gdb giustacchini 15-03-2016

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gdb giustacchini 15-03-2016
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GIORNALE DI BRESCIA · Martedì 15 marzo 2016
STORIA&STORIE
Fra memoria e attualità
STORIA IN BREVE
L’origine.
I Giustacchini sono originari di
Levrange. Alla fine del
Quattrocento si trasferiscono a
Serniga di Salò e cominciano a
produrre carta. Nel
Cinquecento si spostano nella
Valle del Garza, a Nave.
La rivendita.
Nel 1813 la famiglia apre una
rivendita a Brescia in via San
Faustino. Nel 1863 la cartoleria
trasloca a S. Alessandro,
l’attuale corso Cavour. Nella
foto a sinistra, un calendario
pubblicitario della ditta.
La tipografia.
Dalla fabbrica Giustacchini di
Nave uscivano carta bianca e
prodotti stampati, come la
Nota della lavandaja (a sx).
Dal 1904 al 1917 funzionò una
moderna tipografia in via XX
Settembre.
FAMIGLIA E IMPRESA, CINQUE SECOLI
DI CARTA CON I GIUSTACCHINI
Dalla prima cartiera a Salò
ai moderni negozi in città
Un pezzo di storia
economica e del costume
mento di cartoline con gli scorci più belli di Brescia e la tombola geografica (foto in alto),
fra i vanti della Tipografia Litografia di via XX Settembre, impiantata nel 1904 (e attiva fino
al 1917) dai Giustacchini. Lo
stesso casato che oggi gestisce
l’Ingros Carta di Roncadelle e
gli Office Store di via S. Eufemia a Brescia e di Verona.
Dinastia. Cinque secoli di con-
Ieri e oggi. Davide Giustacchini e il padre Giuseppe
Enrico Mirani
[email protected]
B
igaröle, fodreghette,pannicelli, cuffie, corpetti, traverse, mutande e sottane.
Ovvero la nota
della lavandaia, un foglio di carta numerato con l’elenco della
biancheria e la cornice decorata: stampato e venduto dai fratelli Giustacchini, cartolai con
negozio alle Porte di S. Alessandro (l’attuale corso Cavour)
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nella seconda metà dell’Ottocento.Da lorosi potevano comperareanche cartelle della tombola, registri, fatture in bianco,
quaderni e tutto quanto veniva creato nella cartiera di famiglia a Nave. Dal produttore al
consumatore, come dal 1813
facevano già i Giustacchini, nati cartai alla fine del Quattrocento e diventati quell’anno
pure commercianti con l’apertura della prima rivendita. Nel
1863 il trasloco in S. Alessandro, dove abitavano. Ai primi
del Novecento, accanto a pennini e notes, nell’emporio avreste trovato anche un assorti-
suetudine con la carta, la stampa e dintorni. Celebrati, ora, secondo la tradizione di famiglia, vale a dire col profumo di
inchiostro e pagine patinate.
Un bel libro dal titolo «Giustacchini. Famiglia e impresa in
cinquecento anni di storia bresciana», prefazione di Marco
Vitale e Francesco Bettoni, introduzione di Sergio Onger, testi di Gloria Maria Terchini,
Mariella Annibale Marchina e
Angelo Brumana. «Sono orgoglioso di questa continuità generazionale», spiega Giuseppe, che ha promosso e seguito
la pubblicazione. «Ho voluto
una ricerca approfondita,
scientifica, senza fronzoli o invenzioni. Tutto è documentato». Giuseppe è il patriarca. Dopo la pensione ha passato il testimone dell’azienda ai figli Davide e Paola, «anche se vengo
qui ancora tutti i giorni», racconta nel suo ufficio nell’Office Store di via S. Eufemia. Su libreria, scaffali e pareti ci sono i
segni del collezionista appassionato: libri e stampe antiche,
penne stilografiche, mappamondi, riviste, affiches, torchi
e presse, matrici in pietra e in
legno. Quasicome in una carto-
leria d’antan. «Internet ha ucciso la carta? Macché! Se ne vende più di prima. Certo, cambiano i tipi». Per stampanti e fotocopiatrici, mentre quella preziosa, filigranata da lettera è ormai oggetto di culto.
Fra le storie personali spicca
quella di Carlo, patriota, cospiratore, protagonista delle Dieci Giornate nel marzo 1849,
amico di don Boifava, sodale
di Tito Speri. Arrestato e processato nel 1856 dall’Austria
con l’accusa di alto tradimento
Ricerche. Il libro è frutto di tre sarebbe probabilmente penzoanni di ricerche in una trentina lato da una forca senza l’amnidi biblioteche e archivi pubbli- stia decretata nel 1857 da Franci e privati, che hanno permes- cesco Giuseppe. Il quale, tuttaso di tessere con precisione i fi- via, non impedì la confisca delli della famiglia, ricostruendo la sua cartiera di Nave. Un all’albo genealogico, le biogra- tro personaggio che ha contrifie, le vicende imprenditoriali. buito alla crescita civile di BreLe une e le altre intersecano scia è Giuseppe, zanardelliapezzi di storia bresciana, eco- no, segretario del Circolo Poponomica e politica. I Giustacchi- lare Garibaldi e dal 1878 consini sono fra i protagonisti gliere di amministrazione deldell’industria della
la Banca Popolare
carta. A partire dal- Il patriarca
di Brescia.
la fine del Quattro- Giuseppe:
cento, quando la- «Carlo, patriota
L’attualità. «La figusciano Levrange
ra che più mi ha coldelle Dieci
perapprodarea Serpito fra i Giustacniga di Salò, dove Giornate, è il
chini, anche percominciano la nuo- personaggio che
ché ingiustamente
va attività, contri- mi è più caro»
dimenticata - dice
buendo a costruire
Giuseppe - è prola fama della Riviera benacen- prio Carlo, il patriota, finito in
se come patria di cartai. Ma è povertà per le sue idee». Giuuna presenza che dura poco. seppe è entrato in ditta al fianAlcuni documenti del 1564 at- co del padre Davide nel 1964.
testano il trasloco dei Giustac- Negozio al dettaglio in via Solchini nell’altra area di produ- ferino, magazzino ed ingrosso
zione bresciana, la Valle del in via Somalia. Alla morte del
Garza. Nei primi decenni del padre, nel 1981, l’azienda vieSeicento sono stabilmente a ne divisa. Giuseppe apre l’InNave. Lo sbarco a Brescia è del gros Carta a Roncadelle nel
1813: alla produzione affianca- 1982. Seguono il megastore in
no la vendita diretta nell’empo- via Sant’Eufemia nel 2000 e il
rio di via San Faustino. nuovo emporio a Verona nel
Quest’ultima diventerà poi l’at- 2012. «Adesso tocca a Davide e
tività principale: vicende per- a Paola», dice Giuseppe. La sesonalie aziendali allontaneran- dicesima generazione di Giuno i Giustacchini dalla fabbri- stacchini dedita alla carta e dincazione diretta della carta.
torni. //
Giovedì 24
presentazione
del libro
a S. Giulia
La pubblicazione
«La forza di Brescia deriva
fondamentalmente dalla grandezza e dalla forza della sua
provincia. I Giustacchini sono
la testimonianza di quanto il
capoluogo debba al territorio
che lo circonda e soprattutto alle sue valli, fonti inesauribile di
imprenditorialità e di saper fare». Sono parole di Marco Vitale nella prefazione al libro. C’è
un legame fra l’economista e i
Giustacchini: il padre di Marco, Angelo, fu per molti anni
commercialista della ditta. «È
nelle valli - prosegue Vitale che si impara ad estrarre i minerali, la pietra e il marmo dalla montagna, a fondere il ferro,
a coltivare i boschi, ad addomesticare i corsi d’acqua, a filare
la lana, a produrre quel prodotto magico che è la carta».
Il libro sarà presentato giovedì 24 alle 18.30 nell’Auditorium del Museo Santa Giulia
(su invito). Parteciperanno il
prof. Sergio Onger, Francesco
Bettoni, il prof. Massimo Pitis,
Gloria Maria Tenchiri, Marco
Vitale e Camilla Baresani. Dal
25 il libro sarà in vendita negli
Office Store di Brescia e Roncadelle. //
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