Politiche Sociali nella Repubblica di Albania

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Politiche Sociali nella Repubblica di Albania
Politiche Sociali nella
Repubblica di Albania
Segretariato operativo del Programma SeeNet
Novembre 2011
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POLITICHE SOCIALI NELLA REPUBBLICA DI ALBANIA
Sommario
1.
Riferimenti strategici principali .................................................................................................. 3
2.
Strategia Intersettoriale per l’Inclusione Sociale 2007-2013 ........................................................ 5
3.
2.1
Sostegno dei redditi familiari
5
2.2
Maggiore accesso ai servizi
7
2.3
Interventi mirati verso specifici gruppi vulnerabili.
9
Il decentramento del Sistema dei Servizi Sociali – Il processo di riforma in atto ..........................13
3.1
Orientamenti del processo di riforma del sistema dei servizi sociali.
16
3.2
I punti principali del Piano Operativo per l’attuazione della riforma dei servizi sociali
16
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1.
Riferimenti strategici principali
In materia di Politiche Sociali, la Repubblica di Albania si è dotata di uno strumento programmatico
intersettoriale, il "Strategia Intersettoriale per l’Inclusione Sociale 2007-2013”. Si tratta di uno
strumento programmatico elaborato sul modello del “Piano per l’Inclusione Sociale degli Stati Membri
dell’Unione Europea” ed è parte integrante della “Strategia Nazionale per lo Sviluppo e l’Integrazione
2007-2013”.
Accanto alla Strategia intersettoriale, la Repubblica di Albania si è, inoltre, dotata di altri strumenti
programmatici settoriali:
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Strategia Settoriale per la Protezione Sociale 2007-2013
La strategia definisce obiettivi e misure per la riduzione della povertà (sistema di sostegni finanziari e
garanzia dei servizi di base), la riforma del sistema dei servizi sociali (Decentramento
Deistituzionalizzazione, Rete dei servizi sociali nella comunità Il rafforzamento e l’istituzionalizzazione
del rapporto con la società civile, Qualità dei servizi, La valutazione dei bisogni e la pianificazione
dell’offerta progettazione all’interno della comunitaria, La formazione e lo sviluppo del personale), il
sostegno ai gruppi a rischio di esclusione sociale (minori, disabili, ROM, donne, anziani).

Piano d’Azione Nazionale per l’Inclusione della Comunità ROM 2010-2015 e la Strategia per il
Miglioramento delle Condizioni di Vita della Minoranza ROM
La Straegia e il relativo Piano d’Azione affrontano la questione ROM da diversi punti di vista, fissando gli
obiettivi e le priorità:
1. Istruzione - Migliorare l’accesso e la qualità dell’istruzione per la minoranza ROM a tutti i livelli del sistema
educativo e promozione del reciproco rispetto, la tolleranza e la comprensione.
2. Occupazione e Protezione Sociale - Aumentare l'accesso al mercato del lavoro, ai programmi di formazione e
di protezione sociale;
3. Abitazioni e Infrastrutture – Migliorare la sostenibile delle condizioni abitative per la popolazione ROM;
4. salute – Migliorare la sostenibile delle condizioni di salute e di vita della popolazione ROM, aumentando la
consapevolezza della popolazione sui diritti alla salute, promuovendo un maggiore accesso ai servizi sanitari e
miglioramento delle condizioni igienico-sanitarie negli insediamenti di popolazione ROM;
5. Inclusione Sociale e Pari Opportunità - Garantire l'inserimento sociale dei ROM e aumentare il loro accesso alle
istituzioni pubbliche, prevenire il traffico dei bambini delle ragazze ROM, prevenire e ridurre i casi di
discriminazione, favorire la registrazione delle persone appartenenti alla minoranza ROM;
6. Patrimonio Culturale - Mantenere e sviluppare il patrimonio culturale della minoranza ROM come elemento
integrante della cultura e incoraggiare i giovani a rispettare la diversità culturale.

Strategia Settoriale per l’Impiego e la Formazione Professionale 2007-2013
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La strategia costituisce la base per l’azione del Governo finalizzata all’aumento dei livelli
occupazionali e della qualità del lavoro.
La strategia si concentra sul miglioramento dei sistemi dei servizi per l'impiego e per la formazione
professionale, che saranno raggiunti attraverso:
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L’istituzione di un moderno ed unico sistema dei servizi per l'impiego in tutto il paese;
la creazione e lo sviluppo di relazioni di partenariato con altri attori del mercato del lavoro;
lo sviluppo e l’adozione delle TIC presso i servizi per l'impiego;
il miglioramento del rapporto con le imprese e della cooperazione fra mondo imprenditoriale e Servizi per
l’impiego;
lo sviluppo di servizi privati;
l’istituzione di un sistema di formazione professionale unico e di qualità, in grado di contribuire allo
sviluppo continuo delle competenze professionali per i giovani e adulti;
qualifiche professionali in linea con le esigenze dello sviluppo economico e sociale del Paese.
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Strategia Nazionale per l’Uguaglianza di Genere e la Violenza Domestica 2007-2010
Il Ministero del Lavoro, Politiche Sociali, Pari opportunità – Direzione Pari Opportunità si è dotato di
due gruppi di lavoro multi-disciplinari per l’attuazione della Strategia:
1. Uguaglianza di genere: I diritti delle donne, la legislazione ed il meccanismo istituzionale; l'empowerment
economico delle donne; l'assistenza sociale; l'istruzione e l'eliminazione delle disparità di genere;
Assistenza sanitaria; Comunicazione.
Il gruppo di lavoro coinvolge anche rappresentanti dell’OCSE e del Centre of Gender Alliance for
Development
2. Prevenzione della Violenza domestica: Female Household Association; Centre for Children’s Rights in
Albania; Initiative for Women’s Rights; In the Service of the Albanian Woman Association; Centre for
Multidisciplinary Training on the Problem of Children’s Ill-treatment; Shelter for Raped Women and Young
Women; the Counselling Centres for Women and Young Women – Tirana, Elbasan and Kukës; Association
of Women with Social Problems – Durrës; I, the Woman – Pogradec; Woman’s Forum – Elbasan; Centre for
Population and Development.
Le questioni principali che la Strategia affronta sono:
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L’aggiornamento giuridico e i meccanismi istituzionali che garantiscono la Parità di genere;
Equilibrio tra i sessi ai processi decisionali;
Rafforzamento della posizione economica delle donne come una delle condizioni fondamentali per
raggiungere l'uguaglianza di genere;
Istruzione ed eliminazione di disparità di genere;
Protezione Sociale;
Assistenza sanitaria;
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Coinvolgimento dei mass media per l'eliminazione degli stereotipi di genere.
Strategia Nazionale per i Disabili e Piano d’Azione Nazionale per i Disabili
La Strategia e il Piano d’Azione identificano gli obiettivi generali e i settori prioritari di intervento (1)
Rimozione delle barriere e accessibilità; 2) Nuovi e migliori servizi; 3) Istruzione, formazione e lavoro; 4)
Rafforzamento istituzionale; 5) Miglioramento del quadro politico e normativo (in linea con gli standard
internazionali) ed efficace applicazione della normativa esistente.
Per ognuno dei campi di intervento sono definite le misure di attuazione e le istituzioni statali
responsabili per l’implementazione e il monitoraggio degli interventi.

Strategia Nazionale e il Piano d'Azione per i Minori
La Strategia, pubblicata alla fine del 2005, copre tutti gli aspetti della vita dei minori, dalla protezione
sociale all’istruzione alla condizione di disabilità. Essa prevede, inoltre, azioni specifiche in relazione alla
povertà infantile.
Recentemente, l’Albania si e dotata di una serie di leggi che rispondono alle richieste dell’Unione
europea:
2.
Strategia Intersettoriale per l’Inclusione Sociale 2007-2013
Il documento presenta le maggiore sfide per la riduzione della povertà e per affrontare i bisogni dei
gruppi a rischio di esclusione sociale, integrando i contributi apportati da ciascuna strategia settoriale.
Vengono definite le priorità e gli obiettivi del Governo e proposte le misure per il raggiungimento dei
risultati attesi.
La strategia identifica 3 principali dimensioni di intervento:
1. Sostegno dei redditi familiari;
2. Maggiore accesso ai servizi;
3. Interventi mirati verso specifici gruppi vulnerabili.
2.1
Sostegno dei redditi familiari
La prima dimensione d’intervento si articola in 4 priorità strategiche:
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1. Protezione del mercato del lavoro formale
Il controllo del mercato del lavoro richiede la stretta collaborazione tra il Servizio Nazionale per
l’Impiego, l’Ispettorato del Lavoro, gli uffici per le tasse, le banche e l’INSTAT.
Le misure principali per conseguire questo obiettivo sono: a) politiche e pratiche amministrative per
ridurre i disincentivi all’impiego formale (riduzione dei contributi e assicurazioni sul lavoro; b) misure per
la tracciabilità dei flussi finanziari ed identificazione dell’evasione; c) Creazione del registro delle imprese;
d) misure di riduzione delle tasse sui profitti per incentivare la registrazione delle micro-imprese; e)
elaborazione statistiche per il monitoraggio del fenomeno.
2. Aumento dell’accesso al mercato del lavoro formale da parte dei gruppi svantaggiati
Le principali misure per l’applicazione del principio di non discriminazione nell’accesso al lavoro
includono:
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il rafforzamento delle capacità professionali dei servizi per l’impiego e l’applicazione di standard europei per la
formazione degli impiegati;
assistenza e formazione gratuita rivolte a gruppi svantaggiati registrati come disoccupati;
promozione di programmi per l’impiego rivolti alle donne, specialmente quelle appartenenti alla minoranza
ROM, donne sopra i 35 anni, donne divorziate con problemi sociali e donne con disabilità;
incentivi per l’assunzione di lavoratori appartenenti ai gruppi svantaggiati.
3. Contrasto degli svantaggi nel sistema educativo e della formazione professionale con particolare enfasi
sull’istruzione secondaria
L’obiettivo di garantire un’istruzione di qualità per tutti è perseguito attraverso le seguenti principali
misure:
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Aumento delle risorse per l’istruzione al 5% del PIL;
istruzione prescolastica e di base gratuite;
trasporti e alloggio gratuiti per bambini che frequentano la scuola lontani da casa;
incentivi speciali per insegnanti che acconsentono a lavorare in aree remote;
misure specifiche per incentivare la formazione professionale di bambini appartenenti a famiglie povere;
apertura di scuole professionali nelle aree professionali (in particolare nel settore dell’agorro-business);
revisione dei programmi formativi;
miglioramento della formazione per gli insegnanti;
creazione di laboratori didattici (anche ICT);
rafforzamento dell’autonomia degli istituti scolastici e di formazione;
maggiori investimenti infrastrutturali.
4. Modernizzazione dell’assistenza sociale
La Legge sull’assistenza sociale e i servizi (No. 9355, 10.3.2005), tutt’ora in vigore, mira ad allargare i
benefici dell’assistenza sociale a tutti i gruppi in stato di bisogno, promuovendo il decentramento dei
servizi, il rafforzamento delle competenze delle amministrazioni locali e la partecipazione della società
civile.
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In base alla legge, il sostegno economico è principalmente diretto a famiglie con tre o più figli, agli orfani
fra i 18 e i 25 anni non risiedono in istituti residenziali, e ad orfani di più di 25 anni disoccupati.
La riforma del sostegno economico alle famiglie in stato di bisogno prevede l’aumento del valore del
sostegno, la semplificazione delle pratiche amministrative per l’identificazione dei beneficiari da parte
delle amministrazioni locali e misure di monitoraggio e valutazione sull’efficacia nell’utilizzo dei fondi.
2.2
Maggiore accesso ai servizi
La seconda dimensione si articola in sei categorie.
1. Assistenza sociale
La Strategia Settoriale per la Protezione Sociale 2007-2013 e la legge sull’assistenza sociale tracciano il
percorso verso la deistituzionalizzazione. La creazione della rete dei servizi di comunità e il
decentramento verso le amministrazioni locali delle competenze in materia. La riforma incoraggia la
collaborazione fra amministrazione locale e la società civile per lo sviluppo di nuovi servizi di assistenza
in prossimità delle comunità locali (8 regioni, ovvero 2/3 del territorio nazionale, sono coperti da servizi
community-based).
Resta l’esigenza di definire gli standard dei servizi che contribuiscano al miglioramento della qualità degli
stessi.
Attraverso il partenariato fra governo, ONG, settore privato sono state istituite Commissioni regionali
per i Servizi Sociali, allo scopo di mappare i fabbisogni locali e definire la risposta.
La Strategia identifica 3 priorità strategiche:
A. Riduzione della povertà
 Miglioramento del regime di aiuti economici alla popolazione in stato di necessità;
 Miglioramento della distribuzione di energia elettrica a tutto il territorio;
B. Riforma del sistema dei servizi sociali
 Decentramento dei servizi;
 Rafforzamento del rapporto con la società civile;
 Deistituzionalizzazione e rete dei servizi di comunità;
 Definizione di standard di qualità dei servizi, il monitoraggio sull’offerta dei servizi e sulla spesa
 Introduzione di prassi di valutazione dei bisogni e di pianificazione dell’offerta di servizi sociali a livello di
comunità;
 Formazione del personale addetto ai servizi sociali.
C. Sostegno ai gruppi a rischio di esclusione sociale;
 Attuare misure specifiche per migliorare la condizione delle fasce deboli della popolazione (bambini,
disabili, rom, donne).
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2. Sanità
La nuova Strategia Settoriale per la Sanità mira a garantire a tutti l’accesso a servizi sanitari di qualità.
La legge sull’assistenza sanitaria copre le seguenti questioni legate all’inclusione sociale:
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Miglioramento della qualità del servizio e maggiore copertura in tutto il paese, con particolare attenzione per
l'assistenza sanitaria alla maternità e all’infanzia e alla pianificazione familiare
Giro di vite sul personale medico che ricevono pagamenti informali
Riforma e la modernizzazione dei servizi di assistenza sanitaria primaria attraverso l'aumento autonomia dei
centri di salute
Programmi di prevenzione delle malattie, con particolare riferimento alle vaccinazioni
Monitoraggio delle acque potabili e controllo della qualità dell'aria
Servizi speciali e/o sconti sui servizi sanitari e farmaci per i gruppi specifici, tra cui mamme e bambini, persone
con disabilità, pensionati, etc
L’istituzione di Autorità Sanitarie Regionali per la supervisione dei servizi di assistenza sanitaria;
la tutela della popolazione contro gli effetti nocivi del tabacco,
la riforma del sistema di finanziamento della sanità (attuata in collaborazione con USAID, sta operando per
definire un nuovo sistema di finanziamento basato sul regime di assicurazione sanitaria);
De-istituzionalizzazione dell’assistenza psichiatrica verso lo sviluppo di servizi di comunità.
3. Occupazione e formazione
La Strategia Settoriale per l’Occupazione e la Formazione, elaborata sulla base della Strategia europea
per l'occupazione, pone le basi per il miglioramento della qualità dei Servizi per l'impiego e la
Formazione professionale.
L'obiettivo principale è la graduale diminuzione del livello di disoccupazione ai livelli della UE entro il
2013, il miglioramento della qualità del lavoro e della produttività e il rafforzamento della coesione
sociale.
Al fine di conseguire gli obiettivi di cui sopra, le principali priorità della Strategia sono:
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Riduzione del tasso di disoccupazione del 0,3% l’ anno;
Aumento del numero di individui impiegati del 5% l’anno;
Partecipazione, entro il 2013, in un programma attivo di formazione, riqualificazione, formazione
"on the job" o altre misure di generare occupazione, del 20% dei registrati disoccupati;
Attivazione di programmi per la creazione di nuovi posti di lavoro e il mantenimento di quelli esistenti;
Promozione della formazione professionale durante tutta la vita;
Aumento degli investimenti in capitale umano;
Miglioramento delle prestazioni della rete dei servizi per l’impiego;
Creazione di un clima positivo per lo sviluppo del business e degli investimenti, aumento della competitività
delle PMI nel mercato regionale e mondiale, attraverso la promozione e lo sviluppo delle TIC;
Riduzione graduale della pressione del mercato del lavoro informale.
4. Politica abitativa
Gli obiettivi della Strategia nazionale per gli alloggi, parte della strategia di pianificazione territoriale,
sono di:
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sviluppare una situazione giuridica, istituzionale, fiscale e un clima finanziario per lo sviluppo del libero
mercato quale via per assicurare una maggiore offerta di alloggi a prezzi accessibili;
sostenere i redditi delle famiglie a basso reddito e dei gruppi vulnerabili;
la promozione di programmi di rivitalizzazione urbana, di ammodernamento e manutenzione degli edifici;
aumentare la capacità dei governi locali di gestire problemi relativi agli alloggi e incoraggiare i partenariati
multi-laterali, il pubblico (centrale e locale), il privato (profit e no-profit) e la comunità.
5. Approvvigionamento di acqua e servizi igienico-sanitari
Il governo mira a raggiungere un approvvigionamento sostenibile di acqua e servizi igienico-sanitari a
livello europeo. Con tale obiettivo, le questioni da affrontare sono:
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l'approvvigionamento idrico intermittente e cattiva qualità dell'acqua;
protezione dei gruppi più bisognosi, applicando un sistema tariffario più conveniente ed esonerando i più
poveri;
riduzione degli sprechi di acqua potabile;
aumentare le capacità dei gestori;
decentrare verso le amministrazioni locali la gestione dell’acqua; e) coinvolgimento del settore privato in
qualità di gestori concessionari;
6. Trasporti
Gli ingenti investimenti nel quadro del Piano Nazionale per i Trasporti, orientati al potenziamento dei
principali corridoi, alla manutenzione delle strade rurali e più in generale al miglioramento delle
infrastrutture stradali di comuni avrà l’effetto di migliorare l’accesso alla salute, all’assistenza sociale,
all’istruzione.
Inoltre, sono previste misure per facilitare la mobilità a disabili e anziani, prevedendo tariffazioni
differenziate e servizi ad hoc.
7. Telecomunicazioni
La Strategia Nazionale per le Telecomunicazioni – e lo sviluppo e la liberalizzazione del mercato che
essa persegue, avrà l’effetto di aumentare l’accessibilità ai servizi per tutti.
2.3
Interventi mirati verso specifici gruppi vulnerabili.
La terza dimensione di intervento identifica 6 gruppi vulnerabili a rischio di esclusione.
1. Minori a rischio
La Strategia Nazionale e il Piano d'Azione per i Minori, che è stata pubblicata alla fine di 2005,
copre tutti gli aspetti della vita dei minori, e comprende azioni specifiche in relazione alla povertà
infantile.
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Nel 2004 è stato istituito un Comitato Interministeriale sui Diritti dei Minori e nel 2006 una
segreteria tecnica presso il MOLSAEO con la responsabilità di controllo sull'attuazione della strategia e
del piano d'azione.
La Riforma dei servizi per l’infanzia prevede il trasferimento dei servizi dagli istituti centrali di
accoglienza verso servizi incentrati sulla famiglia e sulla comunitá. Allo stesso modo la responsabilitá
per l’erogazione dei servizi passa dal Governo alle amministrazioni locali.
La Strategia Settoriale per la Protezione Sociale prevede misure rivolte ai minori ROM e con disabilità.
Altre misure rivolte alla tutela dei minori sono introdotte dalla Riforma del Sistema Penale:
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separazione dei minori dagli adulti nei centri di correzione;
possibilità dei minori di frequentare la scuola, fare sport, frequentare librerie durante il periodo di detenzione;
introduzione di servizi di assistenza psico-sociale;
miglioramento delle procedure e delle competenze del personale per il trattamento dei minori;
rafforzamento della legislazione sui diritti dei minori e definizione del Codice dei Minori.
La Strategia Nazionale per i Disabili, approvata nel 2005 prevede misure per prevenire le disabilità, a
partire dalla prima infanzia, di riabilitazione dei bambini creando le condizioni affinché possano
frequentare la scuola e partecipare alla vita sociale.
Il governo ha introdotto una normativa per la prevenzione del lavoro minorile e per stabilire l'età
minima di lavoro (l’Albania ha ratificato la convenzione europea Carta sociale del lavoro che impedisce
di bambini sotto i 15 anni di età ed offre una protezione speciale per i bambini che lavorano. Nel Piano
Nazionale per il Lavoro Minorile sono previste le misure per far rispettare l'istruzione obbligatoria e
creare opportunità di formazione professionale.
Nel settore dell'istruzione è prevista l'istruzione pre-primaria per tutti, a partire dai bambini di età
compresa tra 5 e 6 anni entro il 2015. Un ulteriore obiettivo è quello di stabilire agenzie multiprofessionale presso le amministrazioni locali per affrontare i problemi dell’analfabetismo,
dell’abbandono scolastico, lo sviluppo e la parità dei bambini, anche attraverso programmi speciali.
2. Minoranza ROM
L'Albania è firmataria per tutti i diritti umani internazionali e strumenti di tutela delle minoranze. La
Strategia Nazionale per il miglioramento delle condizioni di vita dei ROM è una strategia
multidimensionale al fine di liberare la Comunitá ROM dalla povertà e dell'esclusione sociale e
promuoverne l’integrazione.
Una segreteria tecnica presso MOLSAEO per è stata istituita per promuovere e monitorare l'attuazione
della strategia.
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I primi passi verso l’integrazione della popolazione ROM che il governo ha compiuto sono:
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identificare le famiglie che necessitano di alloggio, la dimensione delle famiglie e le condizioni di vita;
identificazione delle abitazioni in condizioni precarie e lavori di manutenzione;
identificazione dei diritti di proprietà delle terre su cui la popolazione ROM è stanziata;
definizione delle esigenze di spazio abitativo.
Il governo si è impegnato ad adottare misure per combattere gli stereotipi, i pregiudizi e le pratiche
discriminatorie. Il Piano d'Azione Nazionale Decennale per l'inclusione dei Rom 2010-2015 contempla le
seguenti aree di intervento:
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registrare la popolazione Rom per garantire che i loro diritti siano tutelati e che possono accedere ai servizi;
erogare servizi per l’istruzione, compreso l'accesso all’istruzione pre-scolastica (incentivi per la frequenza
scolastica, sostegno per l’apprendimento dell'albanese, insegnanti di lingua Rom), e di alfabetizzazione degli
adulti;
accrescere i livelli occupazionali attraverso sussidi e agevolazioni ai datori di lavoro per l’accesso a corsi di
formazione professionale, l’impiego della popolazione ROM nella ristrutturazione delle case loro destinate e
nelle forze dell’ordine;
garantire la protezione sociale, compreso l'accesso alle misure di sostegno economico e per l’indennità di
disoccupazione;
assicurare l’assistenza sanitaria e promuovere la pianificazione familiare, immunizzazione copertura e cure
prenatali e postnatali;
fornitura di servizi di base, compresa la casa e le strade presso i siti di stanziamento ROM;
programmi speciali per combattere la discriminazione culturale verso la popolazione ROM e promuovere la
loro integrazione.
3. Persone con disabilità
La Strategia Nazionale per i Disabili e il relativo Piano di Azione delineano misure per migliorare le
condizioni di vita e promuovere la piena inclusione dei disabili in tutti i settori della vita, dall'istruzione
all’occupazione, e di garantire l’accesso ai servizi di assistenza sociale e sanitaria.
È stato costituito un Comitato Interministeriale per sorvegliare l'attuazione della strategia e un
segretariato tecnico presso il MOLSAEO a sostegno del Comitato, ed in particolare: .
Il governo ha approvato gli standard di servizio per le persone con disabilità, che mirano a garantire
standard minimi di servizio offerti alle persone con disabilità.
I sette obiettivi chiave della Strategia sono:
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Educare per una società senza disabilità;
Garantire i diritti dei disabili;
Garantire l’accesso all’istruzione;
Garantire opportunità di occupazione e sviluppo economico;
Responsabilizzare e rendere maggiormente consapevole il servizio pubblico verso i problemi legati alla
disabilità;
Migliorare la qualità di vita all’interno delle comunità;
Raccogliere e utilizzare le informazioni rilevanti sulla disabilità e sulle persone che ne soffrono.
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In attuazione della Strategia, il governo agisce per la rimozione delle barriere architettoniche,
l’introduzione di programmi per la prevenzione e l’identificazione precoce delle disabilità, per migliorare
le competenze delle strutture statali competenti e per migliorare la normativa e semplificare le
procedure.
In linea con la politica di decentramento dei servizi sociali, il Governo promuove l’integrazione fra
assistenza sanitaria e sociale.
4. Anziani
Seguendo una politica di sostegno al reddito, considerata fondamentale per migliorare la qualità della
vita delle persone anziane, il Governo ha intrapreso misure per aumentare significativamente le
pensioni, ed in particolare le pensioni della popolazione rurale. Una revisione del sistema pensionistico è
attualmente in corso per garantirne la futura sostenibilità.
Accanto a queste misure, attraverso la deistituzionalizzazione dei servizi agli anziani ed il processo di
decentramento dei servizi verso le amministrazioni locali, lo Stato sta promuovendo la creazione della
rete dei servizi all’interno delle comunità di riferimento,compresi i servizi di assistenza presso centri
diurni, servizi domiciliari e il sostegno alle famiglie, adottando gli standard europei di servizio.
5. Donne
Secondo la Strategia Nazionale per l’Uguaglianza di Genere e la Violenza Domestica 2007-2010 la
priorità immediata è quella di favorire l'uguaglianza di genere e una più ampia partecipazione delle
donne alla vita economica, politica e culturale del paese. Presso il MOLSAEO è stato istituito il
Dipartimento per le Pari Opportunità che svolge le funzioni :
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di coordinamento delle ricerche e analisi su questioni relative alle pari opportunità;
di formulazione di normative e regolamenti;
di monitoraggio della legislazione e dei regolamenti;
di controllo dell’attuazione degli accordi internazionali adottati dal governo;
di coordinamento dei programmi di sviluppo di sensibilizzazione delle pari opportunità.
Per il raggiungimento dell’obiettivo generale della Strategie, le priorità d’azione sono:
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Migliorare e rafforzare il quadro giuridico e istituzionale che garantisca la parità di genere;
Istituire nuove strutture inter-ministeriali che garantiscano l'interazione di questa strategia con le strategie di
altri settori, in particolare l'occupazione, previdenza sociale, sanità e istruzione;
Aumentare la rappresentanza delle donne all’interno dei processi decisionali attraverso i cambiamenti nella
legge elettorale e promuovendo una maggiore consapevolezza della società albanese per una partecipazione
attiva delle donne nelle strutture politiche;
Rafforzare la posizione economica delle donne attraverso la promozione dell’imprenditoria femminile –
offrendo maggiori opportunità di accesso al credito e ai servizi, soprattutto nelle zone rurali - e programmi
speciali per promuovere l'occupazione femminile
Eliminare le disparità di genere nell’istruzione
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
Migliorare la risposta del sistema sanitario e aumentare la consapevolezza nella popolazione in relazione ai
bisogni di salute di donne e delle ragazze.
6. Vittime di violenza domestica
La Strategia Nazionale per l’Uguaglianza di Genere e la Violenza Domestica 2007-2010 identifica la
prevenzione e il contrasto alla violenza domestica come una priorità del Governo, che è impegnato nella
creazione di strutture competenti per l'attuazione della legge sulle misure relative alla violenza nelle
relazioni familiari, a combattere la violenza contro le donne e per proteggere le vittime. L'attuazione
della strategia trasversale sulla parità di genere e la prevenzione della violenza domestica prevede le
seguenti priorità:
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L’ulteriore miglioramento del quadro giuridico relativo alla protezione delle donne;
Il rafforzamento delle strutture pubbliche che trattano le vittime della violenza e della tratta, in particolare
nelle zone rurali e il miglioramento della qualità e dell’efficacia dei servizi;
Il rafforzamento della cooperazione tra tutte le istituzioni rilevanti per il contrasto della violenza domestica;
La raccolta di dati sulla violenza domestica a livello nazionale e la creazione di banca dati;
Il sostegno alla società civile per l’erogazione di alle vittime;
La strategia contro la violenza domestica considera tre dimensioni :
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La prevenzione della violenza domestica attraverso: a) l’educazione dei bambini e dei giovani e la
sensibilizzazione del grande pubblico in riferimento ai valori della famiglia e alla considerazione della violenza
domestica come crimine inaccettabile; b) il miglioramento dei programmi didattici, dei libri di testo scolastici e
non scolastici; c) la formazione di professionisti per l’identificazione precoce dei rischi di violenza domestica;
La protezione alle vittime attraverso: a) l'inclusione delle vittime nelle procedure di protezione dei testimoni,
b) l'applicazione di sanzioni proporzionate alla violenza; c) la sensibilizzazione sulle norme in materia di
violenza domestica, d) la formazione per i dipendenti del sistema giudiziario e della polizia sulla violenza
domestica;
L’assistenza sociale alle vittime attraverso: a) la costruzione di rifugi e la fornitura di servizi sociali per le
vittime e gli autori, b) l’istituzione di servizi sanitari speciali a livello locale, c) l’attivazione di una linea di 24 ore
presso enti locali a cui le vittime possono segnalare e ricevere supporto rapido; d) la creazione di un sistema di
coordinamento per stabilire una buona prassi tra istituzioni / organizzazioni che lavorano contro la violenza
domestica.
3.
Il decentramento del Sistema dei Servizi Sociali – Il processo di
riforma in atto
Il governo albanese riconosce la necessità di fornire un sistema integrato e di qualità di servizi sociali che
rispondano alle effettive esigenze della popolazione. Il governo ha inoltre riconosciuto che attualmente i
servizi sociali sono sporadici, maggiormente presenti in alcune grandi città a discapito delle aree rurali,
con una partecipazione delle ONG nel ruolo di principali fornitori.
L'attuale sistema dei servizi sociali in Albania è focalizzata sulla fornitura di aiuti economici (Ndihma
Ekonomike), senza una reale presa a carico degli utenti. Altre forme di servizio si concretizzano
nell’assistenza residenziali di persone con problemi di natura sociale, senza un efficace sistema di
community-based services.
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Al fine di migliorare il quadro istituzionale per l’erogazione dei servizi sociali, il Ministero del Lavoro gli
Affari Sociali e Pari Opportunità albanese ha avviato un processo riforma dei servizi sociali.
In generale, la riforma attiene all’istituzionalizzazione e alla gestione integrata ed efficace dei servizi
sociali, prestando attenzione all’assetto regolamentare di primo e secondo livello, alla distribuzione
delle responsabilità fra pubblico e privato e fra amministrazione centrale, regionale e locale, sui processi
partecipativi di pianificazione, sul finanziamento sostenibile dei servizi, sulle risorse umane idonee e
necessarie, e sulla comunicazione interna ed esterna.
All’interno del processo di riforma, assumono, pertanto, particolare rilevanza il decentramento nella
pianificazione, organizzazione e gestione dei servizi, la deistituzionalizzazione dei servizi e l’integrazione
delle responsabilità fra settore pubblico e privato.
Il MOLSAEO ha intenzione, in questo modo, di accelerare il processo di decentramento dei servizi sociali
sulla scia di quanto in essere: Strutture del servizio comunitarie sono state costituite a Tirana, Valona,
Durazzo, Elbasan e in altre città ed è stato validato il progetto dalla Banca Mondiale per il miglioramento
del sistema di aiuti economici.
Il governo ha evidenziato alcune problematiche e questioni aperte circa le modalità di realizzazione del
decentramento dei servizi:
1. Processi per la redazione dei Piani Regionali dei Servizi Sociali;
2. Ruoli e le responsabilità del governo centrale e locale per migliorare e promuovere
ulteriormente il processo di decentramento;
3. Qualità e performance nella collaborazione fra strutture pubbliche e private, e qual è la
performance di questa cooperazione.
L'approfondimento del processo di decentramento e miglioramento delle prestazioni e degli standard di
servizio richiede: a) l’armonizzazione del ruolo e delle funzioni dei diversi attori del sistema dei servizi
sociali decentrati (Governo centrale e Amministazioni locali, settore pubblico e settore privato) con uno
spostamento delle responsabilità principali verso le amministrazioni locali; b) la formazione delle risorse
umane; c) la promozione di una cultura della partecipazione.
All’interno del processo di riforma, il MOLSAEO riconosce importanti funzioni alle Ammiistrazioni locali
nella:

Valutazione dei bisogni sociali della comunità;

Definizione delle priorità;

Elaborazione dei piani di intervento;

Identificazione delle esigenze finanziarie;

Garanzia della partnership con organizzazioni non-governative accreditate;

Analisi e valutazione del livello di qualità dei servizi e delle prestazioni offerti dal territorio.
Lo sviluppo della pianificazione sociale di zona, sia essa a livello comunale o regionale, necessita di:

Conoscenza quantitativa e qualitativa dei bisogni sociali;
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
Conoscenza della copertura e distribuzione territoriale dei servizi sociali;

Determinazione dei servizi prioritari (minimi essenziali);

Definizione e impostazione delle risorse necessarie per la gestione dei servizi;

Identificazione e coinvolgimento di tutti gi attori, pubblici e privati, deputati all’erogazione e
gestione dei servizi

Definizione della ripartizione dei ruoli fra pubblico e privato e fra i diversi prestatori di servizi e delle
modalità di erogazione e gestione dei servizi.
L’approccio fatto proprio dal MOLSAE si caratterizza per una propensione verso lo sviluppo di servizi di
comunità (o rete comunitaria dei servizi) contrapposto all’approccio di tipo residenziale che con nota la
pratica passata.
Il MOLSAEO, infine, identifica i principali problemi e questioni da affrontare:

La valutazione delle politiche sociali partendo dai bisogni espressi dalla popolazione e dalla capacitá
di risposta;

Il rafforzamento dell'autonomia regionale e locale dei servizi sociali (l'approfondimento del
decentramento) quale condizione basilare per il passaggio da uno stato sociale centralizzato allo
stato sociale comunitario;

Indipendenza finanziaria fra Centro e Autonomie locale;

L'organizzazione interna dei servizi regionali e locali;

L’elaborazione del Piano di assistenza comunitaria;

Il consolidamento degli Uffici di Promozione Sociale, attraverso la qualificazione delle risorse umane
deputate a fornire informazioni in merito alla disponibilità di servizi sociali di comunità;
Connessi al piano di riforma e al completamento dei processi che ne permetteranno il buon
funzionamento, il MOLSAEO prende coscienza dell’esigenza di rafforzare l’impegno verso la
regionalizzazione (definendo le unità territoriali statistiche NUTS 2) e di procedere con l’istituzione di un
Osservatorio nazionale sulle politiche e servizi sociali come strumento per monitorare e valutare i
bisogni di assistenza sociale e la risposta ai bisogni, anche in riferimento alle esigenze di controllo della
spesa e di pianificazione del finanziamento. In questo modo, il MOLSAE ha rimarcato l’importanza di
disporre di dati statistici adeguati rispettando gli standard dell'Unione europea.
Un ulteriore aspetto sul quale il MOLSAE ha manifestato particolare attenzione è il coordinamento fra
tutti gli attori rilevanti, pubblici e privati, ai fini dell’integrazione dei servizi e, per questa via, il
miglioramento della performance di risposta agli utenti finali.
Il MOLSAEO ha posto l’attenzione sull’integrazione dei servizi, che deve muovere dai fabbisogni delle
famiglie e non dai soggetti erogatori di servizi. Ciò implica l’esigenza di garantire l’accesso ad una vasta
gamma di servizi ("Se non lo offriamo qui, so chi lo puó afferire") differenziandolo e adattandolo agli
specifici bisogni espressi dall’utente. Allo stesso modo significa istituire dei “punti di accesso” ai quali gli
utenti possono rivolgersi per essere orientati, sulla base della valutazione dei bisogni, verso i servizi più
idonei.
Parallelamente, il MOLSAEO ha identificato alcune principali sfide per l'integrazione dei servizi sociali:
1. Coesistenza di diverse culture organizzative;
2. Ripartizione dei costi;
3. Sviluppo del sistema di formazione
4. Sviluppo di sistemi informativi e omogeneizzazione dei sistemi di raccolta e classificazione dati
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3.1
Orientamenti del processo di riforma del sistema dei servizi sociali.
Gli orientamenti emersi per la riforma del sistema dei servizi sociali possono essere sintetizzati in 4 punti
principali:
1. Rafforzamento del ruolo e della capacità istituzionale delle Regioni e dei Comuni:
 Rafforzamento del ruolo di coordinamento delle Regioni e consolidamento delle strutture
regionali di pianificazione, gestione, monitoraggio e valutazione dei servizi sociali, ivi
compresa la responsabilità nella distribuzione territoriale dei servizi fra i Comuni;
 Delineazione chiara e rafforzamento delle relazioni e integrazioni fra livelli di governo e della
collaborazione con i partner della società civile;
 Approfondimento completo del decentramento dei servizi sociali, trasferimento di fondi
statali ai livelli locali e/o alle istituzioni che dipendono dal governo locale.
2. Completamento del quadro normativo:
 Revisione della Decisione del Consiglio dei Ministri 563;
 Revisione della legge 9355 per migliorare i diritti di alcune categorie che non beneficiano del
diritto vigente;
 Definizione di legge dei servizi minimi garantiti erogati gratuitamente a tutti a livello locale in
tutto il Paese;
 Creazione del quadro giuridico per lo sviluppo delle imprese sociali;
 Innovazione della normativa sugli appalti nel settore sociale a livello locale;
 Innovazione normativa e definizione di criteri di valutazione basati sulle esigenze del
territorio per la concessione di licenze per la fornitura di servizi sociali
3. Professionalizzazione degli operatori pubblici e privati del settore sociale:
 Rafforzamento delle competenze professionali dei funzionari delle Regioni e dei Comuni;
 Definizione formale dei requisiti e competenze professionali degli operatori del settore
sociale;
 Standardizzazione del ruolo delle assistenti sociali;
 Sviluppo di un sistema di accreditamento dei formatori e definizione di standard per i corsi di
formazione.
4. Rafforzamento del processo di pianificazione:
 Sviluppo di un sistema sostenibile di rilevazione dei fabbisogni e di mappatura dei servizi;
 Rafforzamento e innovazione del sistema di pianificazione finanziaria integrata StatoAutonomie locali;
 Sviluppo di piani sociali di assistenza a livello regionale e locale;
 Espansione dei servizi sociali nella comunità con riferimento ai modelli di successo;
 Sviluppo di un sistema di indicatori di valutazione dei bisogni e dei servizi, di raccolta e
classificazione dei dati secondo gli standard europei;
 Coinvogimento dei Media quale partner fondamentale per l’informazione ai cttadini.
3.2
I punti principali del Piano Operativo per l’attuazione della riforma dei
servizi sociali
Ai fini dell’attuazione della riforma, il MOLSAEO si è dotato di un piano operativo suddiviso in 5 capitoli.
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1. Quadro normativo di riferimento e il ruolo delle autorità centrali e locali nella fornitura di servizi sociali
Il primo capitolo prevede i seguenti interventi:
a. Revisione della decisione 569 del 2005/12/08 "Ddefinizione delle responsabilità della contea" e del
regolamento di attuazione al fine di migliorare la definizione del ruolo e accrescere le competenze delle
regioni nell’erogazione dei servizi e di rafforzare i collegamenti con gli altri attori regionali che erogano
servizi sociali :
 valutazione dei bisogni
 definizione delle priorità
 sviluppo dei piani dei intervento sociali
 creazione di partenariati con le ONG e associazioni accreditate per l’erogazione di servizi sociali
 realizzazione di partenariati con le strutture del Servizio Nazionale e di altre regioni
Attori coinvolti: MoLSAEO, SSS, Rappresentanti delle 12 regioni del paese.
b. Revisione e completamento della legislazione secondaria in materia di appalto di servizi nei municipi e
nelle Regioni, precisando le procedure di utilizzo dei fondi, attraverso la concertazione all’interno di un
gruppo di lavoro misto
Attori coinvolti: MoLSAEO, SSS, Rappresentanti delle Regioni e delle municipalità.
c. Consolidamento e completamento del sistema Regionale e locale dei servizi sociali decentrati attraverso
la definizione puntuale di Paini sociali a livello regionale
Attori coinvolti: Regioni e Municipalità.
d. Creazione dell'Osservatorio Nazionale di Statistica Sociale presso il SSS e 12 Osservatori Regionali come
condizione per sviluppare valutazioni attendibili dei bisogni e delle risposte e pianificare gli interventi.
Attori coinvolti: MoLSAEO, SSS, INSTAT.
2. Distribuzione delle responsabilità tra i fornitori pubblici e privati
Il secondo capitolo prevede i seguenti interventi:
a. Elaborazione della mappatura dei bisogni e dei servizi sociali in tutto il territorio del Albania (per ciascun
gruppo vulnerabile, identificare i servizi esistenti che rispettano gli standard di servizio, determinare le
priorità per i gruppi vulnerabili, definire eventuali nuovi servizi da sviluppare)
b. Attori coinvolti: MoLSAEO, Regioni e Municipalitá, ONG e associazioni.
c. Definizione degli standard di servizio ed elaborazione di un database sulla qualità dei servizi erogati al fine
di migliorare il monitoraggio e valutazione qualitativa dei servizi
d. Attori coinvolti: MoLSAEO
e. Integrazione tra fornitori pubblici e privati a livello locale per una maggiore copertura dei bisogni del
territorio e per un’efficace attuazione dei Piani sociali di zona
f. Attori coinvolti: MoLSAEO, Regioni, Comuni, ONG e associazioni.
3. Pianificazione, budgeting e di finanziamento per il Servizio Sociale Integrato
Il terzo capitolo prevede i seguenti interventi:
a. Creazione di un pacchetto di strumenti di pianificazione a livello locale e nazionale per definire il quadro di
attività di medio periodo dei servizi sociali integrati, creazione di strutture apposite con il compito di
programmare in modo partecipativo il sistema dei servizi locali e di monitorare l'attuazione del piano di
zona anche utilizzando appositi database per la classificazione delle informazioni e per la produzione di
report periodici.
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Attori coinvolti: Ministero delle Finanze, MOLSAEO, Dipartimento di Pianificazione e Bilancio
presso le Regioni e Comuni.
b. Intervento sulla legge di bilancio al fine di istituire un capitolo ad hoc per il finanziamento dei servizi
minimi essenziali garantiti a carico del budget statale erogati a livello locale in tutto il Paese.
Attori coinvolti: Ministero delle Finanze, MOLSAEO, Dipartimento di Pianificazione e Bilancio
presso le Regioni e Comuni.
c.
Creazione di un fondo a livello statale per sostenere lo sviluppo di nuovi servizi;
Attori coinvolti: Ministero delle Finanze, MOLSAEO, Dipartimento di Pianificazione e Bilancio
presso le Regioni e Comuni.
d. Emendamenti alla normativa sugli appalti pubblici per la standardizzazione e la trasparenza delle
procedure di gara, sia in termini di selezione che di gestione e monitoraggio del servizio (introduzione di
criteri e indicatori di qualità e di costo dei servizi);
Attori coinvolti: Consiglio dei Ministri, Regioni e Comuni, Servizio Sociale Sanitario Nazionale.
4. Risorse umane per i servizi sociali
Il quarto capitolo prevede i seguenti interventi:
a. Regolamentazione della professione di Assistente sociale sulla base di standard europei (IFSW –
Federazione Interazionale Assistenti Sociali), procedendo alla definizione dello status di assistente sociale
ed opportuni TdR, e all’aggiornamento del Codice etico dei lavoratori sociali;
Attori coinvolti: consiglio dei Ministri, MOLSAEO, società civile, Associazione Europea degli
Operatori Sociali.
b. Istituzione di un gruppo di lavoro multidisciplinare (operatori sociali, amministratori, psicologi, insegnanti,
ecc.) presso le Auotonomie locali per la valutazione dei fabbisogni locali di servizi di assistenza;
Attori coinvolti: MOLSAEO, Comuni.
c.
Istituzione di nuovi percorsi formativi certificati nel settore sociale attraverso una piú stretta
collaborazione con l’Università di Tirana – Facoltá di Scienze Sociali e Servizio Sociale Sanitario Nazionale
Attori coinvolti: MOLSAEO, Facoltà di Scienze Sociali e Servizio Sociale Sanitario Nazionale
5. Promozione dei Servizi Sociali
Il quarto capitolo prevede i seguenti interventi:
a. Sviluppo e diffusione di un manuale/guida alla legislazione e alle misure in materia di servizi sociali per
garantire la diffusione dell’informazione ad un pubblico vasto.
Attori coinvolti: MOLSAEO, Servizio Sociale sanitario Nazionale, Autonomie locali.
b. Sviluppo di un piano di comunicazione Sviluppo di accordi di collaborazione per la pianificazione degli
interventi e per la con divisione dell’informazione fra gli attori coinvolti per l’informazione alla
cittadinanza in merito ai servizi sociali e agli operatori sociali
Attori coinvolti: MOLSAEO, Servizio Sociale sanitario Nazionale, Autonomie locali, operatori
pubblici e privati.
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c.
Identificazione di buone pratiche e diffusione delle stesse presso gli operatori pubblici e privati al fine di
diffondere la cultura della qualitá nei servizi sociali e migliorarne gli standard
Attori coinvolti: MOLSAEO, Servizio Sociale sanitario Nazionale, Autonomie locali, operatori
pubblici e privati.
d. Mappatura dei fabbisogni di assistenza sociale a livello regionale.
Attori coinvolti: MOLSAEO, Servizio Sociale sanitario Nazionale, Autonomie locali.
e. Rafforzamento delle competenze e capacitá delle Commissioni di valutazione a livello regionale al fine di
garantire l’aderenza delle prestazioni di servizio ai reali fabbisogni della popolazione.
Attori coinvolti: MOLSAEO, Servizio Sociale Sanitario Nazionale, Autonomie locali.
f.
Definizione e formalizzazione della dvisione dei ruoli fra tutti i soggetti coinvolti in un manuale di
procedura redatto in base ai diversi gruppi vulnerabili.
Attori coinvolti: MOLSAEO, diversi donatori.
g. Definizione di accordi di cooeprazione fra tutti i soggetti rilevanti a livello regionale per la pianificazione
dei servizi in collaborazione con i Comuni.
Attori coinvolti: Servizio Sanitario Primario regionale, Dipartimenti regionali per l’istruzione,
uffici regionali del Lavoro, uffici regionali per i servizi sociali, tribunali, polizia, organizzazioni
della società civile.
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