MERCOLEDI` 4 NOVEMBRE Ore 21.00 @ Auditorium
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MERCOLEDI' 4 NOVEMBRE Ore 21.00 @ Auditorium Vallisa (Bari) LA GERUSALEMME LIBERATA Narrazioni sceniche di Paolo Panaro con Alessandra Celletti VENERDI' 6 NOVEMBRE Ore 21.00 @ Teatro Forma (Bari) – TOMAGA – PIERRE BASTIEN Nella più classica tradizione di Time Zones, l'arte incrocia i propri linguaggi per percorrere strade in cui innovazione e tradizione trovino nuovi intrecci. Mercoledì 4 novembre parte la sezione 'Literature', un appuntamento in quattro serate durante le quali i grandi classici dell'epica saranno musica da eccezionali protagonisti della musica contemporanea: domani Alessandra Celletti interpreterà La Gerusalemme Liberata, il 9 novembre sarà la volta di Francesco Scagliola con La Follia di Orlando, il 12 novembre Marco Malasomma sarà impegnato con Il Racconto di Enea e il 15 novembre Ignacio Plaza & Marcello Magliocchi si cimenteranno con Il Viaggio di Ulisse. Tutte le narrazioni sceniche sono a cura di Paolo Panaro e si terranno nell'Auditorium Vallisa di Bari. Venerdì 6 novembre Time Zones presenta un doppio appuntamento al Teatro Forma all'insegna della ricerca e della sperimentazione. I Tomaga sono infatti una formazione dai tratti espressionisti, nata da un'intuizione di Valentina Magaletti e Tom Relleen, musicisti di base a Londra con un passato ricco di collaborazioni con The Oscillation, Shit N Shine, Neon Neon. Il loro live apre le porte alla free form, in cui le frequenze disegnano fantasiosi paesaggi e la strutturazione del suono si rivela decisamente composita. Il palcoscenico del Teatro Forma sarà inoltre calcato da Pierre Bastien, da anni attivo nel campo della sperimentazione sonora e ispirato nella sua ricerca alla tradizione francese del Settecento. Bastien ha partecipato a festival musicali e mostre d’arte in tutto il mondo e pubblicato dischi con note etichette come la Western Vinyl e la Rephlex (la label di Aphex Twin), per poi collaborare con il video artista Pierrick Sorin, lo stilista Issey Miyake e il compositore britannico Robert Wyatt. Alessandra Celletti nasce in ambito prettamente classico, ma le sue esperienze musicali e artistiche si moltiplicano con improvvise deviazioni in un ambito musicale e creativo molto personale, rivolgendo la propria attenzione soprattutto al colore dei suoni e all’equilibrio dinamico tra le note; lontana dalle etichette, difficilmente catalogabile nei cliché preesistenti, Celletti è capace di passare trasversalmente da un genere all’altro con un unico imprescindibile comun denominatore: il pianoforte. Alessandra si impone come autrice con il lavoro "Chi mi darà le ali" nel 2006, ma è anche apprezzata interprete di un vasto repertorio che include composizioni di Debussy, Ravel e Satie, Gurdjieff/De Hartmann, Scott Joplin e Philip Glass. La musica di Alessandra Celletti è un caleidoscopio nel quale trovano spazio le diverse sfumature della sua arte compositiva; un mondo immaginato, visivo e sonoro, che con instancabile tenacia e vorticoso entusiasmo Alessandra sceglie di rappresentare. Molte le collaborazioni: l’artista concettuale svedese Paulina Wallenberg Olsson, il sassofonista Nicola Alesini, il compositore inglese Mark Tranmer (aka GNAC), Hans Joachim Roedelius, con il quale Celletti ha composto l’album "Sustanza di cose sperata", uscito nel 2009 in contemporanea ad "Alessandra Celletti plays Baldassarre Galuppi", album dedicato all’autore veneto del settecento. Del 2011 Crazy Girl Blue, tredicesimo album per la pianista romana, è un suggestivo e immediato autoritratto musicale, che esprime attraverso sedici brani il suo mondo onirico, il fascino per l’invisibile e la sua passione per il volo. Umbratile e sfuggente, l'esperienza sonora progettata dai Tomaga sembrerebbe definirsi attraverso un'estetica espressionista e un approccio alla produzione schiettamente contemporaneo. Un percorso sviluppato in coppia da Valentina Magaletti e Tom Relleen, musicisti di base a Londra con un passato ricco di collaborazioni con The Oscillation, Shit N Shine, Neon Neon e molti altri. Futura Grotesk, pubblicato dall'etichetta Hands In The Dark in una curatissima edizione limitata in vinile, è un disco fortemente legato a un'estetica europea, che unisce atmosfere retrò ed elementi elettroacustici. "Si tratta di un progetto" – racconta il duo – "in cui possiamo passare dalle colonne sonore del "giallo" italiano ai dischi di library music inglesi, per arrivare alla kosmische tedesca". Rispetto alle collaborazioni del passato, Tomaga si "sbilancia" verso una ricerca del suono ben più articolata, mischiando idee e suoni in maniera sperimentale. All'ascolto, sembra quasi che vi sia stato un rigetto di alcuni stilemi in favore di un metodo votato alla free form, in cui le frequenze disegnano passaggi e punti di arrivo. Anche la strutturazione del suono è decisamente composita, per un lavoro in studio in cui la "ricomposizione" proviene da un impegno prettamente cerebrale. "Il disco è stato registrato in tre diverse sessioni nel nostro studio a Londra e la post produzione è sicuramente il lavoro che ha richiesto più tempo. La semplicità è calcolata, lo spazio è osannato". Un album diviso fra elettronica e minimalismo, rarefazioni e atmosfere oniriche, che riporta alla mente anche le esperienze memorabili delle nostrane Wallace Records e Snowdonia, o in certi casi, lo storico collettivo de Le Forbici di Manitù. Musicista e compositore nato a Parigi nel 1953, Pierre Bastien è un gentleman non comune nel campo della sperimentazione sonora. Ispirato nella sua ricerca alla tradizione francese del Settecento – secolo durante il quale si iniziarono a realizzare automi in grado di riprodurre brevi melodie o di imitare il suono degli strumenti – costruisce la sua prima “macchina musicale” nel 1977. Durante la sua lunga carriera, ha collaborato inizialmente con varie compagnie di danza e, in seguito, con il musicista Pascal Comelade. Dal 1987 si esibisce da solista, realizzando una sorta di orchestra dada i cui elementi sono apparati meccanici creati con pezzi del gioco Meccano e motori dei vecchi giradischi, in grado di riprodurre il suono di strumenti tradizionali come il liuto cinese, il bendir marocchino, il saron giavanese, il koto giapponese e il sansa africano. Simile a un ensemble di sculture sonore in movimento, negli anni Novanta questa orchestra meccanica si è ampliata fino ad ottanta elementi. Bastien ha partecipato a festival musicali e mostre d’arte in tutto il mondo e pubblicato dischi con note etichette come la Western Vinyl e la Rephlex (la label di Aphex Twin). Negli ultimi anni ha collaborato con il video artista Pierrick Sorin, lo stilista Issey Miyake e il compositore britannico Robert Wyatt.