IL ROMPIGHIACCIO - Sito FISAC Gruppo UBI
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FISAC CGIL Bergamo n. 31 Febbraio 2010 IL ROMPIGHIACCIO STABILISCE E MANTIENE APERTI I CANALI DELLA COMUNICAZIONE Avanzamenti di carriera in Capogruppo Circola da tempo una voce tra i colleghi di UBI a proposito di una meticolosa abitudine della direzione nel deliberare gli avanzamenti di carriera (o promozioni che dir si voglia). All’interno: Secondo questa voce ogni responsabile per tutta la filiera dovrebbe limitarsi a proporre il 10% dei propri addetti al rispettivo livello superiore per la promozione. Speciale promozioni 2 Speciale promozioni 3 Dagli altri gruppi bancari 4 AGENDA • 16 dicembre: sottoscrizione revisione accordo rientri ubis • 23 gennaio: firma accordo “switch sportelli”. • dal 1 marzo: rivalutazione 10% voce “assegno ex BPB-CV-BPCIBPLV” ai Dipendenti appartenenti alle Aree Professionali, decorsi 3 anni dalla data di maturazione dell’ultimo scatto di anzianità. • 31 marzo: scadenza termine presentazione domanda indennità di disoccupazione ridotta. Benché sia sufficiente parlare con i colleghi per capire che le promozioni sono una rarità, è comunque difficile pensare a tanta scientificità e, nella fattispecie, ad una percentuale così bassa. Niente di meglio allora che verificare con dati alla mano. Pochi giorni prima dello scadere del 2009 l’azienda ha consegnato ai sindacati i dati annuali relativi al 2008 richiesti a maggio. I dati sono significativi perché si 12 riferiscono al priDa Quadro Direttivo a Dirigente 67 mo anno di vita Tra Quadri Direttivi del gruppo in cui 38 Da Area Professionale a Quadro Direttivo i colleghi si sono 130 spesi per le impeTra Aree Professionali gnative attività di integrazione. Per queste attività è stata spesso richiesta una disponibilità straordinaria in termini di tempo e di impegno come riconosciuto dalle diverse lettere di encomio (comunque gradite) dei vertici direzionali in occasione di passaggi importanti come i PAO. Livello N. promozioni Ora, stando a questi dati, la voce di cui sopra trova una conferma: su un totale di 2290 dipendenti distaccati e non (dai dirigenti alla prima area professionale) i promossi nel 2008 sono stati 237 ovvero il 10,35%. Si possono a questo punto fare alcune considerazioni: anzitutto è evidente come la promozione di un collega su dieci significa, in media, la possibilità di una promozione ogni dieci anni (ammesso che le promozioni vengano deliberate almeno una volta all’anno) e questo è difficile da conciliare con una proficua e ragionevole gestione dei percorsi di carriera. Soprattutto, la gestione a tavolino di un “tetto massimo” al numero delle promozioni, risul- Pagina 2 IL ROMPIGHIACCIO n. 31 (Continua da pagina 1) terebbe essere il fallimento di qualsiasi gestione oggettiva e trasparente delle competenze e delle legittime aspettative di carriera dei colleghi. Si deve infatti sottolineare che il 98,7% dei dipendenti ha avuto una valutazione della prestazione positiva per risultati conseguiti completamente e, tra questi, il 55% ha superato le aspettative ottenendo, per oltre il 22%, risultati eccellenti. “si attende cortese smentita da parte dell’azienda dell’esistenza del limite del 10%” Pur sapendo che non c’è immediata corrispondenza tra promozione e valutazione positiva, la differenza di numerosità è comunque notevole, tenuto conto che, nelle promozioni sono comprese quelle dovute per raggiunto automatismo di colleghi assunti entro il 1994. Per questo, prendendo l’espressione a prestito da un noto programma giornalistico televisivo, “si attende cortese smentita” da parte dell’azienda dell’esistenza del limite del 10%. Smentita che dovrebbe arrivare nei fatti, documentata dal rendiconto delle promozioni del 2009 (che speriamo di non vedere a Natale). Per ora possiamo notare come dai dati del 2008 risultino soprattutto penalizzate due categorie specifiche: le donne e i giovani. Popolazione femminile all’interno degli inquadramenti CENTRO SERVIZI FISCALI Via Garibaldi, 3 Tel. 035 23 50 18 Le donne sono un terzo (33,54%) dei dipendenti a libro paga di UBI, ma questa proporzione non viene mantenuta con il progredire del livello di inquadramento: se le colleghe delle aree professionali rappresentano il 41%, tra i dirigenti sono solo il 14%. Anche in questo caso occorre da parte aziendale una maggiore attenzione a costruire percorsi di carriera a partire dalle giovani colleghe che spesso mostrano entusiasmo, tenacia e capacità. Sono i giovani in genere che subiscono l’altro aspetto della penalizzazione. [email protected] Modelli 730, Unico, Isee, Iseu, Red, pratiche di successione, buste paga colf e badanti, bandi regionali Osservando la distribuzione all’interno dei livelli di inquadramento si nota una equivalenza di numero tra personale direttivo (dirigenti e quadri sono 1.024) e aree professionali (1.266). In sostanza per quasi ogni collega di area professionale c’è un collega di area direttiva. Pagina 3 IL ROMPIGHIACCIO n. 31 E’ evidente che l’assottigliamento della base di quella che dovrebbe essere una piramide è imputabile alla mancata assunzione di personale a tempo indeterminato che ha provocato, almeno nel 2008, un ricorso massiccio al lavoro interinale coinvolgendo decine di giovani, molti dei quali non sono stati più richiamati nonostante la riconosciuta capacità. Di pari effetto, specialmente in ambito IT, l’affidamento a società di consulenza di gran parte di attività che, con l’illusione di ricorrere a “specialisti”, vengono svolte spesso con una minore qualità e un maggior costo rispetto alla lavorazione interna che avrebbe il pregio di una crescita professionale dei colleghi addetti a tutto vantaggio dell’azienda. A pagare il prezzo non sono quindi solo i giovani che non vengono assunti ma anche le colleghe e i colleghi assunti da qualche anno ai quali si nega la possibilità di avanzamenti di carriera per mantenere un equilibrio di distribuzione negli inquadramenti già al limite del paradosso. Spesso, nonostante i responsabili diretti riconoscano il merito e propongano promozioni, queste vengono sistematicamente “tagliate” secondo criteri che risultano distanti da una logica meritocratica e che si spiegano più banalmente nel raggiungimento di uno sbarramento percentuale. Come più volte dichiarato quella che a nostro avviso manca è una progettualità a lungo termine mentre ci si ostina in un miope e continuo ritaglio dei costi del personale. Strategia che può solo appartenere a chi non ha a cuore il futuro così come la storia della nostra banca. Aspettiamo con (ingenua?) fiducia i dati del 2009 sperando in una modifica della tendenza che vada, con coerenza, nella stessa direzione di tante dichiarazioni di attenzione nei confronti del Personale, vero motore dell’azienda. Per tutelare i tuoi diritti; Per usufruire dei servizi CGIL; Per essere informato sulle vicende sindacali della tua azienda e del mondo del lavoro; Per contribuire in prima persona ai diritti e alle tutele già conquistate e da conquistare; Per essere solidale con il mondo del lavoro in genere, soprattutto con i lavoratori meno tutelati; “l’assottigliamento della base di quella che dovrebbe essere una piramide è imputabile alla mancata assunzione di personale a tempo indeterminato” IL ROMPIGHIACCIO Pagina 4 Rappresentanti FISAC-CGIL UBI UBIS BPB Bergamo Gianni CALEGARI 3496170383 [email protected] Pierangelo CASANOVA 3495962184 [email protected] Alessandro CAVAGNA [email protected] Flavio CORNEO 3341314209 [email protected] Paolo PAPA 3497241311 [email protected] Bruno PUTTI [email protected] 338 2214123 Sergio SANGALLI [email protected] 3333561550 Paolo SODERI 3482399459 [email protected] Maurizio TESTA 3921913397 [email protected] Paolo ZANCHI 3382137658 [email protected] n. 31 Tutti i numeri del Rompighiaccio li trovi anche su www.fisacgruppoubi.it Il sito per restare aggiornato sulle attività sindacali nella tua azienda. Da Intesa Sanpaolo: UN RICATTO OCCUPAZIONALE PER TAGLIARE SALARIO E DIRITTI DI TUTTI I LAVORATORI La Fisac-Cgil denuncia da mesi una pesante carenza di personale e ha formulato proposte concrete per la soluzione del problema. Invece Intesa Sanpaolo ha dichiarato che dalle sue verifiche risultano 2.000 eccedenze nella rete, con una “disomogenea distribuzione territoriale”, che diventeranno 2.800 a fine anno per la diffusione degli ATM evoluti. Ha quindi preannunciato un prossimo incontro per rivedere le tutele dell'accordo sulla mobilità e l'introduzione della facoltà di demansionamento in particolare per i Quadri Direttivi. Inoltre non ci saranno le 450 assunzioni di apprendisti previste dagli accordi sull'esodo e verranno confermati solo 400 tempi determinati, senza specificare la loro distribuzione sul territorio. Si applicherà maggiore “selettività” nella concessione dei part-time, che l'azienda ha ribadito non essere un diritto ma una possibilità in base alle compatibilità aziendali. Intesa Sanpaolo continuerà a trasferire in Romania i picchi di lavorazione dei back office e ha aperto la procedura relativa alla seconda fase di cessione di Banca Depositaria, in contrasto con il dispositivo della sentenza del Giudice del Lavoro di Torino; ha confermato il ricorso ad appalti senza nessuna previsione di rientro di attività. La soluzione a tutto questo è stata l' ”invenzione” di un nuovo contratto che per quattro anni prevede: taglio salariale del 20%, ulteriore sottoinquadramento rispetto alla normativa nazionale per gli apprendisti, incremento a 40 ore dell'orario settimanale (di fatto 10 ore al mese di lavoro in più non retribuite), introduzione del lavoro su turni dal lunedì al sabato e dalle 6 alle 22, senza pagamento dell'indennità di turno, fruizione obbligatoria delle ex festività, che quindi non potranno essere pagate, riduzione del buono pasto a € 3,50, riduzione della contribuzione aziendale alla previdenza complementare, riduzione del Premio aziendale del 20%, nessun trattamento di mobilità per più di 5 anni. Effettuando assunzioni di cassaintegrati e in aree depresse, Intesa Sanpaolo beneficia già di incentivi fiscali e contributivi e, ciò nonostante, taglia quasi del 40% il trattamento complessivo di questi lavoratori. Questo è un ricatto occupazionale che, sfruttando il disperato bisogno di lavoro di giovani e disoccupati, introduce salario e condizioni di lavoro fortemente inferiori ai minimi garantiti dal Contratto Nazionale. In prossimità della scadenza del CCNL, questa de- roga in sede aziendale peggiora il Contratto Collettivo aprendo un pericoloso varco nell'intero Settore a danno di tutti le lavoratrici e i lavoratori bancari. Nell'anno in cui viene annunciata la distribuzione dei dividendi agli azionisti, la Banca per il Paese “a sostegno del sistema” taglia il salario dei lavoratori che vivono in zone particolarmente colpite dalla crisi. Ma quale Banca per il Paese? Ma quale piano occupazionale? Era sufficiente sottrarre ai prossimi dividendi un centesimo di euro per azione, ridurre del 20% le stock option dei manager, ridurre i Consigli di amministrazione delle 23 Banche, per reperire risorse aggiuntive e dare un serio contributo al Paese sul versante occupazionale. La Fisac-Cgil avrebbe dato come sempre il proprio contributo di idee e di proposte per un vero piano occupazionale. Per questi motivi la Fisac-Cgil non ha sottoscritto l'accordo siglato ieri dalle altre OOSS, poiché destruttura il CCNL danneggiando così le lavoratrici ed i lavoratori in servizio e penalizza fortemente i nuovi assunti. Nel contempo, Intesa Sanpaolo penalizza la Rete, per la quale sono previste di fatto pesanti riduzioni degli organici. La Fisac-Cgil avvierà un percorso di iniziative e mobilitazioni per sostenere le richieste di nuove assunzioni per la rete e di non cessione dei lavoratori di banca depositaria, a partire da una conferenza stampa nella prossima settimana, che si terrà presso la CGIL Nazionale. Roma, 3 febbraio 2010 Delegazione trattante FISAC-CGIL Gruppo Intesa Sanpaolo