la bellezza - Associazione Il Filo D`Oro
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LA BELLEZZA GRUPPO DI MEDITAZIONE EVOCATIVA OBIETTIVO Questa dispensa si propone di riportare a grandi linee gli argomenti di riflessione che vengono affrontati durante l’incontro. E’ una corrente di spunti a cui si può attingere in ogni momento, durante i lavori e nel trimestre di meditazione successivo. Non ha tuttavia la pretesa di essere esaustiva, né di essere preminente rispetto ai temi portati da ciascun membro del gruppo in meditazione. MEDITAZIONE EVOCATIVA: PICCOLO RIPASSO PRIMA DI COMINCIARE. Ha come obiettivo l’evocazione, lo sviluppo e la purificazione di qualità umane. Per elevare le qualità nella vita comune, è necessario prima osservarle e studiarle approfonditamente e poi evocarle perché agiscano in noi e al di fuori di noi. Comporta la concentrazione e l’osservazione orizzontale della meditazione riflessiva, mentre attiva l’evocazione delle qualità attraverso la meditazione creativa, utilizzando tutti gli strumenti a disposizione del gruppo di servizio (parole, immagini, simboli, ecc.). A seconda della qualità verso la quale si agisce, può richiedere un atteggiamento e un esercizio tipico della meditazione ricettiva, oltre che ad utilizzare l’invocazione quale strumento di potenziamento del gruppo di servizio. Gli stadi della tecnica: disidentificazione/identificazione, invocazione, preparazione alla concentrazione, focalizzazione e osservazione dell’oggetto di meditazione, evocazione. A cura di Stella Repola Che cos'è la Bellezza Cosa produce la Bellezza Come si realizza la Bellezza Evocazione della Bellezza Agli innamorati della bellezza interiore La bellezza non è un bisogno, ma un'estasi. Non è una bocca assetata, e non è una mano vuota e protesa, piuttosto un cuore infiammato e un'anima incarnata. Non è l'effigie che vorreste ammirare, né il canto che vorreste ascoltare, piuttosto è un'effigie che vedete, a occhi spenti, e un canto che udite a orecchie chiuse. Non è una linfa nelle righe di corteccia, né l'ala congiunta dell'artiglio. Piuttosto un giardino di fiori perpetui e uno sciame d'angeli eternamente in volo. ... La bellezza è la vita, quando la vita rivela il suo profilo benedetto. Ma voi siete la vita e il velo. La bellezza è eternità che si mira in uno specchio. Ma voi siete l'eternità e siete lo specchio. (Khalil Gibran) CHE COS'È LA BELLEZZA Il termine deriva dall'aggettivo latino bellus, riferito a cosa buona, confacente, prima che proporzionata. Per Platone (Atene, 428-348 a.C.) non può esistere l'idea del bello in sé, cui ogni cosa va rapportata per poter dire che è bella. Questo concetto di bellezza è autoritario: una volta applicato, esso produce solo una bellezza conformista, uniforme, omologata. Con ciò naturalmente non si vuol dire che la bellezza sia del tutto soggettiva ("è bello ciò che piace"- come dice Kant), altrimenti essa sarebbe incomunicabile. La bellezza oggettiva, in realtà, sta nell'armonia delle parti. Facciamo un esempio. Se una donna è bassa di statura ma proporzionata, è facile che risulti più bella di una donna alta e sproporzionata. Se non appare più bella, è perché la società non è stata educata a un concetto oggettivo di bellezza. In effetti, se chi detiene il potere ritiene che le donne alte e sproporzionate siano da preferire a quelle basse e proporzionate, e se con i mezzi di cui dispone cerca continuamente di far valere il suo criterio di bellezza, è probabile che alla fine l'intera società la penserà allo stesso modo (anche se ciò presuppone un basso livello di cultura). Ma la maggioranza non è un criterio di verità, neppure quando la minoranza è numericamente insignificante. La bellezza non può essere colta unicamente da una valutazione soggettiva (quella per cui, ad es., anche una donna brutta ma piacevole di carattere può apparire bella), né ha senso sostenere che si possa creare un criterio oggettivo di bellezza attraverso un concetto astratto, metafisico, del bello in sé. Anche perché tale concetto, essendo patrimonio esclusivo del "filosofo", non è meno soggettivo. Non è la raffinatezza del linguaggio o la difficoltà di un ragionamento logico che possono rendere più oggettivo, cioè più vero, un fenomeno, un concetto o un'idea. organo capace di riconoscere la vera Bellezza. I canoni “esterni” non sono affidabili nemmeno nella loro universalità. Di più, Platone condanna l'arte (imitazione dell'imitazione delle cose) perché è ridotta a gioco fittizio ed è creatrice di mondi artificiali, quindi è fuori dal mondo della realtà. Hegel, nella sua Estetica, ribadisce questa condanna, dicendo che il mondo dell'arte è individualistico, artificiale, sognante; non può essere quindi il mondo della verità. Condanna l'arte in quanto tale, non i prodotti artistici, che possono essere valutati positivamente. L'uomo è impegnato a liberarsi del mondo sensibile, a purificare l'occhio interiore dell'anima per essere in grado di sostenere lo splendore dell'Idea del BeneBellezza. Il Bene, il Vero, il Bello si identificano e costituiscono il traguardo ultimo dell'ascensione dell'anima (tratto da “la Bellezza”, Sant'Agostino, ed. città nuova, pagg. 9-12). Il cuore è l'organo chiave nel processo di trasformazione dell'uomo attraverso l'esperienza della Bellezza. Lo intuisce così il poeta romantico P.S. Shelley (1792-1822) in un passo del suo inno alla bellezza intellettuale. E' bello ciò che è armonico, ciò che è equilibrato, proporzionato: se questo è un concetto metafisico di bellezza, è comunque un concetto “aperto”, che lascia alle varie culture il compito di decidere in materia. Dobbiamo in sostanza abituarci a relativizzare l'importanza delle singole parti, valutando le cose, le persone, i fenomeni, la realtà nella loro interezza. Non può essere considerato oggettivo quel concetto di bellezza che prende in esame solo l'equilibrio dell'aspetto fisico e non anche la correlazione armonica degli aspetti bio-psico-spirituali. Incontestabilmente meravigliosa, La nascita di Venere di Sandro Botticelli (Firenze, 1445-1510) riesce a proporre la Bellezza, incarnata nella Venere quale elemento mediano tra l'esaltazione dei sensi (i venti che soffiano) e l'elevazione dell'animo (la ninfa). Essa è difatti la Venere celeste, simbolo di purezza, semplicità e Bellezza disadorna dell'anima e il nudo statuario della dea sublima le sue qualità morali e spirituali all'interno della bellezza fisica. L'autore ha voluto rappresentare un'allegoria dell'umanesimo neoplatonico sull'Amore quale energia vivificatrice. In effetti, tornando indietro, Platone intendeva l'Eros collocato in posizione mediana tra il mondo sensibile e il mondo intellegibile delle Idee e lo considerava come la tensione-desiderio verso la Bellezza in sè. La Bellezza è perciò un ponte tra la Terra e il Cielo fatto di vibrazioni, armonia e autenticità. Platone vedeva le due facce della bellezza. Essa è soggettiva perché sempre colta da un individuo, ma provenendo da un riflesso di luce divina essa è oggettiva, in quanto ontologica. Stiamo in guardia perciò: la Bellezza va riconosciuta dall'interno, da quel cuore ardente (a cui si riferisce Assagioli) quale unico O Spirito della Bellezza... l’uomo sarebbe immortale e onnipotente se tu sconosciuto e tremendo quale sei prendessi dimora nel suo cuore col tuo spirito glorioso. Tu messaggero di tutti gli affetti che nascono e svaniscono negli occhi degli amanti – tu, nutrimento del pensiero umano come la tenebra alla fiamma morente! Non andartene così come venne la tua ombra, non andartene – affinché la tomba non sia, come la vita e la paura, un’oscura realtà. Nel 2010, nell'architettura del discorso che Benedetto XVI ha pronunciato incontrando degli artisti in Portogallo, il posto centrale l'ha avuto la seguente domanda: "Che cosa può ridare entusiasmo e fiducia, che cosa può incoraggiare l'animo a ritrovare il cammino, ad alzare lo sguardo sull'orizzonte, a sognare una vita degna della sua vocazione se non la Bellezza?". Assagioli crede nell'Universo in evoluzione attraverso la formula magica della Bellezza, perfezione nella creazione, una formula che ognuno può ritrovare nel proprio cuore e che è in grado di rischiarare come un balsamo tutta la vita. E ancora, Assagioli crede alla Bellezza come inseparabile dalla Giustizia e dalla Verità: tre aspetti inscindibili della vita stessa; tutta la vita dell'uomo dovrebbe essere un'incessante educazione alla Bellezza, un'educazione a sentirne e a trasmetterne il potere. Ignoranza e bruttezza sono per Assagioli dei "crimini" contro l'umanità; il progresso umano dipende dalla mente e dal cuore unificati, dall'intelligenza e dai sentimenti più elevati, dall'azione cosciente e dall'apprezzamento della bellezza, dall'armonia e dall'amore. “E' la bellezza che tesse le ali radianti ed unisce le anime nella loro tensione verso la luce del Sè divino”. “La Bellezza è un percorso iniziatico che si attiva dovunque un uomo voglia davvero cominciare a percorrerlo”. “La Bellezza non è un concetto: è assolutamente un'esperienza concreta, un contatto con un grande potere di trasformazione, un miracolo di semplicità ed essenzialità”. A Platone dobbiamo il sintagma “la bellezza è lo splendore della verità”. L'autore del Fedro ci consiglia di divenire, attraverso il cammino della contemplazione, simili alla bellezza stessa: “In quanto vede, come nel fremito della febbre, un cambiamento, un sudore, un calore insolito s'impadroniscono di lui. Riceve il flusso della bellezza attraverso gli occhi. Questo flusso lo riscalda e irrora l'essenza”. Simone Weil, nel suo saggio intitolato Dio in Platone, del 1940, sintetizza: “L'idea di Platone è che la bellezza agisce in modo duplice, prima attraverso lo shock che provoca il ricordo dell'altro mondo, e poi come fonte materiale di un'energia direttamente utilizzabile per il progresso spirituale”. Un elemento centrale dell’esperienza estetica è il lasciarsi prendere di sorpresa. (*) Leopardi, nello Zibaldone, specifica che l'effetto della bellezza è di sublimare l'anima, di riempierla o di renderla attonita fortemente come la scintilla elettrica. La bellezza può produrre nell'anima una commozione e un incendio vastissimo tutto a un colpo. Essa infatti si mostra tutta a un tratto, e non ha successione di parti. L'effetto della bellezza si compie tutto in un attimo, e all'anima dopo che s'è appagata di quella vista non rimane altro da desiderare nè da sperare, purché la bellezza sia accompagnata da spirito, virtù… Significa restare vulnerabili, non avere aspettative né preconcetti di che cosa è bello e che cosa non lo è. Il bello, per essere bello, è sempre nuovo, anche quando è vecchio o vecchissimo – quando è una musica che abbiamo sentito già mille volte, un paesaggio visto e rivisto. Ma in quel momento la musica, il paesaggio, ci rivelano qualcosa di nuovo. E’ per questo che il bello ci aiuta a essere veri. Perché se lo cerchiamo seguendo le nostre idee di ciò che dev’essere bello, non lo troveremo mai. Così la bellezza ci insegna a cogliere l’attimo. (*) Ecco che la bellezza conduce l'uomo allo sviluppo di una ulteriore forma di intelligenza. Da qualche tempo si parla di varie forme di intelligenza: l’intelligenza matematica e quella linguistica, l’intelligenza emotiva, quella corporea , quella verbale e via dicendo. Io aggiungo l’intelligenza estetica : la facoltà di percepire il bello. Perché nella stessa situazione un individuo percepisce la bellezza e un altro no. Oppure uno percepisce la bellezza in maniera transitoria e superficiale, mentre l’altro la prova in modo ben più profondo e coinvolgente.(*) La facoltà di cogliere il bello è dell'anima. Eletti sono coloro per i quali le cose belle non hanno altro significato che di pura bellezza. (Oscar Wilde) Per bellezza Plotino (filosofo greco, 203-270 a.C.) intende “la proporzione delle parti, sia tra di loro, sia col tutto, congiunta con la grazia del colore” (tratto dalle Enneadi). Essere bello equivale quindi ad essere proporzionato e aver misura. Il filosofo dice che i sensi lo intuiscono, ma solo l'anima lo intende e lo esprime quando è in sintonia con se stessa, diversamente lo respinge. Anche se giriamo il mondo in cerca di ciò che è bello, o lo portiamo già in noi, o non lo troveremo. (Ralph Emerson) La conclusione di Sant'Agostino è la seguente: Dio è la Bellezza; le creature hanno la bellezza e la hanno per partecipazione (tratto da “la Bellezza”, Sant'Agostino, ed. città nuova, pagg. 14-16). Le persone sono come le vetrate colorate: brillano e scintillano quando fuori c'è il sole, ma al calar delle tenebre viene rivelata la loro vera bellezza solo se è accesa una luce dall'interno. (Fernando Pessoa) LA BELLEZZA è d'altra parte PRESENTE IN TUTTI I REGNI DELLA TERRA (minerale, vegetale, animale e umano) E NEL COSMO; la bellezza geometrica ne costituisce la base comune. Il pittore Paul Cezanne (Aix-en-Provence, 1839-1906), pur non producendo arte astratta, ha evidenziato questo aspetto in tutte le sue opere, fossero paesaggi, persone o nature morte. La bellezza salverà il mondo. (Fëdor Dostoevskij) Piero Ferrucci, psichiatra e filosofo contemporaneo, afferma che la bellezza in ogni sua forma è una guida. Nel mondo d'oggi che comunica solo catastrofismo e cattive notizie, la vita di ogni giorno prosegue fra mille difficoltà e pericoli. Abbiamo l'impressione di essere in un incubo. Finchè non ci imbattiamo nella bellezza. La quale ci ricorda che c’è un’armonia nascosta, che anche nella situazione più oscura e difficile c’è una speranza.(*) Ne è un esempio la bella ed eroica impresa dei 33 minatori cileni nel 2010, che resistettero e si prepararono al salvataggio comunicando una forza mentale e un'organizzazione eccezionali. La loro principale tensione è stata l'amore per le loro famiglie. Quanto più riusciamo a percepire la bellezza la in ciò che ci circonda e anche dentro di noi, tanto più ci sentiremo a casa, tanto più saremo contenti di essere qui. C’è chi percepisce il bello nel suono della pioggia e nella forma delle nuvole, nelle facce della gente e nelle loro voci, nel canto degli uccelli e nello stormire delle fronde. C’è chi vede la bellezza nelle vetrate di una cattedrale o in un poster pubblicitario, nel fiorire dell’intelligenza o dell’altruismo, nel fraseggio della musica o nella melodia di un poema, nel dinamismo di una statua o nella corporeità di una danza. Per queste persone il mondo è un luogo di enorme interesse, di continue scoperte sorprendenti. Il loro rapporto con la vita è erotico: fanno l’amore con la vita. Tuttavia spesso abbiamo paura della bellezza, una paura non dichiarata, spesso non cosciente. Perché la bellezza a volte è troppo intensa. Perché, forse, sotto sotto, non sentiamo di meritarla. Perché in qualche modo pensiamo che sia una cosa frivola. Perché sappiamo che, se veramente vi ci abbandonassimo, cambierebbe radicalmente la nostra vita. (*) COSA PRODUCE LA BELLEZZA Abbiamo visto finora che l'uomo viene sorpreso dalla bellezza, la quale lo fa commuovere (muovere con), in altre parole lo trasforma attraverso le emozioni che “colorano”, vibrando, l'esperienza del bello. D'altra parte deve essere presente una certa disposizione d'animo, una sorta di arrendevolezza o una vera e propria ricerca che permettano una sintonia tra oggetto e soggetto. Infatti l'aspetto delle cose varia secondo le emozioni (Khalil Gibran). La bellezza delle cose esiste nella mente di chi le osserva. (David Hume) Sono tre le leggi della Psicodinamica, formulate da Assagioli, che regolano l'esperienza del bello. Le immagini o figure mentali e le idee tendono a produrre le condizioni fisiche e gli atti esterni ad esse corrispondenti. (prima Legge) Le idee e le immagini tendono a suscitare le emozioni ed i sentimenti ad esse corrispondenti. (terza Legge) Le emozioni e le impressioni tendono a suscitare ed a intensificare le idee e le immagini ad esse corrispondenti o collegate. (quarta Legge) Dall'esperienza di Ferrucci, una persona toccata dalla bellezza è una persona nuova, con un carattere diverso, un mondo interiore immensamente più ricco e variegato, un contatto più vivo con le emozioni, una più spiccata capacità di affrontare le relazioni con gli altri, una maggiore e più profonda conoscenza della vita, un’ individualità più forte e un’autostima più solida, una voglia di vivere più intensa, un modo più adeguato e competente di fare scelte e muoversi nella vita di ogni giorno.(*) L'esperienza del bello viene vissuta come qualcosa di prezioso ed è serbata nel cuore con un'impressione di felicità. Le persone che si trovano ad evocare le proprie esperienze di bellezza manifestano una luminosità nello sguardo, una tranquillità e un'armonia complessiva quali effetti visibili, anche a distanza di tempo. Ma la trasformazione operata dalla bellezza si spinge fino alla guarigione. Una ricerca svedese su un campione di 12.000 persone, ha dimostrato la maggiore longevità di coloro che vanno a teatro, al cinema, ai concerti e alle mostre più sovente rispetto alla media. Queste infatti avevano un rischio di mortalità inferiore del 60%. Un altro studio svedese, su quasi 4.000 soggetti e durato 8 anni, mostra come anche la percezione soggettiva della propria salute è di molto migliorata dalla frequentazione di concerti, teatri, mostre e cinema. Un altro studio, statunitense, ha invece evidenziato la maggior velocità e facilità di recupero post-operatorio di pazienti spettatori di un paesaggio di alberi fuori della finestra, rispetto ad altri posti di fronte ad un muro. Il bello è dunque la medicina perfetta: non produce danni collaterali; il suo effetto dura nel tempo; il sollievo che ci porta non ci intontisce e non ci sminuisce in alcun modo, anzi ci fa sentire più lucidi e più forti; quindi innalza, anziché abbassare, il nostro livello di coscienza; non può essere monopolizzata da una multinazionale farmaceutica; e per adottarla non abbiamo neppure bisogno di una ricetta.(*) La percezione della bellezza in tutta la sua pienezza ci conduce in un istante in una dimensione di perfetta salute, dove spariscono angosce e paure, malattia e sofferenza. Tuttavia l'uomo non è sempre cosciente del suo bisogno di bellezza. I suoi gusti sono monopolizzati da canoni imposti dall'esterno, dunque egli si allontana da se stesso, perde i suoi gusti, è smarrito e non percepisce di avere bisogno del bello. Come per chi è troppo “fuori da se stesso” per i suoi ruoli e attività da non sentire i propri bisogni fisici. E come per bisogni fisici inascoltati, così il bisogno non soddisfatto della bellezza può generare depressione, irrequietezza, un profondo senso di insoddisfazione e di futilità, un’aggressività inspiegabile, l’emergere di varie patologie latenti. Il bisogno di bellezza non è riconosciuto nella nostra società, e questo fatto procura enormi danni psicologici e sociali.(*) La società ci condiziona inoltre facendoci credere che per godere del bello sia necessario essere colti. Ma se pure questo può aiutarci nella ricerca della bellezza, non è il presupposto per goderne. Perché l’esperienza del bello sia forte, vera, profonda, bisogna invece essere liberi nel proprio giudizio. E approfondendo la nostra familiarità con la bellezza, non facciamo altro che venire più in contatto con noi stessi. Diventiamo più autentici, più forti, più sicuri. Avere fiducia nel proprio giudizio estetico significa avere autostima: star bene con se stessi, essere in contatto con le proprie emozioni e sensazioni, avere il coraggio di dire ciò che si prova e ciò che si pensa. (*) L'atteggiamento di arrendevolezza di fronte alla bellezza consente a questa di unire. La bellezza ci disarma e con questo abbatte ogni barriera, ogni sentimento di separatività. Lo possiamo cogliere ad un concerto, ad una mostra di pittura, nella natura e nei sorrisi dei bambini. Sospende i nostri ruoli, ci rende autentici e quindi ci avvicina, perché per la sua stessa natura sboccia in presenza di una relazione, che sia tra individui, l'uomo e la natura, il suo dentro e il suo fuori. L'esperienza del bello è dunque accompagnata dall'esperienza della condivisione. A volte dopo un concerto ben riuscito gli spettatori rimangono silenziosi per una frazione di secondo. E’ come se avessero bisogno di qualche momento dopo che è finito l’incantesimo, ma i suoi effetti sono ancora presenti. Erano stati rapiti dalla bellezza della musica. Ora si rendono conto di essere tornati qui, sui sedili del teatro, vicino ad altri spettatori: sono tornati da un viaggio siderale, e qualche attimo per riaversi ci vuole. Poi scatta l’applauso, pieno di gratitudine e di entusiasmo. COME SI REALIZZA LA BELLEZZA Osservando i vari regni naturali e il cosmo, possiamo cogliere la loro particolare modalità di espressione della bellezza o, da un punto di vista soggettivo, possiamo identificare gli aspetti di ciascun regno di cui l'anima umana si nutre energeticamente. Il regno Minerale esprime la bellezza attraverso i colori e la radianza. Quello Vegetale attraverso i colori e il profumo. Il regno Animale esprime la bellezza attraverso i colori e la funzionalità e il regno umano attraverso l'intelligenza in tutte le sue forme. Infine il Cosmo esprime la bellezza attraverso la perfezione delle sue leggi. Le persone attingono la bellezza da diverse fonti, come abbiamo visto nella prima parte di questa dispensa, di conseguenza ognuno dovrà avanzare lungo una propria via ricercando e realizzando la Bellezza. Non dimentichiamo infatti che siamo chiamati a ricercare il Bello per goderne, come cibo dell'anima, ma anche a realizzarLo, nutrendo i nostri simili, per partecipare al piano evolutivo del nostro mondo, facendo insomma la nostra parte per la salvezza di tutti i regni. Ecco, ad esempio, un'ottima motivazione alla salvaguardia della natura: l'amore per la bellezza che essa ci trasmette continuamente. Concludiamo con un'esortazione che viene da lontano, nel tempo e nello spazio: la lingua Navajo fa uso di una parola: hozho, che significa al tempo stesso salute, bellezza, bontà, armonia e felicità. Qui il dualismo fra il bello e il buono, così prevalente nella nostra cultura, scompare. Bello e buono sono la stessa cosa. E così anche successo e felicità. Il prefisso ho significa intero e infinito, e quindi dà un’idea di armonia con l’ambiente e l’universo. Il pensiero dei Navajo non opera nessuna separazione fra esseri umani e natura. In questa cultura si è esortati di continuo di camminare nella bellezza, parlare nella bellezza, agire nella bellezza, cantare nella bellezza, e vivere nella bellezza.(*) (*) La Bellezza e l'Anima di Piero Ferrucci La Bellezza La Bellezza è il frutto di un cuore ardente che si offre come cibo all'anima. E' la guida luminosa per la progressione spirituale, ci trasmette il senso del colore e dell'armonia universale, e va ricercata e attinta nelle intuizioni di luce che penetrano in ogni aspetto della vita.