FEFF 18 - Obayashi

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FEFF 18 - Obayashi
OLTRE GODZILLA – Futuri alternativi
e scenari fantastici del cinema giapponese
Al FEFF 18 una retrospettiva di 10 film, una pubblicazione e un
ospite d’onore: Obayashi Nobuhiko, grande maestro della Sci-Fi
nipponica, che il 25 aprile riceverà il Gelso d’oro alla carriera.
comunicato stampa del 18 aprile 2016
con preghiera di pubblicazione/diffusione
UDINE – Se per noi occidentali “fantascienza giapponese” fa tradizionalmente (inesorabilmente) rima con
“Godzilla”, il Far East Film Festival è pronto a dilatare il nostro perimetro: s’intitola, appunto, Oltre Godzilla –
Futuri alternativi e scenari la preziosissima retrospettiva che attraverserà il calendario della diciottesima
edizione! Curata dal super esperto Mark Schilling, così come l’omonima pubblicazione splendidamente
illustrata da Francesca Ghermandi e realizzata per l’occasione, l’avventura di Oltre Godzilla è composta da 10
film e porterà a Udine un grande maestro della Sci-Fi nipponica: Obayashi Nobuhiko, classe 1938, regista
libero e visionario, che il 25 aprile riceverà il Gelso d’Oro alla Carriera “accompagnando” sul palco il suo cult
House.
«Gli appassionati – scrive Mark Schilling – considerano da molto tempo il Giappone una superpotenza del
cinema di fantascienza, soprattutto per un sottogenere, i film di mostri, e per un personaggio, Godzilla. In realtà,
i film di fantascienza giapponesi degli anni Cinquanta e Sessanta, affollati di razzi spaziali, UFO e vari tipi di
armi e gadget esotici, saranno pure stati ispirati ai film sulle invasioni aliene di Hollywood, ma il loro stile unico,
la loro energia e la loro immaginazione hanno influenzato non solo registi e animatori giapponesi, ma anche le
loro controparti in tutto l'Occidente».
Ed ecco, quindi, i fantastici (è proprio il caso di dirlo!) 10: The Mysterians (1957), Matango (1963), Invasion of
the Astro Monster (1965) Latitude Zero (1969) di Honda Ishiro, House (1977), School in the Crosshairs (1981),
Exchange Students (1982) e The Girl Who Leapt Through Time (1983) di Obayashi Nobuhiko, Blue Christmas
(1978) di Okamoto Kihachi e, dulcis in fundo, Gamera 3 (1999) di Kaneko Shusuke. Un’esplorazione ampia e
curiosa dell’immaginario giapponese, al di là del «grande bestione squamoso» (Godzilla secondo Schilling!) e al
di là della nostra pigrizia di spettatori.
Ma lasciamo parlare direttamente l’ospite d’onore, mister Obayashi, che grazie al FEFF 18 ritornerà in Italia
dopo tantissimo tempo (girò vari spot televisivi negli anni Settanta). Pochissime frasi che condensando un’intera
filosofia cinematografica: «Immaginare la luna è meglio che fare una passeggiata sulla sua superficie. I film
sono un mezzo per ricordare, non per registrare. Mi piacciono i documentari perché cercano di rivelare la
verità su un argomento senza riuscirci appieno e penso che l’ironia di questo fatto sia molto interessante. I
22nd - 30th April 2016
Teatro Nuovo, Visionario
Udine, Italy
www.fareastfilm.com
documentari hanno qualcosa dell’amore non corrisposto, mentre i film sono l’innamoramento puro, che non
chiede nulla in cambio. È un amore unilaterale».
Lo stesso amore che, dal 10 aprile 1999, anima i fareasters di tutto il mondo e li spinge a tornare nella
piccola roccaforte d’Asia chiamata Udine! Non resta che darsi appuntamento al Teatro Nuovo, sede storica
del FEFF, e aspettare che il festival trailer 2016 firmato da Johnnie To apra ufficialmente le danze.
Ufficio Stampa/Far East Film Festival 18
Gianmatteo Pellizzari & Ippolita Nigris Cosattini
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