39) Il Messico

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39) Il Messico
Il Messico
La parola Messico deriva da Mēxihco, nome con il quale gli Aztechi
designavano la loro capitale. Ci sono diverse ipotesi circa il significato della
parola "Mēxihco”. Un'etimologia proposta suggerisce che potrebbe essere
interpretato come "luogo [dove vive] Mēxitli o Mēxtli", un nome della divinità
della guerra degli Aztechi. Un'altra corrente individua le parole metztli (luna),
xictli (centro) e -co (in, il posto): in questo modo il nome Messico
significherebbe “nel centro della Luna” oppure “ nel centro del lago della
luna”. Tuttavia quest'ultima interpretazione è scarsamente riconosciuta.
Il dio Mixcoatl
Il Messico è uno stato dell'America settentrionale la cui capitale è Città del
Messico.
È il paese più settentrionale dell'America Latina e costituisce la più grande e la
più popolata nazione ispanofona del mondo.
Pur appartenendo il Messico all'America latina, dove si parlano, con alcune rare
eccezioni, solo lingue che derivano dal latino, lo Stato fa parte della parte
settentrionale del continente.
Il Messico è diviso in 31 stati (estados) ed è una
Repubblica Federale. Ogni stato ha una costituzione
propria e un governatore eletto direttamente.
Il clima del Messico è generalmente di tipo tropicale ed è caratterizzato dalla
presenza di due stagioni, una stagione secca e una stagione umida, nel corso
dell'anno. La stagione secca e asciutta va da novembre e maggio. Le
temperature massime sono elevate, in genere al di sopra dei 20°C, ma in alcune
zone del paese l'escursione termica giornaliera è elevata e la temperatura
minima può ridursi a pochi gradi centigradi nelle ore notturne. La stagione
umida va da maggio a settembre durante la quale le precipitazioni piovose si
fanno particolarmente abbondanti e frequenti.
In seguito all'arrivo degli
spagnoli nel XVI secolo e alla
distruzione del regno Azteco
nel 1521 il Messico divenne
colonia spagnola con il nome di
Nuova Spagna. Nel 1810 si
dichiarò indipendente dalla
Spagna. La lunga dittatura di
Porfirio Diaz portò alla
rivoluzione messicana del 1910.
Le forze rivoluzionarie
sconfissero le truppe regolari
ma a causa di conflitti interni il
paese subì un ventennio di
disordini.
Porfirio Diaz
Il Messico è una delle nazioni più popolate del mondo ed è, subito dopo il Brasile, il
paese più popolato dell'America Latina. Il 60% della popolazione è costituita da meticci,
di discendenza mista europea soprattutto spagnola e indigena. Il 9% degli abitanti è
invece di origine europea si tratta soprattutto di italiani, francesi, tedeschi, polacchi,
russi e inglesi. Il Messico è lo stato che ospita il maggior numero di statunitensi che
vivono al di fuori degli U.S.A. Ciò è dovuto in primo luogo ai legami economici, sempre
più importanti, fra i due paesi . Inoltre, gli statunitensi considerano il Messico
un'ottima meta di ritiro dalla vita frenetica.
La religione predominante è la
cattolica, seguono varie
confessioni protestanti e una
piccola percentuale di altri
credenti o atei. Alcuni
amerindi, pur dichiarandosi
cattolici, praticano in realtà una
religione che mescola il
cristianesimo e alcuni elementi
degli antichi culti Aztechi e
Maya. La chiesa mormonica si
sta diffondendo in modo
significativo nelle principali
città presso il confine nordorientale. L'ebraismo è presente
da molti secoli in Messico. I
musulmani sono alcune
migliaia.
Molto diffusa è la venerazione
della Santa Morte che convive
tranquillamente con quella data a
tutti gli altri santi. La sua
immagine incute paura (la
classica faccia scheletrica avvolta
in un mantello, con la falce in
pugno; più, a volte, una bilancia
e/o un globo terrestre in mano). I
suoi devoti credono che essa sia
una presenza spirituale benevola,
un angelo di luce dotato di
estremi poteri. I più votati a essa,
sono i criminali e delinquenti o,
comunque, persone che
conducono una vita pericolosa .
La “Feria del Jumil”, ovvero la sagra
della cimice, si celebra nella
pittoresca regione messicana del
Taxco. Questa tradizione deriva da
usanze molto antiche; i nativi
americani, antenati degli attuali
abitanti della suddetta regione, si
cibavano di tale insetto,
considerandolo sacro, e lo
utilizzavano in medicina. Alla Feira
vengono proposte ancora vive. La
Feria del Jumil è ovviamente anche
un pretesto per far festa fino a tarda
sera, sorseggiando una birra,
cimentandosi in balli popolari e
ascoltando le varie band mariache.
Non solo, ogni anno in occasione di
questa celebrazione si elegge una
reginetta di bellezza, la “Reina
Jumil”, letteralmente “regina
cimice”. Le candidate sono in
genere cinque e hanno il compito di
cimentarsi in un breve discorso
riguardante il festival. Vince la
ragazza più applaudita dai presenti.
Lo spagnolo è la lingua
ufficiale del Messico.
Ufficialmente, il governo
riconosce 62 lingue
Amerindie, tra le quali la più
parlata è il Maya. Il governo
ha promosso programmi
educativi bilingue (in
spagnolo e in una lingua
locale) presso le comunità
indigene rurali.
L'inglese è molto conosciuto
nelle grandi città, presso il
confine statunitense e nelle
località balneari. L'inglese,
inoltre sta diventando
popolare soprattutto fra i
giovani, mentre le più
prestigiose scuole private
offrono un'educazione
bilingue.
La cucina messicana, deriva dall'incontro dell'antica cucina Maya con quella
dei conquistadores spagnoli. Quando quest’ultimi arrivarono nella capitale
atzeca, Tenochtitlan, scoprirono che l'alimentazione dei locali era basata su
piatti a base di mais con aggiunta di erbe, e spesso accompagnati da fagioli.
Successivamente, influenzarono tale cucina aggiungendo riso, carne e vino
portati dalla Spagna. A questa base si sono poi aggiunti i prodotti provenienti
dall'Africa e da tutte le migrazioni che hanno investito le Americhe.
Un pranzo tipico messicano comincia sempre con la zuppa, di semplice
verdura o arricchita con carne. La famosa sopa de limon, tipica di Merida
(Yucatán) è una minestra di pollo cotta col limone. In Messico molto famose
sono le Tortillas, focacce di mais cotte sulla piastra e servite in sostituzione del
pane, oppure arrotolate con un ripieno di carne, verdura, spezie, formaggio.
Le tortillas a seconda della preparazione e del ripieno, prendono nomi diversi
come ad esempio: I Tacos che sono le tortillas cotte sulla piastra oppure fritte,
farcite di carne, arrotolate e servite con le immancabili salse; i Burritos sono
tortillas ripieni di fagioli, carne, pollo conditi con salsa chili; le Quesadillas
sono sono tortillas imbottite con formaggio e passate alla griglia o fritte; le
Enchiladas sono simili ai burritos, sempre farcite di pollo e/o formaggio e poi
fritte, ma immerse in una salsa, l'enchillada; l’enfrijoladas sono tortillas
leggermente fritte, piegate, ricoperte di salsa di fagioli; le Fajitas tortillas
ripiene di striscioline di pollo saltate in padella.
La regione che circonda il pueblo di
Tequila, nel Jalisco, è ricca di campi
di agave dai caratteristici colori blu e
verde. Tutta la tequila che trovate in
ogni angolo del mondo è prodotta, a
un ritmo di circa 200 milioni di litri
l'anno.
Nel 1978 per questa bevanda fu
istituita la Denominazione di Origine
Controllata: un decreto stabilisce
infatti che qualsiasi bevanda estratta
dall'agave e prodotta al di fuori di
questa regione non può essere
denominata "tequila". Alcuni aspetti
produttivi sono rimasti praticamente
immutati, come la raccolta dell'agave,
un processo noto ai messicani come
"jima" e tutt'oggi realizzato a mano,
con l'ausilio degli stessi strumenti
adoperati in passato.
Sull'origine del nome "mariachi" esiste una serie molto varia di teorie; quella
che potremmo definire una "leggenda popolare", oggi smentita, affermava
che derivasse dalla deformazione della parola francese mariage, matrimonio.
Le bande di mariachi in effetti sono molto apprezzate durante i matrimoni.
Nei primi anni, la musica mariachi era intonata da gruppi improvvisati, che
fecero associare questo stile musicale alle classi più povere della società. Agli
inizi del XX secolo, però, questa musica iniziò a far breccia anche nelle classi
più agiate, e radio, cinema e fotografia fecero la loro parte, diffondendola tra il
grande pubblico. Già negli anni trenta, quello che un tempo era un genere di
musica regionale assunse, così, un'importanza nazionale.
Il vestito dei moderni mariachi è una
versione più decorata del vestito dei
charros, utilizzato dai cowboy della
tradizione equestre messicana: una giacca
che arriva fino alla cintola, pantaloni attillati
e adornati da bottoni argentati sui entrambi
i lati o da disegni geometrici in pelle o
ricamati, gonne nel caso delle donne e,
infine, stivali alti fino alla caviglia. Gli
accessori includono una cintura larga ed
elaborata, una cravatta larga a fiocco e, per
chiudere in bellezza, un cappello, il tipico
sombrero, dalla tesa larga e decorata. Le
canzoni dei mariachi sono incentrate
attorno a un'ampia gamma di temi relativi
alla condizione umana, come l'amore, il
tradimento, la politica, la morte, la
rivoluzione e il patriottismo. Che le canzoni
siano allegre o tragiche, esprimono sempre
emozioni forti. Non bisogna sorprendersi
se, all'improvviso, uno degli spettatori inizia
a urlare o a cantare insieme ai mariachi:
questo tipo di musica stimola la
partecipazione del pubblico.