andrea Sperelli nel
romanzo di D’Annunzio “Il piacere”
Il caso di studio, derivante dall’esperienza di un master universitario
(Informatica del testo, Arezzo-Siena; studente S. Possidente), ma applicabile in
qualsiasi contesto, a partire dalla scuola media inferiore, prende avvio
dall’intenzione di leggere in modo nuovo, con strumenti interpretativi differenti,
un famoso romanzo di D’Annunzio: Il piacere.
Il romanzo è ambientato a Roma e il protagonista Andrea Sperelli è seguito
nei suoi percorsi attraverso la città, sia percorsi reali, sia percorsi mentali (ricordi). Si vuole studiare il testo centrando l’attenzione sui luoghi e i percorsi del
protagonista e degli altri personaggi.
Questa dichiarazione di intenti, se si utilizzano strumenti digitali, deve
tradursi in una serie di operazioni pianificate in dettaglio, che si susseguono nel
giusto ordine all’interno di una struttura che le mette in relazione.
3.1 Marcatura e analisi del testo
Lo stadio iniziale del lavoro è costituito da un’attenta lettura ‘tradizionale’
dell’opera, per individuare i passi in cui sono menzionati o descritti specifici
luoghi. Dal punto di vista operativo, per marcare i passi del testo (operazione
che deve permettere di recuperare in un secondo momento specifici passi) si
utilizza Catma, un software open, sviluppato all’Università di Amburgo
(http://www.catma.de), che permette di selezionare passi e associare ad essi
etichette testuali descrittive in formato XML, per poi in una seconda fase
selezionare passi del testo che riportano determinate etichette. Attraverso
l’operazione di lettura, analisi ed etichettatura (tagging) del testo il lettore riversa
esplicitamente nel testo sia la sua conoscenza e comprensione del testo
stesso, sia i suoi scopi ed interessi di lettura. Il fatto che tutto ciò si traduca in
specifici marcatori del testo (che dettagliano analiticamente ed esplicitamente
ciò che il lettore vede, o trova, in uno specifico passo) permette poi di utilizzare i
marcatori come criterio di selezione del testo stesso. Se interessa il tema del
viaggio fisico o mentale, di una serie di personaggi, si possono, per esempio,
marcare i passi pertinenti con le parole
 viaggio
 una a scelta tra mentale e fisico,
 una che indica il personaggio che viaggia
ottenendo delle combinazioni di marcatori: viaggio fisico tosi; viaggio mentale
luisi, e così via.
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Si tratta di una fase del lavoro piuttosto lenta e impegnativa. In genere la
lunghezza e difficoltà è data dal fatto che l’idea su che cosa effettivamente si
vuole marcare nel testo si specifica, si chiarisce, si definisce, nel corso del lavoro stesso. Quindi può succedere che arrivati ad un certo punto nella lettura e
marcatura ci si renda conto che l’analisi e marcatura devono essere fatte ‘in
modo differente da quello fin lì adottato’. Teoricamente questo si evita con una
attenta fase iniziale di pianificazione e progettazione della ricerca. Ma ciò in
realtà in genere non accade perché il testo, sottoposto ad una lettura analitica e
finalizzata si rivela più ricco e sfaccettato di quanto si pensasse preliminarmente.
Un problema in cui si può incorrere è di trovarsi alla fine delle operazioni di
marcatura con molti marcatori che hanno poche occorrenze. In tale situazione
non è semplice estrarre informazioni spendibili per la ricerca, informazioni che
portino evidenze sufficientemente chiare. Si possono allora stabilire equivalenze tra marcatori: trattare come un gruppo, in quanto analoghi nel significato, dei
marcatori quali "viaggio", "navigazione", "volo", "spostamento"); e la fase di
estrazione di informazione sarà più semplice se si hanno relativamente pochi
marcatori ma con molte occorrenze nel testo.
Un aspetto che non deve sfuggire è che ciò di cui stiamo parlando non è un
gioco di prestigio tecnologico (qualche indicazione geografica da rappresentare
su una carta si trova sempre!) ma uno strumento di analisi del testo del quale è
parte integrante la visualizzazione. Un esempio: si marcano i passi che contengono indicazioni di luoghi che costituiscono un percorso; si marcano i passi che
contengono il nome di (o il rimando a) un personaggio; poi si cercano tutti i passi marcati con nomi di luoghi e con nomi di personaggi della storia, uno alla volta. In questo modo emerge che Tizio è presente nei luoghi A C F, Sempronia
nei luoghi A B D, eccetera; e che Tizio e Sempronia hanno un luogo in comune,
A: cosa accade lì? vi si incontrano, vi si scontrano, vi si ignorano, non si incontrano perché lo frequentano in tempi differenti, ... Se il risultato di questo
incrocio di passi è interessante lo si rappresenta visivamente sulla carta.
3.2 Esposizione dell’analisi del testo per mezzo della cartografia
Terminata la marcatura del testo, si estrae dal testo con Catma un
elenco dei marcatori costituiti da nomi di luogo, che potranno essere isolati,
oppure parte di percorsi più o meno lunghi, effettivamente seguiti da un
personaggio oppure solamente immaginati o ricrodati.
Si avvia Google Earth (ci si potrebbe chiedere perché non Google
Maps: la ragione è che Google Earth in questo tipo di uso è più robusto, meno
esposto a blocchi o malfunzionamenti), ci si posiziona sul territorio che
interessa (Roma, per esempio, nel caso del romanzo che si sta studiando) e
con lo strumento di tracciatura di percorsi, aiutandosi con la visualizzazione dei
nomi dei luoghi e delle vie, e magari avendo accanto una cartina tradizionale, si
individuano i luoghi di un percorso seguito da Andrea Sperelli. Per esempio i
luoghi di un percorso in cui egli partendo dall’Aventino arriva fino ai Fori
Imperiali, come si vede in Fig. 1.
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Fig. 1 - Percorso dall’Aventino ai Fori imperiali, in Google Earth
Il percorso così tracciato viene salvato sul computer locale. Il passo
successivo è di pubblicare il percorso sul web, in una delle sezioni della
community di Google Earth. Questo passaggio è importante perché permette di
avere accesso al percorso sotto forma di file depositato in uno spazio pubblico
e dotato di un suo URL. L’URL del percorso mostrato in Fig. 1è:
http://bbs.keyhole.com/ubb/ubbthreads.php?ubb=download&Number=983229&f
ilename=20110226072447-4d691b3f5ac698.21256555.kmz
L’URL mostrato sopra può essere condiviso con altri. Chi lo riceve, se ha
installato Google Earth e apre il link vede la stessa immagine mostrata sopra;
Fig. 2 - Percorso dall’Aventino ai Fori imperiali, in Google Maps.
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se invece non ha Google Earth, può inserire l’URL nel campo di ricerca di
Google Maps, ottenendo l’immagine mostrata in Fig. 2.
Analoghe operazioni possono essere compiute per segnare singoli luoghi
come si vede in Fig. 3.
Fig. 3 - Villa Medici, in Google Earth
Fino a questo punto sono stati individuate in un testo delle informazioni
di tipo geografico, sono stati marcati e successivamente estratti i passi che le
contengono, e infine sono state riportate su una carta geografica.
3.3 Arricchimento della cartografia: una concordanza geografica
Il passo successivo è quello in cui la carta geografica tematica che si
sta costruendo viene messa in relazione con il testo. Se la concordanza è uno
strumento cartaceo tradizionale della lessicografia, in cui per un dato testo, vie-
Fig. 4 - Passi del romanzo situati all’Aventino
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ne mostrata in ordine alfabetico ogni occorrenza di ogni parola del testo, ciò che
noi qui possiamo fare è di costruire una sorta di concordanza ‘geografica’ del
testo. Perché ad ogni percorso (o luogo) segnati nelle carte, è possibile associare una descrizione testuale. Nello specifico la descrizione è data da uno o
più passi del testo che appaiono particolarmente rilevanti per il significato di
quel percorso o luogo nel testo oggetto di studio:
Lo spazio è offerto dal fatto che in Google Earth si può inserire una descrizione per ogni punto o percorso. Lo spazio disponibile per la descrizione
però non è illimitato. Ma come si vede in figura 4, è possibile inserire nella
descrizione anche un link cliccabile. Tale link conduce ad un documento gestito
con Google Docs (e quindi salvato online) che per quel percorso può riportare
tutti i passi del testo ad esso associati, e magari anche altre analisi di tipo lessicale, o di altro genere. Il documento (che oltre ad essere salvato online, deve
essere condiviso) è identificato da un URL che si può aggiungere alla descrizione del percorso in Google Earth, come si vede qui sopra. Tale link, cliccato porta al corrispondente documento Google Docs di cui in figura 5 si vede una parte
(come si può osservare, alle citazioni estese dal testo, relative a questo percorso, fanno seguito note di commento al testo, un grafico di frequenze prodotto
con Catma e un commento interpretativo del grafico).
Il senso di tutto ciò è che si può leggere analiticamente l’opera partendo
dalla geografia che essa descrive, analogamente a quando per mezzo di una
concordanza si legge l’opera a partire dai passi che contengono determinate
parole che si immaginano veicolare determinati concetti.
Alla fine di tutto, che cosa ne ricaviamo, in termini interpretativi? Si
arriva a concludere con una base di evidenze specifiche che lo spazio è una categoria interpretativa fondamentale, nel senso (riprendo le parole di S. Possidente dalla sua tesi di master):
Un luogo implica una situazione: in via dei Condotti, gli incontri sono
sempre affidati al caso; in via Sistina, si ripetono sempre le stesse vicende. L'assetto spaziale influenza le modalità del racconto.
Le soste rappresentative insistono maggiormente sui percorsi brevi e
affidati al ricordo, perché il tempo del racconto fagocita il tempo della
storia.
I lunghi tragitti, invece, escludono le lunghe descrizioni. Il tempo della
storia si allunga, il tempo del racconto si condensa.
Sarebbero molti gli aspetti interessanti ma non è questo il luogo di una
lezione sul Piacere di D’Annunzio…
3.Considerazioni finali e avvertenze
Una prima considerazione è che l’uso e la rappresentazione visiva di informazioni geografiche sono diffusi da tempo negli studi archeologici, e anche
in quelli storici. Molto meno (ma forse si dovrebbe dire “per nulla”) negli studi
letterari (una pubblicazione specifica e recente sul tema, come “The Spatial Hu-
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Fig. 5 - annotazioni testuali estese e dati quantitativi, linkati in Google Docs
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manities” [BODENHAMER ET AL. 2010] non riporta nulla di rilevante in proposito).
Questo potrebbe essere indice del fatto che mettere insieme studi letterari e
rappresentazioni geografiche “non funziona”; oppure che è difficile, sia sul piano
operativo, sia su quello concettuale; oppure che è facile solo che nessuno ci ha
(ci aveva) ancora pensato. Più probabile la seconda: come si è accennato nelle
pagine precedenti, si tratta di ripensare modi e approcci che la storia dello
studio di testi ci trasmette (e corrobora con la sua autorevolezza) da qualche
migliaio d’anni.
Una seconda considerazione è che strumenti di analisi e di studio come
quelli descritti sollecitano domande sul testo, domande che in assenza di tali strumenti non così chiaramente si sarebbero poste allo studioso. Una domanda
centrale è: nell’analizzare un testo narrativo con questi strumenti possiamo mirare ad una specifica lettura del testo, a darne una lettura/intepretazione; ma
potremmo anche mirare ad una ricostruzione e riorganizzazione della narrazione che nel testo ha una suo ordine temporale (interno alla storia, il tempo
dei personaggi, ma anche esterno alla storia, cioè la sequenza nella quale l’autore colloca la narrazione, particolarmente evidente quando la sequenza della
narrazione non corrispondente allo sviluppo temporale ma si presentano
flashback e magari anche flashforward) ma che può essere riorganizzata dal
punto di vista degli spazi e dei luoghi: protagonisti non i personaggi che si muovono dall’uno all’altro luogo nello spazio, ma protagonisti gli spazi che vedono il
susseguirsi dei passaggi dei personaggi nel corso del tempo.
Una terza è che l’utilizzo della cartografia digitale di Google Earth e Maps
per costruire carte tematiche del Piacere di D’Annunzio può essere esteso ad
altri tipi di testo o di impiego. Si possono costruire carte geografiche tematiche
connesse con eventi storici o di attualità; si possono costruire carte geografiche
a partire da testi che contengono racconti o resoconti di viaggio; le possibilità
sono vastissime. Ciò che le accomuna è il fatto di dare priorità allo spazio –
narrato, descritto, inventato – nella lettura, analisi, interpretazione del testo. I
servizi qui utilizzati sono tutti di Google. Apparentemente non costano: ed è
vero, il loro utilizzo non ha costi monetari. Ma con il nostro lavoro e con la nostra attenzione pubblicando online e condividendo con altri i nostri luoghi,
percorsi, testi, portiamo il nostro contributo all’enorme cumulo di conoscenze umane che il motore di ricerca Google scandaglia per poi fornire esiti a chi ha
formulato una ricerca. Quindi non paghiamo in termini monetari, ma paghiamo
con qualcosa che è anche più prezioso del denaro: la nostra intelligenza di
esseri umani, la nostra capacità di produrre contenuti originali. Quelli di Google
sono servizi online che non hanno vincoli di nessun genere verso di noi utilizzatori: se il mio account di accesso alla community di Google Earth venisse
chiuso, o l’intero servizio cancellato, andrebbero persi i link ai percorsi che fossero stati lì pubblicati.
Con un’attività apparentemente confinata nei territori degli specialisti della
letteratura cartacea, ci si trova così, nel cuore della tempesta, nel rivolgimento
dei metodi e degli strumenti di studio portato dal digitale, nel pieno dei mutamenti portati nella società e nella cultura dall’azione di soggetti dotati di forza di
iniziativa e di mezzi economici quali finora non si erano mai conosciuti, e si può
decidere di stare da parte, se è possibile, per aspettare che la tempesta si pla-
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chi e vedere quale sarà il paesaggio quando la polvere si sia posata. Oppure ci
si può muovere nel turbine cercando di individuare se ha una direzione, se si
può sfruttare almeno una parte della sua energia per operare in modi prima impossibili, se si possono individuare zone di calma relativa nelle quali fermarsi
per poi ripartire.
Bibliografia
[MORETTI 2005] Moretti F., Graphs, Maps, Trees: Abstract Models for a Literary
History, Verso, London – New York, 2005.
[TUFTE 1992] Tufte E. R., Envisioning information, Graphic Press, Cheshire,
Connecticut, 1992.
[TUFTE 2001] Tufte E. R., The Visual Display of Quantitative Information, Graphic
Press, Cheshire, Connecticut, 2001.
[BODENHAMER et al. 2010] The Spatial Humanities, ed. by Bodenhamer D.J.,
Corrigan J., Harris T. M., Indiana University Press Bloomington, Indiana, 2010