1 Scheda di Approfondimento – Parte architettonico

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1 Scheda di Approfondimento – Parte architettonico
Scheda di Approfondimento – Parte architettonico-­‐monumentale del Bucintoro Si ritiene che sia indispensabilmente corretto pervenire alle scelte definitive dell’adozione degli elementi qualificanti la parte architettonico – monumentale per la costruzione del Bucintoro del terzo millennio, a valle di una adeguata e comparata indagine bibliografica della documentazione tuttora esistente dell’ultimo Bucintoro della Serenissima. A partire dal testo di Antonio Maria Luchini – “La nuova regia su l’acqua nel Bucintoro nuovamente eretto” – Venezia 1729, che fornisce infatti un’ accurata ed analitica descrizione di ogni minimo particolare architettonico di tutte le configurazioni scultoree assieme alle decorazioni ed i fregi dell’unità, “ tutta con oro finissimo diligentemente dorata dal doratore Giovanni Adami Veneto”. Seguiamo allora la descrizione del Bucintoro fatta dal Luchini: “Dall’acque ond’ella nasce principiar conviene per passar ordinatamente a descriverne a parte a parte la costruzione e gli ammirabili adornamenti. Sorgono dunque dal mare numerose sirene alate con la fraposizione di teste e mascheroni a sostenere la rema de remiganti: Un continuo delizioso ornamento evi nel basso di festoni, che treccie sono, o fasce da fiori e frutta vagamente intrecciate con medaglioni framezzo e queste da decorare si portano tutto intorno fino ai fori dei remiganti, li quali ornati sono da diligentissimo intaglio de cartellami, che serpeggiano con l’innesto di cappe e frutta simili di mare sino a una gran cornice nei laterali. Segue sopra questa gran cornice in basso rillevo un trionfo e festosa adunanza di numerose marittime deità, fra le quali Nettuno con Anfitrite sul delfino,… Tetide, Nereo, Proteo, Galatea col seguito di molte ninfe nereidi e vari tritoni con molti animali marini di varia specie…. Termina alla prora la già detta gran cornice sostenuta da ambo le parti da un mostro marino con la cornamusa e di sopra s’ergono due giardini, uno per parte, ornati da figure di ninfe e satiri marittimi... Nella sommità della prora s’alzano due grandi figure, Giustizia e Pace, la quale con la colomba su’l capo sta genuflessa, presentando con una mano alla Giustizia un ramo d’olivo, simbolo di pace…. Corteggiate sono queste due figure da fanciulli, fra quali uno porta la spada della giustizia e l’altro il cornucopio di dovizie, significante l’abbondanza, madre e figlia della pace…. A piè di queste figure una vasta conchiglia si spande, la quale di militari trofei ripiena, sul primo rostro riposa… Volti gl’occhi poi dietro, spander si vede una intera pelle di leone, nelle quale sta impresso il nome glorioso di Sua Serenità: ALOYSIO MOCENIGO VENETIARUM PRINCIPE ANNO SALUTIS 1727.. Due rostri, uno sopra l’altro spuntano dalla prora, de quali il primo di sopra rapresenta il mare, da vaghe sponde con cappe ed erbe marittime ornato, standovi due fanciulli nel mezzo, uno dei quali ministro della pace, indi un ben notrito leone alla cima, posando trionfante l’ali porta spiegate…. Il secondo rostro al di sotto rappresenta la terra con cespugli ed uno zefiro nel mezzo, che soffia. Alle parti di questo, nel più gonfio della prora, poggiano due figure che sono li due principali fiumi dello Stato Veneto in Terraferma, Po l’uno, l’altro l’Adige che sboccano nell’Adriatico mare. Due grandi leoni nel gonfio della pupa vi sono con l’ali spiegate sopra un delizioso ornato di conchiglie, fiori e frutta, sorgendo lo sporto al di sopra d’un giardino, popolato da vari maritimi satiri e ninfe con bizzarra decorazione poi di vaghi cartellami. Qui pure la gran cornice termina con due giganti marini, uno per fianco, li quali sostengono un grande giardino, uno per parte, si nell’esterno come nell’interno ornato da vari mostri, satiri e ninfe marine. Una gran conchiglia poi, col seguito di molti graziosissimi ornati forma il fine esterno dell’arco del tetto stesso, sotto il qual arco siede nel mezzo corteggiata da piccole figure, Pallade, altrimenti detta Minerva, dea della sapienza e delle arti, assisa sul cocchio di cui ella fu l’inventrice. 1 S’erge poi il grande tetto o sia tiemo, col numero di trentotto finestre , che sì da una parte come dall’altra lo sostengono, così come le finestre al numero di dieci del Gabinetto, e queste sono ornate da diligentissime figure di ninfe marine col seguito di cose marittime, de cartellami con graziosissimi innesti di fiori. Tutto il tiemo poi nell’esterno al di sopra resta da un capo all’altro riccamente coperto di velluto cremice, e così pure il più eminente Gabinetto, alzandosi al di sopra lo stendardo col glorioso vessillo del generoso alato leone, simbolo veneto del Evangelista San Marco specialissimo Protettore. Al salir su da prora si trovano dell’ingresso in custodia una per parte poggiate due sfingi simbolo della sapienza… Nella facciata interna dell’ingresso nel tetto, una grande cornice d’arco circonda, sopra il quale lo stema s’inalza di Sua Serenità sostenuto da due fanciulli con trombe all’immortalità di sue glorie, il quale arco resta poi sostenuto da due termini, figure già come si vide nella pupa all’esterno. Sotto quest’arco nel mezzo s’erge in una statua gigantesca Marte nume della guerra…. Il grande tetto, diviso per lunghezza in due sale, resta nei suoi fori sostenuto da ninfe e satiri marini e in questo così come nel Gabinetto vi sono nel soffitto i suoi comparti al numero di trentasei, dieci otto per parte… nei quali o una virtù vi risiede o un’arte liberale oppure una figura sta posta rappresentante li mesi dell’anno o le ore del giorno o quelle della notte…. Salendo i due gradini verso il Gabinetto, vedonsi nell’arco di sopra con i vari musicali stromenti le regole della musica, scienza che l’interno penetra dell’animo, move gli affetti, discaccia la tristezza. In questo sito perciò s’avanzano li musici della ducal cappella a cantar alcune lodi quando la Serenità Sua deve far la funzione. Appena entrati nel Gabinetto, la regal sede di Sua Serenità, sopra due gradini, eminente prima si presenta alla vista, al fianco del di cui schenale assistono a sinistra la Prudenza,…. indi la Forza a drita, esprimendo così che dalla Forza non solo, ma dalla Prudenza unitamente dipende il felice governo del Principato….. Dopo queste, due fanciulli vi sono, che tengono il ducal Corno sopra lo scudo o sia stema di Sua Serenità, col seguito sopra di una conchiglia ed altri ricchi ornati che formano la sommità della sede circondata da festoni di rose…. Lo schenale di detta sede rappresenta una vittoria navale con trofei adiacenti. Due teste di leone… formano li due poggi con ornati che finiscono in due medaglioni con Ercole che ammazza l’idra di nove teste nell’uno e nell’altro allorché doma il toro che danneggiava l’isola di Candia. Li piedi poi sono vagamente arricchiti da militari trofei e da molte altre nobilissime decorazioni. Come si ammirò nell’esterno, così l’interno del tetto è sostenuto dal mondo figurato dal dio Pane in molti satiri giovani, … li quali servono d’appoggio ad una grande cornice da ambe le parti, seguendone sopra questa la divisione in dieci uguali comparti, cinque per parte con lo stema per cadauno degl’eccellentissimi Provveditori e Padroni dell’Arsenale, che alla fabbrica di questo Bucintoro sono successivamente stati, l’attenzione e l’intelligenza dei quali contribuì di molto la perfetta riuscita d’un così vasto lavoro…. Poste nel mezzo di cadauno dei comparti, vi sono figure rappresentanti le Muse, distribuite cinque alla parte sinistra e quattro alla drita con Apollo nel mezzo, le quali saranno qui appresso considerate come se appunto questa sia la Regia di Apollo, nella quale tutte s’uniscono le Scienze. Alla ducal sede in faccia evi una statua.. la quale figura il Tempo presente”. A partire poi dalla traccia dei riferimenti contenuti nel cap. 5 -­‐ La distruzione del Bucintoro Settecentesco – I modelli e i Reperti, del testo della Lina Urban, Il Bucintoro, ed. Centro Internazionale della Grafica di Venezia – 1988. A partire dai modelli. 2 Per esempio, quello che nel testo della Urban, è citato riconducibile alla collezione conte Agostino Nani Mocenigo Bentivoglio d’Aragona, attualmente proprietà di Franca Coin, presidente di “Venice Foundation” : “Intagliato anteriormente al 1798 da parte di Pietro Manao, arsenalotto, …Le parti più interessanti di questo modello sono: l’interno del grande e piccolo tiemo, per le decorazioni ad intaglio più vicine alle descrizioni del Luchini e della “Cronaca Veneta” di quanto lo siano siano quelle del Museo Storico Navale; la pavimentazione del secondo ponte ad intarsio, le arcate che dividono la sala grande e la sedia ducale”. Vediamo invece cosa dice Lina Urban del modello in scala 1:10 che si trova proprio al Museo Storico Navale di Venezia, che il marchese Amilcare Paulucci delle Roncole, vice ammiraglio dell’Imperial Regia Marina Asburgica fece eseguire in Arsenale dallo stesso Pietro Manao, con la consulenza dell’ingegnere Giovanni Casoni, a partire dal 1824, anno della demolizione in Arsenale dei resti dello scafo dell’ultimo Bucintoro, fino ad allora impiegato come batteria galleggiante con il nome di “Prama Idra” o “Hydra” : “La riproduzione degli intagli è piuttosto approssimata e generica, specialmente la descrizione interna del grande e piccolo tiemo. Dal punto di vista stilistico ci si trova dinnanzi ad un’opera neoclassica e non rococò”. L’indagine metodologica dovrebbe tra l’altro prendere in considerazione pure possibili frammenti delle decorazioni ornamentali del Bucintoro, probabilmente sopravvissute all’incendio delle truppe napoleoniche, come ancora ci riferisce Lina Urban: “Delle decorazioni del Bucintoro settecentesco ci sono pervenuti alcuni frammenti conservati in raccolte pubbliche e private: al Museo Correr, al Museo Storico Navale di Venezia, in Palazzo Ducale…. Il nucleo di maggior consistenza di frammenti del Bucintoro, o presunti tali, è custodito al Museo Correr, grazie alle acquisizioni delle collezioni Zoppetti, Santello e Giustinian”. Va d’altronde sottolineato che, quando si affrontano impegni di ricostruzioni storico-­‐artistiche, si debba tendere in generale a fare riferimento alla documentazione più uniforme ed omogenea. Ecco allora che, nella fattispecie della ricostruzione del Bucintoro, anche per quanto riconducibile alla parte monumentale, si possa ritenere giustificabile e scientificamente corretto in via preliminare fare principalmente riferimento, oltre che al testo del Luchini, al modello in scala 1:10 del Museo Storico Navale di Venezia. Giusto perché, tale modello rappresenta un’idea, seppure attraverso una interpretazione più neoclassica, che i veneziani hanno avuto di se stessi dopo la caduta della Serenissima. Pur tenendo conto di eventuali riferimenti ai modelli barocchi esistenti (vedi modello Fondazione Coin) peraltro non completamente esaustivi. Rimarrebbe cioè sempre la possibilità di ricorrere a fonti altre, a copertura di eventuali buchi interpretativi, laddove ce ne fosse la necessità. Va detto tra l’altro per inciso che anche le volumetrie ed i profili dei disegni costruttivi della parte navale del Bucintoro, così come approvati dal Rina, il Registro Navale Italiano, sono riconducibili proprio al modello in scala 1:10 del Museo Storico Navale di Venezia. 3 Certamente, per quanto relativo alle scelte realizzative della parte monumentale, il tutto andrebbe adeguatamente avvalorato e questo potrebbe essere proprio il compito iniziale del neo costituito gruppo di lavoro in seno alla Fondazione Bucintoro. A partire da una suddivisione ragionata dell’intera parte monumentale, in linea con la doviziosa descrizione di particolari data dal Luchini, quella relativa alle statue ed agli intarsi che fanno del Bucintoro una vera e propria bibbia laica della potenza e quindi del mito della Serenissima Repubblica di Venezia, ormai proiettati verso il futuro. Suddivisione della parte architettonico – monumentale, che potrebbe di massima essere elencata ed interpretata come segue: - Tondi e festoni di fiancata sotto linea degli scalmi - Arpie a sostegno della linea degli scalmi e decorazioni di raccordo - Arcate ribassate (25 per fiancata) sopra linea degli scalmi - Linea di conchiglie sopra arcate ribassate - Giardino di prora su ponte dignitari con figure zoomorfe - Fregio centrale intra giardini con corteo trionfale di divinità marine, tra cui Nettuno, Tetide, Galatea con Nereidi e Tritoni - Giardino di poppa su ponte dignitari con figure zoomorfe - Cariatidi ninfee, a sostegno del piccolo tiemo (5 per fiancata) e del grande tiemo (18 per fincata) - Gruppo scultoreo di prora, composto, sul ponte dignitari, dalla Giustizia con spada e bilancia, sovrastata da ombrello dogale, seduta su una pelle di leone con a fianco lo zodiaco; a lato la Pace, amorini; sull’estrema prora, all’esterno, doni di terraferma e figure fluviali del Po e dell’Adige - Rostri prodieri, quello più lungo superiore di mare con leone alato ed il più corto, l’inferiore di terraferma, con zeffiro che spira - Gruppo scultoreo di poppa con telamoni giganti e leoni marciani e, sull’estremità, Minerva, la sapienza, su cocchio e due figure alate con tromba - Gruppo d’entrata sul ponte dignitari a prora, composto da due sfingi ai lati, con grande arco sostenuto da telamoni ed al centro Marte, o meglio, secondo la vulgata, Scanderbeg, l’eroe Giorgio Castriota che difese l’Albania contro l’invasione dei Turchi - Sedute con intarsi delimitanti le due lunghe sale del ponte dignitari - Portale d’entrata al gabinetto del Doge, ove si trova il trono dogale con le storie di Ercole e con a lato le statue della Prudenza e della Forza - Decorazioni del ponte dignitari, con grande tiemo a volta di botte composto da 36 scomparti con le Virtù cristiane, i mesi dell’anno, i segni zodiacali e le arti liberali - Decorazioni del salotto del Doge, con piccolo tiemo, composto da 10 scomparti rappresentanti le Muse con Apollo e con stemmi dei Patroni e Provveditori all’Arsenale - Pavimentazioni ad intarsi con motivi geometrici sul ponte dignitari Con a seguire un confronto incrociato del riscontro dei testi del Luchini e del Plet, da un lato con il modello di proprietà Franca Coin e dall’altro, con il modello in scala 1:10 del Museo Storico Navale di Venezia. Così da essere in grado di proporre la migliore delle mappature e ricavare le raccomandazioni e gli indirizzi da dare per le modalità di sviluppo ed esecuzione delle attività di scultura ed intaglio, sulla 4 base di ragionati criteri di valutazioni, tali da consentire una giustificata e definitiva scelta d’indirizzo, servendosi per di più dell’apporto innovativo delle tecnologie informatiche ad oggi ormai consolidate. Resta infine a completamento, di dire qualcosa degli aspetti connessi con le stoffe e gli addobbi. Vedi i velluti cremisi che realizzavano la parte esterna del grande e piccolo tiemo; vedi lo strascico che scendeva in mare di poppa, dall’alto del piccolo tiemo, estrema propaggine degli sfarzi della Serenissima; vedi per finire l’ immensa bandiera di San Marco issata sull’unica altissima alberatura posta sul profilo longitudinale in corrispondenza dell’intersezione del grande e piccolo tiemo. Una grande unica rappresentazione che potrà rilanciare, una volta avviata, attività peculiari al tempo della Serenissima, quelle degli intagliatori, degli scultori, dei doratori, attività che troverebbero ancora rinnovata dignità di esistenza nel futuro di Venezia, grazie alla realizzazione del Bucintoro del Terzo Millennio. 5