LaRegione 17 agosto 2016
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LaRegione 17 agosto 2016
La Stan e un consigliere dei Verdi fanno resistenza al progetto di una residenza plurifamiliare Mendrisio: altolà alle ruspe Il progetto di sostituire all’ex garage Malacrida in via Motta 22 appartamenti non piace a tutti. E scattano le opposizioni. ‘Ne va del carattere della zona’. di Daniela Carugati A prima vista il progetto potrebbe passare inosservato, almeno sulla carta. Uno stabile su quattro piani, 22 appartamenti di standard elevato e 26 posteggi in zona edificabile, con giardino e pannelli solari sul tetto: una residenza plurifamiliare posta non molto distante dal nucleo storico di Mendrisio. Il dossier, pubblicato fra il maggio e il giugno scorsi e al centro di una domanda di costruzione presentata da uno studio privato, ha però fatto sussultare la Stan, la Società ticinese per l’arte e la natura, e un consigliere comunale-cittadino del posto. Tant’è che entrambi si sono affrettati a depositare davanti al Municipio della Città altrettante opposizioni all’operazione immobiliare. Un’iniziativa che annuncia un investimento globale di oltre 5,7 milioni. Per costruire l’edificio, di fatto, si dovranno demolire le preesistenze, che i mendrisiensi identificano con l’ex garage Malacrida. Ovvero un’abitazione datata 1937 e firmata da Giuseppe Roncati e un garage, dismesso, degli anni Cinquanta. Una mossa invisa sia alla Stan che a Tiziano Fontana, l’esponente dei Verdi da tempo critico con lo sviluppo urbanistico del Comune. La zona di via Motta in cui si interviene, motiva subito Fontana nella sua censura, è “architettonicamente e paesaggisticamente pregiata e sensibile”. Tanto più che il progetto, richiama, avrà “un impatto rilevante tanto da stravolgere il disegno urbanistico prettamente residenziale” della via, caratterizzata da una serie di ville per lo più in stile liberty e ben allineate tra cui occhieggiano degli spazi verdi. Una connotazione riconosciuta, peraltro, anche dagli stessi progettisti, relazione tecnica alla mano. Sta di fatto che il programma di lavoro secondo la Società ticinese per l’arte e la natura e il consigliere-cittadino viene meno a due capisaldi della pianificazione: l’Inventario degli insediamenti svizzeri da proteggere (Isos) e la Legge sullo sviluppo territoriale. ‘Non demolire ma tutelare’ Per la Stan come per Fontana all’esecutivo non rimane che rispedire al mittente i piani. Visti la volumetria, l’altezza e l’orientamento, la futura residenza, ribadisce l’esponente dei Verdi, “non si integra affatto” nel contesto circostante. Anzi, rappresenta un “elemento perturbante” al pari di altri tre condomini realizzati nelle vicinanze. Come dire che si è lontano dal principio di “inserimento ordinato e armonioso nel paesaggio” perorato dalla legislazione. La Stan, dal canto suo, si spinge a rivendicare una “tutela dell’immobile esistente”. Una casa, quella progettata da Roncati, che “colpisce al primo sguardo”, motiva la Stan, e che è caratterizzata da una “svettante torre”. Alcuni degli elementi della costruzione, si richiama ancora, sono “tipici del linguaggio moderno utilizzato dai professionisti degli anni Trenta”. Roncati, si ricorda, ha curato diversi interventi nella regione, come il cementificio Saceba o la casa parrocchiale di Mendrisio oppure, negli anni 50 e 60 a Chiasso, la sede della Bsi e il palazzo Carpano a Boffalora. Dal profilo formale, per l’Associazione questa abitazione al numero 8 di via Motta, si esemplifica, è affine al padiglione della Fiera svizzera di Lugano. Insomma, ci sono ragioni sufficienti, si fa capire, per salvaguardarla. Dall’altra parte della ‘barricata’, agli occhi dei promotori dopo due anni di cantiere la Città acquisirà una nuova realtà abitativa che si prefigge di dialogare con quanto la circonda. Senza dimenticarsi di agire in una ‘zona residenziale semiintensiva’. L’edificio, illustrava già il rapporto dei progettisti, sarà costituito da un unico grande blocco a tetto piano che assumerà una forma a ‘v’ dilatata. Nell’ideazione dell’opera, si precisava, “ci siamo imposti di preservare queste caratteristiche urbane peculiari, cercando di farle nostre e di limitare al massimo l’impatto volumetrico dello stabile rispetto alle case circostanti”. Così si è arrivati ad abbassare il livello del terreno per restare in linea con le altre residenze. Tutte garanzie che non sono riuscite, però, a convincere i contrari e a farli desistere dall’opporsi. Per l’Associazione e Tiziano Fontana violati Isos e norme TI-PRESS