Emigrazione al femminile:a lungo ignorata

Transcript

Emigrazione al femminile:a lungo ignorata
EDITORIALE
Emigrazione al femminile:a lungo ignorata
Fervono i preparativi per il convegno
«Appuntamento donna» promosso dal
Coordinamento nazionale donne delle
ACLI e possiamo esserne certi, sarà un
momento di intenso significato per l’intera
organizzazione. Vogliamo cogliere, infatti,
questa opportunità per rilanciare e riannodare il filo di un dibattito che spesso s’infiamma e si spegne con la stessa rapidità con
cui si era acceso.
Ma vi sono anche altre, fondamentali considerazioni per un impegno alto dell’intera
organizzazione, affinché il convegno possa
produrre i frutti sperati. Ne vorrei citare
almeno tre fra le tante.
La presenza delle donne nelle ACLI della
Svizzera rappresenta da sempre un punto di
forza; un potenziale spesso sottovalutato e
mai valorizzato concretamente. Eppure le
donne, soprattutto a livello di strutture territoriali, hanno dato contributi essenziali
per la tenuta della rete e in anni non lontani hanno prodotto riflessioni fondamentali
in tema di «Donne ed emigrazione», come
pure sulle problematiche che rappresentano
il terreno tipico dell’impegno aclista: donna,
famiglia e integrazione - volontariato e qualità della politica - la pace come valore assoluto. Tanto per citarne alcune.
Una seconda considerazione, di carattere
metodico e organizzativo, riguarda la presenza delle donne negli organi delle ACLI.
Abbiamo ricostituito il coordinamento
donne a livello nazionale non per creare
comparti stagni e campi operativi anacronisticamente separati, bensì per strutturare un
centro di responsabilità definito che, nell’alveo delle linee programmatiche delle ACLI,
metta sul piatto della bilancia le sfide che
vivono le donne.
La terza considerazione che nasce dal convegno riguarda il debito di riconoscenza che
associazionismo italiano e storiografia ufficiale hanno nei confronti del pianeta donna.
Per decenni l’emigrazione al femminile è
stata ignorata: erano gli uomini che partivano per attraversare gli oceani in cerca di una
vita migliore, ma non di rado abbacinati da
uno spirito d’avventura d’altri tempi. Ed
erano le donne che restavano al paese con un
fardello pesante. Toccava alle «vedove bianche» - le mogli degli emigrati diretti in ogni
parte del mondo - la cui condizione umana,
sociale ed economica è stata relegata per
decenni in un cono d’ombra, farsi carico dei
figli da educare e nutrire, ma anche di
accompagnare i vecchi verso l’ultimo appuntamento, la morte. E quando, alla fine della
seconda guerra mondiale, riprese l’esodo di
massa, tra le decine di migliaia che salirono
sui treni diretti in Belgio, Germania e
Svizzera, c’erano anche tante donne. Donne
che hanno condiviso, con gli uomini, il disagio, le difficoltà, il lavoro pesante e la nostalgia.
L’emigrazione ha pesato sugli uomini e in
misura maggiore sulle donne, che oltre a
svolgere contemporaneamente un doppio o
triplo ruolo, come casalinghe nella loro identità di madri e mogli, come lavoratrici e come
mediatrici culturali verso il Paese di accoglienza, un ruolo storicamente affidato alla
loro saggezza tutta femminile per intessere
relazioni sociali e sostenere l’inserimento
scolastico dei figli. Proprio perché le donne
hanno la capacità di svolgere questo sottile e
fondamentale lavoro di cucitura di modelli
appartenenti a culture, comportamenti e concezioni di mondi diversi.
Ora che quella storia sofferta e dolorosa è in
gran parte terminata, e giustamente parliamo di uomini e donne italiani nel mondo
perché i processi d’integrazione hanno ridotto le marginalità mortificanti che hanno vissuto i nostri genitori e progenitori ed hanno
portato all’affermazione sociale e professionale delle generazioni giovani, non dobbiamo dimenticare che quelle donne hanno trovato spesso anche il tempo e la forza di dedicarsi ad attività di volontariato, impegnandosi così socialmente e politicamente.
Sommario
numero IV e V - anno XV
Pensar non nuoce
Posso dire la mia?
a pagina 4
Incontro di Orvieto
a pagina 5
Ricorrenze
Mattmark
a pagina 6
Appuntamenti
Convegno sul Beato Scalabrini
a pagina 7
Votazioni federali
Moratoria OGM
a pagina 8
Lavoro domenicale a pagina 9
Le ACLI del futuro
Percorso formativo per dirigenti
a pagina 10
Dossier Donna
Nè strega, nè madonna.
a pagina 11
Le donne non vengono contate
a pagina 12
Orrore per le donne del Congo
t
a pagina 13
Fermiamo la violenza sulle donne
a pagina 14
Convegno donna
a pagina 16
a pagina 17
Due ritratti
Posizione verticale nel parto
La povertà è donna
Pagine al femminile
a
Il lavoro che ammala
a pagina 18
a pagina 20
a pagina 21
ENAIP
Enaip a Lugano
a pagina 22
Corsi e certificati
a pagina 23
Servizio civile volontario a pagina 24
Patronato
Le sedi di Patronato in Svizzera
a pagina 25
Ricorsi AI a pagamento
a pagina 26
La vita delle ACLI
Coro di Lugano a Varese
a pagina 27
Wohlen: tre religioni a confronto
a pagina 27
Appuntamenti e segnalazioni
a pagina 28
Pellegrinaggi delle ACLI
a pagina 29
Il Circolo ACLI di Wohlen
alle pagine 30 e 31
Franco Narducci
Presidente Nazionale ACLI
il dialogo IV e V/05
3