Questo documento è tratto dal forum Ari Fidenza 3D
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Questo documento è tratto dal forum Ari Fidenza 3D
Questo documento è tratto dal forum Ari Fidenza 3D aperto da IK4NMF Il documento tratta i prodotti di intermodulazione negli stadi amplificatori lineari. L'intendo è quello di insegnare ad utilizzare nel modo corretto i nostri rtx onde evitare di recare disturbo ai nostri corrispondenti e progettare amplificatori lineari sia low power che high power illustrando a vario titolo secondo le conoscenze di chi risponde al 3D i vari metodi di messa a punto. Da parte mia mi limito a scegliere le miglior risposte e racchiuderle i questo documento . A fondo articolo gli autori che mi hanno dato il permesso di pubblicare le risposte , chi non è citato è pregato di segnalarmi a mezzo email il suo consenso alla pubblicazione ,in caso di non consenso provvedo a rimuovere la parte interessata IK4NMF apertura 3D: Apro questa discussione nell'intento di fare un po' di chiarezza sul dimensionamento e sull'utilizzo degli amplificatori di potenza nei vari modi di emissione. Vorrei nel modo più assoluto evitare qualunque polemica come di solito avviene quando si parla di questo argomento, premetto perciò che sono un sostenitore del QRO o meglio dell' utilizzo della potenza necessaria per poter effettuare un particolare qso, nel pieno rispetto di tutti i modi di fare radio QRPP compreso, cosa questa che dovrebbe essere la base del comportamento di ciascuno di noi quando ci troviamo ad utilizzare una delle nostre radio. Chi mi conosce sa che amo analizzare l' aspetto tecnico delle apparecchiature che utilizzo così come ogni volta che raggiungo un traguardo ovvero riesco ad effettuare un qso al limite, già dal giorno successivo mi adopero per migliorare l'insieme delle mie attrezzature per andare oltre. Ma veniamo all' argomento della discussione. In ciascuna delle nostre stazioni radio è presente un amplificatore di potenza, a partire da quello integrato nel più piccolo e semplice apparato QRP fino ai grossi amplificatori in grado di erogare alcuni KW. Lo scopo di un amplificatore è quello di accettare al suo ingresso un segnale che contiene un'informazione con una certa potenza e, di fornirlo all'uscita con una potenza maggiore, lasciando inalterata l'informazione, per essere inviato alla nostra antenna. Così sarebbe se il nostro amplificatore fosse "perfetto" il che esiste solo nella teoria. Nella pratica il nostro amplificatore che è realizzato intorno ad uno o più dispositivi che sono tutt'altro che "perfetti" introduce una modifica al segnale disponibile all'uscita rispetto a quello che gli proponiamo al suo ingresso che d'ora in poi chiameremo "distorsione". A seconda della tipologia del segnale che forniamo all'ingresso del nostro amplificatore ovvero del tipo di modulazione del segnale, esso dovrà avere alcune caratteristiche per esempio, se inseriamo all' ingresso un segnale CW,FM o con modulazione FSK come l' RTTY o alcuni modi digitali come JT e similari che, sono segnali ON-OFF nel caso del CW o, ad ampliezza costante come nel caso dell' FM o FSK, il fatto che l' amplificatore abbia un comportamento lineare poco ci importa e,possiamo vedere che anche se dovessimo esagerare con la potenza di pilotaggio in modo tale da portare il circuito ad una moderata distorsione, il nostro interlocutore che ci sta ascoltando non noterebbe nulla di strano. Il contenuto armonico alle frequenze multiple della fondamentale, in questa condizione aumenterebbe ma, un buon filtro passa basso è in grado di mettere a posto le cose. Questo è vero naturalmente se rispettiamo la condizione di pilotare il nostro amplificatore con un segnale "pulito" ma, al riguardo tornerò più avanti. Vediamo invece cosa succede quando andiamo ad utilizzare il nostro amplificatore in SSB (il discorso vale a maggior ragione per la modulazione di ampiezza). Ognuno di noi sa che un segnale modulato in SSB ha un livello di potenza la cui ampiezza varia continuamente e proporzionalmente alla nostra voce ovvero, la potenza media del segnale varia proporzionalmente alla potenza della nostra voce. E'facile comprendere che, se il nostro amplificatore segue fedelmente questa variazione di livello il segnale all'uscita non sarà distorto ovvero il nostro amplificatore avrà un comportamento "lineare" ovvero tanto per fare un esempio, supponiamo di avere un'amplificatore che guadagna 10 volte in potenza e, lo pilotiamo con un segnale da 1 W lui ci restituisce un segnale all'uscita di 10 W così se lo pilotiamo con 2 W ce ne fornirà uno di 20 W e così via. L' amplificatore perfetto avrebbe questo comportamento per qualunque segnale con qualunque potenza noi gli fornissimo al suo ingresso. Purtroppo non è così in quanto ogni amplificatore "reale" monta un dispositivo con determinate caratteristiche e con dei limiti. Una delle caratteristiche di questi dispositivi è proprio la linearità. Ogni dispositivo "reale" ha un limite massimo di potenza di uscita superato il quale il funzionamento non è più lineare ma, inizia a "comprimere" il segnale di uscita ovvero provoca una distorsione. Questo succede quando ad esempio mi accorgo che pur avendo aumentato il pilotaggio di 1 dB, la potenza di uscita è incrementata di una quantità minore, supponiamo di 0.5 dB. Il limite comunemente accettato per considerare la massima potenza di un dispositivo è "1 dB di compressione" ovvero, quando ad esempio per un incremento di 3 dB della potenza di pilotaggio, la potenza di uscita varia di soli 2 dB. Se noi andassimo oltre tale limite, il segnale risulterebbe così distorto da causare i ben noti "splatters" con i quali ogni giorno dobbiamo convivere. Già comunque al limite di 1 dB di compressione il mostro segnale non sarà più così pulito. Se in questa condizione trasmettessimo in CW (ma ribadisco con un segnale CW pulito e sinusoidale) potremmo tranquillamente arrivare a una compressione più marcata senza particolari problemi. Qui a questo punto mi permetto un commento, ovvero senza citare alcun marchio ma, quando vedo la pubblicità di un amplificatore che viene dichiarato per 1.2-1.3 KW e, guardando al suo interno vedo che è montato un dispositivo il quale, leggendo il datasheet del costruttore è dichiarato a 950W a 1 dB di compressione, il che per il mio modo di pensare significa non superare gli 850900W in SSB, penso a quello che succede quando questo amplificatore viene utilizzato da un radioamatore senza particolari conoscenze tecniche ma che, legge semplicemente le istruzioni le quali riportano "potenza massima 1300W" e, lo utilizza in SSB. E'sufficiente ascoltare quello che normalmente succede ogni giorno sulle nostre bande per avere una risposta. Nei prossimi post andrò ad analizzare più in dettaglio quello che succede e, vi farò vedere attraverso immagini dell' analisi spettrale di un amplificatore quando questo viene fatto lavorare ad una potenza molto bassa rispetto al suo limite massimo, ad una potenza intermedia, verso il suo limite massimo e, quando esso viene superato. Da questi dati capirete la ragione per la quale io utilizzo nei limiti legali un amplificatore in grado di erogare una potenza cinque volte maggiore, così come capirete che anche un trasmettitore QRP mal progettato o male utilizzato possa essere una sgradevole fonte di disturbo per il nostro prossimo. Considerando che qui sul forum ci sono parecchi esperti autocostruttori, sarebbe interessante un confronto squisitamente tecnico per analizzare ogni possibile soluzione che ci possa portare a scrivere sempre più in piccolo quel "quasi" nel titolo. Personalmente ho una dichiarata simpatia per gli amplificatori a valvole ma, non mi dispiacciono le soluzioni a stato solido purchè utilizzate nei limiti in cui possano fornire un segnale utile pulito. Ora cercherò di analizzare il problema nel modo più semplice possibile per dar modo anche a coloro che non sono del mestiere di comprendere quello che avviene in un amplificatore quando esso si trova a lavorare in modo non lineare e, gli forniamo un segnale complesso. Per semplificare il concetto supponiamo di fornire al nostro amplificatore due sole frequenze ad esempio 14100 KHz e 14101 KHz che per semplicità chiamiamo F1 ed F2. Se l' amplificatore stesse lavorando in una condizione di perfetta linearità e, i due segnali fossero due sinusoidi pure, esso ci renderebbe disponibile all' uscita due segnali identici ai primi ma con ampiezza maggiore. Un segnale che non sia una sinusoide pura però contiene delle armoniche (e qui il buon Fourier dimostrò matematicamente il perchè arrivando anche a dimostrare che un'onda quadra contiene un numero di armoniche infinito). Dunque il nostro dispositivo si troverà a trattare non solamente F1 ed F2 ma anche 2xF1,2xF2,3xF1,3xF2 e così via all' infinito. Consideriamo solamente la seconda e la terza armonica per semplicità e, andiamo a vedere nell' immagine cosa succede: Accanto ai nostri due segnali ne vediamo altri quattro che sono il risultato di: (2xF1)-F2 e (2xF2)-F1 che sono i prodotti di terzo ordine e, (3xF1)-(2xF2) e (3xF2)-(2xF1) che sono i prodotti di quinto ordine. Praticamente oltre ai due segnali a 14100 e a 14101 ci ritroviamo anche 14098,14099,14102 e 14103 KHz. Se aggiungessi anche i contenuti armonici di ordine superiore il numero di questi segnali intorno ai due principali aumenterebbe di conseguenza. E se, invece di due soli segnali ne aggiungessi un numero considerevole...proviamo a pensare a tutto lo spettro di frequenze da 300 a 3000 Hz (la nostra voce) che va per esempio a modulare la nostra portante a 14100 KHz generendo un innumerevole numero di segnali che vanno da 14100.3 a 14103 KHz (siamo in USB)... per la gioia dei nostri colleghi che stanno operando su frequenze adiacenti alla nostra, possiamo aspettarci un gazzabuglio incredibile di segnali sopra e sotto la porzione di banda che dovremmo interessare se la nostra emissione fosse pulita. Notare che questo fenomeno avviene sempre e comunque in quanto ci troviamo ad usare amplificatori costruiti con dispositivi che non sono teorici e quindi perfetti ma, reali con tutti i problemi che ne conseguono. Cosa possiamo fare per non tirarci addosso le imprecazioni e le ire dei nostri colleghi che si trovano ad operare su frequenze adiacenti alla nostra? Più tardi andremo a vedere questo aspetto. Risposta di I4LEC In attesa di conoscere come poter ovviare a quanto esaustivamente descritto, un esempio di "guazzabuglio", se Fausto acconsente, lo posso anticipare io. Vedi un segnale di soli -63dBm (S9+10) che presenta un accentuato terz'ordine e quint'ordine per una larghezza complessiva di ben 13KHz!! Immagine: 85,31 KB Per contro, come si dovrebbe presentare un segnale esente da distorsone, seppure di intensità maggiore (S9+20). Immagine: 82,94 KB Veramente un' ottima discussione, in attesa delle prossime utilissime puntate... 73, LEC Risposta di ik4nmf Grazie Claudio dell' apporto alla discussione, le due immagini infatti rappresentano in modo inequivocabile quello che realmente succede ovvero, un segnale più forte "pulito" e un segnale più debole "sporco". Quando saremo più avanti nella discussione vedremo di commentare questi casi. Ora esaminiamo questo grafico: possiamo vedere sull' asse delle ascisse la potenza di pilotaggio dell' amplificatore e su quello delle ordinate la potenza di uscita. Come potete vedere interpolando i due valori di Pin e Pout otteniamo la curva di guadagno dell' amplificatore in esame. Si può notare come questa "curva" sia per buona parte una "retta". Tutti i punti compresi in quel tratto rettilineo vanno dalla potenza minima rilevabile dall' amplificatore (praticamente quello che più frequentemente nei ricevitori chiamiamo "MDS") fino al livello di potenza per il quale inizia un flesso ovvero quel punto nel quale se incrementiamo la potenza di pilotaggio per esempio di 0.1 dB, non corrisponde più un incremento corrispondente di 0.1dB all' uscita. Se noi facciamo lavorare il nostro amplificatore in quel tratto di curva potremo affermare che esso non distorce il segnale che gli applichiamo all' ingresso. Un minimo di distorsione in realtà esiste perchè ben difficilmente troveremo un amplificatore così "buono" da avere una curva di amplificazione così rettilinea fino a un livello di potenza così prossimo all' inizio del flesso che porta al famoso 1dB di compressione però, se noi ci manteniamo sufficientemente distanti questo punto potremo essere sufficientemente tranquilli che la nostra emissione sarà comunque abbastanza buona. "In the meantime we have reached the point in several radios that until we begin to clean up the transmitters, there is no need for further improvements to our receivers." ...ovvero "e se la colpa non fosse dell' amplificatore o quantomeno non solamente la sua". Chiaramente non è la traduzione della frase pronunciata qualche tempo fa da NC0B Rob Sherwood ma, una mia interpretazione. Rob sostiene che ormai il livello raggiunto dai nostri ricevitori fa si che non abbia più senso investire per migliorarli ulteriormente. E su questo ha ragione: a cosa serve avere un super ricevitore in grado di non essere minimamente infastidito da un segnale eccezionalmente forte su una frequenza vicina a quella sintonizzata se, il segnale adiacente occupa una banda talmente larga da trasmettere delle spurie sulla frequenza che noi stiamo ascoltando. Non c'è ricevitore che tenga in questo caso. Le poche difese che abbiamo contro questa situazione sono innanzi tutto l' antenna che può consentirci di abbattere il livello del disturbo sempre che questo non provenga dalla direzione che stiamo ascoltando oppure i filtri a sfasamento detti anche noise killer. Forse sarebbe veramente il caso che i costruttori iniziassero a dare un'occhiata anche alla qualità della parte trasmittente delle nostre radio o quantomeno che facessero in modo di non rendere possibile una regolazione o una combinazione di regolazioni tale da rendere pessimo il segnale trasmesso. Non sarebbe poi così difficile specialmente con le radio moderne. Torniamo al nostro amplificatore che per un momento supponiamo perfetto ovvero che non apporti alcuna distorsione al segnale con il quale viene pilotato. Se noi gli forniamo un segnale pulito con un basso contenuto armonico lui ce lo renderà all'uscita uguale nel contenuto ma con una ampiezza maggiore. Ma se entriamo nel nostro amplificatore con una schifezza non potremo aspettarci altro che una schifezza...amplificata. Se come avviene nella realtà anche l' amplificatore introduce un peggioramento nelle caratteristiche del segnale (questo avviene sempre e comunque) possiamo aspettarci quello che vediamo nell'immagine postata da Claudio poco sopra. Sul trasmettitore ben poco possiamo fare, se è progettato male anche avendo l' esperienza per modificarlo non è sicuramente un'impresa facile. Qualcosa forse si può fare a livello dello stadio amplificatore di potenza ma spesso il problema non nasce in quella parte del circuito ma molto prima. Per fortuna almeno per quello che riguarda la fascia medio alta i nostri apparati opportunamente regolati hanno una emissione decente, attenzione però ho detto "ben regolati" per cui occhio a mike gain, speech processor e ammenicoli vari. Un buon consiglio sarebbe quello di avere un monitor scope in stazione (molti apparati di 20-30 anni fa lo avavano disponibile come accessorio) con il quale controllare la propria emissione. Un'altra frase che sarebbe da stampare in grande e appenderla in stazione come un poster è quella di ON4UN: "mai e poi mai inizierò a trasmettere senza avere un monitor scope collegato al mio trasmettitore" . Provate ad ascoltare il suo segnale e a visualizzarlo se avete a disposizione un panadapter, capirete cosa vuole dire con questa frase. Qualche sera fa lo ho ascoltato in 40 metri, il suo segnale era uno dei più forti in banda ma, potevo tranquillamente ascoltare un segnale a livello del rumore a 2 KHz di distanza. Un semplice oscilloscopio da poche diecine di euro è in grado di assolvere a questo scopo. Con esso possiamo vedere due parametri importantissimi, l'inviluppo di modulazione in SSB e, la forma d'onda della manipolazione CW. Se fossi davanti a una platea ora direi: alzi la mano chi ha il monitor scope in stazione ! Sicuramente vedrei poche mani alzate e una moltitudine di gente che si guarda intorno :-)) . Vabbè per oggi basta, a domani... 73, Fausto IK4NMF Torniamo in tema e vediamo come caratterizzare la curva del guadagno del nostro amplificatore. Il metodo è abbstanza semplice: si collega un wattmetro tra il nostro ricetrasmettitore e l' amplificatore e, un secondo wattmetro tra l' amplificatore e un carico fittizio (va bene anche l'antenna ma, occhio ad usare una frequenza libera e, che alla frequenza in cui intendiamo effettuare il test l' antenna abbia un valore di SWR basso. Prendiamo un foglio di carta e tracciamo due assi cartesiani, sull' asse delle ascisse scriviamo i valori delle potenze in ingresso e su quello delle ordinate quelli della potenza di uscita avendo cura di fare una serie di trattini equidistanti con un righello sugli assi in modo da avere due scale lineari. Accendiamo il nostro RTX e, l' amplificatore poi impostiamo il comando della potenza della nostra radio al valor minimo. Supponiamo tento per fare un esempio che il nostro amplificatore eroghi la sua massima potenza con un ingresso di 60W. Iniziamo a trasmettere una portante e regoliamo la potenza del trasmettitore a 1 W, fatto questo leggiamo sul secondo wattmetro la potenza in uscita che sarà per esempio 10 W poi, proseguiamo impostando la potenza a 2 W leggendo la potenza di uscita che presumibilmente sarà di 20 W (se l' amplificatore risponde in modo lineare). Poi proseguiamo di watt in watt fino al pilotaggio massimo di 60 W. Tutti i valori di potenza di ingresso e di uscita li riportiamo sugli assi cartesiani e, punto per punto con l' aiuto di una squadretta, tracciamo il grafico sulla carta. Ad un certo punto noteremo che unendo tutti i punti ottenuti, disegneremo una retta che ad un certo punto inizierà a curvare verso destra. L' ultimo punto in cui il grafico risultante rimane entro la parte retta rappresenta la massima potenza in cui il nostro amplificatore si comporta in modo assolutamente lineare. Dopo quel punto inizierà la compressione del guadagno. Con la nostra squadretta potremo andare a leggere le relative potenze di uscita e di ingresso relative a quel punto nella curva. Guardando il grafico che ho postato in precedenza forse il tutto risulta più chiaro viceversa chiedete pure che cercherò di spiegarmi meglio. A questo punto scrivo quella che è la mia regola numero 1: Non superare mai quando trasmettiamo in SSB, in nessun caso, la massima potenza in cui il nostro amplificatore lavora in modo lineare. Oltre questo livello l'amplificatore inizierà a distorcere il segnale trasmesso proporzionalmente all' eccesso di pilotaggio, con tutte le conseguenze del caso (splatters e conseguenti imprecazioni dei colleghi che si trovano prossimi alla vostra frequenza). Parlando davanti al microfono vedrete l' ago del wattmetro che oscilla decisamente più in basso della potenza che avete letto eseguendo il test sopracitato e, il motivo è che l'ago dello strumento non è sufficientemente veloce e reattivo per raggiungere la massima deflessione nei brevi picchi della voce. Per leggere la potenza massima PEP (Peak Envelope Power) occorre un wattmetro con lettura di picco come ad esempio l' LP100 della Telepostinc o altri similari. 73, Fausto IK4NMF Ed ora vi racconto una storiella ovvero il modo più semplice per prendere un buon ricetrasmettitore, un altrettanto buon amplificatore e ottenere una ciofeca cercando di accoppiarli nel modo sbagliato. Titolo della storiella: "L' ALC questo sconosciuto" . Protagonisti A e B A: Ciao come va, oohh...vedo che hai comperato un bell' amplificatore. B: Tutto bene, infatti è un amplificatore di ottima qualità e potente ma, tutti mi dicono che esco male, che splattero e non so cosa fare... A: Mi pare strano ma, con quanta potenza lo piloti? B: 100W A: come 100 W ??? Quell' amplificatore vuole al massimo 30 W di pilotaggio o anche meno. B: si, ma mi hanno detto di collegare l' ALC che ci pensa lui. A: @*#$$% acc... porc... Sembrerebbe una banalità ma avete idea di quanti adottano questa pratica. Mi perdonino coloro che sanno come si deve fare ma lo scopo di questo post oltre ad arrivare alla definizione dell' amplificatore "quasi" perfetto è anche quello di rendere edotti i principianti (e non solo quelli) su come si utilizza un amplificatore. Scrivo qui la regola numero 2: Per regolare opportunamente la potenza di pilotaggio dell' amplificatore si utilizza la manopola apposita sull' apparato trasmittente. Una volta stabilito il livello massimo di pilotaggio lo sia annota e, ogni qualvolta si utilizza la radio si verifica di non avere impostato la regolazione della potenza ad un livello superiore a quello massimo di ingresso dell' amplificatore. MAI e ripeto MAI utilizzare la connessione dell' ALC tra l' apparato e l' amplificatore per ottenere questo scopo, il risultato che si ottiene sarebbero solo splatters e distorsioni. Guarda caso al signor "B" dopo che il signor "A" gli ha staccato il cavetto di connessione del segnale ALC e gli ha spiegato come si deve fare, nessuno ha mai più lamentato problemi sulla sua emissione. Il perchè è semplice: l' uscita del segnale ALC fornisce una tensione di controllo che va a regolare la potenza del trasmettitore solamente quando questo ha iniziato a trasmettere ma, se l' apparato inizia a trasmettere con la sua massima potenza, nel caso sopra 100W e, l' amplificatore vuole al massimo 30 W di pilotaggio, quest' ultimo prima di fornire la tensione di ALC che va a regolare la potenza dell' apparato a 30 W si busca una botta a 100W, è vero per poche frazioni di secondo ma, è anche vero che nel modo SSB il trasmettitore "inizia a trasmettere" ad ogni tonalità di ogni sillaba di ogni parola e, in CW ad ogni pressione del tasto. In poche parole tra sillaba e sillaba e tra punti e linee il segnale di ALC si azzera e il trasmettitore riparte con i suoi 100W generando dei fenomeni che vanno dal clippaggio alla saturazione. Il risultato ormai lo conoscete. 73, Fausto IK4NMF risposta di ix1ixg Ciaol a Tutti, cercherò come sempre di essere breve e coinciso, (anche se poi non ci riuscirò) in modo da non rendere troppo pesante la discussione, anche se alla fine la trattazione di simili argomentazioni alla fine rende il discorso tutt' altro che breve. Per effetture con precisione le misure necessarie al controllo di tali stadi, sono indispensabili oscilloscopio, generatore a 2 toni ad ottima purezza spettrale e analizzatore di spettro, quest' ultimo, avendo gli altri 2 e un po' di esperienza, potrebbe anche essere escluso. A livello spettrale, le armoniche ed i prodotti di intermodulazione sono parametri ben distinti, se il livello delle prime potrebbe migliorare con l' inserimento di un amplificatore di potenza (in uno stadio a valvole questo avverrebbe grazie agli stadi accordati di ingresso e uscita) i secondi hanno la tendenza a peggiorare. Le armoniche possono essere contenute semplicemente inserendo un filtro passa basso all' uscita dello stadio, mentre per i prodotti di intermodulazione non esiste nulla di similare da applicare esternamente per poter migliorare la situazione. I fattori che determinano la creazione di questi prodotti potrebbero essere ricercati sia in uno stadio eccitatore che in uno finale, la spiegazione matematica di come essi vengano a crearsi, vi viene data da Fausto qualche post sopra, a livello pratico, in una catena di trasmissione in generale bisognerebbe evitare situazioni che introducano distorsioni curando in egual misura la catena RF che quella BF, in uno stadio finale di potenza, tale valore, come ho già avuto modo di scrivere, dipende da un numero piuttosto variegato di fattori, considerando che il discorso quì è incentrato piuttosto su i tubi, la stessa valvola utilizzata ha un proprio valore di IMD solitamente indicato sulle specifiche del prodotto ma ad influise sono anche potenza di uscita, la corrente di griglia, tensione di griglia schermo, se usiamo un tetrodo (parlando di tetrodi e g2, se la progettazione dello stadio alimentatore per tale elettrodo non è ottimale, i valori di IMD rischiamo di divenire davvero spropositati) bisogne inoltre tenere ben presente che il peggior valore dei prodotti IMD potrebbe prentarsi anche restando lontano dai massimi parametri di pilotaggio e potenza e di uscita del nostro amplificatore, per cui non è assolutamente sicuro che abbassando il pilotaggio e la potenza di uscita le cose da questo punto di vista migliorino... Ma di quanti dB dovrebbero essere IMD3 e IMD5 per avere un buon segnale modulato ? Diciamo che rispettivamente 30 e 40 sono già sufficienti, un livello ulteriormente inferiore di 5...6 db potrebbe essere ancora accettabile anche se sarebbe meglio evitarlo. Riguardo alle misure, anche se è possibile ottenere una visualizzazione trapezioidale della linearità della catena, vi sconsiglio vivamente di adottare tale misura in SSB... per effettuarla, servirebbe comunque un oscilloscopio ed un generatore a 2 toni, a questo punto meglio usare l' oscilloscopio in modalità classica, le distorsioni saranno decisamente più visibili, l' immagine che segue vi presenta i 2 toni modulati da un ts850, come potete vedere la modulazione è buona, non sono presenti distosioni, infatti "sembrerebbe di guardare 2 perfetti segneli sinusoidali sfasati di 180°" ed anche il trapezioidale risulta discreto, senza apprezzabili anomalie a titolo ingormativo, tale segnale presenta un rapporto IMD3 di circa 40 dB e maggiore di IMD5 (nonli ho seganti e non li ricordo cmq intorno a 50 dB) Immagine: 28,38 KB Quella che segue invece è una modulazione distorta, la differenza si nota molto bene sulla sinusoide, mentre è appena percettibile sul trapezio... l' IMD3 in questo caso è passata a 20 dB... siamo già fuori di brutto rispetto a quanto desiderato Immagine: 30,25 KB A questo punto ho esasperato il modultatore, delle differenze sulla sinusoide se ne accorgerebbe anche una talpa mentre risulltano meno marcate sul trapezio... IMD3 circa 17...18 dB Immagine: 30,41 KB Una foto dei 2 toni indistorti ma sbilanciati, (uno aveva un' ampiezza maggiore dell' altro) con relativo trapezio Immagine: 27,98 KB Una foto con un solo tono, praticamente portante con frequenza F-Fmod Immagine: 23,62 KB Da notare come la potenza PEP sia identica a quella Key Down... ma se vi racconto anche questo finisco domani (anzi oggi !) Qualche schema, che forse è la parte più interessante... per monitorare la vosta emissione AM con diagramma trapezioidalesi potrebbe utilizzare questo, collegato appunto agli ingressi XY dell' oscilloscopio (un 20 mhz da 50 euro è più che sufficiente) Immagine: 21,21 KB Per misurare la linearità del vostro ampli, senza troppi sbattimenti e spesa ci sarebbe questo... sintanto che l' ago rimane in centro siete in zona lineare, man mano che l' ago si sposta la proporzionalità dei segnali viene a mancare con conseguente compressione. A Tal proposito, sostituire lo strumento ad ago con un indicatore di picco a led sarebbe il massimo, ci permetterebbe di monitorare in pieno l' emissione... tranquilli, non ci và nessun microcontroller... un lm3914 (mi pare) sarebbe più che sufficiente. Immagine: 15,13 KB A titolo puramente informativo, per ottenere la distorsione è stato sufficiente superare il 5% di compressione con il processor per cui andateci piano... con tale controllo sulla mia radio è molto facile sforare. P.S I valori sugli schemi sono puramente indicativi, servono solo per rendere l' idea, il dimensionamento è talmente banale che potete tranquillamente fare da soli ! riguardo al mio precedente post, tengo a precisare solo una cosa che sicuramente per la quasi totalità dei lettori sarà scontata, i dB di IMD sono al di sotto del livello delle due portanti generati dai due toni... per cui la chiave di lettura effettiva dovrebbe essere -40 dB, -30 ecc... giusto per non fare confusione... Potenza media e PEP, dunque un' immagine vlae di più di 100 formule o parole, guardando la foto che segue, nel cerchio giallo è indicata la potenza PEP ovvero quella di picco raggiunta dalla RF, come si può notare, la differenza tra il cerchio sopra e quello sotto risiede semplicemente nel fatto che quella sotto è continua, senza interruzioni mentre quela sopra è presente al massimo livello solo in alcuni istanti anche se poi il livello massimo è identico, misurando il segnale sopra, un wattmetro a lancetta ci indicherà la media della potenza, a causa dell' inerzia dell' ago dello strumento che non farà in tempo a raggiungere il suo massimo mentre nella situazione sotto essendo la potenza continua senza fluttuazioni l' ago raggiungerà il massimo senza problemi con tutto il tempo che gli necessita... in entrmbi i casi la potenza sarà identica e se vogliamo dirla tutta è quella che ci interessa maggiormente in una comunicazione in ssb o CW.. il fatto di indicare potenze PEP superiori erogate a quelle continue potrebbe essere valido esclusivamente su stadi finali con tensione di alimentazione non stabilizzata, per il semplice fatto che nel momento dell' assorbimento massimo, la tensione rimarrà per qualche istante leggermente più alta del normale facendo fornire allo stadio una maggior potenza... in caso di tensioni stabilizzate questo non accade di conseguenza la potenza di picco sarà sempre uguale sia che venga erogata di continuo oppure solo per 1 mS... per approfondire leggetevi l' articolo di Tony JX che è sicuramente più dettagliato. Immagine: 51,28 KB P.S. i riquadri rossi indicano la potenza media, infatti nell' arco di tempo rappresentato dall' asse orizzontale si può intuire perchè nella foto in alto essa sia inferiore, la riga verticale gialla indica l' ampiezza mssima istantanea che esattamente la stessa. Ciao a Tutti, Dave. Consenso pervenuto da parte: IK4NMF IX1IXG