il ciclo vitale della vite

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il ciclo vitale della vite
CICLO ANNUALE DELLA VITE
GEN
FEB
MAR
APR
RIPOSO
MAR
MAG
GIU
LUG
AGO
GERMOGLIAMENTO
GIU
FIORITURA
OTT
MATURITA’
CRESCITA
APR
SET
AGO
INVAIATURA
OTT
MATURITA’
NOV
DIC
RIPO
SO
DIC
CADUTA
FOGLIE
CICLO ANNUALE DELLA VITE
CICLO
VEGETATIVO
1)PIANTO
(Marzo-Aprile)
Dalle incisioni della potatura
Sgorga un liquido trasparente
Zuccherino, segno della ripresa
dell’attività radicale
2)GERMOGLIATURA
(15 gg dopo il pianto)
Compaiono i primi germogli;
La crescita continua fino a luglio
-agosto seguendo un andamento esponenziale
RIPRODUTTIVO
3) FIORITURA
(inizio caldo estivo)
Le energie della pianta vengono
equamente divise fra fioritura e accrescimento
4) ALLEGAGIONE
(subito dopo fioritura)
Il fiore cade, l’ovario si gonfia trasformandosi
In bacca;
Colatura:una parte dei
fiori abortisca e cada senza fruttificare
5) INVAIATURA
6) RIPOSO INVERNALE
Novembre
Le foglie cadono e la vite si prepara al riposo invernale
30-50 gg
Maturazione degli acini d’uva:
-Accumulo di zuccheri
- degradazione degli acidi malico e tartarico
- sintesi della buccia
- formazione della pruina
QUALITA’
FATTORI NATURALI
FATTORI UMANI
FATTORI BIOLOGICI
-CLIMA
-SISTEMA DI ALLEVAMENTO
-PORTINNESTO
-SUOLO
-GESTIONE DEL SUOLO E DELLA VITE
-VITIGNO
CLIMA
• Ogni vitigno ha il suo clima ideale e tale
esigenza va rispettata per ricavare il miglior
prodotto possibile.
• MACROCLIMA: dato da parametri generali
come latitudine e ambiente su larga scala
• MESOCLIMA: caratteristiche locali come
altitudine ed esposizione
• MICROCLIMA: atmosfera a contatto con le viti e
i grappoli d’uva
LATITUDINE
• La viticoltura si estende fra il 50° parallelo
nord e il 40° sud, oltre i quali le
temperature si fanno troppo rigide per la
maturazione dell’uva;
• Nella zona tropicale il caldo eccessivo
però impedisce il riposo vegetativo della
vite(3 cicli vegetativi all’anno!!!!), la quale
viene sovente attaccata da parassiti e
muore iper-sfruttata dopo soli 15 anni.
LATITUDINE
ALTITUDINE
• In alcune aree dell’Asia e dell’America del
sud la vite cresce fino a 3500 mt.
• In Italia, in Valle d’Aosta e Sicilia, fino a
1200 mt.
• Più aumenta la latitudine più il limite si
abbassa.
• La temperatura cala di 1°C ogni 170 mt; il
grado zuccherino dell’uva diminuisce più o
meno allo stesso ritmo.
ESPOSIZIONE
La migliore è quella
SUD – OVEST
La peggiore è
NORD – EST
…anche se nelle zone più calde viene
utilizzata proprio per mitigare l’arsura
giornaliera…
PRECIPITAZIONI
Il livello ottimale sta fra i 650 – 700ml di
pioggia l’anno
In INVERNO e PRIMAVERA
NO durante l’estate, prima della vendemmia
perché l’acqua «diluisce» la concentrazione di
zuccheri e degli aromi, oltre a provocare
marcescenza degli acini.
NO a grandine: rovina i grappoli e danneggia
la pianta rendendola vulnerabile ai parassiti.
ANDAMENTO CLIMATICO OTTIMALE
Precipitazioni
abbondanti in
inverno
Autunno mite per
favorire l’accumulo
delle riserve
Primavera
soleggiata
intervallata da
poche
precipitazioni
Clima asciutto e
soleggiato durante la
fioritura e l’allegagione
Vendemmia
asciutta
Estate calda e
luminosa interrotta da
qualche temporale
IL SUOLO
La vite possiede una grande elasticità di
adattamento che le consente di crescere
su quasi tutti i tipi di terreno.
La vite dà migliori esiti su terreni
contenenti molta sabbia, che risultano
cioè friabili e poco compatti.
Le radici della vite, per poter respirare meglio
e rifornire i frutti di zuccheri e aromi,
prediligono
Terreni «poveri» e asciutti
Di conseguenza l’acqua deve poter drenare
verso il basso
Quindi
I terreni collinari rendono di più in senso
qualitativo di quelli in piano.
Misurazione del PH
-
No
Eccessiva acidità
Calcare
Sale
Fosforo
Azoto
Potassio
Sì
- Ferro
- Manganese
- boro
ZONAZIONE DEI TERROIRS
Ecosistemi viticoli basati sull’interazione del
vitigno con l’ambiente.
Ovvero
L’abbinamento fra varietà di vitigno e luogo
di coltivazione.
CORRISPONDENZE TRA NATURA DEL
TERRENO
E
CARATTERISTICHE DEL VINO
TERRENI DELLA FINEZZA
-
-
CIOTTOLOSI E
IMPERMEABILI: vini di
elevata qualità, ad alta
gradazione alcoolica, fini
ed intensamente
profumati.
SABBIOSI: vini fini,
delicati e profumati.
TERRENI DELLA
PESANTEZZA
TERRENI DELLA
STRUTTURA
-
-
-
TENDENZIALMENTE
ARGILLOSI: vini morbidi,
di buona acidità e di lunga
conservazione.
CALCAREI: vini molto
alcolici, di bassa acidità e
molto profumati.
MARNOSI*: ricchi di sali
minerali.
*MARNOSI = di MARNA (roccia) terreno composto da sedimenti fossiliferi.
-
-
-
MOLTO ARGILLOSI: vini
aromatici, intensamente
colorati ma spesso
disarmonici e grossolani.
UMIDI: vini di bassa
gradazione, molto acidi,
ricchi di sostanze
proteiche.
RICCHI DI HUMUS: vini
grossolani, instabili,
poveri, senza pregi
particolari.
IL VITIGNO
La scelta del vitigno andrebbe fatta in base
alle caratteristiche pedoclimatici di un
territorio.
MA
In realtà è condizionata da elementi di
carattere economico, sia in termini di
investimenti nel vigneto che di prospettive di
guadagno.
LA SCELTA DEL VITIGNO PUO’ DIPENDERE DA DIVERSI FATTORI
Tipo di
vino
Colore
Bacca
rossa
Bacca
bianca
Consumo
Giovane
invecchiato
Aromatico
spumante
Classificaz.
Vitigno
aromatico
Ricco in
acidità
D.O.C
D.O.C.G
Attitudine
Invecch.
Il viticoltore è aiutato in questa scelta dall’esperienza, dalle
tradizioni ma anche dagli studi e dalle sperimentazioni.
Disciplinare
MATURAZIONE
DEL VITIGNO
PRECOCE
MEDIA
TARDIVA
CLIMA FRESCO
CLIMA
TEMPERATO
CALDO
CLIMI CALDI
QUOTE ALTE
BUONA
ESPOSIZIONE
TEMPERATURE
MITI
MIGLIORI
ESPOSIZIONI
A SUD
NORD
CENTRO-SUD
(a quote elevate)
NORD-EST
MA CI SONO MOLTE ECCEZIONI PERCHE’
ALCUNI VITIGNI ESPRIMONO IL MEGLIO
DELLE LORO CARATTERISTICHE IN
CONDIZIONI ESTREME DI ADATTAMENTO
IL CLONE
- Ogni vitigno costituisce una famiglia
composta da individui simili ma non
identici; tutti con la medesima
discendenza ma con caratteristiche
peculiari;
- Di alcuni vitigni che sono stati selezionati
dai viticultori nei secoli, le peculiarità sono
così numerose che non si parla di
«famiglia» ma di «popolazione»: un tipico
esempio in Italia è costituito dal
Sangiovese.
Ogni individuo è dotato di un patrimonio
genetico che mette più o meno in evidenza
alcuni caratteri del vitigno quali:
-
Produttività
Gradazione zuccherina
Acidità
Intensità del colore
Aromi
• Il viticoltore ha sempre cercato di
selezionare e riprodurre le viti utilizzando il
talee della pianta stessa, che più
corrispondevano alle sue esigenze.
• Questa selezione si chiama
MASSALE
Ma
- Risultati poco stabili con forti implicazioni
patologiche (diffusione incontrollata di
malattie di origine virale).
LA SELEZIONE CLONALE
Ha il compito di riprodurre unicamente il
singolo individuo attraverso le gemme
ricavate dal legno di potatura, previa
selezione di individui esenti da virosi.
- Il materiale viene moltiplicato per alcuni
anni sotto stretto controllo botanico al fine
di certificare la sanità e l’idoneità dei
risultati;
- Al termine del ciclo di studi e di controlli
abbiamo ottenuto
IL CLONE
Il clone viene moltiplicato dai vivaisti e poi
messo a disposizione dei viticoltori;
-il viticoltore con cloni diversi comporrà un
VIGNETO POLICLONALE
Che servirà per ottenere dalle sue uve un
vino in grado di garantire costanza
qualitativa.
IL PORTINNESTO
Rappresenta la frazione inferiore della pianta,
costituita da una parte di tronco ligneo e
dall’apparato radicale.
Il più conosciuto è quello resosi indispensabile
in seguito all’invasione della fillossera: parassita
che attacca la radice della vite europea, ma non
quella americana.
I portinnesti si dividono in:
- resistenti ai parassiti del terreno (fillossera)
- Resistenti alle avversità climatiche (siccità,
umidità)
- Resistenti alle avversità del suolo
(compattezza del terreno, salsedine,
acidità)
- Resistenti alle carenze minerali (carenza di
potassio, magnesio, zinco)
IL PORTINNESTO CALIBRA LA VIGORIA DEL
VITIGNO QUINDI E’ IMPORTANTE PER
L’ASPETTO QUALITATIVO DELLA PRODUZIONE