serbatoio di degasaggio dell'olio
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serbatoio di degasaggio dell'olio
Copyright © – Turboden S.r.l. All rights reserved Cod. 12-A-259-rev.0 Roberto Bini 15 anni di esperienza negli ORC alimentati da olio diatermico. Possibili problematiche e azioni mitiganti i rischi. Introduzione Copyright © – Turboden S.r.l. All rights reserved Turboden ha installato, a partire dalla fine degli anni ‘90, oltre 150 turbogeneratori ORC. La maggior parte di questi hanno una alimentazione ad olio diatermico. 2 Schema tipico del circuito ORC alimentato ad olio diatermico Copyright © – Turboden S.r.l. All rights reserved 1. Olio diatermico – olio minerale o sintetico utilizzato come fluido termovettore tra la fornace a biomassa e l’ORC. Il più utilizzato negli impianti a biomassa è l’olio diatermico Therminol 66 prodotto da Solutia – Inc. Nel seguito viene utilizzato il nome T66. 3 Fluido di lavoro nel ciclo ORC Copyright © – Turboden S.r.l. All rights reserved 2. Fluido di lavoro nel ciclo ORC: olio siliconico I primi esperimenti di stabilità termica con questo fluido sono stati condotti da Turboden nei primi anni ‘80, il primo prototipo a biomassa è stato realizzato nel 1987 Nel seguito viene utilizzato il nome MDM. 1987: Biomasse-ORC-Turbogenerator (3 kWel) in Mailand. 4 • Per funzionare in modo efficiente, l’ORC deve scambiare una grande quantità di calore con una differenza di temperatura molto piccola tra i 2 fluidi. Questo implica che gli scambiatori di calore abbiano una superficie di scambio termico dell’ordine delle migliaia di m^2. E TH OÖ M R TEMPERATUR Copyright © – Turboden S.r.l. All rights reserved Lo scambio termico L Generator THERMOÖL Regenerator Verdampfer WASSER SER WAS ENTROPIE Kondensator Pumpe 5 Copyright © – Turboden S.r.l. All rights reserved Gli scambiatori di calore • Gli scambiatori di calore devono necessariamente portare i 2 fluidi quasi a contatto tra di loro (contatto ‘termico’). La separazione ‘fisica’ è realizzata mediante lamiere o tubi che hanno spessori dell’ordine di 0,5-3 mm. • Per le alte temperature in gioco gli scambiatori di calore non hanno tenute in elastomero ma sono completamente saldati. 6 WALL TEMPERATURE BOILER SIDE ORC SIDE Oil Temperature 300° C Oil Temperature 300° C Copyright © – Turboden S.r.l. All rights reserved Heat Heat Heat Heat Heat Heat Heat Heat Pipe Wall Temperature > 300° C Pipe Wall Temperature < 300° C Thermal stress can occur in the Boiler where Wall Temperature is always > Oil Temperature, not in the ORC side. 7 Copyright © – Turboden S.r.l. All rights reserved Differenti tipologie di scambiatori di calore 1. scambiatori a piastre saldati laser o bond: le saldature sono verso l’esterno, la miscelazione tra i 2 fluidi può avvenire se una piastra si fessura. 2. scambiatori shell&plate a piastre circolari: le saldature sono all’interno della shell. Un pacco di piastre diametro 0,7 m ha una lunghezza di saldatura di circa 2.2 metri per una superficie di scambio di 0.8 m^2 ossia circa 3 m di saldatura per m^2 di superficie scambio 3. scambiatori shell&tube: le saldature sono all’interno della testata dello scambiatore di calore. Uno scambiatore lungo 7 m con tubi Diam.15 mm ha circa 0,14 m di saldatura per m^2 di superficie di scambio. Questo numero diventa ancora più piccolo se il tubo è alettato. 8 Copyright © – Turboden S.r.l. All rights reserved Punti di possibile miscelazione tra i circuiti Dipende dalle pressioni di funzionamento dei 2 circuiti e quindi anche dal livello di potenza prodotta dall’ORC. • Perdita da ciclo ORC a circuito olio diatermico se P evaporatore > P circuito olio diatermico • Perdita da circuito olio diatermico a ciclo ORC se P evaporatore < P circuito olio diatermico • I punti di possibile miscelazione sono: preriscaldatore, evaporatore, split (ove previsto) 9 Effetti principali Copyright © – Turboden S.r.l. All rights reserved MDM in T66: Gli effetti macroscopici dell’ MDM nel T66 sono: • Abbassamento del flash-point • Abbassamento dell’NPSH disponibile alle pompe olio diatermico (questo effetto dipende dalla quantità e dalla temperatura e può portare a inizio cavitazione delle pompe dell’olio diatermico) T66 in MDM: Gli effetti del T66 nell’MDM sono non significativi. In grandi quantitativi esiste comunque un effetto di possibile trascinamento di T66 nel vapore del ciclo ORC che riduce le prestazioni 10 Copyright © – Turboden S.r.l. All rights reserved Concetto di “tenuta” di uno scambiatore La recente norma ISO 1779/07 stabilisce che non è possibile affermare genericamente che uno scambiatore “tenga” o che abbia una perdita “zero”. Per gli scambiatori delle nostre applicazioni i criteri di accettabilità usati corrispondono a un cm^3 in 1 gg circa, cioè un litro in circa 2,5 anni La possibilità di perdita interna su uno scambiatore è un rischio da misurare, controllare e minimizzare ma che non può essere eliminato totalmente. 11 Prove di laboratorio e risultati 1/3 Copyright © – Turboden S.r.l. All rights reserved Da prove effettuate in laboratorio risulta che: 1. Non vi è evidenza di possibili reazioni chimiche tra MDM e T66; (non si nota formazione di altri componenti diversi da quelli dovuti al normale degrado del MDM). 2. l’MDM può essere separato molto efficacemente dal T66 attraverso la semplice evaporazione in quanto l’MDM ha una temperatura di ebollizione di circa 150°C a pressione ambiente mentre quella del T66 è molto superiore. 12 Copyright © – Turboden S.r.l. All rights reserved Prove di laboratorio e risultati 2/3 3. Il flash point evidenzia un abbassamento. E’ stata ottenuta una curva di flash point in funzione della % di contaminazione dell’olio. Tuttavia in presenza dell’olio T66 “non nuovo” o in presenza di prodotti di degrado del MDM il flash point si abbassa in modo da non rendere più significativa la relazione flash point - % di contaminazione. 13 Copyright © – Turboden S.r.l. All rights reserved Prove di laboratorio e risultati 3/3 4. la pressione di vapore saturo della miscela T66/MDM ha un abbassamento che dipende dal quantitativo. Non è possibile stabilire un criterio di accettabilità assoluto perché la stessa quantità può essere critica per un impianto e non per un altro in quanto intervengono fattori progettuali specifici. A titolo di esempio si riporta l’esperienza di impianti che con 0.5% di MDM in T66 non hanno avuto alcun problema al circuito olio diatermico 14 Copyright © – Turboden S.r.l. All rights reserved Raccomandazioni e note operative 1/2 In caso di contaminazione significativa del T66 serve procedere all’individuazione del punto di perdita e alla sua eliminazione. Una volta eliminata la perdita serve procedere al degasaggio dell’olio diatermico nello stesso modo utilizzato per la rimozione dei basso bollenti e umidità (con particolare cura a condensare all’esterno del circuito l’MDM evitando che ritorni verso il serbatoio di drenaggio). Tale serbatoio deve essere pulito a parte. Per gestire e controllare il rischio si evidenziano i seguenti punti: 15 Copyright © – Turboden S.r.l. All rights reserved Raccomandazioni e note operative 2/2 1. Eseguire almeno una volta all’anno un analisi dell’olio diatermico: punto infiammabilità e GC-MS 2. In caso di rabbocco di MDM è consigliabile effettuare sempre un’analisi dell’olio T66 (anche se la perdita di fluido potrebbe più facilmente essere verso l’esterno e non verso il T66). 3. In caso di intervento della catena e.m. del circuito olio diatermico per sospetti problemi cavitazione serve chiarire la natura del problema con il fornitore dell’impianto e Turboden. 4. Serve adottare ogni precauzione per minimizzare gli stress termici. 5. Si consiglia anche di testare periodicamente il sistema di raffreddamento di emergenza dell’olio diatermico. 16 Copyright © – Turboden S.r.l. All rights reserved Controllo e riduzione del rischio 1/2 1. Turboden ha introdotto cautelativamente un software atto a ridurre i gradienti termici durante i transitori di avviamento e fermata. 2. Turboden sta testando un dispositivo "SAW" (Surface Acoustic Wave) per un continuo monitoraggio della presenza di silicone nell’olio diatermico. Dispositivo "SAW" 17 Controllo e riduzione del rischio 2/2 Copyright © – Turboden S.r.l. All rights reserved In grandi impianti ad olio diatermico non destinati ad applicazioni ORC esistono da tempo sistemi di rimozione dei bassobollenti. Questi sistemi aumentano la vita utile dei fluidi diatermici e ne mantengono elevato il punto di infiammabilità. Anche se non si tratta di sistemi di monitoraggio continuo specifico per i silossani sono strumenti disponibili per la rimozione dei bassobollenti e permettono un preciso monitoraggio del contenuto nel tempo tramite l’analisi del condensato raccolto. (pictures courtesy of www.ness.de) I Copyright © – Turboden S.r.l. All rights reserved Il problema della contaminazione dell’olio diatermico è stato riscontrato in circa 15 impianti Turboden, tra il 2009 e il 2011 Di questi, nessuno aveva installato scambiatori shell&tube Solo in un impianto Turboden, il problema ha causato l’arresto della circolazione dell’olio e la sua crackizzazione (purtroppo non sono stati registrati i dati nel PC e quindi non è stato possibile fare una diagnosi del problema). 19 Copyright © – Turboden S.r.l. All rights reserved Altri possibili problemi • Nel progetto del sistema boiler – ORC bisogna prevedere la possibilità di raffreddare l’olio della caldaia durante l’avviamento e la fermata dell’ORC (ossia quando ORC non è in grado di garantire il raffreddamento dell’olio). Questo sistema di emergenza deve essere progettato correttamente e manutenuto in modo che entri in funzione correttamente quando richiesto. • Per un buon funzionamento del sistema la velocità di attuazione della valvola a 3 vie che alimenta l’ORC deve essere sufficientemente lenta da non causare eccessive oscillazioni o transitori che possono provocare le fermate del sistema e comunque sollecitare termicamente l’ORC in modo anomalo 20 Conclusioni Copyright © – Turboden S.r.l. All rights reserved • In generale l’ORC, in quanto "utilizzatore" del calore, può generare meno problemi sull’olio diatermico rispetto al boiler che "riscalda" l’olio • La possibile contaminazione dell’olio diatermico da parte del fluido di lavoro dell’ORC è un problema che va gestito e controllato con una attenta progettazione e manutenzione del sistema. Nessun sistema è esente dai rischi. È importante conoscerli e mettere in atto le azioni per mitigarne gli effetti. 21 Grazie per l’attenzione Copyright © – Turboden S.r.l. All rights reserved